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SportTrascrizione
00:00Amiche ed amici di Bike Channel, appassionati di ciclismo e di letture sui pedali, benvenuti
00:21ad una nuova puntata di Ciclostile, le parole del ciclismo, la rubrica di bike che si occupa
00:27di libri sul mondo della bicicletta a 360 gradi. Oggi parliamo di un romanzo, un romanzo
00:33molto particolare dal titolo Pedali e catene di Alessio Klinker Mischianti, edito da ULTRA
00:41e per parlare di questo libro abbiamo ovviamente con noi l'autore. Ciao Alessio, benvenuto.
00:46Ciao Pietro. Klinker, che significa? Non bastava solo Alessio Mischianti? Bisognava
00:52metterci anche lo pseudonimo, il soprannome? Diciamo è un ominiolo che deriva dalla mia
00:58origine Umbra, suonato su un paesino medievale tra due cementifici sostanzialmente. Klinker è
01:07proprio il nucleo primordiale del cemento che proprio ispira tutto quello che scrivo e quindi
01:13anche in questo libro, benché parla di ciclismo, e appunto anche lì comunque confluisce questa
01:21quest'aria un po' cementificata della provincia perugina. Sì, è l'aria che si respira, poi
01:29parleremo dettagliatamente. Molto rarefatta, quasi pietrificata, che deriva anche dalle pietre
01:35medievali dei paesi in cui sono cresciuto, in cui ho anche pedalato, in cui sono cresciuto
01:40ciclisticamente. Ecco, non proprio l'ideale per pedalare, no? L'aria è fondamentale, invece crea
01:47corridori di cemento proprio, resistenti a tutte le insidie che può presentare la vita, non solo
01:55del corridore ma in generale. Pedali a catere, una storia di doping, dichiarazione di intenti
02:00importante. Esatto, esatto, sì, è il libro forte, che comunque diciamo il libro definirei coraggioso
02:07sostanzialmente, che la storia di doping, diciamo, è un doping, non è il libro che cominta, tra l'altro
02:17ho scritto anche la nota finale che esplica tutto questo, diciamo, non è il libro, magari come altri,
02:22il libro di inchiesta o il libro di denuncia, ma è il libro che tratta il doping in maniera, hanno
02:28scritto anche un articolo su questo, in maniera culturale, diciamo, sia come cultura del doping in
02:34cui, diciamo, il bimbo che cresce da ciclista, da sei anni ciclista e si sviluppa così, diventa,
02:41fondamentalmente arriva al professionismo e c'è tutta quella cultura lì, ma è anche un doping
02:47visto non solo come sostanza, ma anche proprio come doping emozionale, come doping genitoriale,
02:55come doping appunto intellettuale, psicologico e anche psichiatrico sostanzialmente, ecco,
03:03è un libro secondo me abbastanza unico nel suo genere, per questo è stato anche apprezzato,
03:09anzi grazie ai lettori, per non solo appunto il discorso ciclistico, ma anche per discorsi
03:17appunto psicologici, interiori, insomma, un libro abbastanza pesante, sotto tanti punti di vista,
03:26ma non nella lettura che è abbastanza, molto anche poetico, sostanzialmente, è un libro anche,
03:31io l'ho trovato nella lettura molto leggero, molto fresco, scorre benissimo, è relativamente breve,
03:38però devo dire che sei riuscito in 130 pagine a condensare tutto ciò che è il ciclismo giovanile,
03:48cioè tutto ciò che è il ciclismo partendo da una passione di bambino, trasmessa dai genitori,
03:56e su questo aspetto voglio tornare tra poco, fino al salto poco prima di passare professionista.
04:04Tu hai accennato alla nota finale, se sei d'accordo, io ne leggerei un pezzo, perché secondo me
04:09identifica bene che cos'è questo libro, che ricordo, ribadisco, è un romanzo, però tu scrivi,
04:15è una sorta di confessione plenaria di chi ha subito questo mondo, di chi se ne è anche liberato,
04:23vorrei preservare intatta tutta l'ipocrisia del mondo del ciclismo, che significa?
04:28Diciamo che la chiave è un po' ironica, io scrivo così, scrivo cose pesanti,
04:36ma spesso anche in chiave ironica per alleggerirla, tant'è che nel libro ci sono
04:40tanti passaggi quasi violenti che definirei, che però magari ho sempre calmierato con il mio stile.
