• 4 mesi fa
Il mercato della moda è saturo? E di quanti vestiti hanno bisogno i milioni di persone che popolano il pianeta? Pare molti meno di quelli che si producono, se si sommano quelli che nutrono il mercato del fast fashion e quello del lusso. La sensazione è che siamo arrivati al troppo pieno, come l'acqua in un lavandino tappato. Forse siamo alla saturazione sia a causa del prodotto, sia per lo storytelling che ne deriva. Basta vedere i commenti sui social network che mostrano quasi un'insofferenza verso la narrazione, e le attenzioni si concentrano su altro. Il prezzo, ad esempio, ma anche sulle occasioni d'uso. E sembra di tornare indietro al tempo in cui dire che un abito da cocktail era realizzato con un tessuto stampato metteva d'accordo tutti.

Eppure siamo alla vigilia di un cambiamento radicale dei mercati. Basti pensare che entro la fine del 2024 lasceranno la Cina 15 mila super ricchi. A lasciare la Cina saranno quindi 15 mila high-net-worth individuals: si chiamano così e sono i paperoni ad alto patrimonio netto che hanno un liquido investibile in spese per la moda pari a un milione di dollari all'anno. Prenderanno per lo più la direzione degli Stati Uniti, dove andranno a incrementare il set del Bling Empire.

E questo porterà sempre di più all'eliminazione della fascia dei consumatori aspirazionali, le cui aspirazioni purtroppo non potranno più essere soddisfatte a causa dei prezzi sempre più elevati dei singoli vestiti. Nell'attesa che le aziende prendano misure per limitare i danni degli investimenti già fatti in Cina, dove già molti centri commerciali iniziano a segnalare importanti diminuzioni di fatturato. Resta da valutare se alla fine tutto il prodotto in uscita dalle fabbriche troverà ancora un mercato pronto ad assorbirlo.

I segnali non sono positivi, ma la moda e il suo sistema ci hanno insegnato che sanno risorgere come una fenice, l'uccello sacro degli antichi egizi che moriva bruciato ogni 500 anni, ma che poi risorgeva dalle sue ceneri.

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00:00Il mercato è saturo? E di quanti vestiti hanno bisogno i milioni di persone che popolano
00:06il pianeta? Pare molti meno di quelli che si producono, se si sommano quelli che nutrono
00:11il mercato del fast fashion e quello del lusso. La sensazione è che siamo arrivati
00:15al troppo pieno, come l'acqua in un lavandino tappato. Forse siamo alla saturazione sia
00:19a causa del prodotto, sia per lo storytelling che ne deriva. Basta vedere i commenti sui
00:25social network che mostrano quasi un'insofferenza verso la narrazione e le attenzioni si concentrano
00:31su altro, il prezzo ad esempio, ma anche sulle occasioni d'uso. E' sempre ritornare indietro
00:37al tempo in cui dire che un abito da cocktail era realizzato con un tessuto stampato metteva
00:43d'accordo tutti. Eppure siamo alla vigilia di un cambiamento radicale dei mercati. Basti
00:49pensare che entro la fine del 2024 lasceranno alla Cina 15.000 super ricchi. A lasciare
00:54la Cina quindi saranno ancora 15.000 i-network individuals, si chiamano così, e sono i paperoni
01:00ad alto patrimonio netto che hanno un liquido investibile in spese per la moda pari a un
01:05milione di dollari all'anno. Prenderanno per lo più la direzione degli Stati Uniti dove
01:09andranno a incrementare il set del bling empire. E questo porterà sempre di più all'eliminazione
01:15della fascia dei consumatori aspirazionali, le cui aspirazioni purtroppo non potranno più
01:21essere soddisfatte a causa dei prezzi sempre più elevati dei singoli vestiti. Nell'attesa
01:26che le aziende prendano misure per limitare i danni degli investimenti già fatti in Cina,
01:31dove già molti centri commerciali iniziano a segnalare importanti diminuzioni di fatturato,
01:35resta da valutare se alla fine tutto il prodotto in uscita dalle fabbriche troverà ancora
01:40un mercato pronto ad assorbirlo. I segnali non sono positivi, ma la moda e il suo sistema
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01:51che moriva bruciato ogni 500 anni ma che poi risorgeva dalle sue ceneri.

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