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SportTrascrizione
00:00Amiche ed amici di Bike Channel, appassionati di ciclismo e di letture a pedali, un saluto
00:21da Pietro Pisaneschi e bentornati ad una nuova puntata di Ciclo Stile.
00:26Oggi parliamo di Giro d'Italia, ma in maniera molto particolare perché andiamo a presentare
00:32il Giro d'Italia illustrato, edito da Quinto Quarto e scritto da Albano Marcarini. Gino
00:41Cervi, che è tornato a trovarci, ciao Gino, è illustrato da 2Bros Creative. Detto tutto giusto,
00:48rispettando i ruoli. Esatto, grazie Pietro. E' rivenuto a parlare qua a Bike Channel a
00:53Ciclo Stile di Marco Pantani, del Diario Collettivo, che tra l'altro, bene ricordarlo,
01:00è stato anche uno dei libri selezionati per il premio Gianni Mura. Copertina Rosa,
01:07come questo Giro d'Italia illustrato, e d'altro canto la Corsa Rosa, pretende che venga rispettato
01:12il colore del giornale che fin dal 1909 organizza la Corsa. Ricordo a tutti che la puntata con Gino
01:22Cervi dedicata a Marco Pantani e il Diario Collettivo, l'ultima volta che se n'è andato
01:27a Pantani, potete trovarla sul nostro sito di Bike Channel, così come tutte le puntate di Ciclo
01:33Stile. Giro d'Italia illustrato, a chi è diretto questo libro? Perché sono venuto ad un tuo
01:40firmacope e ho visto che piaceva a grandi e piccini, quindi non è un libro per bambini,
01:46diciamolo subito. Sì, non è un libro necessariamente ed esclusivamente per bambini
01:51ma per ragazzi. È un po' la caratteristica di questo piccolo editore romagnolo di Brisighella,
01:56si chiamano Quinto Quarto, loro lavorano tantissimo con prodotti che divulgano e
02:01quindi hanno questo aspetto di diffusione dei contenuti di diverso genere, culturale e di
02:11diversi ambiti culturali. Hanno chiesto ad Albano e da me, e abbiamo poi insieme scelto
02:17Luca e Andrea Martini, che sono i due fratelli vicentini che si nascondono dietro il nome
02:23artistico di Two Brothers Creative, di raccontare in un modo, direi un po' originale, la lunghissima
02:30storia del Giro d'Italia, per far accedere questi contenuti a chi non necessariamente è uno
02:38specialista o un tifoso o un grande esperto di ciclismo e di Giro d'Italia in particolare,
02:44ma che possa essere catturato dalla bellezza e dalla singolarità delle immagini, dei disegni,
02:49dei colori, perché Luca e Andrea sono dei giovanissimi e davvero particolari illustratori,
02:59hanno uno stile molto riconoscibile, molto essenziale, molto giovane, molto fresco,
03:03sono oltretutto dei bravissimi ciclisti, perché hanno un bellissimo sito, pagina Instagram,
03:09che si chiama Gravellate e sono dei grandi esperti di fuoristrada, e raccontano la loro
03:15esperienza di viaggio attraverso questo segno fresco, colorato, essenziale, che raggiunge
03:20evidentemente un pubblico diverso da quello a cui apparteniamo io e d'Albano, quindi abbiamo
03:25mischiato le generazioni, come se volessimo davvero tirare un trade union tra passioni
03:33che attraversano i tempi, le esperienze, le anagrafiche, e possono davvero raccontare un
03:41po' tutti questa fantastica macchina di storie che da 120 anni è il giro d'Italia.
