Milano, 15 feb. (askanews) - L'artrite psoriasica è una malattia che, oltre alla pelle, colpisce anche le articolazioni, provocando dolore, affaticamento e rigidità. 'E' una malattia infiammatoria cronica, significa che si dipana per un lungo periodo, quasi per tutta la vita', spiega ad askanews Giuseppe Monfrecola, Presidente SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie sessualmente trasmesse) che precisa: 'In Italia si calcola ci siano almeno 1 milione e 800 mila, 2 milioni di persone che a diverso livello soffrono di psoriasi. Considerate che un terzo di queste persone, quindi parliamo di un 30%, soffre anche di dolori alle articolazioni, piccole e grandi articolazioni, e questo comporta il quadro che noi chiamiamo artrite psoriasica'.'Può interessare varie articolazioni, sia periferiche, mani, polsi, gomiti, ginocchia, articolazioni dei piedi e delle caviglie, ma può interessare anche la colonna vertebrale, lo scheletro assiale, quindi ci sono varie forme di artrite psoriasica', ci chiarisce Gian Domenico Sebastiani, Presidente SIR (Società Italiana di Reumatologia) e Direttore UOC Reumatologia dell'Azienda Ospedaliera San Camillo - Forlanini di Roma.Una malattia in molto casi invalidante e in grado di impattare negativamente sulle vita sociale e lavorativa delle persone che ne sono affette: 'L'infiammazione - evidenzia ancora Sebastiani - conduce a un danno, il danno articolare rappresentato dalla progressiva erosione e destrutturazione delle strutture articolari, sia delle articolazioni periferiche sia a livello delle articolazioni della colonna vertebrale, il che comporta quindi progressivamente l'acquisizione dal punto di vista funzionale di un'invalidità, ovverossia non si riescono più a fare le cose che si facevano prima'.'Pensate - è l'invito del Presidente SIDeMaST Monfrecola - a una persona che ha queste placche sulla pelle, a volte in punti visibili, e aggiungiamo a questo dolori alle articolazioni delle mani, dolori alla schiena, dolori alla deambulazione: immaginate che cos'è la qualità della vita di una persona che ha tutto questo'.Ora, però, medici e pazienti hanno a disposizione un'arma in più: è il nuovo farmaco sviluppato da Abbvie che ha da poco incassato il via libera dell'Aifa per essere rimborsato anche in Italia. Si tratta di un anticorpo monoclonale in grado di inibire l'interleuchina 23, vale a dire la citochina che produce l'infiammazione sia a livello cutaneo che a livello di articolare: 'Questo anticorpo monoclonale, che si chiama risankizumab, si lega quindi alla citochina infiammatoria e quindi l'effetto è di evitare l'infiammazione', puntualizza il presidente SIR Sebastiani. 'Che cosa fa questo anticorpo? - gli fa eco Monfrecola - E' come dire, un proiettile che va contro un bersaglio preciso, cioè contro l'interleuchina 23, la va a captare e a bloccare. Si va a bloccare solo quel nemico. E' come un missile che che va specificamente sul quel bersaglio, senza toccare il resto'.Una nuova opzione terapeutica che, secondo i massimi esperti del settore, porterà a sensibili miglioramenti soprattutto sulla qualità della vita dei pazienti: 'Il dato molto interessante è la tempistica di questo farmaco - sottolinea ancora Sebastiani -: perchè questo farmaco all'inizio viene somministrato al tempo zero, poi dopo 4 settimane e successivamente ogni 12 settimane, cioè ogni tre mesi, che significa una migliore accettazione da parte delle persone di questo farmaco perchè poi a regime viene fatto ogni tre mesi questa iniezione sottocutanea. Aggiungo che questo farmaco è anche molto ben tollerato e può essere utilizzato in un'ampia porzione di pazienti molto spesso indipendentemente dalle altre malattie che hanno', conclude Direttore UOC Reumatologia dell'Azienda Ospedaliera San Camillo - Forlanini di Roma.
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