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Trascrizione
00:00Ben trovati gli amici di Teletutto, anche qui con Radio Brescia 7 per il nostro incontro quotidiano.
00:21Oggi evidentemente è una giornata di dolore e di raccoglimento per tutti noi, per la scomparsa del Santo Padre.
00:28L'intervista che vedrete fra poco, ci tengo a precisare, è stata registrata il pomeriggio di venerdì ed è l'intervista al coach della Germani Pallacanestro, Peppe Poeta, che appunto tra poco ascolterete e vedrete qui su Teletutto.
00:43Ma ci tenevo appunto a sottolinearvi che è stata registrata venerdì per gli impegni che a mezzogiorno il coach poeta ha sempre, in quanto appunto la squadra è in allenamento.
00:53Per cui quello che è un tono che certamente sentirete, gioviale, allegro, non tiene conto di quanto l'attualità purtroppo ci racconta, cioè la scomparsa di Papa Francesco.
01:05Ovviamente sia la radio che la televisione hanno fatto delle sostanziali variazioni di palinsesto già ieri e anche oggi e quindi ci tengo, prima di farvi ascoltare l'intervista a coach Peppe Poeta,
01:18a sottolinearvi che Teletutto alle 20 di oggi trasmetterà in diretta dalla cattedrale la messa del vescovo Pier Antonio Tremolada a suffragio appunto di Papa Francesco.
01:30Quindi adesso spazio alla nostra intervista.
01:34Oggi ti devi un po' dare con generosità, devi raccontarci non solo di pallacanestro, ma devi raccontarci un po' la tua vita fin dall'inizio,
01:42perché questo è un luogo dove si racconta la persona che poi diventa personaggio, perché dietro i personaggi ci sono sempre delle storie molto belle.
01:49E allora, tu nasci nel 1985 a Battipaglia, uomo del sud che incontra il basket quando?
02:00Piccolissimo, piccolissimo, a sei anni, in una città piccola del sud, dove in quel momento ero lo sport che andava un po' più di moda,
02:10ma per nulla, diciamo, affascinato da questo sport.
02:19Ho iniziato perché c'erano tutti, mi piaceva.
02:21Hai provato?
02:22Ho provato, esattamente quello.
02:24E poi piano piano l'ho condiviso nella crescita con altri sport, cioè fino ad 11 anni io ho fatto quasi qualsiasi cosa.
02:31Sei rimasto anche attualmente un uomo che ama tutti gli sport, pratichi il padel, sei un tennista anche?
02:37Se posso sì, ma è un po' più difficile, è un po' più complesso, però qualsiasi sport mi piace, mi diletto a farlo.
02:43Un grosso rimpianto che non ho mai potuto sciare perché da contratto, da giocatore non ho mai...
02:50Ma non puoi anche da allenatore?
02:52Allora, in teoria nel contratto non c'è nell'allenatore, anche se mi faccio un crociato e andare in panchina con le stampelle non è proprio bellissimo.
03:00Arriva Mauro Ferrari e un po' si arrabbia, lo immagino.
03:04Quindi provi tutti gli sport e poi man mano cresce la tua passione per il basket.
03:08Sì, a 11-12 anni cresce, ero bravino ma con zero aspettative, zero aspettative, perché ero magrolino, piccolo, sud Italia.
03:17Ero bravino ma, ripeto, nessuna aspettativa.
03:22Hai ragione perché ci sono luoghi d'Italia che per altri sport, penso anche alla pallavolo, hanno una vocazione diversa.
03:28Assolutamente sì, al sud in generale a Napolacanestro ci sono visti veramente pochissimi talenti nel corso degli anni, ci sono poche squadre che hanno avuto successo.
03:38Invece a te che cosa accade?