03:47Sì, infatti è subito riconoscibile, è, lo vediamo anche, un'esplosione di colori,
03:53non solo il rosa, ma si passa veramente a raccontare 120 anni di storia con anche le
04:01maglie classiche, si parla un po' di tutto all'interno del libro. Quinto quarto, un nome
04:09particolare perché richiama insomma il mondo culinario, no? Il quinto quarto sono le parti
04:16meno nobili degli animali, ma ad esempio i toscani sono maestri nel lavorarli e farli
04:22diventare uno degli street food più ricercati anche in Italia. Si parla del giro a 360 gradi,
04:31le grandi rivalità per un'infarinatura generale, ma io ho trovato anche che è molto utile,
04:39ad esempio ci sono anche dei dettagli su come funziona la scia, tanto per dire. Sì,
04:44abbiamo cercato di approcciare all'argomento nel modo più enciclopedico e divulgativo,
04:50partendo, non dando per scontato troppo, e quindi siamo partiti proprio dalle origini,
04:55come nasce storicamente il giro d'Italia, quale sono proprio, qual è stato il motore primario che
05:00ha fatto sì che la Gazzetta dello Sport decidesse nel 1909 di avviare questa lunga avventura e
05:08quindi i primi protagonisti e le prime caratteristiche, quindi mischiamo l'aspetto storico,
05:13narrativo, leggendario anche a un'esposizione il più possibile appunto leggera e incuriosente
05:23degli elementi portanti del giro, quindi come si disegna un giro, chi sono i responsabili che
05:29si occupano appunto di tracciare nel tempo, nella storia, attualmente il percorso del giro
05:36d'Italia, quali sono appunto, come un ciclista, in particolar modo una squadra, si prepara alle tre
05:43settimane di giro, come viene organizzata all'interno dell'insieme, del team, l'organizzazione appunto
05:52della corsa e quindi si parla di alimentazione, di preparazione, tutto appunto raccontato con
05:58questa essenziale commissione tra parola scritta e appunto io ed Albano siamo stati gli autori,
06:05ma altrettanto essenziale direi quasi di più, ancora più incisiva rappresentazione figurativa,
06:12a volte molto ironica perché non sempre è come dire la relazione tra testo immagini e didascalica,
06:20spesso Luca ed Andrea hanno, a tutti gli effetti sono autori, hanno interpretato in un modo
06:26originale e non scontato i contenuti che io ed Albano raccontavamo. Infatti guarda, proprio per
06:34raccontare gli eventi, le rivalità e anche ciò che appunto sta dietro alla Corsa Rosa,
06:41aprendo a caso, a me piace tantissimo il racconto, anche dal punto di vista illustrato, della tappa
06:50famosa di Gavia 88, addirittura spunta qua uno Yeti e il ciclista o corridore, che dir si voglia,
06:56si trasforma in sciatore. Ed hanno preso spunto appunto, c'è una piccola sezione proprio di tipo
07:03storico leggendario, abbiamo scelto le tappe più famose, quelle che hanno segnato davvero la storia
07:10e forse anche la mitologia del Giro d'Italia, quindi c'è ovviamente la tappa dei Gavia dell'88,
07:14quando i tifosi, sorpresi da una tragenda terribile, dovessero adattarsi, in alcuni casi
07:22i direttori sportivi saccheggiarono i negozi di abbigliamento sportivo, peraltro appunto,
07:28essendo maggio, probabilmente forse non so cosa abbiamo trovato, ma insomma corridori che sono
07:31scesi poi giù verso Bormio vestendo dei guantoni de sci. Luca Andrea ha interpretato in modo molto
07:37ironico e leggero questo evento, così come ad esempio hanno interpretato la tappa più lunga,
07:44ma anche la fuga più lunga del Giro d'Italia, era il 1914, era la Lucca-Roma, 430 chilometri,
