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https://www.pupia.tv - Roma - Presentazione del Libro "Femminismo Terrone" - Conferenza stampa di Toni Ricciardi (26.03.25)

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Trascrizione
00:01Tutte e tutti siamo in questa sede prestigiosa, istituzionale e mi fa anche un po' strano devo dire la verità perché è come portare un po' la rivoluzione nei palazzi
00:14e questa è una cosa che dovrebbe essere sempre così ma non è mai così, non è che raramente è così, non è mai così, si potrebbe chiamare questione meridionale di genere
00:24ma per loro è femminismo terrone, un libro quello di Valentina Aumenta e di Claudia Fauzia che effettivamente più che un libro è un vero e proprio progetto politico
00:39mi permetto di dire un pensiero rivoluzionario e utopico, un pensiero di cura, di rovesciamento degli stereotipi patriarcali e di dissidenza
00:49un manifesto contro l'antimeridionalismo e contro il patriarcato dove l'approccio è evidente sin dal titolo, un titolo davvero emblematico
00:58due forme di discriminazione che non solo si sommano ma operano insieme, si intensificano reciprocamente, si nutrono reciprocamente in un'osmosi pericolosissima e mi permetto di dire anche odiosa
01:11come in un emblematico circolo vizioso, è così che le due autrici, alla mia destra e alla mia sinistra, donne queer e fieramente terrone, sono entrambe siciliane
01:21per cui insomma diciamo hanno proprio nel DNA questo melting pot di culture e anche di apertura mentale verso il mondo, escono dall'ambito accademico per trascenderlo
01:31entrambe hanno frequentato il master europeo in studi di genere gemma, aumenta anche un dottorato in sapienza, per fare divulgazione, per aprire, per ampliare questo discorso
01:42inserirlo in una critica decoloniale, vera e propria, sempre più ampia, che coinvolge però anche tutti gli altri sud del mondo
01:51e in quell'insulto terrone che siamo sempre stati abituati a sentire sia nel passato e tante volte anche nel nostro presente ai noi viene recuperato invece con un moto di orgoglio e per un moto di orgoglio
02:05e viene usato sapientemente invece a proprio vantaggio, come uno strumento di lotta vera e propria per decostruire quegli stereotipi, per decostruire quelle discriminazioni
02:15e a proposito di sud del mondo, di stereotipi, di discriminazione e di necessità di rovesciamento di paradigmi culturali do la parola all'onorevole Tony Ricciardi, storico dell'immigrazione
02:27grazie, benvenute a tutte e tutti
02:34questo non è un libro, lo dico così, io l'ho letto e lo reputo un manifesto politico
02:42e non è retorica la mia
02:47lo dico da convinto terrone, ma politicamente parlando, idealmente e ideologicamente parlando
02:56e lo dico soprattutto perché io vengo da un territorio che è del margine
03:02e l'elemento tra tutte le parole utilizzate, tra titolo e sottotitolo, quella che mi ha colpito di più è la parola margine
03:12perché credo che anche, come dire, nel libro voi ne parlate dell'aspetto geografico
03:19l'aspetto geografico molte volte viene sottaciuto, è come se fosse un elemento, come dire, una sorta di fato, di punizione divina
03:29ma che in realtà non fa altro che dar rappresentazione immediata, tangibile
03:38di come le scelte in una data fase storica siano avvenute in un modo anziché in un altro
03:47il libro, io l'ho molto apprezzato per la qualità delle citazioni
03:54la prima cosa che uno che fa il mio mestiere fa è leggere chi ha citato e le note a pie di pagina
04:02so che è un vezzo malato di pochi, ma è la prima cosa perché da quella tu capisci
04:10qual è l'apparato scientifico delle fonti che sono state utilizzate
04:14e lì devo dire, lo trovo un manifesto politico perché ci trovo le ragioni profonde del meridionalismo
04:24declinato in mille modi diversi, però l'elemento che mi ha colpito di più è ovviamente
04:31è chiaro, si parte dal pensiero meridiano di Cassano, però si parla di conquista del sud
04:39e mi viene da citare un mio collega Carmine Pinto che qualche anno fa è uscito con un libro dal titolo
04:47Guerra per il Mezzogiorno, ecco, sembrano parole, giochi retorici, ma in realtà
04:56credo che lì ci sia la sostanza che attraversa anche il vostro lavoro
05:02e soprattutto ritengo centrale la decostruzione del mito dell'omogeneità nazionale
05:11io credo che poi il vulnus centrale sia tutto lì e spero che voi possiate approfondirlo ancora di più
05:21cioè che questa cosa diventi un tomo o due tomi o tre tomi perché avete condensato
05:31a volte mi rendo conto anche per la necessità, perché poi a un certo punto
05:36scrivendo libri, sempre di meno purtroppo negli ultimi due anni, ma scrivendo libri a un certo punto
05:42tu sai che inizi ma a un certo punto devi mettere il punto perché se no scriveresti all'infinito
05:46e questo libro non si chiude mai. Ovviamente vi tralascio l'intersezionalità che io do per letta per scontata
05:54poi casomai anche su questo forse sarebbe il caso di invitarvi ad hoc, ci pensiamo,
06:01per fare un seminario di formazione sul concetto di intersezionalità
06:06a partire dai miei colleghi, colleghe, che forse è un concetto utile da approfondire
06:13perché a volte se ne perdono coordinate e significato.
06:20E' interessante ovviamente il tema, io non posso che mettere una nota di nemerito
06:26perché potevate approfondirlo di più, ma sto scherzando, il tema della migrazione
06:31che a voi è una costante lì dentro e lì probabilmente approfondirei anche un po'
06:39Hirschman come lettura perché è interessante secondo me per spiegare,
06:45per completare anche la spiegazione delle questioni meridionali e dell'intersezionalità.
06:53E mi è piaciuto anche il passaggio, perché dico politico, è un manifesto politico,
06:59perché parlate in una maniera chiara, diretta, senza giri di parole e in una maniera non comoda
07:05perché poi un libro va letto nel contesto storico nel quale viene prodotto e discusso
07:13perché è facile dire alcune cose, tutta la tirata, scusatemi il termine terrone
07:21che fate sul reddito di cittadinanza che io condivido dall'A alla Z,
07:26esattamente fatto qualche anno fa era molto più facile,
07:31fatto oggi dove tutti immaginano nel sentir comune di raccontare quel provvedimento assistenziale
07:40perché dire che uno Stato fa dei provvedimenti assistenziali non è una vergogna ma è un dovere dello Stato,
07:48credo che sia fondamentale.
