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Affari esteri e difesa - Ufficio di Presidenza
Audizione del delegato per la Difesa presso il Defence Industry Working Party, col. Andrea Truppo, sugli atti comunitari JOIN(2024) 10 def. (Nuova strategia industriale europea per il settore della Difesa) e COM(2024) 150 def. (Programma per l'industria europea della Difesa (EDIP))(26.03.25)

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Trascrizione
00:00:00Nell'ambito degli atti comunitari, già in 2024, nuova strategia industriale europea
00:00:11per il settore della difesa e COM2024, programma per l'industria europea della difesa.
00:00:18Do il benvenuto a Andrea Truppo, rappresentante della difesa all'interno del gruppo di
00:00:24lavoro per la politica industriale presso il Consiglio dell'Unione Europea e rappresentante
00:00:30del direttore nazionale della difesa presso l'Unione Europea. Procediamo come sempre,
00:00:37io le do la parola, i senatori poi faranno delle questioni e lei avrà la facoltà di
00:00:44rispondere, ma raccogliamo prima tutte le domande. Grazie, prego a lei colonello la
00:00:49parola. Grazie senatrice, grazie alla terza commissione
00:00:55di difesa per questo invito e ringrazio a nome chiaramente del ministero della difesa
00:01:00per la possibilità di conferire su questo regolamento EDIP che è stato presentato lo
00:01:06scorso anno dalla commissione ed è ancora oggetto del consueto processo di colegislazione
00:01:12che avviene in parallelo sia in ambito Consiglio che in ambito Parlamento. In Consiglio i lavori
00:01:20sulla negoziazione del testo sono partiti all'indomani della presentazione, in Parlamento
00:01:25c'è stata una prima fase per le attribuzioni delle varie commissioni, in questi giorni
00:01:29c'è una forte accelerazione su entrambi i rami della colegislazione e la presidenza
00:01:36polacca auspica un inizio del trilogo nella prima settimana di maggio per concluderlo
00:01:42auspicabilmente prima del summer break che significa che questo regolamento dovrebbe
00:01:46diventare operativo dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale, verosimilmente subito
00:01:51dopo l'estate. Io ho preparato delle slide e avrò un approccio deduttivo quindi credo
00:02:00sia utile avere prima un inquadramento generale, mi scuso se può sembrare inizialmente un
00:02:05attimino troppo generico ma credo che servirà per capire meglio il quadro normativo del
00:02:10regolamento, cosa c'è dietro, il pensiero che c'è dietro, quali sono gli elementi
00:02:14di tensione, i passaggi negoziali più difficili e soprattutto la posizione che l'Italia in
00:02:19ambito consiglio sta portando avanti, devo dire anche con una certa centralità, una
00:02:24certa oterevolezza e competenza. Quindi partirò dal contesto generale e poi entrare in maniera
00:02:32progressiva sempre di più facendo degli zoom in per capire i dettagli del regolamento.
00:02:38Da un punto di vista generale dobbiamo tener conto del contesto in cui queste iniziative
00:02:45a livello europeo si innestano, il contesto geopolitico in questo momento dopo qualche
00:02:51anno di apparente distensione delle relazioni internazionali è ritornata un po' a logiche
00:02:58del confronto e un contesto geopolitico che si caratterizza da una forte competizione
00:03:06sistemica. La competizione sistemica tuttavia si articola su più livelli ed è importante
00:03:12esaminarli tutti perché vedremo che in ogni livello emergono delle considerazioni che
00:03:18poi necessitano di un ragionevole punto di equilibrio, non c'è una soluzione che va
00:03:25bene su tutto ma c'è bisogno di una scelta che tenga conto degli aspetti che emergono
00:03:31da questi livelli sistemici. Quindi il primo è quello della competizione sistemica su
00:03:36base globale, è la nostra recente storia, negli ultimi 80 anni su questo livello di
00:03:44competizione l'Occidente nei confronti del resto del mondo ha adottato delle strategie,
00:03:49ha investito in maniera particolare sulle istituzioni e le organizzazioni internazionali,
00:03:56in particolare sulla Nato, la Nato è importante ricordarla perché grazie alla Nato che ha
00:04:02consentito di condividere e creare degli standard tecnologici comuni, i cosiddetti
00:04:07stanag, ha creato dei regolamenti per condividere informazioni classificate anche ad alta classifica,
00:04:15ha creato un cappello di sicurezza comune per tutti e ha consentito alle industrie della
00:04:20difesa che tipicamente erano un argomento nazionale di cooperare a livello transatlantico
00:04:27e quindi di creare delle sinergie e degli scambi di competenza che hanno generato un
00:04:33processo virtuoso e hanno consentito di elaborare nuove tecnologie a un ritmo superiore di quelli
00:04:40degli altri del resto del mondo e questo per effetto di spillover tecnologico ha avuto
00:04:46un impatto positivo dal punto di vista economico e poi dal punto di vista politico. Quindi
00:04:52questa integrazione ha prodotto dei risultati tangibili e positivi, tuttavia ha portato
00:04:57con sé delle controindicazioni, cioè delle dipendenze da tecnologie non proprietarie
00:05:03da tecnologie esterne, dipendenze che si sono chiaramente trasferite sia sugli apparati
00:05:10economici e sugli apparati politici, quindi da qui nasce un nuovo livello sistemico, da
00:05:17qui nasce il concetto di strategica autonomia, di autonomia strategica, un concetto che è
00:05:24stato presentato, benché circolasse già in maniera informale prima del 2016, questa
00:05:33è una mappa del pianeta illuminata di notte, quindi che fa vedere un po' anche la rilevanza
00:05:41diciamo antropologica, però faccio degli zoom in, adesso a livello, c'è una competizione
00:05:51sistemica che cerca di risolvere le dipendenze tecnologiche soprattutto da parte dei paesi
00:05:59europei nei confronti degli Stati Uniti e questo è quello che ha generato il tema dell'autonomia
00:06:07strategica presentata nel 2016 con la Global Strategy, poi sintetizzata nello slogan insieme
00:06:15quando necessario, insieme quando possibile, ma da soli se necessario e trovare una soluzione
00:06:23che metta insieme queste due esigenze, anche se entrambe legittime e assolutamente ragionevoli,
00:06:30non è cosa semplice, apparentemente sembrano soluzioni che viaggiano nella stessa direzione
00:06:36mano nella mano, ma in realtà dal punto di vista implementativo possono entrare in contraddizione
00:06:42tra loro, è un po' come immaginare di avere un motore di un'automobile e ottenere più
00:06:47cavalli ma voler consumare di meno allo stesso momento, quindi si può sviluppare un nuovo
00:06:53motore ma immaginare che lo stesso motore possa generare più potenza e consumare meno
00:06:58è una contraddizione in termini, quindi facendo l'esempio sulla difesa, per ottenere una maggiore
00:07:07indipendenza tecnologica ma essere allo stesso tempo più competitivi bisogna in qualche
00:07:12modo riprogettare una nuova macchina, quindi rimetterlo in una nuova architettura ben congeniata,
00:07:20soprattutto accompagnata da un approccio pragmatico e realistico piuttosto che ideologico.
