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02:58 Mal di lavoro: perché crescono i disturbi mentali? In collegamento: Stefania Zolotti, direttore di Senza Filtro
26:58 La via della felicità? Passa dalla pulizia di Roma. In collegamento: Pascal Lemos, Via della Felicità
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00:00Extra, tutti i colori dell'attualità, con Claudio Michalizio.
00:05Bentornati a Extra. Da sempre nel nostro paese il dibattito politico sul lavoro si occupa
00:14soprattutto degli aspetti quantitativi. Quanti posti di lavoro ci sono? Soltanto recentemente
00:22l'opinione pubblica e la politica a Traino ha iniziato anche a chiedersi qualcosa di
00:27più sulla qualità di questi posti di lavoro, è aumentata la sensibilità per esempio sui
00:32temi della sicurezza e della prevenzione degli infortuni, sulla dignità dei compensi che
00:39vengono elargiti per alcune categorie professionali, ma forse non altrettanta attenzione viene
00:47ancora messa su un fenomeno che, dicono le statistiche, negli ultimi tempi è progressivamente
00:52esploso ed è quello della salute mentale nei luoghi di lavoro. Di questo parliamo in questa
00:59puntata di Extra con un ospite che tra un attimo andremo a presentarvi. Come sempre c'è la copertina
01:05a cura della nostra redazione per inquadrarci il tema di giornata. Le hanno definite le grandi
01:12dimissioni, un fenomeno di massa scoppiato subito dopo i mesi più drammatici della pandemia e le
01:17restrizioni imposte da lockdown. La scelta da parte dei decine di migliaia di lavoratori anche
01:23in Italia di lasciare il posto perché non più disposti ad accontentarsi di fronte alle tante
01:27storture del mercato del lavoro, dagli stipendi troppo bassi a fronte di impegni e responsabilità
01:33eccessive e per di più alla mercè di capi insopportabili. Un trend che, al netto delle
01:38inevitabili esagerazioni della stampa, ha rappresentato comunque un campanello d'allarme.
01:43Qualcosa sta cambiando e probabilmente nulla sarà più come prima, a cominciare dall'obbligo di
01:47presenza in ufficio per svolgere attività che si possono tranquillamente fare a casa davanti ad un
01:52computer. In effetti nonostante tutto, soprattutto in alcuni settori, lo smart working è sopravvissuto
01:58ai crismi dell'eccezionalità tipici dell'emergenza sanitaria. Ma la vera sfida va oltre le battaglie
02:04più eclatanti e sono in molti a ritenere che il vero obiettivo da centrare dovrebbe essere sempre
02:09più garantire un lavoro di qualità e non solo un lavoro qualunque. In cima ovviamente c'è la
02:14sicurezza sul lavoro, battaglia culturale che in Italia va consolidandosi da tempo ma che non
02:19permette ancora di evitare il triste primato di centinaia di migliaia di infortuni ogni anno,
02:24con oltre mille morti. Poi ci sono le malattie professionali, altra piaga che soprattutto in
02:29alcuni settori industriali ancora non è adeguatamente considerata. E infine il tema
02:34del benessere. Come si può fare in modo che un posto di lavoro sia il più possibile sano? Il
02:39dibattito è aperto anche perché, dicono le statistiche, stress, episodi di vero e proprio
02:45bullismo, l'eccesso di routine, sono tra i principali fattori che anche in Italia stanno
02:49facendo aumentare i casi di malattia mentale sul luogo di lavoro. Un'altra piaga sulla quale
02:54bisognerebbe intervenire prima che sia troppo tardi. E noi diamo il benvenuto a Stefania Zolotti
03:01che è la direttrice della piattaforma multimediale Senza Filtro. Buonasera e benvenuta Estra.
03:07Ben trovati, buonasera Claudio. Senza Filtro è una piattaforma multimediale che vive anche
03:16in forma cartacea sotto forma di una rivista ma poi è un sito internet costantemente aggiornato
03:22che fa lavoro di inchiesta sulle tematiche dell'occupazione e dei temi ad essi correlati.
03:29Voi avete condotto un'inchiesta proprio negli ultimi giorni su questo fenomeno di cui poco si
03:36parla nonostante le statistiche dicono che nel mondo almeno 300 milioni di persone abbiano
03:43contratto una malattia di tipo psichico a causa del lavoro. Partiamo da questo dato.
03:50Partiamo magari proprio dal titolo che abbiamo scelto e vi spiego anche perché si chiama
03:55infortuni mentali perché se c'è una urgenza nel mondo del lavoro è quello di cominciare a
04:00equiparare la sicurezza fisica legata a incidenti su luoghi di lavoro, equipararla comunque anche a
04:07quella sicurezza mentale, psicofisica che invece le aziende costantemente continuano purtroppo a
04:12tradire. Credo che la pandemia non ci debba soltanto insegnare a parlare soltanto di smart
04:17working, lavoro da remoto, lavoro agile in tutte le varie espressioni ma un accento va messo
04:23sulla salute mentale dei lavoratori. Ecco questo è un tema che verrebbe da dire caspita però negli
04:30ultimi anni i sindacati, le forze politiche, io direi soprattutto dopo il faro acceso da parte
04:39anche del Quirinale, del Presidente della Repubblica che in più occasioni ha voluto
04:44porre attenzione a questo fenomeno, è cresciuta la sensibilità nei confronti della sicurezza.
