• 3 settimane fa
00:00 Inizio
03:23 Diritti umani, sono a rischio soltanto in guerra? In collegamento Riccardo Noury, Portavoce Amnesty International
25:06 Le mamme in divisa hanno gli stessi diritti delle altre? In collegamento Gina Perotti, Unione Sindacale Italiana Carabinieri

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Trascrizione
00:00Extra, tutti i colori dell'attualità, con Claudio Michalizio.
00:05Bentornati, bentornati a destra.
00:09Quanto sono garantiti i diritti umani oggi nel nostro pianeta?
00:16Soprattutto chi vigila affinché questi che sono principi fondamentali vengano sempre
00:22rispettati in ogni dove.
00:24E siamo sicuri che chi dovrebbe anche vigilare lo fa nel migliore dei modi, magari anche
00:28in modo imparziale, sembrano temi molto alti, molto elevati, ma in realtà, lo capirete
00:35tra poco, noi oggi vogliamo interrogarci su un aspetto che attiene alla libertà di ognuno
00:41di noi, la libertà di pensiero, di esercitare il proprio credo politico, anche di manifestare
00:45le proprie idee, oltre che di poter vivere in un contesto di pace.
00:51Tra poco vi presento l'ospite di questa puntata di Extra, prima, come sempre, c'è la copertina
00:56a cura di Silvia Corsi che ci aiuta a focalizzare il tema di cui andremo a dibattere.
01:01Repressione delle libertà individuali, della libertà di pensiero e di parola sono azioni
01:07che l'opinione pubblica associa automaticamente a dittature sanguinarie o a regimi antidemocratici,
01:13ma che in realtà sono molto più frequenti di quanto si potrebbe pensare.
01:16Se Russia, Cina e Iran, per esempio, vengono spesso citate anche nel dibattito politico
01:21italiano come testimonianze di poca libertà, basta allargare un po' gli orizzonti e abbattere
01:27pregiudizi e stereotipi per accorgersi che la mappa degli abusi è molto più variegata,
01:32solo che spesso nessuno ci fa caso.
01:34Lo conferma Amnesty International, che anche quest'anno ha presentato il suo rapporto sulla
01:39situazione dei diritti umani nel mondo.
01:42Il dossier dell'organizzazione non governativa rivela come i doppi standard e le risposte
01:47inadeguate alle violazioni dei diritti umani nel mondo abbiano alimentato impunità e
01:52instabilità.
01:53Se la comunità internazionale è pronta a stigmatizzare ogni provvedimento adottato
01:58per esempio a Mosca, Pechino o a Teheran, molta meno attenzione sembra esserci su quanto
02:03accade in Arabia Saudita o in Egitto, oppure ancora in Giordania nella decennale crisi
02:08tra israeliani e palestinesi, o in Etiopia, Myanmar e Yemen dove migliaia di persone vengono
02:15massacrate nel disinteresse generale.
02:18Ma a preoccupare è anche la cosiddetta repressione del dissenso nel mondo.
02:22Se in Russia dissidenti e giornalisti sono finiti in tribunale per aver parlato di guerra
02:27in Ucraina, la stampa è nel mirino anche in Afghanistan, Etiopia, Myanmar, Bielorussia,
02:33Ucraina e in decine di altri stati del mondo dove sono in corso conflitti.
02:37Ma la situazione non è migliore nei luoghi di pace e qui forse ci sono i motivi di preoccupazione
02:43più grandi.
02:44In Australia, India, Indonesia e il Regno Unito le autorità hanno introdotto nuove
02:48leggi per limitare le manifestazioni e in questo clima ad andarci in mezzo sono anche
02:53le proteste per argomenti che in teoria dovrebbero stare a cuore a tutti.
02:58Pensate alle proteste ambientaliste per il clima, se in Italia i giovani di ultima generazione
03:03sono finiti nel mirino di un provvedimento specifico del governo per contrastare le loro
03:08iniziative, anche il Regno Unito e Germania hanno iniziato ad usare il pugno duro contro
03:13chi esprime il proprio dissenso sulle politiche energetiche, un trend che proprio Amnesty
03:18International ha in più occasioni condannato.
03:21E noi siamo collegati con Riccardo Nuri, che è il portavoce di Amnesty International
03:29in Italia.
03:30Buonasera e benvenuto a Estra.
03:32Grazie, buonasera.
03:33Ammetto la mia ignoranza, pur essendo un cronista e quindi dovendo in teoria essere informato
03:39su quello che succede nel mondo, a scorrere il vostro dossier uno quasi non si capacita
03:46di quante situazioni attenzionate ci siano, di luoghi non solo in guerra, ma in luoghi
03:53dove anche nella quotidianità violenze e diritti umani sono all'ordine del giorno.