00:07:26C'è un ulteriore livello di complessità che in questo meccanismo di trasformazione
00:07:33nel riprogettare questa architettura della difesa a livello europeo ci sono ancora tensioni
00:07:40tra Paesi membri all'interno della stessa Unione Europea perché chiaramente in una
00:07:45fase di trasformazione trattando di un argomento estremamente delicato come quello della difesa
00:07:50la preoccupazione che ci possa essere un'evoluzione fuori da un confine win-win in cui qualcuno
00:07:58può vincere di più a scapito di altri genera un eccesso di prudenza certe volte legittimo
00:08:04che rende questo processo di trasformazione, questo processo negoziale estremamente complesso,
00:08:09laborioso e qualche volta anche lento. C'è un ulteriore livello di complessità, il livello
00:08:16di complessità è che la difesa quale massima espressione della sovranità nazionale in
00:08:22un contesto come quello attuale europeo dove l'Europa è ancora un progetto incompiuto,
00:08:28è ancora un cantiere aperto, dove uno di questi cantieri in questo momento è la difesa,
00:08:34ma la difesa come massima espressione di sovranità diventa un argomento particolarmente
00:08:40sensibile. Quindi l'Europa in questo momento è in una via di mezzo tra un modello iniziale
00:08:47quello di un modello estremamente decentralizzato e puramente di unione economica ma ancora
00:08:53abbastanza lontano da un modello federale che può reagire e impostare un processo di
00:08:59trasformazione a pieno regime. Quindi dobbiamo fare i conti in questo momento con un meccanismo
00:09:07particolarmente frammentato in cui le competenze sono ancora particolarmente frammentate. In
00:09:14questa slide si vede che la difesa è da trattato, articolo 4, un argomento di esclusiva competenza
00:09:22dei member state, tuttavia le regole sulla competitività, le regole sull'industria,
00:09:27le regole sul libero mercato sono competenze assegnate a livello dell'Unione Europea in
00:09:33modalità esclusiva, in modalità a supporto o condivisa come member state. Quindi EDIP
00:09:40si colloca in questo contesto, è un'attività che agisce all'interno del mercato interno
00:09:45di cui l'industria della difesa fa parte. La base legale è l'articolo 173 che si preoccupa
00:09:54di rendere più competitiva l'industria tutta e soprattutto adattarla a secondo delle
00:10:01circostanze e delle contingenze strutturali che sono a corredo. Quindi se immaginiamo
00:10:10che la difesa è un organismo che viaggia su due gambe, una gamba operativa militare
00:10:16e una gamba tecnologica industriale, EDIP ragiona sulla seconda gamba. Non vuol dire
00:10:22che la prima sia una questione già risolta, tutt'altro, quindi sussistono ancora criticità
00:10:29a partire dalla percezione della minaccia, a partire dall'assenza di un modello di comando
00:10:37e controllo condiviso, ma questi argomenti non sono oggetto del contendere di EDIP, EDIP
00:10:43è agnostica rispetto alla parte puramente capacitiva, non si preoccupa di qual è l'esigenza
00:10:49operativa e le necessità da soddisfare, questo rappresenta un dato di ingresso e un
00:10:56dato di uscita che resterà nelle mani dei member state, ma affronta il tema centrale
00:11:02come generare queste capacità e soprattutto come generarle in modo che l'industria possa
00:11:09crescere, possa essere più competitiva, più resiliente e risolvere i problemi che
00:11:15affliggono l'industria della difesa a livello europeo, quindi diciamo una cura specialistica
00:11:21nella parte che ha a che fare in maniera specifica sull'industria, come tutte le cure bisogna
00:11:28partire da una buona diagnosi, per avere una buona cura serve una buona diagnosi, sulla
00:11:33diagnosi siamo tutti d'accordo, il problema principale dell'industria della difesa è
00:11:39che è troppo frammentata, il mercato della difesa a livello europeo è troppo frammentato,
00:11:45questa slide rappresenta uno dei tanti studi, questo è di McKinsey del 2024 che conta i
00:11:49diversi sistemi d'arma all'interno dell'Unione Europea, ce ne sono tanti, McKinsey nel 2024
00:11:55ne ha segnati 179, ma mi fanno notare che ce ne sono tanti altri che hanno numeri diversi,
00:12:02è vero, ce n'è anche uno del Parlamento Europeo che su alcune aree ne conta 132, a
00:12:11parte di quanti invece sono stati contati negli Stati Uniti e chiaramente questa frammentazione
00:12:16è molto, si comprende con semplicità che ha un impatto negativo tanto sull'efficacia
00:12:24dello strumento militare, quanto sulla competitività dell'industria, sia sulla qualità dei prodotti
00:12:30e la competitività dei prodotti, quanto sul tema di indipendenza tecnologica nei confronti
00:12:36di tecnologie esterne. Quindi tuttavia bisogna riconoscere che questa causa, questa frammentazione
00:12:45è a sua volta l'effetto di cause più profonde e le cause più profonde risiedono soprattutto
00:12:51nel fatto che le politiche di acquisizione, le politiche industriali della difesa sono
00:12:56ancora una materia molto nazionale e che fa fatica a convergere a livello europeo, quindi
00:13:03per provare a risolvere la frammentazione bisogna agire e creare degli stimoli che
00:13:08facciano convergere le diverse politiche industriali e quindi stimolare la cooperazione a livello
00:13:14industriale, tanto dal punto di vista delle esigenze, nell'armonizzare i requisiti e
00:13:18nell'armonizzare le esigenze operative, quanto nel creare i presupposti affinché le industrie
00:13:25possano cooperare a livello tecnologico e ridurre la frammentazione e creare oggetti
00:13:31che possano effettivamente essere preferiti da tutti i Paesi membri, quindi oggi si parla
00:13:37spesso di EU preferences, ma la EU preferences, quindi questa preferenza europea deve essere
00:13:43effettivamente una preferenza, una scelta piuttosto che un'imposizione.
00:13:47Qui subentrano alcune criticità e quindi lasciatemi sollevare due considerazioni, la
00:13:59prima è che i 27 Paesi europei hanno delle posture molto eterogenee, possiamo dividerle
00:14:07in due macro aree, c'è un gruppo di Paesi con una grossa industria della difesa, quelle
00:14:14colorate di arancione e altri che invece tipicamente sono più degli utilizzatori, degli acquirenti
00:14:21che comprano secondo un concetto di best value for money, cioè di miglior rapporto prezzo
00:14:26qualità e sulla base di questi parametri spesso questa scelta ricade su prodotti per
00:14:32la difesa non europei e tutti siamo consapevoli che questo crea un drenaggio di risorse che
00:14:40non aiuta lo sviluppo e la competitività dell'industria, su come tuttavia contenere
00:14:46queste risorse finanziarie e questi investimenti all'interno dell'Europa è una scelta non
00:14:52semplicissima, quindi se l'Italia, la Germania, la Francia, quelli con una forte politica
00:14:58industriale, una forte postura industriale scelgono i loro prodotti sulla base di tanti
00:15:04parametri, non soltanto quello capacitivo ed eventualmente per n motivi possono accettare
00:15:10anche dei compromessi capacitivi perché compensati da ritorni di altra natura, gli altri Paesi,
00:15:16i possibili colorati di blu, non avendo ritorni di natura industriale, prediligono il rapporto
00:15:24qualità prezzo. C'è un ulteriore elemento di complessità che è derivato dal fatto che
00:15:31in questo momento di trasformazione noi ci accingiamo a trasformare il mercato, ma senza
00:15:38un chiaro ed esplicito dibattito su che tipo di mercato vorremmo e qui si possono immaginare
00:15:45tre possibili mercati, c'è un mercato che immagina un'aggregazione solo lato domanda
00:15:52in maniera più o meno incentivata, ma che lascia il lato dell'offerta più o meno così
00:15:58com'è, quindi un'offerta ancora su base nazionale con un controllo dei programmi a livello nazionale,
00:16:05dove si cerca semplicemente di aggregare tutti quei Paesi blu affinché possano comprare
00:16:11da i Paesi membri. Questo è un modello che potrebbe avere due leggere declinazioni, c'è
00:16:16chi predilige di più l'aspetto capacitivo rispetto ai prezzi e chi predilige di più
00:16:21in generale la Svezia, che punta di più sul rapporto della competitività qualità prezzo
