• 2 mesi fa
Architettura del paesaggio - Lez 07 - Paesaggio Mediterraneo
Trascrizione
00:00Benvenuti a questa lezione del corso di architettura del paesaggio, paesaggio mediterraneo. Questa
00:25è una lezione che io, devo dire la verità, amo molto perché finora abbiamo sempre parlato,
00:31almeno nelle ultime lezioni, di paesaggi nordici, di giardino all'inglese oppure di giardino formale
00:39e così via. Oggi invece ci addentreremo nei problemi del sud dell'Europa e lo faremo in
00:46mezzo a colori, profumi e in fondo un certo caos che fa parte di una cultura del Mediterraneo.
00:56Gli argomenti di questa lezione partono, e non potrebbero fare altrimenti, dalla scuola francese,
01:05quindi da tutta l'esperienza di Ousmane Alfan. Poi ci immergiamo nel Mediterraneo e nei
01:16grandi progettisti del Mediterraneo per passare infine all'esame di alcune figure chiave che sono
01:25forestier francese, rubio, catalano e pichionis greco. Abbiamo detto che ricominciavamo dalla
01:37scuola francese, non possiamo non cominciare che riprendendo le fila di dove ci eravamo lasciati,
01:45ci eravamo lasciati ai grandi parchi parigini e soprattutto ad alcuni progettisti che insieme
01:53ad Alfan costituiscono la scuola francese. Parco di Butte-et-Chamond di Barillé-des-Champs,
02:00abbiamo detto Barillé-des-Champs ce lo ritroviamo a Torino al Valentino. Parco della Tête d'Or a
02:08Lione dei fratelli Bühler. Parco Sefton Park a Liverpool di Edouard André che è un progettista
02:20che in Italia ha realizzato una cosa molto importante che è Villa Borghese a Roma e che
02:26ha a lungo lavorato in Inghilterra e che è stato uno dei principali protagonisti della scuola
02:34francese. Nella lezione sull'America abbiamo detto che Olmsted conosceva bene un parco a
02:44Liverpool, ecco il parco di Liverpool era proprio questo Sefton Park dove come potete vedere dal
02:52tipo di organizzazione dei percorsi circolari non esiste, esiste questa separazione di percorsi che
03:02noi abbiamo ritrovato come punto centrale della progettazione del Central Park a New York.
03:09Naturalmente Bois de Vincennes, qui Edouard Varé che troviamo insieme a Barillé-des-Champs,
03:17Edouard Varé andrà a progettare parchi in Lituania, ma appunto abbiamo detto che una
03:24delle figure centrali è questo Edouard André. Edouard André è importante non solo perché
03:29progetta molti parchi che abbiamo visto un po' dappertutto dall'Inghilterra all'Italia,
03:34ma perché scrive un trattato e questo trattato si chiama l'Art des Jardins,
03:40tratté generale della composizione des Parcs Jardins pubblicato a Parigi nel 1879. Il libro
03:51è dedicato a Edouard Alsan e come dice il titolo è l'arte dei giardini trattato generale della
03:59composizione dei parchi e giardini. Un libro fondamentale a cui si rifaranno tutti gli
04:06architetti e i passaggisti direi fino alla prima metà del Novecento, perché in questo libro ci
04:15sono soluzioni tecniche, ci sono descrizioni di progetti, ci sono problematiche aperte,
04:22tutto fino all'arredo, quindi fino all'ampione e alle panchine. I movimenti che seguono la scuola
04:32francese ricercano una sintesi tra le tecniche osmaniane e la ricerca di un'identità mediterranea.
04:42Qual è il problema? Il problema è che molti inglesi, norvegesi, tedeschi eccetera si muovono
04:53e trovano un'accoglienza, si fanno delle belle case, sui bordi del Mediterraneo oppure sui
05:03laghi, Lago Maggiore per esempio, Lago di Como e perché? Perché trovano un clima più mito e
05:10condizioni economiche più favorevoli, per cui è frequente questo fenomeno, per cui si viene sulle
05:16rive del Mediterraneo. Pensate anche che si veniva anche per curare certe malattie, come
05:22per esempio la tisi, che era un grave flagello e che con un clima migliore si riusciva a guarire.
