• 2 mesi fa
Chi era veramente Salvatore Giuliano? Un bandito, un capopopolo separatista, un uomo al soldo della mafia e dei servizi di sicurezza americani? Il movente della strage di Portella della Ginestra è rimasto oscuro come la morte del bandito, avvenuta nel luglio 1950. Una morte misteriosa, come quella di Gaspare Pisciotta, luogotenente di Giuliano, accusato di averlo venduto ai Carabinieri, che morirà avvelenato in carcere. Scomodo testimone di patti inconfessabili tra lo Stato e la Mafia, la figura del bandito siciliano rimane ancora avvolta nel mistero...

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Trascrizione
00:00La storia di bugie è la storia di un uomo, di un bandito, così inafferabile e astuto che nessuno sapeva dove trovarlo, così potente, feroce e sanguinario, che faceva paura soltanto sentirne il nome, ma anche così misterioso, complesso e strano da diventare una leggenda.
00:16Questa è la storia di un bandito, ma è anche la storia di carabinieri e di poliziotti, di altri banditi, di confidenti e di spie, di giornalisti, di uomini politici, di sindacalisti e di povera gente.
00:27Ma soprattutto questa è una storia di bugie, di misteri e di fantasmi, una di quelle storie che avvengono in Sicilia, dove spesso quando si parla di certe cose, queste cose potrebbero non essere quello che sembrano.
00:41Questa è la storia del bandito Giuliano.
00:44Per noi, adesso, inizia dalla fine, e inizia con una fotografia e una bugia.
00:53La fotografia è una delle più famose della storia d'Italia.
00:56C'è un uomo, a terra, in sandali e canottiera.
01:00È morto.
01:01I piedi che si vedono dietro di lui sono quelli di un carabiniere, mentre quella cosa che c'è per terra, poco distante dalla sua mano, come se fosse caduta, è un mitra.
01:09Perché quell'uomo morto è il bandito Giuliano.
01:13Che cosa è successo?
01:15Siamo nel cortile della casa dell'Avvocato De Maria, a Castelvetrano, in provincia di Trapani.
01:20È il 5 luglio 1950.
01:23Sono le 3 e un quarto del mattino.
01:30Sulla strada sono appena scesi tre uomini che non sanno di essere attesi dai carabinieri appostati nei dintorni.
01:36Uno è davanti, con le scarpe in mano, e gli altri due sono dietro.
01:43Poi un carabiniere si muove, uno degli uomini se ne accorge, è armato e spara.
01:52I carabinieri reagiscono e sparano anche loro.
01:56Quello senza le scarpe scappa.
01:58Gli altri due si fanno strada sparando.
02:00Uno riesce a sparire nei vicoli di Castelvetrano, ma l'altro no, ha un attimo di agitazione.
02:06È a capo scoperto, passa sotto un ampione e i carabinieri lo riconoscono subito.
02:11È l'uomo che stanno cercando, il fantasma inafferrabile,
02:14quello che da quasi cinque anni sta tenendo sotto scacco tutti i poliziotti e tutti i carabinieri della Sicilia.
02:20È il bandito Giuliano.
02:24Inquadrato dal fuoco dei carabinieri, Giuliano scappa verso il cortile di casa dell'Avvocato De Maria e sparato.
02:30Una sparatoria intensa, 40 colpi sparati dal bandito e 191 dai carabinieri.
02:37Colpito di fianco dalla raffica di un carabiniere e poi davanti, da meno di due metri,
02:42da quella di un ufficiale nascosto dietro un pozzo, Giuliano crolla in mezzo al cortile.
02:47Appena è il tempo di emettere un rantolo e muore.
02:54Rapporto numero 213-24 del 9 luglio 1950,
03:00indirizzato al Comando Forza e Repressione del Banditismo in Sicilia, Gruppo Squadriglie Centro,
03:06firmato Capitano dei Carabinieri Antonio Perenze,
03:10l'ufficiale che stava appostato dietro al pozzo, quello che ha sparato a Giuliano di fronte.
03:15Non è vero. C'è qualcosa che non torna in quella fotografia.
03:19Alcuni dei giornalisti che arrivano sul luogo se ne accorgono subito.
03:22Tra questi c'è Franco Grasso, che allora dirigeva la cronaca del giornale La Voce della Sicilia.
03:28Giunse in ritardo, poiché la mia macchina si era guastata.
03:34Assistetti per un momento ai brindisi dei miei colleghi,
03:42avendo già in mente che la versione poteva essere falsa.
03:50Forse un fornaio che lavorava là di notte mi disse che aveva prima sentito un colpo isolato.
04:01E dopo, una mezz'ora così, invece una tempesta di colpi.
04:08Non torna. Poco prima dell'azione, i carabinieri hanno fatto allontanare due fornai
04:13che aspettavano che il pane lievitasse e la loro versione, lo abbiamo sentito, è diversa.
04:18Ma basterebbe guardare la fotografia.
04:21Giuliano ha un sandalo slacciato e la cintura che ha saltato due passanti,
04:26come se fosse stato rivestito da qualcuno.
04:29Certo, non sono particolari così certi, così sicuri, e potrebbero voler dire qualunque cosa.
04:35Però ci sono quelle escoriazioni sul braccio di Giuliano, come se fosse stato trascinato.
04:41Anche questo non è un particolare così sicuro e può voler dire molte cose.
04:45Ma la canottiera no.
04:47Giuliano è stato colpito al torace ed è caduto in avanti, sulla pancia,
04:52dove è rimasto a lungo tempo senza che nessuno lo toccasse.
04:56Il sangue, che è uscito dalle ferite, ha imbrattato la canottiera, ma lo ha fatto sulla schiena.
05:02Cosa ha fatto quel sangue? È colato verso l'alto?
05:05Invece di scendere giù sulla pancia, è salito su imbrattando la canottiera sulla schiena?
05:10Sempre meno convinto della versione ufficiale,
05:18Mi recai all'obbitorio e mi accorsi che l'unica ferita da cui usciva il sangue già rappreso
05:34era sotto l'ascella sinistra,
05:39mentre tutte le altre ferite erano prive di qualsiasi accenno di sangue,
05:46come se fossero state inferte sul corpo già cadavere.
05:51Lo disse a Del Calpio e mi rispose di segreto istruttorio,
05:58ma con un cenno nella testa mi sembrò che approvasse la mia versione.
06:07Non funziona, non torna, è una bugia.
06:11Quella fotografia, così chiara e così famosa, dimostra una cosa soltanto.