00:16:26perché hanno investito molto in quel sottore, quindi vorrebbe mantenere un mercato estremamente
00:16:30competitivo. Tuttavia viene da sé che questo modello che è un po' business as usual scommetterebbe
00:16:37soltanto sulla validità degli incentivi finanziari da parte di un ente sovranazionale,
00:16:44della Commissione e del caso specifico per aggregare la domanda, cosa che non è un cambiamento
00:16:50strutturale, oggi potrebbe produrre degli effetti difficile immaginare che resterà
00:16:58sempre l'incentivo che di fatto si tradurrebbe in uno sconto temporaneo, ma soprattutto l'entità
00:17:05di questo sconto potrebbe essere non sufficiente a coprire tutti i costi addizionali di un
00:17:11cambio di standard oppure di una scelta di un prodotto piuttosto che un'altra. Ci possono
00:17:16essere altri due scenari apparentemente più promettenti, forse più complessi, che possono
00:17:23essere quelli di una razionalizzazione dell'industria per specializzazione, quindi alcune industrie
00:17:31assumono la leadership su specifici argomenti ed altri diventano supplier, fornitori di
00:17:39livello 2, di livello 3, oppure un altro ancora scenario che è quello della collaborazione,
00:17:46quindi immaginare che ci sia una forte razionalizzazione sul fronte dell'offerta, come è avvenuto
00:17:52già in passato penso ad Airbus, penso a MBDA per la parte missilistica e che quindi condividono
00:17:59anche le competenze e mettono a fattor comune le loro capacità per produrre prodotti assolutamente
00:18:07competitivi che possano essere scelti da tutti e 27 paesi. Difficile prevedere quale sarà
00:18:15l'esito di questa trasformazione, personalmente credo, anzi spero anche che si finisca in
00:18:20una via di mezzo tra lo scenario 2 e lo scenario 3, quindi forme di specializzazione accompagnate
00:18:27da forme di razionalizzazione e aggregazione, che chiaramente sarà incentivata da un messaggio
00:18:34in incipit politico, ma che chiaramente dovrà essere accompagnata dalla volontà e la fattibilità
00:18:39sul fronte dell'industria e degli accordi tra industrie dei vari paesi. Per fare questo
00:18:48serve immaginare e stimolare dei modelli di cooperazione che sappiano riconoscere tutti
00:18:56i ritorni attesi dall'investimento della difesa e li sappiano anche ridistribuire,
00:19:01quindi vale la pena soffermarsi un attimo sul fatto che un investimento strutturale
00:19:06in difesa e tecnologia sicuramente ruota intorno all'elemento principale che è la capacità
00:19:13militare che è l'oggetto del programma di difesa, ma intorno c'è tutta un'altra serie
00:19:21di ricadute che si articolano su altri domini, immagino ai distretti tecnologici, immagino
00:19:27all'effetto degli spillover tecnologici ad alto valore innovativo, immagino alle relazioni
00:19:34internazionali quando un paese esporta verso paesi export, immagino l'esportazione verso
00:19:42il Medio Oriente che consolida e crea delle relazioni internazionali molto profonde e
00:19:48quindi c'è una serie di altri ritorni che seguono varie ramificazioni, uso la parola
00:19:56ramificazioni perché mi piace l'immagine di questo alberello e la difficoltà che stiamo
00:20:02vivendo è che oggi questi alberelli producono frutti prevalentemente all'interno del confine
00:20:10domestico, quindi immaginare una trasformazione a livello europeo che porti queste piantine
00:20:17all'interno di un nuovo confine europeo è una sfida non da poco, perché bisogna fare
00:20:25in modo che questi frutti in qualche modo vengano equamente distribuiti a tutti i proprietari
00:20:33originali se mi è consentita la parola proprietario e questo è quello che l'Europa prova a promuovere
00:20:44mediante i due strumenti principali che sono l'IDF e l'EDIP, l'IDF è l'European Defence
00:20:51Fund che si occupa della prima fase di ricerca e sviluppo e l'EDIP che andrebbe visto come
00:20:57complemento a questa iniziativa, quindi ho menzionato anche l'IDF, nonostante oggi si
00:21:02parli di l'EDIP, perché l'EDIP va visto come il secondo tempo dello stesso film, quindi
00:21:12vale la pena soffermarsi un attimo su l'IDF, l'IDF ha 3 caratteristiche principali, 3 macro
00:21:20obiettivi, il primo è quello di promuovere la cooperazione laddove i beneficiari che
00:21:26nel caso di l'IDF sono le industrie direttamente, devono aggregarsi almeno nel numero minimo
00:21:32di 3 industrie appartenenti a 3 stati diversi, ridurre le dipendenze tecnologiche perché
00:21:39tutte le attività di ricerca e sviluppo implicano che non ci siano dipendenze da paesi terzi,
00:21:47perché è effettivamente un'attività prospettica, noi vogliamo cercare di riprodurre in Europa
00:21:54tutti quei componenti e raggiungere lo stesso livello di tecnologia e di performance che
00:21:58magari oggi premia un'azienda non europea perché è riuscita a raggiungere livelli
00:22:06di prestazione più alti. Il terzo è che premia anche l'eccellenza nella misura in cui queste
00:22:12proposte sono effettivamente valutate da team indipendenti di persone che entrano nel merito
00:22:20delle proposte tecnologiche e ne premiano quella più convincente, quella che è più
00:22:25promettente, quindi questi sono 3 aspetti estremamente positivi che tuttavia coprono
00:22:33soltanto parte dell'arco di sviluppo dell'intero programma, coprono soprattutto le parti iniziali
00:22:41fino a un TRL, TRL significa il livello di maturità tecnologica, 7-8 in una scala che
00:22:48va da 0 a 9, quindi a livello diciamo prototipico, ancora lontana dal mercato, ancora lontana
00:22:56dagli utilizzatori, ecco che in questo contesto si colloca EDIP, quindi la scommessa che sta
00:23:03ponendo in essere l'Unione Europea con i member state è quella di creare un altro
00:23:08strumento normativo che possa completare, complementare DF e seguire il programma nel
00:23:16suo intero ciclo di vita, quindi a partire dalle fasi finali di sviluppo, quindi prendendo
00:23:22i progetti più promettenti da EDIF, benché EDIF non è il canale d'ingresso esclusivo,
00:23:28ci possono essere altri canali d'ingresso, ma EDIP cerca di prendere questi progetti,
00:23:34di portarli alla piena maturità, coprire la parte di produzione, quindi gli investimenti
00:23:40industriali per la produzione, promuovere l'acquisizione congiunta e seguire il programma
00:23:45lungo tutto il ciclo di vita. E quindi entriamo adesso nel vivo del regolamento, il regolamento
00:23:54come tutti i regolamenti li possiamo leggere in 5 blocchi predefiniti, ci sono degli obiettivi,
00:24:03degli obiettivi espliciti che sono quelli scritti all'interno degli articoli, incrementare
00:24:08la competitività della base industriale tecnologica europea, aumentarne la resilienza e il livello
00:24:13di prontezza, ma ci sono anche degli obiettivi impliciti, che sono quelli che abbiamo descritto
00:24:17prima, cioè avviare una trasformazione lungo delle direttrici ed eventualmente dirigere,
00:24:25orientare questa trasformazione in una direzione piuttosto che un'altra, ed è importante in
00:24:31queste fasi negoziali saper leggere soprattutto gli obiettivi impliciti, riuscirli a comprendere
00:24:36e riuscirli a governare. Poi ci sono gli strumenti veri e propri, l'Europa possiede due grossi
00:24:42poteri, un potere regolamentare, quindi rende leggifera, rende possibile ciò che ieri non
00:24:48era possibile e può mobilitare risorse economiche, in questo caso specifico ha messo una envelope
00:24:57abbastanza ridotta, soltanto un miliardo e mezzo, un miliardo e mezzo va contestualizzato
00:25:02all'interno del quadro finanziario pluriennale che ai valori economici attuali è più o
00:25:07meno di 2 mila miliardi, quindi stiamo parlando per dare un senso della misura di un caffè
00:25:14da un euro e mezzo rispetto a uno stipendio di 2 mila euro, non giustificherebbe un'attività
00:25:20negoziale di un anno e mezzo per decidere il caffè, ma è evidente che questo regolamento
00:25:27è soltanto la fase iniziale di un regolamento che punta a rimanere nel tempo con delle envelope
00:25:33finanziarie decisamente più importanti e questo regolamento sarà la base di partenza.
