Fondation Louis Vuitton, le energie di Kelly, Eliasson e Grosse

  • 2 mesi fa
Parigi, 30 lug. (askanews) - È probabilmente uno dei musei più cool al mondo, anche dopo la conclusione della mostra su Mark Rothko. La Fondation Louis Vuitton a Parigi vive della forza del suo edificio, che è un Frank Gehry puro, poderoso e sfuggente allo stesso tempo, enorme e impalpabile come un sogno, ma un sogno decisamente in grande. E nei suo spazi radicalmente vasti si adagia alla perfezione il lavoro di Ellsworth Kelly, le sue forme colorate così come le sue opere che sanno vivere senza il colore, come se venissero da una dimensione diversa. L'apparente semplicità dei suoi monocromi e la bellezza immediata dei suoi larghi campi di colore possono far pensare a una facilità, che però viene immediatamente superata quando ci si avvicina, quando si intuisce e si sente direttamente la ricerca che Kelly ha portato avanti per decenni su forme, colore, linee e spazio. Per arrivare a una pittura che crea lo stesso spazio attraverso la capacità di abitarlo a più dimensioni.Ma accanto alle mostre temporanee, con una anche dedicata a Matisse, ci sono le commissioni fatte dal museo agli artisti, tra le quali spicca il progetto di Olafur Eliasson "Inside the Horizon", un caleidoscopio di specchi che frammentano il mondo e, al tempo stesso, lo ricompongono in una armonia lineare che diventa l'orizzonte di ciascuno, diverso per ogni visitatore, così come continuamente diversa è l'architettura di Gehry, con cui questo orizzonte dialoga senza soluzione di continuità. Così come si cala alla perfezione nella componente verticale del museo anche la grande installazione "Canyon" di Katharina Grosse, che rappresenta la traduzione di un dipinto in uno spazio senza pareti e senza pavimento, dove ciò che conta è la relazione con l'aria e le energie che vibrano intorno al lavoro. Energie a cui la Fondazione fa da amplificatore, lasciandole scorrere come una corrente invisibile attraverso le grandi vele così come attraverso le sinapsi dei visitatori. (Leonardo Merlini)

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00:00È probabilmente uno dei musei più cool al mondo, anche dopo la conclusione della mostra su Mara Kroczko.
00:05La fondazione Louis Vuitton a Parigi vive della forza del suo edificio, che è un franchiere puro,
00:11poderoso e sfuggente allo stesso tempo, enorme e impalpabile come un sogno, ma un sogno
00:16decisamente ingrande e nei suoi spazi radicalmente vasti. Si adagia alla perfezione il lavoro di
00:22Ellsworth Kelly, le sue forme colorate così come le sue opere che sanno vivere senza il colore,
00:27come se venissero da una dimensione diversa. L'apparente semplicità dei suoi monocromi e la
00:32bellezza immediata dei suoi larghi campi di colore possono far pensare a una facilità che però viene
00:37immediatamente superata quando ci si avvicina, quando si intuisce e si sente direttamente la
00:42ricerca che Kelly ha portato avanti per decenni su forme, colore, linee e spazio, per arrivare a
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00:54Accanto alle mostre temporanee, con anche una dedicata a Matisse, ci sono le commissioni,
00:58fatte dal Museo degli Artisti, tale quale ispicca il progetto di Olafur Eliasson,
01:03Inside the Horizon, un caledoscopio di specchi che frammentano il mondo e, al tempo stesso,
01:08lo ricompongono in un'armonia lineare che diventa l'orizzonte di ciascuno, diverso per ogni visitatore,
01:14così come è continuamente diversa l'architettura di Gary, con cui questo orizzonte dialoga senza
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01:24anche la grande installazione Canyon di Catarina Grosse, che rappresenta la traduzione di un dipinto
01:29in uno spazio senza parete e senza pavimento, dove ciò che conta è la relazione con l'aria
01:34e le energie che vibrano intorno al lavoro, energie a cui la fondazione fa da amplificatore,
01:40lasciandole scorrere come una corrente invisibile attraverso le grandi vele,
01:44così come attraverso le sinapsi dei visitatori.

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