https://www.pupia.tv - Roma - Seguito dell'indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti
Commissione straordinaria diritti umani
Seguito dell'indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani in Italia e nella realtà internazionale: audizione di rappresentanti di Amref Healt Africa - Italia, sul tema delle mutilazioni genitali femminili in Italia (25.03.25)
Commissione straordinaria diritti umani
Seguito dell'indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani in Italia e nella realtà internazionale: audizione di rappresentanti di Amref Healt Africa - Italia, sul tema delle mutilazioni genitali femminili in Italia (25.03.25)
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00:00Salute, sono molto orgoglioso di farne parte di questa Commissione. Sostituisco indiricamente la Senatrice Giarelli e tutti i cerebri.
00:22Grazie, buongiorno a tutte e tutti. Volevo innanzitutto ringraziare per l'opportunità che ha data a me come persona, ma anche all'organizzazione che rappresento, ad essere qui.
00:45È veramente un onore per noi poter contribuire ad una riflessione sul tema dei diritti umani, partendo da quello che noi conosciamo come una delle violazioni che purtroppo è tra le principali che riguarda il continente africano e che riguarda soprattutto le donne.
01:04Nel tempo che mi è stato accordato vorrei fare una specie di viaggio per portarvi nel continente in cui noi operiamo e dal quale abbiamo capito come poter intervenire in maniera efficace per contrastare questa violazione dei diritti umani per poi arrivare al nostro contesto, quello europeo e quello italiano, dove questo tema per la presenza di flussi migratori è un tema importante,
01:30e arrivare poi a quelle che noi consideriamo delle raccomandazioni che spero che possano poi anche suscitare una discussione, una fase successiva, sia appunto per il Senato che per le istituzioni italiane.
01:46Io volevo partire intanto da una definizione sulle mutilazioni genitali femminili. Noi ne parliamo spesso, quindi c'è il rischio di iniziare subito raccontando quello che facciamo senza soffermarsi su quello che rappresentano.
01:58Come dicevo prima si tratta di, a tutti gli effetti, di una violazione dei diritti umani che riguarda le donne e che riguarda donne in diverse età, spesso parliamo di neonate o di bambine o di preadolescenti, e riguarda la rimozione parziale o totale degli organi genitali femminili esterni per motivi non terapeutici,
02:20che avviene spesso in condizioni di clandestinità, perché le mutilazioni genitali femminili nella gran parte dei paesi in cui noi operiamo sono illegali, ma sono delle tradizioni che vengono perpetuate a livello comunitario e quindi non effettuate in modo rigoroso, che mettono a rischio la sopravvivenza delle ragazze stesse e che poi possono comportare dei danni permanenti.
02:44Ne esistono di quattro tipi diversi e chiaramente a seconda del tipo di taglio che la donna subisce ha delle conseguenze differenti.
02:54Perché noi come AMREF ci occupiamo di mutilazioni genitali femminili? Perché l'organizzazione che oggi rappresento è la più grande organizzazione sanitaria nata in Africa nel 1957 attraverso l'azione dei flying doctors, ovvero di medici volanti che portavano all'epoca salute e servizi sanitari nelle zone più remote e sperdute del continente.
03:22L'organizzazione ha tutti gli effetti africana, noi non lavoriamo attraverso espatriati perché il continente possiede le risorse e le competenze necessarie per far fronte ai propri problemi e operiamo in 35 paesi.
03:37Esistono poi 11 sedi come quella nostra in Italia, in Europa che supportano i programmi, la raccolta fondi, la sensibilizzazione e poi due sedi negli Stati Uniti e in Canada.
03:47La nostra visione è un mondo in cui la salute sia un diritto universalmente riconosciuto e goduto e che possa essere garantito in modo equo e l'equità riguarda anche i due generi e sostenibile.
04:01Come lo facciamo? Lo facciamo sostenendo i servizi di assistenza sanitaria primaria affinché mettano al centro le persone, che siano guidate dalle comunità e lo facciamo occupandoci di tutti quei determinanti della salute, quindi sociale, educativo ed economico che poi possono in qualche modo influenzare la salute stessa e vedremo quanto questo è importante nella lotta contro le mutilazioni genitali femminili.