05:29Allora ci si pone anche un problema di come progettare questi giardini. Questi giardini
05:38sono frutto di un mélange di possibilità. Tutta la tradizione del giardino inglese era presente,
05:46le tecniche di Osman sono presenti, ma il luogo è tutta un'altra cosa, il clima è tutta un'altra
05:52cosa. E allora si hanno esempi interessanti, per esempio il Giardino della Mortola vicino a San
06:01Remo, un'inglese che viene e fa una serie di piantagioni che possono apparire anche esotiche,
06:12come questa di palme e così via, ma che tuttavia hanno un loro valore sia botanico che di inizio
06:20di un nuovo stile di giardino. Uno stile di giardino che verrà definito per lungo tempo
06:26eclettico, cioè un po' confuso, un po' mescolato, però che alla fine di questa lezione invece noi
06:34troveremo come uno stile particolare e di particolare interesse e del tutto autonomo
06:41rispetto alle componenti che lo hanno formato. Questo è un altro esempio in cui siamo sempre
06:48sulla riviera, ma questa volta sulla parte francese, in cui in un ambiente di piante,
06:57anche di alberi da frutto e di uso dell'arte topiaria in modo forse un po' ingenuo con questi
07:06archi, però già di una forma non classica, in mezzo alle agavi si hanno queste particolari
07:14ambientazioni che hanno sempre uno sfondo particolare. Questa è una delle tante ville
07:20Rocheld, questa è Cap d'Antibes e come vedete anche qui ci sono elementi di tipo classico,
07:30pensate a questo grande bacino di arrivo alla villa, questo sembra proprio un'architettura
07:38alla francese e poi invece una composizione con sentieri sinuosi di tipo inglese,
07:45specie decisamente mediterranee intorno. Questa è sempre villa Rocheld, è un particolare di un
07:55tempietto che ripropone una classicità che noi troveremo molto spesso in questi giardini sul
08:02Mediterraneo, il fondo del giardino sul Mediterraneo richiama epoche lontane, ha questo
08:09sapore di eternità che si ripropone in queste magie, ma naturalmente gli stranieri o come
08:19venivano genericamente definiti in Toscana gli inglesi, si distribuiscono un po' dappertutto.
08:27Questa è Villa Gamberaia a Settilinano, una villa che la maggior parte delle persone pensa
08:35erroneamente che sia una villa con un giardino cinquecentesco e che in realtà è una villa
08:41antica con un giardino però costruito nei primissimi anni del Novecento da una principessa
08:50russa che si chiamava Griscia che insieme a due giardinieri toscani costruisce questo giardino
09:00dall'impianto classico, vedete l'asse di simmetria centrale come le giardinali italiane, un asse
09:07trasversale e con degli incredibili parterre che non sono più di erba ma che sono delle vasche
09:17d'acqua, quindi in fondo anche qui un mélange di suggestioni. Questa è un'altra villa sempre
09:25vicino a Firenze sulle colline, Villa La Pietra invece costruita da un lord inglese, Lord Acton
09:33con una moglie americana che vengono e si costruiscono un giardino fatto a terrazze con
09:40ricchezza di arte topiaria che è una sorta di sogno di giardino incantato che resta tuttora
09:48molto ben tenuto vicino a Firenze. Questa è un'ampia immagine di questo giardino come vedete
09:56la ricchezza delle statue, la varietà della vegetazione costituiscono elementi che in fondo
10:04sono innovativi rispetto al giardino classico ma che riprendono le idee e le problematiche del
10:11giardino classico. Qui siamo invece nel sud dell'Italia, siamo a Ravello, a Villa Cimbrone
10:17dove addirittura un colonnato accompagna l'ultima terrazza del giardino verso il mare e ripropone
10:26il rapporto fra la natura di fuori, questa volta una natura grande perché fatta dell'immensità del
10:34mare e dell'immensità del cielo, si mescola con questo giardino. Anche qui un tempietto è uno
10:41degli elementi ricorrenti come la pergola, sono elementi che si ritrovano e che poi vedremo che
10:51hanno una particolare importanza in questo stile mediterraneo. Lo stile mediterraneo indubbiamente
11:00comincia a delinearsi, tanti esempi all'inizio confusi poi invece molto più definiti in alcuni
11:09aspetti e la definizione di questi elementi parte dal recupero del giardino classico.