07:52Come ho apprezzato molto e lo dico, non so se lo sapete, lo dico a voi ovviamente,
07:58tutti i passaggi sull'autonomia differenziata, lo dico perché ho avuto l'onore di essere relatore di minoranza
08:05sull'autonomia differenziata e poi la Corte ci ha dato ragione,
08:12vi ha dato ragione anche rispetto alle riflessioni che fate nel libro
08:17e probabilmente per un sequel del libro vi chiederei di approfondire bene la questione degli impatriati
08:24perché lì c'è, tocchiamo con mano di cronaca, esattamente quello che voi dite,
08:33esattamente quando si parla di visioni di politica antimeridionale,
08:40lì la tocchiamo con mano perché la misura degli impatriati, per chi non lo sapesse,
08:45era una misura tra le più generose d'Europa che prevedeva uno sgravo fiscale del 70%
08:51per chi rientrava sul territorio nazionale, del 90% per chi rientrava nel territorio meridionale,
08:59è stata cancellata come se non esistessero differenze, come se non fosse un valore aggiunto
09:06immaginare persone che possano rientrare nel mezzogiorno d'Italia perché viviamo di standard uguali.
09:15Noi viviamo in un paese dove, mi avvio a chiudere perché sennò prendo un'infinità di tempo,
09:22anche se avrei veramente il piacere di discutere con voi all'infinito.
09:26Anche due minuti ce li ha.
09:28Sì, grazie. Noi viviamo in un paese dove ormai, a partire dal finire degli anni 80,
09:36si contrappongono due questioni per le quali non si è trovata una sintesi,
09:41cioè una tavica questione meridionale che progressivamente è stata smantellata
09:46con lo smantellamento dell'intervento straordinario dello Stato nel mezzogiorno,
09:51alla quale è stata contrapposta la narrazione della questione settentrionale,
09:56come se i problemi sociali o economici facessero distinzione territoriale
10:04e non fossero un unico problema, come se si privasse in questo caso
10:08esattamente l'unità politica del problema sociale di questo paese.
10:14Allora, questo è il tema.
10:17Vi tralascio e chiudo le citazioni sulla subalternità di Gramsci,
10:24che condivido molto, ma bisogna acquisire consapevolezza di questo elemento.
10:29Allora, noi o acquisiamo la consapevolezza che ci sono rapporti di forza
10:33che sono stati gerarchizzati nell'ambito del fluire della storia politica di questo paese,
10:42o noi non riusciamo a completare adeguatamente questo ragionamento.
10:46E voi fate benissimo, io vi invito a farlo con maggiore forza,
10:53perché c'è quel paragrafo nel quale si parla a un certo punto
10:56che viene introiettata l'antimeridionalismo.
11:00E' come se tu dovessi sentirti in colpa e agevolare quel tuo sentirti in colpa.
11:07Però da questo punto di vista noi dobbiamo fare fronte comune su un altro dato.
11:12Io su questo sono sempre stato molto diretto, violento addirittura,
11:17perché poi che cosa accade?
11:19Che nelle vicende della storia di questo paese,
11:22quando le vicende, anche più buie, riguardano il Mezzogiorno,
11:26c'è sempre quel substrato di narratori territoriali
11:34che si prestano subito alla distruzione del proprio territorio.
11:40La dico così perché un conto è il giornalista che fa una battaglia
11:45contro tutti per denunciare il malaffare, la criminalità e quant'altro.
11:50E un conto è un altro pezzo di mondo
11:54che sguazza sulle grandi tragedie che il Mezzogiorno ha vissuto,
11:59ma questo vale in generale per tutte le aree del paese,
12:03e che però ci sguazza sopra come se diventasse
12:06il grande narratore certificatore dell'antimeridionalismo.
12:10E quante volte lo spreco, lo spreco, lo spreco,
12:15lo spreco viene certificato il più delle volte dalla cronaca locale.
12:18Peccato che poi dello stesso spreco nell'ambito territoriale
12:23non se ne fa menzione.
12:25Chiudo con una battuta.
12:27Io non so quanti in questo paese sanno che è costato più
12:31il Mose di Venezia che la Salerno-Reggio Calabria
12:36sulla quale ci hanno abbuffato l'anima per 50 anni.
12:40Questo è un fatto.
12:42E allora rispetto a queste cose io credo che il femminismo terrone
12:45sia una prospettiva non solo narrativa, non solo culturale,
12:51ma politica della quale noi in questo paese,
12:55in questa fase storica, ne abbiamo profonda necessità.
13:01E io vi ringrazio per quanto possa valere il mio ringraziamento
13:06a nome di tante persone che...
13:10Io ho avuto dei riscontri, debbo dire,
13:13ringrazio Giordana per avermi sollecitato le riflessioni,
13:19io ho avuto un'infinità di riscontri positivi,
13:23ognuno di noi presenta libri sempre,
13:26ma io ho avuto una serie di riscontri spontanei rispetto
13:33all'interesse che era maturato su questo vostro pensiere.
13:37Quindi per questa ragione io vi ringrazio
13:40e visto che qui non si può fare perché siamo in una sede istituzionale,
13:44invito tutti e tutte a leggere, a comprare il libro e a leggerlo.
13:48Grazie.
13:50Grazie, grazie all'onorevole Ricciardi,
13:52anche perché è riuscito a toccare praticamente tutti,
13:55ci ha bruciato tutto, tutti i punti del libro,
13:58solo una piccola riflessione all'atere,
14:00interessantissimo questo fatto della visione della politica.
14:03Io ricordo che quando uscì il famoso, ormai famigerato,
14:07quando uscì il testo da giornalista a Propinquai
14:12e cercavo le parole chiave, no?
14:14Ho trovato sud, cercavo sud e l'ho trovato varie volte,
14:18cercavo la parola giovani, l'ho trovata varie volte,
14:21cercavo la parola donne, l'ho trovata un po' meno volte,
14:25cercavo la parola migranti, non l'ho trovata mai.
14:28E questo mi fece veramente impressione, ecco, fu qualcosa di eclatante.
14:33Bellissimo anche il discorso sull'Emma Potere,
14:35cioè ecco, il potere, adesso noi pensiamo al potere,
14:40lo pensiamo subito con un'accezione negativa, no?
14:43Come anche il lemma politica o il lemma conflitto,
14:46in realtà sono delle parole meravigliose che andrebbero recuperate,
14:49il conflitto è il motore, è come il dubbio nella ricerca scientifica,
14:52il conflitto nella società, voglio dire, è ciò che sprona il progresso.
14:57Allo stesso modo i lemmi potere e politica dovrebbero essere assolutamente recuperati
15:01e potere appunto forse da sostantivo dovrebbe essere letto come verbo,
15:05quindi come poter fare.
