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prof. Alessandro Benigni
Trascrizione
00:00Eccoci allora, bentrovati, siamo in questo nuovo percorso, questa volta su Kierkegaard,
00:13grandissimo filosofo danese, abbiamo già detto in classe un po' di cose, abbiamo
00:20già detto della sua vita, della sua vita incredibile, questa morte incredibile con
00:24questo annuncio che lui fa in banca andando a ritirare l'ultima tranche delle eredità
00:30che il padre gli aveva lasciato di questa vita sofferente ma nello stesso tempo dedita
00:37a un valore, un ideale che gli riteneva il più importante, il più importante di tutti,
00:42l'ideale della vita, quello di fare il poeta del cristianesimo come lui stesso scrive nei
00:48papirer, nei diari che raccontano le sue sofferenze anche private, il dramma della
00:55separazione, di questa rottura di fidanzamento da Regine Olsen e la sua difficoltà rispetto
01:06alla chiesa, alla cristianità stabilita, come la chiama lui di Copenhagen, il rapporto
01:12con il vescovo Monster, con Martensen e via dicendo. Non riepilogo più, non vale la
01:18pena forse metterlo adesso in questo video che cerco di sintetizzare in un tempo e di
01:24comprimere in un tempo accettabile per il ripasso. Cominciamo invece a ripassare qualcosa
01:33che riguarda in generale le caratteristiche dell'opera di Kierkegaard, del pensiero
01:40di Kierkegaard, abbiamo già detto tanto della sua scrittura, dello stile per pseudonimi,
01:46abbiamo detto che è difficilissimo sintetizzare la sua opera perché è molto complessa, non
01:51riesce a essere insistemata negli schemi tradizionali, a volte c'è la prevalenza dell'elemento
01:57letterario, a volte addirittura quello poetico, a volte un approccio sistematico anche se
02:04contro Hegel, più filosofico, più duro, più impegnativo, sempre l'ironia fin dal
02:10suo esordio è un elemento caratterizzante sul concetto di ironia in costante riferimento
02:15a Socrate, abbiamo detto la sua tesi di Larla. Il suo pensiero è un pensiero religioso,
02:20ma non dobbiamo fraintenderci, non è un pensiero che si occupa solo di religione e men che
02:26meno con uno stile che potremmo definire o dogmatico o teologico, è uno stile filosofico
02:33molto introspettivo in certi passaggi, sempre ironico e riguarda certamente la trattazione
02:42del senso dell'esistenza, abbiamo detto che Kierkegaard è il padre dell'esistenzialismo
02:48e nel ricercare questo senso dell'esistenza c'è un'attenzione particolare alla possibilità
02:54della fede, l'elemento della possibilità va sottolineato perché abbiamo detto al centro
02:59della filosofia di Kierkegaard, l'elemento religioso è il singolo, il concetto di singolo
03:05il cuore della sua impostazione filosofica ed è il motivo essenziale, tra l'altro,
03:14in base al quale Kierkegaard critica, si propone come il grande nemico di Hegel, anche se in
03:19gioventù aveva accettato inizialmente il sistema hegeliano, aveva seguito le lezioni
03:25di Hegel, aveva studiato Hegel, la lezione di Hegel diciamo, aveva studiato Hegel, però
03:31poi nei papiri leggiamo astolto hegeliano che io ero, quindi un ravvedimento, una presa
03:35di coscienza e da lì in poi Hegel è considerato il grande nemico.
03:40Abbiamo detto dell'esistenza, del senso dell'esistenza, quindi il problema sostanzialmente
03:45della verità e di quale verità stiamo parlando? Certamente non di una verità teoretica, nella
03:51mia esistenza la verità teoretica, nella mia vita diciamo la verità teoretica ha un
03:57certo interesse, ma un interesse tutto sommato secondario, dei miei problemi esistenziali
04:03non è che posso trovare una soluzione o un'indicazione in un manuale di biologia, di filosofia,
04:10di matematica, di cosmologia, la verità non è quella che mi interessa per risolvere
04:17la mia esistenza particolare, per dare una direzione alla mia esistenza particolare,
04:23per dare un senso ai miei vissuti, alla mia storia, alla mia sofferenza, alle mie aspirazioni,
04:29alla mia gioia, per decidere chi posso essere, ancora la categoria della possibilità, serve
04:37una verità non universale, ma una verità individuale, abbiamo detto una verità che
04:43valga per me, questo non significa cadere nel soggettivismo, neanche meno nel relativismo,
04:49ma significa che nella mia vita io devo trovare una verità che illumini la mia esistenza
04:55e che non è l'esistenza del mio vicino di casa, che non è l'esistenza di mia moglie,
04:58dei miei figli, di mio padre, di mia madre, è la mia, è solo mia. Io ho bisogno di una
05:04verità che sia mia, non di una verità generale, una verità declinata al singolare, una verità
05:12che dia scopo alla mia esistenza singolare. Abbiamo detto che per questo Kierkegaard,
05:20come già abbiamo visto nella storia della filosofia, ma in questo modo spettacolare,
05:27pone al centro della sua discussione filosofica, filosofica o trattino religiosa, la categoria
05:33del singolo. Andiamo a vedere un po' di questi elementi che vi ho iniziato a dire.
05:39Allora abbiamo detto pensiero religioso, proviamo a inserire qualche pensiero religioso, ma
05:48non soltanto religioso. Kierkegaard pone al centro il singolo e questo è il cuore della
05:55sua critica al sistema hegeliano. Abbiamo parlato di verità. Nella mia esistenza io
06:03posso scegliere. Posso scegliere, sono libero, sono quindi anche responsabile, ma attenzione
06:13la prima e la più importante dimensione di scelta è quella di orientare la mia esistenza.