11:16Del giardino classico ma non tanto del giardino formale come l'abbiamo conosciuto nel Cinquecento,
11:26ma del giardino di cui si conosce notizia nell'antichità. Una delle problematiche che
11:35accompagna questi giardini è l'acclimatazione di specie esotiche. Molti di questi personaggi
11:42sono stranieri, vengono da climi freddi, arrivano in un clima dolce, mite, spesso anche caldo nel
11:50meridione e si sbizzarriscono a piantare piante che nella loro grigiore, nelle loro nebbie del
12:03nord non avrebbero mai potuto permettersi. E l'altro punto che abbiamo già un pochino
12:10introdotto è questo rapporto tra i colori e il panorama. Il giardino mediterraneo è un giardino
12:17fortemente cromatico, i colori sono forti, sono i colori del sole, sono i colori dei fiori
12:24brillanti che la natura offre in questi climi e hanno questi panorami che restano sospesi fra il
12:35cielo e il mare e che quindi danno questa cornice di luminoso infinito che è quella che sta dietro
12:44questi giardini. Il primo vero teorizzatore di questo nuovo stile di giardino è Jean Claude
12:54Nicolas Forestier, personaggio singolare perché è uno dei piccoli della scuola di Alphan,
13:05diciamo è la seconda generazione dopo gli Eduard André, i Barillé Deschamps,
13:13il Louis Varé e così via, subentra questa generazione di Forestier. Forestier emerge
13:22fra i suoi coetanei, diventa curatore delle promenade di Parigi, diventa poi responsabile
13:31della grande esposizione universale, quindi si fa un bel background da un punto di vista
13:37della professionalità e comincia a realizzare proprio a Parigi una parte del parco di Bagatelle.
13:47Bagatelle è un enclave nel parco del Bois de Boulogne che ha una caratteristica del tutto
13:57particolare, nel senso che è un giardino apparentemente romantico, che anzi nasce da
14:07un primitivo giardino romantico e che si trasforma nel primo vero giardino del Novecento. Come
14:14vedete in questa immagine c'è una palazzina, un padiglione, un padiglione è proprio come si
14:20chiamano questi edifici che sono non abitativi ma che sono edifici per il tempo libero, per il
14:30tè, per la lettura e di fronte a questo padiglione un laghetto che tra l'altro fa i soliti effetti
14:38scenici di riflessione, di doppia immagine e così via. Intorno a questo padiglione ci sono
14:46dei giardini recinti che hanno la caratteristica di essere tematici rispetto alle specie che ci
14:54sono, rispetto alla composizione e sono come vere e proprie stanze all'aperto che hanno la funzione
15:03di creare ambienti successivi di corredo al padiglione e al sistema principale più ampio
15:11degli spazi. Faccio vedere questa diapositiva perché se nella prima immagine abbiamo avuto
15:19l'impressione che in fondo poco fosse cambiato dai giardini inglesi che abbiamo conosciuto in
15:27precedenza, qui potete vedere come molto si è cambiato. Intanto il bordo del lago è un bordo
15:33sagomato secondo un criterio geometrico che non è più il criterio geometrico del giardino classico
15:41ma che comunque è definito. Poi il prato non è più una natura libera, selvaggia eccetera, è un
15:50prato pieno di fiori piantati appositamente se con un rapporto cromatico ben definito e molto
15:58forte come vedete rosso blu e in fondo questo giallo che fa da sfondo a questo sistema. Dunque
16:06le cose nei giardini sia pure in modo quasi impercettibile cominciano a cambiare e cominciano
16:15a definirsi. Forestier è anche un teorizzatore, un uomo interessante, un uomo che ha grandi
16:24esperienze per esempio gira in tutto il mondo ma soprattutto ha la mentalità di trasmettere questa
16:33sua novità, queste idee nuove che lui ha in mente e scrive questo libro Jardin o meglio disegna
16:43questo libro perché è un vero e proprio repertorio di disegni di giardini in pianta in alzato e questi
