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Trascrizione
00:00Don Luigi Ciotti, ti occupi da tanto tempo di lotta alla mafia, soprattutto con quella
00:09esperienza di quella grande famiglia che è libera, nomi e numeri contro le mafie. Giovanni
00:14Falcone diceva che la mafia è una cosa umana e quindi prima o poi finirà, lo diceva negli
00:18anni 80, siamo nel 2010, la mafia c'è ancora. Possiamo ancora dirlo che è una cosa umana
00:22che finirà? Certo, le mafie non moriranno mai se non
00:29cambia la politica, è un certo modo di fare la propria parte, di assumersi la propria
00:34responsabilità e se non cambiamo noi. Se non cambiamo noi perché questa dimensione
00:41del problema ha bisogno del contributo di tutti, ha bisogno che ciascuno di noi assumiamo
00:46la nostra quota di responsabilità, di impegno, di concretezza nella continuità, è noi che
00:52vince. Abbiamo sempre considerato la storia delle
00:55mafie pugliesi, per esempio, come una storia di mafie minori, ma esistono mafie minori
01:00e mafie maggiori? No, questa è una gradatoria che non può
01:02esistere, tutte le mafie hanno un solo obiettivo, potere, affari, denaro e per raggiungere quell'obiettivo
01:09fanno di tutto, le mafie fanno i loro affari e quindi non c'è una più forte e una più
01:16debole perché distruggono il territorio, distruggono le speranze delle persone, lo
01:20rendono grigio, lo creano ostaggio, creano in molti contesti ansia e paura, certo, poi
01:28ci sono i contesti più colorati, più forti, più volenti e altri un pochettino meno.
01:50Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
02:20Piazza del Mercato affoggia, è buia e silenziosa, sono le tre di notte, il mercato è chiuso
02:27e anche se fa caldo, perché è il primo maggio, di gente in giro non ce n'è. A Piazza del
02:32Mercato, dietro via Arpi, c'è un piccolo circolo, un piccolo locale notturno che si
02:36chiama Bacardi, circolo Bacardi, come il rum. Lì di gente ce n'è, anche se è tardi, perché
02:45quella è gente abituata a vivere di notte, gente di mala vita, tutti pregiudicati e c'è
02:50anche una donna, Antonietta, che è la ragazza di uno di loro, stanno tutti lì, bevono,
02:55giocano, parlano, ma probabilmente non si divertono molto, perché quelli sono tempi
02:59difficili. Nel 1986, e affoggia, c'è aria di guerra, guerra di mala vita, quelli del
03:07circolo Bacardi, sono uomini dei fratelli Laviano, che sono nemici degli uomini di Giosua
03:13e Rizzi, nomi che fanno paura, affoggia, tira una brutta aria in città, aria di guerra,
03:19di morti ammazzati. E infatti, all'improvviso, la porta del circolo si spalanca ed entrano
03:31tre uomini. Come in un film sulla Chicago degli anni 30, hanno il volto coperto, impugnano
03:40mitra e pistole e cominciano a sparare. Ammazzano quattro uomini dei Laviano, ne feriscono
03:49un altro che riesce a scappare, e ammazzano anche Antonietta, che non c'entra niente,
03:54ma che comunque è lì, tra tutti quegli uomini di mala vita. È una strage, la strage del
04:00circolo Bacardi, e non è l'unico sangue che Macchia affoggia in quegli anni e anche
04:04negli anni successivi, e con delitti ancora più efferati, come quando uccidono Nicola
04:10Laviano, uno dei fratelli Laviano, lo ammazzano, gli tagliano la testa e poi la fotografano
04:15e fanno vedere la foto della testa mozzata perché serva da esempio. Sembra davvero un
04:20film di gangster. Sembra la Calabria delle faide di Indranqueta, sembra la Palermo della
04:31mattanza, la Napoli della camorra di Cutolo. E fate così, perché quei morti, quegli uomini
04:36di mala vita e quelli che gli sparano non sono soltanto pregiudicati, ma mafiosi, e
04:41quel sangue e quella guerra sono sangue e guerra di mafia. Ma siamo in Puglia, la California
04:52del Sud, non siamo in Sicilia, in Calabria o in Campania, e che ci sia una mafia in Puglia
04:58in quegli anni non ci crede nessuno, o non ci vuole credere. Perché questa è una strana
05:05storia fatta di estorsioni e di usura, di traffico di stupefacenti, armi e sigarette,
05:10di omicidi e di bombe. Ma anche di rituali segreti, di parole arcaiche come formule magiche,
05:23punture di spillo e segni di riconoscimento. Una storia alla quale, all'inizio, non crede
05:32appunto nessuno, o quasi. È stato molto difficile far saltare il tabù linguistico, il tabù semantico,
05:41usare la parola mafia a casa nostra, intanto perché la mafia produce sempre questa specie
05:48di logica dell'altrove. La mafia non veniva vista perché fondamentalmente ciò che appariva
05:54sulla scena sociale delle Puglie era il contrabbando di tabacchi lavorati esteri. Nella
06:02cultura delle classi dirigenti e anche nell'immaginario della vita quotidiana, il contrabbando
06:08di sigarette era introiettato alla stregua di un frammento di folclore. Cosa c'è in Puglia? C'è
06:16le orecchiette, la pizzica e il contrabbando. E i contrabbandieri apparivano figure extralegali
06:25piuttosto che gli incubatori, attraverso una forma di accumulazione primitiva, di una vera e propria
06:32organizzazione mafiosa. Per me non è un lavoro sporco comunque il contrabbando. Per me il lavoro
06:37sporco sono le altre cose, quando ci si ammazza. Però il contrabbando danneggia lo Stato.
06:45Nel sud è un po' tragico cercare un lavoro. Se c'è devi lavorare a nero e sono molte ore lavorative.
06:54Un po' di sistema c'è, questo qui. O andare per terra a scaricare o andare a mare se sei fortunato
07:01che qualcuno ti vuole bene. C'è Palmina. Palmina è una ragazza di Fasano o meglio una ragazzina dal
07:08momento che ha soltanto 14 anni. Molto carina, molto allegra come la ricordano tutti. Anche se di
07:20motivi per non essere sempre così allegra Palmina ce ne avrebbe. Famiglia poverissima, un po'
07:25disastrata, il padre disoccupato che beve, la sorella che si prostituisce. Palmina Martinelli
07:31è la sesta di undici fratelli e deve lasciare la scuola alla quarta elementare.