04:27Alcuni dati per inquadrare il fenomeno. Sappiamo che nel mondo ci sono circa 230 milioni di donne e di bambine che hanno subito mutilazioni genitali femminili e di queste la gran parte, come dicevo prima, sono bambine, 44 milioni non hanno neanche l'età di adolescenziale, sono di età inferiore ai 14 anni.
04:50In Europa sono oltre 600 mila le donne e le ragazze che hanno subito mutilazioni genitali femminili e 180 mila a rischio ogni anno. Vedremo poi i dati relativi all'Italia.
05:04Come lavoriamo? Noi lavoriamo da oltre 20 anni all'interno delle comunità africane attraverso, come dicevo prima, degli operatori che sono in grado di leggere il contesto e di provare ad inserire dei percorsi che siano alternativi al rito di passaggio collegato alle mutilazioni genitali femminili.
05:27Abbiamo nel tempo sviluppato degli approcci che inquadrano la complessità del tema perché, come dicevo prima, è un tema legato alla salute, il taglio che le donne subiscono, ma c'è un contesto sociale che poi deve essere preso in considerazione.
05:45Le nostre azioni chiavi passano quindi dal rafforzamento dei sistemi sanitari e dei servizi sociali alla formazione di operatori, inclusi quelli di comunità, l'empowerment delle comunità stesse con cui si dialoga per trovare delle alternative che possano interrompere queste tradizioni e, naturalmente, delle attività di sensibilizzazione ed advocacy che riguardano le istituzioni.
06:09Perché, come dicevo prima, le leggi in molti casi esistono, c'è poi la necessità di attuarle e di fare in modo che questa legge, questa lotta alle mutilazioni genitali femminili raggiunga i contesti in cui noi operiamo.
06:23Quello che noi facciamo, come dicevo prima, è comprendere e rispettare i valori tradizionali, ma fornire delle alternative e proporre un approccio olistico e integrato che metta insieme il contesto legale, quindi, come dicevo prima, le leggi e le loro attuazioni, i sistemi comunitari, i sistemi sanitari e nonché supporto psicosociale.
06:46Ogni nostro intervento è guidato dai dati che noi raccogliamo perché, sull'evidenza di ciò che ha successo, poi costruiamo gli interventi futuri.
06:56Per citare un dato collegato all'Italia, nel 2024 abbiamo raccolto più di 300.000 firme con una petizione contro le mutilazioni genitali femminili che poi abbiamo consegnato alle autorità del Kenia e alla comunità internazionale.
07:10Questo a sottolineare la nostra volontà di insistere affinché ci sia l'attuazione delle politiche esistenti.
07:18Breve escursus su come noi operiamo.
07:21Intanto, la strategia principale è il rito alternativo di passaggio.
07:26Questo IRP, che è Alternative Rights of Passage, che trovate qui, è proprio il cuore dei nostri interventi.
07:34Molto spesso che cosa facciamo?
07:37Lavoriamo con le scuole, ad esempio, affinché ci sia un momento in cui si celebri la crescita di queste ragazze, il passaggio dall'età infantile a quella adulta.
07:49Ma lo si faccia all'interno delle scuole.
07:51Alle ragazze vengono consegnate dei libri e quindi il messaggio che portiamo è duplice.
07:58Non solo proteggerle da un punto di vista di salute, ma anche ribadire la loro affermazione e la loro parità rispetto ai ragazzi.
08:05L'opportunità di continuare con gli studi per poter poi affermarsi come individuo adulto.
08:11L'altra strategia è la sensibilizzazione comunitaria.
08:17Bisogna ascoltare le comunità e capire quale leve utilizzare all'interno delle comunità stesse per apporre dei cambiamenti endogeni, quindi non esogeni.
08:29Formare, formazione continua a tutti i livelli degli operatori, fare advocacy e utilizzare la tecnologia.
08:36L'uso degli smartphone è molto diffuso anche nei contesti in cui noi operiamo e li usiamo a tutti i livelli.
08:41Per creare delle rete, per formare gli operatori, per aggiornare e segnalare dei casi di violenza, quindi per promuovere anche delle campagne di sensibilizzazione.
08:50Che cosa facciamo in Italia? Come organizzazione abbiamo appreso delle buone pratiche.
08:57Questo è un dato per noi interessante perché molto spesso si pensa che esista un'Europa evoluta che è in grado di esportare dei modelli e un continente africano che può recepirli.