00:25:39Poi ci sono i criteri di elegibilità, argomento molto molto caldo, tant'è vero che a livello
00:25:47di negoziazione in Consiglio è stato estratto dal gruppo di lavoro della politica industriale
00:25:55di cui mi onoro di far parte, è stato sollevato per rilevanza politica a livello di ambasciatori
00:26:05all'interno del Coreper, ancora non è una questione risolta, ma siamo confidenti che
00:26:12con questa accelerazione sia in Parlamento e con i nuovi strumenti che sono stati recentemente
00:26:19presentati che mutuano le stesse discussioni sui concetti e criteri di elegibilità, siamo
00:26:26confidenti che questa questione seguirà il normale corso negoziale mantenendo i tempi
00:26:35che anticipavo prima. L'elegibilità si articola su due concetti, quello delle entità, cioè
00:26:41chi è elegibile per i sussidi e quello sulle azioni, cioè quali prodotti sono elegibili.
00:26:49In questo contesto si cerca di trovare quel giusto punto di equilibrio che abbiamo rappresentato
00:26:55prima, ovvero come faccio ad incrementare la competitività dei prodotti allo stesso
00:27:01tempo consentendo un affrancamento da dipendenza esterna. La posizione che l'Italia sta portando
00:27:09avanti in ambito di Consiglio è che noi vogliamo probabilitare questo ciclo avultoso, questo
00:27:14nuovo motore che utilizza EDF come affrancamento dalle tecnologie esterne, ma consente nell'immediato
00:27:23di rispettare l'offerta di tutti i produttori europei in maniera realistica e pragmatica,
00:27:30da qui nasce quella famosa soglia di quanti componenti non EU possono essere consentiti
00:27:35in un prodotto europeo. Questa soglia che poi è stata studiata proprio dal comparto
00:27:40industriale, consentirebbe nell'immediato di rappresentare da un'immagine abbastanza
00:27:46realistica e concreta quella che è oggi l'offerta dell'industria nazionale. E' chiaro che ci
00:27:51sono realtà di alcuni paesi che sono meno dipendenti, perché storicamente hanno sempre
00:27:57prediletto un atteggiamento più nazionale e ci sono altri paesi, tra cui anche l'Italia,
00:28:03che ha sempre avuto una maggiore propensione alla cooperazione internazionale, da qui ha
00:28:08maturato un modo di raggiungere la competitività dei propri prodotti con maggiori interazioni
00:28:15con partner esterni. Poi c'è un pezzo che ha a che fare con i criteri di valutazione,
00:28:22a cui vanno visti sia su come misuro la bontà di queste proposte, sia qual è il processo
00:28:29per valutarle e poi c'è un altro tema trasversale che è la governance di tutto questo processo,
00:28:36che è una questione altrettanto importante e che l'Italia sta attenzionando molto, perché
00:28:41di fatto stiamo entrando in un mondo che tratta della difesa, in cui se verranno messe poste
00:28:51finanziarie particolarmente importanti, la Commissione a livello sovranazionale avrà
00:28:58una rilevanza sempre maggiore e noi riteniamo che a questo stage i meccanismi e i principi
00:29:06che prevedono che i governi controllino il potere implementativo della Commissione non
00:29:12venga in qualche modo cortocircuitato, quindi i Paesi membri devono accompagnare la Commissione
00:29:17in maniera vigile e in maniera attiva affinché questa trasformazione sia guidata e controllata
00:29:26con attenzione. Entro adesso a un livello di dettaglio un
00:29:31po' più spinto, quindi il regolamento si può dividere in due macro aree, uno regolatorio
00:29:39e un altro programmatico, quello regolatorio ha a che fare prevalentemente con la sicurezza
00:29:46degli approvvigionamenti, quindi la security of supply, perché crea delle previsioni normative
00:29:51che consente alla Commissione in coordinamento con l'Investate di applicare una serie di
00:29:57previsioni e poi c'è un aspetto programmatico che ha proprio a che fare con l'utilizzo di
00:30:02questi fondi per effettuare delle azioni specifiche, queste hanno due misure separate, una a supporto
00:30:10della base industriale tecnologica europea e un'altra a supporto della base industriale
00:30:15dell'Ucraina, con l'ambizione che queste due basi industriali possano progressivamente
00:30:22incrociarsi. Per questioni di tempo e per questioni di praticità mi concentrerò soltanto
00:30:31con lo strumento centrale a supporto della base industriale tecnologica europea, non
00:30:36perché gli altri due non siano importanti, ma quello a supporto dell'Ucraina è di fatto
00:30:42un copia e un colla delle misure a supporto della base industriale europea, tuttavia siccome
00:30:46ha una base legale diversa e ha un envelope finanziario ancora da assegnare diversa, perché
00:30:54va sotto adding 6 e non adding 5, di fatto raccontando gli strumenti a supporto della
00:31:03base industriale europea si racconta anche quelli della base ucraina. Quindi gli strumenti
00:31:09che sono possibili nel biennio 25-27 sono i fondi che sono disponibili nella base europea
00:31:16e sono quelli che vediamo in queste freccettine verso il basso. Quindi si possono finanziare
00:31:23con dei rati di sussidio con percentuali diverse le fasi di industrializzazione, le fasi di
00:31:31joint procurement, dei programmi di interesse comune che sarebbero uno status particolare
00:31:38che consentirebbe dei rati di sussidi molto più alti, nominalmente fino al 100% e poi
00:31:44si possono finanziare e si crea il regolamento, il quadro normativo per la realizzazione dei
00:31:54SEAP, i SEAP sono Structure for European Armament Programme che vanno viste come delle agenzie
00:32:01internazionali, la casa della cooperazione, penso come avviene sempre in tutti i programmi
00:32:08di cooperazione internazionale, immagino la NET per Eurofighter, il GICO per il Tempest
00:32:15e la bontà di questa iniziativa è che questo processo è in qualche modo standardizzato,
00:32:22si potrebbe fare tranquillamente senza questo strumento normativo, ma l'esperienza insegna
00:32:27che è un processo molto articolato, molto time consuming, ci vogliono parecchi anni
00:32:33per negoziare questi accordi e mettere in piedi un'agenzia internazionale, in questo
00:32:36caso specifico, potrebbe avvenire all'interno di un ciclo, di un programma di lavoro, di
00:32:42un work program, in meno di un anno e tra l'altro la Commissione ne coprerebbe i costi
00:32:48di gestione. Quindi noi abbiamo immaginato che nel biennio 25-27 che è il tempo di esistenza
00:32:56di questa iniziativa, immaginiamo ci sarà un edipo 2.0 con una nuova envelope finanziaria
00:33:07decisamente più significativa, che a netto di qualche cambiamento normativo su qualche
00:33:13articolo manterrà la stessa struttura, ma nel biennio 25-27 potremmo immaginare che
00:33:19ci saranno dei work program, possibilmente su due anni, nel 26 e nel 27, potrebbe succedere
00:33:26che nel 26 si semplifica il work program e ci si dedica solo alla realizzazione di queste
00:33:31strutture, di queste agenzie governative, perché a loro volta saranno dei possibili
00:33:37enti che si presentano per generare delle azioni da essere sussidiati e quindi possono
00:33:44presentarsi come legal entity che possono ottenere dei finanziamenti. Quindi potrebbe
00:33:50succedere uno schema di questo tipo in cui si possono lanciare delle richieste di sussidi,
00:33:57quindi delle azioni per l'industrializzazione con dei rati di sussidi che vanno dal 35 al
00:34:0250%, questa forchetta è legata ai bonus, quindi se ci sono delle caratteristiche particolari
00:34:10nel rispetto degli articoli del regolamento c'è un bonus, una percentuale addizionale
00:34:16che la porta dalla base del 35% al 50% per attività di industrializzazione, oppure per
00:34:23acquisti congiunti nella misura di un 15 al 25%, oppure dei programmi di interesse comune
00:34:31che seguiranno un processo di definizione particolare che possono essere sussidiati
00:34:38fino nominalmente al 100%. E gli stessi SEAP che continueranno ad essere costituiti e che
00:34:45vengono finanziati rispetto alle spese correnti del SEAP, ma soprattutto vengono autorizzati
00:34:51e resi posti in essere dal regolamento stesso e quindi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale
00:34:59europea della Commissione dell'esistenza di questo SEAP e vedremo che questi SEAP hanno
00:35:06un potenziale particolarmente interessante che mi accingo a presentare.