07:52una fuga strepitosa di Lauro Bordin, mi stava venendo Gelindo Bordin, ma era un altro tipo di
07:59maratoneta. Beh, tanto di chilometri sciroppati si parla. Sicuramente, però ahimè, Lauro Bordin
08:06fece questa fuga di oltre 300 chilometri, ma poi non ce la fece ad arrivare al traguardo di Roma,
08:11ma molto serenamente, dopo aver accumulato all'epoca tre quarti d'ora di fuga, il gruppo si
08:18svegliò e lo prese poco dopo Orvieto, lui però tranquillamente si sedette ad un'osteria e li
08:23guardò passare e poi riprese il percorso ed arrivò comunque entro a tempo massimo e portando poi a
08:30casa il risultato di essere arrivato alla fine del Giro. Sì, la scelta sia delle rivalità sia
08:39degli eventi attraggono sia chi non conosce o non mastica tutti i giorni il ciclismo o il Giro
08:47d'Italia, ma io penso proprio anche ai bambini che vogliono avvicinarsi a questa incredibile
08:52storia, perché appunto il racconto di una fuga di un corridore che si ferma a mangiare vede passare
09:00il Giro in tutta tranquillità , oppure per l'appunto Gavi88 con i corridori sorpresi sotto la tormenta
09:08di neve, oppure si può raccontare anche una rivalità come quella tra Mosère e Saronni come
09:13un duello western, di fatto erano gli sceriffi di quel periodo Gino. Sì, ci siamo proprio ispirati
09:19al soprannome degli sceriffi, cioè di quella specie di grandi capi all'interno della comunitÃ
09:25del gruppo, non succedeva nulla che loro non volessero o perlomeno che non volesse uno o
09:30l'altro, spesso quello che voleva l'uno era quello che non corrispondeva all'altro e quindi era un
09:35far west italiano negli anni Ottanta, molto enfatizzato, forse anche reso molto leggendario,
09:43vorrei anche dire un po' provinciale, nel senso che nello scorcio dei primi anni Ottanta Mosère e
09:51Saronni se la suonavano esclusivamente in Italia, raramente mettevano il naso fuori, in particolare
09:58Saronni, ma insomma Mosère fece un bellissimo esordio al turno, alla metà degli anni 70,
10:04ma poi decise di giocare tutte le sue cartucce, forse anche per ragioni commerciali o forse di
10:10convenienza anche. Beh, si racconta che di fatto lo sponsor della sua squadra, la del Tongo,
10:15gradisse che corresse in Italia dove si vendeva di più ecco. E a proposito di questo c'è una
10:21pagina dedicata a Mosè, qualche pagina in più, dedicata proprio al connubio tra la storia del
10:26Giro d'Italia e l'importanza commerciale del Giro all'interno della promozione pubblicitaria
10:33dei prodotti. Le maglie e gli sponsor? Sì, le maglie e gli sponsor. Si racconta appunto che fino
10:38a un certo punto gli sponsor erano, come si diceva, del settore, erano le squadre corsa,
10:43che erano dei grandi produttori di ciclette che allestivano una squadra per poter rendere,
10:50fare pubblicità ai propri prodotti. A partire dagli anni 50, grazie a quella straordinaria
10:55intuizione di quel genio, oltre che atletico, anche impreditoriale, che era Fiorenzo Magni,
11:02la sponsorizzazione cominciò ad accogliere anche prodotti che non c'entravano col ciclismo. A
11:07partire dalla Nivea, che abbinandosi con la Fuchs, la Nivea prodotti cosmetici,
11:11fu la prima, la prima marca che si associò a una squadra ciclistica. E da lì in poi arrivarono
11:18i gelati, le cucine, i blue jeans, le caffettiere, soprattutto le macchine per caffè, che hanno una
11:25grande tradizione. Poi, ai giorni nostri, qualcosa di ancora più immateriale che possono
