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20:01Intanto i calcoli del piano regolatore
20:04che arrivano ad indicare un rapporto col verde pubblico
20:07di 15 metri quadrati per cittadino, un paradiso.
20:10Solo che vengono calcolate anche le aiuole spartitraffico
20:13le pareti dei monti circostanti e gli alvei dei fiumi
20:16e anche il realparco della Favorita che però non è neppure in città.
20:25Così Palermo viene sepolta sotto una collata di cemento
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20:39Poi ci sono le licenze edilizie.
20:41Dal 1959 al 1963 il comune di Palermo ne rilascia 4205.
20:4880% sono intestate a 5 persone,
20:515 mastri muratori sconosciuti e praticamente nullatenenti.
20:57E poi ci sono le demolizioni.
21:01In due giorni scompare Villa degli Ella.
21:04Approfittando della scadenza di un vincolo nel fine settimana
21:07Lima e Ciancimino concedono la licenza
21:09e un minuto dopo una squadra di operai già pronti
21:12intervengono con i picconi,
21:14fanno saltare con la dinamite gli alberi secolari del giardino.
21:17Lavorano anche di notte alla luce delle fotoelettriche.
21:20E quando artisti intellettuali di tutta Italia cominciano a protestare
21:24la villa non c'è già più e al suo posto,
21:26ora, c'è un palazzo di sette piani con un parcheggio.
21:31Poi brucia anche il Teatro Bellini e anche il Villino Florio
21:35che rimane in piedi perché è fatto di pietra
21:37anche se dentro è completamente carbonizzato, come un fantasma.
21:41Una specie di fantasma di quella Palermo Bella che non c'è più
21:44e che chissà come sarebbe stata se fosse rimasta.
21:47E questo da tanti punti di vista e non soltanto da quello estetico.
22:00Sono soldi, tanti soldi.
22:02Soldi per le case che si costruiscono,
22:04soldi per le scuole che non si costruiscono
22:07e che il Comune è costretto ad affittare
22:09da imprenditori edili come Francesco Bassallo
22:11che ha sposato la figlia di Giuseppe Messina,
22:14boss della borgata di Tommaso Natale
22:16e che viene lui stesso indicato come mafioso
22:19nei rapporti dei carabinieri del colonnello Carlo Alberto dalla Chiesa.
22:23Per me non c'è nessuna speculazione.
22:26E' proprio la vita che è andata così.
22:29Che i terreni hanno avuto un pezzo
22:32dopo mano a mano che va passando del tempo
22:36i terreni hanno aumentato un poco.
22:38Imprese, finanziamenti, appalti per le opere pubbliche,
22:42contratti con la pubblica amministrazione.
22:44Sono un sacco di soldi.
22:46È besti pensare che chiunque va all'aeroporto di Palermo
22:51in certo momento trova sia a destra che a sinistra dell'autostrada
22:56delle villette bifamiliari segnate dal fatto
23:01che hanno una colonna di cemento
23:04che separa i due appartamenti.
23:11Ebbene, quelle villette sono esattamente 360.
23:17Sono villette costruite dall'impresa Vassallo
23:22in quegli anni sulla base di un'unica licenza.
23:26Cioè non presentarono piano di vottizzazione.
23:29Non presentarono niente.
23:31Chiesero la licenza per ognuno dei quadratini
23:36di 600 metri quadri, così via.
23:38Allocarono queste villette
23:42e queste villette spuntarono come funghi in un'area
23:46che fino ad allora avrebbe dovuto essere destinata
23:51nienteché di meno a zona industriale.
23:54Quando ci sono di mezzo i soldi, tanti soldi,
23:57si finisce prima o poi per litigare.
23:59E quando è la mafia che litiga, anche quella che fa politica,
24:02il risultato è sempre lo stesso.
24:04Morti. Tanti morti e ammazzati.
24:12La prima guerra di mafia si scatena attorno agli appalti del sacco di Palermo,
24:16soprattutto l'edilizia residenziale
24:18che si sviluppa lungo l'asse Palermo Nord,
24:20in direzione di Trapani,
24:22con palazioni di 15-20 piani.
24:28La guerra lascia sulle strade di Palermo e provincia
24:31un centinaio di vittime.
24:33La mafia è iniziata da un'epoca
24:35quando l'edilizia residenziale
24:38La guerra lascia sulle strade di Palermo e provincia
24:40un centinaio di morti,
24:42uccisi singolarmente in agguati e scontri a fuoco,
24:45mitragliati dalle auto in corsa
24:47oppure sterminati in vere e proprie stragi.