06:19Siccome la mia esistenza è teleologicamente orientata a un fine, e quel fine è la morte,
06:26si pone drammaticamente fin dall'inizio il problema di capire qual è il senso di
06:32questa morte e in modo retrospettivo il senso di tutta l'esistenza. L'esistenza si consuma
06:37in quello che noi vediamo o procede. E qui Kierkegaard è il grande maestro della categoria
06:41della possibilità. C'è questa possibilità che la vita non finisca qui, che quindi ci
06:46sia una dimensione che si apre all'interrogativo della fede. E in questo senso la verità che
06:52mi interessa è una verità da dimostrare, è una verità che si raggiunge con il ragionamento
06:58filosofico, è una verità sistematica alla Hegel per intenderci, è una verità razionale
07:04che i più bravi, più intelligenti riescono a scalare con la loro forza, o è una verità
07:11che viene da una testimonianza e esige a sua volta una testimonianza? Che tipo di verità
07:18è? È una verità senz'altro non teorica, questa è la tesi di Kierkegaard, è una verità
07:24esistenziale, è personale, è singolare, è mia, ma io la ricevo e la discuto dentro
07:31di me, la scelgo o la rifiuto, lo scandalo della fede, l'Essing vi ricordate, abbiamo
07:37detto questo grande pensatore che si è avvicinato al cristianesimo in modo corretto e qui Kierkegaard
07:43non è ironico, sta dicendo seriamente, cioè il grande ateo che si avvicina al problema
07:48del cristianesimo, lo prende, lo analizza, lo mette sul tavolo da lavoro, lo fa a pezzettini
07:55e alla fine dice no, non mi interessa, perché? Perché sì, perché ci sta, perché con l'analisi
08:00teoretica, con l'analisi logica o filologico, quello che volete voi, non trovo nessun elemento
08:06preponderante decisivo per scegliere il cristianesimo invece che negarlo semplicemente e rifiutarlo
08:13come qualcosa di assolutamente incomprensibile, ma è proprio questo fatto, è proprio questo
08:18elemento che pone in modo drammatico di fronte al soggetto la necessità di una scelta, cioè
08:25di un salto, che io posso e posso anche non fare, non sono obbligato, non è necessario,
08:31è una mia scelta, è una mia libera scelta. La mia fede, se io scelgo la fede, è un salto,
08:38è una scommessa, è un qualcosa che io faccio in modo singolare, non posso andare a chiedere
08:44a qualcuno un consiglio, anche se me lo dà, poi alla fine devo scegliere io, non mi basta
08:48inserirmi nella comunità, non è che se vado in chiesa, allora mi viene la fede, non è
08:52che se sono battezzato, allora sono cristiano, allora la fede scende dal cielo. Certo, c'è
08:58questo elemento della grazia, ci mancherebbe mai, come un dono che io poi devo ricevere
09:01e trattenere, cioè lo devo scegliere, devo scegliere di farlo mio. C'è quella battuta
09:06formidabile, secondo me, di Kierkegaard, rivolta alla battuta ai cristiani del suo
09:13tempo, alla cristianità stabilita, diceva, oggi nel nostro tempo il problema è come
09:17diventare cristiani essendolo già. E uno comincia a dire, che senso ha una battuta
09:23del genere, se sei già cristiano non puoi diventarlo, no, sei cristiano perché sei
09:26battezzato, sei cristiano di nome, non di fatto, quindi sei già cristiano ma lo devi
09:31diventare, il bello è vivere poi dai cristiani e come vedremo, secondo Kierkegaard è qualcosa
09:38di incredibile, di difficilissimo. Si rimane comunque bastonati, quando vedremo il prototipo,
09:47il modello di credente che Kierkegaard ha in testa, che come dice lui non lo fa dormire
09:52di notte, quando pensa ad Abramo, dice Kierkegaard io perdo il sonno, non riesco più a dormire,
09:59questo principe della fede che cosa fa? Eh, lo vedremo dopo, vive una vita anche lui incredibile
10:06con una pattosta incredibile perché Dio poi gli chiede il figlio, poi vedremo, e comunque
10:11anche una volta che ha scelto di fidarsi completamente di Dio, non è mica più tanto posto come
10:19prima, il suo occhio era come appannato, scrive testualmente Kierkegaard. Vediamo nella storia
10:25del Vangelo, Maria che ha detto il sì, fa una vita difficilissima, Gesù resta incinta
10:33e corre il rischio di essere lapidata, cominciamo a mettere le cose in ordine. Poi nasce il
10:38bambino appena nato, deve subito scappare in Egitto, non è che prende l'Intercity,
10:42deve fare un viaggio incredibile anche lì con Giuseppe che l'aiuta in qualche modo,
10:47ma a piedi, con un nasinello, con qualcosa, e deve scappare perché a Gesù vogliono fare
10:52la pelle presumibilmente a tutta la famiglia. Ritorna in patria, diciamo, fa una vita difficilissima
11:01di povertà, vede il figlio predicando ad essere accettato, ad essere insultato, più
11:06di una volta Gesù deve spostarsi, poi corre il rischio anche di essere lapidato, poi muore
11:12in croce, quindi una vita insomma tutt'altro che una passeggiata in carrozza. E la stessa
11:17cosa se questa possibilità si realizza ed è vera ed è autentica, se si sceglie di
11:23crederci, Dio, Dio stesso, Cristo che si incarna per amore dell'uomo ma fa una vita, lo sappiamo
11:30tutti come va a finire. Certo finisce con la resurrezione, ma si passa attraverso la
