Lucarelli racconta - St 11 Ep 1. Nelle mani dello Stato 2a parte

  • mese scorso

Category

📺
TV
Transcript
00:00Catiucia Favaro è una giovane donna di 30 anni che è stata condannata per furto,
00:04il furto di un orologio.
00:07Di problemi con la legge, Catiucia ne ha già avuti, piccole cose, furti, storie di
00:12droga. Ha avuto anche problemi psicologici, fino da quando aveva 13 anni
00:16e viene considerata una personalità borderline, piuttosto difficile e un po'
00:20aggressiva.
00:23Ma non è una criminale Catiucia, è una ragazza con dei problemi.
00:27Lei era solare, sorrideva tutti, diceva la buona parola.
00:34Bisognava saperla prendere. Certo che se uno la prendeva di petto, le diceva
00:39qualche cosa di male e mia figlia rispondeva, non stava zitto. Se vedeva
00:44qualche cosa che non andava, lei partiva in tromba e andava a difendere o a dire
00:51quello che doveva dirgli. Ecco, lei non stava zitta.
00:57Catiucia ha dei problemi e così dal carcere viene trasferita a Castiglione
01:01delle Stiviere, dove era già stata ricoverata tempo prima.
01:06Durante quel primo ricovero aveva denunciato abusi da parte di un medico
01:10e due infermieri che erano stati indagati. Dalle indagini non era emerso
01:14nulla a carico del medico e degli infermieri, che avevano a loro volta
01:18sporto querela per calunnia e le indagini erano state archiviate.
01:24E' previsto che Catiucia lasci Castiglione delle Stiviere il 28 novembre
01:28del 2005. Dieci giorni prima, il 16 novembre, Catiucia telefona alla madre, le dice
01:34che sta succedendo qualcosa di strano, che ha paura e che vuole andare via di lì.
01:44Che sia vero o che sia soltanto lo stato d'animo di una ragazza come Catiucia
01:48con i suoi problemi o con la sua rabbia, qualcosa comunque succede, perché il
01:52giorno dopo Catiucia viene trovata in un cortiletto interno dell'ospedale,
01:56impiccata ad una rete con un lenzuolo.
01:58Mia figlia aveva una striscia
02:01sottilissima sul collo, incompatibile con quel lenzuolo grosso che hanno trovato.
02:08Aveva un segno di un'iniezione sull'avambraccio.
02:15Il lenzuolo era appeso a una recinzione da pollaio, perché erano quelle
02:21recinzioni blande che se uno si appende cadono giù. Infatti quando siamo andati
02:27in quel giardino per vedere dove era successo, ci siamo appoggiati e la rete
02:31è scesa giù. Quindi non poteva essersi suicidata impiccandosi, perché era
02:40seduta per terra, era inginocchiata per terra.
02:43Forse davvero quello di Catiucia Favaro è stato il gesto disperato di una ragazza
02:47che aveva problemi che l'istituzione non è stata in grado di curare.
02:51E c'è qualcuno che si chiede se gli OPG siano in grado di farlo, viste le
02:54condizioni in cui si trovano, che vengono rilevate da studi e inchieste.
02:58L'ultima per esempio è quella del senatore Ignazio Marino, che lamenta
03:02condizioni ottocentesche con pazienti legati ai letti, soprattutto per
03:06l'ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto.
03:08C'è una non vita. Io credo che il manicomio per chi sta
03:12dentro corrisponda a una non vita e quindi veramente alla negazione di
03:17qualunque ipotesi terapeutica. Non è la questione del singolo operatore
03:22operatrice che possa essere più o meno bravo. Non si cura in un luogo così.
03:28Sono creati per quelle persone che danno fastidio, che non hanno nessuno alle
03:32spalle, che non hanno nessuno che tenti di difenderle alle spalle e con cui non
03:38si sa che cosa fare. Franco Basaglia diceva una cosa molto
03:42importante. Chi non ha, non è. Ecco, chi non ha parenti, denaro, amici e
03:48potere, non è. E quindi se fa qualcosa, rendiamoci conto appunto, anche
03:52cretinata, corre il rischio di finire in manicomio criminale e restare là dentro
03:57per tutta la vita.
03:58Gianclaudio Arbola invece non finisce in un OPG. Non è
04:02quello il suo problema. Gianclaudio vive a Pantelleria e da un
04:06negozio, una specie di emporio in cui si trova di tutto, tipico delle isole.
04:13È a casa, a Pantelleria, quando riceve una telefonata. È sua moglie Adelina. Era in
04:19macchina ed è stata fermata dalla polizia, che l'ha trovato un pacchetto
04:22appena ritirato dal corriere. È indirizzato a lui, Gianclaudio Arbola,
04:27che se lo è spedito da Milano. Dentro ci sono 20 grammi di cocaina, che
04:31Gianclaudio ha importato così, spedendosela per posta.
04:35Gianclaudio e Adelina vengono arrestati. Arresti domiciliari, sull'isola.
04:40Intanto le indagini proseguono. Saltano fuori altri pacchi e altri indagati.
04:44Gianclaudio viene arrestato di nuovo, ma questa volta finisce in carcere.
04:48Noi abbiamo detto di stare attento a mio marito, comunque al padre di mia figlia,
04:55perché non stava realmente bene. L'abbiamo detto più di una volta.
05:00Non abbiamo detto niente, anzi. Si è realizzato quello che realmente noi pensavamo.
05:06E' come se è stato fatto, e a certe volte sembra come se gli hanno lasciato l'occasione per farlo.
05:14Gli hanno lasciato le armi per farlo.
05:17Gianclaudio era terrorizzato dall'idea di finire in carcere. A Marsala lo mettono in isolamento,
05:23ma gli lasciano in casa.
05:25Chi va in carcere subisce un trauma da un punto di vista individuale,
05:29se è soggetto che non conosce la realtà del carcere, ovviamente.
05:32E in questo trauma si trova un momento, diciamo, di tampone, un momento di confronto,
05:40soltanto se si ha la possibilità di contattare in breve tempo il suo amico,
05:45che è un amico che è stato arrestato.
05:48Sono tanti i suicidi nelle mani dello Stato. Sono troppi.
05:54Nel 2009, a togliersi la vita in carcere nei vari luoghi della giustizia, sono stati in 72,
05:59con quasi 6.000 case di autolesionismo,
06:02le quali i suicidi sono stati ancora più.
06:05E' una situazione che non è soltanto una situazione di terrorismo,
06:09ma è anche una situazione di suicidio.
06:12Nel 2009, a togliersi la vita in carcere nei vari luoghi della giustizia, sono stati in 72,
06:17con quasi 6.000 case di autolesionismo di detenuti che si sono feriti, tagliati o fatti male da soli.
06:23Soltanto nei primi sei mesi del 2010 i suicidi in carcere sono già 31.
06:31Si uccidono i detenuti in attesa di giudizio, si uccidono quelli che sono al primo arresto
06:35e soprattutto si uccidono i giovani e gli stranieri.
06:40Come Ben Gargi, tunisino, morto di sciopero della fame nel carcere di Pavia.
06:44O Fersi Valide, tunisino anche lui, che si è impiccato in quello di Prato.
06:48Vasile Tanase, rumeno, che si impicca alle sbarre del carcere di Frosinone con i lacci di una scarpa da tennis.
06:54O come Carlo Strichelme, cileno, che fa un cappio con le fibre di nylon dei sacchetti della spazzatura,
07:00nel carcere delle Sughere, a Livorno.