03:58Forse io partirei da questo, abbiamo una visione un po' troppo italocentrica o italicocentra
04:04noi italiani?
04:07Forse sì, perché il tema degli esteri e dei diritti negli stati fuori dall'Italia interessa
04:14poco, non c'è molta attenzione, soprattutto si selezionano i temi su cui parlare, quindi
04:21si parla di guerra oggi, giustamente, però in realtà si dovrebbe usare il plurale, si
04:27guarda per qualche mese a quello che accade in un paese, pensiamo all'Iran e poi si dimentica,
04:34come si è successo per l'Afghanistan, quindi poi è difficile risalire e ricostruire cosa
04:39sta accadendo nel mondo, il numero dei paesi che sono descritti nell'ultimo rapporto annuale
04:45di Amnesty International arriva a 156, questo vuol dire che in tre quarti degli stati del
04:50mondo qualcosa nel 1922 dal punto di vista dei diritti umani non è andato bene.
04:56Questo è un dato sul quale bisognerebbe riflettere e su cui probabilmente anche la comunità
05:01internazionale dovrebbe riflettere, ma così in punta di diritto, chi dovrebbe vigilare
05:09sul rispetto dei diritti umani nel mondo?
05:12È un compito che spetta a tanti, istituzionalmente al Consiglio di Sicurezza che è incaricato
05:19di mantenere la pace e la sicurezza a livello globale, ma sappiamo bene che non si comporta
05:23in questo modo, se non altro perché lasciamo stare l'Ucraina, ma quattro quinti degli stati
05:28membri permanenti del Consiglio di Sicurezza sono intervenuti a più riprese nel conflitto
05:33della Siria che è scoppiato nel 2012 e ancora non è terminato.
05:36Dovrebbero pensarci gli organi delle Nazioni Unite che si occupano di diritti umani, ma
05:40spesso sono politicizzati e dovrebbe pensarci il mondo dell'informazione che però segue
05:48i fatti del mondo come se fossero sulle tendenze di Twitter, quindi con molta velocità scostandosi
05:55da un tema all'altro e cosa resta?
05:58Resta l'opinione pubblica, l'associazione civile, le organizzazioni non governative
06:02per i diritti umani che dal basso cercano di portare l'attenzione, partendo da una bussola
06:12che è che il silenzio giova ai regimi autoritari e quindi occorre fare il massimo del rumore
06:18possibile.
06:19Per quale motivo ci sono crisi più attenzionate di altre?
06:24Lei prima diceva che le stesse Nazioni Unite in qualche modo sono politicizzate, ma quindi
06:31vuol dire che le situazioni di crisi, le guerre, i luoghi dove vengono vessati i cittadini
06:37non sono tutti uguali?
06:39Nel vostro servizio avete ricostruito perfettamente i luoghi che sono sottoposti ai luoghi dimenticati.
06:47L'Occidente si è mosso molto rapidamente rispetto all'aggressione russa dell'Ucraina,
06:54ma contemporaneamente c'è stata una guerra in Etiopia che è durata per quasi tutto il
06:581922 ed è riniziata nel 1920, che è stata spaventosa.
07:01Ci sono stati conflitti in giro per il mondo che sono stati ampiamente ignorati.
07:10Quindi sì, c'è un'attenzione che è selettiva, è evidente che la guerra della Russia contro
07:18l'Ucraina ci investe più da vicino perché si svolge nel nostro continente, però ci
07:22sono situazioni, l'avete citato, 60 anni e più di conflitto tra Israele e Palestina,
07:34avete parlato dell'Afghanistan, di altro ancora, c'è uno Stato in Europa che viola i diritti
07:38umani in maniera spaventosa che è il Bilorussia, la Cina è riuscita costantemente a evadere
07:44ogni scrutini, ogni chiamata ad assumersi responsabilità per una cosa che va avanti
07:50nel 2017, cioè le politiche di esradicamento culturale, linguistico e religioso del governo
07:57di Pechino nei confronti delle ignoranze musulmane e turcofane, attraverso campi di rieducazione
08:03in cui c'è passato almeno un milione di persone.
08:05Su tutto questo non è stato fatto nulla.
08:07Amnesty International, io lo ricordo a beneficio di chi ci stesse ascoltando e magari non lo
08:14ricordasse, è un organismo non governativo internazionale, super partes, evidentemente
08:19non ha simpatie di sorta, nel momento in cui ha redatto questa ricerca sulla violazione
08:27dei diritti umani nel mondo è evidente che sa perfettamente di andare forse a toccare
08:32anche temi che vengono di urtare un po' la suscettibilità, i pregiudizi, le opinioni
08:38e il bagaglio culturale di ognuno di noi.