11:29essere appunto le telecomunicazioni, i telefonini, le cucine componibili, le macchine da caffè,
11:36tutto quanto. Una delle mie immagini, o meglio, disegni preferiti, è questa. Alfonsina a strada
11:42con i baffi. O Alfonsin, perché inizialmente, al Giro d'Italia, raccontiamo la storia,
11:48al Giro d'Italia del 1924, cento anni fa, al Via si presentò questo corridore indipendente che
11:57nessuno aveva mai sentito nominare, Alfonsin a strada, numero, se non erro, 72. E tutti si
12:04guardano dicendo, ma chi è questo? Ben presto scoprirono che era una questa, ovvero l'unica
12:09donna di un'importanza strepitosa, anche per tutto quello che adesso è il ciclismo femminile,
12:15l'unica donna ad aver partecipato a un Giro d'Italia con gli uomini, ovvero Alfonsina a strada,
12:21o meglio, Morini in strada, da Castelfranco Emilia, se non erro. Era stato un escamotaggio un po'
12:28maldestro, nel senso che Alfonsina a strada non era una ciclista sconosciuta, aveva, pur nelle
12:33difficoltà di un ciclismo femminile ancora molto più che pionieristico, quasi, come dire, era una
12:40dimensione quasi esclusivamente circense. Le donne correvano soprattutto in pista,
12:46ma in esibizioni collaterali ad altre gare, forse neanche addirittura le gare maschili,
12:51ma proprio ad esibizioni un po' fieristiche. Però Alfonsina, che era già una signora di una
12:57giornalera, una giovincella, in quel Giro d'Italia venne iscritta un po', come dire, di nascosto dagli
13:04organizzatori che avevano il problema di dover attirare l'attenzione del pubblico, perché in
13:09quell'anno c'era stata una frattura, un litigio tra le grandi marche e le grandi squadre che,
13:15non mettendosi d'accordo sull'ingaggio con gli organizzatori, decisero di disertare il Giro
13:19d'Italia. E quindi, per attirare l'attenzione del pubblico, si inventarono la partecipazione
13:24di una donna, mascherandola all'inizio, infatti nell'ordine di partenza c'è questo Alfonsina,
13:28l'ho tolto, ho fatto una sillaba finale, ma subito dopo venne, tra virgolette, smascherata,
13:33e divenne davvero, venne adottata, al di là delle battute ovviamente molto sessiste e anche
13:43delle opinioni che giravano intorno a lei, ma di fatto il pubblico l'ha adotto subito. Tant'è
13:48vero che Alfonsina Strada ricevette delle sottoscrizioni importanti che le consentirono
13:52anche di portare avanti, in quanto indipendente, la sua impresa. Ci fu una sollevazione popolare
13:57quando in una tappa arrivò Fuoritempo Massimo, però tutti quanti si dissero no, non è possibile,
14:03riammettiamola. Infatti finì il Giro d'Italia, a differenza di molti altri colleghi maschi che
14:08non portarono a termine la corsa. Sì, fu Emilio Colombo a permettere a Alfonsina Strada di finire
14:14il Giro d'Italia, seppur fuori classifica, e i corridori indipendenti avevano il terrore che
14:21il giorno dopo sulla gazzetta il loro nome apparisse dopo quello di Alfonsina Strada,
14:26quindi sostanzialmente si lottava per non arrivare ultimi veramente, più che per vincerlo il Giro
14:30d'Italia. Grandissima donna, grandissima atleta anche, perché ha terminato, non arrivando ultima,
14:37due giri di Lombardia, che è un'altra corsa durissima. Il 1948 un poeta che si chiama Alfonso
14:44Gatto viene inviato da un quotidiano a commentare il Giro d'Italia. Un giorno guardando il gruppo
14:50scrive son tutti gialli, verdi, celesti, vermigli, i girini della carovana, facciamone un bel mazzo
14:56come se fossero tutti fiori campestri e appuntiamoli sul petto della primavera. Questa l'hai scelta tu.
