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prof. Alessandro Benigni
Trascrizione
00:00Bene, bentrovati, vediamo insieme in questo nuovo capitolo l'età giulittiana, diciamo
00:14qualcosa come introduzione, poi andiamo senz'altro a vedere un po' più nel dettaglio.
00:20L'età giulittiana che cos'è?
00:24E' un periodo compreso tra l'inizio del Novecento e lo scoppio della prima guerra
00:30mondiale.
00:31Perché è giulittiana?
00:32Perché è il periodo durante il quale Giovanni Giolitti è quasi ininterrottamente Presidente
00:39del Consiglio.
00:40E' una fase molto importante, è una fase in cui avvengono delle dinamiche, si sviluppano
00:46delle dinamiche importanti per l'Italia, si consolida in Italia il passaggio da un'economia
00:55agraria quasi esclusivamente agraria a un'economia invece di fabbrica, quindi un processo di
01:02industrializzazione, si assiste poi all'incremento del prodotto interno lordo, del PIL, si assiste
01:10all'incremento del reddito pro capite, cioè ci sono dei grandi cambiamenti, cambiamenti
01:14economici che generano opportunità di sviluppo, opportunità di lavoro, questo però non per
01:22tutte le aree del paese, per molte aree del paese, ma non per tutte, rimangono segnali
01:28importanti, forti segnali di sottosviluppo, soprattutto come vedremo nel meridione.
01:35E Giolitti in questo quadro si adopera per contribuire alla modernizzazione del paese,
01:46quindi c'è questa opera di modernizzazione condotta da Giolitti che però non riesce
01:51a risolvere i problemi strutturali che persisteranno per molti decenni, ma io direi per certi versi
02:00fino ancora i giorni nostri, problemi strutturali che non si sa bene neanche come fare a risolvere.
02:08Giolitti che cosa fa in sintesi per inquadrare il personaggio, l'azione politica, lo spirito
02:16politico? Cerca di allargare il più possibile la base del consenso parlamentare e vuole dare
02:25stabilità al governo e quindi affronta in particolare la questione sociale, vedremo
02:31che non riuscirà a risolverla, ma il suo contributo è molto importante, sostiene un
02:37miglioramento della legislazione assistenziale, della legislazione previdenziale e cerca sostanzialmente
02:47di proteggere, di tutelare i diritti dei lavoratori e quindi migliorare le condizioni di vita
02:55dei cittadini italiani. D'altra parte cerca di attuare un programma per gestire le contese
03:12tra i lavoratori, gli operai in particolare, soprattutto quelli del nord e gli industriali,
03:21ma anche gli agrari, il nord le tensioni sono molto forti, ma in tutta Italia si sente
03:27questa nuova ventata e come si fa? C'è quest'idea di una armonizzazione tra le parti, quindi
03:39tra gli industriali e gli operai, gli scioperi devono essere garantiti e devono essere non
03:48violenti naturalmente e lo Stato però non può scendere sempre, anzi non deve scendere
03:53mai a difesa di una parte o a difesa di un'altra, due parti che invece si devono incontrare,
04:02devono contrattare e arrivare pacificamente a una soluzione. Tutto questo sempre in riferimento
04:08al centro nord, perché nelle regioni meridionali il governo non riesce a fare i granchè e
04:15si trova costretto, tant'è vero che Giulietti è stato definito da San Fermino il ministro
04:20della malavita, il governo è costretto a cercare l'appoggio dei baroni locali, dei
04:28ceti dominanti e questo spesso a svantaggio delle classi sociali più povere, quindi da
04:36qui in poi si registra un divario, un aumento del divario tra il nord e il sud d'Italia,
04:43si accentuano le disparità economiche, le disparità sociali tra il nord e il sud d'Italia
04:50e sostanzialmente questo è l'elemento negativo senza altro delle politiche di Giulietti,
04:57assistiamo a un fallimento delle politiche per il meridione, che non riescono ad innestarsi,