04:51Ma perché non c'è altrettanta sicurezza anche attenzione verso gli infortuni mentali?
04:58Se ricordi Claudio quando ci siamo visti per la precedente inchiesta che era legata al tema
05:06della povertà, parlammo di un dato, di una variabile che abbiamo riscontrato in maniera
05:11quasi equivalente nel tema appunto della salute mentale che è anche quello della vergogna,
05:15il fattore della vergogna. Nel senso avere un disagio mentale sui luoghi di lavoro purtroppo
05:20è considerato un atto di paura, di timore, di debolezza nei confronti di un contesto che è
05:26quello lavorativo, a prescindere da quale sia il settore, in cui purtroppo non si riescono
05:31ancora a portare quelli che potrei chiamare sentimenti o emozioni sui luoghi di lavoro.
05:37Questo fa sì che ci sia una grande distanza, che i lavoratori stanno comunque iniziando a
05:42gridare a voce alta, lo vediamo dal fenomeno delle grandi dimissioni che sta arrivando in
05:48Italia, è già arrivato con i suoi dati, lo vediamo proprio da queste statistiche,
05:53questi dati recenti che hanno diramato dall'OMS a Ipsos all'Istituto Superiore di Sanità. I dati
05:59sono allarmanti, noi ci siamo occupati di varie fasce in questa inchiesta toccando il tema purtroppo
06:06gravissimo dei suicidi degli imprenditori, cosa che dopo l'ondata della grande crisi 2008-2009
06:12abbiamo completamente dimenticato. Se posso aprire questa piccola parentesi perché in Italia ci sono
06:17ogni anno 4.000 suicidi, dato generale, di cui oltre un 5% sono suicidi legati al mondo del
06:24lavoro. Questi dati non possono scomparire, andare sotto traccia rispetto ai temi del
06:29lavoro quando si fanno dibattiti pubblici perché sono degli indicatori fondamentali
06:33per capire come stiamo e come stiamo male soprattutto. Stefania però prima di entrare
06:38nello specifico dell'inchiesta che voi avete appena presentato, tu hai fatto giustamente
06:43riferimento alla necessità di denunciare la piaga drammatica dei suicidi che vedono
06:51tantissimi imprenditori ogni anno scegliere un gesto estremo pur di non affrontare,
06:58verrebbe da dire, e non è un giudizio sia chiaro di merito, sul comportamento magari
07:04le difficoltà, le avversità che la propria azienda sta conducendo, il senso di responsabilità poi nei
07:09confronti dei lavoratori molto spesso ci mette un carico pesante. Eppure noi giornalisti per
07:15primi non dedichiamo abbastanza attenzione a questo fenomeno. Tu dicevi bene, crisi economica
07:21del 2008-2019, qualche titolino si leggeva sui giornali, ma che questo problema continui ogni
07:29anno in realtà non ce ne traccia. Come mai? Allora io credo che purtroppo chi fa il nostro
07:36mestiere molto spesso acciuffa la notizia sensazionalistica e si ferma lì, o magari cerca
07:41di andare in modo morboso a capire che cosa c'era dietro quella morte, ma non c'è una cultura
07:46dell'informazione sui temi legati al lavoro. Questo lo vediamo costantemente, nel senso, se ci
07:52siamo ritrovati con dei dati così alti, a distanza quasi di 15 anni rispetto alla grande crisi, vuol
07:56dire che nel frattempo tutte queste apparenti emergenze, che noi continuiamo a chiamare tali,
08:01ma che di fatto sono problemi che potremmo risolvere in maniera molto più coerente,
08:05lasciano dei segni indelebili. Stessa cosa accade con i giovani. In questa inchiesta abbiamo tracciato
08:14uno spaccato che va dalla scuola all'università fino a fasce d'età più grandi. Sappiamo anche
08:19che in Italia, o meglio l'Italia è a livello europeo, a livello di net, e cioè i giovani che
08:25non studiano, non si formano, non stanno all'interno di nessun percorso di orientamento,
08:28siamo i primi in classifica, vale a dire siamo quelli con il maggior numero di giovani che non
08:34hanno una strada. In questa inchiesta abbiamo toccato sia questo tasto, abbiamo toccato il
08:39tasto delle donne nel mondo del lavoro. Una su quattro è a rischio comunque di problemi depressivi,
08:46c'è un fattore di genere ancora più allarmante, perché comunque non possiamo nascondere che le
08:51donne siano spesso costrette un po' a camuffare, molto spesso, il proprio stato emotivo o
08:56psicofisico per timore di essere in qualche modo condizionate o discriminate. La stessa Ipsos che
09:04abbiamo intervistato nella figura di Stefania Fregodi ci ha dato due dati importanti. Intanto
09:09che AIFA ha dichiarato nel 2021 che il consumo di antidepressivi nel 2021 rispetto agli anni
09:15precedenti è aumentato fin quasi al 3%, su un dato che era già alto Claudio, il che vuol dire
09:21che il trend è in aumento. È per questo che dovremmo in fretta farci carico di questo
09:26problema e invece quello di cui mi accorgo quando sfoglio giornali o quando vedo talk show in
09:32televisione in cui si parla di lavoro, come dicevi tu giustamente in apertura, il lavoro è sempre
09:36soltanto un numero in questo paese, ma ci dimentichiamo che dietro questi numeri ci sono
09:41delle persone che hanno delle vite, che hanno dei drammi e che tutto questo fa parte della sfera