07:39Ma si può essere allegri anche così quando si è una bambina di 14 anni come Palmina.
07:54Poi l'11 novembre 1981 succede qualcosa. Palmina finisce all'ospedale, il corpo coperto di ustioni,
08:01gli ambiti inzuppati di alcol che hanno preso fuoco bruciando la viva. L'hanno trovata nel
08:07bagno di casa sua sotto la doccia dove ha cercato di spegnere le fiamme con l'acqua senza riuscirci.
08:12Dove era? Era sotto la doccia, il fratello era sotto la doccia e gocciolava poco poco l'acqua.
08:19Non c'era acqua con lui? Non c'era acqua perché era a Fasano purtroppo.
08:29Lei è stato l'ultimo a vedere viva Palmina. Forse può dire l'ultimo a vederla bruciata con le fiamme
08:36addosso. Io l'ho lasciata per ultimo in queste interviste perché c'è un vuoto di mezz'ora agli
08:44atti del processo, è riconosciuto da tutti. Non l'ho mai negato neanch'io. Ecco come si fa ad
08:49assistere per mezz'ora a una sorella che va in fiamme? Io non ho assistito per mezz'ora a una
08:54sorella. Io ho cercato mezz'ora di poterla portare in ospedale perché non potevo portarla a piedi.
09:00Non c'aveva un telefono a portata di mano? Sì, ma non ci avevo pensato al telefono perché in
09:07quel momento mi venivano tante cose da pensare. Mi veniva di pensare di salvarla, mi veniva di
09:12pensare di portarla in ospedale e il caso ha voluto pure che la mia auto era senza benzina.
09:18Agli atti c'è scritto che mentre lei era in casa ha bussato una persona? Sì. Perché non ha detto
09:27quello che stava succedendo? Perché ancora non sapevo che la mia auto era senza benzina. Ma
09:31sapeva che Palmina stava bruciando? Perché non gliela ha detto? Perché sapevo che la portavo
09:35io in ospedale, quindi non avevo bisogno di nessuno perché Palmina mi parlava e camminava
09:39da sola. Camminava da sola con il corpo in fiamme? Sì. E quando l'ho portata in ospedale
09:48ha camminato ancora da sola, ha continuato. Infatti avevo chiamato la barella, lei non
09:54l'ha voluta. Che cosa è successo? Palmina lo racconta ai magistrati che la interrogano
09:59in ospedale e che registrano le sue parole. Io ti farò delle domande, mi capisci? E qui
10:08c'è anche un magistrato, tu cerca un giudice, tu cerca di rispondere con tutta la voce che hai,
10:16così la tua risposta viene registrata, mi hai capito? Dì sì se mi hai capito. Sì. Brava,
10:27ecco adesso devi dire soltanto i nomi delle persone che ti hanno fatto male. Vuoi dire
10:41per favore il cognome di queste persone? Uno, Costantino. L'altro? Non lo so. Va bene,
10:57queste persone cosa ti hanno fatto? Dillo piano piano. Non lo so, cosa è successo? No,
11:07di soltanto cosa ti hanno fatto? Palmina muore dopo 22 giorni, uccisa dalle ustioni. Verranno
11:20arrestate e processate 5 persone con l'accusa di averla uccisa bruciandola viva perché non
11:24voleva prostituirsi. Alla fine verranno tutte assolte con formula definitiva dal tribunale,
11:30che ritiene quello di Palmina un suicidio. Assolti per insufficienza di prove dalla
11:35Corte di Assise di Bari, gli imputati principali del processo per la morte di Palmina Martinelli.
11:40Lei pensa che Palmina fosse così fragile, così sensibile da potersi suicidare in quel
11:46modo orribile? Penso di sì perché ce ne sono parecchi ragazzini che lo fanno. Parecchi
11:55ragazzini che lo fanno, dove? In tutta Italia. Sono in molti, anche alla luce di elementi
12:00emersi di recente, a chiedere la riapertura delle indagini, ma al di là della sentenza
12:06il nome di Palmina Martinelli risuona ogni anno assieme agli altri 695 nomi di vittime
12:11innocenti delle mafie, scanditi nella giornata della memoria promossa dall'Associazione
12:17di Mafia Libera. 40 di questi nomi sono di vittime pugliesi. 40 vittime innocenti della
12:38mafia in Puglia. Ma quale mafia? Quando more Palmina nessuno pensa che ci sia una mafia
12:44in Puglia, o meglio, nessuno vuole ancora pensarlo. Non c'è dubbio che occuparsi di
12:50mafia in Puglia a cavallo fra gli anni 80 e 90 era un'esperienza un po' surreale, perché
12:56taluni negavano ancora che il fenomeno esistesse, talaltri semplicemente non volevano interessarsene
13:02cosicché eravamo veramente pochissimi a lavorare su questo ambito, era interessante ma ripeto
13:08piuttosto surreale. Poi c'è Renata, è una donna di 30 anni che vive a Nardò in provincia
13:15di Lecce. Renata Fonte è la mia mamma e il suo modo di essere donna e personaggio pubblico
13:22insieme è un esempio di cui non potrei essere più fiera. Lei è stata una delle prime donne
13:30in politica, parliamo degli anni 80, in cui sicuramente essere donna impegnata in politica
13:38e in una società dei forti retaggi culturali maschili era sicuramente difficile. Io che
13:47la guardo con gli occhi di una figlia, riconosco in lei la vera essenza di una donna, perché
13:55credo che il vero impegno sia quello che nasce dall'essere madri, mogli, professioniste insieme.