05:08a promuovere uno sviluppo reale, Giulietti ottiene però anche dei successi, ottiene
05:14un pieno successo nel reintegro dei cattolici nella vita politica italiana e questo è un
05:22punto naturalmente, un importantissimo punto di cambiamento, di innovazione nel nostro
05:28panorama politico, lo vediamo nel 13, lo vedremo più avanti con il patto Gentiloni, un momento
05:35cruciale che definisce poi anche una certa stabilità politica dell'Italia e questo
05:41dal punto di vista della politica interna, dal punto di vista della politica esterna
05:45invece, estera meglio, nel 1911 Giulietti si trova a subire le pressioni degli imprenditori,
05:56dei nazionalisti e quindi si arriva alla guerra contro l'impero ottomano per la conquista
06:04della Libia che veniva pensata come un po' anche la soluzione, certe problematiche di
06:13sbocchi commerciali e lavorativi, di materia prima, sarà un fallimento, è un conflitto
06:19che però rappresenta dal punto di vista della politica estera una svolta importantissima
06:25perché l'Italia diventa una potenza coloniale e assume anche lei questa volontà di potenza,
06:32il zurmacht per espandere, aveva già detto Nietzsche prima del 1900, Nietzsche muore nel
06:421900 il 25 agosto quindi non era certo un concetto nuovo, qui rappresenta un'altra cosa rispetto alla
06:47filosofia di Nietzsche, ma insomma richiamiamo intanto un possibile collegamento. Comunque c'è
06:54questa volontà di espandere l'influenza italiana nel Mediterraneo e insomma tranne beneficio
06:59economico. La guerra si conclude in modo incredibile perché dopo un anno c'è questo
07:07io direi tra virgolette successo militare perché poi in realtà l'impresa dimostra di avere dei
07:13costi altissimi e una resa assolutamente non corrispondente all'impegno economico, civile,
07:22morale e insomma a tutto quello che è successo. Le politiche imperialistiche italiane non riescono
07:30a tenere il passo con quelle delle altre potenze e il governo si dimostra sostanzialmente, tutti i
07:37governi ma anche questo si dimostra incapace di tenere il passo con le sfide internazionali.
07:42Allora noi studiamo questa età giuliettiana perché? Perché dobbiamo anche imparare a
07:50evidenziare i lati controversi, vedere l'altra faccia della medaglia cioè la storia è un insieme
07:54di passaggi che sono in chiaroscuro. Allora qui ci serve per imparare a studiare, a capire
08:02le dinamiche del primo novecento in Italia ma anche a ritrovare degli elementi come dire di
08:08arretratezza e di difficoltà che sono permanenti, cioè sono delle permanenze che insomma riguardano
08:14anche il nostro tempo, i nostri giorni e sono assolutamente moderne. È un periodo di transizione,
08:21è un periodo di conflitto e qui diciamo che si scontrano delle aspirazioni di progresso con dei
08:30limiti che però sono strutturali, cioè non sono solo mentali, sono proprio strutturali di un paese
08:36che deve ancora cominciare sostanzialmente a evolversi, a diventare davvero moderno. Allora
08:46cominciamo a vedere l'Italia, la situazione dell'Italia, l'economia italiana all'inizio del
08:53novecento. Negli ultimi decenni dell'ottocento l'Italia vive, adesso provo a evidenziare i
09:01passaggi, diciamo così, l'Italia vive una rapida crescita economica. C'è l'adozione di misure
09:13protezionistiche, vi ricordo che il protezionismo è quella strana teoria economica per cui si
09:20otterrebbe un vantaggio, forse nel breve termine, non so, ma senz'altro nel lungo termine è un
09:25disastro. Un vantaggio come? Limitando le importazioni e costringendo, tassando sostanzialmente,
09:33ostacolando in ogni modo le importazioni dall'estero e incentivando in ogni modo la produzione interna