24:56Come quella che avviene il 10 dicembre 1969
24:59quando un gruppo di fuoco dei Corleonesi,
25:01tra cui Bernardo Provenzano,
25:03fa riuzione in un appartamento di Viale Lazio, a Palermo,
25:06in cui si trovano gli uffici di un costruttore
25:08legato al boss Michele Cavataio.
25:10I Corleonesi sono travestiti da poliziotti,
25:12gli uomini di Cavataio li fanno entrare
25:14e i Corleonesi aprono il fuoco.
25:27Quattro morti più uno, tre Corleonesi.
25:30Ma nelle guerre di mafia non muoiono soltanto i mafiosi.
25:33Non è mai stato così.
25:35Ogni omicidio di mafia rafforza l'organizzazione
25:37e dire che tanto si ammazzano tra loro
25:39è sempre stata una sciocchezza.
25:41Però ogni tanto, anzi molto spesso,
25:43ci prendono di mezzo anche gli altri
25:45e non a caso.
25:49Succede a Ciaculli, vicino a Palermo,
25:51in una strada che si arrampica
25:53verso una piantagione di mandarini.
25:55È il 30 giugno 1960
25:57e il 30 giugno 1963.
25:59Un uomo chiama la questura di Palermo
26:01per dire che nel suo terreno c'è una strana auto.
26:06Siccome quella mattina stessa
26:08la guerra di mafia aveva fatto esplodere
26:10un'altra Giulietta a Villabate,
26:12la polizia pensa subito ad una bomba.
26:14Infatti sul sedile di dietro
26:16c'è una bombola di gas liquido
26:18con quella che sembra una miccia bruciacchiata.
26:22La polizia e i carabinieri circondano la zona
26:25e chiamano gli artificieri dell'esercito
26:27che disinnescano la bomba e tutto sembra a posto.
26:30Ma non è vero, è una trappola.
26:32La vera bomba è nel bagagliaio
26:34e quando il tenente dei carabinieri Mario Malausa
26:36lo apre per ispezionarlo, l'auto esplode.
26:39Muoiono il tenente Malausa,
26:41i marescialli dei carabinieri Silvio Corrao e Calogero Vaccaro,
26:44gli appuntati Eugenio Altomare e Mario Farbelli
26:47e gli artificieri dell'esercito Pasquale Nuccio e Giorgio Ciacci.
26:50Insomma, una strage.
26:56La strage di Ciaculli provoca una reazione enorme
27:00nella società civile di Palermo, della Sicilia e di tutta l'Italia
27:03e anche nelle istituzioni e nella politica
27:06perché non c'è soltanto la politica che fa la mafia
27:08ma anche quella che fanno gli altri, le persone per bene e in tutti i partiti.
27:12Ai funerali delle sette vittime della strage,
27:15a seguire le barre nonostante un caldo soffocante,
27:18ci sono più di centomila persone.
27:20Le forze dell'ordine mettono sotto assedio Villabate e Ciaculli
27:24e arrestano più di duemila persone nella provincia di Palermo.
27:27Intanto il Parlamento vara finalmente la prima commissione antimafia.
27:31Centinaia di mafiosi vengono processati a Catanzaro e a Bari
27:35tra il 1968 e il 1969.
27:43Vengono quasi tutti assolti per insufficienza di prove,
27:46come l'onorevole Palizzolo per il delitono a Tarbartolo.
27:49La mafia, dicono le sentenze, è soltanto un atteggiamento psicologico,
27:53la tipica espressione di un individualismo esasperato,
27:56un tratto del carattere, insomma.
27:58E anche quando delinque, quando uccide, quando corrompe,
28:01è soltanto un fenomeno di criminalità collettiva.
28:04La mafia, insomma, non esiste,
28:06né nelle strade insanguinate né, tantomeno, in politica.
28:16Ma non è vero. La mafia c'è e fa politica.
28:21Per descrivere la pervasività e la capacità di controllo
28:25del voto della mafia, soprattutto nelle borgate,
28:29basta andare a prendere il voto delle quattro sezioni
28:34di Ciaculli, Croceverde e Giardini del 1976.
28:39In queste quattro sezioni votano il 90% degli elettori.
28:45Non è espressa né una scheda bianca né una scheda nulla.
28:49Nessuno dei popolani delle borgate sbaglia a votare.
28:54Vi sono circa 120 elettori impediti fisicamente
28:59che vanno a votare accompagnati in cabina di chi vota per loro.
