Elena Basile-L'occidente e il nemico permanente

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Elena Basile
L’occidente e il nemico permanente

Crescere Informandosi, incontra Elena Basile, scrittrice con una lunga carriera diplomatica ed un passato da Ambasciatrice in Svezia e Belgio, autrice recentemente del libro, edito da PaperFIRST, dal titolo “L’occidente e il nemico permanente”.
Un’opera con un forte accento critico verso l’Occidente e gli Stati Uniti in particolare. Un’attenta analisi dei conflitti più vicini all’Europa e cioè quello in Ucraina e quello in Palestina, entrambi con un forte rischio di ulteriore escalation.
L’esperienza internazionale dell’autrice ci permette di capire meglio gli effetti di questi conflitti e di valutare al meglio i rischi a cui si sta andando incontro e le possibili soluzioni.
Che quadro emerge dalle ultime elezioni europee? Chi è il nemico permanente? Per le guerre in Ucraina ed in Palestina esiste un unico filo conduttore? Un conflitto nucleare quanto è realistico oggi? Da 1 a 10 fino a che punto l’attuale situazione non è reale ed è frutto di una sfrenata propaganda? A seguito del ridimensionamento del dollaro a quali conseguenze dovremmo assistere?
Queste e molte altre le domande e gli aspetti affrontati in questa intervista.

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Transcript
00:00Elena Basile, scrittrice con una lunga carriera
00:29diplomatica e un passato d'ambasciatrice in Svezia e Belgio, autrice recentemente del
00:36libro edito da Paper First dal titolo L'Occidente è il nemico permanente. Prima di parlare della
00:47sua opera proviamo a fare un po' il punto delle ultime elezioni europee. Che quadro emerge? Ci
00:52sarà il grande cambiamento auspicato un po' da tutti? Come valuta la nomina dell'Eston e Callas
00:59al posto di Borrella come alto rappresentante affari esteri? Buongiorno, grazie dell'invito.
01:07Cambiamento? Quale cambiamento? No, per ora le elezioni incredibilmente hanno visto una
01:18riconferma praticamente della maggioranza, sono cresciuti quelli che vengono chiamati populismi
01:27di destra e di sinistra perché tutto ciò che si oppone alla politica economica così come è stata
01:37stabilita dopo Maastricht e all'atlantismo degli ultimi tempi, l'atlantismo che secondo me
01:47comincia con la caduta dell'Unione Sovietica, tutto ciò che si oppone a questi due cardini
02:01della politica occidentale viene considerato populista e come ho spiegato mille volte da
02:07certi punti di vista è anche vero perché come si è visto col governo Meloni è difficile che un
02:15partito che riesce a coagulare il consenso con un programma contro le guerre o per una politica
02:25economica differente poi una volta al potere possa mantenere le sue promesse, quindi se per
02:31populismo si intende una posizione che non può poi essere mantenuta perché non è realistica,
02:43in effetti si tratta di populismo, però in questo modo noi ci rassegniamo una politica
02:49che è diventata gestione dell'esistente da parte dei burocrati di Bruxelles e rinuncia
02:58a un progetto riformista di trasformazione della società. Ora la Callas è un estone,
03:09è una delle più evidenti interpreti della russofobia che ormai ha infestato l'intera
03:18Europa. Prima, e lo dice un'ex ambasciatrice in Svezia, era tipica dei baltici, degli scandinavi
03:27della Polonia, ma ora in quest'Europa polacca ha praticamente infestato l'intera Europa,
03:35quindi sembra una delle tante scelte miopi dell'Unione Europea perché la Callas come
03:44Ministro degli Esteri dell'Europa non avrà nessuno spessore politico, nessuna capacità
03:52di pervenire a quelle mediazioni che per stabilizzare la frontiera orientale dell'Europa
03:59sono fondamentali. Mediazioni che forse se il Presidente Trump riesce ad arrivare vivo
04:08alle elezioni e essere eletto, mediazioni con la Russia che saranno con la direzione
04:17repubblicana più probabili. Quindi ancora una volta abbiamo un'Europa altraino, un'Europa
