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Roma, 25 set. (askanews) - Una "visione differente" sulla questione della cittadinanza, rispetto ai promotori del referendum per ridurre a 5 anni il tempo (attualmente di 10 anni) di residenza legale oggi necessario come pre-condizione per chiedere di diventare cittadini italiani. A esprimerla è Carlo Calenda, che lo ha spieagto ai giornalisti a margine di un'iniziativa al Senato sul divieto di cellulari nelle scuole.Sul metodo, ha detto il leader di Azione, "ho paura che tutti questi referendum, dove le firme si raccolgono in modo elettronico, immediatamente, spingano la gente a non andare a votare e infatti in tutti questi referendum il quorum non viene quasi mai raggiunto". Poi, nel merito, "penso che uno è cittadino italiano quando conosce la cultura del Paese". Anche per questo, ha continuato Calenda rispondendo a una domanda specifica, è "sbagliato" che oggi possano chiedere la cittadinanza italiana persone nate e vissute da sempre in altri paesi, soltanto perché avevano un avo italiano emigrato in passato, come avviene per effetto della legislazione attuale.

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Trascrizione
00:00Io capisco il loro punto, però ho una visione differente su due punti.
00:06Primo, di metodo. Ho paura che tutti questi referendum, dove le firme si raccolgono perché sono elettroniche immediatamente,
00:14finiscano per portare la gente a non andare a votare ai referendum.
00:18Ricordiamoci che già oggi, quando c'è un quorum, il quorum non è quasi mai raggiunto.
00:23E la seconda cosa è perché nel merito penso che uno è cittadino italiano quando conosce la cultura del paese.
00:30Ripeto, è una cosa diversa da regolarizzare. Uno straniero che quando lavora deve poter essere regolarizzato.
00:36E per quanto riguarda gli oriundi, invece, che ottengono molto facilmente la cittadinanza, anche se hanno un nonno di una generazione?
00:44Penso che questo è sbagliato, nel senso che credo che ci vuole una norma della Repubblica che definisca,
00:51sulla base del processo repubblicano per cui uno diventa cittadino, il fatto che conosca la storia, la lingua,
00:59perché quella è la cittadinanza, non è la regolarizzazione.
01:03Non bisogna fare confusione, la regolarizzazione è che chi lavora in Italia, e lavora ovviamente in modo regolare,
01:09deve essere regolarizzato, anche se è entrato in modo regolare.
01:13Perché sennò ci sono questi paradossi che per regolarizzarli devono ripartire nel loro paese e riessere chiamati.
01:18Viceversa, la cittadinanza è una cosa delicata, perché ha a che fare con l'identità italiana che va conosciuta.
01:24E se io penso che più cittadini italiani arrivano e si sentono italiani, è positivo.
01:30Ma deve eseguire un percorso scolastico.

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