09:39per l'esportazione e per il consumo interno. Naturalmente se tutti, ed è la cosa che succede,
09:44un paese inizia ad adottare misure protezionistiche e dall'altra parte gli altri paesi fanno lo stesso
09:51e quindi sostanzialmente il commercio internazionale si blocca, non funziona. Poi l'adozione anche
09:55del capitolo di Stato, l'ho già detto in classe, questo dà un forte impulso ad alcuni
10:01settori importanti, nevralgici, settori chimico, metallurgico soprattutto, meccanico soprattutto,
10:07ma la cosa non può funzionare perché naturalmente entra un elemento drogato all'interno del
10:12sistema che non può fare altro che produrre dei danni dal punto di vista della concorrenza,
10:21della parità dei mezzi con cui le varie realtà si confrontano. Poi c'è l'elemento della grande
10:29depressione, eccolo, dopo la grande depressione c'è un'ultima ondata di sviluppo che va avanti
10:36fino al 1907 e con una tenuta fino al 1913 e in particolare segnaliamo il nord ovest,
10:48il famoso triangolo industriale, siamo sostanzialmente nell'area compresa tra il Piemonte,
10:55la Lombardia, la Liguria, ma io direi anche il nord della Toscana, un pezzettino di Emilia
11:01Romagna, insomma va bene, qui si riesce davvero a passare a un'economia di fabbrica, questo però
11:09con l'aiuto delle banche e quindi nascono i primi grandi gruppi industriali, però sono limitati a
11:17questa situazione, a questa zona perché comunque l'Italia rimane un paese agricolo e tra i fattori
11:24di arretratezza, eccoli qui, senza altro l'analfabetismo, l'immigrazione, il divario tra
11:30nord e sud e insomma. Quindi adesso volendo un attimo ripilogare questa diapositiva che ci dà un
11:40quadro dell'Italia all'inizio del Novecento, è l'Italia delle belle époque, che è un paese
11:48che cerca e in effetti è in crescita, in una situazione di crescita economica, ma insomma
11:55con luce e ombre, c'è una prima fase di progresso economico che si verifica sotto i governi della
12:01sinistra storica, vi ricordate siamo tra il 1881 e il 1887, sono stati introdotti
12:09nel 1878 i dazi sull'importazione di beni industriali, quindi è il protezionismo che
12:16avanza, questa idea che si possa dare un impulso a settori, a comparti fondamentali come il
12:24metallurgico, il meccanico, il chimico ostacolando le importazioni e su un breve periodo ci può
12:30anche essere questa illusione, abbiamo detto. Questo è il periodo in cui Roma adotta l'economia
12:37mista, il cosiddetto capitalismo di Stato, è un sistema di commesse statali, è un sistema
12:44drogato, lo Stato compra quello che i privati fanno, funziona per qualcuno, ma non può
12:51funzionare per tutti. Assistiamo poi a un miglioramento economico un po' più importante,
12:59un po' più deciso, dopo l'adozione della tariffa doganale dell'87 che vi ho segnalato prima,
13:05perché questo nell'immediato elimina sostanzialmente la concorrenza straniera nel
13:12mercato interno, ma il protezionismo comincia poi per forza di cosa, essendo drogato a volerne sempre
13:21di più, quindi il protezionismo pian piano non va più solo a vantaggio delle industrie,
13:26sono i prodotti alimentari, lo zucchero, il riso, il grano, sono quelli che vengono in qualche modo,
13:33allo stesso modo protetti dall'iniziativa statale. Più avanti, dopo il momento della depressione tra
13:461873 e 1896, anche in Italia inizia una fase di sviluppo che andrà avanti fino al 1907 circa.
13:55Perché 1907? Perché nel 1907 l'Italia subisce gli effetti di una nuova crisi,
14:03questa volta internazionale, che incide tanto sulla struttura finanziaria, perché provoca poi
14:11il dissesto di alcune banche, ma anche della sfera pubblica, perché favorisce un interventismo del
14:19governo a scapito del Parlamento che naturalmente non potrà fare altro che produrre fratture.