07:02Il problema è che già il suicidio di per sé è una scelta personale dove entrano in gioco tanti di quei fattori.
07:12Sicuramente non ti aiuta il sovraffollamento, ma non tanto come causa diretta,
07:17bensì come causa indiretta perché nel momento in cui arrivano troppi detenuti,
07:23nel momento in cui le risorse sono divise per troppe persone,
07:26rischi di non intercettare il vero disagio, il vero problema
07:31e di non poter convogliare su questa persona, su questa situazione problematica, risorse sanitarie, risorse psicologiche.
07:42Tra le risorse del carcere, naturalmente, c'è chi ci lavora.
07:45Fino adesso ne abbiamo parlato poco e di solito a proposito di vicende oscure,
07:49perché sono queste quelle che noi raccontiamo.
07:52Ma in un carcere o in una struttura della giustizia c'è tanta gente che fa il proprio lavoro tutti i giorni,
07:57con professionalità e anche qualcosa di più, soffrendo spesso gli stessi disagi, gli stessi stress dei detenuti
08:03e vivendoci dentro praticamente quasi le stesse ore.
08:09Sono i direttori, i funzionari, i medici e soprattutto quelli che una volta venivano chiamati guardie,
08:16che dentro vengono chiamati superiori e che invece, con una definizione più appropriata,
08:21si chiamano agenti di polizia penitenziaria.
08:24Chi sta a contatto con i detenuti quotidianamente sono gli agenti.
08:27Come pensate, giorno e notte turnano e risolvono piccoli e grandi problemi di vita quotidiana.
08:34Quindi è veramente un lavoro faticoso, sicuramente, molto impegnativo,
08:42però, ripeto, dal punto di vista umano molto probabilmente nel settore pubblico sono poche le attività professionali
08:50che ti danno la stessa possibilità di considerare ad ampio raggio l'esperienza dell'umanità.
08:58L'organico della polizia penitenziaria, stabilito per decreto nel 2001, dovrebbe comprendere 45.750 agenti.
09:06In realtà, in forza, nelle carceri italiane oggi ce ne sono 40.000.
09:11Basta fare un semplice calcolo per capire che ne mancano 6.000 e anche di più, visto l'aumento annuale dei detenuti.
09:18Immaginate un agente costretto a vivere tutti i giorni all'interno della sezione detentiva.
09:27Ma vi dico di più.
09:28Immaginatevi Napoli-Poggioreale, dove si effettuano 400 colloqui al giorno, cioè 400 detenuti che vanno a colloquio.
09:37Ogni detenuto ha almeno due o tre familiari a seguito, cioè dieci agenti addetti al nucleo dei colloqui
09:46che devono perquisire i cittadini che vengono a fare i colloqui.
09:50Tutto questo grava sulle spalle dell'agente di polizia penitenziaria.
09:54Anche per chi lavora in carcere, le cose a volte vanno male.
09:57E quando questo succede, le storie diventano drammatiche come quelle dei detenuti.
10:02Gli agenti vengono aggrediti e feriti, restano coinvolti nelle risse tra detenuti,
10:07finiscono all'ospedale per fratture, ferite d'armi da taglio e contusioni.
10:18Non sono più i tempi delle rivolte carcerarie degli anni settanta,
10:21ma anche oggi la maggior parte degli episodi avviene perché la situazione di disagio e di affollamento esplosa con violenza.
10:33E poi ci sono i suicidi.
10:35Soltanto nei primi sei mesi del 2010, i suicidi tra il personale delle carceri sono stati cinque.
10:42Quattro agenti e un dirigente.
10:44La nostra professionalità consiste nel mantenere delle persone in un luogo in cui non vorrebbero mai essere
10:51e farglielo fare per anni.
10:53Questo è sicuramente un lavoro che andrebbe maggiormente riconosciuto dalla società esterna.
11:02E dalla cosiddetta società civile.
11:04Proprio perché ci sono 45.000 persone che lavorano onestamente all'interno delle carceri,
11:10che quotidianamente svolgono un servizio di alto valore sociale,
11:15e che purtroppo, lo sperimentiamo quasi quotidianamente, non è riconosciuto.
11:22Le cose purtroppo a volte non vanno nel verso giusto.
11:25E quando questo succede è un guaio, un guaio grosso.
11:28Perché nelle mani dello Stato, quando le cose vanno male, si può anche morire.
11:32E anche prima del carcere.
11:34Fino a qualche anno fa le priorità dell'attività delle forze di polizia erano,
11:38su indirizzo governativo anche ovviamente,
11:41erano la lotta alla mafia, la lotta al crimine diffuso nelle città,
11:44la lotta al terrorismo, specie nei momenti di maggiore rischio e di maggiore emergenza.
11:49Oggi le priorità sembrano essere quelle che riguardano la marginalità sociale in generale,
11:54la clandestinità, l'irregolarità appunto nella presenza del nostro territorio,
11:59le figure marginali da un punto di vista sociale,
12:03le persone che non lavorano, le persone che non hanno una posizione stabile.
12:08Dai e dai a furi di mandare un messaggio di questo tipo, non sui grandi numeri,
12:13perché abbiamo detto, la stragrande maggioranza degli operatori di polizia reagisce correttamente,
12:18perché ha una formazione, un'esperienza e un convincimento radicato
12:22che il rispetto delle leggi sia fondamentale,
12:24ma è possibile che su un numero limitato di operatori
12:27si possa determinare un malinteso senso della propria funzione nella società
12:32e allora un operatore magari giovane che non controlla le reazioni,
12:37che non controlla la propria emotività,
12:39è spinto da questo messaggio culturale e politico di fondo,
12:42potrebbe sbagliare nel comportarsi e le cose purtroppo qualche volta non vanno per il verso giusto.
12:47Via dell'ipodromo a Ferrara è una stradina di 3-400 metri che costeggia un parchetto.
12:53Quella mattina del 25 marzo del 2005 ci sono le transenne a bloccarla da una parte e dall'altra
12:59e c'è un sacco di gente.
13:11Non c'è il questore di Ferrara che abita in un'altra città e non c'è il magistrato,
13:15ma ci sono tanti poliziotti, anche tanti funzionari e tanti dirigenti
13:19e gli operatori della scientifica che riprendono tutto.
13:27A terra, in mezzo a tutta quella gente, c'è un ragazzo di 18 anni che si chiama Federico Aldrovandi.
13:45L'hanno girato sulla schiena e gli stanno tutti attorno,
13:48a guardarlo con sentimenti che vanno dalla rabbia, all'angoscia, alla preoccupazione.
13:58Perché Federico, steso a terra in mezzo a tutta quella gente, è morto.
14:02Per me era meraviglioso perché era la persona che mi faceva ridere.
14:08Lui studiava, aveva molti sogni, anche dei progetti.
14:17Faceva solo le superiori, comunque doveva ancora diventare grande.
14:23Era comunque un idealista.
14:26Ricordo che si indignava per le ingiustizie.
14:34Aveva un grandissimo amore per la vita.
14:37Come è successo che uno come Federico sia steso a terra in via dell'ippodromo,
14:41morto in mezzo a un mucchio di poliziotti?
14:44Secondo la ricostruzione degli agenti che sono intervenuti, le cose sarebbero andate così.
14:56Alle 6 del mattino, dicono, la volante Alfa 3 della polizia arriva in via dell'ippodromo.
15:01Qualcuno ha chiamato il 113 perché c'è un ragazzo in stato confusionale che fa rumore.
15:06E infatti, dicono gli agenti, ecco che arriva Federico,
15:09al collo taurino per lo sforzo e ringhia, con gli occhi fuori dalla testa.
