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Trascrizione
00:00Disco Volante, il mondo della musica con Max Tamanti
00:30Ben trovati nuovamente a bordo del Disco Volante, maldissimamente condotto da me, Max Tamanti,
00:59per una nuova puntata di musica, e oggi una puntata particolare, ho già spiegato molte volte che noi vogliamo un suono negli universi, nelle classi musicali,
01:09oggi sono particolarmente entusiasta del fatto di parlare di jazz finalmente, parliamo dei vari generi musicali, abbiamo rospirato rock, jazz è una grandissima tradizione,
01:20l'italia si è giunto appunto con il dopoguerra, l'immediato dopoguerra, una tradizione molto più americana, anglosassone, però tuttavia i musicisti italiani hanno saputo recuperare bene nel tempo,
01:31se non altro anche a livello di immagini, i ricordi che avevo da bambino, per esempio quelle del grande Cerroni, che per tutti era l'uomo in ammollo,
01:41che pubblicizzava un detersivo, o Nicola Ligliano, uno dei grandissimi cantanti vocalisti italiani, che faceva il digestivo Antonetto, per cui c'è una tradizione tutto sommato abbastanza colorita,
01:54rispetto a uno stile musicale che invece è sicuramente tra i migliori, tra i più complicati soprattutto, fino ad arrivare alle nuove generazioni, Roberto Gatto, Danilo Rea, Maria Pia De Vito,
02:05ed è sempre più difficile incontrare giovani che fanno il jazz in un certo modo, soprattutto un jazz tradizionale, quello caldo, come si suol dire, quello degli anni 50, degli anni 60,
02:15e quindi oggi sono particolarmente felice di avere con me Terenzio di Cristofaro, ciao Terenzio, intanto che bel nome che hai, evocativo, che porta una tradizione,
02:27diciamo appunto l'approccio al jazz che non è una cosa tutti i giorni, come nasce questa passione?
02:34Diciamo è nata verso i 17 anni e ho iniziato, in realtà chiaramente come tutti quanti, ho iniziato a suonare la chitarra acustica, suonando le canzoni di Lucio Battisti, di Gregori,
02:49il piativo, si, i classici, e poi piano piano ho iniziato ad ascoltare un po' di blues, un po' di rock, un po' di blues, e piano piano mi sono avvicinato al jazz,
03:01e quindi ho iniziato a studiare con vari insegnanti, ho iniziato a suonicchiare qui a Roma, fino a quando mi sono segnato al conservatorio, ho fatto tutta la famosa trafina di studi,
03:17e quindi insomma il jazz è diventata la mia vita.
03:25Io credo che il jazz in qualche modo è insito, cioè o ce l'hai o non ce l'hai, non è una cosa che poi ti puoi inventare jazzista e darci una mattina, parliamo prima lo stesso,
03:34vorrei tanto poter suonare il jazz, la batteria, ma per me è inarrivabile, quindi passare insomma da soluzioni diciamo, ne parliamo prima in privato, da soluzioni in batteria,
03:45da tutta una serie di armonie precise, che poi noi abbiamo questa tradizione melodrama, quindi tutto abbastanza, ed è difficile poi.
03:54Beh sicuramente il jazz è un linguaggio, come il pop, come la musica classica, come il blues, sicuramente ci vogliono qualche nozione in più, ma in realtà è sempre una musica che ti emoziona,
04:12è difficile comunque riuscire a emozionare con tante nozioni, però come diceva Charlie Parker, studia tutto e poi quando suona dimentica tutto,
04:30quindi è una musica meravigliosa che ha bisogno sempre di ascolto, di pratica, di suonare, quotidianamente stare sullo strumento e poi in realtà è una musica che si fa insieme agli altri,
04:48chiaramente anche tutti i tipi di musica si fanno insieme agli altri, però l'impronta che dà il jazz è una fotografia istantanea di quello che sta succedendo adesso, ci sono degli schemi,
05:06ci sono dei paletti che i musicisti seguono, però è una fotografia e che ne so se suoniamo un pezzo adesso o lo suoniamo domani, già prende un'altra direzione.
05:19Il coraggio di improvvisare, di metterci molto del tuo quando interpreti, è lo scoglio più grande, riuscire a dare la propria voce, i musicisti americani in questo sono i fondatori,
05:42oltre che alle note è proprio la concezione del tuo suono, della tua voce, di essere riconoscibile e poi dal suono metterci le note, metterci lo swing, metterci il ritmo e poi è un lavoro istantaneo,
06:09dopo tante ore di pratica, come tutti i musicisti del mondo chiaramente, però è una musica meravigliosa e perlomeno per me il jazz non è un fattore stilistico, il jazz è la vita.
06:35Un sentimento è un modo di vivere, perché in questo momento siamo qui in trasmissione, però chiaramente c'è un vocabolario comune, però non sappiamo dove andremo a parare, però nello stesso tempo abbiamo questo vocabolario comune.
