https://www.pupia.tv - Roma - Audizione Brunetta
Alle ore 13, presso l'Aula del III piano di Palazzo San Macuto, la Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto svolge l'audizione di Renato Brunetta, presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel). (25.03.25)
La playlist di Renato Brunetta: https://www.pupia.tv/playlist/Renato-Brunetta
Alle ore 13, presso l'Aula del III piano di Palazzo San Macuto, la Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto svolge l'audizione di Renato Brunetta, presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel). (25.03.25)
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NovitàTrascrizione
00:00:00L'ordine del giorno è che l'audizione del Presidente del Consiglio Nazionale dell'Economia
00:00:10e del Lavoro, Professor Renato Brunetta, che ringrazio davvero di cuore per la sua disponibilità
00:00:17a partecipare ai lavori della nostra Commissione e se me lo posso permettere anche per essere
00:00:24il primo audito del nostro ciclo di audizioni, credo che la qualità a livello dell'audizione
00:00:31renderà ragione, sono certa di questo nostro inizio, del valore dell'inizio.
00:00:36Il Presidente Brunetta è accompagnato dal Segretario Generale Massimiliano Monanni,
00:00:40dal Capo della Segreteria Tecnica Francesco Titotto, dalla Consigliera Alessandra Aureli,
00:00:46dai consiglieri esperti Marcella Mallene e Alessandro Rosina, che ringrazio anche perché
00:00:51contribuiranno all'audizione, e dal Capo dell'Ufficio Stampa Marco Bernaduzzi.
00:00:56Il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro apre un ciclo iniziale di audizioni
00:01:00dei soggetti istituzionali più qualificati a fornire alla presente Commissione i principali
00:01:05elementi informativi necessari per lo svolgimento delle sue funzioni.
00:01:09Ricordo che ai sensi della sua delibera istitutiva, questa Commissione ha il compito di indagare
00:01:14sui fenomeni connessi ai mutamenti e alla prospettiva demografica del Paese.
00:01:20Il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro ha inoltre presentato alla Commissione
00:01:23una memoria relativa ai contenuti della presente audizione, che è già stata trasmessa ai
00:01:28commissari e che sarà pubblicata, se il Presidente Brunetta concorda, in allegato a resoconto
00:01:35stenografico della seduta.
00:01:37Il cartaccio è quello che è stato distribuito e che è comunque con qualche coppia qua a
00:01:41disposizione.
00:01:42Bene, do quindi la parola al Professor Brunetta, ringraziandolo ancora una volta per lo svolgimento
00:01:48della sua relazione.
00:01:50Prego, Presidente.
00:01:51Grazie Presidente Bonetti, grazie a Elena, la chiamo Elena perché per me è un nome
00:02:00molto particolare e molto particolare è la nostra amicizia e il nostro rapporto.
00:02:07Quando il Presidente Bonetti mi ha chiesto, come Presidente del CNEL, di essere presente
00:02:14oggi con una memoria del CNEL sul tema della demografia, ho detto subito di sì, anche
00:02:24perché la sua lettera, partirei proprio da questa, mi ha molto interrogato.
00:02:31Leggo ai sensi, la Commissione ha il compito di indagare sui fenomeni connessi ai mutamenti
00:02:46e alla prospettiva demografica del Paese, con particolare riferimento ai seguenti aspetti
00:02:51spopolamento, l'invecchiamento medio della popolazione, la longevità e i conseguenti
00:02:56effetti economico e sociali, la composizione dei nuclei familiari, il contesto abitativo,
00:03:01lavorativo e culturale, la mobilità residenziale della popolazione, il mercato del lavoro,
00:03:06il tasso di occupazione e disoccupazione, la prospettiva del welfare e della produttività
00:03:10economica, l'impatto dei cambiamenti demografici sui bilanci pubblici, i flussi migratori,
00:03:15la distribuzione dei servizi sociali e sanitari, la promozione della salute e la prevenzione
00:03:20delle malattie, le competenze e la formazione nelle diverse fasce generazionali e nelle
00:03:25diverse aree del Paese. Allora, parafrasando De Gaulle, ma senza sarcasmo,
00:03:34io direi vasto programma, solamente che è talmente vasto che è lo stesso programma
00:03:41che si è dato il CNEL in questa consigliatura, tal che con il professor Rosina e la professoressa
00:03:51Mullen, consiglieri di nomina presidenziale tra i massimi esperti, l'una sul tema della
00:03:58sostenibilità, l'altro in tema di demografia a livello italiano e internazionale, mi son
00:04:08detto come non rispondere positivamente a una richiesta di questo genere, anche perché
00:04:14nella sua articolazione, nel suo vasto programma, individua praticamente tutti i temi e gli
00:04:26argomenti della interconnessione della crisi, perché stiamo parlando di una crisi demografica,
00:04:36che forse, e questo è il primo pensierino che mi è venuto in termini di valore aggiunto,
00:04:46trova proprio la sua chiave solo e unicamente nella fragilità demografica. O meglio, quando
00:04:55un ricercatore si trova di fronte a un elenco di questo genere, normalmente dovrebbe fare
00:05:02una compressione semantica, cioè comprimere tutti questi fenomeni e cercare la chiave
00:05:11originaria della problematica evocata. Di solito si fa così, se uno è fortunato o
00:05:20bravo, la compressione semantica, il filtro cognitivo che mette dentro il complesso dei
00:05:26segnali che ha qui di fronte, individua quello o quei segnali che sono i segnali portanti,
00:05:34una sorta di onde portanti che contengono poi anche tutti gli altri segnali, per cui
00:05:42prima di tutto andiamo a trovare i segnali fondanti rispetto al complesso degli elementi
00:05:51di crisi. Quindi ben venga questo elenco, questa nuvola di segnali, che sono le elencazioni
00:05:59che si potrebbero aggiungere a qualcun altro, ma il percorso che abbiamo fatto insieme con
00:06:06Marcella e con Rosina, il mio amico, è quello di dire ma dov'è l'origine di questo
00:06:19complesso di elementi di crisi? E' certamente la fragilità demografica, che tra l'altro
00:06:28fragilità demografica che non è sola in Europa, ma ce lo spiegherà poi il Professor
00:06:37Rosina, ma in Italia è particolarmente grave e essendo particolarmente grave nel nostro
00:06:46Paese induce gli altri fenomeni a contorno, li induce in una maniera assolutamente preoccupante
00:07:01rispetto agli andamenti medi europei o internazionali e questo siamo sempre nel campo delle analisi,
00:07:11quindi poi dovrò la parola al Professor Rosina per capire perché siamo arrivati
00:07:18a questo punto, anche perché la demografia è una scienza esatta e è una scienza esatta
00:07:24contrariamente un po' all'economia, magari più vicina alla matematica che all'economia,
00:07:32perché analizza fenomeni che sono già avvenuti e rispetto ai quali il cambiamento di andamento
00:07:40richiede una grande quantità di energia, energia politica, energia finanziaria, energia
00:07:48economica, ma richiede comunque tempi enormi, come spostare la rotta di un transatlantico,
00:07:55per spostare la rotta di un transatlantico ci vogliono spazi, energia molto lunghi perché
00:08:00il transatlantico ha una dimensione, una massa tale per cui il cambiamento di rotta, il cambiamento
00:08:09di derivata, il cambiamento di angolo o di angolazione richiede assolutamente tanta
00:08:16energia ma anche tanto tempo, a meno che, e questo è il policy maker e dopo entrerà
00:08:24in campo Marcella Marlen, non si mette il policy maker, cioè voi, noi, avendo anche
00:08:35il potere di iniziativa legislativa, il policy maker non prenda delle decisioni molto forti
00:08:43e molto drastiche per cambiare gli andamenti. Quindi siamo da un lato all'elencazione
00:08:54distopica, bonettiana, chiamiamola così, a cui io aggiungerei, proprio per sovrammercato,
00:09:03che se nascono pochi figli, se le coppie giovani feconde sono poche, non mi correggere più
00:09:12di tanto Alessandro sulle mie tecnicità demografiche, nascono anche poche imprese. Mentre le imprese
00:09:24continuano a morire, contrariamente agli umani che invece hanno un prolungamento delle aspettative
00:09:33di vita, le imprese invece continuano a morire, mentre il tasso di natalità delle imprese,
00:09:41che è correlato alla demografia degli attivi, per non pensare allo stock di imprese piccole
00:09:54e medie esistenti, che in carenza di generazioni giovanili non trovano la prosecuzione e il
00:10:04ricambio. Quindi hai un problema di stock che non ha il ricambio, essendo le piccole
00:10:11imprese ha il ricambio generazionale diretto all'interno del nucleo familiare, e non
00:10:17ha i nuovi afflussi. Difatti i maggiori nuovi afflussi nella creazione di imprese vengono
00:10:24dagli immigrati. Quindi siamo in una distopia piena. Primo, come ci siamo arrivati? Ce lo
00:10:34dirà il professor Rosina prima, e con tutto quello che vorrà aggiungere. Secondo, che
00:10:42fare? Perché che fare ovviamente questo fa parte del vostro mestiere e del nostro mestiere,
00:10:50e su questo vado a dire due altre cose, poi poco più, perché poi avete la sintesi, avete
00:10:57il rapporto, poi voglio descrivere il rapporto, che è uno strumento utile, chiamiamolo così.