03:39Ma accade praticamente la cosa più naturale del mondo che sono bravino, continuo ad andare avanti e questa sorta di spirito di sopravvivenza che ho sempre avuto nella vita,
03:50me lo sono portato da una pallacanestro, quindi quando a 16 anni mi dicono prova a giocare in C1 e io gioco e il mio unico obiettivo era far vedere che ci potevo stare a quel livello lì, era il mio sogno più grande.
04:02Quindi fame è grossa per dire ce la faccio, ce la faccio come quelli più alti?
04:08Sì, ma più che fame era proprio resilienza, nel senso che voglio dimostrare che ci posso stare.
04:16È stato così fino alla Nazionale, fino all'Eurolega, fino agli ultimi giorni.
04:21Io non ho mai avuto quando dicono tu sognavi la Serie A, sognavi la Nazionale, no, mai neanche per caso.
04:26Io sognavo in quel momento di fare il meglio che potevi, di dimostrare che potevo giocare in Serie C, poi dopo l'anno dopo in Serie B.
04:32Poi dopo l'anno dopo speriamo che continui a darmi mille euro al mese per giocare in Serie B.
04:37Mi godevo il momento, l'unico desiderio che avevo era non deludere chi mi aveva dato quella chance.
04:44Certo, a proposito di non deludere, la tua famiglia ha creduto fin da subito con te che quella poteva essere la tua strada.
04:52Raccontami un po' della tua famiglia.
04:53No, la mia famiglia è stata fantastica dal punto di vista lì, è stata fantastica perché è sempre salata di fianco, senza mai intercedere, senza mai mettermi in alcun tipo di pressione e alcun tipo di bastone tra le ruote.
05:07Ha solo creduto in te e ti ha dato la forza di essere libero?
05:10Sì, è stato molto ma totalmente in disparte, in realtà che nessuno ci credeva in me, neanche a me stessa, non ho mai fatto una nazionale giovanile, non ero mai stato una punta di diamante.
05:21Certo, il super talento fuori casse, diciamo.
05:23Esatto, né fisicamente né tecnicamente.
05:27Quindi alla fine è andato tutto giorno per giorno in una direzione inaspettata da tutti, ma proprio perché è inaspettata ancora più bella.
05:40Dalla tua esperienza fino alla tua attualità, dove chiaramente ti capiterà di intercettare le situazioni psicologiche dei tuoi giocatori, tu poi hai un'anima molto sensibile, quindi conti molto anche su questo aspetto, cioè sull'interazione vera emotiva con i tuoi giocatori.
05:56Quanto conta la serenità familiare, cioè essere una persona serena? Entra in campo oppure no?
06:04Secondo me sì, però non è un deterrente, nel senso che ho visto anche persone avere una situazione assolutamente complicata fuori dal campo, invece quando entro in palestra è un mindset perfetto, anzi è quasi il modo per evadere da delle situazioni complesse che hanno fuori dal campo.
06:30In generale nella mia vita mi ha sempre trovato ad avere una situazione di equilibrio, una famiglia equilibrata, determinati equilibri fuori dal campo, determinate routine, mi dà la serenità, era un po' un ancoraggio.
06:42Certo, è quello che è molto importante.
06:45Noi adesso ci fermiamo per 40 secondi, ma fra poco ritorniamo con il coach poeta per parlare della sua carriera da giocatore e poi naturalmente di quella che dal 2022 è diventata la sua attualità entry.
06:57Con Pozzecco in quello che è l'ambito tecnico della nazionale e poi diventi parte dello staff di Olimpia Milano e l'attualità la conosciamo tutti molto bene.
07:09E quanto siamo contenti che tu sia a Brescia, questo te lo dico in permessa.
07:12Io sono contento.
07:13Poi il resto ce lo raccontiamo tra 40 secondi esatti.
07:16Il magazine in diretta simultanea su Radio Brescia 7 e su Tele è tutto oggi con coach Peppe Poeta che ci ha raccontato la prima parte della sua vita che incontra molto presto il basket e poi succede che diventi il giocatore vero, bravo.
