Il sistema sanitario misto all'italiana: numeri e evoluzione

  • 23 giorni fa
Roma, 3 giu. (askanews) - I principali sistemi di welfare sanitario europeo sono già ad erogazione mista. Vi convivono, cioè, erogatori di diritto pubblico e di diritto privato che offrono servizi e prestazioni sanitarie agli utenti. Anche il Servizio Sanitario italiano si configura come modello misto, così come previsto dalla legge istitutiva del Sistema Sanitario Nazionale, n. 833/1978, grazie anche alla nutrita presenza di soggetti privati accreditati con il SSN che garantiscono il raggiungimento dei livelli essenziali di assistenza (LEA) - comprese le prestazioni di emergenza-urgenza e salvavita - mediante l'erogazione di prestazioni appropriate e, quindi, efficaci a rispondere ai bisogni di salute della popolazione.Secondo gli esperti, la struttura mista comporta due grandi vantaggi: una libertà di scelta del cittadino, elemento fondamentale nella cultura europea, indicatore di qualità, che può esistere solo laddove vi sia una pluralità di offerta, e una competizione virtuosa fra le parti che così mirano al miglioramento costante dell'offerta operando su livelli di qualità sempre maggiori."Da almeno trent'anni i sistemi di welfare europei stanno evolvendo dal modello originario, completamente pubblico e statalistico, verso un modello di integrazione fra la componente storica di diritto pubblico e la componente di diritto privato. Quest'ultima apporta capitali, cultura manageriale, capacità di raggiungere una maggiore efficienza e raccoglie la sfida fondamentale che è quella dell'efficacia, cioè la qualità delle cure, in modo da offrire il servizio sempre migliore in tutti i Paesi europei e ovviamente anche nel nostro Paese, con tutte le sue peculiarità e caratteristiche uniche", spiega il professor Gabriele Pelissero, presidente di Fondazione Sanità Futura.In Italia, a fronte di una spesa del SSN pari al 20% impiegata in favore del settore privato accreditato, la componente privata eroga il 25% delle prestazioni ospedaliere, circa il 40/50% delle prestazioni ambulatoriali e il 70% delle prestazioni specialistiche. In alcune Regioni, come Campania, Puglia e Lombardia, il privato accreditato ha un peso ancora maggiore nelle scelte dei cittadini."Quando hanno la possibilità di utilizzare le prestazioni erogate da soggetti di diritto pubblico o da soggetti di diritto privato, le scelgono esclusivamente in base alla loro reputazione, alla capacità di offrire buone cure e ovviamente anche all'accessibilità e alla qualità percepita", conclude Pelissero.