06:15Come dice il titolo di un articolo di Tommaso Besozzi,
06:18uscito il 16 luglio di quell'anno su L'Europeo e poi rimasto nella storia del giornalismo,
06:23di sicuro c'è soltanto che è morto.
06:45Se tutto questo non è vero, che cosa è successo nel cortile di Casa de Maria quella notte?
06:56Come è morto il bandito Giuliano?
06:58Chi è Salvatore Giuliano e qual è la sua storia?
07:01Attenzione, perché anche qui di bugie ce ne sono molte.
07:05Sul Giuliano si sono pubblicate finora ben 36 biografie,
07:13per cui la leggenda Giuliano è una leggenda che ha una larga popolarità e una attualità,
07:23perché queste 36 biografie non sono biografie di 50 anni fa,
07:29sono biografie di questi ultimi anni.
07:33Tuttavia, nonostante questa leggenda, questa fama, di Giuliano praticamente non si conosce nulla.
07:42Per raccontare la storia di Salvatore Giuliano,
07:45bisogna tornare indietro nel tempo, alla Sicilia dell'immediato dopoguerra,
07:49di New York, Lucky Luciano.
07:52La mafia appoggia l'invasione e stabilisce strette relazioni con gli occupanti,
07:57tanto che la protezione degli alleati porta a capo di alcune amministrazioni locali noti mafiosi,
08:02come Don Calogero Vizzini, che diventa il sindaco di Villalba.
08:07I mafiosi di Sicilia hanno strette relazioni con gli agenti dell'OSS, il servizio segreto americano.
08:14Tra i collaboratori dell'OSS c'è un giovane aspirante avvocato di patti, che si chiama Michele Sindona.
08:20Ma questa è un'altra storia.
08:23È nella Sicilia di quegli anni che Salvatore Giuliano diventa un bandito.
08:29È il 2 settembre 1943 e sono le 5 di sera.
08:33Giuliano ha 21 anni e da un anno almeno fa la borsa nera del grano assieme a suo fratello Giuseppe.
08:39Nella Sicilia di quegli anni si muore di fame.
08:42La legge impone che il grano e i prodotti di prima necessità vengano portati all'ammasso,
08:47in depositi comuni, da cui devono essere venduti a prezzi controllati,
08:51per esempio 3 lire e 60 centesimi per un chilo di pane.
08:55Chi ha il grano non ci sta e preferisce venderlo sotto banco, a borsa nera, come si dice comunemente,
09:02oppure fare l'intrallazzo, come si dice in Sicilia.
09:05Sia i grandi speculatori, che sono protetti dalla mafia e da corrotti amministratori alleati,
09:10sia i piccoli mercanti clandestini, che possono rivendere quel chilo di pane per 40 lire,
09:15quando lo stipendio mensile di un operaio è di 1200 lire.
09:19Giuliano è uno di questi.
09:22All'altezza della frazione di quarto mulino incontra un posto di blocco nascosto in un boschetto di vimini.
09:29Giuliano si ferma e consegna i documenti, pronto a farsi sequestrare il carico.
09:34Ma i carabinieri vogliono di più, vogliono sapere chi gliel'ha venduto.
09:39Poi il passaggio di un altro borsanerista, un intrallazzatore, li distrae e Giuliano cerca di scappare.
09:47L'ha puntato Antonio Mancino, il carabiniere che lo sta tenendo sotto il tiro del fucile,
09:52gli spara, tenendolo ad un fianco e facendolo cadere a terra.
09:57Giuliano è armato.
09:59Ha una pistola calibro 9 che un soldato yugoslavo gli ha venduto per un fiasco di vino
10:03e con quella spara il carabiniere.
10:07L'ha puntato Mancino, coltivato da un soldato yugoslavo,
10:12l'ha puntato Mancino, colpito al cuore, muore sul colpo
10:15e Salvatore Giuliano diventa un bandito.
10:24Ferito, Giuliano si nasconde nel paese di Borgetto,
10:27da dove viene portato in una grotta sulle montagne sopra Monte Lepre.
10:31Non può tornare a casa, perché ha lasciato la sua carta d'identità nelle mani dei carabinieri.
10:36E' un latitante, accusato dell'omicidio di un carabiniere.
10:39L'ha puntato Mancino è soltanto il primo.
10:42Tre mesi dopo, a Natale, i carabinieri fanno irruzione a casa sua, a Monte Lepre,
10:47avvertiti da una spia.
10:49Lo mancano per un pelo, ma arrestano i maschi della sua famiglia,
10:52li portano via in un autocarro.
10:55Giuliano si apposta sulla strada e spara sul camion dei carabinieri.
11:00Uccide il tenente Gualtieri, poi si sposta da un'altra parte e spara ancora,
11:04farendo tre carabinieri,
11:06che diranno di essere stati sotto il fuoco di almeno dieci persone.
11:11E' quasi un'azione militare.
11:13All'improvviso, da bandito, Salvatore Giuliano è diventato un guerrigliero.
11:23Manca poco per diventare un guerrigliero.
11:27Manca poco per diventare anche un capobanda.
11:31Travestito da contadino, Giuliano va nel paese di Monreale,
11:34dove si trova il carcere in cui è rinchiusa parte della sua famiglia.
11:38E' facile organizzare un'evasione.
11:40Basta far entrare nel carcere un pezzo di corda e una lima.
11:43Giuliano ci riesce.
11:45Nella notte tra il 30 e il 31 gennaio 1944 evadono dodici persone.
11:50E' il primo nucleo della banda Giuliano.
11:53E' il primo passo verso la leggenda.
11:56Dopo lo scontro avuto con i carabinieri il 2 settembre del 1943,
12:01lui si dà alla macchia, poi organizza la banda
12:05e quindi svolge la sopera di bantito.
12:10Ed è in questo periodo che lui compie una serie di atti
12:15che acclarano la fama del bantito che ruba ai ricchi e concede ai poveri.
12:24Un Robin Hood, diciamo, piuttosto di carattere casereccio,
12:30non come il Robin Hood di fama classica come quello che ci danno i film.
12:36La banda di Giuliano è formata da una decina di effettivi,
12:39tutti latitanti, detti i grandi.
12:42Lì a fianco ha una quarantina di picciotti,
12:44reclutati di volta in volta per ogni colpo
12:47e che, essendo incensurati, vivono regolarmente in paese.
12:50Il capo, assoluto indiscusso, pena la morte, è lui, Salvatore Giuliano.
12:56Tra i suoi logotenenti ce n'è uno che si chiama Gaspare Pisciotta,
13:00ricordiamocelo perché sarà importante.
