Giusto in tempo per San Valentino. Perché non c'è periodo migliore dell'anno per vedere una favola d'amore. E se è poetica come L'uomo di argilla, di cui vi mostriamo in anteprima il trailer qui sopra, ancora meglio. Presentato nella sezione Orizzonti Extra della Mostra del cinema di Venezia 2024, il film scritto e diretto da Anaïs Tellenne, con Raphaël Thierry ed Emmanuelle Devos per protagonisti, è stato salutato come uno dei più belli dell'anno in Francia. Arriva da noi in sala il 13 febbraio distribuito da Satine Film.
La trama di "L'uomo di argilla"
Raphaël è il custode di un’ imponente villa familiare ormai disabitata, abbandonata da anni dai suoi proprietari. Vive con la madre, un tempo al servizio della famiglia, nella grande tenuta della proprietà, in una piccola costruzione adiacente alla villa. Le giornate di Raphaël trascorrono ripetitive, assomigliandosi l’una all’ altra: la caccia alle talpe nel giardino, la passione per la cornamusa che pratica in un gruppo amatoriale con cui si esibisce occasionalmente, le scappatelle amorose con la postina.
Ma, inaspettatamente, in una notte tempestosa, arriva Garance, l’erede prorietaria della tenuta. Priva di bagagli ed emotivamente alterata, Garance si rifugia nella villa in preda a un evidente desiderio di isolamento e apparente autodistruzione. Che lascia Raphaeë turbato e al tempo stesso incuriosito. Scoprirà che Garance è una rinomata artista visiva che ha fatto dei dolori della vita la sua arte. Tanto da raccogliere in fialette le proprie lacrime o tatuarsi il corpo come se fosse il mosaico dei tagli di un macellaio.
Garance si rinchiude nelle stanze della villa e non desidera essere disturbata da nessuno. Un atteggiamento misterioso e al tempo stesso nascostamente sofferente che fa breccia nel cuore di Raphaël, sempre più disorientato dal sentimento che prova verso quella donna che il mondo dell’ arte chiama “La signora in blu”. E che sente sempre più crescere dentro di sè. Ma l’ attrazione è reciproca: anche Garance è attratta dalla fisicità possente e dall’anima criptica e tormentata di Raphaël. Che lei definisce «un paesaggio mutevole e accidentato, un canyon che potrei passare ore ad attraversare…».
Anaïs Tellenne e lo sguardo degli altri
L'idea del film è venuta alla regista grazie al suo attore protagonista. C'è lui al centro dell'ispirazione. «All'origine di questo film c’è l’incontro con Raphaël Thiéry, con il quale ho girato i miei tre cortometraggi», dice, infatti, Tellenn. «Se nella realtà Raphaël è più estroverso del suo personaggio, mi sono comunque ispirata ad alcuni aspetti della sua esistenza per costruire questo racconto: privo di un occhio e con un fisico insolito, Raphaël ha imparato a convivere con l'abitudine alla condiscendenza, al rifiuto e alla sfiducia. Ha diviso a lungo il suo tempo tra l’ attività di guardia forestale, la sua compagnia teatrale e il gruppo di musica tradizionale con cui suonava la cornamusa. Finché un giorno, Alain Guiraudie lo ha scoperto nel suo film Rester vertical. Facendo della suo volto "atipico" una risorsa: il cinema ha cambiato così il modo di guardarlo».
«Questa esperienza mi ha affascinato perché ha messo in luce un problema che tutti abbiamo dentro di noi: quello del potere dello sguardo altrui. Quanto ci condiziona? E soprattutto, come può bastare un solo sguardo per trasformarci, per liberarci? Questa domanda è il cuore di L’ uomo di argilla».
