• 5 mesi fa
Dopo gli applausi del Taormina Film Festival, dove è stato presentato in anteprima, arriva al cinema con Europictures il 18 luglio Madame Luna. Il nuovo film del regista svedese di origini cilene, Daniel Espinosa. Di cui vi mostriamo in anteprima una clip esclusiva che vedete qui sopra.
Perché "Madame Luna" è una storia vera
Ispirato a fatti realmente accaduti, il film racconta la storia di una giovane donna eritrea, che dopo aver vissuto per anni in Libia diventando una spietata trafficante di vite umane, è costretta a fuggire e intraprendere anche lei il viaggio della speranza arrivando come rifugiata in Calabria. Dove, pur di andare avanti, è disposta a collaborare con la criminalità locale. Che specula con profitto sul sistema dell’accoglienza. Ma questo cambio di prospettiva la porterà decidere da che parte stare.

La sceneggiatura di Madame Luna, scritta da Maurizio Braucci (già autore di film come Gomorra e Martin Eden) insieme a Suha Arraf e lo stesso Espinosa, prende spunto dalle numerose testimonianze raccolte da chi ha percorso il pericoloso viaggio verso l’Europa. Concentrandosi soprattutto su quello che succede una volta sbarcati in Italia. La gestione dei grandi centri di prima accoglienza, il caporalato e il lavoro in nero nei campi, le storie di vita che si intrecciano. Con uno sguardo estremamente umano e mai compassionevole, Espinosa, racconta un mondo dove i confini tra bene e male, vittima e carnefice si ridefiniscono continuamente, in una cultura ancora marcatamente maschilista.

Nel cast, tutto al femminile, spiccano le giovanissime Meninet Abraha Teferi e Hilyam Weldemichael, entrambe italiane con origine eritree e alla loro prima esperienza su un set, insieme all’attrice Claudia Potenza, Emanuele Vicorito e Luca Massaro.

[caption id="attachment_1371215" align="aligncenter" width="635"] Una foto di scena di "Madame Luna": Il film è stato presentato in anteprima in Italia al Taormina Film Festival (foto ufficio stampa)[/caption]
La trama di "Madame Luna"
Almaz è una donna eritrea, spietata trafficante di esseri umani, nota con il nome di Madame Luna. Quando il regime in Libia cade, è costretta a fuggire e intraprendere anche lei il pericoloso viaggio attraverso il Mediterraneo, confondendosi tra i migranti.

Sbarcata in Italia, inizia dopo poco a collaborare con un'organizzazione criminale che specula illegalmente sul sistema dell’accoglienza. La scalata verso il potere sembra compiuta ma, l’incontro con la giovane Eli, la costringerà a fare i conti con le ombre del suo passato, per scegliere, ancora una volta, da che parte stare. È possibile redimersi dal male?
Il viaggio di Daniel Espinosa: dai blockbuster di Hollywood al set in Calabria
Espinosa, dopo il successo in Svezia di Easy Money, è sbarcato a Hollywood dove ha diretto diversi blockbuster come Safe House – Nessuno è al sicuro (con Ryan Reynolds e Denzel Washington), Child 44 - Il bambino n. 44 (con Gary Oldman e Tom Hardy) e il criticatissimo Morbius (con Jared Leto). Ma non ha mai abbandonato il "suo" cinema, ovvero cercare di ritrarre l’umanità di personaggi moralmente ambigui e controversi.

In questo senso, con Madame Luna Espinosa ritorna alle sue origini, realizzando un film intimo e personale, girato interamente tra Calabria e Sicilia, coadiuvato dalla fotografia di Juan Sermiento G. (premiata al Göteborg Film Festival) e le vibranti scenografie del premio Oscar Brigitte Broch (storica collaboratrice di Alejandro Gonzàlez Inàrritu e Baz Lurman).

«È stato incredibilmente stimolante tornare a lavorare a un cinema della realtà, dopo quasi dieci anni in America», ha commentato il regista. «Lasciarsi ispirare dai volti di attori non professionisti, dalla verità e ricchezza dei luoghi reali, questo è il linguaggio con cui ho iniziato la mia carriera, è stato un ritorno alle mie radici».

«È un’opera in soggettiva, che riguarda il personaggio di Madame Luna ma che parla anche di noi. Almeno di me», prosegue Espinosa. «Siamo destinati a non cambiare mai agli occhi degli altri dopo aver fatto qualcosa di imperdonabile? A essere etichettati e costantemente giudicati per la storia che ci portiamo dietro – o è possibile cercare una strada per realizzare il sogno di una vita migliore? Ecco, credo che questo film parli della lotta per la conquista della dignità».

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