13:03I colpi della banda di Giuliano avvengono tra Monte Lepre,
13:06Castellamare, Alcamo e San Giuseppe Iato.
13:10Rapine, furti di bestiame, estorsioni, sequestre di persona.
13:14È una banda efficiente, quella di Giuliano, rapida e imprendibile.
13:18C'è qualcuno che la nota, quasi da subito.
13:21Nel maggio 1945 Giuliano viene reclutato dal movimento separatista
13:28e diventa colonnello dell'esercito per l'indipendenza della Sicilia
13:35e quindi inizia quella che avrebbe dovuto essere la guerra civile
13:39organizzata dagli separatisti.
13:42Ed è da dire che Giuliano questa parte la svolse anche con patevole efficacia e perizia.
13:51Il movimento separatista è attivo in Sicilia fin dal 1943.
13:57Prima come Movimento Sicilia e Libertà,
13:59poi come Movimento per l'indipendenza della Sicilia,
14:02conta almeno 500.000 iscritti ed è protetto dagli agrari,
14:05dalla nobiltà latifondista e dagli americani.
14:08Lo scopo è quello di separare la Sicilia dall'Italia,
14:11rendendola indipendente o addirittura unendola agli Stati Uniti
14:14come la 49° stella della bandiera americana.
14:17Dal 1945 il separatismo ha un esercito, l'Evis,
14:22di cui entra a far parte anche la banda di Giuliano
14:25e Giuliano ha i gradi di colonnello.
14:27È la seconda fase della sua storia.
14:30Guardi, mio fratello Salvatore Giuliano
14:33ha preso contatto con il movimento del separatismo nel 1945
14:40e subito dopo sono andate a trovarmi di nuovo
14:44e ci hanno portato i gradi dei comandanti dell'Evis,
14:48i distintivi, le divise, armi, munizioni, insomma...
14:54La guerra di Giuliano contro l'Italia
14:56provoca 86 morti tra le forze dell'ordine,
14:594 soldati dell'esercito, 81 carabinieri e 21 poliziotti.
15:03È una guerra fatta di assalti alle caserme e di imboscate,
15:07come quella di Bello Lampo.
15:09Giuliano attacca la caserma del paese, ma è soltanto un diversivo.
15:13Da Palermo parte una colonna di soccorsi,
15:16ma quando arrivano i carabinieri Giuliano è già scomparso.
15:19È andato a minare la strada,
15:21così quando la colonna la percorre a ritorno,
15:23tornando a Palermo, il camion di testa salta su una mina,
15:266 morti e 12 feriti gravissimi.
15:28Oppure, come quando la polizia marcia su Monte Lepre
15:31per un rastrellamento con 458 uomini,
15:34Giuliano attacca una delle colonne in movimento,
15:37provocando una decina di morti.
15:39Mio fratello agiva politicamente
15:44e poi sempre con la bandiera gialla e rossa,
15:50sempre a scopi politici.
15:53E voglio precisare una cosa,
15:55io mi decide che la polizia attribuiva a mio fratello,
16:01che mio fratello assassinava i carabinieri senza motivo.
16:04Non è niente vero.
16:06Se ci sono state perdite di carabinieri
16:10è stato semplicemente nella lotta del separatismo,
16:13perché giustamente è stata una guerra.
16:15Anche da parte di mio fratello ci sono state perdite di uomini.
16:19Quindi lei mi insegna che quando c'è una guerra
16:21le perdite sono di una parte o di l'altra,
16:23ma sempre a scopo politico.
16:26Contro il banditismo, contro l'esercito separatista,
16:29ma soprattutto contro Giuliano,
16:30lo Stato manda i suoi uomini.
16:32Prima viene istituito l'Ispettorato generale di pubblica sicurezza
16:36per coordinare le operazioni tra polizia e carabinieri in Sicilia.
16:40La direzione dell'ispettorato viene affidata a Ettoro Messana
16:44e poi, dopo vari successori, a Ciro Verdiani.
16:47L'ispettorato non ottiene risultati però
16:49e il comando passa ai carabinieri.
16:51Questa concorrenza tra polizia e carabinieri
16:54sarà un elemento che segnerà tutta la lotta alla banda Giuliano,
16:57con continui depistaggi, ostacoli e azioni
17:00che bruciano gli informatori dell'una parte e dell'altra.
17:04Intanto è stato costituito il CFRB,
17:07Corpo Forza Repressione Banditismo,
17:10il cui comando è affidato al colonnello Ugo Luca.
17:1326 ufficiali dei carabinieri,
17:1516 ufficiali di pubblica sicurezza,
17:171.500 carabinieri e 500 poliziotti.
17:224.000 chilometri quadrati vengono divisi in 70 sottozone
17:26presidiate da squadriglie e comandi intermedi.
17:31E' una guerra.
17:33Il colonnello Ugo Luca ha i suoi uomini,
17:36il capitano Antonio Perenze,
17:38il tenente colonnello Giacinto Paolo Antonio
17:40e il maresciallo Giovanni Lo Bianco.
17:43Molti di questi vengono dai servizi segreti del tempo di guerra
17:46e hanno esperienza di lotta al banditismo in Etiopia e in Libia.
17:50Poi i risultati militari,
17:52l'occupazione del territorio,
17:54l'evoluzione democratica della sicurezza
17:56ma soprattutto la concessione dell'autonomia speciale alla regione Sicilia
18:00tolgono spazio militare e politico al separatismo.
18:04Il marzo-aprile del 46
18:07il movimento separatista
18:11accettò di rifiutare la richiesta indipendentista,
18:16sciolse l'esercito per l'indipendenza della Sicilia
18:23e volle essere accolto come partito legale
18:29che partecipasse alle elezioni.
18:32Sulla base di questa intesa
18:35il governo si impegnò di concedere l'amministia
18:39che fu poi l'amministia Togliatti.
18:41Però di questa amministia
18:43si giovarono soltanto i capi separatisti,
18:47anche quelli che venivano dall'epoca
18:50anche quelli che avevano fatto azioni di banditismo
18:54mentre ne venne escluso Giuliano e la sua banda
18:58in quanto avevano commesso delitti contro l'esercito,
19:02contro i carabinieri e contro la polizia.
19:04Da quel momento in poi comincia un'altra fase,
19:08lui non ha più rapporti con il movimento separatista,
19:11in qualche modo fu tradito,
19:13non venne preso nella dovuta considerazione
19:18ed entra nei misteri del terrorismo agrario-mafioso.