16:54giardini sono giardini che vanno dal più piccolo che è 220 metri quadri al più grande che è un
17:01vero parco di oltre 5.000 metri quadri. Questi giardini hanno dettagli che hanno a che fare
17:11moltissimo con la tradizione del Mediterraneo. Poi pensate cosa vuol dire questo filo d'acqua
17:18perché questo è un filo d'acqua che arriva a una fonte centrale e che, non ci arriverò mai con
17:31questa cosa, eccola qui, e arriva a una fonte centrale da cui si origina questo taglio nella
17:41muratura e nella composizione che è tipica del giardino arabo nel Mediterraneo e Forestiella
17:49ripropone in questa sua composizione che invece di arabo ha pochissimo perché come vedete
17:56l'ambiente è fatto di pini, di cipressi, di una pergola in primo piano che sono gli elementi
18:05appunto costitutivi caratteristici del giardino mediterraneo. Anche qui vedete la pergola con
18:13il pilastro molto sostenuto, lo zampillo d'acqua e la pavimentazione con l'azuleios, quindi siamo
18:22in Spagna, sono giardini fatti per la Spagna e quindi l'idea che una tradizione possa essere
18:29ripresa diventa fondamentale per questo autore e anche poi per noi. Questa non è proprio una
18:37bellissima foto ma devo dire non ne ho trovata di meglio e rappresenta un intervento molto
18:44importante che Forestier fa sul parco del Montjuic a Barcellona. Il parco del Montjuic
18:52ne avremo occasione di riparlarne, ne avete sentito tutti parlare in occasione dei giochi
18:57olimpici del 92, è un parco grande, una collina che ha una discesa sul mare che Forestier viene
19:09chiamato a pianificare e che pianifica con questa serie di terrazze e di rampe che si
19:16incrociano e in una composizione che al tempo stesso scenografica ma piena di elementi
19:22intimistici, non so quelle scale che abbiamo visto prima, queste pergole, sono tutti elementi
19:32che Forestier usa in questo parco del Montjuic. Questo è il prospetto sempre dello stesso parco
19:46e questo è un altro progetto ancora di questo individuo avventuroso perché qui siamo addirittura
19:55all'Havana a Cuba in cui lui progetta una parte del lungomare vicino al castello. Un uomo che
20:03viaggia in tutto il mondo, che ha a Barcellona nel Montjuic una sua esperienza molto importante,
20:10ma un'altra altrettanto importante c'è la Siviglia nel parco fatto per la grande esposizione di
20:20Siviglia, quindi un uomo che in qualche modo riesce a combinare e a capire questa mediterraneità
20:29in tutti i suoi aspetti. Forestier ha proprio a Barcellona un allievo, un allievo, un giovane
20:42allievo di buona famiglia, come si direbbe ora, lui è farmacista, si occupa di piante e di erbe,
20:49ma si occupa anche di giardini e va a imparare il mestiere da forestier. Nicolao Maria Rubio si
20:59pone tutta una serie di problemi concettuali che vanno dalla distribuzione del verde a Barcellona
21:09fino all'individuazione di alcuni progetti di particolare interesse. Questo è il progetto di
21:18Villa Clotilde che come vedete è un progetto che ritrova quegli elementi che noi abbiamo già
21:26trattato di rapporto con l'infinito, col mare, col cielo, di rapporto con essenze, in questo caso
21:35molta edera, molti fiori, di rapporto con particolari di arredo come per esempio la panchina
21:43nello sfondo, poi in primo piano sul mare. La Villa Clotilde ha anche poi tutta una serie di
21:51fascini che gli derivano da questo contrasto tra il verde cupo e l'acqua e il sentiero e le visuali
22:02che rendono questo progetto un progetto del tutto singolare. Rubio ha costruito altri tipi di giardini,
22:11meno importanti, più familiari, in cui teorizza una diversità fra quella che è la pianta del
22:23giardino, cioè la distribuzione dell'essenza nel giardino e quello che è l'immagine del giardino.