04:46È un po' pulp come il libro, devo essere sincero.
04:50Io scrivo così, io scrivo da sempre tra l'altro, anche quando ero ciclista già da
04:54junior e scusi, ho scritto i primi racconti, le prime poesie, quindi insomma sono stato sempre
04:59un ciclista tipico, infatti tanti, quando ho pubblicato questo libro, mi hanno scritto tanti
05:03ex compagni, avversari, così completamente stupiti dal fatto che scrivessi, che magari
05:09l'hanno letto e ho detto cavolo, si legge benissimo, anche gente che non ha mai letto il libro,
05:13è stato veramente emozionante. Tornando al discorso dell'ipocrisia,
05:19appunto diciamo di primo acchito anche il sottotitolo è molto diretto, però di primo
05:30impatto tanti magari pensano che è quel classico libro che vuole sparlare di tutti.
05:37Anche il sottotitolo è stato messo un po' in modo provocatorio, però proprio per parlare
05:48appunto del tema in maniera diversa, in maniera anche più a 360 gradi e scrivo quella nota
05:53finale un po' per non mettere le mani avanti, però per spiegare un po' alle persone,
06:00ai lettori, a evitare anche fraintendimenti. L'ipocrisia è una mia frecciatina un po',
06:05il mondo del ciclismo, ma il mondo generale. Io credo che l'ipocrisia è un po' il valore
06:11tra regolette che contraddistingue l'essere umano. Nel ciclismo come in tutto il resto,
06:16come nel mondo del lavoro o in qualsiasi altro mondo è sicuramente il pilastro della società
06:22odierna, ma della società di sempre. Io ho l'intento mio, io scrivo da sempre
06:29perché il mio intento è proprio quello di mettere in evidenza l'ipocrisia, però senza
06:34stare a fare appunto denunce perché lascio che il mondo faccia il soccorso, insomma,
06:39come io ho pagato tutte le conseguenze dell'ipocrisia, insomma, mi sono assunto le mie responsabilità,
06:46però non per questo sto lì a dire tutto malato. Io sono il primo che segue le tue
06:51cronache, seguo le gare, dopo magari in periodo un po' di allontanamento, però ora, insomma,
06:59sono veramente riconciliato col mondo del ciclismo anche grazie a questo libro e lo
07:04seguo malgrado tutto, insomma. Io infatti ho una storia di doping, ma io
07:09l'ho trovata anche una storia d'amore e come tutte le storie d'amore ha momenti
07:13belli, momenti anche brutti, momenti tremendi, momenti violenti purtroppo, però alla fine
07:20adesso secondo me in questo libro tu trasmetti, anche tu ancora hai l'amore, ecco, io vorrei
07:27che tu raccontassi un po' la tua storia, perché scrittore, poeta, ma prima ancora possiamo dire
07:36una promessa del ciclismo? Voglio usare questo termine un po' forte, ma secondo me è vero,
07:41perché basta vedere l'albo d'oro tuo da dilettante. Sì, diciamo la mia storia parte appunto da quando
07:48ero piccolo, parte appunto dalle telecronache, parte da quegli estati passati sul divano con
07:57mio padre quando avevo 4 o 5 anni a guardare il tour de France, infatti racconto vari aneddoti,
08:03c'è anche una poesia dedicata al pirata Marco Pantani. E tu anche Armstrong, c'è un passaggio
08:10dove tu parli di Armstrong, il periodo è quello? Esatto, il periodo è quello perché avevo appunto
08:166, 5, 6 anni, 7 insomma, e ho iniziato le prime gare proprio alla prima gara disponibile con
08:22metà, 6 anni, si chiamava forse ancora G1, i giovanissimi insomma, e da lì è partito tutto,
08:30è partito però dalla passione di mio padre che tuttora è ciclamatore, che mi ha trasmesso il
08:39ciclismo non solo come passione, ma proprio come un vero e proprio dogma, diciamo come l'unica
08:45soluzione nella vita, cioè pedalare come risoluzione, come realizzazione, ma anche
08:51risoluzione dei problemi. Ecco questo secondo me è un passaggio fondamentale del libro perché
08:57il rapporto con i genitori è un po' la chiave di lettura, che anche quella confluisce nell'amore,