04:26altro che difesa europea, lo scrivevo nel mio ultimo articolo, noi ormai siamo di fronte
04:33all'europizzazione della Nato, cioè gli Stati Uniti hanno delegato all'Europa la frontiera
04:43orientale, quindi la guerra alla Russia, mentre loro con gli alleati asiatici si occupano della
04:50Cina in un mondo distopico dove invece di procedere a gestire il mondo con i vari centri
05:00di potere che stanno nascendo con un multilateralismo pluralista, invece di adottare l'unica politica
05:10estera razionale possibile, noi vediamo l'intero spazio politico mediatico europeo sostenere la
05:19divisione del mondo in blocchi e la guerra dell'Occidente alle potenze nucleari. Quindi
05:26tutto cambia perché niente cambia? In questo caso non cambia proprio niente, non so dove cambierete,
05:37con la crescita di alcuni populismi sì forse, beh io dico che ormai siamo nelle mani di Trump
05:46e di Orban, ma lo dico con sgomento perché, almeno per quel che mi riguarda, loro non sono
05:59certamente mai KPT, non avrei mai voluto opporre al fascismo delle oligarchie finanziarie, delle
06:10armi e delle energie che trovano espressione nella Ursula von der Leyen e negli altri li
06:17chiamo nani politici perché lo sono come tutte le persone che diventano esecutori,
06:24governatori nel nuovo colonialismo, nel nuovo impero statunitense, però mai avrei immaginato
06:34di dover opporre a questo fascismo che secondo me è molto più pericoloso, più radicato,
06:40un fascismo un po' più ruspante, più campagnolo rappresentato dalla destra,
06:48la destra di Trump o quella di Orban e non di lui. Vabbè, adesso passiamo alla sua opera,
06:55al suo libro, un libro di grande successo almeno fino fino ad oggi. Iniziamo col titolo,
07:03vogliamo sapere chi è il colpevole, chi è il nemico permanente. No, l'Occidente e il nemico
07:13permanente intendeva forse, non so sarebbe dovuto essere esplicitato meglio, ma di solito i titoli
07:23più sono corti e forse ermetici più destano interesse, il titolo significava che l'Occidente
07:32ha bisogno di un nemico permanente, cioè questa postura occidentale aggressiva, come spiego nella
07:40quarta parte del libro, ha fattori di potenza, quindi geopolitici, fattori economici e culturali
07:50e siamo di fronte al paradosso, abbiamo un Occidente bellicista che cerca la destabilizzazione
07:58delle aree geografiche per interessi e abbiamo le cosiddette autocrazie che sempre per interesse
08:06economico vogliono la stabilità, si pongono il problema di un nuovo multilateralismo, sono potenze
08:16emergenti che quindi non vogliono che la loro crescita economica sia bloccata dall'instabilità,
08:22dal caos e questo invece è il progetto evidente dell'Occidente che pensa in questo modo di non
08:29dover fare i conti con la sconfitta che ha avuto nel concorrere col suo rivale strategico la Cina,
08:39di cui ormai tutti riconoscono il potere tecnologico, la capacità per esempio l'industria
08:46verde cinese di produrre a prezzi che l'Occidente si sognerebbe e allora noi non volendo riconoscere
08:56questa sconfitta accusiamo la Cina di, non si capisce bene, di eccedenza di capacità come ha
09:04detto la Yellen in visita, eccedenza di capacità non significa niente perché è la legge capitalistica
09:11che cerca di produrre in grande per ottenere economie di scala. Almeno metà della sua opera
09:20è concentrata sulle due guerre a noi più vicine, quella in Ucraina e quella in Palestina. Esiste
09:28un unico filo conduttore? Sì appunto come dicevo il filo conduttore è spiegato nella quarta parte
09:36che si può dire in sintesi la militarizzazione del dollaro, quindi un Occidente che ha paura,
09:46che non accetta il suo declino economico e cerca di impedire la crescita degli avversari ma anche
09:53per fattori di potenza naturalmente anche perché purtroppo viene rispolverata un'antica cultura
10:01che dalle crociate in poi ha purtroppo fatto parte della nostra storia. I due conflitti sono
10:09esaminati spero con una certa oggettività ma con un contrasto netto alla narrativa occidentale.