09:45lavorativa purtroppo, che la pandemia ha soltanto accentuato. Ecco poi parleremo anche degli effetti
09:51che due anni di pandemia inevitabilmente hanno riverberato su un disagio che probabilmente c'era
09:59già da prima ma che poi è letteralmente esploso. Però Stefania voi avete anche sentito molti esperti
10:05per provare anche a dare un identikit delle varie forme in cui il disagio, il disturbo mentale sul
10:14luogo di lavoro si manifesta. Abbiamo parlato della depressione, cioè lo stress è fin troppo
10:21banale verrebbe da dire, identificarlo come uno dei principali fattori scatenanti, ma in che modo
10:29questo stato profondo di disagio del lavoratore si può manifestare? Le forme sono moltefici. Nel
10:38mio editoriale apro questa inchiesta raccontando l'episodio che mi è accaduto alcuni anni fa quando
10:42lavoravo ancora in un'azienda pubblica prima di licenziarmi e di rimettermi a fare questo
10:46mestiere a tempo pieno e mi trovai ad assistere purtroppo un collega che aveva avuto un attacco di
10:51panico. La cosa sintomatica è che a un certo punto arrivarono in stanza colleghi da altri uffici i
10:58quali avevano in tasca di tutto Claudio, avevano il Lexotan, l'Oxanax, avevano i misuratori di
11:03pressione. Insomma mi resi conto che in realtà questi uffici di lavoro sono dei pronti soccorsi
11:07nascosti e racconto questo episodio perché secondo me è frequente molto più di quello che si racconta.
11:14C'è ansia, c'è depressione, ci sono tantissimi fenomeni che purtroppo arrivano nel mondo del
11:20lavoro attraverso la parola salute ma quello che l'informazione spesso fa e mistifica è
11:25purtroppo poi relegare la salute soltanto nel concetto di disabilità o raccontare anche le
11:30storie che possano essere apparentemente strappalacrime ma senza l'interesse a raccontare
11:35veramente il disagio. Il disagio mentale è molto più strisciante, molto più piccolo. Ci sono quelli
11:41che vengono chiamati segnali deboli, che andrebbero intercettati a monte dalle aziende e
11:45purtroppo questo non succede. Allora direttore ci prendiamo una pausa, pochi secondi c'è la
11:53pubblicità e poi la rientro. Cerchiamo anche di capire le cause che rendono un ambiente di
11:59lavoro che molto spesso assorbe ore e ore della nostra quotidianità un ambiente malsano. Tra un
12:06attimo. Tornati a estra stiamo parlando di lavoro ma in modo particolare di qualità del luogo di
12:15lavoro. Se è vero come rivelano i dati dell'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel
12:22mondo ci sono 300 milioni di persone che hanno problemi di natura psichica a causa del loro
12:30lavoro. Può essere la professione che svolgono, laddove magari particolarmente alienante,
12:36anche il contesto in cui operano. Con noi c'è Stefania Zolotti che è la direttrice della
12:43rivista Senza Filtro, gruppo multimediale che si occupa proprio di giornalismo d'inchiesta su questi
12:50argomenti. Io partirei proprio dalle cause perché fa specie scoprire che questa forma di disturbo
13:01psichico si può manifestare sotto forma di ansia, di stress, esaurimento nervoso. Una di
13:08quelle diagnosi che molto spesso anche in modo un po' leggero si fa sui luoghi di lavoro per
13:14giustificare magari certi comportamenti che sfuggono ai canoni dell'ordinarietà anche da
13:21parte dei nostri colleghi. In realtà dietro la diagnosi c'è un problema e c'è soprattutto una
13:26causa. Voi vi siete anche interrogati sui motivi che portano alla dilagare di queste patologie
13:33mentali? Ci siamo interrogati fondamentalmente su una riflessione che ricorre molto spesso nei
13:40dibattiti ma anche lì sotto forma di numeri. Il fatto è questo, sintetizzandolo in estremo,
13:46il posto di lavoro, il luogo di lavoro che si porta dietro un salario in realtà non è più
13:51sufficiente per le persone per compensare evidentemente quello che si chiama stress
13:56psicofisico o comunque stress emotivo, tensione sui luoghi di lavoro. Questa riflessione non è
14:02banale nel senso che comunque il lavoro è sempre stato un ambito della nostra vita in cui
14:07riuscivamo in qualche modo a gratificare o perlomeno a compensare lo sforzo fisico,
14:12psicofisico rispetto a quello che ci veniva dato indietro sotto forma di salario, stipendio,
14:17ritribuzione, come vogliamo chiamarla. Questo fattore scatenante fa sì che dopo la pandemia
14:21dove tutto questo si è accentuato, oltre che accentuarsi sia anche vissuta finalmente la
14:27libertà di cominciare a raccontare il fatto che stiamo male sui luoghi di lavoro. Questa distanza,
14:33e prima ne parlavamo un po' legata anche alla figura degli imprenditori e di come i giornalisti
14:37fanno informazione purtroppo, fa sì che ci siano sempre delle attenzioni cicliche a fasi. La figura
14:45dell'imprenditore che è molto spesso messa un po' all'angolo quando si parla del mondo di lavoro,
14:50come se fosse brutto, sporco e cattivo, di fatto anche lui ha una componente psicofisica emotiva
14:56da tenere in equilibrio, ma anche questo solitamente viene completamente trascurato.