11:33croce, si passa attraverso il Calvario, si passa attraverso la passione del Gezzemani,
11:39non è uno scherzo. Quindi in qualche modo la verità, la mia libertà la scelgo ma senza
11:49garanzie, non è che scegliendo la fede, allora ok, è una scommessa, è un salto che si fa
11:57per amore, se c'è, che si fa per volontà, se c'è questa volontà, che si fa non con
12:04un calcolo, perché appunto i conti non tornano, non funziona, se poi ci si sbaglia è un problema
12:11perché si passa tutta l'esistenza orientati, non è uno scherzo, non si può tornare indietro
12:17e quindi è qualcosa che riguarda solo me. Ultimo punto che diciamo in questo momento
12:26è la dimensione della critica dei sistemi filosofici che ignorano la singolarità, ignorano
12:32l'esistenza concreta. Kierkegaard dice che l'esistenza si fonda sulla categoria del singolo,
12:37la possibilità della fede si fonda sulla categoria del singolo, le relazioni umane si fondano sulla
12:44categoria dei singoli, se io voglio bene una persona singolarmente, io voglio bene a questa
12:50persona, non lo faccio in gruppo, non lo faccio in comunità, non lo faccio con un'associazione,
12:58lo faccio io, se voglio tradire una persona lo faccio io, se voglio sacrificarmi per una persona
13:04lo devo fare io come singolo e io sono responsabile nel bene o nel male delle mie scelte. Quindi tutto
13:11questo ci porta a dire che quello che è imperante nella vita, nell'esistenza del soggetto è la
13:16categoria della possibilità da capo, non la categoria della necessità alla Hegel, la categoria
13:23della possibilità, quindi il tema della libertà, il tema della libertà di scelta e quindi il tema
13:28della responsabilità. I sistemi che ignorano l'esistenza concreta non possono funzionare,
13:33o meglio possono funzionare dal punto di vista teorico, ma dal punto di vista teorico la mia
13:39esistenza non ha una spiegazione. E' bellissima la filosofia, bellissima la metafisica, ma della
13:46mia vita poi alla fine cosa faccio? Nel mio rapporto con gli altri, nel mio rapporto con
13:50Dio credo non credo, gli altri faccio non faccio, come mi relaziono? Cioè dove trovo nei libri,
13:55nei vari sistemi una indicazione per orientare la mia vita. Quindi in qualche modo vale quella
14:04battuta, anche qui secondo me molto bella, che Kierkegaard aveva fatto nei confronti di Hegel,
14:08no? Il sistema filosofico di Hegel sembra un po' quell'architetto che disegna quel bellissimo
14:14castello, quel castello viene realizzato, poi però in quel castello l'architetto non può entrare e va
14:19a dormire nel fienile. Come dire, hai fatto un bellissimo sistema, ma la tua esistenza alla
14:24fine corre il rischio di essere, come dire, senza significato, senza valore. Invece l'unica
14:29categoria come Kierkegaard voleva, avrebbe voluto far scrivere come epitaffio sulla sua tomba quel
14:35singolo, cioè sono stato un unico, irripetibile. Noi lo siamo già, noi lo siamo già, siamo già
14:41singoli, abbiamo già addosso questa categoria che è nostra, è genetica, nessuno ce la può togliere.
14:48Il problema è se ne siamo consapevoli, il problema è se la viviamo con consapevolezza,
14:55con una scelta, con un'autenticità, o se invece non rifiutiamo questa categoria perché è più
15:01facile inserirci in un gruppo, inserirci in un partito, fare come fan tutti, inserirci in una
15:07moda, inserirci in un'associazione e lasciare che la vita scorra senza mai essere noi i protagonisti
15:12della nostra esistenza. Allora, questo è tutto sommato, la parte, adesso cerco di togliere questa,
15:18ecco la parte iniziale e poi un discorso che riguarda la critica, eccolo qua, lo sottolineo
15:30anche questo, vediamo se riesco ancora, perfetto, qua così, la categoria del singolo, abbiamo detto
15:35il fulcro della filosofia di Kierkegaard e poi naturalmente il discorso della critica della
15:43filosofia hegeliana. Anche qui, la critica della filosofia hegeliana si basa su questa categoria
15:49che abbiamo detto fino ad ora, la storia dell'umanità non è la storia della ragione, non è la storia
15:56dell'assoluto che si sviluppa, è la storia di un insieme di singoli, sono i singoli che fanno la
16:01storia, non la storia che fanno i singoli. La storia dell'umanità deve essere compresa attraverso,
16:08dice Kierkegaard, quella categoria del singolo che è superiore al genere, il singolo è un unico,
16:15un irriducibile, è la condizione della verità. In che senso è la condizione della verità? Di
16:20quale verità si sta parlando? Non che il singolo decide, che il teorema di Pitagora si dimostri in
16:25un altro modo, si può dimostrare in tanti modi, che in un triangolo rettangolo il quadrato
16:30costruito sull'Epotenusa è diverso dalla somma dei quadrati. Non è questo il discorso che riguarda
16:37il singolo come condizione della verità, nel senso che se si parla non di una verità generale,
16:44ma di una verità teoretica in generale, ma di una verità per me che di esistenza la mia vita,
16:50allora la condizione per accettare questa verità, per rifiutarla, per immergere la mia esistenza in
16:58questa verità, o tirarmene fuori, sono io, non è qualcun altro, sono io come singolo, sono io.