15:02Ti ho riconosciuto subito. Non ci voleva molto perché appunto il Giro d'Italia ha accolto
15:08talmente tante grandi firme letterarie. Questa fotografia, anzi questo disegno di Alfonso Gatto
15:18rimane ben stampato nella memoria. Come Alfonso Gatto in quegli anni il Giro lo seguiva Pratolini,
15:26lo seguiva Dino Buzzati, lo seguì qualche anno dopo Anna Maria Ortese, oltre poi ai giornalisti
15:30che scrivevano non la cronaca ma il cosiddetto colore, quindi Montanelli, Enzo Biaggi. Negli
15:42anni trenta c'era un esperimento curiosissimo, Achille Campanile che era uno straordinario
15:48scrittore umorista degli anni trenta, di grandissimo successo popolare, si inventò Battista
15:54al Giro d'Italia inventandosi questa maggiordomo che doveva rincorrere sul proprio padrone che
16:01correva al Giro e quindi lui doveva cercare di seguirlo per portarsi in servizio al suo datore
16:08di lavoro e da lì si scatenano appunto a metà tra cronaca vera perché Achille Campanile fa
16:12riferimento a quello che davvero succede al Giro d'Italia e all'invenzione comica e bizzarra di
16:19quella grande penna dell'umorismo italiano. Tu hai accennato al fatto che grandissimi scrittori
16:26hanno partecipato al Giro d'Italia, hanno raccontato alla loro maniera, non so se hai citato anche Dino
16:32Buzzati per quanto riguarda il Giro, questa grande manifestazione popolare, tu ogni anno torni al
16:39Giro, percepisci ancora questa grande festa nazional popolare che è il Giro d'Italia,
16:48nonostante la magnificenza dell'evento o adesso delle corse ciclistiche? Ma direi di sì che c'è
16:54ancora un tessuto popolare, il Giro continua e continuerà ad essere, il ciclismo in generale,
16:59il Giro in particolare, ad essere uno sport che va incontro la gente perché appunto si svolge per
17:06le strade e quindi cambiano il modo di raccontare, di percepire forse l'avvenimento sportivo ma
17:16questa passione è una specie di grande festa provinciale che lega, forse non si arriva ai
17:24livelli di festa collettiva che continua ad essere il Tour de France, veramente i francesi si
17:30fermano a domaggiare come se fosse la festa patronale il tour che passa, in Italia forse
17:37un po' meno, direi che però per dire nel centro-sud c'è ancora una grande fame di ciclismo
17:45che passa e continua ad essere appunto uno sport di territorio, forse meno urbano, tant'è vero che
17:55appunto le molte polemiche sul fatto che il Giro, a differenza del Tour, non ha un arrivo fisso e
18:02magnificente come l'eccezione era lo scorso Parigi perché non poteva ospitare di via poco l'arrivo
18:08del Tour e la partenza delle Olimpiadi, però di fatto il Giro cambia spesso, ovviamente cambia
18:14la partenza e non vorrei entrare nell'argomento da dove parte quest'anno il Giro, però cambia
18:20spesso anche la città di arrivo nonostante Milano sia ancora la città che detiene il maggior numero
18:27di volte in cui il Giro è partito ed è arrivato. E infatti lo scrivi anche o lo scrivete meglio
18:34qua dentro visto che c'è una piccola anche parte statistica delle città , della tappa più lunga,
18:42delle vittorie di tappa, quindi ecco chiunque è veramente un libro oltre ad essere, ripeto,
18:49un'esplosione di colori, simpatico dal punto di vista delle illustrazioni che catturano subito
18:58l'attenzione, è molto utile perché di fatto se non ti ricordi qualcosa puoi subito andare
19:04a controllare e hai anche, ecco, ti rimane in mente con l'immagine. Sì, sì, l'immagine gioca
19:10davvero un ruolo decisivo, infatti questo libro non sarebbe lo stesso. Ecco, si chiude anche con
19:16un alfabeto. Esatto, infatti era la domanda che volevo fare perché tu hai la passione smodata
19:22per gli alfabeti. Però mi viene da dire che c'è stata questa felice combinazione tra il segno,
19:30il colore, l'immaginazione dei Two Brothers Creative e le parole mie e di Albano. Ecco,
19:37ad esempio abbiamo deciso di dare alla sezione strada un ruolo importante di protagonista e
19:44qua la introduciamo in questo modo. Se il giro fosse una sinfonia, le strade sarebbero lo
19:49spartito e i corridori l'orchestra che lo interpretano. A volte suonano tutti insieme,
19:54ma spesso sono i solisti a dare il timbro alla corsa e allora un violoncello inizia una fuga,
19:59il primo violino sale leggero sui tornanti di un passo di montagna, la vittoria di uno
20:03sprinter assomiglia a uno squilo di tromba nel crescendo di ottoni e percussioni di una volata.
