Più di cinquant'anni di musica e almeno due carriere. In questi ultimi cinquant'anni (il suo primo disco, Mu, è del 1972, mentre l'ormai leggendario Anima ha festeggiato mezzo secolo nel 2024) Riccardo Cocciante si è costruito una strada tutta per sé. Da un lato, infatti, ha portato avanti la sua traiettoria come cantautore amatissimo in Italia e Francia, ma anche in moltissime nazioni del mondo. Poi, ha anche inaugurato una nuova via grazie a Notre Dame de Paris, vera opera popolare capace di fare innamorare 13 milioni di persone nel mondo. Nel nostro Paese, in particolare, sono stati oltre 4,5 milioni gli spettatori in quasi 25 anni; l'anniversario dalla prima in Italia, infatti, arriverà nel 2027 (ma tornerà nei teatri del nostro Paese già da febbraio 2026, qui gli appuntamenti).
Insomma: una storia incredibile quella di Riccardo Cocciante che ieri, martedì 18 marzo, si è esibito per la sua quinta e ultima data al TAM Teatro Arcimboldi Milano. I suoi prossimi appuntamenti dal vivo? Il 10 maggio al Teatro Politeama Rossetti di Trieste, il 13 maggio all'Arena di Verona, il 6 e l'8 giugno alle Terme di Caracalla, a Roma. Infine il 12 luglio al Lucca Summer Festival. Noi lo abbiamo raggiunto proprio sul palcoscenico del TAM, a poche ore dal suo ultimo concerto milanese. E ci siamo fatti raccontare i momenti più emozionanti e più imporanti di questa sua vita in musica.
Ci ha infatti raccontato: «La musica mi ha invaso. Mi ha completato. Ero molto introverso, la parola non era il mio forte. Quindi il canto è diventata la cosa più importante per me. Un modo per esprimermi». Aggiungendo poi: «Un artista non sceglie certe volte quello che deve fare, ma è, nasce così. In fondo diventa una benedizione, ma anche una maledizione. Devi continuare. Non hai scelta. È così per sempre. Un artista rimane sul palco fino alla fine della sua vita. La star, forse, può andare in pensione, ma non è il caso mio».
Insomma: una storia incredibile quella di Riccardo Cocciante che ieri, martedì 18 marzo, si è esibito per la sua quinta e ultima data al TAM Teatro Arcimboldi Milano. I suoi prossimi appuntamenti dal vivo? Il 10 maggio al Teatro Politeama Rossetti di Trieste, il 13 maggio all'Arena di Verona, il 6 e l'8 giugno alle Terme di Caracalla, a Roma. Infine il 12 luglio al Lucca Summer Festival. Noi lo abbiamo raggiunto proprio sul palcoscenico del TAM, a poche ore dal suo ultimo concerto milanese. E ci siamo fatti raccontare i momenti più emozionanti e più imporanti di questa sua vita in musica.
Ci ha infatti raccontato: «La musica mi ha invaso. Mi ha completato. Ero molto introverso, la parola non era il mio forte. Quindi il canto è diventata la cosa più importante per me. Un modo per esprimermi». Aggiungendo poi: «Un artista non sceglie certe volte quello che deve fare, ma è, nasce così. In fondo diventa una benedizione, ma anche una maledizione. Devi continuare. Non hai scelta. È così per sempre. Un artista rimane sul palco fino alla fine della sua vita. La star, forse, può andare in pensione, ma non è il caso mio».
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NovitàTrascrizione
00:00Benvenuto Riccardo Cocciante su Stein Magazine, siamo qui sul palcoscenico del teatro degli
00:05Arcimboldi e tra poche ore tornerà proprio qui per l'ultima delle 5 date qua a Milano.
00:10Come si vive l'attesa di un concerto?
00:13Beh, io sono molto teso sempre, passano gli anni e sempre di più, sempre di più e questo
00:20da sempre.
00:21Quando ho cominciato la direttura chiedevo, c'era qualcuno in giro e mi chiedevano dammi
00:26uno schiaffo perché dovevo assolutamente reagire.
00:30Passa il tempo e si può pensare che un artista possa scordare questo tipo di ansia, ma io
00:38non ce la faccio.