17:04E nel cristianesimo in particolare il singolo che è il singolo è colui che si rapporta direttamente
17:09con Dio, che si confronta con Dio, e quindi ciascuno di noi deve diventare un singolo se
17:16vuole rapportarsi al problema della verità della vita. Come finisce la vita? Se esiste un al di là,
17:24se esiste un Dio? Questo discorso si può fare se, come vedremo nella figura di Abramo nello
17:30stadio religioso, che è uno dei tre stadi fondamentali dell'esistenza, dove vedremo
17:36non c'è continuità, ma queste cose le vediamo appena un po' più avanti, ecco,
17:41ci deve essere una scelta personale di fidarsi o non fidarsi, sostanzialmente. Non c'è nessuna
17:47spiegazione teoretica. Comunicare, stavo dicendo comunicare il cristianesimo come? Qui abbiamo il
17:59grande problema della comunicazione diretta o indiretta. La comunicazione diretta non funziona,
18:04cioè la spiegazione, l'indicazione di un sapere, quello che fa il maestro con il discepolo che
18:11comunica, che spiega una procedura, che illustra, che fa ragionare, che dà dei temi da sviluppare,
18:20non funziona. Kirkwood propone invece una comunicazione che è indiretta, che è esattamente
18:24come faceva Socrate. Perché? Perché in questo modo con l'esempio, con la testimonianza e con
18:31il mettere il soggetto, il singolo in primo piano come protagonista dell'acquisizione del proprio
18:38sapere, allora sì, qui si costringe l'individuo e il singolo a riflettere e a realizzare la propria
18:44esistenza, a realizzare ciò che dice naturalmente. E quindi la comunicazione indiretta è quella dove,
18:51lo vediamo attraverso gli pseudonimi, tutto questo modo pazzesco che ha Kirkwood di scrivere,
18:57dove effettivamente, adesso noi lo dobbiamo studiare, sappiamo che lui, ma se dovessimo
19:02leggere direttamente l'opera di Kirkwood, la sensazione che si prova è la seguente, non è
19:06Kirkwood che scrive, è qualcuno che mi chiama a una riflessione. Nella comunicazione indiretta,
19:15io lettore devo scegliere di confrontarmi con me stesso e l'esempio supremo di comunicazione
19:26indiretta è il paradosso assoluto, cioè Cristo, perché di fronte a Cristo noi siamo obbligati a
19:31scegliere, non ci sono santi, scusate l'espressione, cioè non c'è altro modo, di fronte a Cristo
19:38l'unica possibilità che io ho è scegliere, ma beh non scelgo, rimanderò, non lo so, vedrò,
19:43farò, è una scelta. Scelgo di no, benissimo è una scelta, scelgo di sì, benissimo è una scelta,
19:49ma sono obbligato a prendere una posizione, non posso restare impassibile. Il restare impassibile
19:56è già una forma di scelta e allora ecco, e torno indietro qua perché voglio evidenziare questo,
20:03neanche non va bene, facciamo così, sono meglio le freccette naturalmente, allora ecco perché
20:09Kierkegaard si definisce il poeta del cristianesimo, il poeta non vive l'ideale di cui scrive. Allora
20:17che cosa succede? Kierkegaard ci sta mostrando che lui non è il modello da seguire, lui scrive di
20:26qualcos'altro, non sta scrivendo di sé, non si propone lui con il ditino alzato a fare il
20:34moralista, a bacchettarci tutti e a dire fate come me perché io sono un vero cristiano. No,
20:40vuole proporre una pietra d'inciampo come il cristianesimo per il mondo moderno, vuole
20:46costringerci alla riflessione, vuole portarci a interrogarci sul senso della nostra vita,
20:52è il grande successo di Kierkegaard, sta proprio in questo. Allora quali sono le caratteristiche
20:57come dire esteriori, generali dell'opera filosofica di Kierkegaard? Andiamo a questo
21:05punto importantissimo che voglio sottolinearvi bene con tutte le freccette possibili. Abbiamo
21:12detto l'opera di Kierkegaard è pazzesca, è monumentale, non si riesce a ridurla,
21:17si riesce a schiacciarla, non è un filosofo accademico, non crea un sistema filosofico,
21:22non è un professore, avrebbe potuto, ma non sceglie la carriera universitaria, se ne sta lì
21:28continua a scrivere, fonda il Corsaro, una rivista, scrive sotto pseudonimi, scrive il
21:36diario, poi scrive gli scritti edificanti, alcuni li firma, altri no, la sua filosofia
21:43è esattamente l'opposto di quella hegeliana. Non si riesce a catturare Kierkegaard per primo,
21:53il singolo, quel singolo Zoran Kierkegaard non si riesce a mettere lì, non ci sta fisso in una
22:02delle nostre categorie, si oppone con la sua persona, con la sua scrittura, con la sua
22:08esperienza di vita, lotta contro la pretesa di comprendere tutta la realtà in un sistema
22:13definito e il centro della sua opera è questa lotta, perché? Perché il cristianesimo, la religione,
22:21l'esistenza autentica che naturalmente Kierkegaard come dire studia anche sulla base filosofica,
22:32sulla base teologica, non è un sistema, non è una questione teoretica, è una questione che
22:38riguarda il singolo, è una questione che riguarda la scelta personale, interiore,
22:46segreta. Abramo, che vedremo, è il campione di questa scelta proprio perché è da solo,
22:54è drammaticamente da solo e attenzione, non esce bene, cioè non è che Abramo torna,
23:00non è che Abramo torna contento dall'aver quasi ucciso il figlio come se niente fosse,
23:06rimane traumatizzato, rimane traumatizzato il figlio, rimane traumatizzato Adramo,
23:10è una sberla non indifferente, la fede comporta uno scacco permanente e ciò nonostante la fede
23:18autentica richiede la continua scelta del soggetto e quindi il concetto chiave, mi ripeto ancora,
23:27ma questo è il punto essenziale per comprendere Kierkegaard, il concetto fondamentale è quello
23:33del singolo, che è il fulcro della filosofia, della filosofia della religione, della filosofia
23:39dell'esistenza di Kierkegaard, diventare singolo è il compito della nostra vita,
23:44diventare singolo è il compito fondamentale di ognuno di noi e nella società moderna vediamo
23:51il fenomeno opposto, nessuno osa dire io, ci si nasconde dietro il greggio sociale,