15:16Ma appena si avvicinano e cercano di parlargli per chiedergli come sta, lui li aggredisce.
15:24Cerca di colpirli con mosse d'arti marziali.
15:27Poi salta sul tetto della macchina e cerca di colpire un agente con un calcio,
15:31ma scivola e cade a cavalcioni sulla portiera aperta.
15:38Federico prende un colpo fortissimo al bassoventre, ma evidentemente è molto drogato,
15:42perché sembra che non senta niente.
15:44Continua l'aggressione ai due agenti, che si chiudono in macchina e fanno anche marcia indietro,
15:49perché Federico cerca di aprire la fortiera, dicono che sembra quasi che voglia mangiargli la testa, e chiamano aiuto.
15:54C'è una macchina fuori, in zona di via Ippodromo?
15:57No, te la faccio avere.
15:59Sì, perché ho bisogno di un cugillo.
16:01Dai, ti faccio venire con qualcuno.
16:03Sì, grazie.
16:04Arriva in soccorso la volante Alfa 2, con altri due agenti, un uomo e una donna.
16:08Il ragazzo, che nel frattempo si era allontanato, sembrava essersi calmato,
16:12torna la carica e gli aggredisce con calci e colpi di karate.
16:17I poliziotti hanno i manganelli, li hanno presi dalle macchine,
16:20ma li usano soltanto per far perdere l'equilibrio a Federico, metterlo a terra e ammanettarlo.
16:32Tutto questo, dicono gli agenti, è durato al massimo sei o sette minuti.
16:38Nel frattempo è arrivata anche una pattuglia dei carabinieri,
16:41chiamata dagli agenti quando non riuscivano a fronteggiare il ragazzo,
16:44ed è arrivata anche un'ambulanza del 118, che ha una sede lì vicino,
16:48che però, purtroppo, non può fare altro che constatare che Federico è morto.
16:53La pattuglia dei carabinieri è arrivata,
16:55ma il ragazzo non è riuscito a fare niente.
16:57Il ragazzo è rimasto all'ambulanza,
16:59ma il ragazzo non è riuscito a fare niente.
17:01La pattuglia dei carabinieri è arrivata,
17:03che però, purtroppo, non può fare altro che constatare che Federico è morto.
17:07Il giovane è morto di infarto.
17:11La difesa ha sempre sostenuto che questo infarto fosse dovuto
17:16a una progressiva ingravescenza delle condizioni di salute in cui si trovava,
17:21perché il mix di sostanze stupefacenti,
17:24che purtroppo quella sera aveva assunto,
17:27che va dalla chetamina, alla morfina, all'LSD, alla marijuana e al popper,
17:33tutte prese quella medesima sera,
17:36abbiano portato un cosiddetto meccanismo di non ritorno del giovane
17:40che lo ha portato ad autoconsunzione.
17:43Excited delirium syndrome, così lo chiamano.
17:47È quando una persona che ha subito un arresto violento,
17:50mentre era sotto l'effetto delle droghe,
17:52entra in un tale stato di agitazione che si conclude con la sua morte.
17:55È così che spiegano la morte di Federico.
17:58Aveva preso troppa droga e si era talmente agitato
18:01per un arresto correttamente eseguito,
18:03che alla fine gli è scoppiato il cuore.
18:05Le due fasi complessivamente intese, prima e seconda colluttazione,
18:09ma intese con tutti i tempi morti che in queste si collocano,
18:14cioè c'è tutta la fase in cui la prima pattuglia aspetta
18:17l'arrivo dei rinforzi davanti al cancello dell'ipodromo,
18:20non più di 6 o 7 minuti, complessivamente intese.
18:24Quindi non di colluttazione.
18:26Gli eventi, primo e secondo evento, saranno durati 6 o 7 minuti.
18:31Quando il giovane è morto non è possibile dirlo con esattezza.
18:38Ne hanno constatato il decesso gli operatori del 118
18:42dopo 25 minuti di manovre rianimatorie.
18:47Certamente quando sono intervenuti gli infermieri del 118
18:52la prima cosa che i poliziotti hanno detto è
18:56ma dobbiamo togliergli le manette?
18:58Mentre i sanitari pensavano sul genere di risposta da dare,
19:02gli agenti, questo l'hanno riferito gli infermieri del 118,
19:05hanno detto noi non le togliamo le manette perché è pericoloso.
19:09Ha fatto il disastro fino a un secondo fa.
19:12Quindi fino a un attimo prima che il 118 intervenisse
19:16il giovane dava segni di vitalità.
19:19Mentre Federico è steso a terra in mezzo a tutta quella gente,
19:22spogliato dagli infermieri e morto, il suo telefono squilla
19:26e sul display appare un nome associato al numero.
19:29Quel nome è mamma.
19:34Perché Federico è un ragazzo di 18 anni e a casa ha una mamma che lo cerca.
19:39La mattina del 25 settembre era una domenica
19:44e verso l'alba, Federico era uscito per il sabato sera,
19:51all'alba mi sono svegliata e ho pensato di cercarlo,
19:58di vedere se era rientrato perché non l'avevo sentito durante la notte.
20:02Sono andata nella sua camera a cercarlo, convinta che ci fosse,
20:06di vederlo dormire e invece non c'era.
20:10Allarmata perché Federico se si spostava o tardava,
20:16o comunque mi comunicava sempre con i messaggini dove fosse.
20:21Ho cominciato a cercarlo al telefono ma non rispondeva
20:25né alle telefonate né agli sms.
20:28Poi l'ha chiamato mio marito che invece è memorizzato con il nome, Lino.
20:34Erano forse le 8 e un quarto in quel momento e una voce ha risposto.
20:42Mio marito diceva cerco Federico e questo signore era piuttosto sbrigativo nel tono
20:50e ha chiesto a mio marito chi fosse lui.
20:56Diceva questo è il cellulare di mio figlio, io sto cercando Federico,
21:01lei ha in mano il cellulare di mio figlio, mi dica dov'è e soprattutto mi dica chi è.
21:07Allora in quel momento lui ha detto sono un agente di polizia
21:11e mi descriva Federico, ma perché vuole questa descrizione?
21:15Mi dice ma restate in attesa, noi stiamo facendo delle accertamente,
21:20abbiamo trovato il cellulare e vi richiamiamo noi.
21:22Ha riattaccato e mai più risposto.
21:25Nel momento in cui noi parlavamo al telefono con questo agente
21:29lui chiedeva la descrizione perché stava vedendo Federico a terra.
21:35Eppure non ci hanno detto niente.
21:39Federico è morto. Un ragazzo di 18 anni è morto durante un arresto della polizia.
21:44Ci sarà sicuramente un'inchiesta rapida e trasparente.
21:47I giornali seguiranno la cosa con puntualità e decisione.
21:50Invece a qualcuno, soprattutto alla famiglia di Federico,
21:54non sembra che le cose vadano proprio così.
22:00Esce un trafiletto sull'edizione locale del resto del Carlino
22:04che sulla base delle prime informazioni diffuse dalla polizia
22:07parla di un ragazzo deceduto per un malore.
22:09E poi un altro il giorno dopo, che accenna alle ferite sul suo corpo.
22:19La magistratura ha affidato le indagini alla polizia
22:22per evitare che le indagini fossero troppi.
22:25La magistratura ha affidato le indagini alla polizia
22:28ma sembra che l'inchiesta non prenda in considerazione altre ipotesi
22:32che quella del malore che ha ucciso Federico.
22:37Ma c'è qualcosa che non torna.