14:02Renata è una donna molto attiva, impegnata politicamente, fa l'assessore alla cultura
14:07e alla pubblica istruzione, eletta al Comune nelle file del Partito Repubblicano, allora
14:12siamo alla metà degli anni 80. Nel 1982 viene eletta al Consiglio Comunale di Nardò, è
14:19la prima donna del Partito Repubblicano ad essere eletta e il partito esprime dopo moltissimi
14:24anni un consigliere. È tra i fondatori di un movimento per la salvaguardia del parco
14:30di Porto Selvaggio e denuncia progetti di speculazione sul parco sia in radio che in
14:35televisione e questa è la battaglia che le costerà la vita. C'è un posto nel Comune
14:39di Nardò, un parco bellissimo, che si chiama Porto Selvaggio. Boschi, un mare azzurro che
14:47si addentra nella costa creando grotte subacquee e paludi, insomma un posto bellissimo. Si
14:55sta discutendo una modifica del piano regolatore che dovrebbe autorizzare lo sfruttamento edilizio
15:01di parte del parco, ma Renata non ci sta e si batte, sia in Comune che fuori, ai microfoni
15:07di una piccola radio privata, Radio Nardò 1, perché questo non avvenga. La stessa
15:13notizia. La sera del 31 marzo 1984 Renata Fonte esce da una seduta del Consiglio Comunale
15:22ed è quasi arrivata a casa dove le aspettano le figlie, quando due uomini le sparano addosso
15:26per colpi, uccidendole. Le indagini portano all'arresto e alla condanna dei due esecutori
15:38materiali dell'omicidio e di uno dei mandanti, Antonio Spagnolo, il primo dei non eletti
15:43del Comune dopo Renata Fonte, che invece era stata eletta a sorpresa dall'agente di
15:48Nardò. Antonio Spagnolo è colui che l'è succeduto in Consiglio Comunale, in quanto
15:53primo dei non eletti, e la sentenza dice che lo Spagnolo da ordine di uccidere per un risentimento,
16:01in quanto l'elezione della mamma è stata assolutamente inaspettata, non prevista. Quindi
16:07da ordine di uccidere per un risentimento, ma per un interesse, così aggiunge un interesse
16:11più vasto di personaggi che vedevano in quella poltrona l'unico modo per realizzare obiettivi
16:17altrimenti non realizzabili. Quindi Spagnolo diventa consapevole strumento di una trama
16:23di interessi più vasti e spregevoli. Dopo moltissimi anni ancora i soci occulti di Spagnolo
16:31non sono stati assicurati alla giustizia e la verità non è venuta fine in fondo, come
16:41accade per molti delitti di mafia. Anche il nome di Renata Fonte viene scandito nella
16:45giornata della memoria, assieme agli altri 40 nomi delle vittime innocenti della mafia
16:50in Puglia. E poi ci sono Gaetano e Michele. Gaetano è un ragazzo di 16 anni che vive
16:58a Carbonara dalle parti di Bari. Gaetano Marchitelli è un bravo ragazzo, la mattina va a scuola
17:03in un istituto tecnico, il pomeriggio studia e la sera lavora in una pizzeria. E non c'entra
17:08niente con certe brutte cose, ma quando vivi in un certo luogo e in un certo tempo questo
17:13non conta. C'è una guerra di mafia da quelle parti, i clan rivali si sparano per la strada.
17:21Succede anche nell'ottobre del 2003, sparano davanti alla pizzeria in cui lavora Gaetano,
17:27che si prende un proiettile indirizzato ad un boss e resta ucciso. Michele invece è
17:36un ragazzo di 15 anni che vive a Bari Vecchia, che è il cuore della città e il centro storico,
17:41uno dei più belli del Mediterraneo. Adesso non è più così, ma anni fa si trovava
17:50che Bari Vecchia non aveva una bella fama, come molti altri centri storici italiani,
17:54quello di Genova per esempio o quello di Napoli. Una volta si diceva che in certe zone di Bari
17:59Vecchia non c'entrava neanche la polizia se non in forze, che certe strade di Bari
18:03Vecchia erano in mano alla malavita. Oggi non si dice più così, ma certe cose anche
18:08a Bari Vecchia succedono. Michele Fazio è un bravo ragazzo e anche lui con certe brutte
18:17cose non c'entra niente. Michele era un ragazzo che la mattina lavorava a un bar,
18:23la sera frequentava la scuola perché si voleva diplomare. Michele aveva 15 anni.
18:28Michele si sentiva di essere un capo famiglia, perché siccome io lavoravo e ci lavoro ancora
18:36nell'Efervello Stato, lavoravo a Milano e venivo una volta ogni settimana a casa,
18:43e Michele era lui che ci pensava la casa, con lo stipendo che lui aveva dal bar,
18:49pagava le bollette della luce e del telefono, in attesa che arrivavo io.
18:55Però lui poi mi chiedeva quello che lui aveva pagato per rimborsare. Michele era un ragazzo
19:01bravo. Michele diceva sempre, non solo a noi, ma lo diceva anche agli amici,
19:06che la vita è bella e bisogna sapersela guadagnare.
19:10Una sera di luglio del 2001 Michele sta tornando a casa dal lavoro. Sono le dieci e mezzo
19:16e sta attraversando la piazzetta che c'è davanti a casa sua. Appena uscito dal bar,
19:20aveva incontrato i suoi amici sul lungomare e gli avevano regalato un CD.
19:24Ha sicuramente una gran voglia di ascoltare quel CD Michele, è un ragazzo, ma non importa,
19:29perché c'è una guerra di mafia a Bari, i clan si affrontano sparando e lo fanno anche lì,
19:34sparando in mezzo alla gente nella piazzetta in cui abita Michele.
19:40Michele e la sua moglie
19:45Io e mia moglie Lella, quella sera, quando sentivamo dei colpi,
19:51pensavamo che non c'entravamo niente noi, perché Michele era estraneo a tutto questo.
19:58Quando abbiamo sentito i colpi, ci siamo affacciati e abbiamo visto la piazzetta deserta
20:06e nostro figlio Michele era per terra, gremito di sangue.
20:12Non riuscivamo ancora a crederci che cosa era successo, per noi sembrava un sogno,
20:19ma invece era tutta realtà, Michele è stato ammazzato.
20:23Anche i nomi di Gaetano e Michele vengono scanditi tra i 40 delle vittime innocenti di mafia in Puglia.
20:30A metà degli anni 90, a quel tempo ero segretario della commissione parlamentare antimafia,
20:37fui relatore dell'indagine sulla criminalità organizzata in Puglia.