23:58ci si nasconde dietro la moda, il pensiero dominante, ci si mette dietro agli usi e
24:05costumi della propria vita, ricordate la morale cartesiana, segui le usanze del tuo proprio,
24:10non da l'arvatus prodeo, bene vixit qui, bene latuit, si vive bene se non si dà tanto,
24:18si segue quello che fanno tutti, se in qualche modo non si diventa un personaggio, non si diventa
24:24qualcuno che poi ti prende uno in giro, com'è successo Kierkegaard, sono tante le vignette,
24:28abbiamo delle testimonianze, Kierkegaard appena morto durante il funerale è stato esaltato già,
24:34grande contraddizione, però da vivo era preso in giro, allora Kierkegaard infatti aveva la
24:42forza di distaccarsi dalle mode filosofiche, dalle concezioni religiose, quelle stabilite,
24:48quelle dove tutto funziona, tutto è facile, tutto ha un senso, dove è razionale credere
24:54nel cristianesimo, è la cosa più ragionevole che ci sia, secondo l'insegnamento hegeliano,
24:58vi ricordate arte, religione e filosofia, la religione è un momento in cui lo spirito si
25:04manifesta attraverso i simboli, attraverso i miti, non parla ancora il linguaggio della filosofia,
25:09ma va bene, ci sta, padre figlio spirito santo, si vede già la tesi, l'antitesi, la sintesi,
25:16come diciamo noi nei manuali, questa trilogia che procede, questa dialettica che procede,
25:21e invece no, Kierkegaard assume il ruolo di cavaliere della fede, di poeta del cristianesimo,
25:28diciamo così, e eccolo qua, che cosa arriva a dire, arriva a dire una frase incredibile di
25:36questo livello che fa certamente impressione, eccolo qua, io sono e sono stato uno scrittore
25:46religioso, tutta la mia attività letteraria si rapporta al cristianesimo, siamo nel 1851,
25:52Kierkegaard scrive una cosa del genere, perché? Perché la dimensione della singolarità,
25:58quando sei singolo, diciamo così, se riesci a vivere, a vedere la vita da singolo,
26:03qual è il tuo primo problema? Il tuo primo problema è il senso che dai alla tua esistenza,
26:08e quindi l'elemento religioso, sì o no? Punto di domanda, attenzione, ripeto ancora una volta,
26:14Kierkegaard non pensa mai di farci la morale, non pensa mai di spiegarci, di farci vedere come lui
26:23vive bene, come invece dovremmo vivere se fossimo cristiani, ci interroga, e allora eccolo qua,
26:31il filosofo dei paradossi, faccio un po' fatica in questo video a usare, ok, il filosofo dei
26:36paradossi, quindi dalla religione alla filosofia, siamo in Danimarca, la Danimarca è un paese
26:45cristiano, come diventare cristiani essendolo già vi ricordate, la società in cui vive Kierkegaard
26:50è tutta cristianizzata, ma davvero ci sono cristiani? Cioè la domanda è, in quanti si
26:57sono posti singolarmente il problema della scelta e hanno scelto, e in quanti invece si sono inseriti
27:04nel greggio dei cristiani, perché così fanno tutti, ma perché cosa fai, non vai a messa la
27:08domenica, ci vanno tutti, ma cosa fai, non pratichi i sacramenti, non dici le preghiere, ma le fanno
27:15tutti, cioè è la comunità che si muove in quel modo, vuoi fare il diverso, vuoi fare la macchietta?
27:21No, Kierkegaard è un pensatore forte, enigmatico, è difficile, ma è uno che valorizza l'esistenza,
27:30è vero conduce una vita appartata, ma polemizza con la cultura del suo tempo, usa gli pseudonimi,
27:36critica l'eglismo, perché? Perché la cristianità stabilita non funziona, perché la cristianità
27:42stabilita fa un danno alla filosofia e alla religione, alla filosofia perché la filosofia
27:47non serve per fare una scelta religiosa e alla religione perché alla religione non serve la
27:52filosofia per capire che cos'è, cioè la cristianità stabilita, cosa vuol dire cristianità stabilita?
28:00Quelli che sono seduti, cioè che stanno lì fermi, che non hanno nessuno scoglio, che non hanno
28:06nessuna pietra d'inciampo, che non si fanno domande, che va bene così, cioè quella cristianità
28:11superficiale, una forma superficiale di cristianesimo dove non c'è nessun dramma, dove non c'è nessuna
28:16difficoltà, dove tutto è facile, tutto è normale ed è sostanzialmente una forma di ateismo secondo
28:23Kierkegaard. Quando Kierkegaard fonda il momento, il periodico per condurre una polemica contro
28:30questa cristianità, sa benissimo quello che sta facendo, sa benissimo che si sta tirando contro
28:35tutta la chiesa danese, tutta la filosofia danese, perché in questo momento pochissimi hanno la
28:43lucidità per riconoscere il danno di una fede portata avanti per convenienza sostanzialmente,
28:49per etichetta sociale, cioè una fede fasulla, di facciata. Ma attenzione, attraverso questi temi
28:57Kierkegaard va poi a estendere la sua analisi, l'amplia, e va a toccare dei temi filosofici
29:04classici che già noi conosciamo da due anni, che sono quelli della conoscenza, della teoria della
29:11conoscenza, vedremo la critica all'anamnesi socratico-platonica, il maestro come colui
29:18il quale risveglia la verità che uno ha dentro e tutto funziona bene. No, Kierkegaard proporrà
29:24un'ipotesi, anche qui attenzione, un'ipotesi, vedete com'è intrigante, perché di fronte a una
29:31possibilità, a un'ipotesi, deve essere tu a valutare se l'ipotesi sta in piede o no. Non ti
29:35dice le cose stanno così o cos'ha, ti dicono potrebbero stare così o cos'ha, tu cosa ne dici?
29:40Quindi ti chiamano in causa, non in prima persona. Ecco, di fronte all'ipotesi che l'uomo accetti la
29:45verità in questo modo, Kierkegaard ne propone un'altra, e quale è l'altra ipotesi? Che l'uomo
29:49è nemico della verità, ma se è nemico della verità occorre un maestro speciale, non basta
29:54più un maestro tipo Socrate, occorre un maestro non umano, perché se l'uomo è nemico della verità
30:00non può ricevere la verità da un altro uomo e non ce l'ha neanche dentro. E allora qui entra
30:05l'ipotesi di questo maestro che è anche un maestro salvatore, ma questo lo vedremo più avanti.