19:24C'è qualcun altro che ha messo gli occhi su Salvatore Giuliano
19:27e lo ha fatto fin dal 1943
19:29quando era solamente un giovane bandito astuto e intraprendente
19:32che aveva fatto fuggire 12 persone dal carcere di Monreale.
19:36È la mafia.
19:37Sono uomini come Don Calogero Bizzini, Vanni Sacco,
19:40Genco Russo o Michele Navarra.
19:43Senza la mafia, senza il suo appoggio,
19:45senza la libertà di manovra che questa gli concede,
19:48Salvatore Giuliano non avrebbe mai potuto essere
19:50quello che in effetti è, il bandito Giuliano,
19:53uno dei banditi più famosi del mondo.
19:58Giovane, bello, impegato.
20:00Una giornalista svedese, Maria Ciliacus,
20:03resta affascinata da lui dopo un'intervista
20:05e non vorrebbe andarsene finché non viene espulsa.
20:10C'è un giornalista americano, uno strano giornalista,
20:13che intervista Giuliano indossando una divisa
20:15da ufficiale dell'esercito degli Stati Uniti.
20:17Mike Stern si chiama, ricordiamocelo.
20:19Stern gli dedica un servizio a puntate sulla rivista True,
20:23che lo lancia negli Stati Uniti come una star.
20:26E poi c'è Jacopo Rizza,
20:28che lo intervista assieme ad un operatore del cinegiornale,
20:30per il settimanale Oggi.
20:32Giuliano era un personaggio che i giudici di Viterbo
20:35definivano megalomane,
20:37cioè era affetto da megalomania,
20:39aveva manie di grandezza.
20:41In realtà era un ragazzo,
20:44un giovane piuttosto disorientato,
20:49ma carico di violenza che gli veniva trasmessa da altri.
20:52A 13-14 anni aveva preso a legnate un suo compagno,
20:56lo aveva ridotto in fin di vita,
20:58ma nessuno lo aveva denunciato.
21:01Si era messo a scrivere sui sistemi cosmici,
21:04sulle maree, scriveva trattati sull'universo.
21:09Giuliano scrive poesie
21:11e si presenta come una specie di giustiziere popolare
21:13che aiuta vecchi mendicanti
21:15e giustizia chi ruba a famiglie povere
21:17o finge di farlo il suo nome,
21:19lasciando sulle vittime cartelli con su scritto
21:21Giuliano non deruba i poveri,
21:23oppure giustiziato in nome di Dio e della Sicilia.
21:26Una specie di Robby Nood,
21:28costruito attraverso episodi non controllabili
21:30e contraddetto da azioni criminali
21:32che lasceranno sul campo 42 vittime civili.
21:35Un'immagine che comunque si infrange definitivamente
21:38a portella della ginestra.
21:50Le elezioni regionali del 1947
21:53segnano una netta vittoria della sinistra socialcomunista,
21:56il blocco del popolo,
21:58sulla DC, sui monarchici e sui separatisti.
22:00È un momento particolare
22:02nella vita politica della Sicilia.
22:05Il movimento di occupazione delle terre,
22:07la riforma agraria, le lotte sindacali,
22:10stanno mettendo in crisi la grande proprietà e il latifondo
22:13ed è proprio nelle campagne dominate dai grandi proprietari agrari
22:16e anche dalla mafia dei latifondi
22:18che lo scontro è più duro.
22:20È un momento di grandi manifestazioni popolari
22:23e a portella della ginestra, la festa del primo maggio,
22:26è una tradizione interrotta soltanto dal fascismo.
22:29È un'ottima occasione per riprenderla,
22:31soprattutto quel primo maggio 1947,
22:34con quei risultati elettorali.
22:51È una strage.
22:52Quando cessano gli spari, sul prato di portella della ginestra,
22:55restano 33 feriti e 12 morti,
22:58tra cui un bambino di 12 anni e uno di 7.
23:01Una strage.
23:05A sparare sono stati Giuliano e la sua banda.
23:11Si sono appostati dalla notte prima sul Pelavet,
23:14la montagna di fronte alla Piana,
23:16armati di moschetti modello 91,
23:18fucili automatici americani
23:20e un fucile mitragliatore brandato.
23:22La strada di fronte alla Piana
23:24è una strada che si chiama La Piana.
23:26La strada di fronte alla Piana
23:28è una strada che si chiama La Piana.
23:30La strada di fronte alla Piana
23:32è una strada che si chiama La Piana.
23:34Si sono appostati dall'immigrante,
23:36con un fucile di moschetti americani
23:38e un fucile mitragliatore breda col trepiede.
23:42Armi da guerra,
23:44in grado di sparare fino alla Piana di Portella.
23:48Si riuniscono ad una frazione della Banda,
23:50formata da Salvatore Ferreri,
23:52detto Fra Diavolo,
23:54un personaggio importante, ricordiamocelo,
23:56e i fratelli Pianello,
23:58armati di mitra, beretta, calibro 9.
24:00Le volte che eravamo in 500 gli ordinano, prima di rilasciarli.
24:04C'è un altro testimone, invece, che viene buttato in un pozzo perché forse ha visto troppo.
24:09Visto troppo, ma cosa?
24:11Sì, perché anche nella ricostruzione della strage di Portella della Ginestra ci sono molti punti oscuri, molte bugie.
24:18Ci sono movimenti strani prima della strage.
24:20Tre giorni prima, nella masseria di Caggio, di proprietà di un capo mafia della zona, Giuseppe Troia,
24:26c'è stata una riunione.
24:28Di che cosa si è parlato?
24:29Gli estagli, dicono i partecipanti.
24:32Ma gli estagli, gli accordi tra i mezzadri e i padroni, non si fanno in quella stagione.
24:37Di che cosa si è parlato allora?
24:39Della pianificazione della strage, ipotizza la polizia.
24:43Alcuni giorni prima della strage, i mafiosi e i gabellotti di Piana degli Albanesi si mettono a raccogliere soldi.
24:50E raccolgono una notevole quantità di denaro.
24:55Loro dicono, una volta sentiti dai giudici, che questo era accaduto per la festa di San Giorgio.
25:03In realtà non era mai successo che personaggi di un certo tipo, di un certo rilievo,
25:09fossero così mobilitati a pressare i proprietari per il versamento di quote ingenti di denaro per una festa padronale.
25:21I dubbi che vennero allora, ma che non furono poi presi in considerazione dai giudici,
25:30furono che con quei soldi si dovevano comprare armi.
25:34E poi c'è un altro episodio, ancora più strano.