15:07Quindi grazie davvero, grazie per questi input.
15:09E questo libro nasce sicuramente da un'urgenza,
15:12lo raccontano molto bene le autrici,
15:14che sono anche le fondatrici dell'Associazione Mala Femmina,
15:16ma poi ne parliamo,
15:18l'urgenza di denunciare che una questione femminile meridionale esiste
15:22ed esiste tuttora, come si sono i divari geografici,
15:26di cui parlavano onorevole all'interno del nostro paese,
15:28di vari geografici che creano condizioni di vita differenti,
15:33in senso gerarchizzato e non in senso neutro,
15:37non differenti in senso neutro,
15:39nell'asse nord-sud ma anche tra contesti urbani e rurali,
15:42pensiamo alla questione della gentrificazione e quant'altro,
15:45e c'è proprio per questo un diverso accesso anche ai diritti di cittadinanza,
15:50alle possibilità di formazione, un diverso accesso alle cure mediche,
15:53pensiamo per esempio a malattie come le endometriosi,
15:56di cui si inizia finalmente a parlare anche nei palazzi e nelle aule,
16:02per cui non esistono però per esempio dei centri specializzati al sud,
16:06è anche però una questione lessicale,
16:08io sono stata invitata a moderare questo evento
16:10in quanto direttivo nazionale di Giulia Giornalista,
16:12Giulia Giornalista è l'associazione giornalista unite, libera e autonome,
16:16si occupa proprio di stereotipi, abbattimento dei bias nel linguaggio dei media,
16:20quindi diciamo che questa questione mi interessa particolarmente,
16:22pensiamo a esternazioni che siamo ormai abituati, ormai le abbiamo introiettate,
16:27che spacciano da improvvidi paragoni ed etichette come la Milano del sud,
16:32quando parliamo magari di una città che si sia finalmente industrializzata,
16:36oppure a sconsiderati complimenti come però non si sente tanto che sei meridionale,
16:42oppure a chi è appunto emigrato da tanti anni,
16:46ha depurato la sua inflessione, il suo accento verso delle tonalità un pochino più canterine,
16:50un pochino più nordiche, proprio per quasi una specie di autocensura,
16:57nel senso comunque non posso rivendicare la mia identità.
17:01Ecco, tutto questo sicuramente ha molto a che fare con una questione lessicale,
17:07con una questione di stereotipi e di bias, e proprio per questo do la parola
17:11a Francesca Romana Recchia Luciani, ordinaria di storia della filosofia contemporanea,
17:15direttrice del Dottorato di Interesse Nazionale in Gender Studies all'Università di Bari,
17:18di cui mi vanto di essere anche amica. A te la parola.
17:23Grazie. Beh, grazie soprattutto io direi in questo momento non solo al luogo che ci ospita
17:31e alle persone che hanno voluto questa occasione, ma grazie anch'io,
17:35mi associo al ringraziamento sia a Claudia che a Valentina, a Claudia Fauzia e a Valentina Menta,
17:41perché credo che abbiano messo i piedi nel piatto, letteralmente,
17:45ovvero prima facevo riferimento alla necessità che abbiamo,
17:53io tornerò sulla questione dell'intersezionalità, perché a me non è per niente chiara, purtroppo.
17:59Soprattutto noi l'adoperiamo ormai come facesse parte del discorso politico pubblico,
18:07ma temo che non sia così e che comunque le declinazioni dell'intersezionalità
18:13vanno ancora tutte costruite. Questa è una declinazione dell'intersezionalità inedita in questo paese.
18:22Perché? Perché prima Eleonora ricordava il nesso tra questione meridionale e questione femminile,
18:30si è chiamata per tanto tempo questione femminile e noi oggi preferiamo parlare di un'emancipazione
18:36che sia femminista. Il femminile ha come dire una tendenza ancora a tenerci dentro delle categorie,
18:49da cui insomma io credo sono circa 70 anni che proviamo a tirarci fuori,
18:54quindi insomma è anche il momento di dire le cose, di chiamarle con il loro nome.
18:59Questo è un testo, io ci tengo a sottolinearlo, transfeminista.
19:03Che cosa intendo con transfeminista? Non intendo soltanto quello che comunemente si intende,
19:09ovvero femministe transincludenti, se vogliamo contrapporci alle trans escludenti,
19:18ma mi piace pensare il suffisso trans come un passaggio, come un trasferimento,
19:27un trasferimento di conoscenze e in questo caso, in questo libro c'è un trasferimento di conoscenze importante
19:36perché utilizza delle categorie che sono state utilizzate per esempio negli studi decoloniali e postcoloniali
19:43per ragionare su invece una discriminazione che è all'ordine del giorno nella nostra esperienza.
19:49Anch'io sono terruona, sono di Bari, insegno all'università di Bari e mi piace pensare il terronismo
19:59nell'accezione sudamericana del concetto di corpo territorio, ovvero mi piace pensare che l'espressione terra qui
20:09faccia riferimento a un saccheggio globale, che è il saccheggio dei corpi delle donne,
20:16penso agli studi femministi sul lavoro produttivo e il lavoro riproduttivo, a Silvia Federici,
20:23a tutto il lavoro in questo senso, ma penso anche al fatto che quei territori sono stati l'oggetto
20:32di un saccheggio prolungato nella storia di questo paese. Mi piace anche l'idea di oltrepassare,
20:39lo dicono spessissimo nel loro libro, la questione nazionale per pensarla in termini transnazionali.
20:48Il tema del colonialismo applicato alle nostre latitudini è un tema ancora tutto da mettere alla prova.
21:01Perché? Perché in realtà noi non ci pensiamo come un territorio colonizzato, ma noi siamo un territorio colonizzato.
21:09Siamo un territorio colonizzato nella misura in cui ancora oggi, quando io, devo dirlo con vanto,
21:18sono stata una delle ultime allieve di Franco Cassano, perché Franco è stato il mio correlatore ai tempi
21:26della mia tesi di laurea, io mi sono occupata nella tesi di dottorato di relativismo culturale
21:33e vi devo confessare che Franco Cassano era una delle pochissime persone che capiva di cosa stavo occupandomi.
21:42Voi sapete quanto è difficile comunicare ad altre persone il contenuto della tua ricerca,
21:48soprattutto mentre la fai, perché non è ancora compiuta, ci sei dentro, è difficile persino parlarne.
21:54Franco Cassano era quella persona in grado di capire che in quel momento storico,
21:59ahimè parlo della fine degli anni Ottanta, dell'inizio degli anni Novanta, sono molto triste nel dirlo,
22:05ma era una delle pochissime persone, e su questo voglio dire ancora un'ultima cosa,
22:12noi veniamo, Franco, io, molto dopo, da quelle colbari sienne, da quella tradizione marxista
22:20del pensiero critico, su cui io credo dobbiamo tornare.