00:11:04Il che fare vuol dire sostanzialmente, finora dal punto di vista generazionale, i policy
00:11:13makers si sono comportati in maniera miope ed egoista. Hanno pensato semplicemente ai
00:11:21loro elettori, hanno pensato ai elettori esistenti, non ai futuri elettori. E poi ho proposto
00:11:32una piccola variante alla VIG, alle valutazioni di impatto generazionale su cui sta lavorando
00:11:40la professoressa Mullin, se noi mettessimo un semaforino a tutti i commi della prossima
00:11:47legge di bilancio e mettessimo verde, giallo e rosso in ragione della pro o anti generazionalità
00:11:59dei singoli commi, delle singole articoli, delle singole leggi di bilancio, noi avremo
00:12:06una marea di rossi, cioè quasi tutti gli articoli delle leggi di bilancio, se facessimo
00:12:15quello che io lo dico in maniera immaginifica con i semaforini, ma vedremmo che quasi tutti
00:12:24gli articoli e i commi delle leggi di bilancio che stabiliscono dare, avere, entrate, uscite,
00:12:32sono dal punto di vista generazionale negativi. Quindi è ben facile capire come anni e anni,
00:12:45decenni e decenni, senza semaforini, noi abbiamo ancora i semaforini, speriamo di averli magari,
00:12:53cioè di avere una valutazione di impatto generazionale rispetto alle decisioni dei policy makers,
00:13:01la sommatoria, l'accumulo di decisioni miopi, egoistiche, che non tengono nessun conto delle
00:13:09nuove generazioni. Voi pensate a tutto quello che è successo in termini pensionistici,
00:13:16voi conoscete le regole del gioco pensionistiche, capitalizzazione e ripartizione, i nostri
00:13:21sistemi da dopoguerra ad oggi sono tutti sistemi a ripartizione, voglio dire che gli attivi
00:13:26di oggi pagano più gli attivi di ieri, la capitalizzazione non esiste, la capitalizzazione
00:13:31è il sistema di calcolo e il sistema che vige nelle assicurazioni private, nelle assicurazioni
00:13:39pubbliche, soprattutto al fine di eliminare il pericolo dell'inflazione, ormai in tutto
00:13:44il mondo i sistemi sono strutturalmente a ripartizione. Non fatevi ingannare dalla capitalizzazione
00:13:55come sistema di calcolo, perché è semplicemente una simulazione quella che noi abbiamo oggi,
00:14:01la capitalizzazione vale dire prendere come proxy il reddito che si incrementa corretto
00:14:09dal coefficiente di trasformazione legato all'aumento dell'età delle aspettative
00:14:17di vita, per cui si comporta la correzione in corso d'opera che fa stracciare le vesti
00:14:23a tutti laddove invece è il portato matematico necessario per tenere il sistema in equilibrio.
00:14:29Quello è un sistema che si basa sugli attivi di oggi per pagare gli attivi di ieri, ma
00:14:37mette insieme due mondi completamente che non possono più andare insieme, perché se
00:14:44tu fai pagare i contributi, i contributi pensionistici, gli attivi di oggi che sono figli delle tecnologie
00:14:49di oggi, della crescita di oggi e così via, per pagare gli attivi di ieri tu hai il sistema
00:14:55che va in squilibrio. Il sistema pensionistico è uno dei primi esempi di miopia, egoismo
00:15:06e distopia, e se noi pensiamo ai dibattiti parlamentari tutti, io ne ho fatti sull'età
00:15:16di pensionamento, sulla flessibilità, sulle uscite, senza capire la crisi del sistema,
00:15:26per cui tra l'altro bisognerebbe anche ripensare se debbano essere proprio gli attivi a pagare
00:15:34i contributi e se non potesse essere qualche altro tipo di cespite che non il lavoro degli
00:15:42umani attivi, e dico una cosa anche qui, pensiamo alle macchine, pensiamo ai robot,
00:15:51e cioè a tutti quegli strumenti che producono valore aggiunto e che possono essere messi
00:15:59a sistema per trovare nuovi equilibri. Purtroppo le riflessioni sui nuovi equilibri non ce
00:16:09ne sono state, o ce ne sono state molto poche, perché è prevalsa la miopia, l'egoismo
00:16:19il giorno per giorno, ne deriva che la fragilità demografica, e finisco, ti porta a una serie
00:16:30di squilibri sullo stock delle piccole e medie imprese, sulla sostenibilità dei sistemi
00:16:40di welfare, ma ti porta a crisi anche sullo sistema di welfare pensionistico, ma anche
00:16:47di welfare sanitario, perché tu hai che sempre più persone costano avendo bisogno di cure,
00:16:57mentre l'altro avendo altri stili di vita che non si sono mai sincronizzati con questi
00:17:06andamenti, perché metà, almeno dicono, abbiamo avuto un convegno di diabetologi la settimana
00:17:14scorsa, metà dei problemi diabetologici per la popolazione italiana vengono dagli stili
00:17:22di vita, non vengono dal DNA, dalla biologia, ma dagli stili di vita, cioè dai cattivi
00:17:30consumi alimentari, e se continuasse così il sistema di welfare sanitario non è più
00:17:40sostenibile, costa troppo, oppure i contributi che devono pagare i soliti attivi fanno in
00:17:47modo che si distrugga il mercato del lavoro in contemporanea, quindi siamo dentro a un
00:17:55sistema esplosivo. Allora vado subito alle ipotesi e do la parola ai miei colleghi se
00:18:05la Presidente lo consente, una idea Mullen, due idea Rosina, una valutazione di impatto
00:18:14generazionale come strumento, qua bisogna fare bene i conti dopo le analisi perché
00:18:21di analisi si può anche morire, se uno studia, studia, studia, studia, dopo aver studiato
00:18:29muore tranquillamente, non ha risolto assolutamente niente, a un certo punto deve affermarsi anche
00:18:33a studiare e bisogna comunque proporre delle soluzioni. Allora, una prima ipotesi solutiva
00:18:40è per i policy maker, una valutazione di impatto generazionale, cioè il policy maker
00:18:48che è quello da cui dipende poi tutto il sistema, deve darsi questa regola, ve la spiegherà
00:18:55poi Marcella Mullen. L'altra ipotesi correlata a questa perché in termini di sostenibilità
00:19:01è quella del Professor Rosina, cioè di fare un patto intergenerazionale che finora non
00:19:08c'è stato, finora c'è stato il patto tra produttori, coevi, sincronici, il patto
00:19:16tra datori di lavoro e lavoratori, capitale e lavoro, cose storiche, ma un patto intergenerazionale
00:19:24cioè tra attori di diverse generazioni implicante una lungimiranza degli attori più longevi
00:19:34rispetto agli attori che ancora non ci sono e non votano, ecco questo non ancora, però
00:19:39ha ragione Rosina, questa è una delle uniche risposte possibili. Poi vi dico anche una
00:19:50cosa, il documento, il documento guardatelo con un po' di attenzione perché è una piccola
00:19:57somma del lavoro che abbiamo fatto con delle sintesi di tutti i rapporti, ma soprattutto
00:20:06con il QR code per trovare i testi originari senza portarvi dietro un malloppo grosso così,
00:20:13quindi qui avete tutto il materiale istruttorio per carità con i mezzi semplici che ha il
00:20:19CNEL e che ha questo gruppo di ricercatori che abbiamo messo insieme, però potete trovare
00:20:28quasi tutte delle istruttorie analitiche sui punti citati dalla vostra Presidente con cui
00:20:35concordare o non concordare, ma tantomeno degli accendi, degli inizi di attività analitica
00:20:43istruttoria e trovate anche la tematica della valutazione di impatto generazionale e l'ipotesi
00:20:50di patto intergenerazionale. Questo è l'impianto che noi abbiamo voluto dare intanto al lavoro
00:21:00del CNEL che continua perché noi produrremo disegni di legge di iniziativa CNEL su queste
00:21:06tematiche, produrremo dei patti sociali, questo sì, perché in fondo il concetto di
00:21:13patto è il bypass rispetto agli egoismi generazionali, il bypass temporale non solo tra corporazioni
00:21:25o tra portatori di interessi, perché ci possono essere patti sincronici tra portatori di interessi
00:21:31che quasi sempre si mettono d'accordo per non tener conto di chi potrà venire nel futuro.
00:21:44E l'altro elemento che qui viene, questo è più mio proprio, immediato, ma che è
00:21:50legato agli altri due, è quello dell'immigrazione. L'immigrazione è una risposta, certamente
00:21:58è una risposta solo se è una migrazione da domanda. Migrazioni da domanda sono le
00:22:06migrazioni domandate dai paesi di destinazione, le migrazioni da offerta sono le migrazioni
00:22:11che sono il prodotto della crisi o disperazione dei paesi di origine. Le migrazioni da offerta
00:22:18sono migrazioni che fanno male i paesi di origine ma fanno male anche i paesi di destinazione
00:22:25perché sono migrazioni caotiche da disperazione, mentre le migrazioni da offerta in questa
00:22:32logica del patto intergenerazionale e della valutazione di impatto generazionale, l'unica
00:22:40cosa un paese saggio dovrebbe essere un paese che programma migrazioni da domanda con tutti
00:22:47e due i corollari.
00:22:49Ringrazio il Presidente Brunetta, credo che possiamo passare quindi agli interventi del
00:23:00Professor Rosina e poi dalla Dottoressa Mallen, prego, grazie.
00:23:04Bene, grazie, ringrazio molto anch'io per questo invito a contribuire a riflessioni
00:23:10su un tema che sta diventando e è riconosciuto sempre più importante, rilevante e quindi
00:23:16richiede un potenziamento della capacità di interpretazione dei cambiamenti in atto
00:23:20e poi di come agire sia sulle cause che sulle conseguenze.