08:42Lei nel stigmatizzare l'operato della comunità internazionale, il rapporto per la verità,
08:48dice che è stato usato un doppio standard, che cosa significa?
08:52Faccio un esempio, finalmente è stato dimostrato, purtroppo lo ha dimostrato la guerra, che
08:59un'altra accoglienza non è possibile.
09:01Abbiamo accolto indignità ai diritti ucraini e ucraini in fuga dall'invasione russa,
09:08lungo delle frontiere, stati baltici, Polonia, che erano diventati dei luoghi impenetrabili
09:15nel 20, 21 e ancora nel 22 per persone che avevano analoghi urgenti motivi di fuga dall'Afghanistan,
09:22dall'Iraq, dalla Siria, dall'Iran e lì in quelle frontiere sono morti, morti al
09:28centinaio perché non venivano fatti passare, dalla Bielorussia verso la Polonia e viceversa,
09:33dalla Bielorussia verso i paesi baltici e rimandati indietro.
09:36Se vediamo quello che accade lungo le rotte più pericolose del mondo, quella centroamericana
09:42del Messico verso gli Stati Uniti, quella dei Balcani, la rotta marittima del Mediterraneo,
09:47noi non vediamo quell'accoglienza, vediamo persone che affogano, persone respinte, persone
09:53che sono intrappolate in luoghi di tortura e questo è il doppio standard.
09:57Il doppio standard che nel caso, immagino, sui risvolti politici finito, voi dite per
10:06agevolare, addirittura aiutare alcuni stati che magari avrebbero dovuto essere invece
10:13sanzionati per le loro condotte, in che senso?
10:17Ma prendiamo il tema delle fonti energetiche, giustamente si è detto non finanziamo più
10:24la guerra della Russia contro l'Ucraina attraverso l'acquisto di idrocarburi, quindi diversifichiamo
10:30le fonti.
10:31A chi siamo andati a chiederli?
10:33All'Algeria, all'Azerbaijan, al Mozambico, agli stati del Golfo, cioè Arabia Saudita,
10:37Qatar eccetera, all'Egitto, quell'Egitto a cui noi dovremmo chiedere conto di fatti
10:46gravissimi accaduti in questi anni che ci riguardano da vicino, perché riguardano l'omicidio
10:51di un ricercatore italiano, Giulio Reggiani, riguardano tre anni e più di una persecuzione
10:56giudiziaria nei confronti di uno studente di Bologna, Patrick Zaki, l'Egitto al contrario
11:03è diventato ancora più strategico perché ci serve il suo petrolio, ci serve il suo
11:07gas e i dirittimani sono ancora più ignorati, questo è un esempio quello di politica che
11:14danneggiano la causa dei diritti.
11:16Troppo dopo la pubblicità con Riccardo Nuri del direttivo di Amnesty International, lui
11:25che danni nel portavoce, racconteremo che cosa oggi minaccia i diritti umani nel mondo,
11:31ma poi parleremo anche di un diritto che potenzialmente riguarda tutti noi, il diritto al dissenso
11:37che dice il report di Amnesty, ma come in questo periodo sembra essere minacciato, ne
11:44parliamo tra un attimo.
11:46Stiamo parlando di diritti umani in questa puntata di estra grazie al dossier che viene
11:52redatto puntualmente da Amnesty International, abbiamo scoperto come nel nostro mappamondo
11:57siano tantissime le zone dove questi che sembrano dei principi quasi scontati, sembra quasi
12:04superfluo dover ricordare quali sono i diritti ai quali ognuno di noi avrebbe il diritto
12:10di aggrapparsi, siano minacciati.
12:15Riccardo Nuri è il portavoce di Amnesty International, intanto mi sfusi, mentre stavo
12:20producendo questo soliloquio mi è venuto in effetti il dubbio che forse la parola diritto
12:28umano è un po' banale, ci aiuta a capire quali sono i diritti umani che dovrebbero
12:33essere sacri e inviolabili?
12:36Quest'anno ricorrono 75 anni dalla proclamazione della dichiarazione universale dei diritti
12:43umani da parte delle Nazioni Unite, il 10 dicembre 1948, 30 articoli che sarebbe bene
12:50leggere e imparare perché descrivono un mondo libero dal bisogno, libero dalla paura, libero
12:55dalla povertà e parlano di diritti quali il diritto di espressione, la libertà di
13:01movimento, il diritto al lavoro, il diritto alla salute, alle cure mediche, il diritto
13:05di esprimere le proprie opinioni attraverso un voto e tanti altri ancora, sono diritti
13:10civili e politici, diritti economici, sociali e culturali.