22:29A una pianta razionale, semplice in generale, corrisponde un lanzato del giardino molto ricco
22:39in cui in questo caso la roccia in primo piano costituisce un fondale, il prato verde è un
22:48elemento molto forte, ma il verticale piano verde dell'edera è un elemento altrettanto forte in
22:57questa composizione. Quindi è come se noi avessimo una serie di piani che si frappongono fra noi e
23:05la visuale finale del giardino e nello stesso tempo costituiscono delle quinte rispetto alla
23:13vegetazione, che è una vegetazione usata in modo appropriato. Sono tutte piante di facile
23:21reperibilità, di non difficile manutenzione. Rubio è per esempio uno dei principali, direi
23:31l'inventore del prato fatto con l'edera tappezzante, che è una cosa che si usa pochissimo
23:38nella professione qui in Italia per esempio, ma che invece ha caratteristiche di facilità
23:45di manutenzione, di grande densità di spessore, che quindi Rubio usa spessissimo, usa come
23:54intercappelline fra i gradini, usa come grande superficie, come piccola macchia e così via.
24:01Questa è una foto che io trovo molto bella perché è una specie di fessura che si ha nel
24:09nel tappeto erboso in cui scorre l'acqua e quindi produce un effetto di discontinuità
24:17in una superficie assolutamente semplice, una semplicità che si immerge, si perde in una
24:27sorta di paradiso perché per Rubio il giardino è un frammento di Eden, un frammento di paradiso,
24:35un'opera d'arte. Il giardino come opera d'arte è una delle sue opere principali in cui ci ricorda
24:44come tutto il Mediterraneo, tutta la cultura del Mediterraneo abbia avuto origine da questa
24:53grande civiltà greco-latina che ha permeato tutto dalla Spagna al Nord Africa alla Grecia.
25:05Rubio è un personaggio avventuroso che ha fatto viaggi in Africa, che conosce il deserto,
25:15che conosce come dicevo appunto le piante, ha scritto tragedie, è stato in esilio a lungo per
25:25tutto il franchismo e grazie alla sua lunghissima vita è riuscito a rientrare in Spagna a Barcellona
25:34nella sua Catalogna e a progettare un'ultima opera dopo il franchismo che è La piazza di fronte alla
25:41sagrata famiglia di Gaudì. La sua vita infatti è cominciata nel 1891 ed è finita nel 1981,
25:5490 anni che portano questo paesaggista in pieno novecento, in un secolo che vede ormai la maturità
26:06di questo tipo di progettazione e vede insieme un altro grande personaggio greco questa volta che
26:17è Dimitri Picchionis che è morto nel 1968 e che ci ha lasciato alcuni esempi importantissimi di
26:29progettazione al tempo stesso povera e aulica di cui vi farò vedere qualche esempio. I principi a cui
26:39si ispira Picchionis sono e non possono essere altro, essendo un buon ateniese, quelli della
26:48storia che lui conosce in senso palpabile, vivo, come del resto dovremmo fare tutti noi. Non a caso
26:57abbiamo fatto questo lungo escurso su storico dell'evoluzione del giardino perché è impossibile
27:06progettare qualsiasi cosa se non si hanno dentro le radici della storia che ci possono far generare
27:13nuove ipotesi di progettazione. Il secondo punto riguarda il recupero di materiali poveri che poi
27:24sono poveri per modo di dire perché sono i materiali che Picchionis trova nelle vie, nei
27:30campi, che sono spesso pezzi, frammenti antichi ma che comunque sono stati frammenti dimenticati.