29:04Non c'è soltanto il voto mafioso in Sicilia, naturalmente.
29:07Ci sono tante persone oneste, per bene, come dappertutto,
29:10che votano quello che vogliono,
29:12secondo quello che ritengono più giusto,
29:14secondo la loro ideologia e anche secondo il loro legittimo tornaconto,
29:17che non ha niente a che vedere con l'illegalità e con la mafia.
29:20Però il voto mafioso c'è.
29:22Quello dei boss che controllano i quartieri e le borgate,
29:25quello esiste ed ha assunto una precisa fisionomia.
29:28Il voto di mafia è decisivo nel raggiungere il risultato,
29:33anche se quantitativamente non è così esteso come si potrebbe,
29:40però è stato decisivo per selezionare le classi dirigenti siciliane.
29:46La democrazia cristiana, come altri partiti della cosiddetta Prima Repubblica,
29:50è organizzata in correnti,
29:52che sono aggregazioni di esponenti politici del partito,
29:55con un loro particolare progetto politico e con un leader.
29:58Più preferenze elettorali ricevono,
30:01più tessere di iscritti controllano gli esponenti della corrente
30:04e più la corrente è forte all'interno del partito.
30:07Salvo Lima, Vito Ciancimino e gli altri che stanno con loro
30:10fanno parte della corrente di Emintore e Fanfani che si chiama Nuove Cronache
30:14e che in Sicilia è guidata dall'onorevole Giovanni Gioia, più volte ministro.
30:19È molto importante la Sicilia per la corrente di Emintore e Fanfani
30:22e per la democrazia cristiana.
30:27Nel 1968 però cambiano tutti i correnti.
30:30Salvo Lima ha preso più voti dell'onorevole Gioia
30:33e così è nato un contrasto tra i due.
30:35E allora Salvo Lima e i suoi prima, e poi più avanti anche Vito Ciancimino,
30:40lasciano la corrente di Emintore e Fanfani per approdare ad un'altra corrente.
30:46E non ci vanno da soli.
30:47Con loro arrivano anche i cugini Antonino e Ignazio Salvo,
30:50imprenditori, gestori delle esattorie siciliane
30:53ed esponenti della democrazia cristiana.
30:57Sono molto potenti i cugini Salvo.
30:59Hanno uomini in quasi tutte le correnti della democrazia cristiana siciliana
31:03e controllano gran parte dell'economia e della politica dell'isola.
31:08I Salvo erano chiamati i signori del 10%.
31:11Erano dei potentissimi esattori siciliani.
31:16Falcone disse che erano, costituivano l'anello di collegamento fra mafia e politica.
31:24Circolava all'ufficio istruzione e alla procura la battuta
31:29attenzione chi tocca i Salvo muore.
31:33Sono imprenditori e politici i cugini Salvo,
31:35ma sono anche organici alla famiglia mafiosa di Salemi,
31:38vicini a Stefano Boltate prima e a Totorina poi.
31:44Salvo Lima, i cugini Salvo e tutto il loro gruppo,
31:46nel 68 approdano ad un'altra corrente,
31:49seguiti più avanti Davito Ciancimino e i suoi.
31:52Si chiama Primavera e a guidarla è Giulio Andreotti.
31:59Giulio Andreotti è il divo, il divo Giulio,
32:02e tutti i nomi con cui è stato chiamato.
32:04Ma al di là di questo è sicuramente uno degli uomini
32:07più importanti e più influenti dal punto di vista politico
32:10che ci siano mai stati in Italia.
32:16Sette volte presidente del Consiglio,
32:18otto volte ministro della difesa,
32:20cinque volte ministro degli esteri,
32:22due volte ministro delle finanze, del bilancio e dell'industria,
32:25una volta ministro del tesoro, dell'interno e delle politiche comunitarie,
32:29membro dell'assemblea costituente in Parlamento dal 1948
32:33e dal 1991 senatore a vita.
32:39Insomma, Giulio Andreotti,
32:41uno dei politici più importanti d'Italia,
32:43ma anche uno dei più chiacchierati.
32:45Sentito a vario titolo in quasi tutti i cosiddetti misteri italiani,
32:49per lui l'autorizzazione a procedere è stata richiesta 27 volte,
32:53mai concessa.
32:54Come dice lui stesso, due repuniche a parte,
32:57mi hanno accusato di tutto.
33:04Prima del 1968 Giulio Andreotti era sicuramente un uomo politico di primo piano,
33:10che era già stato parecchie volte ministro.