22:39Quando i familiari di Federico lo vedono all'obitorio,
22:42lo vedono massacrato e sfigurato.
22:44Tanto che all'inizio pensano che sia stato investito da un'auto.
22:47Poi però mettono assieme alcuni elementi e pensano ad un'altra cosa.
22:51Pensano che Federico sia stato picchiato,
22:54di più massacrato e in qualche modo ucciso.
23:06Poi però dal punto di vista delle indagini e dell'informazione
23:09non sembra succedere più niente.
23:11Allora la mamma di Federico ha un'idea.
23:14Un'idea semplice che si rivela geniale.
23:16Va su internet e apre un blog.
23:19Il blog, dopo una settimana, è diventato il blog più cliccato d'Italia.
23:24Quindi il blog stesso è diventato una notizia.
23:31E attraverso questo poi l'attenzione ovviamente è arrivata su questo caso
23:38e da lì via via e progressivamente l'interesse dei giornali nazionali
23:44e giornali e televisioni nazionali.
23:49Nel caso Aldovrandi si interessa la stampa,
23:51il quotidiano Liberazione tra i primi.
23:53Si interessa la televisione, soprattutto la trasmissione Chi l'ha visto.
23:57E si interessa anche la città, con il sindaco e il consiglio comunale.
24:03Le indagini della magistratura sembrano prendere un nuovo impulso
24:06e a queste si aggiungono quelle della famiglia di Federico e dei suoi legali.
24:11E infatti succedono delle cose.
24:13Saltano fuori alcune testimonianze.
24:16Per esempio c'è una signora originaria dei Camerun
24:19che ha il balcone che si affaccia proprio da Via dell'Ippodromo
24:22e da lì si vede la strada.
24:26La donna è stata svegliata dalle luci blu dei lampeggianti
24:29e ha aperto la finestra.
24:31Dice che ha visto Federico in mezzo ai poliziotti che litigava con loro.
24:34Poi lo ha visto fare una sforbiciata con le gambe,
24:37una specie di colpo di arti marziali, senza colpire nessuno.
24:40Allora i poliziotti gli si sono avventati contro, come formiche, dice la donna.
24:46L'hanno picchiato con i manganelli,
24:48l'hanno preso per i capelli e l'hanno sbattuto per terra.
24:51E poi li sono montati addosso per tenerlo fermo
24:54e hanno continuato a picchiarlo con i manganelli
24:57anche quando il ragazzo ha smesso di muoversi, così dice la donna.
25:08Saltano fuori altri testimoni.
25:10C'è un'altra signora che riferisce ad una scena simile.
25:13Vengono sentiti gli abitanti della strada
25:15e c'è chi dice di aver sentito un ragazzo gridare
25:18basta, smettetela, basta.
25:20Salta fuori anche un altro testimone,
25:22un uomo che telefona alla trasmissione chi l'ha visto.
25:25È stata una cosa per me terribile,
25:27che mi emoziona ancora a parlarne, guardi.
25:31Mi sento male ancora a parlarne.
25:33Però quello che ho visto glielo ho riferito.
25:38Per me, guardi, quello che penso,
25:41che loro l'abbiano proprio massacrato di morte.
25:46Nel corso delle indagini e nel corso del processo
25:49che vede rinviati a giudizio per omicidio colposo
25:52i quattro agenti intervenuti quella notte,
25:54tre uomini e una donna,
25:56emergono tante cose.
26:03Saltano fuori i manganelli usati dagli agenti quella notte,
26:06che inizialmente non erano stati consegnati al magistrato
26:09ma conservati in cassaforte.
26:11Quei manganelli sono rotti.
26:13Li ha rotti Federico a calci, dice la difesa.
26:16No, li hanno rotti gli agenti su Federico, dice l'accusa.
26:19Quando io ho deciso di prendere il pericapuccio al drovandi
26:24e tirarlo, nel cadere che lui mi ha preso qui,
26:26siamo caduti in questa maniera qua,
26:28sul fianco, quindi il manganello che è più lungo,
26:31il sfolagente più lungo ha fatto perno sull'asfalto
26:34e l'altra parte ha fatto perno sul mio fianco,
26:38qui ho il fianco col cinturone,
26:40e si è piegato e si è spezzato.
26:42Io sono riuscito a malapena impugnare lo sfolagente a due mani
26:46che ho preso un colpo sullo sfolagente
26:49e mi son visto volare la parte più lunga dello sfolagente alle spalle.
26:53In un processo penale in cui si spaccano i manganelli,
26:56c'è l'uso dei manganelli visto dai testimoni,
26:58un soggetto ha delle ferite alla testa compatibili col manganello,
27:01voglio capire come si faccia a sostenere
27:03che non sono feriti di manganello, voglio capire come si faccia a sostenere.
27:06Saltano fuori i brogliacci delle conversazioni
27:09tra gli agenti della volante e il centralino del 113 della polizia
27:13e il 118 dell'ospedale,
27:15le cui registrazioni vengono sequestrate.
27:17Sì, ma che è successo?
27:19Ah niente, qui abbiamo a che fare con un pazzo di 100 chili che...
27:22Eh, ma state bene voi?
27:24Ma siamo tutti da recertare, se te lo dico abbiamo...
27:26No, no, io voglio sapere se state bene, va bene, dopo...
27:30No, no, guarda che non sto scherzando, siamo tutti scherzati,
27:33questo è un pazzo duro, ci ha spaccato anche la macchina,
27:36ci ha spaccato una propiera, un vetro, tutto.
27:39Abbiamo avuto una lotta di mezz'ora con questo.
27:42Eh...
27:44C'è proprio male.
27:46C'è abbiamo abbastanza di brutto...
27:48No, l'importante è che...
27:50Solo che adesso è svenuto, non so, è mezzo morto,
27:52qualche cosa è...
28:23Noi abbiamo sempre sostenuto
28:25che quando si sono sentite le prime urla
28:27Federico Aldrovandi non fosse da solo.
28:30Ma le prime urla che si sono sentite è perché Federico Aldrovandi
28:33già stava litigando con qualcuno, e cioè con la polizia.
28:37La polizia sostiene che Federico Aldrovandi
28:40fosse assolutamente da solo.
28:45Il primi testimoni, Chiarelli Cristina,
28:49telefona e parla di più voci.
28:52Dice, io ne vedo solo uno.
28:55Ma le voci arrivano dall'interno del parchetto.
28:58E sembra che stia litigando con qualcuno.
29:01Fogli Cristian dice la stessa cosa.
29:03Sono in due o più.
29:06Diciamo così, non vedo, ma le voci...
29:08E parla di più voci.
29:10Marzola anche lui sente più voci.
29:13In più ci sono altri due testimoni,
29:16tre anzi, tre testimoni,
29:18che sentono la voce soffocata dire
29:20basta, basta, aiutatemi.
29:23Non è sufficiente questo?
29:25La collutazione che ha ucciso Federico,
29:27dicono, non sarebbe durata sei o sette minuti,
29:29come affermano gli agenti, ma almeno mezz'ora.
29:32Se voi leggete le deposizioni
29:34degli ufficiali di polizia che sono intervenuti,
29:36ti dicono che non c'era sangue,
29:38che non c'erano segni di collutazione,
29:40guardate le foto.
29:43Guardate le foto e poi guardate l'autopsia,
29:46guardate la sentenza del giudice
29:48che descrive 54 punti,
29:52traumi,
29:5454 traumi,
29:56su tutto il corpo di Federico.
29:58E poi ci sono le perizie.