00:23:25Do un po' di coordinate, velocemente, perché sono penso anche acquisite di lettura di questo
00:23:34cambiamento, allora c'è una transizione demografica in atto che porta ad un aspetto
00:23:38positivo, la riduzione dei rischi di morte e il fatto di vivere più a lungo, questo
00:23:43è un elemento desiderato, realizzato, positivo, però c'è un elemento ulteriormente più
00:23:50positivo che è il fatto che questa transizione non solo ci ha portato da un'aspettativa
00:23:55di vita molto ridotta del passato a un'aspettativa di vita che arriva a superare gli 80 anni,
00:24:00ma in incremento continuo, quindi non c'è un punto d'arrivo, semplicemente ci sono
00:24:05nuove generazioni che vivono più a lungo continuamente rispetto alle generazioni precedenti
00:24:09e questo porta quindi anche all'operazione anziana ad aumentare continuamente e quindi
00:24:14a chiederci continuamente come gestire e rendere sostenibile questo vivere a lungo non solo
00:24:19come quantità di anni in più, ma anche come qualità della vita in più e questo richiede
00:24:23investimento adeguato.
00:24:24L'altro aspetto della transizione demografica è che in combinazione con questa riduzione
00:24:31dei rischi di morte si riduce anche il numero maglio di figli per donna che dagli alti livelli
00:24:34del passato doveva in teoria stabilizzarsi attorno al livello di 2, perché il 2 consente
00:24:40quando la mortalità è bassa, due figli che nascono arrivano in media a sostituire
00:24:45i due genitori, quindi il ricambio generazionale dal punto di vista quantitativo tiene, cosa
00:24:49è successo che in realtà tutti i paesi che vanno verso la fine della transizione demografica
00:24:54anziché stabilizzarsi attorno ai due figli per donna sono tutti scivolati sotto e quindi
00:24:59questo produce squilibri, perché vuol dire che le nuove generazioni via via vivono più
00:25:04a lungo rispetto a quelle precedenti ma sono anche di meno via via rispetto a quelle precedenti
00:25:08e quindi lo squilibrio, il rapporto tra generazioni più anziane e più giovani va continuamente
00:25:13ad autoalimentarsi e ad accentuarsi.
00:25:15L'Italia all'interno di questo grande processo come si colloca?
00:25:21L'Italia è uno dei paesi, ovviamente la transizione demografica inizia in Europa e si sta realizzando
00:25:26progressivamente in tutto il mondo e il fatto che si realizza in maniera differenziata con
00:25:31tempi diversi fa sì che l'Europa adesso si trovi con popolazione che diminuisce e
00:25:36carenza di giovani mentre altre aree del mondo che sono al centro della transizione demografica
00:25:40come l'Africa si trovano invece con crescita, tanti giovani e quindi anche la necessità
00:25:46di gestire anche flussi migratori che in qualche modo devono trovare anche sintesi rispetto
00:25:53a questi cambiamenti differenziati.
00:25:55L'Italia come si colloca?
00:25:57Non è stato il primo paese a scendere sotto i due figli per donna, l'ha fatto un po'
00:26:01più tardi rispetto agli altri paesi dell'Europa occidentale, però è scesa sotto i due figli
00:26:07per donna a fine degli anni settanta ma quando è scesa è precipitata e già nel 1984 era
00:26:13sotto 1,5 figli in media per donna, per coppia ovviamente, per donna perché è tecnicamente
00:26:20più facile calcolare l'indicatore in questo modo ma ovviamente è il numero dei figli
00:26:23per donna.
00:26:25L'Italia quindi è il paese che da più lungo tempo si trova con una feconità molto bassa,
00:26:32cioè non sotto 2, sotto 1,5, quindi da oltre 40 anni perché siamo scesi nel 1984 sotto
00:26:38questo livello non siamo più risaliti sopra 1,5.
00:26:42Che implicazioni questo ha?
00:26:44Uno, che siamo diventati anche il primo paese al mondo in cui gli under 15 sono diventati
00:26:49meno degli over 65 e questo è già il primo segnale delle implicazioni, delle dinamiche
00:26:54demografiche, delle dinamiche della natalità sugli squilibri che produce nella struttura
00:26:58per l'età della popolazione, quindi un paese con più nonni rispetto ai nipoti se vogliamo
00:27:02dirlo anche in maniera un po' più colorata e questo ovviamente, il fatto che gli under
00:27:0715 alla metà degli anni 90 siano scesi sotto gli over 65, voi provate a pensare dagli
00:27:14anni 90 in poi mantenere una feconità sui livelli bassi che cosa succede?
00:27:17Che gli under 15 poi diventano ventenni, venticinquenni, trentenni e vanno via via
00:27:22ad erodere progressivamente le corti che entrano in età attiva, in età riproduttiva e sta
00:27:27succedendo adesso, mentre la popolazione anziana continua ad aumentare per due motivi, perché
00:27:33nell'età anziana adesso ci sono le generazioni nate quando la feconità era solo per due
00:27:38figli per donna e in più sono anche le generazioni del baby boom e quindi demograficamente particolarmente
00:27:45consistenti ma quindi un cambiamento che va a produrre una crescita della popolazione
00:27:50anziana che comunque va a stabilizzarsi e a crescere su livelli più elevati, inoltre
00:27:56le dinamiche più recenti della natalità sono state ulteriormente peggiorative, perché
00:28:00adesso se guardiamo gli ultimi dieci anni il numero di figli per donna anziché risalire
00:28:06sopra 1,5 a un certo punto ha iniziato a diminuire progressivamente e l'ultimo dato che gli
00:28:11è stato fornito è di 1,2 figli per donna e questo ha portato al fatto che le nascite
00:28:20sono arrivate a toccare i livelli più bassi di sempre dieci anni fa, perché la feconità
00:28:26continua ad essere bassa e molto bassa e perché vanno ad erodersi le persone in età
00:28:30ad avere figli e questo combinato di sposto, abbiamo sempre meno potenziali genitori con
00:28:34la feconità che rimane molto bassa, dia via porta le nascite ad avvitarsi progressivamente
00:28:41e continuamente verso il basso e quindi da dieci anni noi siamo andati avanti, con ogni
00:28:45nuovo anno abbiamo muovuto il record negativo per di sempre dell'anno precedente e ho fatto
00:28:50una simulazione così un po' per puro divertimento, se noi interpoliamo con una retta semplicemente
00:28:57in maniera lineare l'andamento delle nascite degli ultimi dieci anni che sono andate via
00:29:03a ridursi, interpolate una retta, questa retta va a zero nel 2051, ovviamente non andremo
00:29:09a zero nel 2051, ma vi fa capire che il ritmo di diminuzione delle nascite che c'è stato
00:29:14negli ultimi dieci anni è compatibile con l'idea di avere già la data che ci dice
00:29:20quando arriveremo a nascite zero e questo già dovrebbe quanto meno non solo preoccuparci
00:29:26ma cominciare anche ad agire in maniera adeguata.
00:29:31Alcuni aspetti da considerare sulle dinamiche demografiche, ovviamente la popolazione diminuisce
00:29:37dal basso, quindi diminuisce per la denatalità che poi va a produrre un processo di degiovanimento
00:29:41cioè di riduzione della popolazione giovane, processo di degiovanimento che ha bisogno
00:29:46appunto di un analogismo perché il fatto di essere in una condizione di nuove generazioni
00:29:53che via via si riducono progressivamente rispetto alle generazioni precedenti e cioè di non
00:29:57essere più nella condizione di abbondanza di giovani come è sempre stato in passato
00:30:01ma anzi vedere ridurre progressivamente è una cosa così nuova che mancava un termine
00:30:06per poterlo indicare.
00:30:07Quindi la popolazione si riduce ma non in maniera omogenea, si riduce secondo tre assi,
00:30:14il primo asse è quello dei giovani e anziani cioè dal 2014 la popolazione è in riduzione,
00:30:20si riduce però in maniera non omogenea, il primo asse è giovani e anziani, gli anziani
00:30:26aumentano e i giovani diminuiscono, non solo, i giovani diminuiscono di più rispetto a
00:30:31quanto gli anziani aumentano e questo quindi produce squilibri e dinamiche di diminuzione
00:30:36della popolazione.
00:30:37La popolazione diminuisce di più nel sud rispetto al nord del paese e quindi va a indebolire
00:30:43i territori più fragili e diminuisce di più nelle aree interne rispetto ai grandi centri
00:30:48del paese.
00:30:49Quindi c'è un nord e grandi centri che cercano di tenere sostanzialmente e sud e aree interne
00:30:56che anticipano quello che potrebbe essere la prospettiva del paese se appunto non si
00:31:01inverte la tendenza, non si mette in campo misure adeguate.
00:31:05Un punto importante di questo è che rispetto a questi tre assi il più importante è il
00:31:10primo perché gli altri squilibri, nord, sud, aree interne e centri derivano dagli scompensi
00:31:20della carenza di giovani che appunto per la denatalità o perché se ne vanno vanno appunto
00:31:25a rendere ancora più fragili quei territori.
00:31:27Quindi è soprattutto lo squilibrio nel rapporto tra generazioni che dove è più accentuato
00:31:35appunto rende le dinamiche demografiche particolarmente svantaggiose e che vanno poi a interagire con
00:31:43altre fragilità.
00:31:44Quindi l'elemento su cui agire è appunto intervenire su questo rapporto che diventa
00:31:49sempre più squilibrato.
00:31:50Ma come si fa a intervenire su questo rapporto sempre più squilibrato?
00:31:54Gli anziani devono poter vivere bene a lungo quindi quello che dobbiamo fare è fare in
00:31:58modo che la condizione dei giovani in qualche modo si rafforzi ed è questo che ci distingue
00:32:05dagli altri paesi europei, cioè se noi ci confrontiamo con altri paesi tipo Francia,
00:32:10Svezia e Germania la differenza non è il fatto che noi abbiamo più anziani, cioè
00:32:15che noi viviamo più a lungo, la longevità è la stessa e la sfida di trasformare la
00:32:21longevità in qualità della vita è la stessa, la necessità di investire per rendere
00:32:25solido il sistema previdenziale, per cura, assistenza sanitaria eccetera riguarda trasversalmente
00:32:32tutte le economie mature avanzate.