33:12Ma la sua corrente è una piccola corrente, con base nel Lazio,
33:16che controlla soltanto il 2% degli iscritti della democrazia cristiana.
33:20Con l'arrivo di Salvo Lima e dei suoi,
33:22e poi di Vito Ciancimino, con l'arrivo della Sicilia insomma,
33:25la corrente di Giulio Andreotti cresce fino al 10%
33:28e diventa determinante per gli equilibri della democrazia cristiana.
33:34Con l'arrivo di Salvo Lima, dei cugini Salvo e di Vito Ciancimino però,
33:38ad Andreotti non arriva soltanto una parte importante
33:41dei voti democristiani della Sicilia.
33:53Arriva anche la mafia, quella di Stefano Bontade e quella dei Corleonesi.
33:58Il primo a parlare di un'entità politica che sta a Roma
34:01e che da in alto, molto in alto,
34:03ha uno stretto rapporto di scambio con Cosa Nostra,
34:06è il boss Tommaso Buscetta.
34:10Nel 1985, in una casa nascosta a New York,
34:13protetta dall'FBI,
34:15Tommaso Buscetta è stato arrestato,
34:17ma non ha mai avuto la possibilità di farlo,
34:19e non ha mai avuto la possibilità di farlo,
34:21e non ha mai avuto la possibilità di farlo.
34:23Nel 1985, in una casa nascosta a New York,
34:26protetta dall'FBI,
34:28il boss dei Due Mondi parla col procuratore federale Richard Martin
34:32e accenna ai contatti politici di Cosa Nostra in Italia.
34:35Dice però che non è il momento di parlarne,
34:37perché succederebbe qualcosa di troppo grosso,
34:40sia in Italia che negli Stati Uniti.
34:49Perché l'uomo di cui stanno parlando
34:51è un uomo politico di primo piano,
34:53che ha rapporti anche con gli americani,
34:55e di questo lui non vuole parlare.
34:57Un uomo politico di primo piano?
34:59Andreotti, dice Buscetta, e chiude il discorso.
35:06Lo stesso era accaduto con il giudice Giovanni Falcone
35:09e con il pubblico Ministero Vincenzo Geraci,
35:12che già lo avevano ascoltato nel 1984,
35:15ma con loro Don Masino Buscetta
35:17non lo aveva neanche voluto fare in nome di Andreotti.
35:20Il signor giudice aveva detto a Falcone
35:22se io parlo di certe cose lei sarà ucciso
35:25e io sarò preso per pazzo.
35:27Giovanni Falcone, poverino, che in pace ripose,
35:30voleva intraprendere una strada
35:33che parlasse di politica.
35:36Se già è un problema parlare di Cosa Nostra
35:41perché non ci sono prove, perché non esistono tessere,
35:44non esistono atti di notaio,
35:47se c'è una difficoltà a parlare di mafia,
35:50immagina un po', parlare di politica,
35:53dove sono le prove?
35:55Sarebbe stato come averci inventato io, lui, delle cose.
36:00Il silenzio di Tommaso Buscetta e di altri boss
36:02che hanno fatto accenni simili dura fino al 1992.
36:12Nel frattempo sono successe tante cose.
36:14L'Italia è cambiata, il mondo è cambiato.
36:19Il crollo del muro di Berlino ha concluso la strategia
36:21dei blocchi contrapposti,
36:23da una parte gli americani, dall'altra i sovietici,
36:25che aveva diviso il mondo fino a quel momento
36:27decidendo della politica internazionale
36:29e anche nazionale di molti paesi, come l'Italia.
36:36Su questo bipolarismo internazionale
36:38avevano vissuto in rendita vari soggetti.
36:42Certi partiti politici,
36:44i quali erano rimasti al governo grazie al fatto che
36:47la società, pur essendo scontenta,
36:49temendo l'avvento dei comunisti,
36:51tuttavia votava alcuni partiti al governo.
36:54Le mafie, tra cui la Cosa Nostra Siciliana,
36:57che aveva goduto di una tolleranza
36:59a livello internazionale e anche di appoggi politici
37:02grazie alla sua funzione di diga
37:04contro il dilagare del comunismo.
37:06Una certa massoneria deviata
37:08che sull'equilibrio del terrore
37:10aveva costruito i propri sporchi affari.
37:13Diciamo che la fine del bipolarismo
37:15lascia molti orfani.
37:19Tra questi, Cosa Nostra.