25:37Due giorni prima della strage, Giuliano e i suoi sono accampati nella masseria dei fratelli genovese.
25:43Arriva Pasquale Sciortino, il cognato di Giuliano, con una lettera della madre del bandito.
25:51Giuliano si mette in un angolo, la legge attentamente, poi la brucia con un fiammifero.
25:58Chiama gli altri e annuncia, è giunta l'ora della nostra liberazione.
26:03Cosa c'era in quella lettera?
26:06La promessa di un'amnistia se avesse compiuto la strage?
26:09Oppure, come dice la madre, soltanto i saluti di amici che stavano in America?
26:13Il maresciallo Lobianco ha ancora un'altra idea.
26:16Giuliano doveva naturalmente dimostrare il suo prestigio
26:21verso coloro che spingeva ad andare a ammazzare delle vittime innocenti.
26:26Disse che era venuto il momento della loro libertà, della loro liberazione.
26:32E per questo bisognava andare a sparare contro i comunisti.
26:35Quindi facendo pensare che qualcuno, proprio per lettera,
26:40l'avesse autorizzato a commettere quella strada.
26:43Ma poi davvero c'era soltanto la banda di Giuliano
26:46su quella montagna davanti a Portella della Ginestra?
26:49La ricostruzione del maresciallo Lobianco indica un punto di fuoco.
26:53Ma lì sono stati ritrovati soltanto i bossoli calibro 6 e 0,5 del mitra di Giuliano,
26:58oltre a quelli dei Moschetti 91 e dei fucili automatici di marca americana.
27:02E' soltanto quello l'unico punto di fuoco?
27:05Abbiamo fatto sottoporre i feriti, i superstiti ancora viventi
27:10a delle indagini da parte dei medici legali del Policlinico di Palermo
27:16e abbiamo scoperto con nostra sorpresa che un nostro socio
27:20ha ancora conficcato in un muscolo del torace
27:23il proiettile del mitra che lo colpì il 1° maggio a Portella della Ginestra.
27:29Un proiettile calibro 9.
27:32Giuliano sparava col mitra Breda 6,5.
27:36Era presente e sparò.
27:38Non sappiamo quanti morti abbia fatto,
27:41ma almeno il colpo che ha attinto questo nostro socio
27:46era un colpo di mitra calibro 9.
27:51Con tutta probabilità era il colpo partito all'arma di Ferreri,
27:55che, dicono i giudici, era presente a Portella della Ginestra in quei momenti.
27:59Ci sono testimoni che parlano di colpi provenienti da altri punti,
28:03per esempio da un canalone sotto il Pelavet,
28:05dove molto tempo dopo, nel 1997,
28:08è stato ritrovato un caricatore di mitra calibro 9.
28:12Esistono anche altre due postazioni,
28:14una sul Monte Cumeta, davanti al Pelavet,
28:17e un'altra su alcuni roccioni che si trovano dalla parte opposta di Piana degli Albanesi,
28:22roccioni che possono essere raggiunti da un sentiero
28:24che porta direttamente alla masseria Caggio,
28:27quella in cui si è tenuta la riunione pochi giorni prima della strage.
28:31C'era davvero soltanto la banda Giuliano a sparare su Portella della Ginestra?
28:36Ci furono una serie di fatti piuttosto evidenti
28:40che potevano dimostrare, dimostravano e certamente dimostrano,
28:45anche se a distanza di tempo, la presenza della mafia nel contesto stragistico,
28:51come elemento forte, determinante,
28:54senza il quale il controllo criminale sul territorio non si sarebbe potuto avere.
29:01Ad esempio, una serie di testimoni dichiararono che avevano visto con i loro occhi
29:08i capi mafia dei comuni di Piana, San Giuseppe e San Ciprirello,
29:14presenti sul posto.
29:18Quella di Portella della Ginestra non è l'unica strage della banda Giuliano
29:23ai danni di associazioni di contadini e partiti politici della sinistra.
29:27E non sarebbe neanche la prima volta
29:29che la mafia interviene per eliminare sindacalisti scomodi,
29:32soprattutto in quegli anni di riforma agraria e di ridistribuzione delle terre.
29:36Per esempio, c'è la storia di Placido Rizzotto,
29:39il segretario della Camera del Lavoro di Corleone,
29:41ucciso da Luciano Liggio.
29:49In quegli anni è una strage continua di sindacalisti e militanti di sinistra.
29:54Dopo la strage di Portella della Ginestra, primo maggio 1947,
29:59avvennero nuove stragi nella provincia di Palermo.
30:03A Partenico fu aperto il fuoco contro la Camera del Lavoro,
30:08che funzionava allora anche come sede del partito comunista italiano.
30:12Furono prese d'assalto anche le sedi di sinistra,
30:15dei comuni di Borgetto, Morreale, Cinesi, San Giuseppe, San Cipirrello e Terrasini.
30:21Quindi una manovra eversiva ad ampio raggio
30:26che provocò anche questa volta morti e decine e decine di feriti.
30:31La banda Giuliano, che spara a Portella assieme alla mafia,
30:34per terrorizzare i contadini che si stanno organizzando dopo la vittoria di Corleone,
30:38Sparare e mettere bombe per terrorizzare e disorganizzare
30:41e magari provocare una reazione autoritaria.
30:44Lo abbiamo già visto.
30:45Si chiama strategia della tensione e più avanti negli anni avrà esempi ancora più chiari.
30:51È per questo che Giuliano ha sparato a Portella della Ginestra.
30:59Forse Giuliano ha agito assieme alla mafia per conto di prevedere
31:04Forse Giuliano ha agito assieme alla mafia per conto di precisi mandanti politici
31:09che volevano sfruttare il terrore contro contadini e sindacalisti.
31:13Nella lettera che ha ricevuto dalla madre c'è scritto proprio questo
31:16Amnistia, benefici, in cambio di un'azione militare.
31:20O forse Giuliano ha sparato contro i comunisti perché non lo lasciavano passare sulle loro terre,
31:25come dice il maresciallo Lobianco, e su quel foglio non c'è scritto niente.
31:30Non è l'unico mistero che resta nella storia di Giuliano.
31:32Anzi, da questo momento i misteri si fanno ancora più densi.
31:36Per esempio, quello di Fradiavolo.
31:43È un tipo strano Fradiavolo.
31:45Giovane, elegante, bello come un attore del cinema,
31:48è uno dei primi luogotenenti di Giuliano, con lui fino dal 1944,
31:52e ha sulle spalle ben 13 omicidi, tra carabinieri, militari e poliziotti.