20:09Quindi ci siamo anche divertiti a dare un po' un approccio e un taglio favoristico per catturare
20:17l'attenzione anche di chi appunto non è scaltro e queste storie non le ha sentite aiosa e quindi
20:24le ascolta per la prima volta e si sorprende a capire quanto davvero il Giro d'Italia continua
20:30ad essere una macchina di storie che funziona ancora meravigliosa. Si si percepisce che vi
20:35siete divertiti quando scrivete il colpo di Reni non è una malattia nella parte in cui descrivete
20:41le volate e i velocisti, la macchina di storia. Ho notato anche che c'è una continua ricerca di
20:50non tanto alternare ma proprio unire e fondere il presente e il passato, non solo nei disegni.
20:58No no è vero è così, il ciclismo rischia un po' questo pericolo di essere uno sport che
21:07paradossalmente è un'arma a doppio taglio perché è davvero uno sport che vive dalla
21:12propria storia. Anche ciclisti contemporanei ovviamente non tutti quelli più giovani però
21:17sono molto consapevoli della strada che dietro di loro è stata percorsa e quindi è più facile
21:23che un campione attuale sappia la storia di Coppi o di Merckx o di Gimondi o anche dei ciclisti
21:32più più recenti, dei Contador, di Indurain, di quanto probabilmente un campione del calcio
21:38attuale sappia di Gigi Riva o di Peppino Meazza o di Craif o di Maradona. E questo è un senso
21:44come dire di appartenenza a una tradizione. L'arma a doppio taglio che spesso questa tradizione si
21:49trasforma in nostalgia, si trasforma in qualcosa, ma era meglio prima, vuoi mettere i campioni di
21:55un tempo che avevano le biciclette più pesanti, le strade più difficili, adesso Binda salterebbe
22:03la polvere a Pogacar e c'è un po' questo compiacimento nel tempo andato dove sono le
22:12dove sono le nevi di un tempo per citare una famosa poesia. Ecco questo è un po' un rischio
22:19perché in effetti il ciclismo continua ad essere invece uno sport con le radici e ben ben radicato
22:26nel mondo contemporaneo e quindi se vogliamo appassionare le nuove generazioni non possiamo
22:31continuare a pensare di far riferimento a tempi andati e a miti lontani. Viviamo fortunatamente
22:38in un'epoca in cui il ciclismo è tornato ad essere divertentissimo, imprevedibile, avventuroso
22:43grazie all'interpretazione di campioni straordinari e quindi è bello parlare anche
22:50del presente e spesso farlo dialogare con il passato ma senza quell'aura un po' troppo
22:55nostalgica di chi rimpiange fondamentalmente la propria giovinezza oppure i tempi andati.
23:02Il mazzo di fiori è uno dei racconti nella sezione alle ultime pagine sulle storie più
23:09curiose del giro. Devo dire la verità io questa non la conoscevo. Giro 1933. Entrano
23:17nella carovana i veicoli pubblicitari e nell'attesa degli arrivi ci si diverte con la corsa dei
23:22camerieri indetta dalla ditta San Pellegrino. 500 metri di corsa in perfetta tenuta da sala
23:28con il vassoio carico di bottiglie e bicchieri da tenere in equilibrio. Sul piano agonistico
23:33l'invincibile Binda trova sulle sue ruote il mantovano le arco guerra, la locomotiva umana,
23:39non è un duello fra gentili uomini. All'arrivo della sesta tappa a Roma il 12 maggio sotto una
23:44grandinata che trasforma la pista di Villa Gori in un pantano i due vengono a contatto. Guerra
23:50cade rovinosamente a terra e riprende coscienza in ospedale. I tifosi di guerra numerosi nella
23:55capitale accusano Binda dell'incidente assediandolo per ore con ingiurie e minacce. Una popolana di
24:02trastevere, viene già da ridere, pone fine all'aressa allontanando a strattoni più fascinorosi.
