Sesta breve lezione di letteratura italiana per le scuole serali.
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ApprendimentoTrascrizione
00:00Salve a tutti ragazze e ragazzi, bentornati al nostro corso di letteratura italiana. Nella
00:07precedente lezione abbiamo parlato del destino del latino dopo la caduta dell'impero romano
00:13d'Occidente. Un latino che sopravvive nella cultura alta, viene tenuto in vita, viene
00:20conservato, però a livello popolare inizia a, potremmo dire, a deteriorarsi, sicuramente a
00:27modificarsi. Il modo che utilizza la gente per esprimersi non è sicuramente il latino di Cicerone.
00:34Ci sono molteplici parlate popolari. In ogni città , in ogni zona del vecchio impero ormai
00:43crollato, la gente inizia a parlare in maniera differente e questo succede anche nella penisola
00:50italica. Nascono delle parlate popolari che sono quelle che saranno definite i volgari, le lingue
01:01del volgo, le lingue del popolo, non utilizzate dalla cultura alta, non utilizzate dall'amministrazione,
01:08non utilizzate dalla Chiesa Cattolica che per la liturgia utilizzava ovviamente il latino e
01:15anche per i suoi documenti. Abbiamo detto che queste parlate popolari ci mettono del tempo per
01:23diventare lingua scritta perché non vengono utilizzate sin da subito nei documenti ovviamente
01:29e se un dotto, una persona istruita doveva scrivere un trattato per esempio, non lo scriveva certamente
01:37in volgare, bensì in latino, lo scriveva in latino e così si è continuato a fare per lungo tempo.
01:43Emergono però un pochino alla volta delle scritture, delle tracce di una lingua che
01:53inizia a non essere più il latino. Da queste prime testimonianze noi parliamo di origini di una
02:03letteratura italiana. Queste prime tracce in realtà non sono letteratura, non le possiamo
02:11considerare tali, però sono i primi embrioni del volgare in forma scritta, per cui per noi
02:18hanno un'importanza fondamentale per lo studio delle origini della letteratura italiana. Vediamole
02:26un po' in ordine cronologico, teniamo in considerazione che è ciò che abbiamo trovato
02:30sino ad oggi. Magari domani salteranno fuori altre testimonianze, me lo auguro, sarebbe
02:37interessante. Al momento, da parecchio tempo, noi partiamo da qui. Questi sono i primi documenti
02:44che abbiamo. Allora, tra l'ottavo e il nono secolo succede che un copista sta lavorando a
02:57un manoscritto, va bene, sta trascrivendo un testo e in un momento di svago, in un momento di
03:06distrazione, in uno spazio libero della pagina, scrive un indovinello. Siamo a Verona, questo
03:13codice è conservato a Verona, è rimasto a Verona, è l'indovinello veronese. Una mano anonima ha
03:20scritto un indovinello. Che cosa dice questo indovinello? Leggiamolo insieme.
03:36Un pochino si capisce la traduzione, riusciamo a capirne il senso. Teneva davanti a sé i buoi,
03:49arava bianchi prati e aveva un bianco aratro ma seminava un nero seme. Di che cosa si tratterà ?
04:01Adesso ci arriviamo. Innanzitutto partiamo dalla lingua. Allora, ci sono ancora degli
04:05elementi del latino evidenti. Si può ancora considerare latino? La grammatica sta cambiando
04:15profondamente. È un primo vagito di uno dei volgari italiani. Un veronese probabilmente
04:23nella lingua di tutti i giorni si esprimeva così. Che cos'è questo aratro dell'indovinello? Qual è
04:34la soluzione dell'indovinello? La soluzione dell'indovinello è che dal punto di vista figurato
04:42si sta parlando di un aratro, di buoi che arano un campo bianco lasciando un seme nero. E' la
04:49scrittura. Si tratta di scrivere appunto come si usava all'epoca con un pennino bianco, con una
04:58penna bianca e inchiostro nero su una pagina di pergamena bianca producendo dei segni muovendosi
05:05appunto avanti e indietro come fa la mano su una carta, su una pergamena, su un foglio. E' anche
05:14una storia interessante quella dell'indovinello veronese perché è stato studiato e capito anche
05:21grazie a una studentessa universitaria che aveva il ricordo di aver sentito in famiglia un
05:28indovinello simile. Per cui è un documento anche che ha un valore anche commovente diciamo, ha una
05:36storia simpatica. Bisogna aspettare ancora del tempo, spostandoci in un'altra zona della penisola,
05:45verso il 960-963 abbiamo i Placiti di Capua, i Placiti capuani. Di che cosa si tratta? Allora,
05:55abbiamo i monaci benedettini e certe terre di loro proprietà a Capua che però diciamo che
06:06sono contese. Non si riesce più a capire dove arrivi la terra dei benedettini e dove cominci la
06:14terra di un confinante, per cui bisogna andare in tribunale come si faceva all'epoca e come si fa
06:20anche ai giorni nostri. Bisogna chiarire qual è il confine preciso e come si fa a farlo. Se i
06:27documenti non bastano, perché se ci fossero stati documenti sufficienti, dei catastici ben precisi,
06:34non ci sarebbe nemmeno stato bisogno di andare in tribunale. Evidentemente questi
06:38documenti mancavano. Se mancano i documenti scritti chiediamo ai testimoni. Vengono chiamati
06:44dei testimoni per parlare della demarcazione di quel territorio, della divisione di quelle terre.