00:39Facendo un passo indietro ha raccontato che ai suoi inizi era molto introverso e che la
00:44musica l'ha aiutata ad esprimere ciò che pensava, ciò che viveva, c'è stato un momento
00:51in cui si è accorto che avrebbe potuto mettere da parte quella timidezza?
00:55Ma la musica mi ha invaso, mi ha venuto sopra di me, mi ha completato perché in fondo sì
01:06ero molto introverso, ero inchiuso e la parola per me non era il mio forte e quindi il canto
01:15è diventato la cosa più importante per me, è diventato un modo di esprimermi e l'ho
01:22accorto perché un artista non sceglie certe volte quello che deve fare, nasce così, che
01:31in fondo diventa una benedizione ma anche una maledizione perché alla fine devi per
01:36forza continuare, non hai scelta, è così per sempre e un artista rimane sul palco infatti
01:45fino alla fine della vita, la star forse può andare via, può prendere in pensione, ma
01:50non è il caso mio.
01:52Ha raccontato che Bella Senzanima era stata quasi una ribellione per lei, una ribellione
01:57contro l'imposizione di cantare come si deve, questo era stato detto, l'hai più capitato
02:04di prendere delle scelte con questo animo, tra virgolette, ribelle?
02:09Guarda, le mie canzoni sono allegoriche, quindi Bella Senzanima non ha niente contro le donne,
02:16invece no, è veramente un grido di, non direi di ribellione, quasi per sentirmi vivo, per
02:27sentirmi esistente, Bella Senzanima mi ha dato la possibilità di dire ascoltatemi,
02:36canto diversamente da tutti quelli che voi sentite in giro, però è una mia espressione
02:41personale e la voglio rivendicare e ci tengo, non cerco di limare questa mia maniera, sono
02:49così, mi piace così, mi piace questo fatto rudo, roccioso certe volte, che hanno i neri,
02:59che io adoro il loro modo di cantare, amo molto questa maniera di esprimere col grido
03:06quello che hanno dentro, in fondo rovesciano i parametri, lo trovo bellissimo, ecco, solo
03:13che all'epoca non si faceva così, il cantante era più diciamo per un po' piacere alla gente
03:18oppure un po' più tardi per fare delle canzoni politiche, cosa che non ho mai fatto,
03:27sono sempre basato sulle cose della vita, per descriverle.
03:32L'ho appena dichiarato, le sue canzoni sono allegoriche, qualche tempo fa aveva anche detto
03:38che lo sono al 90%, oggi c'è qualcuno che nella musica lo fa?
03:42Non so, io so che nella musica francese c'è, ci sono delle persone che diciamo cantano un
03:51fatto allegorico, ma in Italia c'è molta concretezza dall'inizio, è molto concreto
03:59il loro discorso, sembra che ogni canzone debba essere fatta per qualcuno, dedicata
04:07a qualcuno, invece si possono descrivere delle cose interiore, io posso immaginare un quadro
04:14di non surrealismo, del impressionismo, dove lì in fondo non descrive quello che c'è
04:26sul quadro, descrive quello che c'è dietro, ecco io ho sempre fatto così, ho sempre pensato
04:31che bisognava esprimere le cose remote e alla fine la gente capisce queste cose.
04:40In passato ha anche messo in musica Le Petits Prince di Antoine de Saint-Exupery e da fuori
04:46sembra che lei mantenga sempre un dialogo molto sincero con il suo bambino interiore,
04:52è così?
04:53E nel caso come si fa?
04:56C'è proprio Le Petits Prince che è allegorico completamente, è una storia che è buona
05:04per i bambini ma è molto seria in fondo, io amo molto questo tipo di discorso in cui
05:14ha diverse maniere di introdursi nelle persone, l'importante è dire delle cose che alla
05:23fine sono le cose che noi abbiamo ma non sappiamo dirle, l'allegoria permette e permette
05:33non so alla Fontaine o a Esopo di dire delle cose più dure, più aspre, però con una
05:41modalità più piacevole.
05:43La sua opera popolare, tradotta in nuove lingue, Notre Dame de Paris, non si ferma mai e tra
05:50l'altro tornerà a febbraio 2026 e quando è arrivata l'idea, in realtà il genere
05:56sembrava non funzionare, come ha fatto Notre Dame a superare tutte le barriere che poi
06:03in corso degli anni ha superato?