37:21Perché i vecchi referendi politici,
37:23come dice Rina, cominciano a voltare le spalle.
37:26Voltano le spalle perché
37:28gli Stati Uniti riscrivono
37:31la gerarchia delle proprie priorità politiche,
37:34non è più l'anticomunismo
37:37al primo posto dell'agenda politica
37:39e quindi la tolleranza nei confronti delle mafie,
37:42ma la lotta contro la droga.
37:44Perché l'Europa chiede all'Italia
37:47di liberarsi della mafia
37:50se vuole entrare a far parte dell'Europa Unita.
37:55L'Italia è cambiata.
37:57La bufera di tangentopoli e di mani pulite
37:59sta spazzando via gran parte dei partiti
38:01di quella che verrà chiamata la Prima Repubblica,
38:04tra cui anche la democrazia cristiana.
38:07La mafia è cambiata, Cosa Nostra è cambiata.
38:10Prima, a capo della cupola mafiosa,
38:12a comandare Cosa Nostra,
38:14c'erano i palermitani di Stefano Bontate
38:16e poi, dopo una sanguinosa guerra di mafia
38:18con centinaia di morti,
38:20arrivano i corleonesi di Totorina.
38:33Anche la mafia sta cambiando,
38:35ma di questo ne parleremo tra poco.
38:37Nel 1984, con giudice Falcone,
38:40Don Masino Buscetta aveva parlato di tante cose,
38:43di tutto,
38:44ma non del rapporto tra la mafia e la politica.
38:49Adesso però il giudice Falcone è morto.
38:51È saltato per aria con la sua scorta e la compagna
38:54sull'autostrada per Palermo, all'altezza di Capaci.
39:01Ed è morto anche il giudice Paolo Borsellino,
39:03saltato per aria con gli agenti della sua scorta
39:05in Via D'Amelio.
39:21Le cose sono cambiate, il mondo è cambiato
39:24e forse adesso è arrivato il momento
39:26di rivedere la mia recente non disponibilità
39:28a rispondere di certi argomenti,
39:30come dice Buscetta.
39:31Cioè è arrivato il momento di parlare.
39:51Nel 1993 si era verificato un fatto nuovo,
39:56e cioè lo Stato italiano finalmente
40:00era pronto a sferrare il colpo definitivo
40:07nei confronti anche degli intoccabili.
40:13Ci sono altri magistrati alla procura di Palermo,
40:15c'è il procuratore aggiunto Guidolo Forte,
40:17ci sono i sostituti procuratori
40:19Gioacchino Natoli e Roberto Scarpinato
40:24e c'è un nuovo procuratore della Repubblica,
40:26praticamente appena arrivato,
40:27che si chiama Giancarlo Caselli.
40:31Quando arrivo a Palermo di fatto
40:35sul senatore Andreotti si sta già lavorando,
40:40le dichiarazioni di Messina,
40:43altre dichiarazioni ancora generiche,
40:47ma in qualche modo già orientate in questa direzione,
40:53ma non c'è ancora un'iscrizione a registro,
40:56soltanto quando ci saranno acquisizioni
40:59più specifiche e concrete, significative,
41:04ci sarà l'iscrizione a registro dopo lunghe discussioni
41:09con i colleghi che già si occupavano del caso.
41:13Don Masino parla e cominciano a parlare
41:16tanti altri collaboratori di giustizia,
41:18tra cui Leonardo Messina e Francesco Marino Mannoia.
41:25Dicono che Andreotti sia il principale
41:27referente politico nazionale di Cosa Nostra.
41:30Affari da tramite tra Andreotti e la mafia
41:33erano soprattutto Salvo Lima
41:35e i cugini Antonino e Ignazio Salvo.
41:42E poi ancora,
41:43dicono che Andreotti abbia chiesto aiuto alla mafia
41:45durante il sequestro Moro.
41:49Dicono che Andreotti abbia favorito
41:51il finanziere Michele Sindona
41:53che riciclava i soldi della mafia
41:55e che poi farà uccidere Giorgio Ambrosoli,
41:57l'avvocato incaricato dalla Banca d'Italia,
42:00di indagare su di lui.
42:04Dicono che Andreotti sia intervenuto
42:06per bloccare la sentenza del maxiprocesso a Cosa Nostra
42:09attraverso la Corte di Cassazione.
42:14Dicono che Andreotti sapesse
42:16che la mafia voleva uccidere
42:18il presidente della regione siciliana Piersanti Mattarella.