06:56Tradizionalmente nasce sotto una stella sbagliata, nel senso che una volta si diceva, perlomeno quando ero piccolo sentivo parlare delle prime volte di musica, si parlava di musica difficile,
07:09tant'è che i grandi musicisti di allora, penso a Bruno Birieco, a Bruno Marfino, a tanti altri, allo stesso Carosone, che hanno deviato, hanno italianizzato poi magari uno swing, perché è diventato difficile entrare poi in un mondo musicale abbastanza selettivo?
07:27Certo, sicuramente c'è da dire che il jazz non è di tradizione italiana, lui è diventato con gli anni, però è di stampo americano, quindi era la vecchia pop americana, chiamiamola così.
07:52Anche il cinema ha influito molto.
07:55Sì, infatti tutti gli standard jazz vengono tutti dalla tradizione di Broadway e queste musiche sono diventate anche colonne sonore di molti film, insomma è un grande bagaglio culturale che ci ha regalato l'America.
08:19Senti, e tu arrivi a questo disco che è un disco Sanda in Barcellona, tanto perché vieni a Barcellona e quindi lavori e studi e succede tutto lì, mi piace molto da quello che ho sentito, questa area molto calda, molto American, anni 50, è curioso che ti abbia appassionato a un periodo preciso di questa musica, di questa espressione.
08:45Diciamo che in questo disco, come hai detto tu, si chiama Sanda in Barcellona, io vivo a Barcellona da 5 anni quasi e ho cercato di racchiudere delle composizioni, sono tutte mie composizioni, che si rifanno un po' allo stile degli anni, fine anni 50, primi anni 60,
09:11quindi il periodo che si muove tra l'Hard Pop e il Jazz moderno, di base il disco è registrato a trio, quindi chitarra, Hammond e batteria e su alcune take ho chiamato un tenorista, un sax, in modo da diversificare un po' il sound.
09:34E si rifà a questo sound dei grandi classici mainstream, possiamo citare Wes Montgomery, Grant Grint, quindi mi piaceva l'idea di restare fedele alla tradizione,
10:00ma comunque cercare di portare una mia...
10:03Questo perché il periodo storico rispetto al Jazz che ami di più, che hai seguito con più passione o perché magari ti è venuto più naturale istintivamente a livello compositivo?
10:14Sicuramente è un tipo di Jazz che mi piace molto, poi mi piaceva l'idea di registrarlo, l'abbiamo fatto tutto live, non abbiamo sopra inciso niente, ci abbiamo provato insomma,
10:40Un paio di pezzi è stato buona la prima, poi ho avuto la fortuna di registrare con musicisti molto esperti, a Hammond c'è Andrea Nuzzo, un immondista di Bologna che vive da tanti anni qui a Roma, al sax tenore c'è Luca Tondena,
11:01musicista che so 20 anni che vive a Barcellona, e alla batteria Gonzalo Del Val, musicista incredibile, uno dei migliori batteristi spagnoli, ha suonato David Liedman, insomma grande esperienza.
11:17Quindi sono musicisti che hai scelto appositamente per avere questo suono?
11:21Sì, avevo un sound in testa e insieme abbiamo cercato di trovare delle soluzioni.
11:34Stacchiamo qualche secondo per la pubblicità e torniamo in studio con Sanda in Barcellona.
11:40Nuovamente in studio con Max Tamati sul disco Onante, oggi insieme abbiamo ospiti con noi Terenzio De Ristofaro, giovane musicista jazz romano, trapiantato come si dice a Barcellona, che è brutto questo termine trapiantato, vabbè comunque, che vive a Barcellona, applausi, ma perché Barcellona?
11:59Allora, ho fatto tutto il conservatorio qui a Latina, poi però erano anni che volevo fare un'esperienza all'estero e all'inizio dovevo andare a Amsterdam per fare un master,
12:21poi per tutta una serie di cose mi sono ritrovato a Barcellona, quindi feci un anno di master al conservatorio Liceo di Barcellona.
12:30Quindi sei stato a Barcellona senza contatti da solo, con la chitarra di Origen?
12:36Sì, senza sapere tra l'altro lo spagnolo, infatti se ci penso è abbastanza un kamikaze, quindi ho fatto un anno al conservatorio di Barcellona Liceo e sono rimasto a Barcellona, adesso ho quasi cinque anni che vivo là.
12:52Senti, ma hai avuto paura inizialmente, così giovane arrivi allo sbaraglio, poi l'idea di dover campare in musica?
13:00Sicuramente qualche pensiero c'è, però voler fare il musicista è stata una volontà talmente forte che mi sono imbarcato e poi per fortuna, per tutta una serie di cose.
13:28E che clima hai trovato musicalmente parlando, arrivando a Barcellona?
13:32Beh, c'è un bellissimo clima a Barcellona, devo dire che il jazz a Barcellona si suona molto, ci sono molti club, c'è tanto fermento, molti musicisti 17-16 anni che suonano jazz nei club, ma anche nei barrettini.
13:50Mazza, così giovani già, bellissimo!
13:53La scena pop-rock sta più a Madrid, dove si fanno i musical anche, a Barcellona negli ultimi anni il jazz devo dire che è…
14:06Un po' Napoli-Milano musicalmente c'è un po' questa cosa qui.