15:00Quindi queste distanze si accentuano sui luoghi di lavoro anche perché le singole difficoltà,
15:05il lavoratore e l'imprenditore o il manager responsabile, se non si sviluppano delle forme
15:10di dialogo o comunque se non si allentano le tensioni che possono essere viste e rispondere
15:15alla tua domanda sotto forma di controllo, i lavoratori stanno dicendo oramai a voce alta
15:19in tutto il mondo che non sono più disposti a farsi controllare soltanto attraverso un
15:24orario di lavoro e un posto fisso di lavoro. Il lavoro deve completamente cambiare forma
15:30rispetto a quello che è stato fino a pochi anni fa, fino veramente a due o tre anni fa.
15:33Se non capiamo questo dettaglio piccolissimo e continuiamo a pensare che dopo la pandemia sia
15:39soltanto lo smart working la soluzione, non è questo, perché anche lo smart working si
15:44porta dietro poi un retaggio di problemi psicofisici, perché anche il non stare nei
15:48luoghi di lavoro è un problema. Quindi so che può sembrare complesso ma questo dibattito va
15:53assolutamente aperto e va aperto adesso per evitare che tra dieci anni avremo una generazione non
15:58soltanto già ammalata ma che si possa ammalare anche la più giovane che abbiamo visto essere
16:03completamente in crisi. In questo mese ci siamo andati. Prego dimmi Claudio. Tu facevi riferimento
16:10al contesto di lavoro, verrebbe da dire anche un po' alle regole che la produttività e i tempi
16:18frenetici, l'ansia della scadenza impongono. Poi però ci sono una serie anche di comportamenti
16:25che derivano probabilmente dalla cultura o dalla incultura dei singoli episodi di bullismo,
16:35sessismo. Ci sono anche questi effetti collaterali no? La mia domanda è ma ci sono sempre stati e
16:42solo adesso emergono o davvero negli ultimi anni qualcosa è cambiato? Io credo che qualcosa sia
16:51cambiato nel senso che queste trasformazioni attecchiscono sul terreno che è sempre esistito,
16:55nel senso discriminazione le possiamo chiamare bullismo, le possiamo chiamare mobbing. Se ci
17:00fai caso noi le associamo mentalmente a delle fasi della vita, chiamiamo bullismo quando siamo
17:05ragazzi, quando parliamo di fenomeni legati al mondo della scuola e dei giovani, parliamo di
17:09mobbing quando siamo nel posto di lavoro. Ma in realtà questa migrazione del problema rimane la
17:14stessa ed è un indicatore sociale fortissimo. Quindi io penso che ci siano sempre stati ma
17:19che sicuramente la complessità dei contesti in cui viviamo e la totale assenza di dialogo e di
17:25relazione nei luoghi di lavoro faccia sì che tutto questo esploda. Quando nel 2022 a febbraio
17:32di quest'anno pubblicamo con senza filtro i fiori di risorse l'osservatorio sul sessismo ci rendemmo
17:37conto di due cose fondamentali. La prima era che moltissimi uomini hanno risposto a questo
17:43osservatorio, a questo sondaggio. Era un sondaggio totalmente anonimo che ha riguardato moltissimi
17:47settori produttivi e tanti ruoli all'interno delle aziende quindi dall'amministratore delegato fino
17:52al dipendente, al collaboratore. Questo per denunciare che cosa? Che in realtà molto spesso
17:57gli uomini stessi ci hanno raccontato in molte risposte aperte che era possibile dare, che si
18:02trovano quasi costretti tra virgolette a ricoprire un ruolo. Quindi se noi non superiamo queste
18:09staccionate, questi recinti che ci portiamo dietro sarà sempre più difficile arginare il problema a
18:14guardarli in faccia. Le generazioni giovani per fortuna non hanno problemi di questo genere. Il
18:20disagio mentale che intercettiamo dai dati, ma che abbiamo sondato anche noi, della fascia d'età
18:25più giovane e tutti gli indicatori purtroppo denunciano uno stato di salute impicchiata per
18:30i ragazzi dopo la pandemia, per loro è completamente diverso perché non hanno parametri di sessismo nei
18:35luoghi di lavoro, non hanno problemi a immaginare un capo donna rispetto alla nostra generazione,
18:41non hanno problemi legati al genere rispetto alla nostra generazione. Quindi si troveranno
18:46sicuramente con minori vincoli, ma devono entrare in un mercato del lavoro che in realtà
18:52invece è fortemente ancorato a quei valori, valori di genere in cui l'uomo fa più carica
18:57della donna, valori di salute mentale in cui in realtà questa cosa non è considerata e per loro
19:02sono fondamentali, valori di sostenibilità che loro incarnano e che invece nelle aziende spesso
19:06è soltanto greenwashing. Tutte queste cose per dire che il dibattito è molto più complesso di
19:11quello che spesso viene un po' strizzato nei numeri di un disagio mentale. Direttore,