42:22Dicono che Andreotti abbia incontrato
42:24Bosta e Calibro di Nitto Santa Paola,
42:26Stefano Bontade e Totò Riina.
42:31Dicono che Andreotti sia stato il mandante
42:33dell'omicidio del giornalista Mino Pecorelli,
42:35ucciso a Roma il 20 marzo del 1979.
42:43Mino Pecorelli era appena salito nella sua auto
42:45davanti alla redazione del giornale che dirigeva,
42:47OP, Osservatorio Politico.
42:51Quando gli hanno sparato quattro colpi di pistola.
43:08A compiere l'omicidio è stata Cosa Nostra
43:10su richiesta dei Cugini Salvo
43:12per fare un favore ad Andreotti,
43:14dato che Mino Pecorelli stava per pubblicare
43:17materiale imbarazzante scritto da Moro
43:19e trovato in un covo delle Brigate Rosse
43:21dal generale Carlo Alberto dalla Chiesa,
43:24che poi verrà ucciso nel 1982
43:27dopo essere stato nominato prefetto di Palermo
43:29e dopo aver detto che non avrebbe guardato
43:31in faccia a nessuno,
43:32neanche a Salvo Lima e agli Andreottiani.
43:35Dicono che Andreotti sia stato punciuto,
43:37cioè iniziato a Cosa Nostra.
43:39Dicono che Andreotti abbia baciato
43:41il segno di accordo e di rispetto
43:43Totò Riina in persona.
43:49Sono tante le accuse che i collaboratori di giustizia
43:52riversano su Giulio Andreotti.
43:55C'è anche la testimonianza di Franco Evangelisti,
43:57il suo braccio destro nella democrazia cristiana,
44:00sentito in ospedale poco prima di morire
44:02per un'emorragia cereblale.
44:05Evangelisti dice che lo sapevano tutti, loro,
44:08dei rapporti di Salvo Lima con Cosa Nostra
44:10e del suo peso in questo senso
44:12quando si era trasferito armi e bagagli,
44:14così dice Evangelisti,
44:16come la corrente di Andreotti nel 1968.
44:24Il senatore Giulio Andreotti nega tutto e con decisione.
44:27Nega di aver fatto favore alla mafia,
44:29nega di aver avuto contatti con la mafia,
44:31nega di aver mai incontrato mafiosi,
44:33nega di aver mai saputo dei contatti
44:36tra Salvo Lima e Cosa Nostra
44:38e nega anche di aver mai conosciuto
44:40i cugini Antonino e Ignazio Salvo.
44:42Io ho detto mille volte e lo ripeto,
44:45non c'è nessuna persona né in questo mondo
44:47né in quell'altro che può dimostrare
44:49che io conoscessi i Salvi,
44:50io non li ho mai conosciuti.
44:52Sono uno degli autori della legge sui pentiti,
44:55quindi non posso davvero pentirmi di quella legge,
44:59certamente nessuno di loro potrà dire cose
45:03che possono toccarmi perché
45:06verso la mafia il mio conto è tutto il contrario,
45:10cioè ho fatto più di quello che era il mio dovere.
45:14Dura che lei si è punto il dito,
45:16non so se hai letto che è stato iniziato...
45:18Non lo so, basti pensare a questo
45:23per vedere quanto sono serie queste cose.
45:25Non c'è nessuno che abbia fatto contro la mafia
45:29quello che ho fatto io e il mio governo,
45:31questo non ci piove.
45:33Nessun governo, ripeto, può dimostrare chiunque,
45:37nessun governo ha fatto quello che abbiamo fatto noi.
45:39Non ho assolutamente paura che si indaghi su niente,
45:43non ho assolutamente niente da farmi perdonare.
45:47L'indagine preliminare è rapidissima,
45:50quasi da record, dura soltanto un anno.
45:53Non chiediamo, la Procura di Proverba non chiede
45:56nessuna proroga per un processo di questa complessità,
45:59di queste dimensioni, di questa rilevanza,
46:02e ripeto, mi spiace usare questo linguaggio,
46:05ma così è una specie di record.
46:09Chiediamo il rinvio a giudizio,
46:13il GIP valutato il materiale probatorio lo concede
46:18e comincia il dibattimento pubblico.
46:21La Procura di Palermo raccoglie un dossier di 246 pagine
46:25e lo trasmette alla Giunta per le autorizzazioni
46:27a procedere del Parlamento,
46:29perché Giulio Andreotti è un senatore a vita
46:31e per metterlo sotto processo deve esprimersi il Parlamento.