20:45Anche lì la battaglia fu persino lessicale, perché venne proposta un unico emendamento alla mia relazione,
20:54da parte delle forze del centro-destra,
20:57l'emendamento diceva di cancellare in tutta la relazione che era apprezzabile la parola mafia
21:03per sostituirla con la parola criminalità.
21:06La prima volta che qualcuno si era accorto che stava succedendo qualcosa in Puglia
21:10era accaduto tanto tempo prima, prima del secolo scorso, nei primi decenni dell'unità d'Italia.
21:25Il questore Giuseppe Alonji è uno di quei poliziotti di una volta,
21:29baffi a manubrio, colletto rigido, bravissimo, lo chiamano il poliziotto integerrimo.
21:34Allo stesso tempo è un poliziotto moderno che legge i trattati di scienze criminali,
21:38da Cesare Lombroso in avanti.
21:41Ha una fissazione il questore Alonji, la mafia,
21:44e infatti è l'autore del primo libro che racconta e inquadra il fenomeno della mafia in Sicilia,
21:49a cui aggiunge anche il primo studio sulla Camorra.
21:58Ecco, un giorno, un confidente napoletano aveva parlato di una mafia in Sicilia,
22:03e di una mafia in Puglia,
22:06ecco, un giorno, un confidente napoletano aveva parlato con il questore Alonji
22:10e gli aveva detto che la Camorra, da Napoli, si era allargata alle province vicine,
22:14a Caserta e a Salerno, e più in là, fino a Bari.
22:25La polizia del Regno d'Italia indaga, soprattutto nelle carceri,
22:29e così, nel 1890, il questore di Bari,
22:32informa il procuratore del Regno dell'esistenza di una associazione di malfattori.
22:36Così viene fatta una retata, che manda sotto processo 179 persone,
22:41in quello che viene definito il processo alla malavita.
22:52Perché nonostante gli studi del questore Alonji
22:55e le inchieste fatte in Sicilia da Sidney Sonnini,
22:58come chiamarla, questa cosa ancora bene non si sa.
23:00Camorra, quando è a Napoli.
23:02Mafia, spesso con due F, quando è in Sicilia.
23:05E comunque, le idee non sono molto chiare, e per il resto d'Italia, chissà.
23:09Si capisce che è qualcosa di diverso dalla solita malavita, che è più pericolosa.
23:13Qualcuno si spaventa, ma i più non la prendono molto sul serio.
23:17Come per la malavita, come per quei malfattori di Bari.
23:29Dopo il processo alla malavita, di altre associazioni di malfattori,
23:33a Bari e in Puglia, non se ne sente più parlare.
23:41Del resto, la Puglia non è come la Sicilia, che vede nascere Cosa Nostra.
23:45In Puglia, i feudi non vengono lasciati in mano a campieri mafiosi
23:48da proprietari che stanno lontano.
23:50In Puglia, le tenute sono ben amministrate dai proprietari,
23:53che risiedono sul luogo e producono benessere e lavoro.
23:59Rispetto al resto del Meridione, la Puglia era già sviluppata da tempo,
24:03con una classe dirigente moderna e interessata alla cosa pubblica.
24:06E tutto questo, bene o male, se lo porta indietro negli anni,
24:10fino a quando diventa la California del Sud.
24:12Certo, la Puglia aveva caratteristiche sociali e culturali
24:18che ne facevano un'anomalia nel quadro meridionale.
24:23E' terra dove difficilmente attecchisce l'omertà.
24:27E' terra in cui la storia delle classi sociali fondamentali
24:31e della cultura politica che ha orientato queste classi sociali fondamentali
24:37le ha messe in relazione all'idea della democrazia, della legalità e dello Stato.
24:44Qui lo Stato non è stato percepito, come è accaduto in Calabria,
24:49come una vessazione centralistica,
24:52per cui talvolta anche la politica in Calabria nel dopoguerra
24:56ha guardato con simpatia all'endrine e all'endranghete
25:00viste come fenomeno di respingimento della logica autoritaria dello Stato.
25:07In Puglia c'è una lunga storia di intreccio
25:12tra lotta sociale e cultura della legalità.
25:15In Puglia non ci sono organizzazioni criminali
25:18che si sostituiscono allo Stato creando un antistato più forte
25:22come in Calabria, in Sicilia o a Napoli.
25:25La Puglia non è isolata, degradata o povera.
25:28La Puglia è ricca e tutto questo curiosamente è un problema.
25:32La Puglia è una regione ricca all'interno del Sud.
25:35Ha un livello di imprenditoria e anche di commercio
25:42differente luogo per luogo, anche all'interno delle stesse province,
25:48ma è sicuramente la provincia che il tenore di vita medio
25:52adesso e anche 30 anni fa era così rispetto all'intero territorio
25:56del Sud d'Italia e questo l'ha resa una terra allettante
26:02dal punto di vista dell'insediamento criminale.
26:06In Puglia lo Stato non è abituato ad avere a che fare
26:09con la criminalità organizzata, il che significa anche
26:12che non ci sono altre mafie locali a fare da concorrenti.
26:16Questo rende la Puglia il terreno ideale per l'espansione
26:19delle mafie tradizionali più organizzate,
26:22la mafia, la camorra e l'andrangheta,
26:25che agli inizi degli anni 70 sbarcano in Puglia
26:28come un vero e proprio esercito colonizzatore.
26:31La Puglia era una terra libera da una criminalità autottona
26:36ma in realtà frequentata, abitata da moltissimi esponenti
26:41delle principali organizzazioni mafiose tradizionali.
26:46In particolar modo pensiamo a Cosa Nostra siciliana,
26:49importanti elementi di Cosa Nostra erano stati mandati
26:54in soggiorno obbligato in Puglia.
26:57Molti arrivano in soggiorno obbligato, qualcuno forse,
27:00vista la situazione, mandato a posta da autorità compiacenti.
27:03200 mafiosi tra il 61 e il 72.
27:06Altri invece ci vengono da soli, inviati dai boss delle mafie di appartenenza.
