Roma, 10 feb. (askanews) - "C'è necessità di aumentare la consapevolezza sui sintomi del timore ovarico, in modo da dare le giuste informazioni alle pazienti e ai care-giver. Nel 2023 in Italia ci sono stati, secondo i dati rilevati dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ben 4.228 ricoveri per tumore maligno dell'ovaio. Cosa fare? Innanzitutto dare le informazioni giuste sui sintomi, poi offrire alle pazienti i centri di riferimento necessari per avere le cure migliori nonché la possibilità di una diagnosi precoce, e, infine, garantire l'accesso ai biomarcatori, che possono fornire indicazioni sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico", lo ha detto Anna Fagotti, prof.ssa Ostetricia e Ginecologia presso l'Università Cattolica, intervenuta a un talk salute su Urania Tv.
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00:00Proprio per i motivi che abbiamo già detto c'è necessità di aumentare la consapevolezza
00:05dei sintomi del tumore ovarico in maniera tale da dare le giuste informazioni alle pazienti
00:11e ai loro caregiver e questo è avvenuto sia a livello europeo sia poi l'abbiamo declinato
00:17a livello nazionale cioè in Italia.
00:19Considerate che in Italia ci sono stati nel 2023 sul programma ESITI dell'Agenas 4.228
00:28ricoveri per tumore maligno dell'ovaio, senza considerare poi tutti i casi che invece
00:33non sono stati ricoverati ma che hanno ricevuto comunque un trattamento, allora cosa dobbiamo
00:38fare?
00:39Dobbiamo dare delle informazioni giuste riguardo i sintomi, cosa che abbiamo fatto, offrire
00:43alle pazienti dei centri di riferimento perché possono avere le cure migliori, offrire a
00:50queste pazienti la possibilità di una diagnosi veloce e l'accesso ai biomarcatori che possono
00:57determinare, dare delle informazioni sia da un punto di vista prognostico che terapeutico.