31:57Finita l'avventura separatista, Fradiavolo va a Firenze,
32:00dove sembra essersi dimenticato di tutto, della Sicilia, della vita da bandito di Giuliano.
32:05L'ispettore Messana sa dove si trova e potrebbe arrestarlo,
32:09e invece contatta il padre di Ferreri perché convinca Fradiavolo a diventare un suo informatore.
32:15Ed è così, in questa veste di informatore della polizia,
32:18che Fradiavolo rientra nella banda Giuliano e partecipa ad azioni
32:22come la strage di Portella della Ginestra.
32:26Fradiavolo è una delle prime vittime della strana sfortuna
32:30che perseguita la banda Giuliano subito dopo la strage di Portella della Ginestra.
32:34Dopo la strage, gli uomini del colonnello Luca
32:37mettono a segno una serie di colpi che piano piano smantellano la banda di Giuliano.
32:42Fortuna? Oppure il frutto di un lavoro ben fatto?
32:45Dopo le stragi immediatamente succede un processo di rimozione dei testimoni.
32:51L'ultima strage si ha il 22 giugno del 1947,
32:54il 26 giugno cadono una decina di uomini della banda Giuliano.
32:59Cinque sono quelli che fanno capo a Ferreri e sono testimoni di primo piano.
33:04Queste cinque persone cadono d'un colpo in un conflitto a fuoco
33:09che in cinquant'anni ha sempre suscitato le curiosità e le perplessità
33:16di quanti se ne sono arrivati.
33:19Sorpresi grazie alla soffiata di un confidente,
33:21i banditi vengono uccisi per la strada dai carabinieri.
33:24Fradiavolo viene preso vivo e portato in caserma.
33:27Appena si rende conto di essere perduto,
33:29Fradiavolo aggredisce il capitano Giallombardo
33:32e riesce a sfilargli dalla cintura la beretta d'ordinanza.
33:35Però c'è la sicura e il capitano Giallombardo fa in tempo a prendere un'altra pistola,
33:40una beretta 6,35, e a sparargli due colpi alla fronte.
33:44C'è qualcosa che non torna.
33:46In realtà, l'azione che porta alla cattura di Fradiavolo sembra più un'imboscata.
33:57I carabinieri sono appostati in vari punti della strada
34:00e sparano da tutte le parti sul gruppo dei banditi
34:03che vengono falciati da un tiro incrociato.
34:06Il capitano Giallombardo è preso vivo,
34:10che vengono falciati da un tiro incrociato.
34:13Tra i morti c'è anche il padre di Fradiavolo,
34:16quello che aveva contrattato con l'ispettore Messana il ruolo da informatore del figlio.
34:21Addosso al padre di Fradiavolo viene ritrovato un regolare portodarmi
34:25emesso dalla questura di Trapani qualche tempo prima.
34:28I fratelli Pianello, invece, lo abbiamo sentito,
34:31erano confidenti del tenente colonnello Paolo Antonio
34:34in questo strano e complesso gioco di agenti doppi e tripli tra polizia e carabinieri.
34:39Fradiavolo, ferito, viene scovato nascosto sulla soglia di un magazzino.
34:44Al momento dell'arresto dice subito di essere un agente segreto dell'ispettore Messana
34:48e mostra una tessera di riconoscimento intestata ad un carabiniere,
34:52l'autista del tenente colonnello Paolo Antonio.
34:55Dice di voler parlare con l'ispettore Messana
34:58e di avere importanti informazioni che possono portare alla cattura di Giuliano.
35:02Poi viene portato in caserma e lì, secondo la versione del capitano Giallombardo,
35:07succede quello che succede.
35:13La strana sfortuna che perseguita la banda di Giuliano non si ferma Fradiavolo e al suo gruppo.
35:18Il colonnello Luca, il capitano Perenze, il tenente colonnello Paolo Antonio,
35:22ma soprattutto il maresciallo Lobianco, mettono a segno altri arresti.
35:26Il maresciallo Lobianco inizia una sottile opera di convincimento
35:30nei confronti di un mafioso che è molto vicino alla banda di Giuliano, Benedetto Minasola.
35:55All'improvviso sembra che la mafia non abbia più nessun interesse a proteggere Giuliano.
35:59Anzi, sembra proprio che lo molli.
36:01Perché?
36:02Perché non serve più?
36:03Perché da questo momento può essere soltanto un pericolo?
36:06In ogni caso, l'accordo con Nito Minasola funziona.
36:10Contatta alcuni dei componenti della banda e gli dice che Giuliano vuole parlargli.
36:14Poi li consegna al maresciallo Lobianco, che si finge Don Peppino, un amico.
36:19Ma il vero obiettivo è Giuliano.
36:21E Giuliano arriva.
36:23Insospettito dalla scomparsa di tanti dei suoi uomini, fa chiamare Minasola
36:28e manda chiamarlo uno dei suoi uomini migliori, Gaspare Pisciotta.
36:34Pisciotta porta Minasola da Giuliano, che lo interroga e scopre il suo tradimento.
36:40Minasola glielo dice chiaramente.
36:42A mollarlo sono stati i fratelli Miceli, i mafiosi da cui dipende la sua zona.
36:52Giuliano lascia Minasola nelle mani di Pisciotta, che dovrà ucciderlo.
36:56Ma appena rimangono da soli, Minasola parla a Pisciotta.
37:00Gli dice che ormai è finita e gli offre una via d'uscita,
37:04incontrarsi con il maresciallo Lobianco.
37:07Pisciotta accetta.
37:09I carabinieri gli forniscono un falso lasciapassare a firma del ministro degli interni,
37:14falsa anche quella, naturalmente.
37:16Il capitano Perenze lo prende sotto la sua protezione,
37:19lo porta a casa sua e lo porta anche dal dottore, perché Pisciotta soffre di tubercolosi.
37:25Però i carabinieri vogliono Giuliano, vogliono che Pisciotta li porti fino a lui.
37:30Poi, all'improvviso, il colonnello Luca annuncia ai suoi collaboratori
37:34che Giuliano ha ancora soltanto 36 ore di libertà.
37:38Luca aveva una preoccupazione,
37:41quella di essere il protagonista assoluto della fine di Giuliano.
37:48Quando prese gli accordi con Pisciotta,
37:53dopo di aver messo da parte me e continuò lui a trattare Pisciotta
38:00su come poter arrivare alla cattura di Giuliano,
38:07gestirono loro tutta l'operazione.
38:11Il colonnello Luca scarica Paolo Antonio e Lobianco, li esclude dall'operazione.