[amica-related]
La trama di "L'uomo di argilla"
Raphaël è il custode di un’ imponente villa familiare ormai disabitata, abbandonata da anni dai suoi proprietari. Vive con la madre, un tempo al servizio della famiglia, nella grande tenuta della proprietà, in una piccola costruzione adiacente alla villa. Le giornate di Raphaël trascorrono ripetitive, assomigliandosi l’una all’ altra: la caccia alle talpe nel giardino, la passione per la cornamusa che pratica in un gruppo amatoriale con cui si esibisce occasionalmente, le scappatelle amorose con la postina.
Ma, inaspettatamente, in una notte tempestosa, arriva Garance, l’erede prorietaria della tenuta. Priva di bagagli ed emotivamente alterata, Garance si rifugia nella villa in preda a un evidente desiderio di isolamento e apparente autodistruzione. Che lascia Raphaeë turbato e al tempo stesso incuriosito. Scoprirà che Garance è una rinomata artista visiva che ha fatto dei dolori della vita la sua arte. Tanto da raccogliere in fialette le proprie lacrime o tatuarsi il corpo come se fosse il mosaico dei tagli di un macellaio.
Garance si rinchiude nelle stanze della villa e non desidera essere disturbata da nessuno. Un atteggiamento misterioso e al tempo stesso nascostamente sofferente che fa breccia nel cuore di Raphaël, sempre più disorientato dal sentimento che prova verso quella donna che il mondo dell’ arte chiama “La signora in blu”. E che sente sempre più crescere dentro di sè. Ma l’ attrazione è reciproca: anche Garance è attratta dalla fisicità possente e dall’anima criptica e tormentata di Raphaël. Che lei definisce «un paesaggio mutevole e accidentato, un canyon che potrei passare ore ad attraversare…».
Anaïs Tellenne e lo sguardo degli altri
L'idea del film è venuta alla regista grazie al suo attore protagonista. C'è lui al centro dell'ispirazione. «All'origine di questo film c’è l’incontro con Raphaël Thiéry, con il quale ho girato i miei tre cortometraggi», dice, infatti, Tellenn. «Se nella realtà Raphaël è più estroverso del suo personaggio, mi sono comunque ispirata ad alcuni aspetti della sua esistenza per costruire questo racconto: privo di un occhio e con un fisico insolito, Raphaël ha imparato a convivere con l'abitudine alla condiscendenza, al rifiuto e alla sfiducia. Ha diviso a lungo il suo tempo tra l’ attività di guardia forestale, la sua compagnia teatrale e il gruppo di musica tradizionale con cui suonava la cornamusa. Finché un giorno, Alain Guiraudie lo ha scoperto nel suo film Rester vertical. Facendo della suo volto "atipico" una risorsa: il cinema ha cambiato così il modo di guardarlo».
«Questa esperienza mi ha affascinato perché ha messo in luce un problema che tutti abbiamo dentro di noi: quello del potere dello sguardo altrui. Quanto ci condiziona? E soprattutto, come può bastare un solo sguardo per trasformarci, per liberarci? Questa domanda è il cuore di L’ uomo di argilla».
[amica-related]
Categoria
🗞
NovitàTrascrizione
00:00Raffaele? Sì?
00:08Grand Chaptelle. Può aprire, per favore?
00:12Chi si crede di essere quella lì? Lo sai come sono i padroni. All'inizio ti chiedono
00:17una mano e alla fine se ne va via tutto il braccio.
00:19E dimmi com'era lei da piccola? Oh, era già un po' strana.
00:25Il suo lavoro consiste nel fare della sua vita un'opera d'arte.
00:28Queste fiale sono tutti i miei dispiaceri dal 1992.
00:32Allora è un vizio di famiglia.
00:42Non è che è veramente lei. È ciò che lei mi ispira.
00:46Quando la guardo ho la sensazione di camminare.
00:50Lei è come un paesaggio.
00:59Potrei passare giorni interi ad attraversarla.
01:04Non è a 58 anni che si hanno crisi adolescentiali?
01:16Se vuoi giocare a fare il Playboy, fallo pure.
01:20Ma avrai sempre la stessa faccia.
01:29Tu non hai capito niente.
01:32Io sono un paesaggio.