00:32:34Quello che ci distingue è il fatto che noi abbiamo una quota di giovani che maggiormente
00:32:40si è ridotta e si va riducendo perché la natalità rimane molto più bassa e perché
00:32:46molti giovani poi lasciano il paese o si spostano verso il nord, verso i grandi centri
00:32:53e questo va ad accentuare anche gli squilibri interni.
00:32:57La chiave è un po' questa perché questo poi porta all'importanza di mettere al centro
00:33:06il patto generazionale, quindi c'è un degiovanimento quantitativo, quindi la riduzione quantitativa
00:33:12dei giovani che a cui bisogna rispondere con un potenziamento qualitativo.
00:33:16Perché il potenziamento qualitativo delle nuove generazioni è la chiave?
00:33:21Perché il potenziamento qualitativo vuol dire che se io formo meglio i giovani, gli
00:33:26do competenze adeguate e aiuto a inserirsi bene nel mondo del lavoro, è vero che abbiamo
00:33:30meno giovani ma abbiamo anche molti margini, molte neve per potenziare il loro ingresso
00:33:36nel mondo del lavoro, dato che noi abbiamo tasse di occupazione giovani tra i più bassi,
00:33:40per convergere verso i livelli medioeuropei o degli altri paesi vuol dire comunque avere
00:33:46un esercito di riserva che si può mettere in campo e che quindi compensa la popolazione
00:33:50in età lavorativa, ovviamente giovani uomini e giovani donne e quindi il potenziare qualitativamente
00:33:59i percorsi formativi e professionali dei giovani è già una risposta agli squilibri
00:34:03demografici e all'indebolimento della forza al lavoro, non solo, questo potenziamento
00:34:09qualitativo ha ricadute anche quantitative, perché se io metto i giovani nelle condizioni
00:34:14di essere ben formati, ben inseriti nel mondo del lavoro in combinazione con politiche abitative
00:34:19e politiche familiari, meglio saranno messe le condizioni di diventare autonomi nella
00:34:23famiglia d'origine anziché essere a carico, di formare una famiglia e di avere figli e
00:34:28decideranno di rimanere in Italia e saremo attrattivi anche rispetto a giovani qualificati
00:34:33che potiamo attrarre, quindi questa è sostanzialmente la leva e quindi serve da un lato una visione
00:34:43sistemica delle politiche risposte agli squilibri demografici che deve mettere assieme politiche
00:34:48sulla formazione, di valorizzazione del capitale umano, quindi politiche familiari sulla natalità,
00:34:53politiche abitative, politiche di conciliazione, gestione dei flessi migratori, ma d'altro
00:34:58canto all'interno di questa visione ampia, sistemica e integrata il punto di partenza
00:35:03sulla leva che riequilibratice sostanzialmente appunto quella che parte dal ruolo delle nuove
00:35:10generazioni, perché la stessa lunga vita di qualità ha basi deboli se non si rafforza
00:35:16il contributo qualificato e responsabile delle nuove generazioni, perché vuol dire che possono
00:35:22entrare nel mondo del lavoro, possono pagare contributi e possono quindi anche pensare
00:35:25che avrà una pensione anziché rassegnarsi a non averla e poi appunto entrando in maniera
00:35:30più solida nel mondo del lavoro danno maggior garanzia di sostenibilità al sistema di welfare,
00:35:35cioè la migliore politica per la popolazione anziana è quella di investire sulle nuove
00:35:40generazioni perché è solo da lì che appunto il sistema può reggere e la qualità della vita anche
00:35:46neta anziana può trovare un investimento adeguato. Tutto questo quindi porta all'idea
00:35:51di questo patto generazionale, quindi di prendere anche consapevolezza che il contesto su cui era
00:36:00basato l'implicito patto generazionale che fin qua è stato dato per scontato e acquisito è
00:36:07in forte mutamento ed è quindi messo a rischio e richiede quindi una volontà reciproca di
00:36:16ridefinirlo perché le nuove generazioni si sentano parte attiva di un paese che con loro
00:36:22fa un patto rispetto al quale la possibilità di crescita del paese, di sostenibilità è legata
00:36:29all'impegno che i giovani mettono nella possibilità di riconoscersi in un progetto paese che li vede
00:36:33protagonisti e questo ha bisogno di qualcosa che esplicitamente gli arriva con un messaggio e li
00:36:38coinvolge. Gli elementi del patto generazionale, un po' sono stati già detti, il sistema pensionistico
00:36:46è uno degli elementi centrali del patto generazionale perché lì c'è il patto alla base
00:36:52del fatto che io che lavoro pago le tasse e pago i contributi che servono per le pensioni di chi
00:36:59adesso è in pensione ma a patto che quando io andrò in pensione ci saranno condizioni adeguate
00:37:05perché la mia pensione possa avere e se questo viene messo in crisi è come se dicessimo
00:37:10implicitamente ai giorni guardate che vi stiamo un po' fregando, cioè oggi il sistema funziona
00:37:15quando voi andrete in pensione, quello che avete pagato per contributi che è servito per chi era
00:37:19in pensione all'epoca è un dato di fatto che si reggerà quando andrete da voi non è detto e
00:37:26questa cosa quindi va affrontata, va chiarita, va costruita e garantita con un processo di paese
00:37:34che invece garantisce che questa possibilità ci sia. Lo stesso riguarda il debito pubblico,
00:37:42anche su questo è importante che sia chiarita l'idea che il debito non viene semplicemente
00:37:49riversato sulle nuove generazioni e che quindi consente semplicemente di garantire chi c'è oggi
00:37:55e di creare debito su chi verrà dopo, ma c'è un impegno a ridurre il debito o anche a utilizzarlo
00:38:01quando si decide di utilizzarlo in senso positivo investendo su quello che serve alle nuove
00:38:05generazioni per potenziare la capacità di essere produttive nel mondo del lavoro e quindi
00:38:08aumentare la ricchezza e quindi diminuire il peso del debito pubblico perché è l'unico modo per
00:38:14poter appunto uscire da questo carico eccessivo che viene posto su di loro. C'è il cambiamento
00:38:21quantitativo nel rapporto tra generazioni quindi vuol dire tanti anziani che quindi assorbono
00:38:27risorse e pochi giovani quindi come pensare a rispondere a questo cambiamento nei rapporti
00:38:33di forza tra generazioni e quindi garantire risorse che siano effettivamente equilibrate
00:38:39e che non vengono semplicemente spostate automaticamente sulla popolazione che cresce e tolte dalla
00:38:43popolazione più fragile che poi penalizza la possibilità che sia parte attiva invece
00:38:49di un processo di sostenibilità che li vede pienamente coinvolte anche tenendo presente
00:38:54che il patto generazionale che ha funzionato appunto nel passato era un patto che vedeva
00:38:59un'abbondante presenza di giovani e una quota ridotta di anziani. Se cambia strutturalmente
00:39:05questa relazione quantitativa cosa garantisce che le risorse poi vengono effettivamente
00:39:11non solo assorbite dalla popolazione anziana ma anche continuano a essere utilizzate per
00:39:17investire sulle politiche attive del lavoro, sulla formazione, su ricerca, sviluppo e innovazione
00:39:21anche perché la possibilità per i giovani di vedere il loro capitale umano adeguatamente
00:39:28valorizzato dipende molto anche dalle grandi sfide che oggi ci sono rispetto a tradizione
00:39:32vera, a tradizione digitale e quindi a competenze avanzate, all'investimento appunto su ambiti
00:39:37e settori in cui i giovani maggiormente possono produrre e allargare il mercato e diventare
00:39:44protagonisti di una crescita e di un sviluppo in coerenza con le sfide del proprio tempo.
00:39:49E ultima cosa c'è l'aspetto in questo patto generazionale dell'elettorato che cambia,
00:39:55le grandi democrazie del passato sono nate di nuovo con abbondante presenza di giovani
00:40:00quindi il loro peso nelle decisioni di oggi rispetto all'implicazione che avrebbero avuto
00:40:04domani era un peso che gli dava responsabilità, mentre oggi il cambiamento di questo rapporto
00:40:11tra generazioni rischia appunto di indebolire l'idea di poter contare, c'è l'idea appunto
00:40:18che il tuo peso elettorale come nuova generazione si riduca progressivamente e che quindi la
00:40:26tua possibilità di contare si riduca, questo in combinazione con le difficoltà che i giovani
00:40:31già trovano nella formazione, nel mondo del lavoro, nei salari, nell'occupazione, nelle
00:40:37politiche che si divolgono a loro, che sono più carente rispetto a quelle dei coetanei
00:40:41degli altri paesi europei, in combinazione con la carenza, con la caduta del loro peso
00:40:46elettorale rischia di dare un senso di sfiducia, di impotenza, di cose su cui non si può agire,
00:40:51non si può intervenire, non si possono cambiare e invece il messaggio è no, questo paese
00:40:56vuole cambiare, vuole ripartire da un'idea di paese da costruire assieme che quindi va
00:41:04ad affrontare questi punti di cui abbiamo parlato e che rimetta le basi di un patto
00:41:10condiviso e riconosciuto, questo come lo si fa, vado a chiudere perché ho preso troppo
00:41:15tempo, lo trovate comunque scritto come pensiamo di fare, ma ovviamente lo si può fare solo
00:41:20partendo dai giovani stessi, quindi l'idea è di costruire per la prima volta, perché
00:41:27non c'è mai stata, una mappatura delle realtà associative giovanili su tutto il
00:41:30territorio, quindi partendo da quelle già rappresentate dai corpi intermedi del CNEL,
00:41:35quelle che fanno già parte del Consiglio nazionale giovani, quelle anche organizzate
00:41:38attorno a ASVIS, ma non solo, quindi mappare quali sono le realtà associative dei giovani,
00:41:44poi che cosa fanno e rispetto a cosa fanno su questi temi che cosa dicono, che cosa
00:41:50producono, che riflessioni stanno facendo, quali proposte, costruire quindi un documento
00:41:55che mette assieme, oltre a mappare, mette assieme anche e organizza, razionalizza i
00:41:59contenuti di quello che i giovani propongono rispetto a queste sfide che li riguardano
00:42:04e poi costruire dei gruppi di lavoro per ciascuno di questi punti, questa è la seconda fase,
00:42:10in cui si mettono a fianco degli esperti su ciascun tema, in maniera che i giovani
00:42:14stessi con le loro proposte, le loro idee, le loro sensibilità, il loro desiderio di
00:42:18cambiare e il come vengono affiancati da chi può aiutarli a capire che cosa si può fare,
00:42:23che cosa no, come farlo nel modo migliore e quali strade questo Paese può effettivamente
00:42:28praticare per poter dare risposte a queste questioni e costruire poi degli indicatori
00:42:35che vanno a monitorare anno dopo anno se si sta andando nella direzione giusta o no
00:42:40e ragionare assieme allora come riaggiustare il tiro o no in funzione di un percorso comune
00:42:45tra sistema Paese e giovani stessi.