13:14Ripeto, bisognerebbe leggerla la dichiarazione universale del 1948 perché era finita la
13:21seconda guerra mondiale, ci si riunì gli stati che c'erano allora per dire mai più
13:27e quella dichiarazione universale è diventata la bussola dei movimenti per i diritti umani,
13:32però è altrettanto vero che quel mai più è stato ripetuto in vano tante altre volte,
13:39ripeto ora, oggi, quindi è evidente che i diritti, quei 30 meravigliosi articoli e
13:46i relativi diritti oggi per tre quarti, quattro quinti dell'umanità sono un'acchinera,
13:51se noi pensiamo a diritti fondamentali come il diritto a vivere in un ambiente salubre
13:59e vediamo la minaccia costituita dal clima climatico, sappiamo che miliardi di persone
14:05non hanno accesso a un alloggio adeguato, a risorse idriche, servizi genicosanitari,
14:12al cibo e allora ci rendiamo conto che in molte parti del mondo quel testo meraviglioso
14:18non vale meno della carta su cui venne scritto e firmato.
14:22Adesso le farò una domanda che le sembrerà un po' ingenua e magari lo è davvero, lei
14:27prima, nella prima parte di questa nostra chiacchierata ci ha ricordato come probabilmente
14:33esistono stati più o meno cattivi, ma noi abbiamo una percezione un po' strabica magari
14:40di alcune situazioni che attenzioniamo o giudichiamo più cattive di altre, la sto molto banalizzando
14:48ma così forse è più facile rendere il concetto a chi ci sta seguendo e da quanto lei ci dice
14:56anche stati che noi associamo per esempio a valori assoluti di democrazia, tipo gli
15:02Stati Uniti, in casi specifici violano i diritti umani, ma allora posto che non solo i dittatori
15:09lo fanno, che cos'è che mette a repentaglio talvolta questi principi inviolabili?
15:15Non c'è dubbio che gli Stati Uniti hanno una macchia nella loro storia perché è ancora
15:22aperto il centro di detenzione di Guantanamo, in cui il primo detenuto è entrato nel 2002,
15:27ne sono usciti quasi 800, mai condannati, mai processati, evidentemente riconosciuti
15:32innocenti, ma una trentina stanno ancora dentro. Gli Stati Uniti praticano politiche di chiusura
15:37dal punto di vista dell'immigrazione, l'anno scorso ci sono state 18 esecuzioni capitali,
15:43gli Stati Uniti sono uno dei 20 stati al mondo in cui si usa ancora la pena di morte, la
15:49differenza è che lì c'è un'opinione pubblica, una stampa libera che possono sfidare i governi,
15:55denunciare le violazioni di diritti umani, farlo in maniera abbastanza tranquilla, aperta
16:00e questa è la differenza fondamentale, cioè la capacità di porre rimedio, avere anche
16:05dei sistemi giudiziari che funzionano e possono chiamare autorità che violano i diritti umani
16:11a rendere conto di quello che fanno, però l'esperienza dei 62 anni ormai di vita di
16:17Amnesty International ci ha dimostrato una cosa, non c'è un luogo che sia un santuario
16:21per i diritti umani. Prendiamo la Francia, in Francia sono anni che la polizia usa forza
16:27eccessiva nei confronti dei manifestanti, all'epoca erano i gile gialli, più recentemente
16:33sono state le persone che protestavano per la riforma delle pensioni, però anche quello
16:39è uno degli 85 stati da Francia, quindi non stiamo parlando solo dell'Iran, dell'Afghanistan,
16:45la Francia, nei quali Amnesty International nel 1922 ha riscontrato un uso eccessivo,
16:52illegale, non necessario della forza contro i manifestanti che non stavano costituendo
16:58alcuna minaccia nei confronti delle forze di polizia.
17:01Adesso veniamo alla situazione italiana, lei ha fatto riferimento alle manifestazioni,
17:06recentemente Amnesty International ha espresso preoccupazione, mi corregga se esprimo male,
17:13il concetto nei confronti di un sempre più frequente uso della forza, per esempio anche
17:19nel Regno Unito e in Germania nei confronti di chi manifesta per il clima, voi tra l'altro
17:24avete espresso solidarietà anche ai giovani di ultima generazione che sappiamo qui in
17:29Italia sono particolarmente sotto i riflettori per le modalità di protesta un po' estrema
17:34che adottano per richiamare l'attenzione delle istituzioni alla necessità di essere
17:40differenti con gli impegni presi per la tutela del pianeta a livello internazionale.
17:45E' davvero così preoccupante il fatto che si metta sempre più il bavaglio al dissenso?