30:10Quindi stavo dicendo i temi classici, no? E quindi i temi classici, proviamo questo,
30:16i temi classici della filosofia, i temi classici della filosofia che sono la teoria della
30:20conoscenza, il problema della verità di Dio, della libertà, dell'etica, vedremo il grandissimo
30:25il grandissimo salto che Kierkegaard fa, veramente un salto mortale quasi, la sospensione teleologica
30:33dell'etica. Cioè c'è un momento nella religione dove perfino l'etica passa in secondo piano,
30:39viene sospesa, telos, fine, scopo, teleologica, perché c'è il fine di dare a Dio il primo posto,
30:46poi naturalmente bisogna riprenderla, non si può vivere senza etica, ma c'è un momento in cui uno
30:50davvero gioca il tutto per tutto e altri temi fondamentali esiste Dio che cos'è la libertà,
30:56temi di questo tipo. Allora andiamo al secondo punto che è questo, il concetto di ironia
31:00in costante riferimento a Socrate. Vi ho detto fin dall'inizio che quella di filosofia è, siamo nel
31:051841 e per darvi la periodizzazione minima, Kierkegaard scrive la sua tesi di laurea,
31:13poi la pubblica, il concetto di ironia in costante riferimento a Socrate, do in poi,
31:18ma anche prima evidentemente, l'ironia è il tratto dominante dello stile kierkegaardiano,
31:23ma c'è qualcosa in più, c'è qualcosa in più perché serve anche come strumento,
31:29come grimaldello filosofico diciamo. A partire da Socrate, dal modo con cui Socrate si poneva,
31:40sembra possibile a Kierkegaard portare avanti la critica a Hegel. Socrate, se vi ricordate,
31:47quando innescava tutte le sue problematiche sugli usi, sui costumi, sulle false credenze,
31:56sullo Stato, non andava a criticare un concetto astratto di Stato, ma una realtà storica ben
32:02precisa e questo è il primo punto. Socrate poi aveva fatto questo lavoro, non cercava di dare
32:15una deduzione etica dell'ironia, ma utilizzava l'ironia come strumento pedagogico. L'ironia è
32:24uno strumento che mi serve per smascherare la falsa credenza di chi crede di sapere, ma come
32:31lo faccio questo? Andandolo a bacchettare in testa? No, sono ironico, mi fingo io,
32:36vi ricordate la maieutica? No, Socrate, so di non sapere, si fingeva ignorante, ignorante non era,
32:43ma con questo suo modo di atteggiarsi, di non burlarsi, ma di non prendere sul serio le presunte
32:52certezze degli altri, anche dei giudici, mostrava la falessità delle loro posizioni, l'inconsistenza
33:01delle loro posizioni. So se vi ricordate nell'apologia di Socrate nel processo dove i
33:06giudici condannano Socrate, e Socrate diceva, state scherzando? Voi mi volete condannare? Ma
33:12voi mi dovete pagare la pensione a vita, se devo pagare la multa pagherò un soldino di nessun
33:18valore, perché ho fatto un servizio ai vostri giovani, li ho svegliati, e Socrate qui è di
33:22fronte alla morte, e sembra lui giudicare i giudici, dicono ma guarda, alla fine si accorgono
33:30che l'hanno fatta grossa, che vi ricordate era tutto un discorso anche di politica, la nuova
33:36classe dominante voleva far vedere accusando e condannando Socrate di avere davvero nelle
33:44mani il destino di Atene, di avere la mano forte nella situazione, di tenere bene il potere tra le
33:53mani, solo che Socrate gli si rivolta contro, allora alla fine temono che sia un boomerang,
33:58allora dicono facciamo una cosa, scegli, se no puoi andare anche in esilio, e Socrate risponde
34:05con un'ironia incredibile anche lì, esilio? Io in esilio? Ho 70 anni, dove vado? Ma io non ci
34:11penso neanche andare in esilio, sono anziano, preferisco, dice testualmente, un lungo sonno
34:17senza sogni piuttosto che un riposo, un meritato riposo, una pensione paradisiaca, qualcosa del
34:25genere, piuttosto che un esilio da immeritato, e i giudici qui sono costretti a prendere questa
34:32decisione, anche i discepoli, vi ricordate che avevano già corrotto le guardie, li avevano già
34:37trovato la via di Fudezio, ma siete matti? Ma secondo voi io mi metto a scappare? Ma vi ho
34:41sempre insegnato, anche qui l'ironia, è anche la morte ironica, lui beve questa cicuta e poi comincia
34:47a far lezioni, a parlare, a discutere, si addormentano tutti e lui è lì da solo che parla,
34:51con la cicuta in circolo e poi si addormenta anche lui e muore, vi ricordate la cicuta era
34:56una buona morte, si moriva male in quell'epoca, quella cicuta è una buona morte perché uno si
35:01addormenta e poi va in arresto cardiocircolatorio o respiratorio, non mi ricordo, comunque è un
35:05veleno che è una morte che arriva nel sonno, ci si addormenta e si muore nel sonno, ma i discepoli
35:12si erano già addormentati, quindi vedete, allora l'ironia come strumento pedagogico e quindi
35:17Kierkegaard elogia questa ironia socratica, è un metodo che investe l'esistenza, è un metodo che
35:24conduce alla formazione del singolo, perché di fronte a questa cosa e quando noi diciamo,
35:28eccolo qua, che per Socrate l'ironia è un concetto totalizzante, vuol dire che quando uno vive con
35:35ironia necessariamente è un singolo, perché l'ironia vuol dire esattamente porsi nei confronti
35:40del sistema in un modo critico, velatamente critico, simpaticamente critico, non so come
35:46dire, ma comunque critico, l'ironia vuol dire distaccarsi dalla medietà, dalla comunità, avere