19:17guardiamoci anche un po' intorno. Noi ovviamente abbiamo dedicato particolare attenzione alla
19:22situazione qui in Italia ed è evidente in realtà questo allarme è mondiale. La Commissione europea
19:29ci sta dicendo da più tempo che bisogna investire anche in questo ambito della prevenzione. Noi,
19:36rispetto agli altri paesi del mondo, come siamo messi? Quanto a sensibilità verso
19:42le patologie psichiche correlate al mondo del lavoro? Laura, intanto hai fatto bene a ricordare
19:50questo dato del Parlamento perché l'allarme che è stato lanciato proprio quest'anno è quello di
19:56una futura emergenza che sarà proprio collegata agli disturbi mentali sui luoghi di lavoro,
20:00quindi avere le antenne dritte su questi allarmi che vengono lanciati un po' di anni prima sono
20:06grande senso di responsabilità che tutti dobbiamo prenderci e di cui tutti dobbiamo farci carico. È
20:12stato diramato sempre quest'anno il World Mental Health che è un dato mondiale, è una sorta di
20:19rapporto che Ipsos ha stilato e pubblicato che ha preso in considerazione 34 paesi in tutto il
20:24mondo. Il primo paese, che noi siamo in una fascia diciamo medio-bassa in ogni modo, è il paese che
20:31pensa di più alla salute, è un paese europeo, è il Portogallo con una serie di indicatori che non sto
20:36a dirvi comunque con un tasso dell'82% di presa in carico di problemi legati alla salute mentale
20:41anche nei luoghi di lavoro. L'ultimo paese di questa classifica stilata è la Cina. Noi ci
20:46collochiamo in una fascia non troppo felice a conferma del fatto che purtroppo consideriamo
20:52soltanto gli infortuni sui luoghi di lavoro come infortuni fisici e non consideriamo la
20:58componente psicologica dell'infortunio mentale. Ho due curiosità e poi ti congediamo ringraziandoti
21:06per il tempo che ci hai dedicato. La prima, quanto questo è un problema che accomuna tutte le fasce
21:14professionali? È un problema da posto fisso, è un problema da libero professionista, da lavori
21:24di intelletto piuttosto che fisici? C'è un dato anche a riguardo? Ora su questo posso dire che
21:32sicuramente quelli che una volta erano considerati, ora non l'abbiamo trattato in questa inchiesta ma
21:36spesso ce ne occupiamo, è da una riflessione che varrebbe la pena fare, quelli che una volta erano
21:40considerati lavori usuranti, erano lavori profondamente fisici, erano lavori di fatica,
21:44lavori in cui il corpo si usurava. Negli ultimi vent'anni sappiamo bene come sono stati introdotti
21:50i mestieri che prima non esistevano, che sono mestieri fondamentalmente intellettuali o comunque
21:54creativi. La presenza costante davanti a computer dispositivi potrà essere considerata molto presto
22:01anche un lavoro usurante. Per il resto ti rispondo dicendo che i disagi ci sono, le partitiva le
22:07abbiamo trattate moltissimo in questa inchiesta, sono tra le categorie più a rischio proprio perché
22:11hanno minori tuteli in quel caso, quindi non è il luogo di lavoro in sé che determina il disagio,
22:17lo stress o l'ansia, ma è la modalità con cui non hanno e non si vedono riconosciuti diritti
22:22equiparabili a quelli di chi lavora in un'azienda con un contratto a tempo più o meno determinato.
22:26E tocca anche i giovani, nel senso che abbiamo toccato anche il tema del bonus psicologo,
22:31abbiamo intenzionato Davide Lazzari che è il presidente dell'ordine dei psicologi,
22:35il quale ci ha stimato che tutto quello che il paese ha investito politicamente per il famoso
22:41bonus sarebbe corrisposto, mi sono riportata il dado, a un'assunzione stabile di circa 438
22:48psicologi in Italia e la cosa che ci ha raccontato e denunciato in maniera molto netta è che in
22:54realtà non avendo disponibilità economiche i lavoratori a disagio per ricorrere comunque a
23:00un supporto psicologico si rivolgono al psicofarmaco ed è per questo che abbiamo visto l'impennata
23:06anche di questi dati diramati da AIFA. Lo dico perché se mettiamo insieme tutti questi tasselli
23:11che ho provato a raccontarvi, il quadro è apparentemente un po' più semplice da snocciolare
23:17ma molto più complicato da gestire, però i conti tornano purtroppo. Persone in difficoltà che non
23:22hanno disponibilità economica anche perché si ammalano spesso psicologicamente sul luogo di
23:27lavoro ma non riescono a trasferire comunque questo problema in maniera fattiva su un percorso di
23:32supporto di terapia perché non hanno disponibilità economica per curarsi di questi malanni. Di
23:37conseguenza il ricorso allo psicofarmaco che non è risolutivo per alcune tipologie di problemi.