30:00La prima autopsia,
30:01quella fatta dall'Istituto di Medicina Legale di Ferrara,
30:04metteva in relazione la morte di Federico
30:06con le droghe assunte la sera prima,
30:08l'Excited Delirium Syndrome, insomma.
30:11I periti di parte, invece, della famiglia di Federico,
30:13dicono altre cose.
30:15Queste dosi di droga
30:17sono state completamente smentite
30:19perché poi i periti del giudice
30:21in un incidente probatorio,
30:23quando è stato chiesto,
30:24al Laboratorio Antidopic di Torino,
30:26hanno rieseguito le analisi
30:28e hanno scoperto che, per esempio,
30:31la chetamina non c'era.
30:35Quella chetamina su cui molto la difesa
30:37aveva impostato la propria tesi,
30:40non esisteva.
30:42La morfina, in una quantità,
30:44mi sembra del 70-80 o del 90% in meno
30:47rispetto alle quantità rilevate qua.
30:50Il Laboratorio di Ferrara
30:52aveva usato un metodo diverso
30:54e non aveva eliminato i cosiddetti interferenti,
30:56cioè sono delle sostanze
30:58che vanno a influire
31:00sui rilevamenti della macchina
31:04come se fossero droga,
31:06ma non sono droga,
31:07ma sono sostanze che si trovano già nel corpo umano
31:09e non sono droga.
31:10Quindi bisogna toglierle
31:12e in questo sentimento vengono falsati i dati.
31:14A Torino li hanno tolti
31:16ed è venuta fuori una verità assolutamente diversa.
31:19Ci sono perizie e controperizie,
31:21come quella del professor Gaetano Tiene
31:23dell'Università di Padova,
31:25considerato uno dei massimi esperti di morti violente.
31:27Chiamato in causa dalla difesa degli agenti,
31:30finisce per smontarne la tesi.
31:32Niente excited delirium syndrome.
31:35Per il professor Tiene c'è una matoma
31:37alla base del cuore di Federico
31:39che spiega esattamente che cosa è successo.
31:43Per quanto riguarda la morte di Federico
31:45parlano di un brutto pestaggio
31:47e l'attribuiscono ad una annossia posturale.
31:50Federico, cioè, sarebbe stato schiacciato
31:52troppo a lungo in una posizione impropria
31:54che l'ha ucciso.
31:55Nella medicina legale ferrarese, per esempio,
31:57abbiamo scoperto che non fornì la procura
31:59a tutte le fotografie dell'autopsia.
32:01Durante il processo la foto principale,
32:03cioè quelle foto terribili
32:05con la chiazza di sangue dietro la nuca,
32:07non sono state date.
32:09La foto principale su cui il professor Tiene
32:11è chiamata in causa dagli imputati.
32:13Non è un nostro consulente.
32:15E' un consulente degli imputati.
32:17Citato dagli imputati.
32:19E' una sorta di letteratura vivente.
32:21Dice, noi abbiamo il massimo esperto mondiale.
32:23Io mi ricordo le parole.
32:25Il massimo esperto mondiale
32:27delle morti improvvise,
32:29cioè quelle di Federico Aldrovandi,
32:31è il professor Tiene che è proprio italiano.
32:33E io, non so se è vero o no,
32:35ma è vero.
32:37Il professor Tiene che è proprio italiano.
32:39E io lui ho portato al processo.
32:41Perché me l'hanno detto loro.
32:43Dicevo,
32:45quella foto che ha indotto Tiene a dire,
32:47io ricordo perfettamente, ma guardi qui.
32:49Qui c'è l'ematoma.
32:51Questo è il fascio di IS.
32:53Qui c'è la centrale elettrica del cuore.
32:55Se lei dà un colpo qui,
32:57o fa una pressione qui,
32:59il fascio di IS smette di funzionare
33:01e si provoca l'arresto cardiaco.
33:03Il processo per la morte di Federico Aldrovandi
33:05e si sviluppa attraverso 36 udienze.
33:07Il 6 luglio del 2009
33:09arriva la sentenza di primo grado
33:11del giudice monocratico del Tribunale di Ferrara,
33:13che in pratica accoglie
33:15quasi interamente la tesi della Procura
33:17e della famiglia di Federico.
33:19Nome del popolo italiano al Tribunale di Ferrara.
33:21Nel procedimento penale di confronto
33:23di Forlani, Paolo, Segatto, Monica,
33:25Pontani, Enzo, Pollastri,
33:27Luca, imputati come in atti.
33:29Ha pronunciato la seguente sentenza.
33:31Visti gli articoli.
33:33233 seguenti.
33:35Dichiara Paolo Forlani,
33:37Monica Segatto, Enzo Pontani,
33:39Luca Pollastri responsabili del delitto
33:41loro ascritto e li condanna
33:43alla pena di anni 3, mesi 6 di reclusione
33:45oltre spese processuali.
33:51I quattro agenti vengono condannati
33:53a 3 anni e 8 mesi per eccesso colposo
33:55in omicidio colposo
33:57per aver provocato la morte di Federico
33:59durante l'arresto.
34:01I motivi per cui Federico sia stato fermato
34:03e sia nata quella colluttazione
34:05dal momento che il giudice ritiene
34:07inattendibili gli agenti e Federico è morto
34:09sono ancora tutti da chiarire.
34:11Penso che le cose siano andate proprio così.
34:13Che magari l'hanno fermato
34:15semplicemente per un controllo
34:17e che però
34:19ci sono stati
34:21probabilmente
34:23non
34:25probabilmente non si sono
34:27rapportati con Federico
34:29come si deve.
34:31Federico ha 18 anni, un ragazzo
34:33è
34:35orgoglioso. Federico non aveva
34:37paura delle divise, c'era cresciuto
34:39in mezzo quel nostro amico
34:41in particolare della Questura
34:43ma anche molti altri
34:45diversi suoi amici
34:47sono figli di poliziotti
34:49o carabinieri
34:51suo padre
34:53il padre mio marito
34:55è nella Polizia Municipale
34:57quindi non c'è
34:59alcun timore
35:01reverenziale nei confronti della divisa
35:03quindi sicuramente
35:05conoscendo Federico so che se questi
35:07l'hanno in qualche modo spintonato
35:09o insultato
35:11lui sicuramente non è
35:13stato zitto, però credo che questo
35:15gli sia stato fatale.
35:17Intanto si è aperto un altro processo
35:19a carico di alcuni poliziotti della Questura
35:21di Ferrara, accusati
35:23di depistaggio nelle indagini per la morte
35:25di Federico. Il processo si è
35:27concluso in primo grado nel marzo del 2010
35:29con la condanna ad un anno
35:31dell'allora dirigente
35:33dell'ufficio che sovrintendeva le volanti
35:35a dieci mesi per quello che allora
35:37era il responsabile della centrale operativa
35:39e a otto mesi per un ispettore
35:41un quarto poliziotto in attesa di giudizio.
