• 7 mesi fa
«L’arresto di Toti? Lo conosco bene, è un amico. Non ci credo che abbia fatto le cose di cui è accusato. Non credo neppure che i magistrati siano tutti politicizzati come sostiene il ministro Crosetto. Ma è vero che in genere abbiamo una classe dirigente mediocre, non di alto livello anche tra i magistrati». Così Oscar Farinetti, 69 anni, intervenuto al Salone del libro per presentare il suo libro «Dieci mosse per affrontare il futuro», edito da Solferino, ha commentato il «ritorno dell’eterne presente», e cioè le vicende giudiziarie di Genova, Bari e Torino che molti già definiscono una nuova Tangentopoli a 30 anni di distanza da Mani Pulite. «Io resto ottimista. Sennò non avrei scritto un libro che parla di futuro – spiega Farinetti - E sono ottimista perché le nuove generazioni sono molto in gamba. E lo sono secondo me perché questi ragazzi sono nati in un periodo difficile, sanno che dovranno rimboccarsi le maniche, e infatti molti di loro vogliono fare figli, avere famiglia, sogni a cui l’ultima generazione ha rinunciato». Nel viaggio di Farinetti nel futuro accompagnato da un dialogo immaginario con Leonardo da Vinci c’è spazio anche per Eataly di cui ha ceduto la maggioranza a Investindustrial della famiglia Bonomi pur rimanendo azionista al 22%. «Eataly rimarrà sempre un marchio torinese – conclude l’imprenditore albese - . Gli uffici saranno trasferiti a Milano? Tante funzioni sono a Milano già da tempo. Ma l’azienda resta torinese. E nella sede di Torino rimarranno anche alcune persone». (Christian Benna)

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