00:42:47Grazie, lasciamo la parola a dottoressa Mullen.
00:42:54Grazie, grazie, buongiorno a tutti e a tutti, anche per me è un vivo piacere partecipare
00:42:59a questa audizione e dopo l'inquadramento, diciamo la visione politica strategiata dal
00:43:04Presidente Brunette, l'analisi tecnico-scientifica fatta da Alessandro Rosina, mi ricollega la
00:43:10seconda parte del suo intervento, quello sulla visione di sviluppo, una parte che mi piace
00:43:17chiamare di speranza attiva, cosa possiamo fare per trasformare questa situazione angosciante
00:43:24in cui siamo immersi, superare quello che il Presidente Brunette ha raccontato, ha evocato,
00:43:30il presentismo miope, mi piace chiamare, di questo fatto di concentrarsi solo sul presente
00:43:35e non sulle conseguenze future, alla ricerca di nuovi equilibri.
00:43:39Tra le nostre linee di azione di sviluppo c'è anche questa idea di valorizzare la
00:43:46valutazione di impatto generazionale, la VIG, quale strumento per garantire equità tra
00:43:53le generazioni, in linea con i principi di sostenibilità e di inclusività, con la riforma
00:43:59recente del 2022 della Costituzione, che ha introdotto, con la modifica dell'articolo
00:44:059, la tutela dell'ambiente, della biodiversità e dell'ecosistemia, anche nell'interesse
00:44:08delle future generazioni, in attuazione di quella misura comunitaria, l'ascito dell'anno
00:44:152022 per la gioventù europea, della Youth Check.
00:44:20La VIG nasce dall'esigenza quindi di contrastare questi divari generazionali, tra le generazioni
00:44:27attuali e le generazioni precedenti, attraverso le scelte di policy che tengano conto dei
00:44:34bisogni e del benessere delle giovani generazioni, attuali e future.
00:44:39L'importanza di questo strumento è confermata tra l'altro da un disegno di legge presentato
00:44:44in Senato di semplificazione normativa a luglio del 2024, che ha previsto un'analisi preventiva
00:44:55dei provvedimenti del Governo in relazione agli assetti, in particolar modo a quelli
00:45:02con costi più rilevanti da un punto di vista sociale e ambientale, anche di lungo periodo
00:45:07ricadenti sulle giovani generazioni.
00:45:09Tra l'altro, con l'introduzione della VIG e con questo decreto, questo disegno di legge,
00:45:17il Governo vuole elevare al rango legislativo le linee guida redatte in precedenza nel 2022
00:45:25dal Comitato per la valutazione dell'impatto generazionale delle politiche pubbliche, così
00:45:29detto COVIGE, con le quali erano già stati definiti criteri e indicatori utili per la
00:45:37valutazione dell'impatto delle misure sui giovani tra i 15 e i 34 anni.
00:45:41Questi criteri non avevano carattere vincolante, ma suggerivano semplicemente buone pratiche
00:45:46per le amministrazioni centrali e locali, con l'obiettivo di promuovere una nuova cultura
00:45:51– purtroppo ancora assente – della valutazione dell'impatto generazionale nelle decisioni
00:45:58pubbliche.
00:45:59Interessante, abbiamo trovato le sperimentazioni effettuate già sul campo rispetto all'applicazione
00:46:05della VIG.
00:46:06Mi riferisco a quella del Comune di Parma, città che è stata designata come città
00:46:13europea dei giovani 2027 grazie proprio a una candidatura focalizzata sulla VIG.
00:46:20Parma ha ufficialmente integrato questa sperimentazione nel proprio DUP, cioè nel documento unico
00:46:28di programmazione, rendendole vincolanti per tutti i provvedimenti comunali, che quindi
00:46:33richiedono una bollinatura per essere pubblicati.
00:46:36Bologna ha seguito questo esempio di Parma e poi anche altre Municipalità, altri Comuni
00:46:42hanno seguito questo esempio, al punto che Lanci recentemente ha adottato delle linee
00:46:47guide per rendere disponibili a tutti i Comuni.
00:46:50Ecco, anche il CNEL, quindi raccogliendo lo stimolo da una parte del Governo e dall'altra
00:46:53di questi Comuni, ha inteso inserire questa innovazione importante della VIG nell'ambito
00:47:02dell'esercizio della propria attività di iniziativa legislativa.
00:47:05Nell'Assemblea, in una seduta del 18 dicembre del 2024, ha approvato una proposta, un disegno
00:47:12di legge sui livelli e la qualità dei servizi pubblici erogati dall'amministrazione centrale
00:47:19e locali, che prevede che nelle attività di verifica e di monitoraggio sulla qualità
00:47:25dei servizi venga inserita anche la valutazione dell'impatto generazionale, in particolare
00:47:29con riferimento ad alcuni criteri, quali l'accesso dei giovani ai servizi pubblici, la equa distribuzione
00:47:37dei benefici e dei costi dei servizi tra le generazioni e la coerenza con gli obiettivi
00:47:44di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
00:47:48Naturalmente la strada da percorrere è ancora lunga per, diciamo, corre implementare efficacemente
00:47:56questa valutazione dell'impatto generazionale, individuando e identificando degli indicatori
00:48:00chiave di impatto delle politiche pubbliche su cosa è già stato detto prima nei precedenti
00:48:05interventi, sulla sostenibilità dei sistemi previdenziali e del welfare, per valutare
00:48:11il rapporto tra popolazione attiva e pensionati e l'equilibrio della spesa sociale, sulla
00:48:17distribuzione del mercato del lavoro, per esempio per analizzare se la carenza di giovani
00:48:22lavoratori possa portare a una maggiore richiesta di manodopera straniera, oppure a un innalzamento
00:48:29dell'età pensionabile, ancora sulla distribuzione della ricchezza e dei consumi tra le generazioni,
00:48:37per valutare la disparità che esiste tra generazioni in termini di reddito, di ricchezza
00:48:42accumulata, di accesso alle risorse, pensiamo alla difficoltà che hanno i giovani per esempio
00:48:47ad acquistare una casa o investire nel proprio futuro, ancora sul sostegno alla natalità
00:48:53e alla famiglia e sui flussi migratori, abbiamo fatto, lo vedrete nel documento, una memoria
00:49:00proprio dal titolo da offerta alla migrazione della domanda, perché pensiamo che l'immigrazione
00:49:08se ben pianificata possa veramente essere una risorsa per riequilibrare la popolazione
00:49:12attiva. Quindi io vado a chiudere, perché già tanto è stato detto, ma per navigare
00:49:19con successo in questo scenario distopico, diceva prima il Presidente Brunetta, demografico
00:49:26veramente occorrono una bussola affidabile, visioni molto ampie e sistemiche, che tengano
00:49:32insieme tutte le interconnessioni, le interdipendenze tra prospettive generazionali di genere territoriali
00:49:38e sociali e anche che tenga conto del ruolo chiave che può svolgere l'immigrazione,
00:49:44servono modelli previsionali che permettono di anticipare come questi indicatori chiave
00:49:50l'impatto delle politiche sulle giovani generazioni e evolveranno nei prossimi 20-30
00:49:54anni e poi serve anche crediamo un confronto, un confronto con le esperienze di altri paesi
00:50:00europei che hanno già cominciato a fare più di noi qualcosa, cioè capire quali sono le
00:50:06strategie che finora hanno dimostrato la loro efficacia, ad esempio come la Francia
00:50:11e la Svezia che sostengono meglio di noi la natalità o ancora come la Germania e i Paesi
00:50:16Bassi che hanno sviluppato sistemi di formazione all'avanguardico, guardare a queste esperienze
00:50:21e a questi paesi per alimentare una speranza attiva che un cambiamento sia possibile.
00:50:25Grazie.
00:50:26Grazie, grazie davvero di cuore per questa audizione davvero ampia, approfondita, non
00:50:34scontata che sicuramente rappresenterà un punto di partenza importante del lavoro di
00:50:40questa Commissione, do e darei però adesso la parola ai colleghi commissari che possono
00:50:45formulare quesiti, osservazioni, richiesti chiaramenti, prego.