10:24Questo libro nasce dal desiderio di demistificare una versione che purtroppo sta proponendo una
10:33visione religiosa del mondo per cui l'Occidente sarebbe portatore di valori etici, libertà,
10:45democrazia e perseguirebbe la pace giusta, pace giusta che sappiamo non esiste nella storia in
10:54quanto tutte le paci sono state mediazioni tra interessi geopolitici opposti come dico ormai da
11:04una vita e quindi nel momento in cui non riconosciamo gli interessi geopolitici dell'
11:11avversario e lo demonizziamo ovviamente non possiamo che cercare una supremazia militare,
11:20una vittoria militare sul campo, vittoria militare che invece mi sembra sia in Medioriente sia in
11:28Europa sia abbastanza difficile da ottenersi. Comunque nella ricostruzione che faccio sia
11:36del conflitto russo-ucraino, una ricostruzione che spero sia ben documentata attingendo una
11:43vasta letteratura a tutte fonti occidentali, cerco di dimostrare come e questo è molto blasfemo
11:52credo per tutti anche per coloro che a volte sembrano voler andare contro alla narrativa
12:01della Nato ma poi devono sempre premettere che Putin è un macellaio, che Putin ha tutte le
12:10responsabilità, che Putin ha violato il diritto internazionale, beh io in modo molto blasfemo
12:16semplicemente esaminando le logiche delle dinamiche internazionali mi sembra di capire
12:25da quello che leggo che Putin non avesse molte alternative e che quindi la guerra,
12:32prima l'annessione della Crimea, il primo atto di forza e di ribellione alla Pax americana che
12:39fa Putin e poi la stessa invasione dell'Ucraina possono essere lette come guerre preventive ma
12:46anche pre-emptive, cioè pre-emptive è un aggettivo inglese che indica prevenire un pericolo
12:56imminente, il pericolo imminente era che è evidente che gli Stati Uniti, gli angloamericani
13:02avessero già armato l'esercito ucraino, che la stessa Merkel e Hollande avessero detto come ci
13:11hanno raccontato dopo gli accordi di Minsk che erano solo un diversivo, quindi si cercava di
13:16guadagnare tempo per un attacco, una spedizione punitiva nei confronti delle regioni russofone
13:26che avrebbe poi reso ancora più difficile una qualsiasi reazione russa, quindi l'alternativa
13:33era o la desovranizzazione, la desovranizzazione, cioè una Russia che cedeva a quelli che sono i
13:42piani, erano i piani occidentali riconosciuti ormai da tutti perché addirittura c'è uno studio del
13:502019 della RAND Corporation che diceva che l'obiettivo occidentale dal 97 in poi doveva
14:01essere lo smantellamento della federazione russa in diversi state rally e quindi una
14:09desovranizzazione, cioè non ci sarebbe più stata la Russia come c'è stata storicamente e questo
14:15naturalmente non ha fin di bene e per il trionfo della democrazia del mondo ma per ragioni di
14:22potenza, per le risorse, le materie prime e le tante risorse di cui la federazione russa dispone,
14:30per cui questo lo voglio sottolineare mille volte, Putin che è andato al potere con due obiettivi
14:37fondamentali, l'inserimento, la ricostruzione economica di un paese che Yeltsin aveva lasciato
14:44in ginocchio e una sovranità riconquistata della Russia per la prima volta nel 2014 si rende conto
14:54che non può più conciliare le due cose e che se vuole restare nella governance euroatlantica e
15:01chinare la testa alla pace americana deve rinunciare alla sovranità e questo dilemma
15:08terribile ha implicato le scelte della Russia ma non credo di Putin, io credo che qualsiasi
15:15altro dirigente russo non avrebbe avuto molti altri via d'uscita e soprattutto se teniamo
15:24conto del fatto che dal 2007 in poi la Russia ha cercato di risolvere diplomaticamente in un
15:34continuo appello all'Occidente quelli che erano i problemi geopolitici. Ambasciatrice, se si
15:42arrivasse a una guerra nucleare o in Ucraina o in Palestina non si potrà più parlare di chi ha