46:39Andreotti viene ascoltato per tre ore
46:41nella sede della Giunta a Santivo alla Sapienza.
46:48Andreotti rigetta tutte le accuse, naturalmente,
46:51parla di un complotto ai suoi danni,
46:53dice che i pentiti sono stati manovrati
46:55da circoli americani a lui ostili,
46:57però si rimette alla volontà dei colleghi del Parlamento
47:00per la decisione che riterranno la più giusta.
47:09La Giunta per le autorizzazioni a procedere
47:11concede l'autorizzazione il 14 aprile 1993.
47:16Il 29 luglio viene concessa anche quella per il processo
47:19come mandante dell'omicidio del giornalista Mino Pecorelli
47:22che si terrà a Perugia perché nell'accusa
47:24è coinvolto anche un magistrato di Roma, Claudio Vitalone.
47:31Gli imputati vengono prima assolti, poi condannati
47:33e poi definitivamente assolti il 30 ottobre 2003,
47:37ma questa è un'altra storia.
47:41Il 26 settembre 1995 si apre il processo per mafia
47:45al senatore a vita Giulio Andreotti,
47:477 volte Presidente del Consiglio e 22 volte Ministro.
47:51L'accusa è quella di associazione a delinquere di stampo mafioso,
47:54articolo 416 bis del codice penale
47:57e per lui i pubblici ministeri Guidolo Forte,
48:00Giochino Natoli e Roberto Scarpinato chiedono 15 anni.
48:07Nonostante ci siano altri processi che in quegli anni
48:09godono di una fortuna mediatica più evidente,
48:12per gli italiani quello è sicuramente il processo del secolo.
48:16I Cugini Salvo le ebbero mai a parlare di esponenti politici?
48:23Sì.
48:25Di chi?
48:26Mi parlarono di Andreotti, del senatore Giulio Andreotti.
48:31In che termini gliene parlarono?
48:34Me ne parlavano in termini come se potessero in qualsiasi momento
48:42poter contare sul senatore.
48:46Me ne parlavano in termini, direi, proprio di intima confidenza.
48:56Ripeto qui, anche a costo di annoiarvi,
49:00con assoluta decisione di non aver mai conosciuto
49:05e a maggior ragione di non aver mai avuto rapporti con i Cugini Salvo.
49:11Io ho appreso da Stefano Bontade, verso la primavera estate del 79,
49:19che vi fu un incontro in una tenuta di caccia,
49:24la stessa tenuta di caccia in quale Stefano Bontade,
49:29insieme ai Cugini Salvo e a pippo Giuseppe Calderone, si recava spesso.
49:37Vi fu un incontro tra Stefano Bontade, l'onorevole Andreotti,
49:44Salvo Lima, Nicoletti, Gaetano Fiore ed altri,
49:50fra i quali altri uomini d'onore.
49:54Nego altresì di essermi recato in compagnia dei Salvo nel 1980,
50:01dopo l'uccisione di Piersanti Mattarella in una casa
50:06asseritamente di proprietà di tal Inzerillo,
50:10per incontrarmi con Bontade ed altri boss mafiosi
50:14per parlare intorno alle ragioni dell'uccisione del presidente democristiano.
50:20Siamo entrati nel salotto,
50:24e lì si vede l'onorevole Lima e l'onorevole Andreotti,
50:31e allora loro si sono alzati, l'onorevole Andreotti e Lima,
50:37e Rina approda e li bacia,
50:44un bacio sulle guance, una a destra e una a sinistra,
50:48e così dice, questo è Parduccio, io gli do la mano, saluto,
50:55e Rina mi dice vattene là dentro.
50:58Chiedo preoccupato e perplesso, quale credito meriti il signor Di Maggio,
51:04autore di telefonate sulle quali a mio avviso non si è ancora fatta luce con chiarezza,
51:09ma dalle quali con chiarezza si desume che egli veniva incoraggiato
51:13da notabili locali, che lui chiama i dutturi,
51:17a rendere false testimonianze sul mio conto,
51:21perché tutto ciò che egli avesse detto contro di me gli sarebbe tornato comodo
51:26e avrebbe aumentato evidentemente la sua forza contrattuale
51:30per ottenere dallo Stato privilegi ed aiuti.
51:33Desidono invece affrontare subito un punto rilevante,
51:38dato che in questi lunghi anni di procedura
51:40si è più ripetuta più volte l'affermazione
51:44che le mie fortune politiche sarebbero strettamente collegate
51:49all'apporto dei voti congressuali dell'onorevole Lima e dei suoi amici.