00:50:50Grazie Presidente, intanto grazie al CNEL, grazie a voi per quello che ci avete detto,
00:50:59sembra quasi un paradosso Professor Brunetta, noi siamo un Paese, forse uno dei pochi che
00:51:04ha in Costituzione l'articolo 35, la libertà di emigrare, abbiamo biblioteche e librerie
00:51:09intere di gente che ha narrato a questo Paese per due secoli quanto fosse bello emigrare
00:51:17e necessario e oggi ci troviamo dinanzi a questo impatto, un'età media di 47-48 anni,
00:51:25io condivido molto quello che lei ha detto, la demografia è una scienza inesatta o forse
00:51:30più esatta dell'economia, inesatta quanto la medicina, solo se parli di medicina e la
00:51:35medicina e la demografia fa fatica ad essere adeguatamente citata e tirata in ballo.
00:51:45Io condivido molto la questione dell'impatto della valutazione del bollino come lo chiama
00:51:51lei, anzi magari fosse possibile, magari, però ho un po' di domande da porle perché
00:52:00mi convince anche molto il fatto che il CNEL si trasformi in iniziativa, in proposta di
00:52:07iniziativa legislativa, finalmente aggiungo. Allora mi chiedo che cosa pensate di quello
00:52:17che è stato fatto alla misura degli impatriati, avevamo cifre, numeri di gente che rientrava,
00:52:242 miliardi di introito fiscale non previsto, è stata pressoché affossata. Allora possiamo
00:52:32sperare nel CNEL, secondo lei che ha avuto un ruolo fondamentale nella pubblica amministrazione
00:52:39e lei sa che noi siamo uno dei pochi paesi dove un dottorato di ricerca praticamente
00:52:43non serve a nulla se non fare il professore universitario. Allora possiamo immaginare
00:52:49di spingere affinché il PACD diventi abilitante professionalmente, che crede le corsie preferenziali
00:52:57nella pubblica amministrazione, perché chi ha un dottorato di ricerca preso anche all'estero
00:53:05e sa che deve concorrere schiacciato di livello, sia salariale, sebendiale che di carriera,
00:53:12i più bravi difficilmente entrano nella pubblica amministrazione.
00:53:17E ultimo, io credo che noi abbiamo una grande difficoltà strutturale e non parlo dei salari
00:53:25umani, che sono i salari, perché esattamente per quello che ci avete spiegato sulle pensioni,
00:53:33il problema oggi non è solo il patto generazionale di garantire, come diceva il professor Rosina,
00:53:39che non li stiamo prendendo in giro, il problema è che quando sul piano tu hai un sistema
00:53:44contributivo, se i salari sono bassi oggi, le pensioni saranno ancora più basse domani,
00:53:49e allora io credo che noi dovremmo dare un'immissione violenta di salari generazionali, perché
00:53:58poi il vero gap è quello e noi viviamo un'anomalia sulla quale probabilmente dovremmo, io sto
00:54:06seguendo i lavori che voi state facendo e applaudo nuovamente, sono molto serio in quello
00:54:12che dico, per tutto il lavoro che state facendo di costruzione di rete rispetto al tema, però
00:54:18noi abbiamo una difficoltà, quando la Francia, la Svizzera, la Germania avevano problemi
00:54:23demografici, perché problemi demografici li hanno avuti tutti in passato, hanno attinto
00:54:30a piene mani a quel grande serbatoio che erano gli italiani e le italiane, perché
00:54:36gli potevano offrire un differenziale salariale che li attirava al punto tale da poter garantire
00:54:42e invertire la rotta, noi purtroppo non siamo in grado di attrarre, il problema non è la
00:54:48migrazione della domanda, la domanda ce ne sta a Iosa a meno di mezzo milione l'anno
00:54:54di richieste, il problema è che noi riusciamo a essere attrattivi fino a 12, 24, 36 mesi,
00:55:02il rumeno o l'albanese che arriva qui, cito le migrazioni più facili, meno complicate,
00:55:08acquisito il sistema, se ne va in Germania, se ne va in Svizzera sarà un'altra parte,
00:55:13perché il differenziale salariale resta sempre l'appiglio. Allora da questo punto di vista
00:55:18secondo me una ridefinizione del sistema pensionistico per davvero, non so se introdurre
00:55:24i pilastri come esiste in altri paesi, ma se noi non andiamo verso questa direzione
00:55:31rischiamo purtroppo che il professor Rosina abbia ragione, non di più che ragione,
00:55:39quando nel 2051 mettiamo il punto, grazie.
00:55:45Grazie l'onorevole Ricciardi, raccoglierei altri interventi, c'è l'onorevole Alifano prenotata.
00:55:51Grazie, grazie ovviamente a tutti i presenti e oditi, io tra l'altro mi ricollego a quello
00:55:56che è stato detto dal collega Ricciardi, poi mi ha anche rubato il quesito, perché
00:56:02sicuramente è da indagare quanto le dinamiche demografiche siano legate per l'appunto
00:56:07alle dinamiche salariali, sicuramente è stato fatto da voi uno studio per indagare
00:56:13perché la fecondità è così bassa, il tasso di fecondità è così basso, se dunque
00:56:20è da ricollegarsi al tasso di occupazione, ovvero ci sono anche altre motivazioni
00:56:26che portano poi a un tasso così basso, tipo gli stili di vita o anche le convinzioni
00:56:33etiche, religiose, quindi potrebbe esserci anche quest'altra motivazione, anche conoscere
00:56:38in quale misura queste motivazioni influiscono su un tasso di fecondità così basso.
00:56:44E un'altra cosa che volevo chiedere è anche se è stata fatta un'indagine in relazione
00:56:49alle fasce di reddito che conoscono, a coloro che appartengono a fasce di reddito, che conoscono
00:56:56dei tassi di fecondità bassi, cioè alla fine i soldoni sono i poveri che adesso fanno
00:57:02meno figli, è paradossale, il proletariato era proprio designato in base ad avere l'unica
00:57:08ricchezza che era la prole, ma adesso è il proletariato che fa meno figlia, quindi c'è
00:57:13una doppia punizione per chi è povero e che poi alla fine non mette nemmeno più a mondo
00:57:18figli. C'era anche un'altra cosa che volevo chiedere, è stato fatto un piccolo accenno
00:57:24all'intelligenza artificiale che di necessità ruberà molto lavoro e quindi molti lavori
00:57:33verranno sostituiti dalle macchine, questo comporterà ovviamente un'ulteriore criticità
00:57:39per la tenuta del sistema previdenziale e allora io chiedo se secondo voi sarà poi
00:57:45necessario stabilire una forma di tassazione per coloro che invece di assumere lavoratori
00:57:52sostituiscono gli stessi con delle macchine, quindi una tassazione sui robot.
00:57:58Grazie, l'Onorevole Porta.
00:58:01Sì, grazie Presidente, grazie al Presidente, al Professor Brunetta e ai suoi collaboratori,
00:58:06credo che ci ha confermato le preoccupazioni che qui abbiamo tutti, ovviamente se siamo
00:58:13membri di questa Commissione perché partiamo da una constatazione sulla drammaticità,
00:58:20sull'urgenza di un tema che forse non è al centro come dovrebbe essere anche del dibattito
00:58:27politico, del dibattito dei policy maker. Io avrei due domande, una in realtà è stata
00:58:33già in qualche maniera affrontata, non dico già con una risposta, ma quando a proposito
00:58:40della Vig si parlava di Parma, di Bologna, cioè di esempi virtuosi che già esistono,
00:58:45credo che questo Presidente potrebbe anche indicarci un cammino, cioè noi veramente
00:58:50dovremmo avere il bollino per la prossima legge di bilancio con quel semaforo e se alcuni
00:58:56enti locali sono già in quella direzione, credo che è anche qualcosa che dobbiamo forse
00:59:01approfondire. La mia altra domanda è, ci avete confermato come a questo dramma si risponde
00:59:08sostanzialmente con le politiche attive a favore della natalità e poi sul tema dei
00:59:15flussi, i flussi sia in uscita e qui i miei colleghi hanno appena parlato del problema
00:59:20salariale, della mobilità in uscita e in entrata, in entrata ci sono in realtà due
00:59:25flussi, c'è un problema di narrazione e di percezione, anche questo forse è un tema
00:59:31che dovremmo affrontare anche come Commissione, perché l'immigrazione tutti ne parliamo come
00:59:37di una soluzione, ma se andiamo per strada probabilmente qualcuno ci dirà che è più
00:59:42un problema che una soluzione. I flussi in entrata, l'immigrazione da domanda, ci sono
00:59:48anche i flussi, si parlava dell'immigrazione nostra all'estero, parliamo anche di un bacino
00:59:54straordinario che sono i nostri italo-discendenti, lo scorso anno il Ministero degli Esteri al
01:00:02di là poi di come lo ha declinato, ha fatto un grande progetto sul turismo delle radici
01:00:08per incentivare, insommi rientro in particolare poi nelle aree interne, nei piccoli comuni
01:00:13che sono proprio quelli da cui partivano i nostri emigrati e qui vorrei chiedere anche
01:00:19al Kennel, al Presidente, se non è il caso di cominciare anche a pensare a misure strutturali
01:00:26che favoriscono questo flusso di ritorno in maniera più costante, per esempio semplificando
01:00:32alcune procedure, penso ai visti, penso a quello che viene fatto in altri paesi, alla
01:00:36Spagna per esempio e anche a degli incentivi fiscali a famiglie che per esempio accolgano
01:00:42questi studenti perché parliamo anche di un problema che riguarda le nostre piccole
01:00:47università per esempio che sono a rischio declino se non hanno quell'attrattività di
01:00:52cui si parlava prima, quindi questo è il tema che volevo porre, grazie.