35:52un occhio critico, avere un occhio diverso, proporre un'altra visione, altrimenti non c'è ironia e
35:58allora Socrate per primo non cerca un sapere conclusivo, vi ricordate i suoi dialoghi, così ci
36:06fa vedere Platone, rimangono quasi tutti in sospeso, molto spesso finiscono nella poria,
36:13vi ricordate, nella mancanza di mezzi per arrivare alla conclusione, si piantano a metà,
36:18Socrate ammette, ma io non so più come andare avanti, non si sa bene come fare a questo punto,
36:24che cosa vuol dire? Il messaggio è ironico, ancora una volta, perché significa, per quanto tu ne possa
36:30sapere, c'è una ricerca che non è mai finita, c'è un work in progress che non finisce mai, in questo è
36:35un po' egheliano, cioè non c'è mai un momento in cui uno dice, ok ho capito una cosa adesso, no,
36:41c'è sempre il pungolo, c'è sempre lo stimolo, c'è sempre il passettino ulteriore da compiere e
36:47Kierkegaard vede in questo atteggiamento l'essenza dell'uomo, l'essenza del sapere, una mancanza di
36:54conclusione e da capo forse è possibile che ci sia questa verità da contemplare, da valutare,
37:03cioè che la vita non finisca, che l'uomo sia un essere che ha dentro di sé un desiderio infinito,
37:09perché la sua vita aspetta di aprirsi all'infinito, che l'uomo non colmi mai il suo sapere, perché il
37:16sapere che l'uomo cerca, al quale l'uomo come dire è votato, è un sapere che non ha una fine,
37:25è un sapere infinito e allora è il singolo che si contrappone all'universale, è il singolo che
37:31si contrappone all'universale, la dotte ignorante, il so di non sapere, vi ricordate, ripreso poi da
37:37Cusano, diventa il programma del filosofo, il filosofo è così, il filosofo è quello che continua
37:46a cercare, è quello che Usserle, vedremo quest'anno, non lo so a che domarzo, una roba del genere,
37:54vedremo Usserle che è ossessivo, con qualche carattere dal punto di vista psicologico preoccupante,
38:06nei suoi fogli, nell'archivio che ha lasciato oltre 30.000 pagine stenografate, una correzione
38:12continua, una insoddisfazione, scrive una cosa, poi la rivede, beh c'è dell'ironia anche qua,
38:18come per dire, io sono un grande filosofo, però non sono mai contento di quello che scrivo,
38:24c'è sempre qualcosa da rivedere, allora questa dotte ignoranza, questa dottissima ignoranza,
38:29poi nel caso di Usserle, figuriamoci, secondo me il più grande filosofo di sempre, ho citato bene,
38:35è venuto in mente Usserle, forse va bene un po' tutti, ma Usserle in particolare si vede,
38:39perché abbiamo proprio tutte le sue correzioni olografe, scritte proprio di prima mano da lui
38:47stesso, e quindi questa dotte ignoranza è il tema centrale del pensiero di Kirchner, che però è la
38:53caratteristica del singolo, è la caratteristica del singolo che non si accontenta, che è sempre
38:58in tensione, anche l'uomo religioso, vedremo, l'uomo estetico la sua tensione la brucia,
39:05l'uomo etico la realizza, ma non è comunque contento, l'uomo religioso fa questa scelta,
39:12si fida, si butta, ma è una mazzata, e anche qui c'è la grande ironia, e quindi eccolo qua,
39:18il discorso della dotte ignoranza e il discorso dell'individuo. Andiamo pur avanti, andiamo pur
39:24avanti e vediamo brevissimamente l'analisi del concetto di ironia in costante rifimento Socrate,
39:31come abbiamo detto, la sua tesi di laurea. Allora, il primo punto, se riesco a far partire
39:41questo che ogni tanto va, ogni tanto no, è il punto di vista di Socrate interpretato come ironia,
39:46il punto di vista di Socrate interpretato come ironia, cosa vuol dire? Vuol dire che l'ironia
39:50socratica è un atteggiamento complessivo, liberatorio, che serve per discutere le
39:56posizioni degli altri, quindi distruggere le false certezze, le false credenze. Socrate
40:01rappresenta la consapevolezza della impossibilità di arrivare a una conoscenza assoluta, la sua
40:09dialettica, abbiamo detto, rimane sempre aperta, è un dialogo dove confuta, ma si lascia confutare,
40:15e più di una volta rimane impacciato, lui dice molto candidamente, beh non so come andare avanti,
40:21e quindi questo è un lavoro che ancora una volta mette in evidenza come siano i singoli e non la
40:30società a portare avanti il lavoro di ricerca. La libertà che viene portata da Socrate è una
40:36libertà dai vincoli sociali, però è una libertà che rimane negativa, perché alla fine non dà un
40:46elemento positivo. Socrate stesso c'è un passo molto bello, dove Socrate diceva mi accusano di
40:53essere come queste elevatrici, con la maieutica, che aiutano l'anima partoriente, fuori dalla
41:05metafora, a tirare fuori le verità, però io non dico niente, o perché non lo so, o perché non sono
41:11capaci, beh sì è vero, è un'accusa giusta. Socrate non riempie il vuoto creato, distrugge
41:17le certezze, ma poi non ne dà, distrugge le consuetudini, ma poi non ne dà di nuove. Non
41:23è che c'è una pars destruens e poi un accosto, allora distruggo tutto e poi metto la mia filosofia,
41:30la sua filosofia è solo questa, la parte negativa, cioè di distruzione, e anche in questo c'è ironia
41:36naturalmente, perché Socrate porta la liberazione e poi spetta il singolo, nel momento in cui viene
41:44accusato di traviare i giovani, lui dice beh certamente, se intendete questo, senz'altro sarà
41:51anche vero, ma poi sta a loro scegliere che cosa credere, che cosa accettare, e quindi il concetto
