COP28 - Puntata 02
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00:20 Benvenuti al nostro speciale dedicato a COP28, secondo giorno del Summit a Dubai,
00:26 con il paese ospitante, gli Emirati Arabi, che hanno annunciato lo stanziamento di un fondo da 30 miliardi di dollari,
00:33 con l'intenzione di contribuire a portare avanti i processi di decarbonizzazione,
00:38 ma soprattutto colmare il gap tra i paesi che sono coinvolti proprio nella rivoluzione green, il gap finanziario, ovviamente.
00:46 Tanti temi che vengono affrontati a Dubai, tanti temi che cerchiamo di capire anche noi come affrontare qui,
00:52 e lo facciamo in questa nostra puntata di questo speciale con i nostri ospiti.
00:56 In studio con me c'è Giovanni Tula, benarrivato, responsabile sostenibilità Enel Green Power.
01:00 Buongiorno.
01:02 E collegato con noi c'è invece Umberto Tamburino, CEO di Sosteneo Infrastructure Partners.
01:08 Ben ritrovato, Umberto.
01:09 Buongiorno a tutti.
01:11 Dunque, Giovanni, anche Enel Green Power sarà a Dubai il prossimo 6 di dicembre.
01:16 Voi fate parte di AFID, l'Alleanza per la decarbonizzazione dell'industria,
01:21 che si è formata sulla spinta proprio dell'Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili.
01:27 I temi che vengono trattati sono tantissimi, ma ce n'è uno che vi sta particolarmente a cuore,
01:31 che è quello dell'approvvigionamento aziendale proprio di energia rinnovabile.
01:35 Di cosa si parla a Dubai?
01:36 Sì, allora, noi saremo presenti, come diceva lei, come AFID, quindi come Alleanza per la decarbonizzazione dell'industria,
01:43 che è un'alleanza promossa dall'IRINA, appunto questa Agenzia Internazionale per le Rinnovabili,
01:49 ha messo insieme, diciamo, il settore privato, sia chi genera l'energia elettrica, sia chi la consuma,
01:54 per spingere verso l'utilizzo di energie rinnovabili.
01:56 Quindi, diciamo, sarà un incontro molto interessante, in cui i membri prenderanno degli impegni sulla decarbonizzazione
02:02 e che saranno, quindi daranno comunque un impulso alla crescita di rinnovabili.
02:06 In generale, credo che la COP sarà una COP molto partecipata,
02:09 si prevedono partecipanti da tutto il mondo, 197, credo, rappresentanti di Stato,
02:15 140 capi di Stato, più di 70.000 persone presenti,
02:19 che discuteranno essenzialmente, credo, su tantissimi temi, ma tre sono veramente importanti.
02:24 Uno è il Global Stocktake, cioè il processo attraverso il quale si va a verificare
02:29 a che punto siamo con gli impegni che sono stati presi dopo la COP di Parigi del 2015.
02:35 La COP di Parigi ha stabilito veramente un punto di svolta, perché da quel momento in poi
02:39 si sono presi tantissimi impegni a livello governativo, e questa è una notizia molto importante.
02:43 Quella meno, diciamo, positiva è il fatto che la proiezione delle emissioni,
02:47 e quindi poi l'aumento delle temperature, ci porta ad avere, ancora, ad essere molto distanti
02:54 rispetto a quello che è il, come si dice, il target di un grado e mezzo.
02:58 L'altro argomento molto importante di cui si parlerà sarà quello del Fondo per l'aiuto dei paesi poveri.
03:04 Un fondo, diciamo, che era previsto anche questo a Parigi, che fino ad oggi non gli è stata data un'operatività.
03:10 Corpo di scena, la COP si è aperta proprio ieri, diciamo, con questa notizia,
03:14 che è stato trovato l'accordo per poter dare operatività al fondo presso la Banca Mondiale.
03:20 L'ultimo argomento, quindi questo parte bene, diciamo, l'ultimo argomento su quale ci sarà
03:25 molta discussione è sull'abbandono dei combustibili fossili.
03:28 Credo che su questo vedremo come andrà a finire.
03:30 La partita più difficile perché, come sappiamo, ci sono tanti interessi in campo,
03:34 anche e soprattutto dal paese ospitante. Non a caso ci sono state un po' di polemiche su questo.
03:39 L'obiettivo rimane però quello di raggiungere emissioni zero entro il 2030
03:44 con un investimento di 4,5 trilioni di dollari l'anno, la maggior parte dei quali dovrà riguardare
03:51 i paesi dell'Europa e dell'Asia Pacifico. Obiettivo molto ambizioso.
03:56 Come si può raggiungere e soprattutto a che punto siamo?