22:24Questo è un testo che torna su quelle categorie, torna sull'idea di avere un paradigma,
22:32guardate che senza paradigmi non si pensa, noi abbiamo bisogno di un femminismo marxista,
22:38noi abbiamo bisogno di un femminismo che incrocia gli sguardi postcoloniali, decoloniali
22:45e ripensi all'intersezionalità nei termini di discriminazioni che partono soprattutto dalla classe e dal centro.
22:54Questo secondo me è ancora un tema fondamentale, d'altra parte l'ho appena ricordato anche il collega,
23:04visto che è comunque un professore, mi permetto di chiamarti collega,
23:09ovvero che c'è una questione di smantellamento di quelli che erano i tentativi di accorciare le distanze
23:19sulla classe, sul ceto, sulla discriminazione economica, si chiamava welfare, lo stanno distruggendo,
23:26sembra che non si possa più pronunciare una parola così.
23:29Quindi io credo che questo testo che tiene insieme tutti questi livelli sia davvero un'occasione
23:36per pensare a un'altra possibilità in un momento come è stato anche già detto estremamente critico
23:43dal punto di vista politico, molto critico perché evidentemente noi, io in particolare ragiono da femminista,
23:53dunque il mio sguardo come Leonora ricordava è una questione di genere fondamentalmente,
23:59ma non posso smettere di ragionare dentro al prisma degli sguardi che occorrono per ragionare sui corpi territorio
24:06come corpi saccheggiati, come corpi sfruttati e siamo ancora a mio parere a credo il grado zero di questa consapevolezza
24:20e una consapevolezza che invece a mio parere risulta quantomai necessaria.
24:26Perché ci serve una lettura intersezionale, decoloniale, transnazionale,
24:31che sono termini che voi ripetete molto spesso in questo testo, perché io credo che stiamo giocando una partita molto interessante
24:41che richiama anche in caso la questione settentrionale, le aporie dell'identità.
24:48Per un lungo periodo ci hanno convinto che fosse indispensabile rivendicare le identità
24:55e io sono abbastanza d'accordo finché la rivendicazione dell'identità non diventa la gabbia dell'identità,
25:03la gabbia identitaria, ovvero la chiusura sull'identità, per cui l'identità diventa la guerra dell'identità,
25:11perché se la mia identità è quella che io devo affermare, lo devo fare evidentemente a costo di qualche vittima che rimane lì sul campo.
25:21Dunque, le aporie dell'identità, perché il lavoro che viene fatto in femminismo terrona non è lo smantellamento dell'identità,
25:30no, assolutamente, altrettutto devo dire che io ho apprezzato profondamente la parte relativa ai racconti delle vicende singole
25:39di eroiche figure dell'identità non solo declinata come identità terrona ma identità queer,
25:47identità femminista, identità donna, con delle narrazioni che rompono la continuità della storia per raccontare le storie individuali
26:00e chi si è occupato, come me, per tantissimi anni di memoria, voi ragionate sulla memoria del meridione,
26:07sa benissimo quanto è importante riempire di contenuti la storia con la S maiuscola raccontando le storie con la S minuscola.
26:15È fondamentale, non si capisce il senso se questo non avviene. Allora, io veramente ho apprezzato molto questa parte
26:24e naturalmente anche il contesto teorico in cui l'avete collocata, no, questa miniera di narrazioni.
26:33Io credo che noi dobbiamo fare un doppio lavoro. Uno è il lavoro della memoria, cioè la ricostruzione di quello che è il prezzo
26:41che il meridione ha pagato allo sviluppo di una nazione che ha misconosciuto quel prezzo, ha misconosciuto quella donazione
26:52che è venuta dall'area del sud del paese e dall'altra dobbiamo andare a lavorare su questa questione delle identità
27:03senza recludere le identità dentro la sfera dell'identitarismo, dell'esclusione.
27:13Questo libro l'abbiamo presentato anche a Bari, l'abbiamo presentato nel contesto del Dottorato Nazionale in Gender Studies
27:22e è un pezzo importante dei percorsi che fanno le ricerche di studi di genere, molto importante,
27:31perché ha introdotto un tema che è la questione meridionale declinata con quello sguardo che a mio parere è molto importante
27:41e addirittura io direi, se voi siete d'accordo me lo auguro, foriera di ricerche.
27:46Possono da qui nascere tantissimi altri spunti sui temi che ci interessano, sul femminismo, sull'identità queer,
27:55sulle questioni degli assi identitari e di come si intersecano, si sovrappongono e finiscono per essere profonde discriminazioni.
28:05Chiudo molto rapidamente ricordando non solo i nomi delle persone a cui voi fate riferimento,
28:11Maria Occhipinti, a Franca Viola, a Rosa Balistreri, al collettivo femminista di Cinisi e a Nino Gennaro,
28:19che sono queste memorie che riscattano l'idea di un mezzogiorno che dorma e non sugli allori,
28:28ma piuttosto sui tremori, sulle paure, sulle fobie. Non è così.
28:35A volte, molto spesso, quando io parlo con alcune delle persone che hanno costruito in questo paese il movimento trans,
28:44Porpora Marcasciano, anche lei un'ottima terrona, ci sentiamo dire cose che si trascurano nell'accademia,
28:53si trascurano negli studi, cioè che l'Italia meridionale non solo è stata per tanti aspetti più ospitale nei confronti di alcune differenze,
29:02diciamolo, ma anche molto vitale nella crescita della sensibilità, della consapevolezza e appunto di un'identità
29:14che fosse differente, differenziata, diversificata rispetto all'omologazione. Dunque riscattiamo questa memoria che è importante.
29:24E poi appunto l'articolazione di questo libro, la questione meridionale, viene declinata tra il primo e il secondo capitolo
29:33nei termini di una invenzione del meridione. Anche questo è un tema molto importante. Prima si è fatto riferimento alle narrazioni.
29:43C'è una narrazione del meridione dentro cui noi non ci vogliamo più stare, dentro cui non ci sentiamo a casa,
29:50non è il nostro meridione, è proiettato su di noi come meridione, ma non è quella roba lì.
29:58Scusate, insomma, mi permetto anche di dirlo, le università meridionali vengono raccontate, fatemelo dire perché un po' di orgoglio ci sta in questa occasione,
30:09come dei luoghi che vanno un po' al traino, non prendiamo mai i premi per le eccellenze, no, perché lo sapete,
30:16i dipartimenti di eccellenza, tutti concentrati a nord, i finanziamenti, tutti concentrati, non è così.
