• mese scorso
Milano, 16 set. (askanews) - Tra mal di testa, dolori alla schiena e altri stati di sofferenza sono più di dieci milioni gli italiani che sono afflitti da dolore cronico e le donne rappresentano la maggioranza, circa sei milioni e mezzo, sebbene spesso non vengano ascoltate. A fotografare il fenomeno per la prima volta in Italia è stata l'Indagine europea sulla salute del 2019 e più di recente un'analisi della Fondazione Onda, con il supporto dell'azienda farmaceutica Sandoz, della quale si è parlato alla Triennale di Milano durante il festival Il Tempo delle Donne."Sicuramente - ha detto Nicoletta Orthmann, Direttrice Medico Scientifica di Fondazione Onda - è un problema più culturale, gli stereotipi. Il dolore fa parte del pacchetto donna, spesso la donna nella sua vita riproduttiva si confronta con il dolore, pensiamo ad esempio al dolore mestruale, e quindi il dolore ce l'hai e te lo tieni. No, il dolore può essere esso stesso una malattia e quando è una malattia deve essere adeguatamente preso in carico e afferito ai percorsi di diagnosi e cura specifici".La ricerca ha evidenziato anche un grave ritardo con il quale spesso la condizione invalidante viene riconosciuta, tanto che alla diagnosi di uno specialista si arriva a tre anni di distanza dalla comparsa dei sintomi."Il dolore - ha aggiunto Paolo Fedeli, Head of Corporate Affairs Sandoz - nasce innanzitutto come un aspetto di consapevolezza individuale, per definizione il dolore è un aspetto esperienziale, quindi chi ha dolore deve sapere rivolgersi il prima possibile a chi una soluzione vale una soluzione: può essere il medico di medicina generale, il medico specialista, l'importante è che questa associazione non tardi ad arrivare".Un tema di presa in carico del paziente con dolore cronico del quale dovrebbe prendere atto anche il sistema sanitario."Il primo gender gap che mi viene in mente - ha osservato Silvia Natoli, professore associato di Anestesiologia, Rianimazione, Terapia intensiva e del Dolore dell'Università di Pavia - è il fatto che non ci siano dei percorsi diversi per gli uomini e le donne nell'ambito del dolore cronico eppure sappiamo che ci sono delle patologie dolorose croniche che sono prevalentemente al femminile, una per tutte il dolore pelvico cronico, oltre alla più nota fibromialgia, quindi sarebbe opportuno iniziare ad avere questa differenza di presa in carico anche per studiare meglio quali sono le risposte terapeutiche diverse che al momento noi immaginiamo ma non sappiamo in maniera certa".Nel frattempo resta cruciale il tema della consapevolezza di cos'è il dolore cronico, che dura cioè da più di tre mesi o supera il mese dopo la guarigione dalla patologia che lo ha originato, e del fatto che non bisogna sottovalutarlo.

Category

🗞
Novità
Trascrizione
00:00Tra mal di testa, dolori alla schiena e altri stati di sofferenza sono più di 10 milioni
00:05gli italiani che sono afflitti da dolore cronico e le donne rappresentano la maggioranza, circa
00:106 milioni e mezzo, sebbene spesso non vengano ascoltate.
00:13A fotografare il fenomeno per la prima volta in Italia è stata l'indagine europea sulla
00:17salute del 2019 e più di recente un'analisi della Fondazione Honda con il supporto dell'azienda
00:23farmaceutica Sandoz, della quale si è parlato alla triennale di Milano durante il festival
00:28Il Tempo delle Donne.
00:29Sicuramente è un problema più culturale di stereotipi, il dolore fa parte del pacchetto
00:35donna, spesso la donna nella sua vita riproduttiva si confronta con il dolore, pensiamo per esempio
00:40al dolore mestruale e quindi il dolore ce l'hai e te lo tieni, il dolore può essere
00:45esso stesso una malattia e quando è una malattia deve essere adeguatamente preso in carico
00:50e afferire ai percorsi di diagnosi e cura specifici.
00:55La ricerca ha evidenziato anche un grave ritardo con il quale spesso la condizione invalidante
00:59viene riconosciuta, tanto che alla diagnosi di uno specialista si arriva a tre anni di
01:04distanza dalla comparsa dei sintomi.
01:06Il dolore innanzitutto nasce come un aspetto di consapevolezza anche individuale, per definizione
01:12il dolore è un aspetto esperienziale, quindi il dolore, chi ha dolore deve sapere rivolgersi
01:21subito e il prima possibile a chi può trovargli una soluzione, può essere il medico di medicina
01:27generale, può essere il medico specialista, l'importante è che questa soluzione non tardi
01:33ad arrivare.
01:34Un tema di presa in carico del paziente con dolore cronico del quale dovrebbe prendere
01:38atto anche il sistema sanitario.
01:40Il primo gender gap che mi viene in mente è il fatto che non ci siano dei percorsi
01:45diversi per gli uomini e le donne o comunque con differenza di genere nell'ambito del
01:50dolore cronico, eppure sappiamo che ci sono delle patologie dolorose croniche che sono
01:56prevalentemente al femminile, una per tutti il dolore pelvico cronico oltre alla più
02:01nota fibromialgia, quindi sarebbe opportuno iniziare ad avere questa differenza di presa
02:09in carico anche per studiare meglio quali sono le risposte terapeutiche diverse che
02:15al momento noi immaginiamo ma non sappiamo in maniera certa.
02:19Nel frattempo resta cruciale il tema della consapevolezza di cos'è il dolore cronico,
02:25che dura cioè da più di tre mesi o supera il mese dopo la guarigione dalla patologia
02:29che lo ha originato e del fatto che non bisogna sottovalutarlo.

Consigliato