17:54E' molto preoccupante e non inizia oggi, anche nel 2022 e negli anni precedenti ci
18:01sono state manifestazioni pacifiche in cui è stata usata forza eccessiva da parte delle
18:07polizie, ricordo le manifestazioni Torino e Roma sul tema della scuola lavoro, un tema
18:12tragico perché ci sono stati dei morti, riguardo a ultima generazione Amnesty International
18:18sta notando in Italia come il trovo in una progressiva criminalizzazione del dissenso,
18:23non c'è bisogno di approvare ogni singola iniziativa dal punto di vista del metodo per
18:28capire che qui c'è un accadimento nei confronti di persone che per quanto discutibili possano
18:35essere le singole iniziative le esprimono in modo non violento e c'è da parte, chiamiamola
18:41così, la penultima generazione, cioè quella che sta al potere adesso, che non ha fatto
18:45nulla per contrastare la crisi climatica, che usa il pugno di ferro per cos'altro, per
18:51cercare di distrarre l'attenzione dai suoi fallimenti e così evidentemente non si va
18:56da nessuna parte.
18:58Lei prima faceva riferimento anche al ruolo che può avere in ogni paese la libertà
19:04di stampa, l'informazione. In Italia da questo punto di vista lo dico da, a parte
19:11che siamo colleghi credo, lo dico da umile cronista, talvolta sembra quasi che noi abdichiamo
19:19all'approccio critico alla realtà per accodarci a questa o quell'altra idea. Amnesty International
19:28che si occupa anche di libertà di stampa, che idea ha del nostro paese da questo punto
19:32di vista?
19:34Sai, è vero, la libertà di stampa in Italia è più o meno garantita, ma io vorrei precisare
19:41che libertà di stampa non è soltanto scrivere ciò che si vuole, ma è anche farlo senza
19:46subire ripercussioni. L'Italia ha più di 20 giornaliste e giornalisti sotto scorta,
19:53c'è questa continua spada di Damocle nei confronti dei giornalisti, soprattutto giornalista
19:59frilenza al sud chiamata Querele Bavaglio. Dopodiché, è vero, c'è un abbastanza generale
20:08appiattimento non direi sul potere, ma sul governativo, qualunque governo ci sia la stampa
20:15è tradizionalmente filogovernativa in questo paese e siccome non è che c'è una coalizione
20:21politica che i diritti umani li viola e un'altra che quando sta al governo li protegge e li
20:27promuove, di certi temi, penso al tema delle immigrazioni, dei cui politiche hanno responsabilità
20:34molto condivise nel corso degli ultimi 8 anni almeno, lì è sempre abbastanza difficile
20:40trovare nella stampa un alleato coraggioso che possa denunciare trattiche illegali, inumane,
20:47respingimenti, emergenze, naufragi e altro ancora. Quindi in conclusione sì, si dovrebbe
20:55approfittare di quella libertà di stampa che c'è per poter parlare un po' più di diritti
21:00e farlo in maniera più coraggiosa.
21:02L'ultima domanda a proposito di libertà di stampa, so che Amnesty International è tra
21:08le poche realtà che da anni si batte per restituire dignità e diritti anche a un personaggio
21:16che in qualche modo è stato dipinto come brutto e cattivo negli Stati Uniti, parliamo
21:21di Julian Assange, il giornalista, il creatore di WikiLeaks che ha diffuso informazioni sensibili
21:28e che da allora è oggetto delle attenzioni degli Stati Uniti, che lo vorrebbero incarcerare.
21:35Perché è un personaggio così scomodo, ma anche che si fa fatica a ricordare nel momento
21:43in cui si fanno i dibattiti sulla libertà di stampa, non dovrebbero essere valori universali
21:47che valgono per chiunque?
21:50Già, però è un giornalista che spesso non ottiene la solidarietà dei colleghi,
21:55la solidarietà che meriterebbe.
21:57Da dieci anni è al centro di una persecuzione giudiziaria.
22:00Perché? Perché è rivelato malefatte di grande interesse pubblico,
22:05conchiute da governi dell'Occidente, Stati Uniti in primis, in teatri di guerra.
22:09Per questo gli Stati Uniti lo vogliono estradare dal Regno Unito dove è detenuto.
22:14Lo spetterebbero 175 anni di carcere, isolamento carcerario, un processo irregolare
22:20perché tutti l'hanno già dichiarato colpevole.
22:23Il paradosso sa qual è, è che in quella stagione di guerre iniziata dopo gli attacchi
22:29alle Torri Gemelle del 2001, che poi hanno visto interventi militari in Afghanistan,
22:34poi in Iraq, sono stati commessi crimini di guerra a profusione.
22:39Il paradosso è che nessuno di coloro che li hanno commessi è stato mai portato davanti a un giudice.