24:07Sono a tifosa de Binda, sbraita e infuriata, ermazzo de fiori, mica lo posso buttà . Successo
24:13davvero? Sì, ma sono quelle piccole spigolature, questa l'ha trovata Albano Marcherini, che rendono
24:19appunto estremamente popolare il ciclismo e rendono popolare, e l'abbiamo raccontato appunto
24:23in quel capitolo dedicato alle grandi sfide, i duelli, duelli in questo caso tra Binda e Guerra,
24:30due corridori straordinari, coltani, anche se divisi da un décalage di anni perché Guerra arriva ad
24:37essere campione professionista quando Binda ha già vinto quasi tutto, è un campione tardivo e si
24:44dividono il pubblico perché Binda è il calcolatore, il freddo stratega, quello che non butta una goccia
24:52di sudore. Il grande antipatico. Sì, o perlomeno sì. Veniva sovrannominato anche a Carlin Bergoglio.
24:59Esatto, mentre Guerra era l'impetuoso Guerra, l'istintivo, quello che partiva in fuga e poi
25:05magari finiva l'energia prima e quindi si perdeva, però era amatissimo dai tifosi, era molto più
25:13popolare e quindi spesso succedeva che c'erano all'arrivo queste schermaglie, queste baruffe,
25:19in questo caso a metterlo a fine c'è questa popolana. Che vuole giustamente consegnare il
25:25mazzo di Fiori a Binda. Tu Gina hai scritto veramente di tutto, io devo dire la verità mi
25:30perdo con le tue pubblicazioni, tra i libri che corri, tra i libri che scrivi, quasi sempre in
25:36compagnia. Sono un scrittore gregario, quindi sono scrittore e mi piace appunto correre in gruppo. No,
25:43è vero, a volte i libri mi scappano, non è che mi scappano dalle mani, però sono libri spesso
25:51come dire un po' ambiziosi e quindi è difficile farli da soli. In questo caso però il gioco è
25:57stato estremamente stimolante perché appunto c'era anche da raccontare non soltanto con le
26:03parole, io ed Albano avevamo fatto già altri libri assieme. Però è il primo illustrato che fai? Sì,
26:09il primo illustrato in questo modo. Anni fa ho scritto un alfabeto a falstocopi, anche in questo
26:16caso con un altro coautore che Giovanni Battistuzzi e con un illustratore Riccardo Guasco,
26:23che però ha dato delle immagini alle lettere. Sì, invitiamo a recuperarlo perché era un gioiellino.
26:31Se non erro lo pubblicasti nel centenario dell'anno. Sì, nel 2019. E' veramente un
26:36gioiellino perché falstocopi dal punto di vista illustrato appare fuso con le lettere. Sì,
26:43ma questa è la maestria di Riccardo Guasco. Però al di là di questo sì, mi piace lavorare in team,
26:50non escludo che però presto arriveranno delle fughe solitarie. Ok, quindi in chiusura di questa
27:00puntata di Ciclostile ci lasci con... aspettiamo e chiaramente noi saremo pronti ad accoglierti con
27:08la tua nuova creatura letteraria quando sarà . Albano Marcarini, Gino Cervi che è tornato qua
27:15a farci compagnia, illustrazioni di Tube Ross Creative, Il Giro d'Italia illustrato,
27:21edito da Quinto Quarto, adatto per tutti. Grandi bambini appassionati o non di ciclismo. Grazie
27:28mille Gino di essere stato nuovamente con noi qua a Ciclostile. Grazie a te Pietro. E a tutti
27:33voi chiaramente buona lettura. Buona lettura.