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Quasi ultimati i lavori dell’artista Millo nel quartiere Sperone di Palermo, con un nuovo intervento di arte urbana che si aggiunge ai sette già presenti per mano di altri artisti. Oggi e domani gli ultimi dettagli che porteranno poi all’inaugurazione del murale - il cui titolo dovrà ancora essere deciso dallo stesso artista - giorno 14 giugno.

Una rappresentazione artistica promossa e fortemente voluta dall’alleanza creativa Sperone167, che nel 2022 ha già realizzato due opere nel quartiere: quello delle artiste argentine Medianeras e Gridalo al mondo del salentino Chekos, oltre a L’amore non è amato, realizzato da Igor Scalisi Palminteri nel quartiere 167 di Lecce.

Adesso, il soggetto è svelato. Un bambino costretto a superare molti ostacoli per accendere la luce, allungando il braccio verso questa. Un’idea che il quartiere ha subito accolto come la più rappresentativa: «È metaforica di come i bambini dello Sperone e della città di Palermo in generale devono approcciarsi alla vita - sottolinea Antonella Di Bartolo, preside dell’istituto Sperone Pertini -. Rilancia una sorta di animazione sociale che viene portata avanti con l’arte e al di fuori della scuola: un percorso che abbiamo sposato da anni che innesca autostima e presa in cura dei luoghi e delle persone, oltre che un modo per narrare il quartiere in modo differente, senza nascondere le criticità ma da una prospettiva diversa».

La luce allo Sperone ha poi un significato particolare, spiegato dallo stesso artista: «Il gesto di accendere la luce è interpretabile in tantissimi modi, sia dal punto di vista personale che sociale - spiega Millo -, gli abitanti del quartiere hanno dato delle loro possibili interpretazioni anche riferite a cose che sono successe, come l’assenza di illuminazione per lunghi periodi. Accendere la luce a volte è accendere un riflettore su qualcosa che è stato dimenticato o più semplicemente illuminare qualcosa. È un messaggio positivo».

Millo porta la luce in un luogo che soffre, crede e spera nel rispetto dei propri diritti in quanto cittadini. Un luogo che «grida» giustizia sociale e vive già un processo di autodeterminazione. Un quartiere attraversato da una fitta luce che si staglia tra le palazzine fine anni ’70 che sembrano delle quinte teatrali. Un quartiere che affacciandosi sul Mediterraneo ritrova tutta la sua forza creativa e rigeneratrice: «Richiamiamo alle proprie responsabilità l’amministrazione comunale, la Regione Siciliana, lo Stato e la Comunità europea - dice Danilo Alongi di Sperone167 - ognuno deve prendersi le proprie responsabilità per garantire equità sociale. Occorre farlo nell’immediato». 

Nel video Antonella Di Bartolo, Millo e Danilo Alongi.

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