23:43Ultima cosa se posso raccontare un intervinto. Ho intercettato un post su facebook un mese fa
23:52di un professore campano che insegna in un liceo di caserta che ha fatto un test anonimo ai suoi
23:56studenti. Arrivava in questa scuola dopo 15 anni di scuola dell'infanzia per conoscere e gli ha
24:00chiesto a questi ragazzi varie cose dalla musica al cinema alla letteratura e quando ha chiesto
24:06loro di che cosa avessero paura la maggior parte ha risposto con una parola che lo ha veramente
24:11colpito ed era la parola abbandono. Questo per dire che in realtà i giovani hanno bisogno di
24:18essere osservati, di essere guardati, di essere ascoltati. Se vogliamo salvare questo paese anche
24:23da un punto di vista professionale è tempo di cominciare ad ascoltare i giovani e i loro disagi
24:28e anche i loro dolori. Quindi non se ne deve prendere carico soltanto la scuola ma anche
24:32tutta la società che c'è intorno e anche il mondo del lavoro. Anche perché sarà banale dirlo sono
24:37il futuro di questo paese e purtroppo anche in questo ambito specifico scopriamo di come le
24:44generazioni più age quelle precedenti siano state forse un po' come dire poco attente a chi viene
24:53dopo. Io ringrazio Stefania Zolotti al 320-239-3833. Ci chiedono, visto che noi abbiamo potuto
25:00soltanto sfiorare i temi salienti di questa inchiesta, se è possibile consultarla in
25:05qualche modo. Puoi darci direttore qualche informazione? L'inchiesta è disponibile sul
25:12nostro sito informazionesensabiltitro.it, lo trovate in home page. Il numero si chiama
25:18infortuni mentali, ci sono circa una ventina di articoli per approfondire in maniera più
25:23accurata quello che ho provato a sintetizzarvi oggi. Grazie come sempre dell'ospitalità. Grazie,
25:28grazie Stefania Zolotti, direttore o direttrice, come preferisci essere chiamata? Come preferisce
25:35l'interlocutore, non ho problemi da questo punto di vista e non sono ancora capo dello
25:38Stato quindi va bene così. Quindi te la fai andare bene, grazie direttore di Senza Filtro,
25:44buon lavoro a te e tutta la redazione ovviamente. Temi importanti sui quali ci vorrebbe maggiore
25:50attenzione da parte di chi fa informazione ma poi in realtà anche da chi ha un potere
25:55decisionale in questo paese, non soltanto in ambito politico perché chiama in causa anche
26:01le cosiddette parti sociali, il mondo dell'impresa e il mondo dei sindacati. Adesso però dobbiamo
26:06fermarci, c'è la pubblicità e poi extra continua. Volteremo pagina insieme, tra un attimo.
26:15Bentornati a destra, adesso in questa nostra ultima parte della puntata vogliamo tornare
26:22a parlare di un fenomeno che sta caratterizzando la capitale e abbiamo già avuto modo di raccontarla
26:29nei mesi addietro. Sempre più gruppi di associazioni, di cittadini che si impegnano in prima linea per
26:36rendere più vivibile questa città partendo molto spesso da una delle grandi emergenze che viene
26:43raccontata anche a livello mediatico, quella dei rifiuti e andando poi a creare altre occasioni di
26:50aggregazione ma anche di sensibilizzazione. L'esperienza che sta facendo a Roma l'associazione
26:56La Via della Felicità. Noi siamo collegati con Pascal Lemos che è tra l'altro il referente di
27:04questa associazione anche per la zona di Napoli. Intanto benvenuto, buonasera. Buonasera. Allora è
27:12interessante scoprire davvero come ci sia un certo fermento, perché non siete l'unica
27:17associazione che si è impegnata in tal senso. Voi però state mettendo in cantiere una serie di
27:22iniziative, in calendario tanti appuntamenti e ci pare di capire che la tutela del verde,
27:27dell'ambiente rappresenti per voi una delle prerogative principali. Per quale motivo?