07:35Quello che è, quante partite nazionali hai fatto?
07:37119, forse 120, non mi ricordo più.
07:40Non si sa, ce n'è una borderline che non si capisce se mi è andata che era un amichevole o non era un amichevole.
07:46Non si sa.
07:47Wikipedia lì è confuso.
07:48Wikipedia è confuso, la federazione anche, quindi io mi prendo 120.
07:51Facciamo 120 che fa cifra tonda e ci piace.
07:55Quali sono stati nella tua carriera da giocatore secondo te i passaggi fondamentali?
07:59Ti faccio questa domanda perché chi ti conosce bene magari lo sa, ma il curriculum per gli altri, quello importante, quello dei successi, non è detto che sia in realtà il tuo.
08:13Esattamente così.
08:15Io onestamente i snodi più importanti della mia carriera sono stati sicuramente due.
08:22Il primo, a Veroli, quando giocavo in B1, che avevo 19 anni e comunque non avevo mai fatto una scena giovanile, non ero sotto i radar di nessuno e ho fatto una partita molto importante da 51 punti e lì qualcuno ha detto, ah, c'è questo piccoletto qui, allora se li fa in C1, li fa in B2, li riesce a fare in B1, quello mi ha messo un po' sotto i riflettori.
08:45Poi dopo lì ho avuto una chance in A1, però partivo molto dietro, partivo da terzo playmaker, partivo a ritroso nelle girarchie della squadra e a tre giorni dalla fine, per una serie di coincidenze, siamo penultimi, il playmaker titolare litiga col pubblico e viene messo fuori in squadra, la squadra viene data in mano a me, ci salviamo, faccio tre partite super e lì divento poi playmaker titolare della squadra l'anno dopo in Serie A.
09:12E questi due sono stati un po' di sliding doors, poi dopo è stata tutto, ripeto, la cosa bella è che mi sono goduto il percorso, cioè non avendo sognato neanche, non ho mai dato niente per scontato, mentre tutto ciò mi accadeva, mi godevo il momento e poi sono tutto molto bello, arrivare a giocare nella Virtus Bologna, fare il capitano della Virtus Bologna, che era la squadra che ti favo da piccolino, una serie di cose che onestamente
09:39mi sono goduto e mi hanno dato benzina per continuare a lavorare, a crescere e a migliorare.
09:47Quello che chiedo sempre a tutti gli ospiti di qualsiasi mondo facciano parte è qual è stato l'incontro, se c'è stato, che per te ha significato la svolta, nel senso che generalmente intorno ai 18-20 anni c'è qualcuno che guardi con così tanta ammirazione, che diventa un'ispirazione, per te quali sono state le fonti maggiori di ispirazione, se ci sono state?
10:13Guarda, ho avuto delle persone ai quali mi ispiravo quando ero piccolino ma senza proprio, le vedevo talmente lontani, talmente inarrivabili che tipo Pozzecco quando ero piccolino
10:26Tu pensa alla vita che regalo
10:28Ho altri giocatori però perché ero piccolo, basso, con talento, quindi alla fine erano quelli che erano possibili a me che ce l'avevano fatta. Poi sicuramente ho avuto un allenatore molto importante nella mia vita che è il primo che ho creduto in me che si chiama Andrea Capobianco che da 15 anni ha 19 anni.
10:45Io penso che nella vita di uno sportivo il 70% del giocatore lo crei tra i 15 e i 19 anni. Gli istinti, la conoscenza del gioco, i fondamentali, tante cose ti rimangono quelle sempre.
11:05Poi si può sempre migliorare, si può smussare questo, si può migliorare il tiro, si può migliorare l'elettro di gioco, si può migliorare tanto.
11:10Però è un imprinting che determina, certo.
11:12Però l'imprinting, quello vero di conoscenza del gioco, di istinti che poi alla fine l'istinto è quello che ti fa la differenza.