00:35:11Noi potremmo immaginare che tutte queste azioni, soprattutto in EDIP 1.0 partiranno in parallelo
00:35:22su programmi disgiunti, per ovvi motivi, perché se nello stesso anno vogliamo proporre dei
00:35:28sussidi per l'industrializzazione di un oggetto, vuol dire che quando propongo il joint di
00:35:37procurement, quindi l'acquisizione congiunta, sto parlando di un altro oggetto, perché se
00:35:41la fase di industrializzazione precede quella del joint procurement. Tuttavia questi strumenti
00:35:47sono pensati per essere la sequenza logica dello stesso programma, da qui il nome EDIP,
00:35:56che questi sono in sequenza rispetto allo stesso programma. E come tutti i programmi
00:36:00di difesa, i programmi di difesa sono gestiti da enti governativi che si aggregano all'interno
00:36:08di una gestione di un'organizzazione di management, un'agenzia. E questo sarebbe il ruolo che
00:36:15noi immaginiamo possa essere svolto e agevolato dai SEAP. E qual è un po' la scommessa?
00:36:23La scommessa è quella di dividere i costi non ricorrenti da costi non ricorrenti che
00:36:30sono i costi non ricorrenti. Per esempio, se il competitor di un prodotto non europeo
00:36:37parte da ordini iniziali di 3.000 unità, gli investimenti non ricorrenti su un progetto
00:36:45che nasce con 3.000 ordini ha un impatto sugli unit price di 1 su 3.000. Se l'equivalente
00:36:52europeo parte con degli ordini iniziali di 500 unità, l'impatto sugli unit price è
00:36:586 volte tanto. E questo chiaramente ha delle ripercussioni o sulle prestazioni finali o
00:37:04sul prezzo o su entrambi. Quindi se si vuole veramente essere competitivi e accettare la
00:37:10sfida di fare un prodotto competitivo con il benchmark di riferimento, bisogna fare
00:37:16un prospetto iniziale che abbia senso, altrimenti non basta la buona volontà. Quindi a questo
00:37:23punto, partendo dalla costituzione di questo SEAP, si inizia a costruire un progetto che
00:37:31abbia i numeri per essere competitivi e si può anche avvalere a soddisfacimento, diciamo
00:37:39a complemento delle richieste iniziali dei paesi che fanno parte del SEAP. Quindi se
00:37:44il SEAP inizialmente si costituisce intorno all'aggregazione volontaria di 5-6 paesi,
00:37:50ognuno immagina di acquistarne X e quindi c'è un ordine iniziale legato ai paesi costituenti
00:37:59con l'agenzia internazionale. Tuttavia ci sono altri strumenti altrettanto interessanti
00:38:03e segnalo l'industrial readiness pool, che sono fondamentalmente quelli lì su, in cui
00:38:09in maniera un pochino più coraggiosa, più ambiziosa, si potrebbe immaginare di incrementare
00:38:15gli ordini iniziali, per alzare il valore degli investimenti iniziali, auspicando o
00:38:21immaginando che con i dovuti stimoli politici e finanziari alcuni paesi membri, ma anche
00:38:28paesi non membri, e si parla di export, che tipicamente comprano off the shelf perché
00:38:34non vogliono accollarsi il rischio di un prodotto che poi alla fine non piace, li compreranno
00:38:41una volta che è realizzato. E per facilitare la realizzazione di questo
00:38:46industrial readiness pool, che può essere sia relativo a materie prime, sevi lavorati
00:38:53oppure la proprietà intestata ai SEAP del prodotto finito, può fare leva sulla finanza
00:39:02privata. Il SEAP oltre ad avere piena capacità contrattuale e piena responsabilità finanziaria
00:39:09di questo programma, può anche chiedere al mercato quello che viene detto program bond,
00:39:16può anche chiedere al mercato degli interventi privati che possono essere in qualche modo
00:39:22coperti parzialmente da parte dei finanziamenti europei, può essere comunque coperto dagli
00:39:28assetti che sono lì, oppure in ultima stanza da garanzie di secondo livello dei paesi membri,
00:39:34il tutto su base volontaria, leggerete negli articoli, che i member state che costituiscono
00:39:39il SEAP possono optare se andare verso una liability limitata, quindi io voglio partecipare
00:39:45ma metto il mio cost share e mi accontento così, oppure innescare questi meccanismi.
00:39:52Questa slide mette in piedi un po' tutte le possibilità, anche quelle più innovative
00:39:59e creative di EDIP, ma dà anche l'idea che EDIP è ispirata a un concetto che viene definito
00:40:07toolbox approach, cioè stiamo costruendo un po' una cassetta degli attrezzi, siccome
00:40:12le esigenze dei paesi membri sono molto variegate, quindi è utile che ci sia un attrezzo in
00:40:18più piuttosto che in meno, laddove alcuni attrezzi possono essere utili a dei paesi
00:40:25e ne faranno ricorso e altri che ritengono che non sia opportuno possono tranquillamente
00:40:30non farne ricorso. Chiudo con questa slide per ritornare a quel
00:40:35concetto che noi immaginiamo che tutte queste attività siano la sequenza logica dello stesso
00:40:41programma, quindi intorno a questo SEAP, una volta che è stato costituito dalla Commissione
00:40:48e finanziato per i running cost, in cui poi possono confluire finanziamenti grazie all'articolo
00:40:566 del regolamento che viene detto additional financial resources, tutti gli altri strumenti
00:41:03sia europei sia nazionali che possono coprire il finanziamento per l'intero ciclo di vita
00:41:09del programma, questa è un'altra provision particolarmente accattivante, in modo che
00:41:15il SEAT possa completare la parte dei cerchi di sviluppo, sia mediante azioni previste
00:41:22da EDIP oppure presentandosi come beneficiario all'interno di EDF, perché EDF è una provision
00:41:31l'articolo 17 che consente che anche organizzazioni come il SEAP possano applicare per un'azione
00:41:37di ricerca e sviluppo, questo è un dettaglio abbastanza interessante perché semplifica
00:41:44la complessità di ricostituire degli accordi industriali che custodiscono il loro know
00:41:52how, allora se c'è la possibilità di continuare fasi di sviluppo all'interno di accordi industriali
00:41:57già costituiti, questo agevola sicuramente il processo, per poi proporsi per azioni di
00:42:04industrializzazione mediante le azioni di EDIP sul reinforcement dell'industria beneficiando
00:42:13dei sussidi, quando il prodotto è pronto, avvantaggiarsi dei sussidi per il joint procurement
00:42:21e il combinato disposto di tutti questi incentivi dovrebbe essere tale da aggregare il numero
00:42:26massimo di paesi e quindi progressivamente, non avverrà domani, ma progressivamente ridurre
00:42:32la frammentazione del mercato di fatto. Io ho concluso la presentazione e vi ringrazio
00:42:39per l'attenzione e la disponibilità e mi rendo disponibile per eventuali domande.
