• 8 months ago
(Adnkronos) - Negli ultimi dieci anni è divenuto il tumore più frequente nella popolazione maschile dei Paesi occidentali: il carcinoma prostatico è patologia subdola, perché generalmente silenziosa nelle sue fasi iniziali quando non è facile reperire segnali d'allarme. E’ nelle fasi avanzate che sintomi come la diminuzione della potenza del getto urinario, i disturbi della minzione con necessità di urinare spesso e poco durante il giorno e la notte (pollachiuria e nicturia), la perdita di sangue con le urine (ematuria), il bruciore durante la minzione (disuria), il dolore perineale, diventano evidenze soggettive ed oggettive di una patologia oramai conclamata. I fattori di rischio per il carcinoma prostatico sono classicamente rappresentati dal fumo di tabacco, dall’obesità, dalla scarsa attività fisica, dall’abuso di bevande alcoliche, da un’irregolare attività sessuale, ma un ruolo come sempre interessante sembra essere svolto anche dal microbiota. Anzi dai microbioti, visto che l’insorgenza del cancro alla prostata pare sia influenzata dalla disbiosi di diversi microbioti: quello intestinale, quello urinario, ma anche il microbiota cutaneo e perfino quello orale. Tutto questo, pur rimarcando l’importanza preventiva e prognostica di uno stile di vita corretto, offre nuove opportunità utili ad impostare migliori e più complete strategie di diagnosi e di cura. Quindi, non solo screening basati sul dosaggio del PSA o sull’ecografia prostatica, ma anche analisi allargata dell'organo microbiota in quanto ecosistema diffuso capace di intervenire positivamente, quando ben bilanciato, sulla prevenzione e sulla evoluzione di una patologia in crescita costante. Si parlerà di questo nell’approfondimento dell’immunologo Mauro Minelli, docente di dietetica e nutrizione umana presso la Libera Università Mediterranea di Bari, dedicato ad una patologia di forte impatto sanitario e sociale. Appuntamento con “Fermenti, il segreto della vita”, venerdì 22 marzo 2024

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