22:44Rischia di finire davanti a un giudice una sola persona, quello che li ha resi pubblici.
22:51E questo è, credo, il paradosso dei paradossi sui quali bisognerebbe anche interrogarsi
22:57nel momento in cui si parla proprio di democrazia, di libertà di pensiero e di opinione nel mondo.
23:04Io ringrazio Riccardo Nuri di Amnesty International, lo ringrazio intanto per averci,
23:09seppur in questi venti minuti scarsi, aiutato a allargare un po' gli orizzonti.
23:14Il mondo non finisce ai confini italiani, questo vale per noi italiani che molto spesso
23:19siamo troppo concentrati sul nostro ombelico e guardiamo anche oltre, dovremmo imparare
23:26a guardare oltre, soprattutto renderci conto che, certo, ci sono situazioni che per vari motivi
23:31possiamo sentire più vicino a noi, ma quando si è paladini di diritti umani bisognerebbe
23:35esserlo in tutto il pianeta e non soltanto a intermittenza in alcune zone e in altre no.
23:41Grazie davvero per essere stato con noi e buon lavoro a tutti voi di Amnesty International, ovviamente.
23:47Grazie e buonasera.
23:49Grazie, grazie a Riccardo Nuri davvero per questa testimonianza, adesso abbiamo un po'
23:54di pubblicità e poi con il prossimo ospite siamo pronti per voltare pagina.
23:59Restate qui con noi di Estra, tra poco.
24:03Bentornati, bentornati ad Estra.
24:05Adesso vogliamo occuparci di un tema che sta interessando il dibattito politico in questi
24:11ultimi giorni, si parla molto dell'inverno demografico, del fatto che si fanno pochi
24:17figli nel nostro paese e puntualmente tra le cause che vengono evidenziate c'è il
24:24fatto di come oggi molto spesso le donne siano penalizzate nel momento in cui scelgono
24:30di mettere su famiglia e come anche questo possa essere una delle motivazioni che fa
24:35in qualche modo da deterrente alle nascite, ma ci sono alcune categorie di lavoratrici
24:42che vivono costantemente una sorta di penalizzazione nel momento in cui indossano una divisa e
24:51sono coloro che servono lo Stato perché fanno parte delle forze dell'ordine.
24:57Può sembrare un paradosso che proprio lo Stato in qualche modo penalizzi le donne che
25:03scelgono di essere anche madre, ma di questo argomento vogliamo parlare con la nostra
25:07ospite che è collegata Gina Perotti, segretario nazionale dell'Unione Sindacale Italiana
25:13dei Carabinieri.
25:15Buonasera e benvenuta.
25:18Buonasera, grazie del vostro invito.
25:21Ci aiuti a capire perché questa cosa ha dell'incredibile.
25:26Siamo un paese che si chiede per quale motivo ancora la differenza di genere non sia sanabile
25:35e poi si scopre che proprio chi fa parte della pubblica amministrazione, chi indossa una
25:40divisa rischia di essere penalizzata.
25:44Perché?
25:46Perché per la tipologia di servizio, dei servizi che si fanno, per l'attività che
25:54si svolge, dove si svolge e quindi poi anche per una questione di cultura è abbastanza
26:04difficile poi affrontare la vita familiare, soprattutto se è monofamiliare o di coppia,
26:12spesso distante della famiglia, perché poi in Italia abbiamo degli stereotipi di famiglia,
26:18donna, casa, comunque nipoti spesso cresciuti dai nonni.
26:22Quindi invece nella vita militare spessissimo si va fuori, si va fuori casa, con grandissime
26:27distanze rispetto alle famiglie di origine e non è facile conciliare tutte queste cose
26:34nel poi mettere la famiglia e il lavoro insieme.
26:39Ecco ovviamente questo messaggio diventa ancora più importante a pochi giorni dalla festa
26:44della mamma che si celebra l'8 di maggio o la domenica successiva ed è un tema sul
26:52quale poi c'è molta sintonia anche col dibattito politico nazionale perché si sta
26:57proprio in queste settimane dicendo sul fatto che chi sceglie di mettere su famiglia non
27:03possa essere penalizzata.
27:05Tra le donne nelle forze dell'ordine sono una conquista abbastanza recente o sbaglio?
27:14Le donne hanno potuto accedere al mondo militare nel 2000, ma di strada ce n'è da fare ancora
27:21tantissima, nel senso che attualmente ci aggiriamo intorno al 6-7%, mi voglio tenere un po'
27:28alta, ma in realtà siamo pochissime perché tra l'altro siamo entrati in un mondo prettamente
27:34maschile, dove le infrastrutture erano state studiate per un mondo maschile e quindi hanno
27:41dovuto e si deve ancora in molti posti modificare le infrastrutture affinché si possano ospitare
27:49o comunque rendere più agevoli la presenza di uomini e donne anche nelle stesse strutture.