00:42:50Edip finanzia fino al 100% per costruire le condizioni di cooperazione fra almeno
00:43:103 entità statali e 3 industrie della difesa europea. Vorrei capire bene che tipi di spesa,
00:43:18perché se invece andiamo sulle spese ricerca e sviluppo andiamo a combinare insieme come
00:43:27adesso Fondo Europeo di Difesa e Edip, mentre invece sulla produzione, lo sviluppo del prodotto,
00:43:36l'industrializzazione del prodotto fino al 50%. Questa è la prima domanda, quindi capire
00:43:42che tipi di spese sono ammesse per andare nel concreto sulle varie fasi e poi capire
00:43:49un miliardo e mezzo o oggettivamente poco, quindi si lasciava aperto. L'altro giorno
00:43:57all'interno del nostro gruppo provavo a spiegare, a raccontare l'1,5 miliardi a fronte di 2
00:44:03mila miliardi. Anch'io l'ho fatto con un esempio diverso, non diverso da quello che
00:44:07ha fatto lei e quindi se noi vogliamo costruire la difesa europea dobbiamo portare sempre
00:44:12più quote di contributi nazionali dentro la capacità di far lavorare insieme le industrie
00:44:18della difesa, quindi con forti condizionalità che spingono. Siccome Edip è una di queste,
00:44:24condizionalità forte, uno strumento che porta, ieri il Parlamento Europeo nella posizione
00:44:30negoziale è arrivato a dire prendiamo, adesso la dico male, 15 miliardi di safe e li mettiamo
00:44:37su Edip. Come può succedere? Perché dentro questa slide, safe, debito comune, per usare
00:44:45le parole di Draghi, non è che c'è debito comune buono o cattivo, dipende, il debito
00:44:50comune è buono nel momento in cui lo condizioni, perché se invece non lo condizioni ti va
00:44:54a far crescere comunque il debito pubblico a livello nazionale, per come è messo lì
00:45:02capisco che si muove come i contributi nazionali, perché quel paese che vuole uno di quelli
00:45:08M5, M6, M4, che vuole partecipare a un progetto, può mettere o contributi nazionali o chiedere,
00:45:15come potrebbe fare l'Italia, perché lo prende a costo minore, chiedere a safe e contribuisce
00:45:21a un SEAP. È possibile, da quello che sa lei per le riunioni a cui partecipa, mi sembra
00:45:29di capire che sia appunto nel comitato, quello sulle politiche industriali, pensare che quel
00:45:37pezzo di safe, quei 15 miliardi che chiede il Parlamento europeo, quando poi si va al
00:45:43trilogo, possano essere effettivamente destinati dei soldi in più direttamente a Edip, anche
00:45:50come Grenz, perché noi abbiamo bisogno di spostare sempre più sul bilancio UE dei fondi
00:45:58sulla difesa, perché adesso abbiamo gli 8 miliardi di EDF e poco altro, perché il resto
00:46:03sono contributi nazionali. Dal suo punto di vista, per il suo osservatorio, è possibile?
00:46:11Ci sono domande? Prenatore Marton, prego. Grazie, colonnello. La spiegazione è molto
00:46:19chiara. Il Presidente Cossiga, Presidente di IAD, ci ha segnalato una difficoltà in
00:46:34merito alla regolamentazione, o comunque alle regole europee, sul fatto che per accedere
00:46:41ai fondi europei, per programmi europei, servano questi tre Stati per fare l'aggregazione
00:46:48ma nel caso in cui un'azienda sia già, come MBDA ha fatto un esempio specifico, partecipata
00:46:56di tre Stati differenti, non acceda a questi fondi, in quanto non ci sono tre Stati. Quindi
00:47:04di volta in volta devono andare a chiedere a Lussemburgo, a Malta, piuttosto che a qualcun
00:47:08altro di far parte del programma, semplicemente per avere il numero di tre Stati. È previsto
00:47:16la possibilità di andare con una regolamentazione diversa, quindi se lei ha conoscenza di questa
00:47:23cosa, affinché già le corporation, le aziende che sono già strutturate su base multinazionale
00:47:33a partecipazione statale possano accedere a questi fondi direttamente di diritto, perché
00:47:39se si dà già il diritto a quelli che sono già strutturati abbiamo fatto un bel salto,
00:47:46credo, è previsto questa cosa. Poi la seconda domanda è, i SEAP possono emettere bond, in
00:47:53quanto giuridicamente riconosciuti, ma le aziende industriali, quelle già quotate possono
00:48:01anche loro già emettere dei bond? Come si può strutturare la possibilità di emettere
00:48:12bond dal SEAP e la possibilità di emettere bond dall'industria stessa? Cioè è previsto
00:48:17un meccanismo per cui solo una delle due possa farlo o che ci sia un coordinamento tra le
00:48:23due cose? Grazie.
00:48:30Sì, grazie. Intanto grazie per il suo lavoro, colonnello, anche perché non è facile, nel
00:48:37senso che manca di tutta questa architettura così complicata su cui voi vi destreggiate
00:48:43molto bene e meno male che ci sono rappresentanti del nostro paese che si destreggiano molto
00:48:49bene, manca un tema politico, cioè tutta questa architettura è così complicata perché
00:48:54mancano due decisioni politiche fondamentali. La prima è mettere soldi, cioè se pensiamo
00:49:01che stiamo parlando di un miliardo e mezzo, 26-27, se ricordo bene, del fondo europeo
00:49:09della difesa per la ricerca e lo sviluppo, pensiamo che gli Stati Uniti spendano 130
00:49:13miliardi in ricerca e sviluppo, diventa, come dire, quasi comico discutere delle nostre
00:49:21capacità di difesa. Tra l'altro questo investimento in ricerca e sviluppo sarebbe fondamentale
00:49:27perché, come dire, apre anche a delle applicazioni non solo di tipo militare ma anche di tipo
00:49:32civile, teoricamente intendo dire, cioè sistemi radaristici, sistemi di scuolo spaziale,
00:49:38sistemi di droni, eccetera. Quindi è veramente difficile, capisco, concepire delle architetture
00:49:47funzionanti mancando a monte, diciamo così, la volontà politica di dare davvero uno stimolo
00:49:54all'industria europea della difesa. E questo è un primo elemento, cioè dobbiamo capire
00:50:01che, come diceva il collega Alfieri poco fa, cioè che insomma bisognerebbe che gli Stati
00:50:08Uniti abbandonassero un po' di sovranismi su questo argomento, perché è vero che di
00:50:12competenza nazionale la sicurezza e la difesa è esclusiva, come lei ha correttamente espresso
00:50:20all'inizio, però è vero che noi abbiamo un'Agenzia europea della difesa, abbiamo un Fondo europeo
00:50:26della difesa e tenerli lì come scatole che possono muovere piccole briciole a confronto
00:50:32di urgenze temporali e politiche così rilevanti è un elemento che mi preoccupa molto, cioè
00:50:40mi preoccupa molto in generale, diciamo. Peraltro con la possibilità di usare i trattati per
00:50:48fare cooperazione rafforzata anche sulla difesa, che aiuterebbe molto a semplificare i SEAP
00:50:55che auspicabilmente nascessero, se ci fosse una cooperazione rafforzata di difesa. Quindi
00:51:00mi sembra che i problemi più che tecnici siano politici, diciamo così, però all'interno
00:51:07di questa sua illustrazione così completa eccetera, c'è un elemento, io ricordo uno
00:51:16studio del Parlamento europeo che dice che a parte il rapporto Draghi recentemente illustrato
00:51:23anche qui proprio al Senato e i vari rapporti che documentano in maniera molto precisa la
00:51:29dispersione di risorse delle spese nazionali per la difesa, uno studio del Parlamento europeo
00:51:36che dice che si potrebbero risparmiare con sinergie adeguate oltre 40 miliardi all'anno
00:51:42in Europa di spese militari, oltre 40 miliardi all'anno. Quindi la questione io credo che
00:51:50sia proprio all'interno di questo che lei ha sollecitato, insomma mi sembra dalla sua
00:51:57relazione, la questione mi sembra che bisogna fare presto a fare queste sinergie, che il
00:52:04fondo safe sia condizionato fortemente a queste sinergie, bisogna che il libro bianco
00:52:10della difesa sia fortemente politicamente orientato a questo e mi domando anche che ruolo
00:52:17vede lei in questo contesto per l'Agenzia europea della difesa, perché qui stiamo parlando
00:52:22di strumenti della Commissione, ma l'Agenzia europea della difesa che è competenza degli
00:52:25Stati membri, perché come tutte queste architetture evitano di farci credere che Bruxelles parli
00:52:34molto ma poi riesca a partorire sempre il topolino, ecco questo è.
00:52:39Senatore Del Rio, sempre con piacere che lei rida la parola, senatore Merton.
