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Nuova luce sulla basilica paleocristiana di Santa Sabina all'Aventino: liberata dai vecchi e ingombranti fari, la chiesa rivela particolari finora poco visibili e preziosi.  «Atto dovuto per una delle chiese più antiche di Roma – secondo Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – che rinnova la nostra felice collaborazione con il Fondo edifici di culto (Fec) per valorizzare le chiese della Capitale sia come luoghi sacri, che come scrigni di cultura». L’intervento è stato finanziato dal Fec,  proprietario della chiesa, nell’ambito della programmazione ordinaria curata dalla Soprintendenza Speciale di Roma. È stato progettato dalla società Ekotech Engineering e eseguito dall’impresa ZP Elettronica, con la direzione dell’architetto Ilaria Delsere. Piccoli proiettori, in posizione laterale sulle soglie delle finestre, illuminano la navata centrale e, associati a strip-led collocati nelle arcate, danno luce alle transenne superiori della navata. Sono stati sistemati in corrispondenza delle fonti di illuminazione naturale, in modo da mantenere – anche in assenza – la medesima provenienza della luce. L’illuminazione delle navate laterali con faretti di ridotte dimensioni con ottica wide sparge un bagliore diffuso e uniforme sulle strutture lignee e le navatelle, caratterizzate da un pregevole pianellato bicromo. Morbida e avvolgente l'illuminazione delle cappelle laterali, di Santa Caterina e di San Giacinto, evidenziando gli elementi decorativi di maggior rilievo. In primo piano elementi rilevanti, come il coro, l’abside, il mosaico di controfacciata, il campanile nella navata sinistra e infine, nel nartece, la celebre porta lignea intagliata del V secolo, che conserva una delle prime rappresentazioni della Crocifissione. La filosofia: minimizzare le dimensioni e la percezione dei nuovi corpi illuminanti e ottenere un risparmio energetico attraverso l’utilizzo di lampade a Led ad alta efficienza. Rifatti anche i sistemi audio e di videosorveglianza. 

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00:00Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
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