27:11I siciliani ben avevano compreso come la posizione geografica della Puglia
27:16avrebbe costituito in futuro, come poi è accaduto
27:21a partire dall'inizio degli anni 90 in poi,
27:24proprio uno snodo essenziale tra i trattici che dall'Oriente
27:27sono diretti all'Europa occidentale.
27:29In Puglia arrivano gli uomini delle endrine di Paolo De Stefano
27:32e di Umberto Bellocco.
27:39E arriva anche la nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo
27:42che nel gennaio del 1979, in una vacanza dalla detenzione
27:46al carcere di Ascoli Piceno, da cui appena scappato,
27:49incontra 40 malavitosi pugliesi e li affilia alla sua organizzazione.
28:00E qualche anno dopo arriva uno dei suoi luogotenenti, Carmine Pucca,
28:04che riunisce 90 camorristi pugliesi a Galatina, in provincia di Lecce,
28:08alla presenza di un osservatore dell'Andrangheta e di uno di Cosa Nostra.
28:14È una colonia, la Puglia, dove le mafie tradizionali
28:17fanno i loro affari con l'aiuto delle associazioni locali di malfattori
28:22che organizzano sotto il loro controllo e che usano per gli affari più importanti.
28:26La Puglia diventa il cosiddetto cortile di casa per le mafie principali
28:30che se la spartiscono, più o meno, d'amore e d'accordo.
28:33Le bande criminali che sono assorte in Puglia, soprattutto all'inizio degli anni Ottanta,
28:38avevano dei rapporti, diciamo, di collaborazione
28:43che si collegavano soprattutto sull'asse della fornitura di sostanze stupefacenti,
28:49questo in modo particolare dal territorio calabrino,
28:53a cui veniva garantito poi un mercato anche abbastanza ampio
28:57e viceversa nei confronti della Camorra,
29:00le realtà criminali pugliesi operavano, per esempio,
29:04per lo stoccaggio dei tabacchi di contrabbando
29:08che arrivavano dal Montenegro o dalla Grecia,
29:12venivano accolti, se così si può dire, in Puglia
29:15e poi sministrati verso Napoli, verso l'Italia.
29:19Tutto questo comporta qualcosa, una mafiosizzazione del territorio,
29:23un salto di qualità delle associazioni locali di malfattori
29:26che, in questo modo, hanno un modello a cui ispirarsi,
29:30anche perché sta succedendo qualcosa in Puglia,
29:33ma non fuori, nelle strade, dentro, in carcere.
29:36Le carceri pugliesi in quegli anni, proprio perché considerate delle carceri simili,
29:45perché considerate delle carceri sicure, fra virgolette,
29:50da un punto di vista criminale, erano divenute le carceri
29:55in cui erano stati inviati, per lo più, i camorristi campani,
29:58proprio perché, ricordiamo, la seconda metà degli anni Settanta
30:02era la fase in cui, in Campania, era in atto una sanguinaria lotta
30:09fra le opposte fazioni della Camorra, soprattutto la Camorra cutoliana.
30:14C'è la guerra a Napoli.
30:20E c'è la guerra nel resto della Campania.
30:22La guerra tra la nuova Camorra organizzata di Raffaele Cutolo
30:25e la nuova famiglia di Umberto Ammaturo,
30:27con i casalesi dei Nuvoletta e dei Bardellino.
30:30Una guerra di Camorra che, soltanto tra il 1980 e l'81,
30:34fa più di 400 morti e cresce a ritmo di 250 morti all'anno.
30:44In quegli anni, quando un camorrista finisce in galera,
30:47la prima domanda che gli viene fatta, ancora quasi prima delle generalità,
30:51è se è cutoliano o anticutoliano,
30:53in modo da sapere in quale ala del carcere destinarlo.
31:00Poi il Ministero della Giustizia decide di mandare i cutoliani
31:04in altre carceri fuori dalla Campania
31:06e tra queste ci sono le carceri pugliesi,
31:08che si riempiono di uomini della nuova Camorra organizzata.
31:15Che sono, appunto, organizzati, duri e cattivi come sempre.
31:18Insomma, mafiosi.
31:36Ma non è soltanto per stare un po' meglio in carcere
31:38che è necessario far parte di qualche mafia organizzata.
31:44I cutoliani arrivano in carcere e si trovano di fronte i malavitosi pugliesi,
31:48contrabandieri, rapinatori, anche assassini,
31:51ma sono tutti isolati, non hanno nessuna struttura organizzativa.
31:56In carcere, se sei da solo, non sei niente.
31:59E così i cutoliani scelgono tra i malavitosi pugliesi
32:02quelli più abili e più forti
32:04e li affigliano alla nuova Camorra organizzata.
32:09È un'offerta che non si può rifiutare,
32:11non si può dire grazie, non mi interessa,
32:13perché questo è uno sgarbo
32:15e si finisce con la gola tagliata durante l'ora d'aria.
32:21In questo modo la Camorra cresce.
32:23E non soltanto in carcere, ma anche fuori.
32:25Perché quando la gente esce riprende il suo posto nella società,
32:28nella sua metà oscura, naturalmente, nella malavita.
32:31Ma c'è qualcuno che pensa che bisogna fare qualcosa.
32:34Si chiama Giuseppe Rogoli e sta, appunto, in carcere.
32:39Giuseppe Rogoli, detto Pino, viene da Mesagne,
32:42in provincia di Brindisi, nel cuore del Salento.
32:44E in quegli anni era inchiuso nel carcere di Trani.
32:56Ufficialmente sarebbe un muratore,
32:58un piastrellista per l'esattezza.
33:00In realtà è un esponente della malavita pugliese.
33:03Un rapinatore, soprattutto.
33:08Giuseppe Rogoli aveva eseguito un'azione di criminalità spietata.
33:16Perché avevano fatto, in provincia di Bari,
33:19in un comune, se non ero abitonto,
33:21avevano rapinato una banca.
33:24E all'uscita si ritrovarono davanti un tabaccaio
33:29che, armato di una pistola, volle fronteggiare i banditi.
33:34E Rogoli, non ebbe un attimo di esitazione,
33:37puntò il suo fucile mitragliatore
33:39e colpì alla nuca, freddandolo, il tabaccaio.