35:43Tutti quanti potevano essere
35:45genitori di Federico
35:47sono tutte persone che in quel momento
35:49avevano 3, 45 anni circa
35:51quindi non erano
35:53novellini o impreparati
35:55cioè
35:57loro volevano veramente picchiarlo
35:59volevano veramente fargli male
36:01questo non
36:03consente alcun tipo di
36:05perdono assolutamente
36:09queste persone hanno
36:11voluto fare male
36:13e non possono continuare a lavorare
36:15per un'istituzione
36:17purtroppo
36:19questo è quello che sta
36:21accadendo, loro sono ancora in servizio
36:23Attenzione! Ricordiamoci
36:25che in ogni caso siamo sempre al primo
36:27grado di giudizio e che ce ne sono altri
36:29due prima di poter affermare
36:31con certezza dal punto di vista giudiziario
36:33come si sono svolte le cose
36:35gli imputati poi hanno sempre sostenuto
36:37la loro innocenza e si sono sempre
36:39attenuti alla loro versione dei fatti
36:43La prima udienza del processo
36:45d'appello per la morte di Federico
36:47è prevista nel maggio del 2011
36:49qualunque sia l'esito
36:51dei gradi di giudizio
36:53di chi siano e se ci siano responsabilità
36:55e colpe, è successo di nuovo
36:57che una persona nelle mani dello Stato sia morta
36:59in questo caso è morto un ragazzo
37:01un ragazzo di 18 anni
37:03Penso che comunque ogni mamma
37:05di fronte a una cosa del genere
37:07avrebbe cercato in ogni
37:09modo la giustizia
37:13Io credo di essere
37:15la voce di Federico, ma non sono
37:17la sola, è questo che mi sostiene
37:21Io sono la voce di Federico
37:23ma lo sono anche i suoi amici
37:25e molte altre persone che poi
37:27si sono unite a noi
37:29dopo
37:31Giuseppe Uva, detto Pino
37:33o anche Beppe, operaio disoccupato
37:35e al momento artigiano, vive a Varese
37:37e ha 43 anni
37:39Mio fratello si chiamava Uva Giuseppe
37:41aveva 43 anni
37:43era un ragazzo
37:45pieno di vita
37:47con una gran voglia di vivere
37:49scherzoso, allegro
37:51molto
37:53molto giocherellone
37:55era ancora un bambinone
37:5743 anni però era un bambinone
37:59e
38:01uno spirito libero
38:03perché lui faceva tutto quello
38:05che gli passava per la testa
38:07lui
38:09aveva un'attività, lavorava
38:11si divertiva
38:13Il 14 giugno del 2008
38:15Giuseppe è fuori con il suo amico Alberto
38:17dalla notte prima
38:19hanno festeggiato una partita dell'Italia
38:21agli europei e hanno bevuto un po'
38:23Quanto avevate bevuto?
38:25Un paio di drink
38:27tutti dicono che eravamo ubriachi
38:29avevamo bevuto un paio di cocktail
38:31Giuseppe e Alberto hanno bevuto un po'
38:33sono due tipi a cui piace fare scherzi
38:35così prendono le transenne
38:37e cominciano a chiudere la strada
38:39i carabinieri ci hanno fermato qui
38:41dove ci sono quei due jersey
38:43qua
38:45qui?
38:47i carabinieri conoscono Giuseppe
38:49ne ha già fatte di cose del genere
38:51e vogliono fermarlo ma lui scappa
38:53è troppo ubriaco
38:55dicono, troppo fuori
38:57li insulta, li minaccia
38:59e con lui c'è anche il suo amico Alberto
39:01fanno così baccano
39:03che la gente si affaccia alla finestra
39:05così i carabinieri li caricano in macchina
39:07e li portano in caserma per denunciarli
39:13in caserma Alberto viene raggiunto da suo padre
39:15firma il verbale e viene rilasciato
39:17Giuseppe invece resta là
39:19e non si calma
39:21anzi, continua ad insultare i carabinieri
39:23e gli agenti che sono rimasti
39:25è talmente fuori, dicono
39:27che si butta giù dalla sedia, batte la testa sul pavimento
39:29e continua a batterla
39:31i carabinieri cercano di fermarlo
39:33uno di questi mette i suoi piedi sotto la testa di Giuseppe
39:35perché si fermi contro i suoi scarponi
39:37ma lui continua a sbattere
39:39contro il tavolo e contro un armadio che sta nella stanza
39:45così i carabinieri
39:47chiamano la guardia medica
39:49che dispone per Giuseppe un TSO
39:51un trattamento sanitario obbligatorio
39:53nel reparto di psichiatria dell'ospedale
39:55quella mattina lì del 14.06.2008
39:57noi siamo partiti per le vacanze
39:59mia figlia
40:01i bambini
40:03sono le sei e mezza
40:05eravamo in autostrada
40:09mi telefona mia sorella Mara
40:11e mi dice Luci
40:13faccio io cosa c'è, come mai quest'ora?
40:15Luci fa guarda che hanno ricoverato Giuseppe
40:17hanno ricoverato Giuseppe
40:19come mai?
40:21fa guarda l'hanno preso dalla strada
40:23hanno detto che era umbriaco
40:25e i carabinieri l'hanno portato in ospedale
40:27perché mi dice guarda lo vogliono portare in psichiatria
40:29gli faccio
40:31madonna in psichiatria ma cosa state dicendo?
40:33fa sì sì
40:35no Mara assolutamente Pino non è pazzo
40:37andate subito lì
40:39e non fatelo ricoverare
40:41Pino viene ricoverato all'ospedale Circulo
40:43alle 8.30 del mattino
40:45esce dalla custodia dei carabinieri e viene preso in carico
40:47dal pronto soccorso
40:49dove lì c'era una guardia
40:51che faceva servizio
40:53quella mattina
40:55e che Pino appena l'ha visto
40:57ha detto
40:59Pietro diglielo tu che io
41:01sono allergico di non farmi le punture
41:03perché Pino l'aveva già detto in caserma al dottore
41:05guardate che io sono allergico
41:07ai farmaci ed è vero
41:09perché Pino aveva un allergia che veniva curata
41:11da 13 anni
41:13era allergico ai farmaci
41:15lui si curava con un cortisone e neanche a farlo apposta
41:17la mattina del 13
41:19alle 8.30 Giuseppe era andato
41:21in ospedale a farsi questa puntura di cortisone
41:23perciò anche lì
41:25in ospedale come paziente
41:27come lo conoscevano tutti Giuseppe
41:29gli somministrano psicofarmaci
41:31e ansiolitici
41:33a cui si aggiunge un'altra fiala di ansiolitici
41:35somministrategli nel reparto psichiatrico
41:37dell'ospedale
41:39mio fratello l'ho visto
41:41prima che partivo per le ferie
41:43che è venuto a salutarmi
41:45me l'han fatto trovare
41:47in un letto di obitorio
41:49perché è morto Giuseppe?