09:03che si ritrova nei genitori, si ritrova nell'amore con la fidanzata che descrivo,
09:09che mi ha accompagnato un po' fino alla chiusura del libro, e questo è Alessio Klinker, nel senso
09:17ciclista che ho vinto tante gare da piccolo, poi anche lì con l'età dello sviluppo ci sono stati
09:23vari intoppi, cadute disastrose direi, considera che ho tutti i denti ricostruiti, cicatrici
09:29dovunque, ha 14-15 anni. Quello è tuo perché nel libro, nella nota finale, è importante,
09:38tu in questo libro mischi tante storie che hai sentito, che hai vissuto, che ti hanno raccontato,
09:45non è solo la storia di Alessio Klinker mischianti, ma è una sorta di tutte le storie raccolte in un
09:52libro, fai un mix, però quella è tua? Sì, diciamo che è come se tante vite riconvergessero
09:59della mia, quindi diciamo i passaggi più forti è la mia storia, prettamente autobiografico,
10:05poi diciamo, linea di massima, ho ricostruito vari elementi di tanti altri amici, compagni,
10:11nemici, genitori e è venuto fuori il romanzo, diciamo, ecco, quindi sì la caduta è la mia,
10:21i denti rotti sono i miei, tutte le ossa rotte sono le mie, dopodiché appunto anche lì tutto
10:28il pericolo anche del ciclismo che però anche lì davanti alla passione non si ferma e quindi ci
10:36si rialza sempre e alla fine appunto ritornano la crescita, la maturazione, le vittorie e diciamo
10:45le porte del professionismo che si aprono, tutti i compromessi e tutta la malattia fondamentalmente,
10:51sia mia che del mondo, ecco. Infatti quando il gioco comincia a farsi duro subentra e nel libro
11:00si legge il protagonista deve necessariamente affrontare quello che poi è il sottotitolo del
11:05libro ovvero una storia di doping. C'è questo racconto di questo casolare isolato, di questi
11:10metodi barbari perché siringhe nascoste nei frigoriferi, appunto nei sottoscala, appostamenti
11:22in macchina in posti sperduti, fai un disegno veramente agghiacciante della situazione.
11:30Sì questo è, questo è. Non è che hai calcato un po' la mano? Guarda, mi ha scritto qualche
11:37tarantinesca. No, purtroppo no, guarda tra l'altro mi ha scritto l'altro giorno un ex ciclista che
11:44non conosco, che c'ha qualche anno più di me, che ha corso nei direttanti. Ecco ricordiamo scusare
11:48adesso una cosa, non c'è un nome in questo libro. Nessun nome, neanche il mio. Forse l'unica è
11:53della ragazza. La ragazza, Francesca. Francesca, poi non c'è nessun altro nome. Volutamente così,
11:59ma non tanto per… Che è anche difficile tra l'altro, complimenti, scrivere un libro senza
12:03usare un nome. Ma è il mio metodo molto intimista, nel senso che proprio parlo da dentro, quindi
12:08qualche volta faccio a meno anche dei personaggi, quindi in realtà il mio spediente letterario non
12:13è tanto per non fare nomi o eccetera, avrei potuto tranquillamente inventare nomi, però è proprio
12:19un racconto totalmente intimo, quindi è come se parlassi con la mia, l'ho definito un flusso di
12:24coscienza. E' così. Tornando al discorso che dicevi delle siringhe nascoste, appunto,
12:33mi ha scritto un ex ciclista, dilettante qualche giorno fa dicendomi che addirittura avevo scritto…
12:41cioè potevo fare di peggio, nel senso potevo scrivere ancora di peggio, che non lo conoscevo,
12:47però nel senso, questa appunto è una storia plenaria perché mi ha scritto veramente tantissima
12:51gente, ma tantissima che non conoscevo dicendomi grazie per aver scritto questo libro perché si
12:58sono ritrovati in tutto quello che ho scritto, tanti anche già nell'infanzia, quindi in quell'ansia
13:03vissuta un po' che è l'indoping che nasce, nasce dalle proiezioni degli adulti sui propri figli,
13:11su questi sogni, su questi desideri a volte addirittura indesiderabili che trovano sostanza,
13:18trovano proiezione e realizzazione proprio in questi piccoli bambini che non sanno neanche come