33:43Quindi fu istruita la tragedia.
33:47Io rinviai a giudizio il Rogoli,
33:49quindi lo interrogai parecchie volte
33:51e fu condannato prima all'Ergatto
33:53e poi a 30 anni in appello.
33:55È un duro, Pino Rogoli.
34:05È in contatto con uno dei boss dell'Andrangheta in Puglia,
34:08Umberto Bellocco,
34:09che lo ha associato all'Andrangheta
34:11con il grado di santista,
34:13un grado piuttosto elevato.
34:26Ecco, Pino Rogoli è in carcere,
34:28vede che la camorra di Cutolo
34:30si sta mangiando tutta la Puglia
34:32e non ci sta.
34:34E siccome se non sei un mafioso,
34:36se in carcere che fuori non sei nessuno,
34:38lui se la inventa, la sua mafia.
34:40Ci chiamavamo quasi tutti i cani sciolti,
34:43poi fino all'82,
34:45quando è nata la Sacra Colonna Unita.
34:50Chi faceva il contrabbando,
34:52chi rubava le macchine,
34:54c'era una criminalità comune, diciamo.
35:01Non era niente di organizzato,
35:05ma dopo, a mano a mano,
35:07andando avanti con gli anni,
35:09Pino Rogoli è diventato
35:11un personaggio esponente, grosso.
35:14È cominciato l'evoluzione,
35:18sempre più forti, sempre più forti.
35:22La nuova mafia di Pino Rogoli
35:24si chiama Sacra Corona Unita
35:26ed ha una data di nascita ben precisa,
35:28il 25 dicembre 1981.
35:30Non è una data scelta a caso,
35:32il 25 dicembre è Natale,
35:34è la nascita di Cristo,
35:36e anche in quel nome, Sacra Corona Unita,
35:38ci sono tanti riferimenti storici e religiosi.
35:40Sacra Corona era il nome che il popolo di Napoli
35:42dava alla dinastia dei Borbone
35:44e a cui si richiamavano i briganti
35:46che lottavano contro l'unità d'Italia.
35:54Ha bisogno di padri nobili,
35:56ha bisogno di costruirsi un passato,
35:58una cultura, un immaginario
36:00per competere con le mafie tradizionali
36:02che esistono da tanto tempo.
36:04E allora Pino Rogoli ci mette dentro di tutto.
36:06Il conte Ugolino, Fiorentino di Russa,
36:08il Cavaliere di Spagna,
36:10che sono i fondatori della Camorra,
36:12e poi anche Osso, Mastrosso e Carcagnosso
36:14che sono i fondatori dell'Andrangheta,
36:16non importa se siano o no mai esistiti,
36:18e anche Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini.
36:21La Sacra Corona Unita
36:23si ispira profondamente all'Andrangheta
36:25nel cercare di acquisire
36:27dal modello andranghetista
36:29quest'apparato rituale simbolico
36:31così complesso, ma fa di più.
36:33Addirittura va a rispolverare
36:35i rituali e i simboli
36:37che l'Andrangheta stessa
36:39non utilizzava più da tempo,
36:41cioè i rituali e i simboli
36:43dell'Andrangheta più arcaica.
36:45Segni di riconoscimento,
36:47tatuaggi con significati ben precisi,
36:49una spilla con cui pungersi
36:51per far uscire il sangue,
36:53e un sacco di cose da bruciare.
37:01La mafia pugliese ha formule
37:03di iniziazione elaborate lunghissime
37:05che gli affiliati sono costretti
37:07a scriversi per non dimenticarle.
37:09C'è una formula per entrare
37:11nell'organizzazione che si chiama favella,
37:13ci sono formule per passare di grado in grado
37:15che si chiamano rintagli,
37:17e sembrano formule magiche
37:19da antichi alchimisti.
37:23Giuro, su questa punta di pugnale di sangue,
37:25di essere fedele a questo corpo di società.
37:27E poi, giuro di sconoscere
37:29padre, madre, fratelli e sorelle
37:31fino alla settima generazione.
37:33E ancora, giuro di mettere
37:35un piede nella fossa
37:37e l'altro alla catena
37:39per dare un forte abbraccio alla galera.
37:41Un rituale addirittura esoterico,
37:43più fantasioso di quello
37:45che Cutulo aveva inventato
37:47per la sua nuova camorra organizzata,
37:49più misterioso di quello dell'Andrangheta,
37:51più suggestivo di quello
37:53di Cosa Nostra siciliana.
37:55Qualcosa in cui riconoscersi,
37:57qualcosa che segnasse
37:59la differenza rispetto
38:01all'esoterico.
38:03Qualcosa in cui riconoscersi,
38:05qualcosa che segnasse
38:07la differenza rispetto
38:09a qualsiasi altra esperienza delinquenziale
38:11presente nella regione.
38:13Infatti, questo è stato l'elemento
38:15che ha consentito
38:17alla Sacra Corunnita
38:19di attirare
38:21l'attenzione
38:23e il desiderio
38:25di affiliazione da parte
38:27di tantissimi affiliati.
38:29Funziona. Pino Rogoli
38:31mette assieme un sacco di gente
38:33che divide in tre ordini di affiliati,
38:35ognuno con la sua dote,
38:37come si chiamano i gradi.
38:39Società minore, società maggiore
38:41e società segreta, con gli evangelisti,
38:43i trequartini, i crimini con diritto
38:45al medaglione e i crimini con diritto
38:47al medaglione con catena.
38:49Sembrano follie, giochi da bambini,
38:51ma funziona.
38:53Il 24 dicembre dell'89
38:55sono stato affiliato
38:57ed è un giorno particolare
38:59il 24 dicembre,
39:01perché il vero mafioso il 24 dicembre nasce.
39:03Non nasce di Natale,
39:05non nasce di Pasqua.
39:07Sono le affiliazioni
39:09quelle pesanti.
39:11Infatti,
39:13tra mafiosi, quando si parla
39:15per farsi riconoscere
39:17se uno ti chiede
39:19quando sei nato,
39:21io rispondo il 25 dicembre.
39:23La Sacra Corona Unita di Pino Rogoli
39:25mette assieme un sacco di gente
39:27e arriverà a contare 1567 affiliati
39:29divisi in 47 clan.
