Basilea, 27 gen. (askanews) - Le foreste boreali come soggetto di pittura, ma, soprattutto, come occasione per riflettere sulla natura e sul nostro rapporto con essa, anche attraverso un ambiente lontano dalla nostra esperienza, ma carico di una forza che è tanto universale quanto intima. La Fondazione Beyeler di Basilea ha inaugurato la mostra "Luci del nord", che presenta dipinti di paesaggio eseguiti tra il 1880 e il 1930 da artiste e artisti scandinavi e canadesi."Non c'è una sola luce del nord - ha detto ad askanews Sam Keller, direttore della Fondazione Beyeler - per questo la mostra è intitolata Northern Lights, al plurale. Ci sono così tante luci del Nord, molto diverse dalla luce mediterranea o anche da quella delle Alpi che noi conosciamo. Pensiamo ovviamente all'aurora boreale, ma anche ad altri fenomeni luminosi, come la lunga estate di sole oppure il freddo inverno buio. Pensiamo ai riflessi sulla neve, nei laghi, nelle cascate, nei fiumi.".In questa pluralità di visioni si innesta la sensazione di una relazione con l'incommensurabile, ma anche la possibilità di una presenza umana inattesa e soprattutto di una pittura che cambia le prospettive. Come accade, per esempio, nella sala dedicata ad Edvard Munch, dove le foreste ospitano sia dei vampiri sia i cieli infuocati che abbiamo imparato a conoscere nelle opere più celebri del pittore norvegese. "Ci sono tante luci diverse e ci sono anche tante emozioni diverse nelle opere - ha aggiunto Keller - e questo è uno dei tanti elementi che ci hanno affascinato in questa mostra".Oltre a Munch l'altra artista di fama internazionale in mostra è Hilma af Klint, mentre gli altri nomi sono poco conosciuti fuori dai loro Paesi e questo conferisce un elemento imprevisto e interessate all'esposizione. Che trova anche una sterzata verso il contemporaneo con una installazione digitale che la Fondazione ha commissionato all'artista danese Jakob Kudsk Steensen, intitolata "Boral Dreams""Quest'opera - ci ha spiegato - è nata da due mesi che ho trascorso nella Marcell Experimental Forest nel nord del Minnesota quest'estate: qui si stanno creando le condizioni degli ambienti del futuro e io ho registrato suoni, ho preso dei campioni digitali e altri elementi e ho creato una sorta di videogame, un modo virtuale che immagina il domani delle foreste boreali. Quello che voglio fare con quest'opera è analizzare i cambiamenti che avverranno nel clima, ma anche come queste condizioni mutate cambiano il nostro modo di dormire e di sognare".Le luci del nord, insomma, arrivano anche nella nostra vita e perfino nel nostro subconscio. Tutto in fondo si connette, soprattutto se di mezzo ci sono la natura e l'arte.
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00:00Le foreste boreali come soggetto di pittura, ma soprattutto come occasione per riflettere
00:05sulla natura e sul nostro rapporto con essa, anche attraverso un ambiente lontano dalla
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00:13La Fondazione Baylor di Basilea ha inaugurato la Mostra Luci del Nord, che presenta dipinti
00:18di paesaggi eseguiti tra il 1880 e il 1930 da artisti e artisti scandinavi e canadesi.
00:24Non c'è una sola luce del nord, ha detto la scragnosa Sam Keller, direttore della
00:35Fondazione Baylor. Per questo la Mostra è intitolata Northern Lights, al plurale. Ci
00:39sono così tante luci del nord, molto diverse dalla luce mediterranea o anche da quella
00:43delle Alpi che noi conosciamo. Pensiamo ovviamente alla aurora boreale, ma anche ad altri fenomeni
00:48luminosi come la lunga estate di sole oppure il freddo inverno buio. Pensiamo ai riflessi
00:53sulla neve, nei laghi, nelle cascate, nei fiumi. In questa pluralità di visioni si
01:00innesta la sensazione di una relazione con l'incommensurabile, ma anche la possibilità
01:04di una presenza umana inattesa e soprattutto di una pittura che cambia le prospettive,
01:08come accade per esempio nella sala dedicata ad Edvard Munch, dove le foreste ospitano
01:12sia dei vampiri sia i cieli infuocati che abbiamo imparato a conoscere nelle opere più
01:17celebri del pittore norvegese. Ci sono tante luci diverse e ci sono anche tante emozioni
01:27diverse nelle opere, ha aggiunto Keller, e questo è uno dei tanti elementi che ci hanno
01:31affascinato in questa mostra. Oltre a Munch, l'altra artista di fama internazionale in
01:35mostra è Ilma Afklint, mentre gli altri nomi sono poco conosciuti fuori dai loro paesi
01:39e questo conferisce un elemento imprevisto e interessante all'esposizione, che trova
01:44anche una stialzata verso il contemporaneo, con un'installazione digitale che la fondazione
01:48ha commissionato all'artista danese, Jakob Kudskestensen, intitolata Boral Dreams.
01:54Quest'opera, ci ha spiegato, è nata da due mesi che ho trascorso nella Marcel Experimental
02:00Forest nel nord del Minnesota quest'estate. Qui si stanno creando le condizioni degli
02:04ambienti del futuro e io ho registrato suoni, ho preso dei campioni digitali e altri elementi
02:09e ho creato una sorta di videogame, un mondo virtuale che immagina il domani delle foreste
02:14boreali. Quello che voglio fare con quest'opera è analizzare i cambiamenti che avverranno
02:18nel clima, ma anche, come queste condizioni mutate, cambiano il nostro modo di dormire
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02:30subconscio. Tutto si fonde, si connette, soprattutto se di mezzo ci sono la natura e l'arte.