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Nella sua storia, New York ha visto di tutto, ma una protesta così accesa dentro la Trump Tower è una novità. Oltre 120 manifestanti pro-Palestina hanno occupato la hall del grattacielo sulla Fifth Avenue, alzando cartelli e scandendo slogan per chiedere la liberazione di Mahmoud Khalil, giovane attivista detenuto in Louisiana. La polizia di New York è intervenuta rapidamente, arrestando 98 persone. Tra loro, un nome noto, quello dell'attrice Debra Winger.

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Debra Winger in prima linea per la Palestina: arrestata alla Trump Tower
Tre volte candidata all’Oscar per film come Ufficiale e gentiluomo, Voglia di tenerezza e Il tè nel deserto, Debra Winger non è nuova all’attivismo politico, ma il suo arresto alla Trump Tower ha comunque fatto scalpore. Da anni impegnata in battaglie sociali e politiche, l’attrice ha deciso di unirsi alla protesta organizzata da Jewish Voice for Peace, un gruppo di ebrei americani che si oppone al sostegno militare a Israele. La sua presenza e il suo fermo hanno amplificato la risonanza dell’evento, attirando l’attenzione dei media internazionali.

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Chi è Mahmoud Khalil e perché divide l’America
Mahmoud Khalil, studente di origine palestinese, è una delle voci più forti delle proteste filo-palestinesi alla Columbia University. Arrestato sabato 8 marzo su ordine diretto di Donald Trump, è accusato di rappresentare un «pericolo per la sicurezza nazionale». Khalil ha una green card, ma rischia l’espulsione dagli Stati Uniti. Il suo caso è diventato simbolo di una battaglia più grande: quella sulla libertà di espressione nei campus universitari, che l’amministrazione Trump ha promesso di reprimere con fermezza.

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La Trump Tower come teatro della protesta pro-Palestina
La manifestazione ha visto centinaia di persone riempire la hall con striscioni bianchi e scritte come «Combattete i nazisti, non gli studenti» e «Non potete deportare un movimento». «Liberate Mahmoud Khalil, liberate la Palestina!», hanno gridato i manifestanti prima che la polizia intervenisse per sgomberare la zona.

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La Casa Bianca difende l’arresto di Khalil e degli altri manifestanti, parlando di una «lotta necessaria contro l’antisemitismo». Ma molte organizzazioni per i diritti civili contestano questa narrativa, denunciando una criminalizzazione del dissenso. Dopo l’arresto di Khalil, la Columbia University ha espulso e sospeso diversi studenti coinvolti nelle proteste dello scorso anno, revocando persino alcuni titoli di studio.

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