39:31Rogoli è un personaggio,
39:33una persona dotata
39:35di un livello
39:37culturale molto basso,
39:39ma in compenso dotato di un carisma
39:41molto incisivo.
39:45Nel periodo in cui studiavo
39:47questa organizzazione criminale
39:49mi colpì molto
39:51leggere alcune lettere,
39:53ad esempio, che erano state
39:55sequestrate dagli inquirenti in carcere
39:57e scambiate fra Pino Rogoli
39:59e alcuni degli affiliati.
40:01Lettere in cui
40:03gli affiliati si rivolgevano
40:05a Rogoli con un tono
40:07estremamente deferente,
40:09chiamandolo padre, zio,
40:11con una, diciamo,
40:13quasi affettività
40:15emotiva molto, molto
40:17forte, che Rogoli ha sempre
40:19saputo sfruttare enormemente.
40:21Pino Rogoli ha un progetto,
40:23estendere il controllo della sua
40:25Sacra Corona Unita a tutta la Puglia,
40:27farne una grande mafia regionale,
40:29come la Camorra, Cosa Nostra
40:31o l'Andrangheta. Ma non è facile.
40:37La Sacra Corona Unita
40:39è una mafia giovane che per affermarsi
40:41ha dovuto affiliare gente di tutti i tipi,
40:43una specie di assunzione in massa
40:45che ha preso un po' di tutto.
40:47Per quanto i rituali possano essere suggestivi
40:49e Pino Rogoli carismatico,
40:51molti dei suoi uomini vogliono fare di testa loro.
40:53E poi ci sono altre realtà
40:55in altre zone della Puglia che proprio in quegli anni
40:57hanno avuto la stessa idea
40:59di organizzare la malavita locale
41:01con affiliazioni, rituali
41:03e segni di riconoscimento.
41:05Quando si parla delle mafie pugliesi
41:07in primo luogo è necessario sgombrare il campo
41:09da un equivoco, cioè che tutte quante
41:11possono essere riunite sotto la denominazione
41:13Sacra Corona Unita.
41:15In realtà Sacra Corona Unita è la denominazione
41:17che indica il gruppo,
41:19l'agglomerato di mafie pugliesi
41:21della provincia di Lecce
41:23e più in generale
41:25di buona parte del Salento.
41:27Per quello che riguarda le altre zone della Puglia
41:29non si parla di Sacra Corona Unita,
41:31si parla di gruppi criminali
41:33in alcuni casi con dei nomi locali
41:35in altri casi semplicemente sprovvisti di nomi.
41:37Pino Rogoli fa fatica
41:39a tenere tutto sotto controllo.
41:41C'è una dote speciale nell'organizzazione
41:43delle mafie pugliesi, soprattutto
41:45della Sacra Corona Unita,
41:47che si dà a otto uomini insaputi,
41:49invisibili e ben armati
41:51come recita la formula del giuramento.
41:53Sono i componenti
41:55della squadra della morte,
41:57il gruppo di fuoco,
41:59che si occupa delle esecuzioni
42:01di traditori e di rivali.
42:07Antonio Antonica, per esempio,
42:09è il braccio destro di Pino Rogoli
42:11a Brindisi.
42:13Entra subito in contrasto con il boss
42:15e i primi ad essere ammazzati
42:17di Pino Rogoli, trovati carbonizzati
42:19dentro una macchina abbandonata
42:21nella campagna di Brindisi.
42:23Poi tocca a Emanuele Rogoli,
42:25fratello del boss della Sacra Corona Unita.
42:33Il 4 febbraio era scampata
42:35da un agguato.
42:37Ferito gravemente, da allora
42:39Emanuele Rogoli viaggiava in auto blindata.
42:41Questa mattina però era uscito
42:43con un'altra macchina.
42:45Poi tocca ad Antonica.
42:49La prima volta cercano di ammazzarlo
42:51davanti a casa,
42:53alla periferia della città.
42:55I killer si sono nascosti in un vigneto
42:57e quando l'auto di Antonica arriva
42:59saltano fuori e cominciano a sparare.
43:07Antonica allora accelera,
43:09sfonde il cancello di casa sua
43:11e riesce a metterlo.
43:15Sembra la scena di un film,
43:17ma è la realtà della Puglia di quegli anni.
43:19Come sembra ancora di più
43:21una scena di un film
43:23quello che succede ad Antonica
43:25qualche giorno dopo,
43:27quando si trova in ospedale
43:29ricoverato per le ferite
43:31riportate nell'agguato.
43:33La squadra della morte entra nell'ospedale
43:35da un ingresso secondario.
43:37Fa irruzione nelle camere dove si trova
43:39assieme ad altri sei pazienti
43:41e lo uccide lì, a letto,
43:43come in un film.
43:47Erano in due, erano.
43:49E poi sono scappati via.
43:51Hanno sparato quanti colpi?
43:53Due.
43:55Era qui, accanto a lei era qui?
43:57No, qua, addosso.
43:59L'hanno spinto ed è caduto per terra.
44:01Sono scappato, no?
44:03A Lecce, il capo della Sacra Corona Unita
44:05disegnato da Pino Rogoli
44:07si chiama Antonio Dodaro.
44:13Vive in una casa a Gallugnano
44:15di San Donato
44:17e lì, in un pomeriggio di dicembre del 1988
44:19i carabinieri fanno irruzione.
44:21Il capo della Sacra Corona Unita
44:23si chiama Pino Rogoli
44:25e il capo della Sacra Corona Unita
44:27si chiama Pino Rogoli
44:29e lì, in un pomeriggio di dicembre del 1988
44:31i carabinieri fanno irruzione.
44:33Trovano la scena di una strage.
44:35La moglie di Dodaro, Cosimina,
44:37è stesa a terra sul pavimento della cucina
44:39assieme al padre,
44:41uccisi a colpi di pistola.
44:45Il boss è nel suo ufficio,
44:47dietro la scrivania.
44:49A tutti e tre,
44:51i killer della squadra della morte
44:53hanno appoggiato la canna della pistola alla testa
44:55e hanno sparato il colpo di grazia.