09:09Nel nostro caso abbiamo fatto un passaggio inverso, cioè abbiamo appreso come lavorare, come dicevo prima, ascoltare le comunità per introdurre delle modifiche all'interno delle stesse
09:19e come fare rete affinché questo approccio multidimensionale contro la mutilazione genitale terminile possa essere efficace e l'abbiamo portato in Italia.
09:33Citerò solo due esempi di progetto che abbiamo portato avanti in Italia. Uno è P-ACT e l'altro Y-ACT. Cerco anche di far capire cosa c'è dietro questi acronimi.
09:43Perché sono i due ambiti di intervento. Il primo, P-ACT, è più istituzionale. È stato un progetto concluso, finanziato dal Ministero degli Interni,
09:54che abbiamo portato avanti con l'intento di dare una risposta a quel bisogno, a quei numeri di cui parlavo prima, ma facendolo mettendo insieme tutti gli attori coinvolti.
10:08Quindi cercando di rafforzare la prevenzione e l'assistenza socio-sanitaria delle bambine attraverso un approccio multidisciplinare e migliorare l'efficacia e l'efficienza delle risposte dei servizi esistenti.
10:20Tra i risultati principali che abbiamo ottenuto, oltre la formazione e la mappatura dei vari stakeholder coinvolti, c'è la firma di due protocolli interistituzionali e la creazione di reti specifiche per la prevenzione e la lotta alle mutilazioni genitali femminili a Roma e a Padova.
10:40Proprio ieri a Villalteri c'è stato un incontro di formazione promosso dal Sessorato alle politiche sociali di Roma Capitale, che fa parte della rete di Roma.
10:53Il progetto è finito, ma le attività di questa rete che noi abbiamo istituito quindi è evidente che vanno avanti.
10:58L'altro progetto a cui facevo riferimento prima è invece un progetto finanziato dall'Unione Europea, in cui abbiamo deciso di potenziare quel lavoro di autodeterminazione, ascolto e di ruolo di protagonismo dato alle comunità.
11:12Come lo abbiamo portato avanti? Attraverso l'empowerment, quindi il coinvolgimento e l'attivazione di giovani con background migratorio presenti nel nostro paese, soprattutto ragazzi provenienti da Nigeria, Somalia, Etiopia, i paesi dove c'è la più alta prevalenza di mutilazioni genitali femminili,
11:34abbiamo promosso dei dialoghi tra community of practices, quindi tra gruppi che hanno poi affrontato questo tema e fatto delle azioni di sensibilizzazione dentro quelle comunità, ma attraverso i giovani.
11:49Sono i giovani stessi che si sono fatti carico di promuovere una diversa visione rispetto al tema, quindi non attraverso noi ma attraverso i ragazzi di quelle stesse comunità, i quali hanno poi prodotto anche un manifesto nel quale appunto mettono insieme una serie di raccomandazioni e soprattutto esprimono la loro visione, la loro visione su come affrontare tra le comunità africane presenti in Italia questo tema.
12:18Tra i vari obiettivi ci sono anche delle campagne video, diamo voce al silenzio, dove ognuna delle ragazze ha raccontato la propria esperienza, diretta o indiretta, associata al tema delle mutilazioni e il proprio ruolo all'interno del progetto e come dicevo prima anche il manifesto.
12:35L'evento conclusivo di questo progetto ha portato ad un incontro istituzionale presso il Parlamento europeo, eravamo presenti al Parlamento il 6 febbraio che è la giornata mondiale di lotta contro le mutilazioni genitali femminili e anche in quel caso abbiamo dato spazio ai giovani formati che oggi più che mai vogliono prendersi quello spazio,
13:02proprio perché attraverso il loro lavoro si sono resi conto che possono cambiare le percezioni e possono essere dei veri agenti di cambiamento all'interno delle loro comunità.
13:14Andando in conclusione quindi, perché parliamo di mutilazioni genitali femminili e violazione dei diritti umani anche in Italia? Per quello che dicevo prima, perché anche in virtù di flussi migratori è un tema che riguarda molte donne che sono presenti nel nostro paese,
13:35le stime che noi abbiamo a disposizione sono stime del 2019 fatte dalla Bicocca, Dipartimento delle Pari Opportunità, sappiamo che sono stime a ribasso perché non è facile intercettare questi casi di donne che hanno subito il taglio, però parliamo di 87 mila donne in Italia e con una stima di rischio tra il 15 e il 24% delle ragazze proveniente da questi paesi.