27:57Sembra una sciocchezza, ma purtroppo è così. Siamo ancora veramente poche, speriamo di aumentare,
28:05purtroppo si parla molto di pari opportunità, ma poi in realtà anche se ci sono tantissime
28:13leggi, tantissime normative, tantissime iniziative che si possono fare, quando si stringe un
28:19po' le fila, se vogliamo sapere veramente quante siamo, se ci sono dei problemi, che
28:26posti ricopriamo, in quale ufficio, in quale zone, diventa tutto quanto molto più difficile.
28:31Si pensi che al Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri sembrerebbe che non ci siano
28:38neanche uffici pari opportunità o comitati unici di garanzia per quanto riguarda la parità
28:44del genere. Quindi il lavoro da fare è tantissimo, noi come associazioni sindagali, che siamo
28:52anche noi una nuova entra nella realtà militare, stiamo cercando di organizzare in maniera
28:59molto forte degli uffici, delle commissioni pari opportunità affinché alcuni dati possano
29:05essere più tangibili, più chiari, più trasparenti, perché in realtà è molto difficile anche
29:13avere dati percentuali. Purtroppo noi siamo in un mondo dove la matematica la fa da sovrana
29:22in tutti i rambi.
29:23Assolutamente, anche perché conoscere un fenomeno parte dai dati ed è fondamentale
29:28avere consapevolezza del tipo di problematiche per poi capire come intervenire.
29:32Secretario, ma ci aiuti a capire, è un problema normativo, è un problema strutturale o è
29:39un problema culturale se oggi le mamme in divisa rischiano di essere penalizzate?
29:46Penso che sia molto più un problema culturale, culturale e di stereotipi diciamo prettamente
29:56anche un po' italiani, ai quali bisogna far fronte secondo me pian piano sia con un cambio
30:03generazionale, forse anche con una cultura da questo punto di vista più ampia. Ci saranno
30:13dei cambiamenti, anche se io mi auspico che ci possano essere proprio dei programmi anche
30:19in ambito formativo relativamente alla conoscenza della parità di genere affinché si possano
30:26abbattere questi stereotipi, questi aspetti culturali e sociali che noi abbiamo e che
30:35ci portiamo dietro come retaggio. Speriamo di scardinare un po' questi preconcetti,
30:43speriamo che ci possa essere la creazione di ambiti, non dico protetti perché altrimenti
30:50dopo non c'è più neanche l'uguaglianza, ma almeno di tutela, di poter parlare di eventuali
30:57problematiche. Per quanto riguarda la maternità, volevo concludere che logicamente se si fa
31:03servizio in posti abbastanza sperduti come nell'Arma dei Carabinieri dove le stazioni
31:10occupano anche spazi rurali, naturalmente è difficile mettere su famiglia, è difficile
31:19tutelare la prole, è difficile anche avere la possibilità di fare più di un figlio
31:30o più figli, bisognerebbe avere una politica familiare che tuteli un po' di più in genere
31:37la famiglia, ma in maniera pratica proprio.
31:44Mi perdoni segretario, io provo a immaginare quali possono essere le difficoltà che una
31:53donna che lavora nell'Arma dei Carabinieri per esempio si trova a scontrare, tanto i
32:01turni, è evidente che i carabinieri lavorano H24 sette giorni su sette e questo naturalmente
32:07per una madre è un po' più difficile da gestire rispetto a quello che può capitare
32:12per i colleghi maschi, ma penso anche al fatto che voi spesso siete impegnati in missione,
32:17magari avete anche dei tempi di preavviso, dei cambio turni che sono legati anche all'emergenza,
32:23in che modo si potrebbe secondo lei aiutare le donne carabiniere, quali interventi potrebbero
32:30essere di sollievo?