38:15Si affida soltanto al capitano Perenze.
38:17Pisciotta porta il capitano e alcuni carabinieri a Castelvetrano, dove Giuliano è nascosto,
38:23ma non li porta fino alla casa dell'avvocato De Maria,
38:26li lascia davanti alla villa comunale.
38:28I rifugi, dice, possono essere due e Giuliano, se si sbagliano, scappa.
38:34Il capitano lascia andare Pisciotta e lo attende con preoccupazione crescente.
38:40Il tempo passa, sono le quattro di mattina e Pisciotta non si vede.
38:45Poi, all'improvviso, eccolo, senza scarpe e con una pistola in mano.
38:50«Ho dovuto sparargli», dice il capitano Perenze.
38:54La versione ufficiale è un'altra, ma quella, l'abbiamo visto, è falsa,
38:58come ammetteranno gli stessi carabinieri.
39:00È una bugia, una deletante.
39:02E allora, che cosa è successo, realmente, in quelle ore?
39:05Come è morto il bandito Giuliano?
39:08E chi l'ha ucciso?
39:14La versione ufficiale è un'altra, ma quella, l'abbiamo visto, è falsa,
39:17come ammetteranno gli stessi carabinieri.
39:19È una bugia, una deletante.
39:22Sulla morte del bandito Giuliano ci sono 16 versioni diverse.
39:26Alcune di queste sono in contraddizione,
39:28anche se ufficializzate da atti giudiziari.
39:31C'è chi dice che non sia morto lì,
39:33ma a Villa Carolina, a cento chilometri di distanza,
39:35c'è chi dice che ucciderlo sia stato Luciano Liggio.
39:38No, assolutamente, è morto a casa Petrano.
39:40Non dico una balla, per costesia.
39:43Sono tutte invenzioni.
39:45Invenzioni, permettetemi, anche giornalistiche.
39:51C'è una versione, più probabile delle altre.
39:53La sera del 4 luglio, Giuliano cena a casa dell'Avvocato De Maria,
39:57dove ha trovato rifugio ai rastrellamenti.
40:07Cena con pane, olive e formaggio
40:09e beve un bicchiere di vino con un mafioso, Giuseppe Marotta.
40:21Verso le 11, arriva anche Pisciotta,
40:23che ha lasciato i carabinieri davanti alla villa comunale.
40:26Pisciotta parla con Giuliano,
40:28che sa della sua collaborazione con i carabinieri.
40:33È stato lo stesso Ispettore Verdiani a rivelarglielo,
40:36con una lettera.
40:37Pisciotta nega tutto.
40:39E poi...
40:44Giuliano va a letto, seguito da Pisciotta.
40:47Il suo vino è stato drogato, e Giuliano piomba in un sonno profondo.
40:53Pisciotta fa entrare un altro mafioso, Nunzio Badalamenti.
40:56E insieme, si mettono a frugare per recuperare le carte di Giuliano.
41:01In quei giorni, Giuliano ha scritto molto
41:03e ha messo tutto in un portacarte.
41:05E poi...
41:10Quando Giuliano si è svegliato,
41:13qualcuno spara Giuliano.
41:15Pisciotta dice di essere stato lui.
41:17Ma è così?
41:18Recentemente De Maria, intervistato da un settimanale italiano,
41:24ha detto testualmente che
41:28a un certo punto della notte si presenta a lui Pisciotta,
41:31il quale gli dice
41:33Avvocato, stanno sparando.
41:36Ora, non è possibile che Pisciotta potesse essere stato lui.
41:40Ora, non è possibile che Pisciotta potesse avere ucciso Giuliano,
41:44perché una persona che si trova a colloquio con De Maria,
41:48che dice che stanno sparando,
41:51è chiaro che non può essere contemporaneamente presente anche in un altro luogo.
41:57È lì davanti a De Maria.
41:59Quindi lo stesso De Maria, con questa sua testimonianza,
42:02oggi scagionerebbe Pisciotta.
42:04Perché Pisciotta si carica anche dell'omicidio di Giuliano?
42:09Quali vantaggi ne poteva avere?
42:12Allora, dobbiamo sapere che
42:15presso il Ministero dell'Interno
42:19esisteva un fascicolo di carte
42:22che aveva il numero 29
42:24barra S, se non mi vado errato,
42:28anno 1950,
42:31che portava a queste intestazioni
42:33dichiarazione di Pisciotta
42:35sull'uccisione di Giuliano.
42:38Questo fascicolo è scomperso.
42:40Chiunque sia stato, Pisciotta scappa dai carabinieri
42:43che lo attendono davanti alla villa comunale
42:45e si allontana con una 1100.
42:47Le carte di Giuliano misteriosamente scompaiono.
42:53Il capitano Perenze corre a casa De Maria
42:56e trova Giuliano morto sul letto.
42:59Dopo averlo fatto rivestire la meglio
43:01lo fa portare fuori
43:03e gli scarica addosso una raffica di mitra.
43:07Poi il capitano Perenze
43:09confeziona la versione ufficiale
43:11che in seguito ritratta.
43:12E i documenti di Giuliano?
43:14Tutte fantastiche rie.
43:16Giuliano non fece mai un memoriale
43:19per cui sono state
43:21scomparse.
43:23Giuliano non fece mai un memoriale
43:26per cui sono state
43:28stampate
43:30tante pagine di giornale
43:32di tutte le istruzioni
43:34perché è tutto fatto.
43:35Non è vero assolutamente.
43:37Dopo la morte di Giuliano
43:39il corpo forza e le pressioni del banditismo
43:41si scioglie
43:42come se la banda fosse l'unico problema criminale
43:44della Sicilia di quegli anni.
43:46Con Salvatore Giuliano
43:47se ne va uno dei principali protagonisti
43:49di questa storia.
43:51Si poteva prenderlo vivo
43:52dirà il maresciallo Lobianco.
43:54Forse era meglio che fosse morto
43:56almeno per chi lo ha consegnato ai carabinieri.
43:58Giuliano infatti
44:00era a conoscenza di molti segreti.
44:06Giuliano non è l'unico testimone di questa storia
44:08e dei segreti che hanno portato alla sua cattura.
44:10Ce n'è un altro,
44:12Gaspare Pisciotta.
44:13Dopo la morte di Giuliano
44:15Pisciotta resta sotto la protezione dei carabinieri.
44:17Va a Roma,
44:19parla con alcuni uomini politici
44:20e tratta per la sua incolumità.
44:22Poi torna a Montelepre,
44:23dove ha la famiglia e la fidanzata.