14:03Che cosa serve? Serve sensibilizzazione, formazione e supporto continuo, ma a tutti i livelli. La dimensione multisettoriale che ho raccontato prima è l'Africa, a maggior ragione deve essere affrontata anche in Italia e come vedete qui i livelli di interlocuzione sono diversi.
14:23Si va dalle comunità ai servizi sociali al mondo delle scuole, non solo le scuole di italiani e vestagliani, ma quelle di ordine e grado, consulenti legali, commissioni territoriali, procura della Repubblica.
14:35Noi nel nostro lavoro abbiamo incontrato tantissimi referenti di istituzioni scolastiche che ci chiedono come affrontare questo tema, cosa fare quando come insegnante si ha il sospetto. Abbiamo incontrato pediatri che ci hanno chiesto come il loro ruolo può essere una guida nell'informare e nel sensibilizzare su questo tema.
14:57Abbiamo incontrato medici che ci hanno detto che nella nostra Università non è prevista neanche un'ora di formazione legata al tema delle mutilazioni genitali femminili, eppure spesso, ovviamente quando queste donne partoriscono, si trovano di fronte a casi di donne che sono state mutilate e quindi per loro sarebbe di vitale importanza capire come agire.
15:19Quale impatto da un punto di vista istituzionale? Non mi dilungo su una legge che esiste, che immagino conosciate meglio di me e che prevede l'obbligo di rispettare le disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche delle mutilazioni genitali femminili. Esistono delle linee guida per le figure professionali emanate dal Ministero della Salute e le linee guida per l'identificazione precoce delle vittime di mutilazioni genitali femminili o di altre pratiche dannose,
15:48che hanno anche la possibilità di richiedere il diritto di asilo. L'Italia inoltre ha ratificato numerose convenzioni, tra cui quella sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne e quella di Istanbul.
16:02Quali raccomandazioni pensiamo siano utili per l'Italia e per l'Europa e oggi vogliamo portare come elemento di discussione? Innanzitutto rafforzare le competenze degli operatori a livello multisettoriale e multidisciplinare. L'approccio listico di cui parlavo prima è quei gap, quelle mancanze, quei vuoti formativi a cui accennavo, pediatri, mondo dell'educazione, mondo della legalità, perché c'è anche questo termine dal punto di vista legale.
16:30Rafforzare i servizi quindi multidisciplinari che prevedano la prevenzione, il contrasto e la presa in carico. Ci sono dei servizi esistenti che si occupano anche di donne che decidono poi di intervenire chirurgicamente quando poi sono arrivate nel nostro paese e decidono di fare un percorso alternativo.
16:52La sensibilizzazione delle comunità. Queste comunità vanno conosciute, vanno coinvolte attraverso un dialogo con dei mediatori e vanno trovate all'interno delle loro comunità quei agenti di cambiamento di cui parlavo prima. Va rafforzato il sistema di asilio sensibile alle questioni di genere e ovviamente anche supportata il più possibile una cooperazione transfrontaliera e di scambio di buone pratiche.
17:16Molte delle ragazze che sono nel nostro paese sono a rischio di subire le mutilazioni genitali femminili quando fanno dei viaggi nei propri paesi di origine. Quindi la cooperazione transfrontaliera non solo a livello europeo per dire buone pratiche ma anche di dialogo con i paesi africani è essenziale. Naturalmente vanno sviluppate anche campagne informative che siano però adeguate a veicolare un messaggio appropriato.
17:42Cosa raccomandiamo oggi come organizzazione? Vado a chiusura di questo intervento cercando di rispettare il più possibile il tempo che mi è stato dato a disposizione.
17:54Intanto la nostra priorità e questa credo abbiano anche un ordine di importanza per noi è dare piena attuazione alla direttiva europea 1385 del 2024. È importante che vengano istituite in tutte le regioni italiane centri per l'assistenza e il supporto multidisciplinare alle donne, alle minori vittime di mutilazioni genitali femminili.