00:52:47Mi collego a quanto appena detto dal senatore Del Rio, noi stavamo ragionando anche in termini
00:52:58appunto di cooperazione rafforzata, però le regole europee prevedono che per una cooperazione
00:53:04rafforzata servano almeno 9, un terzo degli Stati membri e non sono neanche sicuro che
00:53:11si possa comunque creare una cooperazione rafforzata in termini appunto di difesa, di
00:53:19regole sulla difesa sostanzialmente perché è competenza esclusiva degli Stati, quindi
00:53:24credo ci sia un altro articolo che non permetta, sto andando a studiarmi questa cosa perché
00:53:30uno degli obiettivi era appunto laddove non c'è l'unanimità nelle decisioni si va avanti
00:53:37come con la pesca o con delle cooperazioni strutturate e rafforzate e si procede diciamo
00:53:43con chi ci sta, con i famosi volenterosi, ora che lei sappia c'è la possibilità di
00:53:50crearla e di partire appunto da una cooperazione strutturata e rafforzata, la seconda cosa,
00:53:59il secondo ragionamento era il Pentagono qualche anno fa, non ricordo chi del Pentagono, ha
00:54:07si lamentava del fatto che l'industria, l'accorpamento di industrie, quantomeno sul comparto difesa,
00:54:16fosse diventato così grande e così specializzato su alcuni sistemi che si era limitato la ricerca
00:54:24e sviluppo, si era fermata all'innovazione, quindi anche il Pentagono stesso nell'andare
00:54:29a richiedere prodotti si era trovato in difficoltà in quanto i prodotti erano solo quelli e
00:54:35quindi poteva non avere uno sbocco capacitivo richiesto perché l'industria appunto non
00:54:43sviluppava. Se noi andiamo a disegnare come lei ha dimostrato, questo pericolo noi non
00:54:50lo abbiamo perché continuiamo ad avere comunque una quantità di industrie che procedono per
00:54:55quanto unite su progetti sostanzialmente diversi e i SEAP permetterebbero di avere comunque
00:55:01competizione pro e contro anche di questo. Cosa ne pensa lei?
00:55:09Se non ci sono altre domande io le do la parola. Una domanda l'avevo, il rapporto con l'Inghilterra
00:55:20che è uscita dall'Europa ma sul fronte di difesa sta esprimendo una forte volontà di
00:55:26rientrarci. Mi chiedevo se si sta ragionando a livello del Comitato su l'interazione con
00:55:33l'industria anche della Gran Bretagna e come e in quale forma. Grazie.
00:55:38Grazie per le domande, andrò in ordine sperando di aver appuntato tutti i punti principali
00:55:45delle domande, quindi parto con la domanda del Senatore Alfieri. L'envelop di 1 miliardo
00:56:00e mezzo oggettivamente rispetto ai volumi finanziari della Commissione ma anche rispetto
00:56:07alla complessità della materia che stiamo trattando e come giustamente ricordava anche
00:56:12il Senatore Del Rio, rispetto agli 8 miliardi di EDF è una cifra piccola, anche perché
00:56:18ricerca e sviluppo è una percentuale minoritaria rispetto alle fasi successive che sono più
00:56:25labor intensive, più cost intensive, quindi se ci sono 8 miliardi di ricerca e sviluppo
00:56:30la cifra per le fasi successive dovrebbe essere più alta. Tuttavia ritengo che dato il livello
00:56:37di complessità dello strumento in sé, questo miliardo e mezzo io lo immagino come un modo
00:56:44per contenere le difficoltà negoziali, quindi è veramente un po' un'attività preparatoria,
00:56:53è una fase di allenamento prima di entrare effettivamente in campo con, se EDIP 1.0 fosse
00:57:01partita con una dotazione finanziaria di centinaia di miliardi credo sarebbe stato veramente
00:57:08difficile negoziarla, già adesso per un miliardo e mezzo abbiamo visto che si sono sollevate
00:57:14delle riflessioni di grande rilevanza politica sui temi di elegibilità non ancora del tutto
00:57:21risolti, per cui secondo me è uno step intermedio per superare un ostacolo che da solo probabilmente
00:57:29sarebbe stato troppo alto per essere saltato al primo colpo, questa è l'interpretazione
00:57:35che noto io, ma nessuno dei 27 Paesi membri immagina che tutto questo sia giustificato
00:57:40da un miliardo e mezzo, ve lo posso garantire. Rispetto a quali azioni finanziare come funziona,
00:57:49io credo che il Senatore Alfieri li abbia comprese bene, premesso che faccio riferimento
00:57:55al testo com'è oggi, domani potrebbe essere diverso, quindi siamo ancora in una
00:58:00fase negoziale e quindi questo è oggetto di modifiche, però noi immaginiamo che la
00:58:05costituzione del SERP e quindi relativamente ai costi elegibili di running costi dell'Agenzia,
00:58:13quindi l'Agenzia consumerà X soldi per essere gestita, quindi personale, dotazioni
00:58:19e vendita, questo è elegibile al 100% dalla Commissione, si costituisce l'Agenzia, questo
00:58:25a regime quando EDIP verrà visto lungo il ciclo di vita del programma, non ci aspettiamo
00:58:31che succederà in questo biennio perché le azioni partono insieme anche se sono sequenzialmente
00:58:38non allineate, ma a regime noi ci immaginiamo che una volta costituito il SERP, dove la
00:58:43A verrà sostituita dal nome del programma, quindi immaginiamo una struttura per programmi
00:58:48europei di drone, si costituisce l'Agenzia, si coprono i costi, a quel punto l'Agenzia
00:58:59che diventa il luogo delle decisioni, il luogo della gestione e non necessariamente deve
00:59:03essere un SEAP, quindi mi ricollego già alle domande successive, può essere un programma
00:59:09di cooperazione strutturato, può essere un'Agenzia che già esiste altrove, può essere un progetto
00:59:14gestito all'interno di OCCAR, il SEAP cerca di semplificare l'aggregazione governativa
00:59:21che nasce come punto di partenza di un programma che deve rimanere di gestione governativa,
00:59:26l'idea che un programma arriva al mercato e alla piena maturità sempre nelle mani dell'industria
00:59:32non risponde alla realtà dei fatti, qualunque programma di difesa mondiale, l'F16 americano
00:59:40è gestito dal governo, l'Eurofighter è gestito dal governo, sono programmi gestiti
00:59:44dai governi che ne coprono tutti i costi, ne stabiliscono i requisiti e prendono le
00:59:51decisioni strategiche di come eseguire il programma, quindi il SEAP a quel punto stabilisce,
00:59:56il programma è già maturo per l'industrializzazione? No, serve un'ulteriore spinta perché dobbiamo
01:00:02raggiungere uno sviluppo addizionale, l'aeroplano, il prodotto deve essere ancora certificato,
01:00:08serve un'attività di ricerca e sviluppo, a questo punto si può applicare sia per
01:00:12quelle che vengono chiamate EDF+, quindi le azioni di tipo ricerca e sviluppo che già
01:00:16EDIP contiene, oppure per risolvere quelle tensioni industriali di cooperazione e sharing
01:00:23di know-how, applicare ad un'azione EDF con il regolamento attuale e beneficiare di quei
01:00:30rati di sussidi che per le parti finali della ricerca arriveranno al massimo all'80% e
01:00:36quindi alleggerire l'onere che chiaramente, come ha fatto notare prima, deve essere cofinanziato
01:00:42dal governo e qui poi entreremo in questa parte, questo è uno schema che descrive in
01:00:50maniera grafica l'articolo 6 di EDIP, cioè Additional Funding Resource, quindi nella
01:00:56fase di cofinanziamento, l'articolo 6 è un po' come un salvadanaio che può essere
01:01:01anche personalizzato per budget line nazionali, in cui i governi fanno confluire, quindi l'esempio
01:01:08che faceva lei, se l'Italia decidesse che è opportuno e conveniente, valutati tutti
01:01:13i pro e i contro, che comunque si capiranno meglio quando il regolamento del SAFE verrà
01:01:18concluso, se riterrà opportuno utilizzare quello strumento, potrebbe dedicare parte
01:01:25di quello strumento, incanalarlo, indirizzarlo verso l'articolo 6 e coprire la parte di cofinanziamento
01:01:33di tutte quelle azioni che verranno sviluppate di fine della ricerca e sviluppo, la ricerca
01:01:38diciamo è già risolta prima, fine dello sviluppo, industrializzazione, joint procurement,
01:01:45come parte di cofinanziamento facendo confluire anche risorse che provengono da questi nuovi
01:01:50strumenti, altrimenti quelle saranno risorse nazionali che dovranno essere trasferite come
01:01:55avviene tipicamente nei programmi di cooperazione internazionale.