27:39Il terzo punto sono i resti archeologici, quindi qui non siamo più nella povertà del recupero ma
27:48siamo nella rivitalizzazione di frammenti di storia antica che Atene e la Grecia possono
27:57dare in grandi quantità. Il quarto punto è rigorosamente l'uso di piante autoctone. Se la
28:05Spagna e l'Italia e la Francia permettono un uso anche di acclimatazioni di specie più nordiche,
28:16più difficili, l'aridità della Grecia non consente questa possibilità e quindi le specie che trova
28:28connaturate a quella terra sono le uniche piante e fiori e arbusti che Picchionis usa naturalmente
28:37in un contesto di terra arida perché anche qui meriterebbe fare una digressione sul costi dei
28:46giardini. Si può fare tutto dappertutto, si può piantare un tratto all'inglese in mezzo a un
28:52deserto nel senso che le tecniche moderne di irrigazione consentono anche questo perché è
29:00un'operazione diciamo in controsenso per due motivi. Innanzitutto perché è costosissima e
29:07in zone di terra arida l'acqua è un bene preziosissimo e noi lo andiamo a buttare per cose
29:17assolutamente effimere e poi perché contro le tradizioni e quindi quella storia che è al primo
29:24punto della progettazione di Picchionis. L'opera più importante di Picchionis sono certamente
29:33i lastrici dell'acropoli di Atene che poi vuol dire la sistemazione a parco di tutta quella che
29:40è la zona archeologica più importante io credo del mondo perché quando si accede alla collina
29:49del Partenone indubbiamente ci si sente immersi in un'aureola di particolare suggestione, di
29:57particolare immensità, di particolare profondità storica e Picchionis potete cominciare a vedere
30:05da questa diapositiva che non solo è bella per il fascino della prospettiva ma è bella perché già
30:13in primo piano voi potete vedere come questo muro sia frutto di recupero di frammenti archeologici
30:24o poveri assemblati con l'abilità e il genio di un grande artista perché in fondo Picchionis è un
30:33grande artista, un artista che sa usare i materiali che trova in giro, che li sa comporre, che li sa
30:41vedere uno vicino all'altro in questo modo suggestivo. Le piante sono sempre meno divertenti
30:52e meno piacevoli delle fotografie però è importante perché quando si parla di lastrici
31:00sembrano poca cosa, in realtà è una superficie colossale in cui i percorsi sono arricchiti da
31:10piazzette, da luoghi di sosta, da luoghi panoramici, da luoghi in cui si può godere della bellezza del
31:17luogo. Ancora una volta questo rapporto tra l'infinito di fuori e la composizione determinata
31:26dal progetto è comunque fondamentale. Un particolare ve ne farò vedere due, un particolare del lastrico
31:35fa vedere come nella camminata verso l'ascesa verso l'acropoli si trovano per esempio come in
31:44questo caso il simbolo di una basilica come può essere questo oppure altri frammenti del tutto
31:55particolari che si ricompongono in una sorta di narrazione fatta di citazioni antiche ma anche
32:04di divertimenti attuali. Pichionis è tutto fuorché noioso nelle sue opere potrebbe sembrarlo
32:14dall'elencazione dei suoi principi in fondo è un'elencazione di principi molto rigorosi,
32:20molto determinati, molto definiti. In realtà è un paesaggista che sa manipolare le cose che
32:29trova, le sa far rivivere in queste esperienze di progettazione. Le sue esperienze di progettazione
32:37sono estremamente razionali. Allora da una parte la storia, la sua carica innovativa, la sua capacità
32:45di pensare in modo diverso e di avvicinare frammenti, dall'altra le visioni di insieme.