41:51l'ipotesi è che i farmaci che gli hanno somministrato
41:53sono incompatibili con l'alcol bevuto da Giuseppe
41:55e che l'abbiano ucciso
41:57sì, però la sorella di Giuseppe
41:59si convince che c'è anche qualcos'altro
42:01e se ne convince da subito da quella mattina
42:03quando vede il corpo di suo fratello all'obitorio
42:05mi sono avvicinata a lui
42:07ho incominciato a
42:09a carezzargli la faccia
42:11non mi rendevo conto subito
42:13di com'era
42:15non mi sono resa conto subito
42:17in quell'attimo lì
42:19c'è stato come una cosa
42:21dentro che mi ha
42:23mi ha bloccato
42:25da quel dolore forte che
42:27avevo dentro
42:29e vedo che sul suo naso
42:31aveva una botta qua sul naso
42:33proprio qua, ho incominciato a guardarmelo
42:35palmo per palmo
42:37proprio tutto, tutto completamente
42:39era pieno di botte
42:41la signora Lucia nota che suo fratello
42:43non indossa le mutande che sono scomparse
42:45ma una specie di pannolone
42:47glielo toglie e vede che c'è molto sangue là dietro
42:49e vede anche sangue sugli indumenti
42:51quando glieli restituiranno
42:53anche sui pantaloni
42:55non sono più stata capace di versare una lacrima per lui
42:57perché da quel momento lì
42:59ho incominciato a voler sapere perché lui era là
43:01io volevo sapere
43:03perché lui si trovava là
43:05e così
43:07l'ho spogliato
43:09gli ho tolto il patello
43:11proprio staccato
43:13me lo sono fatto girare perché
43:15il patello era sporco di sangue
43:17mi sono chiesta perché era sporco di sangue
43:19mio fratello non aveva
43:21morroidi, non aveva robe
43:23di sto genere
43:25e poi mi sono resa conto
43:27che proprio aveva sotto
43:29i suoi testicoli
43:31proprio era tutto
43:33pieno di botte, violastro
43:35proprio una cosa
43:37era indescrivibile il sangue che gli veniva
43:39fuori dall'ano, ecco perché
43:41loro avevano detto che l'avevano lavato
43:43già loro
43:45l'avevano lavato però si vede
43:47che qualcosa non li hanno
43:49tolto proprio perché aveva la perdita
43:51ancora del sangue
43:53e io mi sono chiesta perché lui perdeva
43:55questo sangue
43:57non era normale per me
43:59per me non era
44:01normale. Cosa è successo a Giuseppe?
44:03La versione dei Carabinieri
44:05degli agenti intervenuti firmata da tutti
44:07e concordemente sostenuta è molto chiara
44:09un arresto correttamente eseguito
44:11un esagitato che si va male da solo
44:13TSO e ricovero in ospedale
44:15nessun mistero
44:17ma c'è anche un'altra versione molto diversa
44:19quella di Alberto
44:21quella notte io e Giuseppe Uva
44:23abbiamo transennato
44:25una via di Varese
44:27e poi
44:29è sopraggiunta una gazzella
44:31dei Carabinieri
44:33sono scesi i due Carabinieri
44:35e uno ha esclamato
44:37Uva proprio te questa notte volevo beccare
44:39e vai che ci divertiamo
44:41Alberto dice che quando i Carabinieri
44:43sono arrivati in via d'Andolo uno di questi è sceso
44:45e si è rivolto a Giuseppe come se
44:47lo conoscesse bene
44:49Uva gli ha detto proprio te volevo incontrare
44:51siamo stati fermati qua più di fronte a questo bar
44:53il mio amico Beppe è stato scaramentato
44:55lì per terra
44:57poi dentro la macchina è stato preso a pugni
44:59poi sono arrivate due volanti
45:01della polizia io sono stato caricato
45:03in una volante della polizia
45:05mi sono ritrovato in caserma dei Carabinieri
45:07in caserma Alberto viene portato
45:09in sala d'attesa
45:11mentre Giuseppe viene portato in un'altra stanza
45:13Alberto dice di aver sentito
45:15Giuseppe urlare e di aver sentito
45:17i rumori di un pestaggio
45:19e che quando si è lamentato qualcuno gli ha detto
45:21non ti preoccupare che dopo viene il tuo turno
45:23comunista di merda
45:25allora rimasto da solo Alberto ha preso il cellulare
45:27e ha chiamato il 118
45:29118?
45:31Buonasera sono Bigiogero
45:33vuoi sapere come andate qui
45:35in caserma dei Carabinieri?
45:37si cosa succede?
45:39praticamente sto massacrando un ragazzo
45:41in caserma?
45:43si
45:45adesso lo mando
45:47poi Alberto ha chiamato anche suo padre
45:49che è arrivato nel frattempo
45:51era arrivato anche il medico con l'ambulanza
45:53e Giuseppe aveva smesso di urlare
45:55così Alberto se ne va
45:57e nel verbale che indirizzerà poi
45:59alla procura della Repubblica di Varese
46:01per denunciare tutto scriverà
46:03che credeva di rivedere il suo amico
46:05al pronto soccorso e non all'obitorio
46:07io ho provato in tutti i modi
46:09gli ho imprechiati di smetterla
46:11di picchiarlo
46:13perché sentivano anche rumori di suppellettili
46:15era evidente
46:17che ci fosse in corso
46:19un pestaggio
46:21per quanto riguarda l'arresto di Giuseppe
46:23e quello che è successo dopo
46:25l'inchiesta della procura aveva valorato
46:27la tesi dei Carabinieri e dei Poliziotti
46:29Giuseppe era stato correttamente arrestato
46:31e si era fatto male da solo
46:33e una nuova autopsia da parte della famiglia
46:35ha comportato l'apertura di un secondo fascicolo
46:37Alberto non è mai stato ascoltato
46:39e io continuo
46:41a chiedermi il perché
46:43di una denuncia di un testimone
46:45che era l'unico che quella notte
46:47era presente
46:49ai fatti di quello che stava succedendo a Giuseppe
46:51di come gridava
46:53di come si è verificata
46:55tutta la cosa
46:57di quello che ha chiamato in aiuto
46:59il 118, ha chiamato in aiuto suo padre
47:01come mai lui a tutt'oggi
47:03non è stato ancora ascoltato
47:05io voglio riprendermi la mia vita
47:07voglio piangere
47:09mio fratello che è morto
47:11a 43 anni
47:13per una
47:15ragazzata
47:17per una strada
47:19transennata
47:21L'articolo 27 della Costituzione Italiana
47:23parla di carcere e dice
47:25tra le altre cose una cosa molto semplice
47:27che le pene non possono essere contrarie
47:29al senso di umanità
47:31significa che chi sta in carcere non può essere
47:33torturato, messo in condizioni di soffrire
47:35o di morire, qualunque cosa abbia fatto
47:37ma l'articolo 27 dice
47:39anche un'altra cosa, altrettanto chiara
47:41e altrettanto importante
47:43dice che le pene devono tendere alla rieducazione
47:45del condannato
47:47Significa che il detenuto è
47:49intanto considerato come una persona
47:51capace di autodeterminarsi
47:53capace di scegliere, capace di muoversi
47:55e quindi
47:57chiamato a delle responsabilità
47:59nella gestione della sua quotidianità
48:01penitenziaria. Noi lavoriamo
48:03per far sì che queste persone escano
48:05con un'opportunità in più
48:07Tutto questo è importante perché il carcere
48:09non è un mondo a parte, il carcere
48:11è come l'ospedale. Una volta
48:13gli ospedali, prima dell'avvento della medicina
48:15moderna, erano più o meno dei lazzaretti
48:17in cui ci si finiva
48:19quando si era troppo malati per rimanere a casa
48:21quando si era contagiosi, infetti
48:23o incurabili. Chi ce la faceva bene
48:25e chi non ce la faceva, peccato
48:31Adesso l'ospedale
48:33è un luogo in cui chi sta male entra per
48:35farsi curare e quando è guarito esce
48:37e riprende il suo posto nella società
48:39e nella vita. Così dovrebbe essere
48:41il carcere, non un altro luogo
48:43un luogo altrove, ma un pezzo della vita
48:45e della città, come l'ospedale
48:47Penso che quell'opera di
48:49rimozione