30:23Ci sono delle vere, come dire, occasioni di crescita culturale, di ricerca e anche di studi accademici,
30:33tra cui il dottorato in gender studies, che non a caso è incardinato su Niba, dentro cui ci sono 16 atenei di tutta Italia,
30:42che sono assolutamente all'avanguardia, non c'è niente in Europa del genere, perché non lo diciamo?
30:48Perché non lo diciamo che alcune cose le inventiamo noi? Io credo che questo sia un modo anche per far vedere che non siamo proprio quella roba retorica.
30:58Guardate anche il pensiero meridiano, insomma, ripeto, per me Franco è stato veramente un nume tutelare, direi,
31:05Franco Cassano, è stato messo su una chiave così retorica, così noiosa, da canzonetta e da organetto davvero.
31:18Ecco, noi siamo stanche di questa narrazione, non ne possiamo più, io credo che da sud vengano cose molto nuove,
31:25molto potenti e, concordo con quanto ho detto prima, molto politiche, molto politiche, perché noi abbiamo bisogno di politica.
31:37Noi, anche noi che facciamo accademia, che studiamo, che facciamo ricerca, abbiamo bisogno di riconciliare la ricerca con la politica,
31:46non è più possibile fingere di essere neutri, soprattutto in una condizione, oggi, che ci espone, non possiamo essere neutri,
31:55non possiamo più essere neutri. Dunque, grazie a voi, grazie a questo testo, grazie all'esperienza che state consegnando,
32:05anche a persone più giovani di voi e anche più vecchie, molto più vecchie di voi, che credo possano continuare a fare molto bene, spero,
32:14su questa strada, su questa pista che avete avvitato. Grazie.
32:19Grazie alla professoressa Recchia Luciani. Ecco, mi dispiace che la senatrice Cecilia D'Elia si sia alzata, sia dovuta sentare,
32:26perché quando mi ha visto mi ha detto, altro che moderatrice, una smoderatrice, ed effettivamente i toni sono quelli smoderati, tipici del femminismo intersezionale,
32:36perché siamo, giustamente, anche un po' arrabbiate, chiaramente, no? Bellissimo il concetto di terra e del saccheggio globale,
32:45veramente meraviglioso, quindi me lo sono appuntato, e anche questo richiamo al femminismo marxista.
32:52Noi lo sappiamo, ma non sempre ci viene riconosciuto, che le stanze femministe non possono prescindere dalle stanze anticapitaliste,
33:02antispeciste, antimperialiste, e soprattutto femminismo è lotta di classe, cioè questo, voglio dire, dovrebbe essere Savasandir.
33:10Altresì è vero che per lungo tempo in Italia il femminismo è stato uno solo, ed è stato quello della differenza,
33:17che è un femminismo molto escludente ancora oggi, quindi tutti gli altri femminismi, molto borghese,
33:24tutti gli altri femminismi, ce ne sono tanti, ne sappiamo, di tanti ne faremmo forse volentieri a meno,
33:29comunque tutti gli altri femminismi, e in particolare il nostro, cioè quello intersezionale, è arrivato più tardi in Italia, se vogliamo,
33:36e lo abbiamo conosciuto e riconosciuto più tardi, quindi grazie anche alla professoressa Recchia Luciani per tutti questi input,
33:43avete scelto dei relatori proprio, voglio dire, capati, capati dal mucchio.
33:48Missione di femminismo terrone è scardinare il vittimismo di cui possono essere affette le donne del sud,
33:55perché, scrivono Claudia Fauzia e Valentina Menta, l'antimeridionalismo influenza anche la forma intima e privata di percepire se stesse,
34:03e a un certo punto ti entra dentro, è quello che capita alle comunità marginalizzate, cominciare a credere di essere come ti dipinge chi ti domina.
34:13Per questo è così importante la nascita di collettivi e associazioni come Mala Femmina, dove si può prendere distanza dalla rabbia e usarla come carburante invece,
34:21per lottare contro gli stereotipi, contro i razzismi, contro le industrie.
34:25Femminismo terrone contiene l'invito a pensarsi e ripensarsi a partire dal sud, da quello che è e da quello che non è, e non sempre solo in relazione al nord.
34:36La riflessione vale per un modello di sviluppo per il sud che è stato arbitrariamente deciso da qualcun altro,
34:41ma io adesso do senza indugio la parola alle autrici, Claudia e Valentina, perché voi in primis criticate che lo sviluppo del sud debba essere necessariamente una rincorsa,
34:50un futuro sempre incompiuto, e rifiutate questo atteggiamento paternalistico di un certo nord nei confronti del sud,
34:58tant'è vero che parlate di northsplaining, cioè di un mansplaining in salsa antimeridionalista.
35:07Grazie mille, ringrazio tutte le persone che hanno reso questo evento possibile, perché avere la parola qua non è scontato,
35:15non è scontato che di femminismo terrone si possa parlare nei palazzi del potere, nei palazzi in cui si prendono le decisioni.
35:23Questo libro nasce, come molti testi e molte ricerche femministe, da un'esigenza personale,
35:31personale intendo di persone, di donne queer meridionali che si sentono non solo raccontate da altre,
35:39e lo diceva molto bene Recchia Luciani, non solo sentivamo di essere raccontate da qualcun altro,
35:46che essere una donna queer meridionale volesse significare una certa cosa,
35:51ma soprattutto per noi non c'era la possibilità di essere contemporaneamente femministe e meridionali.
35:58La meridionalità veniva percepita come qualcosa in antitesi con qualsiasi idea di progresso,
36:03con qualsiasi idea di qualcosa che potesse essere apprezzabile, all'avanguardia.
36:09E quindi questo libro è contemporaneamente un urlo di denuncia,
36:14un urlo di denuncia sul fatto che le disuguaglianze territoriali in questo paese continuano a esistere,
36:21nonostante se ne parli sempre meno, e siano molto importanti, ma non è soltanto un urlo di denuncia,
36:27è anche un grido di gioia, di gioia proprio per il fatto di essere delle femministe meridionali,
36:34perché questa intersezione, di intersezionalità Gianni abbiamo parlato un po',
36:39questa intersezione è specifica e arricchisce il panorama dei movimenti sociali italiani.
36:46Questa cosa dovrebbe essere portata come motivo d'orgoglio,
36:50tutte le storie che noi raccontiamo in questo libro dovrebbero essere motivi di orgoglio del nostro paese,
36:57del paese intero, di quella omogeneità che ancora non esiste.
37:02Parto dal margine, proprio una parola che è stata particolarmente apprezzata dall'Onorevole.