11:21Li generi in quegli anni lì, in quegli anni lì mi ha allenato questo allenatore di Napoletano, di Capobianco, si chiama Molisano, mezzo Molisano, mezzo Napoletano, che mi ha dato tanto, ha creduto in me, mi ha fatto giocare in serie B2.
11:35Riesci a mantenere dei rapporti di amicizia anche nel tuo giro vagare in giro per l'Italia?
11:39Ecco, se devo trovare un difetto della vita dello sportivo, forse l'unico difetto è che non riesci a mettere radici da nessuna parte, però allo stesso tempo ce li hai magari un pieno più sottile dappertutto.
11:53Perché a me piace entrare nei tessuti sociali delle città, essere trasversale, avere amicizia al di fuori della paracanestro, in generale, quindi mi leggo alle città in cui vado e dopo tre, quattro anni che sei stato in un posto c'hai dei legami veri, delle persone che vedi quotidianamente, delle persone in cui vai a cena, vai a pranzo.
12:14E quelli restano anche in...
12:15Restano anche dopo, l'unica cosa che puoi da un giorno all'altro non ce l'hai più.
12:18Eh questo è vero, deve essere non proprio bello.
12:20Non ce l'hai più, sempre così, ed io ho fatto quattro anni a Bologna, quattro a Bologna, quattro a Torino, e ho tanti legami in tutta questa città, però da un giorno all'altro, logicamente poi per quanto tu voglia fare una telefona dal mese, una gruppa Whatsapp, un qualche altro, diventa più su...
12:36Quanti gruppi Whatsapp hai sul telefono?
12:39Non ci guardiamo se vuoi, ma infiniti, è nel numero.
12:43Adesso sei da giugno dello scorso anno arrivato a Brescia, la città ti ha accolto come meritavi e come hai dimostrato di meritare, ti si vuole un gran bene.
12:57Questo grazie non solo ai risultati, che francamente sono lì da vedere.
13:00Aiutano, diciamo che aiutano.
13:01Aiutano sicuramente, però anche grazie a un approccio tuo di grande empatia.
13:08Noi abbiamo condiviso una serata recentemente in occasione di Chef per una notte, e a un certo punto è arrivato Mauro Ferrari che ha detto
13:15Mi arrabbio quando parlano di Peppe come di un ragazzo simpatico, solare, empatico.
13:20È bravo, ma questo lo diamo più scontato.
13:23Chi sia bravo è qui da vedere nei risultati.
13:26Però il tuo modo di allenare è un modo che tiene molto in considerazione il rapporto umano, il sentimento, per così dire, del giocatore.
13:35Credo molto in questa cosa, ma credo molto al punto tale che se mi dicono, se mi dovessero dire, vinci tutto quello che puoi vincere, ma non stai simpatico ai tuoi giocatori, è una roba che non baratterai mai.
13:54Certo.
13:54Cioè anzi, se dici, ma non vincini tutta la tua carriera, ma i tuoi giocatori ti amano, firma domani mattina.
13:59C'è una roba che non baratterai.
14:01Ma poi quello che resta sono i rapporti umani.
14:03Cioè io ho giocato vent'anni in Serie A, è nazionale, sì, una partita la ricordi, un canestro la ricordi, ma quello che ricordi più è il rapporto con quello lì, la serata con quello lì, le risate che si è fatte, le cose che restano veramente sono i rapporti umani.
14:20I tuoi amici veri, che sono stati i tuoi colleghi d'avventura?
14:23Esatto, quelli rimangono per sé, ma sono troppi.
14:26Li perderei, li perdiamo.
14:29Fai fatica a non dominarmi a qualcuno e fai torti.
14:31Però ogni anno io ho vissuto sempre, non avendo mai avuto famiglia, ho sempre vissuto i miei compagni di squadra a 360 gradi, come il mio mondo, quindi dentro e fuori dal campo, condividendo divertimenti, passioni, quindi tutto.
