In video conferenza con il Comitato norvegese per il Nobel che, nel 2023, le ha assegnato il Premio per la Pace, l'attivista iraniana Narges Mohammadi ha intonato Bella Ciao. Una nuova conferma di come il canto simbolo della nostra Resistenza sia diventato l'inno di tutti quelli che lottano per liberarsi da un potere oppressivo. In ogni parte del mondo.
[caption id="attachment_2461526" align="aligncenter" width="1024"] Narges Mohammadi, "liberata" dal carcere di Evin per soli 21 giorni.[/caption]
[idarticle id="2389560" title="Iran, la premio Nobel per la pace Narges Mohammadi picchiata nel carcere di Evin"]
La Premio Nobel iraniana Narges Mohammadi canta Bella ciao in farsi
Mohammadi ha trascorso 10 anni della sua vita in prigione ed è stata condannata a un totale di oltre 36 anni di carcere. Scarcerata temporaneamente per sole tre settimane per problemi di salute, Narges Mohammadi stava raccontando al Comitato l'emozione provata nel 2023 quando ha saputo di avere vinto il Nobel. Un'emozione che era sua come di tutte le donne della prigione di Evin, il carcere di Teheran dove era rinchiusa e dove tornerà tra un paio di settimane. La gioia incontenibile è esplosa - ha detto - in un canto collettivo, sulle note, appunto della "nostra", non più nostra, Bella ciao.
Ancora una volta la canzone che ha accompagnato molti movimenti di resistenza dalla metà del ventesimo secolo ad oggi, divenuta fenomeno di massa grazie (anche) a La Casa di Carta, diventa inno di libertà.
[idgallery id="1892961" title="Bella ciao è ovunque: in tv, al cinema, in Ucraina"]
[idarticle id="1893398" title="Stasera su Rai 3 ''Bella Ciao. Per la libertà'', il documentario sulla canzone che unisce tutti"]
Un inno di resistenza e per la libertà delle donne
Come ha spiegato Giulia Giapponesi nel documentario Bella ciao. Per la libertà il brano ha dato voce - in particolare - alle donne, che l'hanno scelta come loro canzone di lotta. Per esempio, la cantante folk ucraina Khrystyna Soloviy che ne ha preso le note per farne un inno, L’ira ucraina, la melodia degli ucraini che resistono.
[idarticle id="1978508" title="Laura Pausini interviene sulla polemica su Bella Ciao: «Non volevo essere strumentalizzata»"]
Anche le donne afghane, a cui è stato proibito di cantare in pubblico, hanno scelto proprio Bella ciao, cantata in lingua pashtu, per dire il loro no al regime repressivo.
E cantano Bella ciao le iraniane. Come queste due ragazze, chitarra e voce, e molta emozione.
[caption id="attachment_2461526" align="aligncenter" width="1024"] Narges Mohammadi, "liberata" dal carcere di Evin per soli 21 giorni.[/caption]
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La Premio Nobel iraniana Narges Mohammadi canta Bella ciao in farsi
Mohammadi ha trascorso 10 anni della sua vita in prigione ed è stata condannata a un totale di oltre 36 anni di carcere. Scarcerata temporaneamente per sole tre settimane per problemi di salute, Narges Mohammadi stava raccontando al Comitato l'emozione provata nel 2023 quando ha saputo di avere vinto il Nobel. Un'emozione che era sua come di tutte le donne della prigione di Evin, il carcere di Teheran dove era rinchiusa e dove tornerà tra un paio di settimane. La gioia incontenibile è esplosa - ha detto - in un canto collettivo, sulle note, appunto della "nostra", non più nostra, Bella ciao.
Ancora una volta la canzone che ha accompagnato molti movimenti di resistenza dalla metà del ventesimo secolo ad oggi, divenuta fenomeno di massa grazie (anche) a La Casa di Carta, diventa inno di libertà.
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Un inno di resistenza e per la libertà delle donne
Come ha spiegato Giulia Giapponesi nel documentario Bella ciao. Per la libertà il brano ha dato voce - in particolare - alle donne, che l'hanno scelta come loro canzone di lotta. Per esempio, la cantante folk ucraina Khrystyna Soloviy che ne ha preso le note per farne un inno, L’ira ucraina, la melodia degli ucraini che resistono.
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Anche le donne afghane, a cui è stato proibito di cantare in pubblico, hanno scelto proprio Bella ciao, cantata in lingua pashtu, per dire il loro no al regime repressivo.
E cantano Bella ciao le iraniane. Come queste due ragazze, chitarra e voce, e molta emozione.
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NovitàTrascrizione
00:00È un piacere e un onore riuscire a riconoscerti oggi, anche se solo attraverso un video call.
00:17Nel mondo delle donne non abbiamo accesso ai telefoni
00:24Ma un giorno un dei miei prigionieri ha avuto l'opportunità di chiamare il suo marito, che era anche in prigione durante la guerra dei bambini
00:38Attraverso loro abbiamo imparato delle notizie incredibili, cioè della nobilezza e della pazienza
00:44Invece, la guerra delle donne, anche in prigione, si è sviluppata con l'opportunità di una vita di libertà
01:14Il nostro marito non ha avuto l'opportunità di una vita di libertà
01:19Ma un giorno un dei miei prigionieri ha avuto l'opportunità di una vita di libertà