04:00 Ma io direi obiettivo ambizioso ma giustamente ambizioso perché bisogna capire che qui,
04:07 come si diceva prima, come diceva lei, siamo assistendo a una rivoluzione industriale
04:11 che ci porterà in pochi anni a cambiare totalmente il modo in cui l'energia è fornita agli utenti.
04:18 In precedenza si parlava di grandi centri, grandi centrai a combustibile fossile
04:24 che collegavano grandi centri di consumo. Oggi si parla di energia intermittente
04:28 che costituisce la base della produzione e che quindi necessariamente ha delle difficoltà
04:33 a conciliarsi con il modo in cui era previsto si potesse dare agli utenti.
04:40 Quindi questi 4,5 trilioni di quelli a cui parlava sembrano un numero astronomico
04:45 perché circa il doppio del totale del PIL di un paese come l'Italia,
04:51 quindi giusto per dare un'idea, ma in realtà non lo è perché non è soltanto la generazione
04:56 a cui si pensa comunemente quando si parla di rivoluzione verde, quindi l'eolico, il fotovoltaico,
05:01 ma è tutto il sistema a contorno. Parliamo soprattutto delle reti che non sono equipaggiate
05:06 per ricevere tutta questa energia intermittente ma soprattutto lo stoccaggio.
05:11 Ecco, lo stoccaggio è un tema fondamentale al cui noi stiamo lavorando tantissimo
05:14 e lei nello stesso. Perché? Perché di fatto bisogna trasformare l'energia
05:18 che viene prodotta in un certo momento e quindi potrebbe essere utile
05:23 in un'energia che invece viene usata in un altro momento che non necessariamente coincide
05:27 con quello in cui viene prodotto. Questo è un pochino la base di questi 4,5 trilioni o trillions.
05:36 In più c'è tutto il discorso di carbonizzazione e noi stiamo guardando a progetti molto interessanti
05:42 su settori come l'acciaio che sono energievoli per definizione e che non possono più
05:47 permettersi di avere il carbone come combustibile di base. Quindi proprio oggi
05:53 stiamo annunciando un deal importante in cui si parla di decarbonizzazione
05:58 di un polo importante come quello del sud Italia, di Taranto.
06:01 Ma a proposito allora di decarbonizzazione, la sfida riguarda anche le singole aziende e imprese.
06:06 Quanto è importante lavorare in un approccio di ecosistema per raggiungere l'obiettivo?
06:12 Guardi è veramente fondamentale perché se pensiamo che le energie rinnovabili oggi sono
06:17 la tecnologia tra quelle sul mercato mature e competitive più sostenibile,
06:23 perché hanno un tasso di emissione di carbonio sull'intero ciclo di vita molto basso,
06:30 se però volessimo portarla a zero significa decarbonizzare le componenti che compongono
06:36 il pannero solare e la turbina eolica. Questo vuol dire decarbonizzare l'acciaio,
06:39 decarbonizzare il cemento, decarbonizzare l'alluminio eccetera.
06:43 Quindi lavorare insieme è fondamentale perché non è un tema solo di un'azienda o di un'industria,
06:48 è un tema cross industry. Per questo diciamo noi promuoviamo molto l'attività associativa
06:53 quando è finalizzata ad assi degli obiettivi. In Italia seguiamo con molta attenzione
06:58 l'attività di AIS, l'Associazione per Infrastrutture Sostenibili che sta lavorando tanto
07:04 sul tema di come creare un'infrastruttura che sia sostenibile a tutti i punti di vista.
07:08 In Italia abbiamo promosso la Global Alliance for Sustainable Energy che ha gli stessi obiettivi
07:12 e che spinge i membri a prendersi degli obiettivi di decarbonizzazione molto specifici.
07:16 Ma poi lavoriamo anche sul tema della filiera sostenibile perché è importante e fondamentale
07:21 che tutta la filiera, da quando si estragono i minerali a quando si produce la tecnologia rinnovabile
07:26 sia sostenibile. Tutto questo per dire che la singola azienda deve prendere l'impegno a migliorare
07:33 ma lavorando insieme si stabiliscono delle regole che rendono competitiva se vogliamo anche la sostenibilità.
07:39 Cioè lavoriamo tutti e giochiamo tutti alle stesse regole evitando magari di concorrere
07:44 al ribasso verso temi di sostenibilità come per esempio le emissioni di CO2 e quindi la decarbonizzazione.
07:49 Senza dubbio. Umberto, qual è però il contributo che l'equity investing nelle infrastrutture
07:54 può dare proprio alla Carbon Neocality?