14:25Comunque nel periodo, nell'asse, in questa periodizzazione che abbiamo detto che era
14:301887-1907, quindi in questo lasso di tempo, comunque complessivamente lo Stato italiano
14:39mantiene un'accettabile stabilità finanziaria. I conti sono in ordine, naturalmente dai conti
14:50in ordine ne trae beneficio la moneta, quindi la lira si rafforza. La lira è accettata senza
15:00problemi su tutti i mercati internazionali come una valuta affidabile forte, addirittura è richiesta
15:08più o meno come la sterlina inglese. Nello stesso tempo, siamo nel 1906, il governo è in grado di
15:17ridurre dal 5% al 3,75% il tasso di interesse garantito sui titoli pubblici e quindi evidentemente
15:27il debito pubblico dello Stato viene ritenuto affidabile, lo Stato realizza un notevole risparmio
15:34e è naturalmente assicurato sempre il totale rimborso dei titoli dei sottoscrittori, quindi
15:46degli investitori e anche privati. Il governo viene ritenuto solido, tanto che nonostante
15:58questo abbassamento dal 5% al 3,75% del tasso di interesse, in pochi chiedono la restituzione di
16:09quanto versato allo Stato, perché sono contenti di questa solidità. In questi stessi anni prende
16:16forma anche quello che abbiamo detto, il triangolo industriale, Torino-Milano-Genova, ma ho cercato
16:22di dirvi che almeno il mio giudizio andrebbe un pochino ampliato per non ridurlo solo a queste
16:27tre zone, in realtà ci sono anche altri centri produttivi che però sono sempre all'intorno,
16:31questa è la verità, e in qualche modo assistiamo al diffondersi di una cultura industriale,
16:36di una cultura tecno-scientifica che per certi versi mette l'Italia nella scia dei grandi paesi.
16:45Adesso vi propongo una cartina che poi vi propongo, è quella del libro,
16:49i comparti industriali italiani, l'Italia nord-occidentale in questo periodo conta circa un
16:57milione di operai, da sola l'Italia nord-occidentale per darvi la misura conta la metà del totale
17:06nazionale di operai, quindi assistiamo al passaggio da un'economia agricola a un'economia
17:13industriale, di fabbrica, ed è una transizione matura per certi versi, perché? Perché noi
17:22assistiamo a un ruolo nuovo, importante, che è quello delle banche, che permettono con i
17:33loro investimenti l'ascesa delle maggiori imprese industriali e qui nella cartina ne
17:40vediamo qualcuno, abbiamo Breda nel 1896, il comparto meccanico pesante, l'Olivetti nel 1908,
17:48meccanica leggera, la Fiat nel 1899, l'Alfa Romeo nel 1910, nel settore automobilistico,
17:56Edison nel settore dell'elettricità, Pirelli per le gomme, per gli pneumatici,
18:01Cirio nel comparto alimentare, Lanzaldo nella cantieristica, Montecatini nella produzione
18:08della chimica, sono dei veri e propri marchi che diventano all'inizio del Novecento dei
18:15simboli della crescita di questa nuova Italia, quindi simboli di una dinamica che porta l'Italia
18:24ad essere più moderna, nel tentativo di stare al passo delle più importanti potenze europee.