15:51torto o chi ha ragione e neppure di pacifisti e guerrafondai perché gli effetti saranno
15:57disastrosi per tutti, ma un conflitto nucleare quanto è realistico oggi? Io non credo che si
16:09arriverà a un conflitto nucleare perché in effetti la Russia sta vincendo. Da nessun parte? Né dalla
16:18parte russa, né dalla parte israeliana, araba? No, anche in Medio Oriente non credo che il rischio
16:29c'è, cioè una cosa è dire che questo conflitto nucleare è stato messo in conto, altra cosa è
16:37dire che esiste un rischio perché ci può essere un escalation che scappa di mano. Comunque se
16:45guardiamo la frontiera orientale per esempio, io vedrei un rischio molto forte se la Russia stesse
16:53perdendo sul campo perché è nella dottrina militare russa che se, questa è una guerra
17:00esistenziale, l'abbiamo detto mille volte, cioè la stessa Russia come è stata finora storicamente
17:06intesa potrebbe essere sotto attacco dalla Nato e quindi cessare di esistere. In quel momento la
17:17Russia si ribellerebbe e potrebbe sganciare delle bombe tattiche nucleari. Io credo che lo farebbe
17:24sull'Ucraina, non esattamente sui sui paesi europei come prima tappa e dubito che i paesi
17:38europei risponderebbero subito per controlla la Russia, per colpire la Russia perché in questo
17:47modo metterebbero a repentaglio la stessa propria sopravvivenza. In questo Orsini ha ragione, voglio
17:55dire addirittura nonostante la Nato non si può essere certi che in caso di guerra nucleare di
18:02cui noi faremo naturalmente, supporteremo i costi maggiori, che l'America entra in guerra per salvare
18:11l'Europa perché se entra in guerra per salvare l'Europa mette naturalmente a repentaglio la
18:17propria sicurezza. Per cui io credo che per ora si usa ancora il nucleare come deterrenza,
18:26però naturalmente voler mettere dei missili, dei lanciamissili nucleari in Germania rappresenta
18:36un'escalation che non si era mai vista prima e alla quale non si risponderà con la prudenza,
18:44ma si risponderà con una maggiore escalation come del resto la Russia sta facendo cercando
18:50di minacciare gli Stati Uniti dai territori attivi, cioè ritorniamo alla crisi di Cuba.
18:55Nel suo libro lei ha fatto un parallelo guerra in Ucraina e fine della globalizzazione. È sicura
19:05della loro stretta correlazione come scrive nella sua opera? Cioè la globalizzazione è
19:11realmente finita oppure si è solo modificata in alcuni punti? Ed ancora, qualora sia realmente
19:18finita non ritiene che la causa sia da attribuire più a questioni legate ad aspetti democratici
19:25o di declino del mondo occidentale piuttosto che alla guerra in Ucraina?
19:30Dunque bisogna guardare a due aspetti. C'è un aspetto puramente economico che viene
19:43descritto, ripeto, nella quarta parte del libro molto a fondo e che ora sintetizzerei
19:49semplicemente dicendo che c'è stata una capitalizzazione, cioè che i flussi di
19:56capitale come è norma nel capitalismo stanno man mano abbandonando l'Occidente e stanno
20:04trovando un nuovo rifugio nella Cina e quindi il grande problema della globalizzazione è che se
20:14l'Occidente continua a commerciare e investire con la Cina, la Cina è ormai diventato un rivale
20:24strategico importante e dominante dal punto di vista tecnologico e quindi l'ossessione
20:33occidentale che questi flussi di capitale possano ormai essere utilizzati per acquisire
20:41assetti industriali occidentali e per determinare la fine del dollaro, quindi è un po' un problema,
20:51la globalizzazione è legato al rapporto tra creditori e debitori, la Cina e la Russia sono
20:58potenze del surplus, del resto anche l'Europa, perciò l'Europa non ha gli stessi interessi
21:04degli Stati Uniti, mentre il debito americano è tale che gli Stati Uniti stanno tentando di
21:11riversare sull'Europa e sul resto del mondo le loro contraddizioni, questa è una dinamica a sé.