07:58 Secondo noi e lo dicevamo anche prima l'equity investment dà un contributo fondamentale
08:04 nella costruzione di nuovi asset. È molto facile definirsi fondo infrastrutturale
08:10 quando si compra un asset esistente ma in realtà non si dà nessun impatto, nessuna addizionalità
08:17 rispetto al tema della carbonizzazione. Noi infatti riteniamo che la missione di un fondo come il nostro
08:24 è di fare infrastrutture cosiddette greenfield, quindi nuove che vanno a rimpiazzare
08:28 nello stesso momento in cui viene fatto l'investimento un'infrastruttura vecchia come quella a carbone.
08:33 Ed è esattamente quello che sta avvenendo signori, nel giro di pochi anni, noi siamo in un continente
08:38 come l'Australia dove si parla di decarbonizzare l'esensiamo produttivo in circa 7-8 anni.
08:44 Perché? Perché nessun investitore è disponibile a estendere la vita degli impianti a carbone,
08:49 nessuna banca è disponibile a mettere dei soldi anche per mitigare delle emissioni nocive
08:55 che gli impianti a carbone daranno all'atmosfera. Quindi ripeto, per essere qualificati come un attore
09:02 positivo, un attore di impatto, come questa parola si usa moltissimo oggi, bisogna sostanzialmente
09:08 prendere parte a questa nuova ondata di costruzioni che ci accompagnerà anche qui ai prossimi 20 anni,
09:15 quindi essere un investitore sostanzialmente greenfield. Questo a prescindere dai discorsi di
09:20 articolo 8, articolo 9 che si fanno tantissimo, il greenwashing, la sostanza di quello che facciamo noi
09:25 è aggiungere la decarbonizzazione e non essere neutrali.
09:29 Vedo Annuire e Giovanni Tula, voi lavorate a stretto contatto proprio con le aziende, con le imprese,
09:35 che cosa servirebbe per dare maggiore slancio da questo punto di vista?
09:38 Guardi, velocissimo, quattro elementi. Uno è quello sicuramente di velocizzare il percorso
09:44 attraverso il quale vengono autorizzati gli investimenti e quindi le nuove energie che
09:48 andranno a sostituire quelle vecchie come è stato appena citato. Si è fatto molto, soprattutto in Italia,
09:53 però c'è ancora molto da fare per fare in modo che i tempi siano certi.
09:56 Poi da un punto di vista infrastrutturale sono fondamentali le reti, perché le reti, quindi le reti
10:01 di distribuzione, sono un abilitatore importante a quello che è questo cambiamento, questa transizione
10:06 energetica, infatti nel nostro ultimo piano industriale che è stato presentato ai mercati finanziari
10:11 la settimana scorsa, le reti hanno un ruolo davvero importante e investiremo molto in questa sede.
10:16 Terzo punto importantissimo è il capacity building, quindi formare le persone, la forza lavoro
10:20 per questa trasformazione, per questa transizione. Spesso si pensa che si perderanno dei posti di lavoro,
10:25 in realtà la transizione energetica porterà molti più posti di lavoro e c'è bisogno di tantissime forze
10:29 di lavoro. E ultimo, e chiudo, il tema della supply chain, quindi della catena di fornitura.
10:34 Il mercato europeo, soprattutto nel solare, crescerà tantissimo, c'è l'opportunità e la possibilità
10:39 di riportare in Europa parte di questa catena di fornitura, che renderà le energie rinnovabili
10:44 ancora più sostenibili, ma anche genererà più valori in Europa e ci renderà anche meno dipendenti dall'estero.
10:50 Per chiudere 30 secondi Umberto, si parla di investimenti in infrastrutture sostenibili,
10:56 che cosa vi aspettate da questo punto di vista che emerga, che venga deciso da COP28?
11:01 Io sinceramente, avendo visto anche quello che è successo nelle altre COP, non mi asprimerei su un outcome,
11:10 però quello che posso dire è che sostanzialmente questa è un'onda inarrestabile e il mercato ci sta guidando.
11:17 Come dicevo prima, gli impianti a carbone si chiudono non perché, lo dice qualche trattato,
11:22 ma perché non è più efficiente, economicamente efficiente, lasciarli in funzione.
11:27 Quindi noi vediamo questa come un'onda inarrestabile, indipendente dalle COP.
11:34 Le COP sono dei momenti molto importanti di confronto, che danno anche delle direttive,
11:41 poi sta ai Paesi membri di implementarle e, soprattutto come dicevo prima, il mercato sta facendo da motore di questa rivoluzione industriale.
11:50 Un processo inarrestabile. Grazie agli ospiti del nostro speciale COP28, seconda puntata.
11:56 Ringrazio Giovanni Tula, responsabile sostenibilità Enel Green Power.
11:59 Grazie a voi.
12:00 E Umberto Tamburino, CEO di Sosteneo Infrastructure Partners. Grazie per essere stati con noi.
12:05 Grazie.
12:06 E a voi per averci seguiti come sempre, per gli aggiornamenti anche sullo speciale COP28, il nostro sito financiallounge.com.
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