14:50Quindi l'ho visto in maniera intensa e io credo molto in quello e credo che quello ti permette anche di overperformare.
14:56Perché se c'è un bel rapporto con te fuori dal campo, se siamo anche amici, se abbiamo anche quella complicità lì, in campo ci guardiamo e cosa succede.
15:03E soprattutto c'è più tolleranza verso l'errore dell'altro.
15:06Perché nel momento in cui noi e te siamo, c'abbiamo un bel rapporto e io sbaglio un passaggio e te la do male, c'abbiamo talmente un bel rapporto che non è neanche un problema.
15:14Cioè mi scusa, non inizia neanche una potenziale, come l'hai passata o quello, quindi secondo me quelle robe lì ti creano rapporti veri, che poi genera tolleranza, genera complicità e che aiutano anche la parte tecnico-tattica.
15:31Io infatti la risposta la so già, ma mi piacerebbe che tu dicesse ai nostri telespettatori e ascoltatori qual è la cosa che ti fa più arrabbiare con i giocatori.
15:38Sono più di una.
15:41No, però tu mi hai detto l'altra sera, quando non vanno d'accordo tra di loro, litigano tra di loro.
15:47Quando litigano tra di loro è una cosa che non posso concepire, perché io non sono uno che urla, non sono uno che gli sta addosso, quindi se io non urlo con loro, che potrei farlo, loro non devono farlo tra di loro.
16:01Non è una roba che perché, secondo me, come hai detto prima, la tolleranza è uno degli aspetti principali per stare bene all'interno di un gruppo, quindi tollerare l'errore di un compagno di squadra ti permette di nasconderne i difetti e saltarne i pregi.
16:20Allora, adesso mi piacerebbe chiederti chi ti ha insegnato ad essere il coach che sei e che buone qualità, secondo te, deve avere il coach perfetto?
16:33Perfetto, quasi perfetto perché per me la perfezione non esiste, però ci sono mille strade per andare a Roma, è difficile farti una descrizione di un coach perfetto perché vince chi è durissimo, non ha zero rapporti con i giocatori, tutta tattica, anzi viene quasi odiato dai giocatori, ma gli genera questo fuoco dentro.
16:55Questa ansia che chiama l'adrenalina e la performance.
16:57Esatto, vince chi è così, vince chi ha un bel rapporto, come può essere, facciamo l'esempio del calcio, può essere Ancellotti, vince Guardiola che ha tutta tattica, vince Ancellotti che è un grandissimo dei rapporti, vince Conte che è uno che ti tira fuori tutto all'anima.
17:13È stupendo che sta facendo degli esempi calcistici, non di basta, se no ti rovini il mercato delle amicizie.
17:20Esatto, metto in mezzo, però si vince, ci sono mille strade per andare a Roma, l'unica cosa secondo me che è, e ognuno deve allenare com'è caratterealmente.
17:30Certo.
17:30Cioè se io non sono uno che sa stare nel conflitto, non c'è, e non posso domani, arrivo lì, no domani mi devo incazzare, abbiamo perso domenica, domani mi devo incazzare a morte, e io ne devo dire quattro.
17:43Arrivo lì, uno non sono credibile, due ci sto male, tre non ha nessun senso, anche se è la cosa giusta da fare magari, ma secondo me uno deve allenare com'è, caratterealmente,
17:55perché poi le maschere cadono e se cade la maschera e tu hai fatto una persona per un tot periodo e poi se è un'altra succede un casino.
18:04Sei arrivato a Brescia da relativamente poco, perché non è nemmeno un anno che sei nella nostra città, però insomma già ti sei mosso, cose le sai, hai i tuoi ristoranti preferiti, dimmi cosa ti piace di Brescia, cosa ti piace dei Bresciani,
18:18e se c'è qualcosa che non ti piace puoi dircelo, ti vogliamo bene lo stesso.