44:57Da quanto tempo è scomparso il suo marito?
44:59Due mesi sono.
45:01Com'è che è scomparso? Non è tornato a casa una sera?
45:03Sì, è accompagnato
45:05il bambino al doposcuola
45:07e poi io lo aspettavo, la sera non è rientrato più.
45:09Come se lo spiega?
45:11Non so.
45:13Se sanno loro qualcosa la tengono nascosta.
45:15Dicono...
45:17Io sono andata a chiedere in giro
45:19perché l'hanno fatto già i carabinieri
45:21e non è uscito fuori niente.
45:23Figurati con me, di cosa si confidava.
45:25Se mio marito mi ascolta,
45:27se mi può ascoltare,
45:29se è vivo che si faccia vedere a casa
45:31perché ha tre figli.
45:33Se poi è morto,
45:35che mi facciano pure fare sapere
45:37più o meno dove l'hanno buttato,
45:39l'hanno meso, non lo so.
45:41Perché almeno so dove piange.
45:43Romolo Guerriero era un affiliato
45:45che a un certo punto
45:47era svanito nel nulla.
45:49Apparteneva ad una famiglia
45:51molto per bene,
45:53di contadini.
45:55Aveva una sorella che era una donna straordinaria,
45:57istruita, colta,
45:59imprenditrice.
46:01I genitori erano delle persone meravigliose.
46:03Più volte, sostanzialmente,
46:05la famiglia chiedeva
46:07agli organi inquirenti, anche a me,
46:09di fare ogni sforzo possibile
46:11per trovare il responsabile
46:13o almeno per trovare il corpo
46:15del loro congiunto.
46:17Loro conoscevano la scelta sbagliata
46:19che il figlio aveva fatto,
46:21che il fratello aveva fatto,
46:23ce ne avevano parlato
46:25e nel corso di questa ricerca della verità
46:27addirittura si verificò
46:29una seconda lupara bianca,
46:31quella dei genitori di Romolo Guerriero
46:33che sparirono assieme
46:35al loro carro agricolo,
46:37al motocarro che utilizzavano
46:39per andare e venire dai campi che coltivavano.
46:41Questo fu veramente un momento drammatico
46:43perché fu la prima volta
46:45che sostanzialmente
46:47delle persone totalmente innocenti
46:49che non appartenevano all'organizzazione,
46:51che anzi chiedevano solo di riavere il corpo del figlio,
46:53venivano fatte sparire
46:55e chiaramente uccise
46:57con lo stesso brutale sistema
46:59col quale si gestiva
47:01la guerra di mafia in quegli anni.
47:03Lavorano parecchio le squadre della morte in quegli anni.
47:05Tra il 1984
47:07e il 1988
47:09in Puglia gli omicidi sono 201
47:11che salgono a 486
47:13nei quattro anni successivi.
47:15Una mattanza.
47:33I gruppi si uniscono e si separano.
47:35Riconoscono l'autorità
47:37della Sacra Corona Unita di Pino Rogoli
47:39ma poi se ne distaccano.
47:41I sottoposti si ribellano ai capi
47:43e formano nuovi gruppi.
47:45E poi ci sono i clan cittadini di Bari
47:47che sono un'altra cosa,
47:49come il clan di Salvatore Anacondia,
47:51detto Manomozza.
47:5340 omicidi confessati.
47:57Anche perché nel frattempo Pino Rogoli
47:59ha commesso un errore.
48:01Ha commesso un errore madornale
48:03che nessun boss di Cosa Nostra,
48:05non avrebbe mai fatto.
48:11Una società segreta è segreta.
48:13C'è un rituale di affiliazione
48:15basato appunto sul segreto.
48:17Segni di riconoscimento nascosti
48:19e sempre, anche quando sono in galera
48:21condannati con il 416 bis,
48:23associazione a delinquere di stampo mafioso,
48:25i boss come Totò e Riina
48:27continuano a dire che la mafia non esiste.
48:29Solo i collaboratori di giustizia,
48:31solo i pentiti ne parlano.
48:33E infatti, per sapere che Cosa Nostra
48:35si chiamava così, è stato necessario
48:37aspettare che Joe Vallachi lo dicesse
48:39alla commissione McClellan degli Stati Uniti
48:41all'inizio degli anni Sessanta.
48:57Ecco invece Pino Rogoli,
48:59da boss e non da pentito, lo fa.
49:01Ammette l'esistenza della Sacra Corona Unita.
49:09Le forze dell'ordine e la magistratura
49:11hanno cominciato a scoprire qualcosa.
49:13Tutto quel movimento nelle carceri
49:15e tutto quel rituale così complesso
49:17non possono passare inosservati.
49:25Allora Pino Rogoli pensa di anticipare
49:27i tempi con una mossa.
49:29Ma dopo il 1984, interrogato
49:31dal giudice istruttore di Bari Alberto Maritati
49:33e messo di fronte agli indizi
49:35che stanno saltando fuori,
49:37ammette che la Sacra Corona Unita esiste.
49:43Ma è solo un'associazione di mutuo soccorso
49:45per chi sta in carcere e comunque è già finita.
49:47Una cosina piccola, insomma.
49:49Comunque, lei il primo maggio 1983
49:51ha fondato la Sacra Corona Unita.
49:53Questo è vero o meno?
49:55Fu vero, fu.
49:57Era morta, seporta e seppellita.
49:59Lei non è il capo della Sacra Corona Unita?
50:01Ma quale capo? Quello che non esiste
50:03nel capo e nel coda, quale capo?
50:05Ma come spiega la crescita della criminalità in Puglia?
50:07La crescita della criminalità in Puglia?
50:09E che ne so, a me l'hanno state chiedendo.
50:11E scusate, perché in Puglia?
50:13Perché a Milano non si fanno gli omicidi?
50:15Non c'è neanche mafia a Milano?
50:17C'è o non c'è? A Milano non si tocca
50:19perché fa parte del Nord.
50:21Purtroppo a molte signore
50:23li serve attualmente
50:25la mafiosità.
50:27In Puglia se la stanno prendendo.
50:29Noi siamo zero, anzi sotto di zero
50:31e ci stanno soggiocando come vogliono.

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