06:04Allora l'idea mi era data l'autore del testo che è Luc Plamodon, mi ha proposto
06:13questo argomento e sentendo questo argomento, ho sentito Victor Hugo, mi sono detto bisogna
06:21essere all'altezza, Victor Hugo e poi la sua scrittura è una scrittura forte, potente,
06:28non bisogna essere sotto questo tipo di lettura, però bisogna essere moderni allo stesso tempo.
06:36Ora quello che ci ha fatto iniziare è proprio la musica, perché Luc Plamodon ha sentito
06:47delle arie che aveva messo da parte, che sono poi diventate le canzoni più importanti di
06:53Notre Dame de Paris, non so, il tempo delle catedrali, Belle, ne dico dieci così, quando
07:01ha sentito c'è stato un declic, c'è stato subito una voglia di lavorare sopra e lui
07:10mi ha proposto, io ho fatto sentire le prime note di Belle, ho scritto le prime cose e
07:17da lì ho scattato tutto.
07:18Bene, cos'è l'importanza di Notre Dame de Paris?
07:24Prima l'argomento è bellissimo perché descrive la difficoltà di vivere per chi non è inserito
07:33in un contesto, questo ce l'abbiamo con Quasimodo ovviamente, l'abbiamo anche con Esmeralda,
07:41anche con i sans papiers, gli esclusi, con tutti, alla fine descrive questo e la cosa
07:51importante era trovare il modo, diciamo, attuale pur essendo avere un piede nel passato
08:03e qui c'è stato un equilibrio bellissimo perché abbiamo deciso di fare delle canzoni
08:07prima di tutto, non delle arie o dei recitativi infiniti, delle vere canzoni, infatti ce ne
08:14sono tantissime in Notre Dame, metterle vicine e raccontare una storia.
08:22L'arrangiamento o la composizione è sempre stato umbilico fra il passato e il presente,
08:29c'è sempre stato un tipo di arrangiamento che si avvicinasse a oggi e qualche volta
08:34qualche cosa che viene anche dal medioevo, questa cosa crea un'idea di intemporaneità
08:44dove non si sa più dove si è, passato, presente, futuro, non si sa, sono anche vestiti
08:50nel modo che non sono esattamente dell'epoca, sono in mezzo a tutto, questo ha creato una
09:02cosa che non c'era nel mondo, il fatto di descrivere in un modo leggero una cosa profonda
09:12e dura come questa storia di Vittorio Ego.
09:15La sua canzone era già tutto previsto, è tornata in cima alle classifiche dopo che
09:21è stata inserita nella corona sonora dell'ultimo film di Sorrentino, Partenope, che effetto
09:26le ha fatto vedere questa nuova vita del brano?
09:29Io amo la nuova vita delle canzoni, sono le cose più belle secondo me, i regali che mi
09:34fanno sono bellissimi, non so, ha avuto il regalo con Celestina Nostalgia che è tornata
09:39oppure Rino Gaetano quando fa A mano a mano, oppure Laura Pausini quando fa Io canto, questa
09:48canzone che esisteva da tanto tempo, che io facevo sempre in concerto, però ha ripreso
09:53valore grazie a questo film, è la storia delle canzoni, non devono morire, la cosa
10:01importante è che devono essere cantate da qualsiasi persona, ma devono esistere, devono
10:07diventare quasi, il mio nome quasi deve sparire a un certo momento, perché è la
10:12canzone più importante di me.
10:14Dopo Milano porterà Io Riccardo Cocciante anche a Trieste, all'Arena di Verona, alle
10:19Terme di Caracalla, al Lucca Summer Festival e ad altre che si aggiungeranno, cosa dobbiamo
10:24aspettarci da questi live speciali?
10:27La continuità, il fatto di rifare questi concerti magari aggiungendo qualche canzone,
10:34ogni concerto sarà diverso, ma uguale, comunque cosa posso dire di più, dire di me, il concerto
10:44è un racconto di se stesso, è un racconto delle piccole schegge di vita, cantate, raccontate
10:51al pubblico e farò questo per sempre.