01:00:58Grazie, se non ci sono altre richieste ho una velocissima domanda a io e poi passerei
01:01:03la parola al Presidente Brunetta, non so se vuoi poi alla Dottoressa Malle o al Professor
01:01:07Rosina per le risposte, si è parlato giustamente, l'ha parlato di legge di bilancio, di valutazione
01:01:15di impatto, in questo momento il nostro paese è in corso di revisione di tutta la normativa
01:01:21nell'ambito della finanza pubblica perché con la revisione dei patto di stabilità del
01:01:26regolamento europeo stiamo rivedendo le leggi fondamentali che la vanno a regolare e quindi
01:01:31anche tutto il tema del processo della sessione di bilancio, volevo sapere se il CNEL ha già
01:01:38fatto alcune valutazioni o se in qualche modo questo tipo di ragionamento potrebbe esattamente
01:01:43inserirsi anche in questa modifica normativa che è in corso di elaborazione.
01:01:52Parto dalla fine, come a tutti voi noto a fine aprile inizia il semestre di bilancio
01:02:00con il DEF, documento d'economia e finanza che quest'anno, mentre l'altro anno era
01:02:06come dire smerto in attesa della riforma, quest'anno è in attesa della riforma della
01:02:13riforma e quindi perché stanno cambiando ovviamente tutti i paradigmi rispetto ai quali
01:02:19si era costruito, io sono solito dire che l'Europa ha dato le migliori performance
01:02:25quando ha sospeso le sue regole di bilancio e finanziarie, cioè col covid sostanzialmente
01:02:32il temporary framework e la clausola di sospensione sugli aiuti di Stato, per cui ha dato le migliori
01:02:42performance, eravamo in emergenza, però paradossalmente la cosa fa molto riflettere, le performance
01:02:54migliori dei paesi europei si sono avute con la sospensione delle regole fondamentali della
01:03:00sostenibilità economica e finanziaria, ma al di là della quasi battuta, le domande
01:03:07che ho molto apprezzato, io risponderei poi do la parola ai miei colleghi, intanto le
01:03:17risposte devono essere olistiche a 360 gradi, perché quello che dicevi tu Riccardi, è
01:03:29assolutamente straordinario e vero, anche se può sembrare puntuale, i titoli di studio
01:03:36specializzazione universitaria, però fa parte di un equilibrio, o noi affrontiamo
01:03:45questo tema a 360 gradi, per questo non era sarcasmo sul vasto programma, questo è il
01:03:54modo, cioè prendere tutto insieme e senza pensare che ci sia la chiave risolutiva che
01:04:02vale per tutto, ma prendere tutti i pezzi e tutti gli spezzoni e portarli, come dice
01:04:07Alessandro Rosina, dentro un consenso democratico, a partire dai giovani, ma non solo i giovani
01:04:14ovviamente, tutti i luoghi decisionari, per cui non bastano le singole misure prese da
01:04:24un governo piuttosto che un altro, occorre fare il pacchetto, il pacchetto olistico e
01:04:31il pacchetto olistico vedere come funziona e cercando che il pacchetto olistico abbia
01:04:37consenso, altro punto, le migrazioni certo, il rimbalzo, nel senso che noi siamo il paese
01:04:47di primo approdo e poi non solo scappano i migrati, ma scappano i nostri giovani, perché
01:04:53stiamo facendo un approfondimento sugli expat, sui nostri giovani italiani che se ne vanno,
01:04:58tra l'altro col doppio rimbalzo sud verso il nord e dal nord poi all'estero e non
01:05:03tornano più, questa è la distopia endogena delle generazioni giovanili interne formate,
01:05:12cioè quelle più di valore, quelle che Rosina vuole investire, ecco ce ne stiamo intanto
01:05:17perdendo, perdendo quelle del sud che fanno un primo salto al nord e poi dal nord se ne
01:05:23vanno ed è lo stesso atteggiamento degli immigrati, abbiamo scarsissima attrazione
01:05:30nei confronti dell'estero, allora il tema è, torniamo ai salari, non voglio entrare
01:05:37nella polemica, perché poi la polemica è una polemica molto riduttiva, è per contratto
01:05:41o per legge? Il problema non è per contratto o per legge, questo è un fatto fenomenico,
01:05:48farlo per legge a mio modo di vedere è una consolazione, ma non risolve i problemi,
01:05:55come se fissi un prezzo per legge, faccio l'economista di mestiere, non è che avendolo
01:06:01fissato per legge funziona, perché c'è una legge, tutte le volte che qualcuno ha
01:06:06fissato per legge i prezzi è finita male, il problema è avere un sistema economico
01:06:13produttivo capace di avere dinamiche salariali ad alta produttività e dinamiche salariali
01:06:20comparabili con quelle del resto del mondo o dell'Europa, noi non le abbiamo, abbiamo
01:06:28fatto scelte forse diverse, io le chiamo con un sorriso sole, pizza e amore, abbiamo fatto
01:06:37scelte di terziario a bassa produttività, distributore di redditi e non abbiamo fatto
01:06:46altre scelte di investimenti ad alta produttività, soprattutto nel terziario, perché nella
01:06:54manifattura sì, ma nel terziario no, nel terziario avanzato il risultato è quello
01:06:59che abbiamo di fronte, per cui da questo punto di vista la mia chiave è un approccio di
01:07:07insieme, il vostro pacchetto mi va benissimo, ampliatelo, organizzatelo ed è su questo
01:07:13che dovremmo lavorare tutti insieme. Poi, intelligente artificiale, questo è un altro
01:07:21tema e guardate che sembra il sorriso tassare i robot, ma non tassare i robot come penalizzazione,
01:07:31ma tassare i robot come fatto strutturale, perché se tassi il robot come penalizzazione
01:07:40tu perdi produttività, invece no, tu devi puntare alla produttività che il robot o
01:07:48l'intelligente artificiale robotizzata, quantistica o non quantistica ti può dare,
01:07:53ma devi prendere una parte di ricchezza da quella produttività, perché la chiave sempre
01:07:59di tutto è la distribuzione efficiente, inclusiva, equa dei guadagni di produttività, comunque
01:08:06essi vengono prodotti, questa è la chiave.
01:08:12Flussi, abbiamo fatto un rapporto, forse fatelo mandare dalla Presidenza del Consiglio, abbiamo
01:08:22fatto un rapporto sulla critica dell'attuale sistema, click day, connessi, c'è un bel
01:08:30rapporto fatto, ne stiamo preparando un altro, è citato, ne stiamo preparando un altro su
01:08:37un segreto che io non ho mai riuscito a svelare, di come tutti i governi negli ultimi 20-30
01:08:46anni abbiano calcolato il numero del fabbisogno sui decreti Flussi, non ho mai saputo come
01:08:53abbiano fatto, qual è l'algoritmo, qual è la metodologia, qualche mio governo l'ha
01:08:59fatto certo, ma non l'ho mai saputo, è un segreto quasi come la formula della Coca-Cola,
01:09:04il segreto meglio custodito, ne deriva che se io dovessi fare un decreto Flussi andrei
01:09:11territorio per territorio, fa bisogno, fa bisogno, azienda per azienda, settore per settore,
01:09:16quanti me ne servono, quanti di dentro, di fuori, e alla fine viene fuori un numeretto
01:09:21più o meno vero, ma non è mai stato fatto così, e quindi i numeri che vengono fuori
01:09:28di tutti i governi, come sono stati calcolati, perché poi i risultati sono 453 mila e 500,
01:09:38poi clic dei non clic dei, allora c'è un rapporto, 40 pagine, lo trovate qui dentro,
01:09:45e su questo noi adesso stiamo cercando di avere una metodologia da consigliare al governo
01:09:53per calcolare i fabbisogni, perché già questo con i meccanismi di selezione, con i meccanismi
01:10:03di domanda, con la bilateralità, con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione,
01:10:08in maniera tale che non siano flussi di rimbalzo di questo tipo, poi il tema degli italiani
01:10:16all'estero, volevo dire una cosa, noi non viviamo da soli come CNEL, ma abbiamo fatto
01:10:23accordi interistituzionali con tutti i ministeri, o con tutti i ministeri disponibili, a partire
01:10:28dal Ministero della Gioventù, Ministero dello Sport, Ministero degli Esteri per esempio,
01:10:33con il Ministero degli Esteri stiamo costruendo un'ipotesi di uno statuto degli italiani
01:10:39all'estero e dello statuto degli stranieri in Italia, abbiamo una congeri di normative
01:10:48molto caotiche, laddove invece quel bacino di italiofoni, di italiani di seconda, terza
01:10:58generazione, figli di italiani, che potrebbe essere un'area di grande interesse, ma come
01:11:04fai ad attirarli? E questa è l'altra strategia su cui ovviamente la Spagna ha molte esperienze
01:11:14su questo, secondo noi bisognerebbe investire molto su questo, pezzi, sempre pezzi di un
01:11:23approccio multistrategico da questo punto di vista e legge di bilancio, se ci riusciamo,
01:11:31noi adesso faremo questa riflessione anche per il prossimo DEF, per poi vedere come vanno
01:11:42le cose in Europa ovviamente, ma su questo noi vorremmo mettere nella nostra audizione
01:11:49quando saremo auditi per il DEF una serie di questi elementi, di queste proposte, che
01:11:55se trovassimo ovviamente sponda anche da parte vostra potrebbe avere un significato,
01:12:00perché poi noi senza colpo ferire produciamo tranquillamente un disegno di legge di iniziativa
01:12:06CNEL, che non vuol dire nulla assolutamente, è solo un sasso nello stagno, che però consente
01:12:12al Parlamento di usare, essere usato strumentalmente, cioè prendere i pezzi di emendamenti e così
01:12:19via e portarli dentro il dibattito parlamentare, noi siamo solamente dei sassi nello stagno,
01:12:26abbiamo l'iniziativa legislativa, non ancora la possibilità di approvarle le leggi, magari
01:12:31non dispero, a parte la battuta, però è questa, abbiamo una relativa facilità di
01:12:39costruire il consenso nei corpi intermedi, questo tra l'altro può sembrare un paradosso,
01:12:46ma tutte le nostre, a parte il parere sul salario minimo per legge o non per legge,
01:12:51che è stato l'unico elemento in cui ci siamo divisi, ma tutto il resto lo abbiamo
01:12:55sempre approvato all'unanimità, quindi abbiamo un idem sentire su tutte queste tematiche
01:13:02e vogliamo trasferirlo, che è poi l'idem sentire dei corpi intermedi, cioè dei datori
01:13:08di lavoro, dei lavoratori, del volontariato e degli esperti, loro due sono due esperti
01:13:13nominati dal Presidente della Repubblica, questa mescolanza di portatori di interessi,
01:13:20portatori di cultura, portatori di scienza, stanno producendo questi contenuti, che forse
01:13:29possono essere utili anche al legislatore, che siete voi.