51:55All'origine del mio straordinario cursus honorum
51:59non vi sarebbe dunque l'onorevole De Gasperi,
52:02ma l'onorevole Lima, almeno in una strana copaternità.
52:07Sono quindi costretto a chiedere alla pazienza del Tribunale
52:12di consentirmi di ripercorrere con assoluta obiettività di dati
52:17la mia personale storia.
52:20Il 23 ottobre 1999 arriva la sentenza di primo grado.
52:28Assolto perché il fatto non sussiste.
52:31La procura di Palermo naturalmente ricorre in appello.
52:342 maggio 2003, sentenza di secondo grado
52:37della Corte d'Assise d'Appello di Palermo,
52:40poi confermata il 15 ottobre 2004 dalla Corte di Cassazione.
52:44In nome del popolo italiano, il Tribunale di Palermo,
52:48sezione quinta penale, ha emesso la seguente sentenza.
52:52Visto l'articolo 530,2, codice di procedura penale,
53:00assolve Andreotti Giulio dall'imputazione ascritta
53:05perché il fatto non sussiste.
53:07Vai! Così è stupendo comunque per noi, guardate.
53:10Presidente, senza rinvio!
53:12Senza rinvio!
53:14Abbiamo finito per sempre senza rinvio, senza rinvio, senza rinvio.
53:18È chiusa la vicenda.
53:20Però attenzione, perché le cose non sono così semplici.
53:23Nella sentenza ci sono alcune importanti precisazioni,
53:26molto importanti soprattutto dal punto di vista storico e politico.
53:29Fino alla primavera del 1980,
53:32alcune di quelle cose Giulio Andreotti le ha commesse,
53:35solo che sono cadute in prescrizione.
53:37Sono cinque righe, ma c'è tutto.
53:39Visti gli articoli eccetera,
53:41dichiara non doversi procedere nei confronti dell'imputato,
53:45Andreotti, in ordine al reato di associazione per delinquere
53:49a cui ha scritto al capo A della rubrica,
53:51commesso fino alla primavera del 1980
53:55per essere lo stesso reato estinto per prescrizione.
53:57Conferma nel resto, dopo l'80,
54:00la appellata sentenza, quella di primo grado,
54:02che parlava sostanzialmente di insufficienza di prova.
54:05Quindi fino all'80 reato commesso, una prova dopo l'altra,
54:09concretamente configurabile a carico dell'imputato,
54:12questa non è una soluzione.
54:14Cosa dicono esattamente le sentenze del processo Andreotti?
54:17Dicono che almeno fino al 1980 risultano provati alcuni fatti.
54:22Vediamoli.
54:24Giulio Andreotti, con la sua condotta,
54:25a nonsenza personale torna conto,
54:28consapevolmente e deliberatamente,
54:30coltivato una stabile relazione con il sodalizio criminale
54:33ed ha recato, comunque, allo stesso,
54:36un contributo rafforzativo manifestando la sua disponibilità a favorire i mafiosi.
54:40Giulio Andreotti ha favorito la mafia.
54:49Giulio Andreotti ha favorito e agevolato Michele Sindona,
54:52legato alla mafia,
54:54di cui investe e ricicla i soldi attraverso la sua banca privata.
55:07Giulio Andreotti sapeva che i suoi referenti siciliani Salvo Lima e Vito Ciancimino
55:12erano legati a boss come Stefano Bontade e Totorina
55:16e attraverso loro teneva i contatti con Cosa Nostra.
55:23Giulio Andreotti aveva rapporti con i cugini Antonino e Ignazio Salvo
55:28e ha mentito quando ha negato di conoscerli.
55:32Giulio Andreotti ha incontrato di persona boss mafiosi come Stefano Bontade
55:37e Andrea Mangiaracina, figlio del boss di Mazzara del Vallo
55:41e uomo di fiducia di Totorina.
55:53Mangiaracina lo incontra il 19 agosto 1985 all'hotel Ops di Mazzara del Vallo
55:59come testimonio a un sovrintendente di polizia che fa parte della scorta di Andreotti,
56:04allora ministro degli esteri.
56:16Andreotti ammette l'incontro ma dice che il colloquio
56:19ha avuto per oggetto soltanto i problemi della pesca di quella zona
56:23ma per il tribunale questa spiegazione non è credibile.
56:26Stefano Bontade invece lo incontra due volte.

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