27:33Sì, in base al nostro scopo è quello di dare un buon contributo al vivere in maniera un po'
27:47più felice e armoniosa, nel rispetto ovviamente anche del bene comune. Per cui oltre a varie
27:54iniziative che comunque riguardano molto il ripristino del buonsenso, del vivere insomma
28:01con buonsenso, ovviamente prendendo proprio parte attiva e soprattutto facendo leva molto
28:08sul buon esempio, quello che abbiamo iniziato a fare è proprio attività di pulizia, quindi dei
28:16clean up, eventi di clean up veri e propri nei parchi, anche in zone urbane, anche storiche
28:23talvolta, in alcune città soprattutto quelle grandi, nelle metropoli tipo Roma o Napoli o
28:29anche Milano in realtà, possono esserci insomma zone urbane un po' più degradate rispetto a come
28:37dovrebbero essere. Per cui quello che abbiamo iniziato a fare già da vari anni in realtà è
28:42quello di proprio organizzarci in maniera sistematica e proprio ripulire e talvolta
28:50anche bonificare queste aree e questo ovviamente crea un sacco di benevolenza e anche di
28:57coinvolgimento da parte anche di cittadini che ci vedono semplicemente lavorare, per cui molto
29:04spesso tentano in qualche modo di dare un contributo in qualunque modo. Diciamo che il
29:10buon esempio spesso è contagioso, in qualche modo finisce per alimentare la voglia di impegnarsi,
29:17di dare il proprio contributo in chi è testimone di queste buone azioni. Tra l'altro voi avete
29:21lanciato questo progetto che anche dal titolo nasconde secondo me l'idea proprio di un discorso
29:28profondo, prendersi cura del proprio ambiente, c'è proprio il concetto dell'accudimento quasi. Perché
29:36per voi è così importante partire in questo progetto di ritorno al buonsenso dal territorio
29:44che ci ospita? Allora veramente un'ottima domanda nel senso che effettivamente ha accolto il concetto
29:52che c'è dietro. Tutte queste attività che facciamo che vanno insomma anche al di là dei semplici
29:59clean up, dietro c'è un concetto che ha a che fare con la cura, con il prendersi cura. Perché
30:09tutte queste campagne, faccio un piccolo preambolo, si sono ispirate a un libro che si chiama per
30:18l'appunto La via della felicità, scritto dall'umanitario filosofo Aaron Hubbard e all'interno
30:25di questo libro, ve lo faccio vedere, che è questo qui, qui sostanzialmente spiega
30:36esattamente come mai le persone tendono a non prendersi più cura e quindi a bistrattare aree che
30:45in realtà sono aree comuni pubbliche. Questo è perché sentono che non sono posti che gli appartengono.
30:51Quindi nel momento in cui un luogo o una casa a volte, o comunque un luogo in genere, non si sente
31:00che è proprio, si tende a non curarlo, quindi proprio ad abbandonarlo. E con progetti in cui si
31:09mira a far sì che le persone inizino poco a poco a prendersi cura di un'area che va già
31:18oltre la soglia della propria casa, questo tende effettivamente a far prendere responsabilità non
31:26solo quindi per la propria casa o la propria strada, ma anche per il proprio quartiere a volte e per
31:32la propria città. E in questo modo qua, effettivamente, parlo diciamo della mia area,
31:38che è Napoli, ma in realtà succede nelle maggiori città, tra cui anche Roma, Milano, Padova, Monza,
31:47Firenze, eccetera, nelle maggiori città italiane, ciò che succede è che effettivamente si creano
31:54in maniera proprio spontanea vari gruppi di volontari che settimanalmente, in maniera proprio
32:02diciamo regolare, si prendono cura di un'area, del proprio quartiere. E poi da lì ovviamente si
32:12inizia anche a fare altri tipi di attività come quelle che facciamo nelle scuole, quindi dei
32:18progetti di sensibilizzazione, nelle scuole medie generalmente, che piacciono veramente tanto.
32:25Ecco Pasquale, lei ha fatto riferimento al ruolo dei cittadini, no? Intanto il buon esempio come
32:32elemento contagioso che poi spinge altre persone a impegnarsi per il bene comune e d'altro canto
32:39lei faceva riferimento al problema del degrado urbano e delle città sporche. Faccio una premessa,
32:48io vivo in Lombardia, ho lavorato per tanti anni a Milano, ora lavoro a Roma, sono di origini
32:55siciliane e quando posso vado in vacanza nel meridione. Ok, quindi quello che sto per dire
33:01è scevro da ogni sospetto secondo me di anche, lo metto tra virgolette, approccio razzistico o
33:09razzista alle questioni. Il problema del degrado, io in realtà devo dire la verità, a Milano non è
33:16che lo veda tanto. Perché invece a Roma, fuori Roma non parliamone, c'è proprio questo disprezzo
33:24per l'ambiente, cioè i mucchi di spazzatura buttati lungo le vie extra cittadine, extra comunali. Io
33:35non le vedo a Milano, le vedo a Roma, le vedo insomma man mano che ci abbassiamo, che andiamo
33:42verso sud. Premesso che la qualità dei servizi spesso è molto differente, che cos'è che poi fa
33:50la differenza a livello sociale? Forse è una domanda che dovrei fare un sociologo, ma magari
33:55voi vi siete posti questo quesito? Sì, è ovvio che ce lo siamo posti, soprattutto quando ci siamo