18:33Ecco, sempre nel discorso che riguarda l'Italia all'inizio del Novecento, l'Italia è caratterizzata
18:43però anche da una crescente tensione sociale, provo anche qui a sottolineare, eccolo qua,
18:51una crescente tensione sociale, dicevamo, che contrappone al nord i grandi imprenditori,
18:58alla classe operaia e al sud i proprietari terrieri ai braccianti agricoli, quindi abbiamo
19:04due diverse situazioni di conflitto, però è un clima evidentemente molto teso. In questa
19:15situazione, in questo quadro di tensione e anche forse un po' di confusione istituzionale,
19:23si arriva al culmine con l'assassinio di Umberto I, siamo nel 1900, questo l'ho già sottolineato
19:31perché è importantissimo, Vittorio Mondiale III a questo punto chiama il governo Zanardelli che
19:39affida il ministero degli interni a Giolitti, all'inizio il ministro degli interni poi diventerà
19:47capo dello Stato quando Zanardelli si ritira e da questo momento in poi abbiamo la figura
19:54di Giolitti che è una figura centrale per tutto quello che abbiamo anticipato e dal 1903 Giolitti
20:05comincia a ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio ininterrottamente fino al 1914,
20:13quasi ininterrottamente fino al 1914 ed ecco perché è da Giolittiani, sono quasi un decennio
20:19e cosa fa in questo decennio? Eccolo qui, cerca soprattutto di allargare la base del
20:26consenso popolare con una politica a volte spregiudicata, a volte pragmatica, abbiamo
20:31già anticipato con dei margini, con dell'ambiguità, una politica in chiaro scuro diciamo.
20:40Allora vediamo il quadro politico un po' più nel dettaglio, naturalmente poi per vederlo
20:47bene bisogna passare al manuale e ridiciamo i punti fondamentali partendo da questo discorso
20:54dell'inizio del novecento, lo sviluppo economico, in particolare quello industriale, attenzione non
20:59produce una maggiore equità sociale, non produce un diffuso benessere, i grandi imprenditori sì,
21:07i grandi imprenditori sono a riparo dalla concorrenza estera, abbiamo detto le commesse
21:11statali, le sovvenzioni, il protezionismo e quindi si avvantaggiano delle concentrazioni
21:16proprietarie, del controllo oligopolistico, del mercato, quindi gli imprenditori stanno
21:24bene, i grandi imprenditori stanno molto bene, però sì stanno bene solo loro, perché nessuna
21:30di queste condizioni favorisce un incremento reale, sostanziale dei salari, il miglioramento
21:37delle condizioni di lavoro degli operai, niente, nel novecento gli operai italiani hanno le paghe
21:42tra le più basse d'Europa, hanno gli orari di lavoro più lunghi, l'assistenza, la previdenza
21:49sono carenti, sono indietro e a fronte a queste difficoltà i datori di lavoro e molto spesso
21:56dicevamo anche in classe, le stesse autorità civili contrastano con forza i tentativi dei
22:02salariati di organizzarsi in sindacati, quindi reprimono ogni acceno di sciopero e costituiscono
22:09una specie di fronte unico, questo si vede particolarmente nel nord, ma il danno è anche
22:16nel meridione, nel meridione c'è la povertà, c'è la fame, c'è bisogno di terre, infatti
22:21ci sono frequentissime occupazioni dei campi incolti e quindi lotte tra i braccianti e
22:26i proprietari, c'è un'esasperazione profonda, i lavoratori sono esasperati e questo genera
22:33un quadro sociale instabile che a sua volta nel sud e nel nord genera problemi dal punto
22:48di vista politico, infatti l'ottocento italiano si chiude da una parte con il violento scontro
22:57tra le forze conservatrici e progressiste e dall'altra parte con questa confusione istituzionale.