18:20E vanno sistematizzati i percorsi formativi. Questo è un dato molto importante. Prima parlavo di due reti che noi abbiamo istituito una a Padova e una a Roma. Il contesto è completamente diverso perché esiste la legge italiana ma la regione Veneto ha fatto propria la legge nazionale.
18:42Nel Lazio questo non c'è, non abbiamo un albo che possa aiutare sulla mediazione culturale. Quindi l'attuazione di questa direttiva è un punto fondamentale perché consente di istituire a livello regionale dei centri che poi possono coordinare quel lavoro multidimensionale a cui facevo accenno prima.
19:08È importante che assicurare al piano d'azione contro la violenza sessuale di genere la capacità di percepire e di far proprio le raccomandazioni europee e questo soprattutto creando dei percorsi e dei ruoli molto chiari tra le istituzioni che sono coinvolte.
19:30Quindi rafforzando come dicevo prima sistemi e servizi ma anche le competenze e la sensibilizzazione. Sensibilizzazione e empowerment comunitario lo troverete sempre nelle raccomandazioni che noi portiamo avanti perché non si può intervenire in un cambiamento dall'esterno.
19:48Questo cambiamento va fatto con le persone e attraverso le persone. Noi nei nostri progetti li chiamiamo i champion, quelli che decidono di invertire una tendenza e di fare attraverso la propria vita, il proprio esempio, un modo per individuare delle alternative.
20:08Va incluso dal nostro punto di vista il tema delle mutilazioni genitali femminili nel framework più ampio del tema di salute e diritti sessuali e riproduttivi e va assicurata trasparenza a tutti i livelli.
20:23Come dicevo prima questo è un tema trasversale che riguarda il governo pensando al dipartimento dei pari opportunità e ministeri, ministeri della salute, degli interni, regioni, comuni e bisogna davvero avere un piano chiaro che può essere collegato al primo, quindi l'attuazione delle direttive europee che può veramente dare un'idea di cosa ogni ente deve fare in termini di risorse, progettualità e valutazione.
20:49Pensiamo che sia utile, e vado veramente in chiusura, favorire il supporto alle partnership globali, quindi contribuire anche attraverso questo tema al raggiungimento dell'obiettivo di sviluppo sostenibile numero 17 creando alleanze e collaborazioni fra diverse entità e attori, quindi non solo il settore pubblico istituzionale ma anche quello privato.
21:15E noi nel nostro piccolo, con i nostri interventi, finanziamenti del ministero degli interni e dell'Unione europea proviamo sempre a farlo e poi favorire il confronto e la cooperazione, come dicevo prima con gli altri paesi europei.
21:29In alcuni paesi, anche in virtù di flussi migratori superiori ai nostri, ci sono delle procedure più avanzate, quindi sarebbe facile attraverso un dialogo percepirle e farle nostre e soprattutto continuare a collaborare con i paesi ad alta prevalenza di mutilazioni genitali femminili, perché crediamo che davvero questo dialogo, questo confronto per un tema così importante possa fare la differenza.
21:55Non solo sul tema di questa violazione dei diritti umani ma anche per rafforzare il ruolo delle donne nei processi di sviluppo che nella nostra esperienza sono fondamentali per poter fare la differenza nel medio e nel lungo periodo. Grazie.
22:25Prego.
22:55della violazione dei diritti umani e quindi se l'integrazione poi in Italia o in altri paesi aiuta a dialogare con le famiglie e ad avere le MGF meno impattanti. In Italia noi abbiamo un'ottima legge che è la legge Consolo e volevo sapere se lei ha dei suggerimenti in merito a un suo miglioramento o a una sua migliore applicazione.
23:25Nella nostra esperienza per cui abbiamo avuto visibilità soprattutto nei territori in cui lavoriamo, prima forse non l'ho accennato ma oltre Padova e Roma noi abbiamo lavorato su Milano e su Torino e abbiamo riscontrato anche delle realtà molto diverse tra di loro.
23:45Ad esempio per la rete territoriale su Roma abbiamo affidato il coordinamento all'ASL Roma 1 che ha una grande esperienza con dei centri collegati alla medicina per la migrazione, penso al SAMIFO collegato all'ASL Roma 1 che ci ha aiutato nel capire come mettere insieme i diversi interlocutori,
24:13i diversi attori educativo, sanitario, sociale e quali processi favorire per la formazione continua e questo lavoro è un processo che portiamo avanti dalla firma di questi protocolli quindi negli ultimi due anni come dicevo prima in modo continuativo.