21:19Quello che volevo dire con la guerra in Ucraina è che noi abbiamo vissuto sempre in un mondo in cui
21:26l'economia ha fondamentalmente dominato, noi abbiamo sempre creduto che, abbiamo creduto
21:36perché erano i pilastri di Schmidt, quindi libero commercio, investimenti, la logica economica porta
21:47maggiore ricchezza e alla fasce, questo è stato il pilastro del capitalismo, oggi di fronte alla
21:56solita opinione pubblica che sembra, sto parlando proprio dello spazio mediatico naturalmente che
22:06poi indottrina l'opinione pubblica, senza che minimamente si riveli la contraddizione,
22:15noi siamo arrivati a ben altre logiche, è la politica che stabilisce se dobbiamo investire
22:22in Russia o no, è la politica che stabilisce se Taiwan può vendere i semiconduttori e quindi
22:31la globalizzazione da questo punto di vista con la divisione del mondo in blocchi, gli amici e
22:39i nemici sta terminando, è pur vero che la catena dei valori è così interlacciata tra
22:47Cina e Stati Uniti che sarà difficile uscire completamente dalla globalizzazione, però
22:56certamente le sanzioni economiche, il sequestro di fondi russi e la postura occidentale tutta
23:07basata oggi sul protezionismo e sulla negazione della concorrenza, purtroppo stanno smantellando
23:22un patrimonio materiale ma anche immateriale di idee, di tradizioni, di fede capitalistica,
23:34senza che nessuno riveli la contraddizione. In un'altra intervista dicevo, in un articolo non
23:42ricordo, dicevo mi piacerebbe ascoltare Mario Monti, perché vedete Mario Monti è stato uno
23:48dei dei santi che hanno difeso la concorrenza, noi abbiamo avuto ancora il mito del mercato unico
23:58della concorrenza in Europa e quindi conoscevamo a mena dito quali erano i lati positivi della
24:06concorrenza. Oggi l'America si protegge dalla competizione cinese affermando di voler salvaguardare
24:15l'occupazione, affermando di volerlo fare per per guarire l'economia americana, ma in realtà è
24:26l'opposto perché non accettare la concorrenza significa non accettare quelle parti non
24:36produttive della propria economia che infatti perdono nella competizione strategica con la
24:45Cina e quindi significa importare inflazione e quindi significa creare maggiore disoccupazione
24:52nel futuro e i vari difensori del mondo capitalistico, della concorrenza, delle
25:01liberalizzazioni, quante volte l'Italia è stata messa sotto accusa perché non c'è concorrenza,
25:07persino D'Alema diceva un'agenda liberale in Italia è importante, ma perché? Perché ci rendevamo
25:13conto che c'erano dei problemi dell'economia italiana che erano anche legate alla mancanza
25:22di concorrenza, oggi invece nessuno dice questo della postura protezionistica nei confronti della
25:28Cina. In una parte del libro lei fa riferimento a Martin Eden, il protagonista del romanzo di
25:37Jack London, e scrive la realtà è inventata di sana pianta dai giochi delle classi al potere e
25:45quindi affronta il tema della propaganda. Da 1 a 10 fino a che punto l'attuale situazione non è
25:53reale ed è frutto di una sfrenata propaganda? Purtroppo io credo un numero molto alto, vedete
26:02Martin Eden è un personaggio tragico di Jack London, quindi diciamo che questo problema nel
26:10mondo c'è sempre stato, Martin Eden lo sappiamo tutti qual è la storia, è uno scrittore che
26:17insegue il sogno di poter scrivere ed essere apprezzato e rinuncia tutto alla sua vita,
26:25al suo amore, a tutto per questa missione, vuole scrivere ed essere apprezzato. Nel momento in cui
26:32diventa uno scrittore apprezzato si rende conto che è diventato tale per fenomeni assolutamente
26:40aleatorie, questo non dice niente sul suo valore di scrittore. Allora noi possiamo nel nostro mondo
26:50la propaganda, io direi dalla fine della guerra fredda, il soft power occidentale è diventato
27:00sempre maggiore, la proprietà dei media occidentali è chiara e evidente e oggi c'è una
27:09tale concentrazione di media e della società dell'1%, una tale osmosi tra giornalisti, media
27:21e le oligarchie finanziarie, dell'energia, delle armi e quindi lo spazio politico che