37:09Noi, come si diceva, facciamo uso di teorie decoloniali e postcoloniali per approcciare la questione meridionale,
37:17perché ci mancavano delle riflessioni, quindi siamo state costrette a prendere da altri ambiti della ricerca
37:23e riportare queste riflessioni qua nonostante le avesse fatte ai tempi Gramsci,
37:28però non era arrivato il femminismo a Gramsci, è Gramsci al femminismo forse.
37:34Partiamo dal margine perché ci sentiamo margine, perché veniamo raccontati come margine,
37:39margine di un potere che è sempre centralizzato, che è da qualche altra parte e non è mai al sud.
37:45Però Belux, che è una teorica femminista che molto apprezziamo,
37:50dice che il margine è anche un luogo radicale di possibilità.
37:55E' quello il nostro punto di partenza.
37:58Noi siamo margine e margine vogliamo rimanere perché da lì è possibile criticare il centro
38:04e proporre delle alternative a modelli di sviluppo, ma anche a modelli di identità nazionale
38:10che non vanno più bene, che non sono profiqui, che non tengono insieme tutta la diversità che c'è all'interno del nostro Paese.
38:19Ora perché dico e sottolineo che le differenze territoriali ci sono e sono molto grandi
38:27e non solo seguono l'asse nord-sud ma anche l'asse urbano versus centri non urbanizzati, aree rurali?
38:38Perché quando noi studiavamo, quando stavamo facendo gli studi di genere delle donne,
38:44sembrava nella retorica dei media e della politica sia dal basso che dall'istituzionale
38:52che questi divari fossero così insanabili che potevamo smettere di occuparcene.
38:59Ed è stato quello il momento in cui si è smesso di parlare di teoria marxista.
39:04Gramsci è diventato un quadretto, qualcosa da non studiare più perché ormai non c'era più nulla da fare.
39:10Con la stessa disattenzione noi oggi affrontiamo la violenza di genere con ineluttabilità.
39:17Non ci possiamo fare niente se le donne vengono uccise dagli uomini. Perché così? Perché nella natura?
39:25E noi vogliamo dire esattamente il contrario. Queste cose non sono accettabili in una democrazia.
39:31E non è accettabile neanche la retorica che segue, accompagna queste disuguaglianze territoriali
39:38che è quella del merito o del demerito. Se il Sud versa in una determinata condizione
39:46e quindi Sicilia e Calabria hanno dei pil pro capite tra i più bassi d'Europa,
39:53se mancano i trasporti pubblici e io per lavoro sono sempre costretta a prendere l'aereo
40:00perché mi ostino a vivere in Sicilia, se la sanità è inefficiente e le persone sono costrette a migrare
40:08e a curarsi, questo non è perché il nostro sistema è stato concepito come diseguale,
40:14la politica non è stata capace di porre rimedio a queste disuguaglianze, ma viene raccontato
40:20che il problema è che il popolo queste cose non le merita, che non merita questi servizi essenziali
40:27perché non è un popolo laborioso, perché non è un popolo capace.
40:32E da lì vengono diversi provvedimenti che sono stati citati anche oggi,
40:35il reddito di cittadinanza, l'autonomia differenziata.
40:39Perché è stato cancellato il reddito di cittadinanza?
40:42Non lo so, non voglio entrare nel merito della cancellazione del reddito di cittadinanza,
40:49ma di tutta la retorica che ha accompagnato la cancellazione di questo reddito.
40:54È stato eliminato perché veniva percepito in maggioranza da persone del sud, Campania e Sicilia,
41:00tra le prime regioni percettrici del reddito di cittadinanza.
41:06Ed è stata inventata questa figura del furbetto dei sussidi,
41:12questa persona che lavora in nero, fa delle attività criminali
41:16e contemporaneamente prende il reddito di cittadinanza rubando i soldi di altri.
41:23Ecco, queste cose dal punto di vista della ricerca, ma anche della politica,
41:26sia quella dal basso che istituzionale, per essere dette, dal mio punto di vista,
41:32devono essere dimostrate.
41:34E non ci sono dati che dimostrino che è successa questa cosa,
41:38cioè che il reddito è stato cancellato perché effettivamente c'erano tantissime persone,
41:43più della maggioranza che lo rubavano.
41:46Eppure non fa fatica a insinuarsi questa retorica che noi al sud rubiamo
41:51e quindi non ce li meritiamo alcuni diritti, non ci meritiamo il welfare,
41:53non ci meritiamo l'assistenzialismo, nonostante le condizioni in cui versiamo.
41:59Stessa cosa per l'autonomia differenziata.
42:02Le tasse non vengono più redistribuite, questa è la proposta, no?
42:06Non si redistribuiscono in base al bisogno.
42:08Ecco, dal nostro punto di vista questo è antidemocratico, semplicemente.
42:13Ora tutte queste condizioni ovviamente pesano di più
42:17in quei gruppi di persone che vivono ai margini dei margini
42:20e sto parlando delle donne, sto parlando della comunità LGBT+,
42:25sto parlando delle persone migranti, delle persone disabili o con patologie.
42:31Se noi continuiamo a...
42:34Mi piace citare Giovanni Tateo che scrive nella rivista Menelik,
42:39fa un parallelismo fra il modello di sviluppo della Germania Est
42:44e il modello di sviluppo che è stato imposto al sud.
42:47Vale a dire infusione di capitali
42:50senza tenere in sufficiente considerazione
42:54non solo la tutela del territorio ma la tutela della popolazione che abita quei territori.
42:59Nella Germania Est sono stati riversati migliaia di miliardi
43:04e questo non ha portato allo sviluppo sperato
43:08perché non è stato uno sviluppo organico,
43:11perché non ha tenuto in considerazione l'autodeterminazione del popolo.
43:14Ecco, forse a questo auspichiamo per il sud,
43:19che si possa autodeterminare,
43:22che possa far sentire la propria voce,
43:24che possa dire questo è quello che io vorrei nel mio territorio
43:28e vale anche per il ponte sullo stretto.
43:31In generale nel libro non ci mettiamo contro
43:34la costruzione delle grandi infrastrutture
43:38che certo servono nel nostro paese,
43:40lo diciamo che c'è carenza di infrastrutture al sud,
43:41ma diciamo anche che forse vorremmo avere una voce in capitolo
43:46su quali sono le esigenze primarie dei nostri territori
43:50e il ponte purtroppo non è tra le prime.
43:55Ora vorrei fare un passaggio proprio linguistico
44:00che diceva Eleonora Pocanzi e veniva ripreso da Recchia Luciani
44:05sull'identità.
44:07Noi abbiamo scelto di chiamare questo libro
44:08Femminismo Terrone
44:10perché volevamo provocare
44:12e vogliamo continuare a provocare.