34:01resi conto che alcune aree erano veramente degradate. In realtà la risposta l'ho vista,
34:08l'ho proprio riscontrata nei progetti con i ragazzi dagli 11 ai 13 anni, quindi delle scuole
34:15medie, nel momento in cui ad esempio, nel caso specifico, una scuola nella periferia di Napoli,
34:22una periferia insomma non proprio abbiente, per cui quello che abbiamo visto è che nello stesso
34:29cortile della scuola c'era moltissima imbondizia, la stragrande maggioranza del quale insomma era
34:36creata dai ragazzi stessi, dagli studenti, dagli alunni, che lanciavano la bottiglia d'acqua finita,
34:45la busta di patatine fuori dalla finestra e quindi finiva tutto in cortile. Quindi c'era
34:50effettivamente una grande non curanza e ovviamente nel momento in cui abbiamo fatto dei progetti
34:58tipo piantare un albero oppure ripulire proprio il proprio cortile, nel momento in cui l'hanno
35:04fatto hanno ovviamente smesso di buttare insomma cartaccio e così via. Questo perché? Perché
35:10ovviamente innanzitutto il fatto, la semplice azione di piantare un albero in realtà corrisponde
35:19al fatto di prendersi proprio cura di un essere vivente, per cui è un lavoro che un ragazzino
35:26insomma di 11 anni, di 12 anni, ha fatto, per cui inizia effettivamente a prendersene cura. Il
35:34fatto che poi pulisca anche lo stesso cortile della sua scuola contribuisce al fatto che inizia a
35:40sentire il cortile un po' più suo. A quel punto diciamo che questo fenomeno tende a, non dico
35:49svanire del tutto ma quasi, in realtà è proprio il fattore del senso di appartenenza, il fattore
35:56proprio di sentire che uno spazio, che un luogo sia comunque mio. Questo contribuisce molto. Nel
36:03momento in cui il rovescio della medaglia è che se io sento che un luogo non mi appartiene, non è
36:10mio, ovviamente tenderò ad abbandonarlo o addirittura a contribuire al degrado di quel luogo
36:16lì. Quindi questa è la risposta che io mi sono dato e sulla base di questo, chiamiamolo principio
36:24insomma, di questo pensiero abbiamo creato vari progetti che effettivamente insomma iniziano a
36:32essere soddisfacenti ma anche divertenti. Pasquale, la vostra è un'associazione che in realtà ha tante
36:40strutture gemelle in giro per il mondo e da questo punto di vista un quasi, verrebbe da dire, una
36:48buona prassi che si sta diffondendo e è un'associazione apartitica, non confessionale, laica si dice in
36:57questi casi. Mi pare di capire che sia aperta a tutti, cioè chi è che può a un certo punto scegliere
37:03di sposare i vostri progetti, di rendersi utile nell'interesse della collettività e proprio
37:08personale, visto che alla fine se si vive in un ambiente migliore si è tutti più felici. Sì,
37:14effettivamente è un'associazione non religiosa, non politica, è interamente basata proprio sul
37:21concetto del buonsenso e veramente chiunque in realtà può dare una mano insomma, può contribuire
37:29a questo tipo di iniziative e lo può fare tranquillamente contattandoci e visitando anche
37:38le nostre pagine social, in realtà siamo molto reperibili sia su Facebook che su Instagram e
37:44da lì effettivamente da lì che arrivano molti ragazzi, insomma molto spesso giovani, ma in
37:50realtà diciamo fra i nostri volontari abbiamo dai 19 ai tranquillamente 64 anni come volontari
38:00insomma e effettivamente si può partecipare a iniziative semplicemente contattandoci sui
38:06social, ovviamente una persona del Lazio può contattare le pagine social della Via della
38:14Felicità di Roma, una persona della Campania ovviamente quella di Napoli e così via, quindi
38:19effettivamente siamo abbastanza presenti. Allora questa è l'iniziativa che abbiamo voluto
38:25presentare in questa nostra puntata di Estra anche per chiudere queste trasmissioni che spesso,
38:29Pasquale lei non so se segue la nostra emittente, ma spesso quando fai l'attualità, racconti
38:34giorno per giorno, è più facile che devi parlare di brutte notizie piuttosto che di belle notizie.
38:39Una volta tanto abbiamo avuto la possibilità di raccontare un qualcosa di assolutamente nuovo
38:47per certi versi, la vostra associazione devo dire che fa quello che stanno facendo anche altre
38:51realtà del territorio, ma da cronista e da persona che ama questo paese le devo dire la verità,
38:57la cosa bella è il vedere che partendo da esperienze diverse sempre più associazioni,
39:02sempre più città sentono l'esigenza di impegnarsi, basta lamentarsi e basta,
39:07secondo me bisogna iniziare a rimboccarsi le maniche e fare qualcosa di concreto e voi lo
39:12state facendo con le iniziative che abbiamo raccontato. Pasquale Lemus grazie per essere
39:17stato con noi, naturalmente buon lavoro e speriamo di percorrerla questa via della felicità, va bene?
39:23Grazie davvero, davvero grazie. Grazie, buona serata al nostro ospite, grazie anche a voi che
39:30ci avete seguito fino a quest'ora, adesso ci sono le ultime notizie e poi la programmazione
39:34della nostra emittente prosegue. Noi ci ritroviamo domani, arrivederci.