41:59di ironia, che è il tema centrale, ci porta, ci riporta per meglio dire, alla contestazione
42:07implicita della filosofia hegeliana, l'assoluto non può essere raggiunto come oggetto di
42:12conoscenza, l'idea è questa, tra finito e infinito c'è un salto impossibile, ed è naturalmente qua,
42:17si apre, cioè tra le righe si legge, è il salto della fede. E allora le interpretazioni di
42:23Senofonti, Aristofane, di Platone, ma va bene adesso queste molto velocemente, Kierkegaard
42:28ironicamente elogia Hegel per la sua capacità di mantenere, di dare valore all'apparenza e sostiene
42:37come Hegel che l'interpretazione autentica nasce, come dire, dall'analisi filosofica ma dalla
42:44conoscenza della storia, di come sono andate le cose, la storia non è solo un susseguirsi gli
42:48eventi, richiede una visione teoretica per interpretare i fenomeni, e allora ci vuole un
42:53ragionamento dietro la storia, Socrate spesso diceva il contrario di quello che dentro sentiva,
43:01che dentro pensava, il contrario di ciò che si rappresentava interiormente, cioè il contrario di
43:07ciò che credeva, cioè creava un paradosso interpretativo, perché? Perché dicendo il
43:12contrario si aspettava nel dialogo una conferma o una negazione della sua ipotesi interiore e in
43:20questo modo riusciva a valutarla più liberamente, ma in questo quadro cosa c'entrano Senofonte,
43:26Aristofane e Platone? Beh, Senofonte non ha compreso l'ironia socratica, si è concentrato
43:32sugli elementi esteriori, l'apparenza, la Hegel, perché non ha l'idea interpretativa, perché conosce
43:37la storia ma non conosce il senso della storia. Platone esattamente il contrario, esagera nel
43:43ritrarre Socrate facendolo un filosofo e non coglie che invece Socrate lasciava la dialettica
43:51con un punto di domanda, Platone non lascia la dialettica con un punto di domanda, si ripete
43:55Socrate ma Platone arriva alla costruzione di una teoria, Socrate no, il Platone giovane viene
44:00superato dal Platone maturo e dal Platone revisionista, quello delle ultime opere,
44:06come sapete. Platone arriva a molti punti fermi, il primo è quello della dottrina delle idee,
44:12Socrate no, Socrate l'unica cosa che è ferma è il so di non sapere e Aristofane è quello incredibile,
44:19vi ricordate, è un comico, la rappresentazione che dà è comica e secondo Chirchi Aristofane è quello
44:28che si è avvicinato di più alla verità su Socrate, lo ha descritto in modo caricaturale ma è quello
44:35che è più andato vicino al tema dell'ironia, gli fa fare delle robe da matto, lo prende un po'
44:40in giro, la Socrate nelle nuvole, ma perché sì, perché Socrate è così, Socrate non chiude i
44:45problemi, li riapre e continua a riaprire, non è mai contento e il processo Socrate è il momento,
44:53il cluno dell'esperienza, la sua accusa di impietà che cosa vuol dire? Vuol dire che per la comunità
45:00c'è un problema, c'è un pericolo per l'Apollos, perché? Perché c'è un singolo e qui si vede
45:06tutta la forza e l'ironia del singolo, qui si vede in Socrate da solo contro i giudici, contro la
45:12città, qui si vede la libertà del soggetto che subisce addirittura, sceglie di subire la condanna
45:18ma proprio per questo rimane libero e dimostra la sua superiorità ironicamente seppur se condannato
45:25a morte, cioè allora viene condannato a morte, lui stesso accetta la condanna a morte ma in questo
45:31dimostra di essere più vivo lui che sta per morire dei presunti vivi che invece lo hanno condannato
45:38e quindi voi capite che insomma a questo punto c'è il problema della dialetica, l'ironia socratica è
45:44una dialetica aperta abbiamo detto, Socrate non arriva mai a conclusione definitive ma questo
45:49vuol dire che in Socrate c'è una conoscenza negativa, Socrate non dà risposta definitiva,
45:56che cosa fa? Nega, quindi ci libera delle illusioni, va bene, va bene, è già un passo in avanti, è già
46:04un passo in avanti, perché? Perché in questo modo scartiamo tutto ciò che è ignoranza umana,
46:09facciamo piazza pulita, è un ottimo lavoro, io direi protoscientifico, prescientifico, anzi
46:15addirittura scientifico, se noi pensiamo a Popper il criterio di falsificazione è un criterio
46:21scientifico questo qua, e i collegamenti con l'opera posteriore di Kierkegaard e poi chiudo
46:26sul concetto di ironia perché nei manuali di solito non è neanche trattato, come approfondimento mi
46:30sembra forse fin troppo, non lo so, mi direte voi, come ripassino di quello che abbiamo detto,
46:35Socrate già da quest'opera si oppone a Hegel e quindi Kierkegaard, valutando Socrate in questo
46:46modo, si oppone a Hegel, Hegel crede che la ragione non abbia limiti, Socrate dice che la
46:52ragione ha dei limiti, noi ci sbagliamo, io l'unica cosa che so è di non sapere, per Hegel lo stato
46:58e la realizzazione dello spirito, per Socrate è un ostacolo alla formazione del singolo,
47:03lo dimostra il processo e quindi evidentemente ci sono già a partire da quest'opera dei temi che
47:08noi vedremo sviluppati tra poco, adesso andiamo pur avanti, a partire da Enten-Heller-Haut-Haut dove
47:19sono descritti i due stadi importantissimi, Enten lo stadio estetico e Heller lo stadio etico,
47:28cominciamo con Enten lo stadio estetico.

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