32:54Questo è lo studio per un campo giochi, un campo giochi del tutto particolare, il campo giochi del
33:03Filopapo vicino ad Atene che è quasi una sfida alla banalità dei campi giochi comuni, di questi
33:14cose stereotipate che noi facciamo per i bambini con uno scivolo, un'altalena e pochi elementi,
33:23magari molto colorati, ma sempre ripetitivi e sempre uguali. Allora intanto Pichionis si pone
33:31il problema delle visuali e tutte queste indicazioni di visuali che lui propone sono punti
33:40di interesse che riguardano altrettanti momenti della progettazione. Pichionis fa questo per tutto,
33:49per esempio non vi ho portato, ma c'è uno studio analogo per un giardino piccolissimo di un'abitazione
33:57quasi di campagna in cui sostanzialmente lui deve mettere a posto alcune anfore, poche piante in uno
34:05spazio che non arriva a 100 metri quadri di giardino. Eppure il suo rigore è tale che la
34:12riproposizione del metodo è sempre la stessa, quindi un metodo che ha questo rigore dell'insieme
34:20della progettazione e questa profondità che gli deriva dalla storia. Questo è l'ingresso di questo
34:28campo giochi, sembra quasi un ingresso disastrato oppure può sembrare un ingresso che porta a un
34:36paese di fantasia, a un mondo creato chissà per chi. Comunque dessa la curiosità di chi può entrare
34:46in un posto senza sapere che cosa gli aspetta poi oltre la porta. E oltre la porta c'è di tutto,
34:55c'è una sorta di capanna che potrebbe essere una capanna quasi dove si può trovare il tesoro di Atrè
35:04o comunque un accampamento dell'assedio di Troia. Ci sono degli elementi che poi in primo piano che
35:14altro non sono una sabbiera ma che è una sabbiera tutta da scoprire dove si può giocare dentro e
35:21trovare motivi di interesse. Come vedete la vegetazione è una vegetazione fatta di pini,
35:29di querciole, di ulivi, di specie legate assolutamente a Mediterraneo. Il piano anche
35:42questo è terra battuta perché il prato non potrebbe resistere al calfestio di tutti i ragazzini che su
35:51questo piano giocano, corrono. Mi dispiace perché da una parte si fanno le fotografie senza bambini
35:59perché i bambini in fondo sciupano le architetture però in realtà questo campo gioco in particolare
36:06senza bambini sembra un divertissement di un adulto, un'opera morta. In realtà è un campo
36:13giochi molto vissuto. Poi in questo campo giochi ci sono i ricordi e quindi la barca è abbandonata
36:22come se il mare si fosse ritirato in questo gioco. C'è però un piano inclinato che porta
36:29alla scoperta di altre cose in cui i boschetti diventano non solo il confine di questo sistema
36:38ma proprio anche la definizione di uno spazio che non ha limiti definiti se non questa strana
36:48e invitante, un po' inquietante porta d'ingresso. Come avete visto tre personalità molto diverse,
36:57un forestier ancora legato agli schemi rigorosi della progettazione osmaniana ma già proteso
37:06verso le piante del Mediterraneo, un Rubio che ha questa spiritualità della natura, questa arte che
37:16pervade i suoi giardini, quest'idea di nuovo del giardino come paradiso perché infonde lo spazio
37:25primigenio, lo spazio dove la poesia dell'architettura può esprimersi e un Picchionis che ha nel suo
37:33paese, nelle sue radici, nella sua storia e in una storia che è poi la storia di tutto il
37:38Mediterraneo, questo legame profondo e sa riproporcelo con una suggestione che spesso
37:46ci lascia strabiliati e che comunque ci incanta e ci assassina. I spazi pubblici perché questi che
37:55abbiamo visto di Picchionis sono tutti spazi pubblici, anche uno spazio pubblico può diventare
38:02un luogo per sognare e questo è molto importante perché noi sempre più ci occuperemo di spazi
38:10pubblici anziché di spazi privati. La lezione sul giardino del Mediterraneo finisce qui con
38:18questi alberi e con questo cielo azzurro, io vi invito ancora una volta a non dimenticare
38:26il nostro sito internet che la cui utilità ormai conoscete, ma che mi obbligo di insegnante
38:37ricordarvi e soprattutto vi auguro di poter progettare e di poter vivere in giardini come
38:48questi che abbiamo visto nella lezione di oggi.
38:56Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

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