48:51della costruzione
48:53carceraria
48:55cioè quell'azione
48:57edilizia e urbanistica
48:59che porta a trasferire
49:01altrove
49:03il luogo della
49:05detenzione, corrisponda
49:07puntualmente
49:09a un'esigenza dell'inconscio
49:11collettivo
49:13che vuole spostare
49:15fuori dal nostro sguardo,
49:17dalla nostra percezione e dalla nostra
49:19coscienza
49:21il carcere come luogo
49:23del male
49:25il carcere ci ricorda
49:27esattamente questo
49:29che quegli uomini uguali a noi
49:31quelle donne uguali a noi
49:33hanno commesso
49:35un reatto, hanno dato ascolto
49:37a una pulsione
49:39hanno risposto
49:41a un male che anche
49:43noi avvertiamo
49:45ma proprio per questa ragione non vogliamo
49:47vederlo
49:49preferiamo che ci sia
49:51sottratto e che sia
49:53sottratto al nostro sguardo
49:55sia spostato fuori
49:57e lontano
49:59oltre la città che noi
50:01abitiamo. Per fare questo
50:03per fare in modo che il carcere non sia
50:05soltanto un posto dove chi
50:07viene ritenuto in debito con la società o pericoloso
50:09viene messo per toglierselo di torno
50:11il più tempo possibile, bisogna
50:13che il carcere funzioni con decisione e con
50:15coraggio, come succede a Milano
50:17quando arriva il direttore Luigi Pagano
50:19e San Vittore, dal carcere della
50:21male e delle rivolte, diventa uno
50:23dei salotti della città. Basti pensare
50:25che il Cardinale Martini
50:27la prima visita che fece
50:29in Milano fu quella di
50:31San Vittore, proprio perché la considerava
50:33come dire
50:35la considerava
50:37il centro, il cuore di Milano
50:39ha detto diverse volte
50:41d'altronde ebbe un rapporto non soltanto
50:43con i brigatisti ma anche con i detenuti
50:45comuni che è stata una cosa eccezionale
50:47allora nel momento in cui sono
50:49arrivato a Milano non ho fatto
50:51altro che sfruttare queste spinte
50:53che già esistevano, quindi aprendo di più
50:55maggiormente il carcere
50:57all'esterno e portando dentro
50:59la cultura, portando dentro
51:01anche
51:03il fiato della società
51:05Il secondo carcere di Milano sta a Bollate
51:07alla periferia nord-est della città
51:11è un carcere nuovo
51:13l'hanno inaugurato nel 2000
51:15è un carcere meno affollato degli altri
51:17ma soprattutto è quello che si dice un carcere modello
51:19con misure di pene alternative
51:21stanze dell'affettività per incontrare i parenti
51:23e 60 detenuti
51:25che escono per andare a lavorare fuori
51:31è il muro di cinta che segna la pena
51:33non c'è
51:35cerchiamo di non creare
51:37alcuna afflittività aggiuntiva a questo
51:39cioè la pena prevista dalla
51:41costituzione prevista dalla legge del 75
51:43è la mancanza di libertà
51:45null'altro
51:47a Bollate si cerca di tenere
51:49in piedi tutti i diritti
51:51costituzionalmente previsti
51:53per le persone
51:55che siano compatibili con la
51:57compressione temporanea della libertà personale
51:59ed è su questo principio
52:01che si basa il progetto
52:03di Bollate
52:05un carcere modello anche nel rapporto con i detenuti
52:07tanto che quando uno di questi riesce ad evadere
52:09nell'agosto del 2010
52:11lascia una busta per la direttrice con dentro un foglio a quadretti
52:13con su scritto
52:15cara direttrice mi scuso per i guai che le porterò
52:17ma devo andare mi capirà
52:23al carcere due palazzi
52:25di Padova i detenuti fanno una rivista
52:27una bella rivista molto professionale
52:29che si chiama ristretti orizzonti
52:31e che parla del carcere ma non solo
52:33anche di fuori
52:35un giorno succede che un cittadino di Padova
52:37viene rubato il portafoglio
52:39e il cittadino non sapendo a chi rivolgersi
52:41a chi sfogare la sua rabbia
52:43scrive una lettera a ristretti orizzonti
52:45caro ladro
52:47dalla rivista qualcuno risponde
52:49caro derubato e nasce un dialogo
52:51e nascono anche tante altre iniziative
52:53che fanno capire come da dentro il carcere
52:55si possa addirittura fare prevenzione
52:57credo che sia importante dare un senso
52:59alla carcerazione
53:01ecco credo che l'esperienza di ristretti sia un po' questa
53:03dare un senso alla carcerazione
53:05condiviso con la città
53:07che faccia capire alla città quanto può essere
53:09importante che il carcere
53:11invece che essere un luogo di esclusione
53:13in cui tu fichi le persone
53:15che hanno commesso reati e le lasci lì
53:17a marcire fino alla fine della pena
53:19come si dice adesso che stiano in carcere fino all'ultimo giorno
53:21invece vedere
53:23un ruolo
53:25che possono avere queste persone
53:27in positivo rispetto
53:29al territorio, alla città, alle scuole
53:31ecco questo mi sembra un po'
53:33la novità di questa esperienza
53:35ma le carceri in modello non sono tante
53:37non sono il carcere in Italia
53:39le carceri italiane
53:41scoppiano, in carcere si impara poco di buono
53:43e a volte ci si sta così male
53:45che si muore
53:47mancano i fondi, mancano le strutture
53:49e manca il personale e forse
53:51manca anche la mentalità di concepire il carcere
53:53come una cosa diversa da una
53:55discarica sociale nella quale mettere
53:57tutte quelle persone che non si vogliono vedere in giro
54:03il cittadino
54:05può non avere nessuna simpatia per chi ha commesso
54:07dei reati, può anche nutrire
54:09dei sentimenti di vendetta nei suoi confronti
54:11ma la società deve ragionare in un altro
54:13modo, il pianeta carcere
54:15non sta su un altro pianeta
54:17il carcere è qui, in città
54:19come l'ospedale
54:33tu nei tuoi incontri con il carcere
54:35cosa hai notato
54:37che ti abbia stupito, sorpreso
54:39e sconvolto in qualche maniera
54:41a volte è stato più
54:43avere a che fare con le guardie carcerarie
54:45che mi ha ancora di più fatto capire
54:47cosa voleva dire quel mondo lì
54:49e non nel senso dispregiativo
54:51per carità
54:53al contempo
54:55è stato più
54:57avere a che fare con le guardie carcerarie
54:59che mi ha ancora di più fatto capire
55:01nel senso dispregiativo per carità
55:03al contrario, sono quasi altrettanto
55:05abbandonati in un certo senso
55:07e a volte
55:09non solo non lo meritano perché
55:11non sono lì per riscontrare la colpa
55:13ma sono proprio i primi che dovrebbero essere
55:15messi in grado
55:17non solo di fare bene il loro lavoro ma anche di farlo
55:19in una condizione umana e civile
55:21e spesso non è assolutamente così
55:23da quello che ho visto
55:25è mai capitato di incontrare fuori
55:27persone che magari ti avevano ascoltato
55:29dentro?
55:31una volta mi è capitato
55:33e com'è andata?
55:35è stato velocissimo
55:39un sorriso
55:41con due parole urlate
55:43da qualcuno a 20 metri di distanza
55:45in mezzo ad altra gente
55:47dopo un concerto
55:49l'altro anno ti ho visto in carcere e quest'anno ti ho visto fuori
55:51basta e via
55:53un attimo di tempo per capire
55:55e poi si è allargato un sorriso
55:57e l'ha durato almeno fino al giorno dopo
55:59comunque è la sensazione di non aver mentito
56:01quando dentro quel carcere
56:03li guardavo in faccia pensando
56:05dai uscirete
56:07andranno meglio le cose
56:09perché ti viene da pensarlo pure se non lo dici
56:11e quindi vedere che poi effettivamente
56:13così mi ha fatto stare bene
56:15molto egoisticamente

Consigliato