24:35Però che cosa manca? Manca, e anche per collegarmi a quel discorso della legge, una regia che da questa esperienza della rete territoriale colleghi il lavoro a livello regionale che è un po' quello a cui accennavo prima con le raccomandazioni.
24:55Quindi si è molto basato sull'iniziativa dal basso e come dicevo lunedì c'è stata una formazione promossa dall'assessorato alle politiche sociali sempre sul tema delle mutilazioni genitali femminili per operatori sanitari e sociali.
25:13Il 4 febbraio presso l'istituto superiore di sanità abbiamo promosso un altro momento di formazione più con un target sanitario in quel caso quindi diciamo che quello che io vedo è che manca una regia che possa esserci più dall'alto e che possa essere eseguita a livello regionale dove l'ambito della salute fa in qualche modo da collettore e poi però permette agli altri
25:43ambiti, agli altri stakeholder quindi istituzionali tra cui l'educazione e l'ambito legale di poter dialogare insieme. Quindi io credo che nella nostra esperienza abbiamo capito che ci sono diverse iniziative che in Italia anche nei diversi contesti non possiamo operare allo stesso modo.
26:06La rete ad esempio di Padova è invece guidata dall'assessorato alle politiche sociali perché il contesto è più piccolo e come dicevo prima c'è una legge regionale. Quello che manca è creare un ruolo di guida che possa attuare la legge nazionale a livello capillare e territoriale ma con una guida e una capacità di coordinamento da parte delle regioni.
26:37Grazie Presidente, ma intanto volevo ringraziare la Reattrice anche per l'attività che Amref fa su questo tema. Due domande, una normativa.
26:55Lei ha citato la direttiva 2024-1385 che è sul contrasto di genere, sul contrasto alla violenza sulle donne e la violenza domestica in generale però parla anche delle mutilazioni genitali femminili.
27:10In che parte la richiesta di obblighi previsti da questa direttiva ci può consentire di superare il quadro legislativo attuale che lei ha citato? Previsione di un reato piuttosto che lavorare sulla prevenzione? Quali sono secondo lei gli spazi normativi nei quali ci dovremmo muovere in attuazione della direttiva?
27:32Questa è la prima domanda. La seconda lei più volte ci ha sottolineato il tema della formazione e della cooperazione. Visto che il piano Mattei dovrebbe prevedere anche il coinvolgimento del terzo settore, da questo punto di vista vi chiedo se avete avuto occasione di essere coinvolti proprio sui vostri progetti di cooperazione per la prevenzione e la formazione.
28:03Per quanto riguarda il primo tema, i livelli sono essenzialmente in effetti tre. Uno è l'ambito della prevenzione sicuramente che deve prevedere dal nostro punto di vista anche degli importanti investimenti nell'ambito della sensibilizzazione dell'informazione capillare a livello comunitario.
28:28Prima citavo dei video che sono stati fatti da questi giovani con background migratorio che raccontano proprio attraverso la loro esperienza di vita di giovani che stanno crescendo in Italia, studiando in Italia, come è stato questo progetto che li ha portati ad affrontare il tema e a capire come la propria comunità di riferimento vive il tema delle mutilazioni genitali femminili.
28:54Quindi vuol dire che quando parliamo di prevenzione se non è collegata l'intercettazione a delle campagne di sensibilizzazione che coinvolgono queste comunità c'è il rischio che ci parliamo un po' addosso, nel senso ci investiamo in una comunicazione che può anche essere capillare ma che di fatto perde l'occasione di poter arrivare ad intercettare quelle comunità.
29:22E lì il tema è anche di barriere linguistiche, di come posso dire un tema di diffidenza reciproca che va superato. Per questo poi quel ruolo di quei giovani è così importante nell'ambito della prevenzione.
29:35Nell'ambito della formazione, lo dicevo prima, andrebbe proprio capito quali sono le diverse esigenze, ripeto, anche da un punto di vista semplicemente sanitario.
29:47Perché se veramente noi abbiamo istituti di ricerca, università dove i nostri medici si formano per assistere al parto e non sono in grado di capire cosa stanno affrontando nel momento in cui devono assistere al parto una donna che ha subito una mutilazione genitale femminile è un tema sicuramente importante.