13:24si pedalano, questi genitori che li tengono, questi genitori che urlano ai lati di questi
13:29circolini, che litigano, si picchiano, si menano, infatti nelle mie presentazioni dico sempre sta
13:39cosa che mi è venuta dal cuore, sempre in chiavi ironiche, però io se fossi tipo ministro dello
13:45sport abolirei la presenza dei genitori negli sport dei figli, questo lo dico un po' ironico,
13:52però tanti mi hanno applaudito sempre, i genitori stessi, perché secondo me è un tema veramente,
13:58infatti descrivo molto anche questo tema più che psicologico, proprio psichiatrico,
14:02perché poi ho sofferto e ne soffro ancora di tutta questa ansia che cresce, che all'inizio
14:10erano attacchi d'asma, poi ho scoperto che erano in realtà attacchi di panico, ma già da bambino,
14:16già a 8, 9, 10 anni, proprio perché quando vedevo che non riuscivo a far contenti i miei,
14:25ma non che mio padre me frustasse, però in quelle cose molto quasi implicite o comunque
14:32quando vedi lui che è felice quando tu vinci, quando vedi la felicità dei genitori riflessa
14:38nei trofei, che si specchia nei trofei che vinci tu per loro, ecco questo è un po' il tema che poi
14:44ti porti dietro tutta la vita e da qui nasce anche l'insicurezza, nasce anche la patologia e nasce
14:52il compromesso e nasce il doping sostanzialmente, il doping nasce da quando sei piccolo, quello che
14:57intendo io. Ti faccio una domanda un po' forte, il sogno di diventare ciclista era tuo o era di
15:05suo padre? E alla fine sei stato tu che dovevi realizzare il sogno, possiamo dire mancato,
15:12di suo padre? Beh diciamo che sì, al netto di tutto ho capito che era il sogno sicuramente di
15:20mio padre, io però nascendo in una famiglia in cui si guardava, infatti mi stupivo sempre quando
15:25andavo a casa dei amici o fidanzate o amiche, che andavo a cena e vedevo i genitori, guardavano
15:34la tv, guardavano magari il terrigiornale, io mi stupivo. Perché non guardano ciclismo? Sì,
15:40a casa mia c'era la diretta oppure la differita, all'epoca c'erano ancora i VHS, registrava al
15:48giro di Lussemburgo. Quando il presente è stopposo friggiamo il mito, come diceva Gianni Mura,
15:55quindi dentro una vecchia tappa. Sì esatto, poi erano anche epoche d'oro, quell'età che parlo io,
16:01comunque appunto c'era Pantani, c'era Armstrong, Ulrich, insomma soprattutto con Pantani erano
16:06periodi magici, con tutti gli equilibri contro di quel periodo. Però sì, poi quando è diventato
16:15un problema, quando il ciclismo, la passione è diventata malattia, come scrivo, ho capito
16:25proprio lucidamente dopo mille sofferenze e anni di sofferenza che avevo sempre sognato i sogni di
16:33qualcun altro. Infatti, io sono di quelli che sottolinea i libri in maniera brutale, hai messo
16:41da parte tutto, hai abbandonato la scuola, hai abbandonato l'adolescenza per vivere una vita
16:47parallela fatta di sacrifici. Ciclismo uguale sacrificio. È arrivato il momento in cui tu non
16:53ne potevi veramente più e quando te ne sei accorto? Allora, il sacrificio non è che mi ha mai pesato
17:02più di tanto, perché io sono stato sempre molto diciamo proiettato nell'obiettivo, anche se poi
17:10era di mio parere, era un casino, però ero lì, insomma, non è che mi è mai dispiaciuto la fatica
17:17o l'alimentazione, tutte le rinunce che si fa a un ciclista. Però ho capito che era finita
17:23sostanzialmente, non l'ho capito in realtà, me l'ha fatto capire il fisico e la testa quando non
17:30riuscivo più appunto ad allenarmi, a salire in bici, non riuscivo più a avere una vita diciamo
17:37normale, a alimentarmi, paradossalmente, perché ho avuto proprio un problema di anoressia, di
17:42bulimia e una malattia grave alla prostata dovuta forse alle sostanze, forse troppi chilometri,
17:49non lo so. Di fatto ho avuto seri problemi alla prostata. E anche di questo parli nel libro.