14:11E quindi c'è un bellissimo clima, rispecchia molto le persone, i spagnoli sono molto rilassati, è difficile che stanno arrabbiati.
14:28Quindi lo stress è poco frequentato.
14:30Lo stress esattamente.
14:32Beh, non è poco insomma, quindi suoni molto anche live, nel senso che questo disco avrà una coda anche a livello di un piccolo tour o qualcosa del genere, perlomeno in Spagna?
14:43Sì, sì, a marzo sarò a Valencia, adesso a gennaio una serie di concerti dentro Barcellona, fuori Barcellona, vicino Barcellona, Terrassa, sto cercando di pubblicizzarlo il più possibile.
15:03Ovviamente anche in Italia c'è un periodo estivo specialmente, rassegne, festival interessanti ci sono.
15:13Sì, infatti per quest'estate sto cercando di organizzare qualcosa, vediamo se riesco ad entrare in qualche festival, in qualche organizzazione.
15:25Sì, mi piacerebbe fare una presentazione dell'album qui a Roma, Alexander Plaza.
15:32La casa del jazz d'estate, che bella, non è male insomma.
15:38Senti, nelle composizioni c'è anche qualche idea di cantato, di definito nella forma un po' più canzone?
15:44Beh, diciamo che molti dei miei pezzi sono strutturati già dentro alcune canzoni, a livello armonico.
15:54Sì, certo.
15:57Soltanto che le melodie sono tutte originali.
16:04Cioè nel senso non escludi in futuro anche l'idea di scrivere qualche canzone, magari cantata poi da vocalist?
16:11No, no, assolutamente no. La voce è sempre un grande mezzo di comunicazione, quindi assolutamente non lo escludo.
16:22Nel mio modo di vedere la musica e di suonare cerco sempre la melodia, perché la tecnica è importante però non è perché si suona jazz, allora bisogna suonare più difficile.
16:42Perlomeno questa è la mia visione.
16:43No, no, ci siamo d'accordo. Anche se poi penso partire dalla chitarra come prima stesura armonica implica insomma qualche sforzo in più a livello di arrangimento, soprattutto a livello di tastiere, c'è una trasduzione al contrario.
17:02Assolutamente. Poi la chitarra è uno strumento abbastanza… si è usata molto nella storia del jazz, però chiaramente non è un sax, una tromba o la batteria, comunque per esempio la batteria…
17:18Ecco, in questo senso per esempio con la ritmica, è qualcosa che tu scrivi dentro di te oppure lasci libertà al batterista di suonare il groove, l'idea del tempo?
17:29Al batterista normalmente gli do una linea e dico, non so, questo tempo è un bugalù o swing e poi gli dico fai tu.
17:39Quindi molto fanno i musicisti che poi parteggiano…
17:42Sì, sì, comunque anche per me è molto più stimolante perché comunque…
17:49Però il discorso è di fare di musica insieme.
17:51Sì, esatto. Se un batterista accompagna in un determinato modo, ti dà un input, ti dà un segnale e in quel momento cerchi di rispondere al meglio possibile, insomma cercare di fare musica insieme.
18:12La scena italiana la segui?
18:14La scena italiana? Sì, la seguo, la seguo.
18:16Chi trovi interessante? Qualcuno che…
18:19Sicuramente mi piace molto Roberto Gatto, la batteria, ci sono tantissimi chitarristi giovani italiani che suonano jazz molto bravi, c'è Luca Figliola, Daniele Cordisco, ma anche trombettisti, sax…
18:42In Spagna sono conosciuti i musicisti italiani?
18:45Sì, sì, Danilo Rea, Fabrizio Bosso, Roberto Gatto…
18:51Questo è più…
18:53Sì, sì, sì, assolutamente. C'è una grande tradizione italiana di musicisti, non perché voglio tirare l'acqua al nostro mulino, però…
19:03No, no, meno male, è una cosa bella, meno male.
19:07Però l'arte in Italia è sempre stata una cosa importante, una cosa sincera e quindi poi quando uno va all'estero questa cosa un po' la vede, ecco.
19:23No, io credo che voglio dire ai nostri amici all'ascolto e anche a chi ci vedono in video, guardate Terenzio, che serenità interiore, veramente senza ansia, questo è il jazz, credetemi, proprio così, loro sono così, di un'umiltà disarmante, musicisti veri, quindi insomma, secondo me merita molto più spazio di quello che noi diamo a loro disposizione.
19:47E vorrei salutarti, aspettando di vederti nuovamente con altre cose, altre situazioni, con un tuo pezzo tratto da questo Sunday in Barcellona, che pezzo è?
19:57Il pezzo si chiama Sunday in Barcellona.
19:59Ah, è proprio quello che ha detto il track, come dicono quelli che parlano bene.
20:02Sì, sì, è il pezzo che apre l'album.
20:04Quindi ci vediamo quest'atmosfera di domenicali in Spagna.
20:07Va bene.
20:08Grazie Terenzio.
20:09Grazie a te Max.
20:10Arrivederci.
20:11Buona serata.
20:16Sottotitoli e revisione a cura di QTSS
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