30:14Non soltanto sulla donna e sull'assistenza che noi siamo in grado di dare ma anche sul medico. Vi assicuro che questo tema è stato sollevato più volte nei momenti a Padova, per esempio all'Università di Padova, proprio perché c'è un'esigenza di capire come affrontare queste situazioni.
30:33Quindi questo è sicuramente importante dal punto di vista della prevenzione. Poi naturalmente c'è la presa a carico, però su questo noi non interveniamo.
30:45Noi partecipiamo a diverse discussioni, c'era anche stato in alcuni ambiti il ragionamento su come codificare eventualmente all'interno del nostro sistema sanitario le mutilazioni genitali femminili per aiutare le donne, per avere un aggiornamento.
31:01Ecco, rispetto a questo, ma su questo noi lasciamo al sistema sanitario. Noi favoriamo le reti, non ci sostituiamo ai sistemi sanitari o a quello legale in questo ambito.
31:11Rispetto al piano Mattei. Allora, il piano Mattei dal nostro punto di vista rappresenta un'occasione importantissima per l'Italia perché consente di effettivamente provare a essere un sistema che fa cooperazione internazionale,
31:29quindi che possa mettere insieme gli investimenti dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, del Ministero, anche degli altri ministeri perché noi abbiamo dialogato anche con il Ministero del Miur.
31:45Quindi, insomma, ci sono diversi livelli di interlocuzione. Le confermo che è in atto questo tipo di dialogo. Ci piacerebbe essere coinvolti di più nella fase di discussione e di identificazione delle priorità perché noi, ecco, sul piano Mattei sappiamo quali sono i paesi prioritari, sappiamo che c'è anche l'ambito della salute,
32:09ma il modo in cui noi come organizzazione operiamo è partire da un'analisi di un bisogno e di una risposta che preveda come primo interlocutore i ministeri locali, quindi le autorità locali, Africa CDC che è l'ente panafricano che si occupa di prevenzione e di salute.
32:33Quello che noi ci auguriamo possa essere aggiunto al processo in atto è proprio questo tipo di interlocuzione e un'organizzazione come la nostra che è africana, quindi io lavoro nella sede italiana ma i miei colleghi in Africa sono tutti, a tutti i livelli, anche quelli naturalmente dirigenziali africani, vorremmo promuovere un dialogo più stretto che poi vincoli anche questi ministeri a dei risultati.
33:02Perché il tema della, come posso dire, della trasparenza, della cosiddetta accountability da parte delle autorità locali è un tema fondamentale, ma lo diventa molto di più se insieme si decide di fare una cosa e si lavora per realizzarla, piuttosto che anche investendo, però facendoli diventare dei destinatari di risorse invece che responsabili di risorse stesse.
33:28Quindi ecco, sul tema del piano Mattei noi lo vediamo con grande fiducia e con grande interesse, il nostro appello è affinché diventi sempre di più un'occasione di dialogo stretto e articolato con le istituzioni e con le autorità, i governi locali.
33:49Anche in un'ottica di sostenibilità, perché poi le risorse finanziarie ad un certo punto dovranno anche, verranno meno e ci sarà bisogno di capire come può essere garantita una continuità a livello sociale, economico, istituzionale e a tutti i livelli che possono garantire la sostenibilità.
34:06Credo di accumulare quello che sento anche dai colleghi, una grande ammirazione per quello che fa, per come lo descrive e anche perché nonostante la negatività di quello che racconta,
34:36lo racconta in maniera piana, senza una facile emotività, quindi grazie davvero.
34:46A livello personale pongo una domanda molto settoriale ma che è complicata, perché nell'ottica riparativa, tra virgolette, che lei propone, qual è il ruolo della neuropsichiatria infantile?
35:09Lo parlo perché lo so, perché credo che sia molto complesso proporre una riabilitazione quando gli scenari della fantasia delle bambine e dell'adolescenza è completamente aliena rispetto a certi vissuti centinaia di anni.
35:40Quindi mi interessa molto oggi e anche successivamente cercare di capire quello che state facendo, grazie davvero in ogni caso.
