L'urlo? C'è e sarebbe impossibile non fosse così. Ma c'è "solo" quello di una litografia originale... Negli spazi che Palazzo Reale di Milano dedica alla ricchissima mostra Munch. Il grido interiore (aperta fino al 26 gennaio 2025) c'è soprattutto il resto dell'opera dell'artista che, a cavallo tra 1800 e 1900, ha messo la psicoanalisi della modernità su tela...
Non (solo) un urlo. Ma il grido, che è più continuo, meno estemporaneo e deflagrante e, quindi, a suo modo liberatorio. Il grido invece ha qualcosa di continuo, nell'immagine e nel sonoro... Un catalogo dell'umanità e delle sue emozioni, ma anche il racconto di una pittura profonda e di un artista che ha influenzato l'immaginario collettivo. Non è "giusto" ricordarlo solo per quel famosissimo dipinto. Nella mostra che Palazzo Reale a Milano dedica al norvegese Edvard Munch (1863-1944) L'urlo è presente "soltanto" in una litografia originale, ma quello che è affascinante è guardare a tutto ciò che c'è intorno e oltre quell'immagine diventata icona globale e globalizzata. Dice la curatrice Patricia Berman: «L'artista ha vissuto una vita molto lunga e molto produttiva. Quindi non c'è solo L'urlo (1893). Munch è stato un grande sperimentatore sia nella pittura sia nella stampa».
La mostra Munch. Il grido interiore è molto vasta e nasce dalla collaborazione con il Munch Museum di Oslo. La sensazione, attraversando le sale, è quella di scivolare in un mondo che sta tra diverse dimensioni del reale, oltre che dentro le visioni di un artista capace di rendere in pittura le suggestioni dei grandi romanzi psicologici. Continua la curatrice: «La mostra racconta come la memoria sia stata un elemento molto importante della sua arte. Raramente ha dipinto quello che vedeva guardando il mondo fuori, in realtà si è sempre mosso tra la memoria e l'invenzione. Per questo quello che vediamo è un artista sperimentale che ha cambiato il proprio lavoro nel corso del tempo». La parola "interiore" è ovviamente cruciale, ma è affascinante notare che le opere di Munch sono anche un catalogo di interiors. Ossia di interni, di ambienti che ospitano i suoi personaggi e che sono altrettanto decisivi delle figure umane. E poi, guardando molte opere, come per esempio il meraviglioso Le ragazze sul ponte, ma anche lo stesso Urlo, viene da chiedersi che cosa stiano guardando i soggetti al di fuori della cornice, che cosa vedono al di là? Risponde la curatrice: «Ho sempre pensato che i personaggi dei dipinti guardassero dentro loro stessi, non so se stiano guardando qualcosa al di fuori dei loro sentimenti, che sono poi andati in giro per il mondo».
La mostra, prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, è aperta al pubblico fino al 26 gennaio 2025.
Non (solo) un urlo. Ma il grido, che è più continuo, meno estemporaneo e deflagrante e, quindi, a suo modo liberatorio. Il grido invece ha qualcosa di continuo, nell'immagine e nel sonoro... Un catalogo dell'umanità e delle sue emozioni, ma anche il racconto di una pittura profonda e di un artista che ha influenzato l'immaginario collettivo. Non è "giusto" ricordarlo solo per quel famosissimo dipinto. Nella mostra che Palazzo Reale a Milano dedica al norvegese Edvard Munch (1863-1944) L'urlo è presente "soltanto" in una litografia originale, ma quello che è affascinante è guardare a tutto ciò che c'è intorno e oltre quell'immagine diventata icona globale e globalizzata. Dice la curatrice Patricia Berman: «L'artista ha vissuto una vita molto lunga e molto produttiva. Quindi non c'è solo L'urlo (1893). Munch è stato un grande sperimentatore sia nella pittura sia nella stampa».