17:56E a livello psichiatrico appunto grandi problemi, grandi problemi che hanno fatto finire una
18:01relazione di anni in cui hanno fatto finire, quando ho smesso ho capito che era finita,
18:07quando ho capito che l'amore era diventato impossibile, nel senso che la passione stessa
18:14era diventata la patologia stessa diciamo. Prendo un altro brano del libro, il concetto
18:20stesso di sport viene sublimato dall'innamoramento viscerale dovuta all'intensità del
18:26della passione che esso genera. Una passione illimitata e irrazionale che va oltre la fatica
18:32e va oltre il dolore. L'abbiamo detto tu nel libro Alessio, in questo romanzo tratteggi
18:40un ritratto brutale di questo sport, eppure sei ancora innamorato. Perché? Perché alla
18:48fine se un ragazzino legge un libro così dovrebbe allontanarsi dal ciclismo, invece
18:56secondo te che cos'è? Che cosa fa avvicinare ancora i ragazzi al ciclismo e perché tu
19:02continui come hai detto in precedenza a seguirlo questo sport? Perché arrivato in fondo al
19:08libro sembra quasi che ci sia un rifiuto, un rigetto, un odio, e invece no, c'è ancora
19:14l'amore. Dov'è quest'amore? Guarda è una cosa che mi interrogo io quasi quotidianamente
19:21quando guardo tutte le tappe del Tour de France, seguo tutte le dirette, anche metto il lavoro,
19:31e mi chiede anche la mia compagna per dire, mi dice, ma perché? Ecco credo che la descrizione
19:38questa, la passione, è qualcosa di religioso secondo me, non inteso come religione vera,
19:46proprio come qualcosa di mistico, nel senso che è qualcosa che c'hai dentro, o comunque
19:51qualcosa che c'hai dentro, quasi infuso, cioè se nasci pedalando muori pedalando,
19:57nel senso che è qualcosa, come tanti ex colleghi miei che magari hanno smesso e poi ritornano
20:02a fare gare, a fare gran fondo, anche esagerando a volte, però dopo aver smesso magari per
20:09dieci anni, però è questo il concetto del ciclismo, è qualcosa che è proprio quasi
20:14genetico, quasi scritto nel DNA e è questo. C'è qualcosa che appunto è come lo stesso,
20:24è anche lo sport secondo me più estremo, più faticoso, più di sacrificio, eppure la
20:30gente lo fa, eppure anche ancora i ragazzini vanno, proprio perché è qualcosa che sublima
20:40la stessa passione, la stessa fatica, è qualcosa di più anche della passione, è qualcosa
20:45proprio di viscerale, religioso, lo definisco così. Un po' come Pantani quando scalava
20:54le salite, era qualcosa di simile a Dio. Certo c'era questo concetto dell'ascensione.
20:58Era qualcosa che si avvicinava sempre più a Dio, è una sorta di preghiera, la pedalata,
21:04la fatica, stare soli con se stessi, è quasi ascetismo, è un'espiazione dei propri peccati,
21:19è la cosa assurda che l'espiazione dei peccati, come nel mio caso è avvenuta peccando, è questa
21:30l'ipocrisia. Ci siamo arrivati quasi in conclusione della puntata. Quando è venuta fuori l'idea di
21:37scriverlo? Perché tu dici che questo libro è rimasto nel cassetto tanto tempo, non ti piaceva,
21:45non credevi fosse il momento adatto. Qual è stata la spinta che ti ha fatto dire ok,
21:49adesso metto tutto nero su bianco, trovo un editore e lo pubblico. E non credo sia stato
21:55difficile trovarlo, perché è un romanzo veramente bello. Grazie. Io scrivo tendenzialmente da sempre,
22:02però è rimasto sempre tutto nel cassetto, un po' per pudore, un po' per retaggio anche
22:08familiare in cui c'era solo il concetto fisico più che mentale. L'ho scritto subito dopo che ho
22:17smesso, qualche giorno dopo, qualche mesetto dopo che ho lasciato la bici da una parte,
22:25su una strada l'ho abbandonata e sono scappato durante una gara. Lì ho scritto questo libro
22:32come un'enorme autoterapia. Poi però l'ho lasciato lì perché era un libro molto lungo,
22:40molto pesante, veramente troppo personale. Poi certe storie vanno decantate, vanno maturate,
22:49vanno analizzate, vanno riflettute e vanno assimilate. L'ho riscritto l'anno scorso,
22:56l'ho alleggerito, l'ho riscritto fondamentalmente da capo e è venuto fuori il libro che volevo,
23:01il libro che non era solo mio, ma era di tutti. Su questo ringrazio la mia compagna,
23:09neo moglie soprattutto, che mi ha spronato a liberarmi anche un po' del mio passato e
23:16ringrazio l'editore che mi ha dato subito fiducia e questo mi ha dato anche la spinta per scrivere
23:23altro, per buttarmi in quello che è la mia vera indole, il mio vero sogno, il sogno che
23:31sogno io e non più qualcun altro, scrivere sostanzialmente. Il viaggio in Canada è vero,
23:37è un artificio letterario? Sì, è vero. Cioè tu sei scappato e sei andato in Canada?