18:21Invece sono rimasto, come ti raccontavo altra sera, sono rimasto particolarmente colpito in positivo, perché di solito le città del nord in generale non sono così aperte, goderecce e aggreganti,
18:36come invece ho trovato a Brescia, ho trovato una città che si gode la vita, che gli piace andare spesso a tutti a fare l'aperitivo, le cene fuori, ho trovato una città goderecce,
18:47quindi il godersi la vita vuol dire anche aggregare, stare insieme, bere un bicchiere, andare a cena fuori.
18:54Test, lo sai che cos'è il Pirlo?
18:56Sì, sicuramente.
18:57No, e quindi ho trovato una città estremamente aggregante, estremamente empatica, con persone che mi hanno invitato a casa loro a mangiare,
19:05è aperta, io da Terrone quale sono, mi sono inserito abbastanza velocemente in tutto il tessuto, mi piace, mi diverto e oltre adesso è una bellissima città,
19:17posizionata in maniera perfetta, vicino ai laghi, vicino a montagna.
19:20Dobbiamo da fare, adesso organizzeremo dei tour estivi per farti conoscere dei posti che ancora non conosci.
19:25Veniamo invece alla squadra, l'arma vincente è sicuramente aver creato un'amalgama, che non è sempre così scontata,
19:35io parlavo con David Mosk, immaginavo lo conosca molto bene, il quale mi diceva tu puoi avere una squadra fatta di campioni giganti,
19:44ma se fra di loro non si crea un'alchimia è un problema, perché non si vince.
19:49Ecco, proprio così, la chimica è la cosa più importante che c'è nello sport, perché alla fine la chimica ti permette di sacrificarti,
20:01di fare qualcosa in più per un tuo compagno, proprio perché quel compagno lo vado bene, stai bene con lui, eccetera, eccetera,
20:08e viceversa, le figurine non hanno mai vinto niente, neanche le più forti di tutte,
20:14quindi la verità è che il 70% del successo della stagione lo fai in estate, quando firmi i giocatori, quando metti insieme le persone, i caratteri.
20:26E ti è stata data grande libertà da questo punto di vista, vero?
20:29Onestamente, devo dire la verità, ringrazio Mauro Ferrari per avermi dato completamente carta bianca su quello che era il mercato dei giocatori
20:39che non erano sotto contratto, logicamente, è andato tutto bene, ci godiamo questa bella alchimia che c'è all'interno della squadra,
20:47col pubblico, con la città e con la società, sperando di finire nel migliore modo possibile.
20:51Quando è cominciata l'avventura, con che aspettativi hai cominciato questo viaggio e come stanno andando le cose rispetto?
20:58Stanno andando tutto oltre ogni più rosa aspettativa, perché onestamente è una rifondazione di una squadra,
21:04con tanti giocatori importanti che andavano via, dopo un triennio di anni dove si era fatto molto bene.
21:10C'erano tutti i presupposti per avere grossi problemi, non ne abbiamo avuti, ci siamo ancora tutti l'anno.
21:18Ripeto, non smetterò mai di ringraziare sia la città che Mauro per la fiducia, comunque ancora non avevo mai fatto il capo allenatore,
21:23per quanto la mia formazione da assistente era di alto livello.
21:27Esatto, direi che non si è arrivato proprio da Novellino.
21:30Il capo allenatore è un altro sport, quindi mi è stata una grande fiducia e sono semplicemente contento che al momento la stai pagando.
21:41Peppe, prima di salutarci, permettimi di ringraziare Massimo Grandi, il regista di questa puntata, e Ruggero Tavelli per il coordinamento.
21:48Grazie a voi che ci avete ascoltato alla radio, a voi che ci avete guardato in tv, ma grazie soprattutto di cuore e in bocca al lupo a Peppe Poeta, grazie.
21:56Grazie a voi, ciao, a presto.
22:00Grazie a voi.