44:25Ufficialmente è sempre un latitante.
44:27I carabinieri non lo cercano,
44:29ma la polizia sì.
44:30Il questore di Palermo
44:31va personalmente ad arrestarlo.
44:33Pisciotta si nasconde in una botola
44:35ma la sua tosse da tubercolotico lo tradisce
44:37e viene arrestato.
44:42Il processo per la strage di Portella della Ginestra
44:44si tiene a Viterbo nel 1952.
44:48Durante il processo
44:49Pisciotta parla.
44:50Dice frasi inquietanti,
44:52come siamo un corpo solo,
44:53banditi, mafia e polizia.
44:55E poi indica,
44:57come mandanti della strage,
44:58alcuni deputati monarchici.
45:00Gianfranco Aliata di Montereale,
45:02Tommaso Leone Marchesano
45:03e Giacomo Cusano Geloso.
45:05E in seguito parla di coperture politiche
45:07da parte dell'onorevole DC
45:09Bernardo Mattarella.
45:11Ma sono affermazioni contraddittorie,
45:12non si sa quanto attendibili.
45:14E il processo a questi deputati
45:16verrà archiviato in istruttoria
45:17dal Tribunale di Palermo.
45:21Il processo di Viterbo alla banda Giuliano
45:23si conclude il 3 maggio con 12 ergastoli,
45:25quasi tutti confermati nella sentenza di appello.
45:28Dice alcune cose, quella sentenza.
45:31Dice, si può sicuramente affermare
45:33che tra la mafia e Giuliano vi fu un legame costante
45:36determinato da una convergenza di interessi
45:39di cui il capo bandito fu portatore.
45:41E per quanto riguarda la strage di Portella della Ginestra,
45:44è chiaro che la spinta fondamentale al delitto
45:46va pur sempre cercata nell'interesse
45:48affermare la penetrazione comunista nelle campagne
45:51per conservare le vecchie strutture agrarie,
45:53interesse che era proprio anche di altri.
45:56Ma nonostante questo, per la sentenza,
45:58il movente non fu politico.
46:00Dal momento che non si può affermare
46:02che tutte le persone presenti lì a festeggiare il primo maggio
46:05ci fossero per motivi politici,
46:07quella riunione può essere considerata una festa campestre.
46:10E quindi sparare sui contadini,
46:12secondo la sentenza, non fu un atto politico.
46:14Per cui nessun mandante da ricercare.
46:17Caso chiuso.
46:20Anche Pisciotta viene condannato all'ergastolo.
46:25Pisciotta si sente tradito.
46:27Non erano questi i patti.
46:29Annuncia che dirà tutto quello che sa al processo d'appello
46:32e intanto si mette a scrivere.
46:3414 quaderni di appunti.
46:38Ai primi di febbraio
46:39riceve il sostituto procuratore Pietro Scaglione,
46:42che ascolta a lungo il bandito.
46:44Ma è un colloquio informale,
46:45Scaglione non si è portato dietro il cancelliere
46:47e promette di tornare qualche giorno dopo
46:49per verbalizzare tutto.
46:50Non farà in tempo.
46:559 febbraio 1954.
46:57Cella numero 4 del carcere del lucerdone di Palermo.
47:01Ore 6 e 30.
47:04Gaspare Pisciotta si sveglia,
47:06chiacchiera col padre con cui divide la cella
47:08e con la guardia che è venuta a svegliarlo.
47:11Poi prende una dose di Vidalin,
47:13un medicinale molto amaro
47:15che gli è stato prescritto il giorno prima
47:17per combattere la tubercolosi.
47:24Poi prende i caffè,
47:25secondo un rito consolidato.
47:27Due tazze sotto i beccucci della caffettiera,
47:29quella di sinistra per sé
47:31e quella destra per il padre.
47:34Versandone un po' in una tazza di latta,
47:36perché il padre ne vuole meno.
47:41Chiede alla guardia se ne vuole un po',
47:43ma la guardia rifiuta.
47:51Poi, all'improvviso,
47:52Pisciotta si sente male.
47:57Prima ancora che arrivi l'infermiere,
47:59nella cella di Pisciotta ci sono alcuni amici.
48:01Sono alcuni componenti della banda Giuliano
48:03e anche quel Giuseppe Marotta
48:05che era a casa de Maria
48:06quando il bandito venne.
48:07E anche quel Giuseppe Marotta
48:08che era a casa de Maria
48:09quando il bandito venne ucciso.
48:11Prendono la bottiglia del Vidalin
48:13e la conservano in cella
48:14per restituirla più tardi.
48:16Nel frattempo, in infermeria,
48:18Gaspare Pisciotta muore.
48:20Avvelenato dal caffè,
48:22con la stricnina,
48:23dirà la versione ufficiale.
48:25Ma è vero?
48:26Perché non è così facile
48:28bere un caffè
48:29con quella dose di stricnina,
48:30perché diventa amarissimo.
48:32Forse è più facile bere una medicina,
48:34già amara di per sé.
48:37Le indagini si sono orientate
48:38sul caffè e non sul medicinale.
48:40Perché le indagini condotte
48:43sulla stricnina nel caffè
48:45conducevano a colpevolizzare il padre
48:49che era detenuto in cella con lui.
48:51Le indagini invece sul medicinale
48:54avrebbero condotto
48:55a circuiti molto più ampi.
48:57Pisciotta aveva delle relazioni
49:01con quasi tutti i personaggi
49:04del lucerdone presenti in quel momento.
49:08E così se ne va anche Pisciotta.
49:11Però ci sono ancora
49:12quei 14 quaderni di appunti,
49:14il memoriale di Pisciotta,
49:16quello che avrebbe reso noto in appello.
49:18Spariti anche quelli.
49:19Non si trovano più.
49:26Così finisce la storia
49:27del bandito Giuliano,
49:28che verrà raccontata
49:29dai cantastori di tutta la Sicilia
49:31e anche da un bellissimo
49:32e ben documentato film
49:33di Francesco Rosi del 1961.
49:36Una strana storia,
49:38fatta di stragi,
49:39depistaggi e connivenze,
49:41e anche uno strano uso del terrore
49:43che già nei primi anni della Repubblica
49:45assomiglia a qualcosa
49:46che vedremo più avanti.
49:47Si chiamerà
49:48Strategia della Tensione
49:49e avrà molti esempi,
49:51ma quella è un'altra storia.
50:03Sottotitoli e revisione a cura di QTSS
50:33Sottotitoli e revisione a cura di QTSS

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