44:14Avremmo potuto intitolarlo Femminismo del Sud
44:18eppure sarebbe stato molto docile come titolo,
44:21molto oggettivo, descrittivo,
44:24invece volevamo disturbare,
44:26lo volevamo fare attraverso la lingua
44:28e gli accenti che state sentendo anche oggi,
44:31che sono accenti marcatamente meridionali.
44:34Terrone è un termine dispregiativo,
44:36un epiteto che è stato utilizzato per tantissimi anni,
44:40forse da sempre,
44:42contro e nei confronti delle persone meridionali
44:46e noi volevamo riappropriarcene,
44:49volevamo farlo nostro, risignificarlo,
44:51dire che di questa terronaggine
44:53ma anche di questa vicinanza alla terra
44:55come dicono le compagne sudamericane,
44:59ne vogliamo fare un vanto,
45:02siamo orgogliose di essere terrone
45:04e per questo il nostro femminismo
45:06non può che essere terrone.
45:09E sulla questione linguistica
45:11appunto ci dedichiamo un capitolo intero,
45:14il terzo,
45:16e diciamo che nel femminismo
45:18ci vorremmo stare con i nostri accenti,
45:20che noi siamo femministe con accento,
45:22non vogliamo che entrando nei palazzi del potere,
45:26entrando nelle università,
45:28entrando nei collettivi femministi
45:30non vorremmo sentirci costrette
45:31a limare il nostro accento,
45:35a limare la nostra provenienza
45:37perché chissà che cosa si dirà di noi,
45:39chissà che cosa penseranno,
45:41chissà se ci associeranno
45:43a tutta quella serie di caratteristiche
45:45che accompagna il termine terrone
45:47e quindi nulla facente,
45:49ignorante, poco capace, che ruba.
45:51Ecco noi vorremmo smontarle queste cose
45:54e partiamo dalla contronarrazione,
45:57partiamo dal raccontare delle storie
46:01che facciamo nostre,
46:03che portiamo nella nostra valigia
46:05della genealogia femminista terrone
46:07e vorrei raccontarne brevissimamente una
46:10che è quella che più mi sta a cuore,
46:12quella di Nino Gennaro.
46:14Nino Gennaro è stato un militante socialista
46:17nella Corleone tra gli anni 70 e gli anni 80
46:22ed era particolarmente mal voluto a Corleone
46:25non soltanto perché era socialista
46:27ma perché aveva una sessualità non normativa,
46:29non era eterosessuale
46:31e lo aveva chiamato il pervertito.
46:33Faceva una cosa che rivoluzionaria sarebbe
46:36rivoluzionare anche oggi,
46:38creava degli spazi di aggregazione,
46:40portava dei libri, dei quotidiani
46:42e si leggevano insieme.
46:44Si creava un pensiero articolato,
46:46molteplice, non unico.
46:48Per questo insieme a Maria di Carlo
46:50dovrà lasciare Corleone dopo varie angherie
46:53e arriverà a Palermo
46:55dove costruirà insieme a lei ed altri
46:58il Teatro Madre
46:59e diventerà un grande drammaturgo a Palermo
47:03il drammaturgo queer che si schiera contro la mafia
47:06e per il socialismo.
47:08Tanto che oggi il Sicilia Queer Film Fest
47:10dedica un premio a Nino Gennaro
47:13che nell'edizione precedente è stato vinto
47:17da Massimo Milani e Gino Campanella
47:20altri due personaggi importantissimi
47:23della nostra storia.
47:25Sono loro che hanno fondato
47:27una delle associazioni nazionali più potenti
47:29dei gay.
47:31Sono stati loro dopo il delitto di Giarre
47:33a tornare a Palermo,
47:35nella Palermo degli anni Ottanta
47:37in piena guerra di mafia
47:39e dire noi vogliamo un'associazione
47:41che tuteli i diritti
47:43di quello che allora veniva definito
47:45un movimento omosessuale
47:47e ce l'hanno fatta e adesso questa storia
47:49è la storia del nostro paese
47:51dei movimenti del nostro paese
47:53e di questo dobbiamo essere
47:55estremamente orgogliosi.
47:57Chiudo dicendo soltanto una cosa
47:59che siamo sicuramente persone
48:01che hanno dei privilegi
48:03e in questo momento
48:05mi sento molto privilegiata
48:07a poter parlare da questo palco.
48:09Dico anche che persone come noi
48:11professioniste che hanno la possibilità
48:13di dedicarsi a questi temi
48:15di fare politica, di fare giornalismo
48:17di insegnare all'interno dell'accademia
48:19abbiamo il dovere di comunicare
48:22al resto della popolazione
48:24non con il linguaggio che siamo soliti
48:26utilizzare all'interno dei nostri contesti
48:27ma con un linguaggio
48:29estremamente comprensibile
48:31ed è quello che a me
48:33che ero pochissimo avvezza
48:35ai social media
48:37mi ha portato a decidere
48:39di stare online
48:41di mettere la mia faccia
48:43e di raccontare tutto quello
48:45che studio, che penso, che faccio
48:47fare divulgazione
48:49in termini semplici
48:51che possa arrivare alle persone
48:53che queste cose non le capiscono
48:55perché non è il loro mestiere
48:57ma è il dovere
48:59di comunicare a tutti
49:01e non di rinchiuderci nella nostra bolla
49:03grazie
49:05grazie a Claudia
49:07che poi ha cambiato Nick sui social
49:09prima era la mala femmina
49:11adesso ti sei messa con nome e cognome
49:13sei più seria, più seriosa
49:15grazie, grazie a Claudia Fazio
49:17tra l'altro è la mia compagna di
49:19Banking Advisory Board di Semi
49:21a Fondo delle Donne, citiamolo
49:23perché insomma siamo in una sede istituzionale
49:25e mi fa piacere parlare anche
49:27e la parola adesso a Valentina Menta
49:29coautrice di Feminismo Terrone
49:31a partire proprio da questo
49:33dalla questione linguistica
49:35per poi insomma parlare proprio
49:37dell'alleanza dei margini
49:39la lingua chiaramente è memoria
49:41la lingua è identità a te
49:43buongiorno a tutte e tutti
49:45grazie mille per averci volute qua
49:48sono molto emozionata
49:50di portare Feminismo Terrone
49:52in una sede istituzionale
49:54e grazie per le fantastiche
49:55introduzioni
49:57introduzione è dire poco
49:59al nostro lavoro
50:01vorrei ricollegarmi
50:04in maniera introduttiva
50:06alla tua domanda
50:08a quanto osservato dalla professoressa
50:10Ecchia Luciani
50:12sull'importanza di creare
50:14anche un nuovo filone di ricerca
50:16un nuovo paradigma
50:18all'interno del quale