La mostra Munch. Il grido interiore è molto vasta e nasce dalla collaborazione con il Munch Museum di Oslo. La sensazione, attraversando le sale, è quella di scivolare in un mondo che sta tra diverse dimensioni del reale, oltre che dentro le visioni di un artista capace di rendere in pittura le suggestioni dei grandi romanzi psicologici. Continua la curatrice: «La mostra racconta come la memoria sia stata un elemento molto importante della sua arte. Raramente ha dipinto quello che vedeva guardando il mondo fuori, in realtà si è sempre mosso tra la memoria e l'invenzione. Per questo quello che vediamo è un artista sperimentale che ha cambiato il proprio lavoro nel corso del tempo». La parola "interiore" è ovviamente cruciale, ma è affascinante notare che le opere di Munch sono anche un catalogo di interiors. Ossia di interni, di ambienti che ospitano i suoi personaggi e che sono altrettanto decisivi delle figure umane. E poi, guardando molte opere, come per esempio il meraviglioso Le ragazze sul ponte, ma anche lo stesso Urlo, viene da chiedersi che cosa stiano guardando i soggetti al di fuori della cornice, che cosa vedono al di là? Risponde la curatrice: «Ho sempre pensato che i personaggi dei dipinti guardassero dentro loro stessi, non so se stiano guardando qualcosa al di fuori dei loro sentimenti, che sono poi andati in giro per il mondo».
La mostra, prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, è aperta al pubblico fino al 26 gennaio 2025.
Category
🗞
NovitàTrascrizione
00:00Un catalogo dell'umanità e delle sue emozioni, ma anche il racconto di una
00:04pittura profonda e di un artista che ha influenzato l'immaginario collettivo, ma
00:09che a volte rischia di essere ricordato solo per quel famosissimo dipinto. Nella
00:13mostra che Palazzo Rale a Milano dedica a Edvard Munch, l'Urlo è presente
00:17soltanto in una lettografia originale, ma quello che è affascinante è guardare
00:21tutto ciò che c'è intorno e oltre, quale immagine diventata icona globale e
00:25globalizzata. L'artista, addetto ad Askanews la curatrice Patricia Berman, ha
00:32vissuto una vita molto lunga e molto produttiva, quindi non c'è solo l'Urlo.
00:36Munch è stato un grande sperimentatore, sia nella pittura sia nella stampa.
00:42La mostra Munch, il grido interiore, è molto vasta e nasce dalla collaborazione con il
00:46Munch Museum di Oslo. La sensazione, attraversando le sale, è quella di
00:51scivolare in un mondo che è stato a diverse dimensioni del reale, oltre che
00:54dentro alle visioni di un artista capace di rendere in pittura le
00:58suggestioni dei grandi romanzi psicologici.
01:05La mostra, ha aggiunto la curatrice, racconta come la memoria sia stato un
01:09elemento molto importante della sua arte. Raramente ha dipinto quello che vedeva
01:14guardando il mondo fuori, in realtà si è sempre mosso tra la memoria e
01:17l'invenzione. Per questo quello che vediamo è un artista sperimentale che
01:21ha cambiato il proprio lavoro nel corso del tempo.
01:25La parola interiore è ovviamente cruciale, ma è affascinante notare che
01:31le opere di Munch sono anche un catalogo di interiors, ossia di interni, di ambienti
01:36che ospitano i suoi personaggi e che sono altrettanto decisivi delle figure
01:40umane. E poi, guardando molte opere, come per esempio il meraviglioso Le ragazze
01:45sul ponte, ma anche lo stesso Urlo, viene da chiedersi che cosa stiano guardando i
01:49soggetti al di fuori della cornice, che cosa vedono al di là.
01:55Ho sempre pensato, c'ha risposto Patricia Berman, che i personaggi dei dipinti
02:00guardassero dentro loro stessi. Non so se stiano guardando qualcosa al di fuori
02:04dei loro sentimenti, che sono poi andati in giro per tutto il mondo.
02:09La mostra, prodotta da Palazzo Reale Artemisia, è aperta al pubblico fino al
02:1326 gennaio 2025.