23:41Sì, ho lasciato la bici lì durante una gara internazionale, era inizio stagione 2014,
23:48l'ho abbandonata lì perché ho avuto un'illuminazione, la pressione della pentola era esplosa, ero in
23:58Fuga tra l'altro con un gruppetto, mancava 20 km all'arrivo, mi giocavo la vittoria,
24:05ormai ero lì proprio che passavo professionista, quindi mi bastava fare qualche risultatino così.
24:09Ormai era fatta? Era fatta sì, dovevo arrivare a metà stagione.
24:14Avete già la squadra? Praticamente sì. Ho abbandonato la bici, pioveva, era freddissimo,
24:21ho abbandonato la bici da una parte lungo la strada, ho percorso qualche chilometro con le
24:29scarpette da ciclista, tutto bagnato, ho trovato il furgone della squadra parcheggiato, ho preso il
24:37telefono, ho chiamato mia madre, eravamo non lontani dall'Umbra, eravamo nelle Marche,
24:42gli ho detto vieni a riprendermi, perché ero a piedi. Lei è corsa da me, sono tornato a casa mia,
24:51ho preso la macchina, sono andato a Fiumicino la sera stessa con 1000 Euro, gli unici soldi che
24:58avevo, perché gli altri li avevo spesi tutti per comprare il doping. E nel libro lo racconta.
25:03Esatto, con 1000 Euro ho preso un biglietto per Vancouver e sono arrivato lì, dopo un paio di
25:10giorni, sono stato lì a riflettere, c'è uno zio che mi ha accolto così, l'ho chiamato,
25:20sono arrivato dall'altra parte del mondo, sì così ho fatto, sporco di bici, ero ancora sporco di
25:27catene, unto di catena con la tuta e niente. E poi dopo un po' sono tornato e piano piano mi
25:39sono riconciliato la vita con la fatica. E con anche tuo padre perché? Con mio padre direi da
25:47un paio d'anni, diciamo dieci anni non ci siamo più parlati. E il resto lo lasciamo chiaramente
25:54al libro. In conclusione, io faccio questa affermazione, sta a te smentirla o confermarla,
26:02è un libro dove bisogna scavare a fondo per trovare la speranza. Bella. Sei d'accordo?
26:12Molto. Però c'è, da qualche parte nelle pagine di questo libro c'è? Ce n'è tantissima,
26:17ce n'è veramente tanta, però bisogna cercarla, scavarla, ma un po' come in ognuno di noi,
26:24alla fine nonostante le sofferenze che hanno tutti ora, chi più chi meno, però in linea di massima
26:30ce l'hanno tutti. Dove potrebbe essere secondo te? Qual è l'indizio per trovarla? In tutta
26:39la brutalità che racconti e anche ci sono anche dei passaggi leggeri, simpatici, comunque ripeto
26:47è un libro che scorre benissimo, però dai delle indicazioni. Io direi negli occhi verdi di mia
26:57madre che riflettono tutta la campagna in cui sono cresciuto e mi sono allenato, negli allenamenti
27:06anche con mio padre quando ero più piccolo che simulavamo le telecronache appunto immaginarie,
27:12così quando la salita da 200 metri era il mortirolo per noi e quando con i miei compagni
27:24di squadra ad adolescenti pulivamo i vestiti nel bidet nel lavandino durante le corse a tappe e
27:34guardavamo il cielo pensando che fosse quella la vita vera. Io spero che un momento tu scrivi
27:45un altro libro e così torni da noi a presenza. Ce l'hai pronto? Allora perfetto. Alessio Mischianti,
27:53Pedali e catene, una storia di doping, un romanzo edito da Ultra. Grazie mille Alessio di essere
28:00stato con noi. Grazie a te, grazie a voi. Appuntamento alla prossima puntata con Ciclostile
28:04ovviamente su Bike Channel.