50:20portare avanti nuove ricerche
50:22io nella vita faccio ricerca
50:25ed è anche il mio spazio
50:27di attivismo
50:29fare ricerca è politico
50:31che lo si ammetta
50:33o non lo si ammetta
50:35la neutralità non ci convince
50:37più di tanto
50:39e quindi una mia precisa scelta
50:41è stata quella di politicizzare
50:43questo spazio di ricerca
50:45e quindi anche di privilegio
50:47per investigare
50:49come dire
50:51una discriminazione
50:53che mi toccava direttamente
50:55prima dell'inizio
50:57della focalizzazione
50:59su quello che potremmo chiamare
51:01pensiero critico sul meridione
51:03pensiero di genere sul meridione
51:05mi occupavo di studi postcoloniali
51:07e studi di genere
51:09e come diceva Romana
51:11quando si inizia a fare ricerca
51:13è tutto molto confuso
51:15e si cerca di mettere in connessione
51:17qualcosa che non è detto che funzioni
51:19bisogna capire come farlo dialogare
51:21e quindi la mia domanda è
51:23come postcoloniale e genere
51:25questo si è scritto
51:27si è lavorato tantissimo
51:29ma per parlare del meridione
51:31per tematizzare quella discriminazione
51:33che sentivo come personalissima
51:35che non avevo ancora gli strumenti
51:37non avevo un paradigma teorico
51:39all'interno del quale
51:41collocare quella discriminazione
51:43e quindi renderla da disagio personale
51:45a questione politica
51:47a intersezione di oppressione
51:49a qualcosa che può essere studiato
51:51in maniera scientifica
51:53sotto tantissimi aspetti
51:55e per questo sono particolarmente felice
51:57che quella che era nata
51:59come una ricerca di dottorato
52:01che magari sarebbe potuta rimanere
52:03all'interno dell'ambito accademico
52:05ha invece avuto il modo di collettivizzarsi
52:07attraverso l'associazione Mala Fimmina
52:09gli scambi si è aperta
52:11ed è stato fatto un lavoro
52:13molto molto molto politico
52:15che è quello di rendere
52:17accessibile la conoscenza
52:19quello di rendere
52:21una ricerca molto complessa
52:23e con molte tematiche
52:25è un libro che
52:27in maniera
52:29diciamo è stata una scelta politica
52:31renderlo piccino
52:33renderlo chiaro
52:35e renderlo accessibile
52:37a più persone possibili
52:39quindi uscendo fuori dai confini dell'accademia
52:41che purtroppo tante volte
52:43non rendono così fruibili
52:45gli argomenti che invece
52:47toccano tutti
52:49e mi fa sorridere pensare
52:51che al giorno d'oggi
52:53per esempio settimana scorsa
52:55che usava il femminismo
52:57come paradigma
52:59come metodologia di riflessione
53:01e questo lo trovo rivoluzionario
53:03è politico
53:05la ricerca, la cultura, la letteratura
53:07è estremamente politica
53:09e analizzare un testo letterario
53:11attraverso il femminismo
53:13come metodologia
53:15lo trovo assolutamente rivoluzionario
53:17ed è tra le cose di cui sono
53:19penso siamo più fiere
53:21quando parliamo dei vari tipi
53:23di antimeridionalismo
53:25che è stato citato varie volte
53:27di quello
53:29interiorizzato
53:31che implica un po'
53:33guardarsi con l'occhio dell'oppressione
53:35dell'oppressore
53:37interiorizzare il male gaze
53:39il north gaze
53:41ricalcando l'espressione celebre
53:43di male gaze
53:45quindi interiorizzare
53:47quello sguardo del nord
53:49inteso come norma del nord
53:51come sguardo antimeridionalista
53:52e
53:54oltre a questi due tipi
53:56di antimeridionalismo
53:58c'è anche l'antimeridionalismo
54:00dell'immaginario
54:02che io trovo sia particolarmente potente
54:04e che ovviamente
54:06anche per questioni disciplinari
54:08è quello che mi tocca particolarmente
54:10e su cui rifletto particolarmente
54:12e in questo libro emerge
54:14moltissime volte
54:16perché emerge nella modalità
54:18di costruzione del sud
54:20di invenzione del sud
54:22che non sarebbe comprensibile
54:24non sarebbe intellegibile
54:26senza tutta una serie di stereotipi
54:28che lo accompagnano
54:30il sud esiste in quanto costruzione
54:32culturale che lo dipinge in questo modo
54:34e quindi cosa possiamo fare?
54:36decostruirlo
54:38iniziare a mettere in dubbio
54:40la norma binaria per esempio
54:42il binarismo nord-sud
54:44esplorare una scala di grigi
54:46esplorare l'alleanza tra sud
54:48quindi vedere ovviamente
54:50quello che ci differenzia
54:52tra i diversissimi privilegi
54:54ma anche quello che ci accomuna
54:56anche a livello di costruzione dell'immaginario
54:58perché il calderone di stereotipi
55:00della subalternità
55:02è molto simile
55:04e ricordiamo la nerezza immobile
55:06esatto
55:08noi abbiamo due minuti
55:10per cui dobbiamo lasciare la sala
55:12quindi te li lascio tutti
55:14probabilmente vorrei chiudere
55:17collegando la questione dell'immaginario
55:20alla storia
55:22la storia con la S maiuscola
55:24possono sembrare abbastanza distanti
55:26ma se ricordiamo
55:28in questo libro
55:30nell'ultimo capitolo
55:32quando parliamo delle storie
55:34per esempio la storia di Mariocchi Pinti
55:36e del movimento dei non si parte
55:38un movimento rivoluzionario
55:40antimonarchico
55:42antimilitarista
55:44volendo anche pro-sex worker
55:46nella scia che aveva del lavoro di Mariocchi Pinti
55:48è assolutamente antifascista
55:50che è stato letto invece
55:52con gli stereotipi sul sud
55:54gli stereotipi fanno sì
55:56che la storia non venga scritta
55:58come effettivamente è
56:00ma come ci si immagina che debba essere
56:02quindi lavorare sull'immaginario
56:04e lavorare sulla struttura della storia
56:06e lavorare quindi anche
56:08sulle possibilità future
56:10di un futuro del sud
56:12grazie, grazie a Valentina Menta
56:14grazie a Claudia Fauzia
56:16grazie all'onorevole Ricciardi
56:18alla professoressa Recchia Luciani
56:20grazie alla Camera dei Deputati
56:22grazie a Professor Libri
56:24che è stata fino alla fine ad ascoltarci
56:26grazie a voi tutte e tutti
56:28buon pranzo

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