01:13:35Partirei dai flussi, nelle considerazioni preliminari che trovate a pagina 15 di questa
01:13:44memoria che abbiamo preparato per l'audizione, ai fini della programmazione dei decretori
01:13:48flussi, abbiamo evidenziato tutti i limiti delle modalità del click day, che non soddisfano
01:13:55affatto il reale fabbisogno interno, veramente solo in una modestissima parte, allora l'idea
01:14:02è quella di, e creano anche, alimentano un lavoro irregolare, quindi l'idea è quella
01:14:08di sperimentare nuove modalità di ingresso, per esempio far conoscere di più la carta
01:14:13blu, che è anche poco conosciuta, che favorisce l'ingresso di professioni specialistiche e
01:14:19che è poco conosciuta anche dai datori di lavoro, quindi lavorare per divulgare e promuovere
01:14:24questo nuovo tipo di approccio al tema. Una parola anche sulla fecondità, perché
01:14:31la fecondità è bassa, è ormai da più di 10 anni, per esempio, che al sud nascono meno
01:14:38bambini che al nord e al centro, perché? Ma è facile, perché al sud non ci sono asili
01:14:44nido, ci sono molto meno scuole educative per la prima infanzia, il problema è questo,
01:14:50ma lo sappiamo, lo diciamo da tanto tempo e lo sa bene l'onorevole Bonetti da quanto
01:14:54tempo lo si dice, quindi partire da lì, purtroppo sono stati ridotti anche distanzialmente
01:15:02il PNRR sui nidi per il sud, purtroppo sono stati tagliati, quindi non si esce, quindi
01:15:08l'interconnessione è anche con la prospettiva di genere, servono investimenti in servizi
01:15:14educativi per la prima infanzia e serve anche una cultura positiva della genitorialità,
01:15:19quindi mettere mano ai congedi di paternità e fare in modo anche che si arrivi ad una
01:15:25dimensione, ad una temporale di questi congedi paragonabile a quella di altri paesi europei,
01:15:31che non sia uno scandalo per un padre in Italia prendere insomma il congedio di paternità.
01:15:37Sulla Wig ci teneva a dire che questi esempi, queste sperimentazioni fatte dai comuni sul
01:15:45campo sono un fenomeno che non trova riscontro in altri paesi europei, quindi la nostra eccellenza
01:15:51è la nostra prerogativa, partire da lì può essere interessante proprio esplorarlo, perché
01:15:55è dilagata e ha funzionato. Una battuta proprio e poi lascio la parola al Professor Rosina,
01:16:02invece sull'intelligenza artificiale sono molto d'accordo su questa possibile tassazione
01:16:08sui robot, ma in genere sono d'accordo su forme collaborative tra umano e non umano,
01:16:13bisogna non avere paura ma imparare a collaborare in tutti i sensi, comprese nella ricerca di
01:16:18nuovi equilibri tra popolazione attiva e pensionati.
01:16:25Sì anch'io, velocemente, non vorrei aumentare il livello di complessità rispetto al tema
01:16:31che dobbiamo affrontare su cui districarci, però nelle dinamiche generazionali, nei meccanismi
01:16:37del ricambio generazionale che è entrato in crisi non c'è solo l'aspetto quantitativo,
01:16:42l'aspetto anche qualitativo, cioè di quale idea le nuove generazioni portano del fare
01:16:47famiglia, dell'avere figli, del lavoro, che cosa significa per loro il lavoro e anche
01:16:54questo sta mutando e deve trovare soluzioni che funzionino, perché non manca nei giovani
01:17:00il desiderio di formare una famiglia e di avere figli, tutti i dati che abbiamo sui
01:17:04numeri migliori dei figli desiderato non fanno vedere che l'Italia è su livelli più bassi
01:17:08rispetto agli altri paesi e il numero è attorno a due, quindi se i giovani semplicemente
01:17:14realizzassero il numero di figli che dichiarano di volere non avremmo un problema di denatalità,
01:17:19ma non solo in Italia, in tutti gli altri paesi, quindi il problema è il gap tra quello
01:17:23che vorrebbero fare sia nel lavoro, sia nell'essere parte attiva nei processi di crescita e sviluppo
01:17:29del paese, sia nella costruzione positiva dei propri percorsi di vita e di realizzazione
01:17:33piena, è evidente che però in questo cambiamento quantitativo alcuni aspetti quantitativi rimangono,
01:17:40tu puoi anche offrirgli un lavoro che gli piace, che ha passione, ma se li paghi poco
01:17:45non regge, non possono diventare autonomi rispetto alla famiglia d'origine, non possono
01:17:50avere un figlio se non indebitandosi e rischiando di entrare in condizioni di povertà, non
01:17:55possono affrontare i costi dell'affitto e non possono pensare positivamente alla loro
01:17:59vita anziana perché non riescono a pagare i contributi adeguati e lo stesso vale, questo
01:18:05vuol dire che però si arricchisce l'idea di lavoro che mette assieme aspetti su cui
01:18:09anche le generazioni precedenti davano rilevanza, lavoro, carriera, successo, ma con altri aspetti
01:18:15qualitativi che stanno cambiando, che è appunto poter portare la passione, poter portare
01:18:19se stessi, riconoscersi nei valori dell'azienda eccetera, questo poi ci porterebbe lontano.
01:18:24Da punto di vista della natalità dei figli anche qui ci sono aspetti poi oggettivi, se
01:18:32mancano le politiche di conciliazione, se mancano i servizi per l'infanzia che cosa fai?
01:18:37Se non hai nonni vicini come fai a continuare a lavorare e ad avere figli?
01:18:42Succede quello che succede nel nostro paese, alle donne, cioè se hai figli rinuncia a
01:18:47lavorare e se lavori rinuncia ad avere figli e noi siamo il paese che maggiormente mette
01:18:52le coppie, le famiglie e le donne in questa condizione, perché non ci caratterizza solo
01:18:56la bassa natalità, più bassa rispetto agli altri paesi con cui ci confrontiamo, ma è
01:19:00più bassa anche l'occupazione femminile ed è più alto il rischio di povertà delle
01:19:04famiglie che vanno oltre il primo e dal secondo figlio in poi, perché se devono
01:19:08rinunciare a un secondo reddito è chiaro che si mettono in condizione poi di essere
01:19:13a rischio, con un reddito solo poi l'instabilità lavorativa diventa quindi un problema.
01:19:18Quindi in un mondo come il nostro in cui l'avere un figlio non è più una scelta
01:19:22scontata, ma li fai perché desideri di farli e dagli una prospettiva di stabilità, di
01:19:27sicurezza e di prospettive in un mondo su cui vuoi che possano vivere bene e lo fai
01:19:34in una condizione di grande insicurezza e incertezza per tutto quello che sta avvenendo
01:19:38nel mondo, riscaldamento globale, epidemie, guerre eccetera, se non ti attacchi a elementi
01:19:44soggettivi che sono effettivo supporto queste insicurezze e queste incertezze entrano in
01:19:48dinamica perversa anche con quelle interne e ti bloccano quella scelta e non è che
01:19:53fai la scelta di dire no no no un figlio, semplicemente la rinvii continuamente perché
01:19:59non ci sono ancora le condizioni adatte e rinviando e rinviando a un certo punto
01:20:03implicitamente prendi coscienza che quella scelta pur desiderata non sei riuscita a
01:20:07realizzarla, mentre negli altri paesi aiutano a fare in modo che questa scelta venga
01:20:11realizzata e sia una scelta di successo e se viene realizzata nei tempi giusti,
01:20:15nei modi giusti e diventa una scelta di successo non solo si ha il numero di figli desiderati
01:20:19ma si raggiunge anche uno successivo, noi dobbiamo semplicemente mettere i giovani
01:20:23nelle condizioni che le loro scelte possono essere pienamente realizzate e di sentire
01:20:27di essere in un paese che da oggi progressivamente migliorerà le condizioni perché
01:20:33quelle scelte possono essere appunto pienamente messe in campo.
01:20:38Grazie, davvero grazie di cuore per lo straordinario contributo, lo dico davvero fuori
01:20:46da ogni retorica, ringrazio veramente di cuore il Presidente Brunetta, anche il collega
01:20:54e l'amico Renato a cui sono anch'io molto legata, la Dottoressa Malle, il Professor
01:21:00Rosina e tutti i rappresentanti che sono anche qui presenti del Consiglio Nazionale
01:21:04dell'Economia e del Lavoro col quale credo che questa Commissione possa continuare
01:21:09in modo proficuo a collaborare nei tempi e nei modi che potremmo definire.
01:21:14Dichiaro a questo punto conclusa l'audizione.