27:28che esprime una certa narrativa che tutto è diventato abbastanza falso. Nella guerra in
27:37Ucraina lo si vede chiaramente ma poco fa stavo leggendo un articolo molto interessante che
27:43ricordava Timisoara, la strage di Timisoara che poi che fu uno degli elementi che portò poi alla
27:56caduta di Ceausescu, come insomma varie volte l'occidente ha costruito delle stragi ad hoc per
28:07giustificare i propri interventi, le armi di distruzione di massa in Iraq, ma io credo che
28:15anche le bombe a Belgrado fu costruita ad hoc una strage che poi non è stata mai provata,
28:25anzi è stata smentita dai fatti e purtroppo io non voglio dire che il 7 ottobre non c'è stato
28:34un massacro della gioventù ebraica, per carità c'è stato, però anche sul 7 ottobre è stata
28:41richiesta un'inchiesta indipendente internazionale che Israele non ha mai accettato ovviamente e sono
28:53sicure che quell'ingigantimento degli atti atroci, bambini decapitati eccetera mi ricordo
29:03nella trasmissione Paolo Mieli e il Mite Kazzul, la trasmissione con la Gruber, entrambi parlavano
29:13di questa barbarie terribile, i ragazzini decapitati, tanto è vero che io reagì e dissi ma vogliamo
29:19star qui a paragonare se è più brutale decapitare un bambino o spararli in testa, insomma sono argomenti
29:26giustificate. E' stata chiara ambascia dice, mi perdoni quali conseguenze dovremmo aspettarci dal
29:32continuo ormai ridimensionamento del dollaro come moneta principe a livello mondiale. Ma guardi
29:40qui ci sono diverse teorie, io andrei cauta su questo, è vero che ormai la Cina che voleva
29:47essere abbastanza prudente dopo il sequestro dei fondi russi, insomma si è convinta sempre di più
29:59la Cina, il BRICS e ormai il sud globale che intorno alla Cina gira, si è convinto che questo
30:09processo deve essere accelerato per quanto possibile, noi già abbiamo due banche asiatiche,
30:15già abbiamo degli scambi che avvengono in moneta locale e non col dollaro, ora siccome il dollaro
30:23è una moneta fiduciaria, nel senso che non è stato sganciato dall'oro e non è veramente un
30:33indice della ricchezza reale, è possibile che questo elemento fiduciario che viene meno può
30:39accelerare le cose. Altri invece insistono sul fatto che in effetti il processo sarà molto più
30:47lento e che la stessa Cina non ha alcuna intenzione di sostituire il dollaro con l'yuan,
30:53ma semplicemente vuole sganciarsi dalla possibilità di restare completamente nelle
31:04mani determinate rivaulse politiche, cioè dalla militarizzazione del dollaro. Rapidamente,
31:12ho solo un minuto, progetti per il futuro? Innanzitutto voi sapete che io scrivo di
31:20narrativa, allora progetto per il futuro di politica internazionale che Paper First mi
31:25ha chiesto un nuovo libro di politica internazionale, quindi forse sarà pubblicato
31:32l'anno prossimo, ma ora a settembre, siccome io continuo a scrivere di narrativa, sarà pubblicato
31:38un libro di racconti, Frammenti di Bruxelles, con l'editore Sandro Teti e questi frammenti di
31:46Bruxelles sono dei racconti civili oltre che esistenziali, quindi ci sono dei ritratti di
31:57persone umane, però c'è anche una critica alle istituzioni brussellesi, io parlo del Parlamento
32:04europeo, della vita di ambasciate, del mosaico brussellese, sperando di essere riuscita anche a
32:13creare dei tipi umani, dei personaggi teneri, come è mia ambizione fare. Però che qualcuno mi
32:21leggesse, ma è possibile che il libro di politica internazionale vende 6.000 copie, 6.000, 3.000
32:30edizioni in una settimana e ora sono arrivata a 6.000 copie, e i miei libri di letteratura poche
32:38centinaia eppure dei critici importanti mi hanno sempre complimentato, quindi non dovrebbero
32:48essere di così bassa levatura, quindi chiedo ai miei fan, visto che ce ne sono molti, di leggere
32:54qualche libro, poi se non gli piace dicono, l'ambasciatrice scrive di politica internazionale,
32:59però si dì a Lippi che la letteratura non è per lei.

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