23:04Il punto di maggiore tensione, l'abbiamo già sottolineato e lo diciamo ancora, è
23:10il punto che si vede qui con l'assassinio di Umberto I, l'omicidio di Umberto I,
23:18reassassinato nel 1900, lo vedete poi nel manuale da Gaetano Bresci, questo anarchico
23:24che lo considera il principale responsabile di queste condizioni terribili in cui versano
23:30i lavoratori italiani e questo provocherà la salita al ruolo di Presidente del Consiglio
23:42di Giovanni Giolitti, perché? Cosa succede? Il figlio di Umberto I che è Vittorio Emanuele
23:50III cerca di stemperare come può le tensioni e cosa fa? Abbandona la politica autoritaria
23:58del padre di Umberto I e affida la Presidenza del Consiglio a Giuseppe Zanardelli, è un
24:06politico liberale, da Ministro della Giustizia del governo Crispi aveva varato un codice
24:13panale avanzato, siamo nel 1889, andiamo un attimo indietro, Zanardelli aveva abolito
24:19la pena di morte, aveva concesso una certa libertà di sciopero e nella famosa crisi
24:26di fine secolo che abbiamo visto l'anno scorso si schiera contro Pellu, allora naturalmente
24:32questo gesto di Vittorio Emanuele III è un gesto che viene accolto con favore dal popolo,
24:37dalle masse e Zanardelli come ministro dell'interno sceglie Giovanni Giolitti, attenzione, ministro
24:49dell'interno è un ministero importantissimo di una posizione fondamentale, ruolo strategico
24:56proprio per gestire i conflitti sociali, proprio per gestire l'ordine pubblico, allora se
25:03Zanardelli si sposta fino a questo punto di scegliere un Giolitti, si vede che evidentemente
25:16si conosce molto bene per le sue idee, per la sua capacità in un ruolo di questo tipo,
25:23allora l'idea è proprio questa, le lotte sociali di fine 1800 devono essere risolte
25:30in un altro modo, il 1900 deve darci una risposta diversa rispetto al passato, Giolitti entra
25:40alla Camera addirittura tra le file della sinistra storica e nel 1900 ha una storia,
25:49lui proviene dall'alta amministrazione dello Stato, ha una lunghissima esperienza, conosce
25:55perfettamente i meccanismi della burocrazia e a un certo punto Zanardelli sta male, per
26:00ragioni di salute deve dare dimissioni e nel novembre 1903 Giolitti gli succede e diventa
26:12Presidente del Consiglio ed è a capo del governo italiano più volte, quasi ininterrottamente
26:18tra il 1903 e il 1914, tanto che questo periodo passa la storia come età giolittiana. Cosa
26:27fa Giolitti in questo periodo? Si conquista una fama importante, ancora oggi non a caso
26:33nei nostri manuali abbiamo l'età giolittiana, però attenzione è una fama a duratura quanto
26:37controversa, Giolitti da una parte sa conciliare aspettative, ambizioni, ma anche timori di
26:45tutti i principali attori della scena nazionale, la borghesia, il proletariato, i socialisti,
26:51i cattolici e dall'altra cerca di allargare la base del consenso popolare allo Stato liberale
26:58facendo del governo proprio questo motore della pacificazione, della modernizzazione
27:03del paese a chi non piace la pace interna, la tranquillità, la prosperità, il lavoro
27:10e quindi l'aumento della ricchezza. Giolitti fa questo lavoro non sulla base di un programma
27:16specifico, né tantomeno di un'ideologia precisa, ma con grande abilità politica, si muove
27:23in modo molto pragmatico per ottenere sempre il miglior risultato possibile in ogni circostanza
27:28cercando di armonizzare le diverse pretese, è un grandissimo arbitro. In campo parlamentare,
27:35in campo di politica interna, questo significa poi portare il centro liberale che è guidato
27:40appunto da Giolitti ad appoggiarsi a volte alla destra, a volte alla sinistra, a secondo
27:43della convenienza politica del momento e questa attitudine a starci sempre, come dire, a riuscire
27:50sempre a saltarci fuori lo espone all'accusa di trasformismo e anche di clientelismo come
27:57vedremo, un ministro della malavita gli disse nel Parlamento, infatti la figura di Giogniti
28:02è spesso avvicinata a quella del leader della sinistra storica che è Agostino De Pretis
28:06e era Agostino De Pretis. Va bene, adesso andiamo pure al prossimo discorso che è quello
28:15della questione sociale.

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