32:34Innanzitutto provare a cambiare, io le dico semplicemente per gli orari di lavoro, io
32:40vado sempre come turnista, ho avuto grandi difficoltà soprattutto all'inizio per collocare
32:47mio figlio a un semplice asilo nido che comunque apre non prima delle sette e mezza, il turno
32:53lo inizio alle sette, quindi già lì è da comprendere come si può far conciliare questa
33:00cosa, se il mio turno di lavoro inizia alle sette e l'asilo nido mi apre alle sette e
33:05mezza, è già un problema questo e all'inizio per esempio io sono stata molto fortunata,
33:14le apro questa piccola parentesi, ma non perché voglio farle tenerezza, io provengo dai ruoli
33:19del corpo forestale dello Stato, dove mi è stato possibile all'inizio fare un orario
33:25flessibile e quindi attaccavo un pochino più tardi, portavo mio figlio e poi andavo a lavorare,
33:30per esempio questa cosa ad oggi non è possibile, non è possibile per chi lavora la stazione
33:36o per chi lavora i reparti operativi, se si parla con i colleghi, logicamente la prima
33:41cosa che anche con i colleghi, quindi con dei pari, non le sto dicendo con richieste
33:46ai superiori, la prima cosa che si dice è impossibile e non si può fare, io vorrei
33:52se mi piacerebbe pensare e immaginare che in futuro, prima di dire questo no così deciso,
33:59si possa pensare o immaginare in qualche modo di poter organizzare l'attività lavorativa
34:06in maniera diversa, so che è molto, molto difficile e sono i primi a essere ostativi
34:12in questo senso, sono anche i medesimi colleghi con i quali giornalmente si lavora, però
34:18mi piacerebbe pensare che questa cosa possa diventare una realtà, almeno in alcune situazioni
34:26possa diventare così, l'ostacolo principale è cambiare, è immaginare un cambiamento.
34:32Certo, anche perché forse i nostri ascoltatori non lo sanno, anche l'esperienza sindacale
34:38è tutto sommato recente, perché le forze dell'ordine, i carabinieri da poco per esempio
34:44hanno un loro sindacato, hanno la possibilità di avere dei sindacati, giusto?
34:49Siamo delle associazioni sindacali, non si chiamano sindacato e ancora ad oggi non hanno
34:55momentaneamente i decreti attuativi, quindi è una cosa ancora che è emersa adesso, è
35:01proprio sul nascere e anche qui si sta facendo un po' di forza per permettere anche a queste
35:10associazioni sindacali di lavorare in maniera tranquilla e equiparata a quello che è il
35:18mondo sindacale del mondo civile. Mi auguro che questa cosa possa essere oggettivamente
35:24possibile nel più breve tempo possibile. Anche perché credo sia quasi scontato dirlo,
35:31ma chi lavora per lo Stato forse dovrebbe essere garantito altrettanto di un lavoratore
35:37del settore privato, altrimenti è una discriminazione che credo sia inaccettabile, perché il datore
35:42di lavoro è lo Stato che dovrebbe garantire per primo certi diritti.
35:46In realtà è proprio qui la differenza, siamo dipendenti pubblici in realtà, ma nel
35:51contempo siamo militari, quindi usciamo un po' dal comparto della dipendenza pubblica
35:57e infatti per esempio da noi non è presente il Comitato Unico di Garanzia, è presente
36:04al Ministero della Difesa, ma per quanto riguarda il mondo civile. E se si fanno anche dei corsi
36:10inerenti alla parità di genere, sono fatti sempre in concovidanza con il mondo civile,
36:17cioè in realtà non siamo completamente equiparati in queste cose con il mondo civile. Il fatto
36:25di essere militari è come se ci estraneassero la lima pubblica.
36:35Questa è la più grande sofferenza, tra virgolette, è per questo che tra l'altro i sindagati
36:41ad oggi non hanno capito il mondo militare.
36:45Allora io la devo ringraziare intanto per il tempo che ci ha dedicato questa sera, dobbiamo
36:50salutarci perché adesso inizia un altro programma qui su Radio Roma Television, però era importante
36:55secondo me parlare di qualcosa che appartiene alla vita di tutti, di tutte, la possibilità
37:03della maternità e la condizione un po' particolare, diciamo la verità, che si trovano a dover
37:10vivere le donne che scelgono di abbracciare una carriera militare, come le donne che per
37:16esempio servono l'arma dei Carabinieri e il fatto di sapere che ancora da questo punto
37:21di vista ci siano passi avanti da fare è qualcosa che forse sfugge all'opinione pubblica,
37:27sembrava giusto aprire una piccola parentesi in questa puntata di estra.
37:32Grazie intanto per essere stata con noi Gina Perotti, lo ricordo, è il segretario nazionale
37:36dell'Unione Sindacale Italiana Carabinieri.
37:41Ringrazio tantissimo per questo invito, per avermi dato la possibilità di dire questo
37:45che è non soltanto mio e spero che si possano fare veramente tanti passi avanti, grazie.
37:51Ce lo auguriamo a tutti, buon lavoro naturalmente a tutte le donne dell'arma dei Carabinieri
37:58e in generale che operano nell'ambito delle forze dell'ordine del nostro Paese.
38:03Siamo arrivati ai saluti finali, grazie anche a voi naturalmente per averci seguito.
38:07Torniamo domani se volete alla solita ora, buon proseguimento.

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