35:55Intanto volevo ringraziarla sia per le parole espresse nei miei confronti, anche nel modo con cui stiamo condividendo oggi questa nostra battaglia, ma la ringrazio in modo particolare per questa domanda,
36:18dove non so neanche se sono in grado di rispondere in maniera puntuale, ma per me personalmente e professionalmente ha una rilevanza molto importante, perché quando si parla del continente africano,
36:34delle persone che poi vengono anche come flussi migratori in Europa o in Italia, c'è sempre il rischio di pensare che parliamo di individui alle prese con dei bisogni che sono primari e che si possa in qualche modo trascurare la parte di salute mentale.
36:56E questo è invece un grande errore e devo dirlo, farò una piccola digressione e spero che mi perdoniate per questo, ma io mi sono occupata tantissimo di pianificazione familiare e salute sessuale riproduttiva in Etiopia.
37:12L'Etiopia è un paese molto importante, anche con un legame molto forte con l'Italia. Noi abbiamo lavorato su questo ambito per 12 anni e per raggiungere una parità di genere abbiamo molto investito sia sulla pianificazione familiare, sulla possibilità di accedere a servizi di questo tipo, ma anche sull'empowerment femminile,
37:39quindi coinvolgendo le donne in attività di reddito, perché le donne che non sono costrette a fare figli in continuazione, ma possono prendersi uno spazio che è anche uno spazio di ripresa fisica, possono anche dedicarsi ad altro.
37:55L'ultima volta che ho visitato il progetto mi sono resa conto che quello spirito di iniziativa che quelle donne negli anni avevano è andato diminuendo, fino quasi a scomparire, perché nei contesti in cui noi operiamo purtroppo è subentrata una crisi collegata alla guerra che ha portato a una diversa percezione di se stessi rispetto al proprio futuro, un'incertezza.
38:24Insomma mi sono resa conto che c'era anche un tema di depressione, di sfiducia, quindi in quell'ambito abbiamo deciso di intervenire anche sull'ambito della salute mentale.
38:36Ora torno al tema. Noi in Italia, ad esempio, collaboriamo, lo accennavo prima, al SAMIFO che è un centro per salute che si occupa soprattutto di donne migranti e l'ASLE Roma 1 e il coordinamento di questa attività è affidata proprio ad un neuropsichiatra.
38:56Questo perché c'è bisogno di affrontare il tema delle mutilazioni genitali femminili anche da questo punto di vista. Noi puntiamo alla prevenzione, ma nel caso queste ragazze subiscono questo tipo di violazione e si trovano a maggior ragione in contesti come i nostri dove lo stigma associato a questa pratica è anche maggiore,
39:21il rischio di sentirsi sbagliate o in difficoltà o il rischio di non superare il trauma associato raddoppia. Quindi anche in questo caso, come dicevo, gli sforzi di inserire quella dimensione o il più possibile oristica lo stiamo facendo.
39:38Naturalmente quello che manca è un po' quello che dicevo prima, la possibilità di contare su una cabina di regia che a livello regionale permetta di integrare questi aspetti, la prevenzione e la presa a carico. E la presa a carico non è soltanto fisica del paziente, ma anche della sua sensibilità, della sua psiche, del modo in cui decide di affrontare ed eventualmente anche decide di avere un altro intervento
40:07che possa essere risolutivo rispetto alla pratica di mutilazione. Quindi la ringrazio tantissimo, le confermo che noi abbiamo delle collaborazioni continue, ovviamente nei limiti delle risorse economiche di cui dispogliamo. Soprattutto su Roma, ecco, questo lavoro stiamo portando avanti.
40:38Grazie Presidente, ha già risposto alla domanda.
40:56Ha ampiamente risposto, quindi la ringrazio.
41:07C'è qualche altra domanda? O anche idea alternativa insomma? Sei stata troppo esaustiva, troppo, da virgolette. Posso dirtelo? Sono un vecchio polpone della psichiatria e anche della lettura multidisciplinare di certe realtà aggociose, no?
41:37Alcune volte ho sentito una relazione non asserenata, ma serena e questo mi dà un grande conforto per luttare ancora di più.
41:55Perché quando qualche collega che descrive in mani tragedie individuali e collettive, ma portano avanti il discorso della drammaticità, alla fine si stabilisce così.
42:18Tu ci hai dato lo stimolo per occuparci ancora di più di questa immane tragedia che però è descritta senza ridurre le dimensioni in maniera scientifica, quindi serena. Grazie.
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