01:02:09Secondo noi, io conosco bene i dettagli di EDIP, EDIP è pronto ad accogliere sull'articolo
01:02:176 anche un finanziamento proveniente da quello strumento, in cui avendo letto velocemente
01:02:24quel regolamento non ci sono previsioni contrarie che potrebbero inibire la confluenza di quei
01:02:30finanziamenti nell'articolo 6, quindi la risposta che mi viene come prima risposta
01:02:35nell'emore che i regolamenti verranno finalizzati è secondo me consente di confluire parte
01:02:41di quel finanziamento all'interno dell'articolo 6 a beneficio di azioni EDIP.
01:02:46Passo alla seconda domanda del senatore Marton, in particolare con l'appunto che faceva notare
01:02:54che è corretto, tuttavia EDIP rispetto alla problematica delle aziende già con una postura
01:03:02internazionale, il caso di MBDA, il caso di Airbus, non tocca questo punto per un semplice
01:03:14motivo, perché lungo queste azioni i beneficiari sono essenzialmente i governi, l'unica azione
01:03:23in cui l'industria potrebbe essere beneficiaria è quella dell'industrializzazione e lì ci
01:03:28può essere anche soltanto un'industria, per cui questo problema che lei sollevava
01:03:32corretto in ambito EDIF, credo eventualmente sarà oggetto di un EDIF 2.0 un accorgimento
01:03:40di questo tipo, perché è un problema noto e attenzionato, ma che tuttavia in EDIP il
01:03:45caso di specie non rileva perché in tutte queste azioni è quasi sempre i governi o
01:03:53le associazioni governative ad essere beneficiari, soltanto nel caso del ramp up industriale come
01:03:59avvenuto nel regolamento precedente ASAP che è stato propedeutico a EDIP, si può presentare
01:04:07anche soltanto un'industria, per cui il caso del consorzio di tre non sussiste.
01:04:13Vado al senatore Del Rio, concordo, chiaramente queste sono considerazioni tecniche che seguono
01:04:21indicazioni politiche e decisioni politiche, quindi mi sono semplicemente limitato a immaginare
01:04:32per dare conseguenza a attività tecniche che abbiano un senso e un riscontro finalizzato
01:04:40a un'attività di trasformazione del mercato, relativamente al ciascuno di queste azioni
01:04:50si può dire che il caso di specie non rileva perché in EDIP il caso del consorzio di tre
01:04:55non sussiste, quindi mi sono semplicemente limitato a immaginare per dare conseguenza
01:05:00a attività tecniche che abbiano un senso e un riscontro finalizzato a un'attività
01:05:05di trasformazione del mercato, relativamente al ciascuno di queste azioni si può dire
01:05:10che il caso del consorzio di tre non sussiste, relativamente al ciascuno di queste azioni
01:05:15si può dire che il caso del consorzio di tre non sussiste, relativamente al ciascuno
01:05:20di queste azioni si può dire che il caso del consorzio di tre non sussiste, relativamente
01:05:31al ruolo di EDA bisogna fare un chiarimento che probabilmente si evince da questa slide,
01:05:38di competenze a livello dell'Unione Europea. Vediamo che nella foreign policy, quindi nella
01:05:47politica estera e di sicurezza comune di cui fa parte la CSDP, quindi la politica di difesa
01:05:56e sicurezza comune, esiste la possibilità di cooperare a livello dei member state all'interno
01:06:08di un framework intergovernativo, il che vuol dire tutte le iniziative PESCO, le iniziative
01:06:14di EDA appartengono a questo mondo intergovernativo che può coprire tutte le fasi della difesa
01:06:21dalla realizzazione e l'armonizzazione delle prime esigenze operative fino all'ultima
01:06:26fase, però il mondo intergovernativo implica con le regole dei member state, su volontà
01:06:34dei member state e con i finanziamenti dei member state. Questo mondo intergovernativo
01:06:40rispetto al mondo sovranazionale della Commissione è separato dai trattati, quindi EDIP appartiene
01:06:47al mondo sovranazionale del trattato e può agire soltanto come cura dell'aspetto industriale,
01:06:57ecco perché ho sottolineato quelle parti rosse, i pro sono che può utilizzare budget
01:07:03comune, i contro sono che ha un livello di governance diverso da quello intergovernativo.
01:07:10Questi due mondi sull'articolo 40 e 41 del trattato sono mondi che vengono tenuti separati,
01:07:20è chiaro che ci può essere un bridge e noi lo ospichiamo, ma questo bridge deve avvenire
01:07:25su volontà dei member state, quindi i member state potrebbero tranquillamente prendere
01:07:29un PESCO project che è nato, i PESCO project sono i programmi di cooperazione strutturata,
01:07:34che nasce in un framework intergovernativo e trasportarlo qui, assolutamente, ma questo
01:07:41passaggio avviene su volontà dei member state e cambia cornice di riferimento, si entra
01:07:48in un mondo e in una governance diversa, con i benefici di avere vantaggi finanziari e
01:07:54possibilità normative che nel mondo intergovernativo, soldi dei member state, regole dei member
01:08:00state non ci sono e dal nostro punto di vista, questa è una posizione che l'Italia sta portando
01:08:07avanti, noi vediamo che ci sia valore a mantenere, almeno nell'immediato, questi due binari ancora
01:08:19in parallelo, perché se invece volessimo forzare la sovrapposizione di questi due mondi
01:08:25vorrebbe dire dal nostro punto di vista ridurre le possibilità di cooperazione, mi spiego
01:08:31meglio, queste iniziative della Commissione sono soggette a delle condizionalità specifiche,
01:08:38ad esempio i temi di elegibilità, quindi se noi volessimo creare una sovrapposizione,
01:08:47una intercambiabilità automatica tra i due mondi, vorrebbe dire che anche tutte queste
01:08:52opportunità, questi strumenti intergovernativi dovrebbero coprire le stesse condizionalità e
01:08:59quindi resterebbero escluse delle possibilità di cooperare dei member state che per esigenze
01:09:04operative o altra natura ancora non incontrano completamente queste condizionalità e quindi
01:09:11non troverebbero un luogo di cooperazione che magari è meno accattivante di questo perché
01:09:16questo beneficia i rifinanziamenti europei, ma che comunque è una buona iniziativa perché tutte le
01:09:21iniziative anche a livello intergovernativo di cooperazione vanno promosse, vanno favorite,
01:09:25quindi noi immaginiamo che ci sia un passaggio progressivo per poi tra 30 anni confluire in un
01:09:33mondo che mette un po' insieme tutti i pezzi, però cortocircuitare subito questi due mondi
01:09:38secondo noi potrebbe essere controproducente. Nel libro bianco e nelle ultime comunicazioni
01:09:59il concetto di amplificare le partnership viene segnalato in maniera consistente in
01:10:07particolar modo verso il Regno Unito, verso gli Stati Uniti, il Canada e tuttavia in EDIP allo
01:10:12stato attuale in questo momento il Regno Unito è ancora un paese non associato, quindi EDIP è
01:10:20costruito intorno ai Paesi Medici, io percepisco che c'è un passo in avanti sulle altre iniziative,
01:10:30verosimilmente se queste iniziative porteranno avanti forme di promozione di queste partnership
01:10:40auspico che in EDIP 2.0 ci sarà riscontro all'interno del nuovo regolamento per aprire
01:10:49la possibilità di partecipare anche al Regno Unito, tra cui l'Italia ha dei legami industriali
01:10:54molto forti e credo sia nell'interesse di tutti non considerarli, il mondo non è diviso tra
01:11:01member state e tutti il resto del mondo, ci dovrebbero essere delle gradazioni più granulari.
01:11:08Se non ci sono altre domande colleghi io ringrazio lei e anche i suoi collaboratori
01:11:22che sono stati presenti per questa spiegazione chiarissima ed esaustiva e per noi molto importante.

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