06:50I testimoni però non sono persone istruite che parlano perfettamente in latino, sono dei
06:57contadini. In tribunale colui che trascrive gli atti, le testimonianze, è un uomo molto preciso,
07:06per cui quando deve trascrivere le deposizioni dei testimoni non le traduce in latino. Da buon
07:13giurista le scrive in lingua originale, così come sono state pronunciate, ma è una lingua che non è
07:20più il latino, è il volgare, la lingua del popolo della zona di Capua. Andiamo a leggere che cosa
07:26dice questo contadino. Sao cochelle terre per chelli fini che chi contene, trent'anni le possette
07:36parte santi benedicti. Quindi questo contadino sta dicendo, nel suo modo di esprimersi abituale,
07:43io so che quelle terre entro quei confini sono state di proprietà per trent'anni di San Benedetto,
07:50dei benedettini, per cui appartengono a loro. Dobbiamo immaginare quindi che nell'area di Capua
07:57chi non era un dotto, chi non era un ecclesiastico, popolarmente parlava così. E dobbiamo anche
08:04aggiungere che probabilmente anche gli stessi dotti, anche gli stessi ecclesiastici, fuori dai
08:09documenti ufficiali in latino, fuori dallo studio del latino, parlassero così, perché bisognava
08:15avere una lingua veicolare per capirsi tutti. Per cui anche le persone istruite probabilmente
08:20parlavano così. Dipende dai contesti. C'era una situazione di, chiamiamolo, di bilinguismo.
08:27Nell'ambito della cultura si utilizzava il latino, anche se comunque era un latino che si stava
08:32deteriorando, anche quello, e a livello di comunicazione così popolare si parlava con
08:41un linguaggio che era questo. Non siamo più davanti al latino, è qualcosa di successivo,
08:47è qualcosa di diverso. Andiamo ancora un po' avanti e arriviamo verso il 1000 circa,
08:55l'undicesimo secolo, alle iscrizioni della Basilica di San Clemente a Roma. San Clemente
09:04è un santo di cui abbiamo delle testimonianze di miracoli, abbiamo degli elementi biografici e in
09:15questa basilica sono rappresentate, sono state rappresentate con degli affreschi, delle scene
09:21della sua vita. Per farla breve c'è un episodio in particolare della vita di San Clemente. San
09:28Clemente ha convertito la moglie di un patrizio e questo patrizio ha pensato bene di fargliela
09:35pagare, gli ha mandato i suoi scagnozzi per catturarlo, legarlo come un salame e trascinarlo
09:43via in buona sostanza. Però si compie il miracolo, nel senso che i servi e anche il
09:50patrizio vengono accecati, credono di trascinare San Clemente, in realtà portano via una colonna
09:59di pietra e quindi fanno anche una certa fatica. In questo affresco ci sono delle iscrizioni perché
10:07le parole dei personaggi escono dalla loro bocca come in un fumetto. Allora, San Clemente parla
10:13in latino. Il patrizio, rivolgendosi ai suoi scagnozzi, ordinandogli di tirare questo santo
10:20che non si lascia tirare perché in realtà è una colonna di marmo per cui è pesantissima,
10:24ordinandogli di tirare davanti al fatto che questi servi non riescono a compiere il loro
10:32dovere, li insulta, li offende e utilizza anche delle parole volgari, non intese come lingua del
10:37popolo ma proprio come parole di basso livello. Gli dice proprio fili delle putte traite, quindi
10:46figli di puttana, tirate e sbrigatevi, com'è possibile che non riusciate in gruppo a tirare
10:51un uomo solo. Questa era la parlata probabilmente della gente di Roma, nemmeno nella ex capitale
10:59dell'impero si parlava più un latino corretto, un latino sicuramente non ciceroniano voglio dire,
11:06ma nemmeno un latino come lo si poteva intendere nella tarda antichità . Qui siamo già a un volgare,
11:14queste possiamo dire che sono le testimonianze dell'antenato di quello che è stato poi il
11:22linguaggio parlato dai romani, inteso come i cittadini di Roma, per carità ci sono state
11:27tante evoluzioni prima di arrivare al romanesco dei giorni nostri, ci sono state delle fasi
11:34storiche in cui la popolazione di Roma è stata praticamente rimpiazzata da degli spostamenti,
11:39ne parleremo più avanti magari in storia, Roma è stata ripopolata in diverse occasioni perché ormai
11:47era l'ombra di se stessa, in più momenti poteva apparire agli uomini dell'epoca come una cittÃ
11:54vuota, spopolata, in rovina. Un ultimo dettaglio prima di chiudere il nostro piccolo intervento,
12:02magari vi sarete stupiti con le parole che escono dalla bocca dei personaggi ritratti
12:09in questo affresco, in questa immagine, è un antenato del fumetto? Possiamo dire di sì che
12:16è un antenato, insomma una forma espressiva che è l'antenato dei fumetti che conosciamo oggi,
12:23il fumetto ha avuto una sua storia, in realtà però se volessimo trovare i primi antenati del
12:30fumetto, se volessimo indicare i primi antenati del fumetto, a questo punto dovremmo tornare
12:34molto più indietro perché noi abbiamo del vasellame, abbiamo dei vasi greci in cui le parole
12:40dei protagonisti escono proprio dalla loro bocca, come in un fumetto, per cui insomma è un aspetto
12:50interessante e simpatico anche questo. La nostra letteratura la facciamo partire da testimonianze
12:56come queste, da questi brevi frammenti, non è letteratura, sono delle piccole tracce di un
13:03linguaggio, di una serie di linguaggi che non sono più in latino. Dobbiamo partire da qui perché nel
13:10momento in cui non esiste lingua italiana non può esistere letteratura in lingua italiana,
13:17sta iniziando a formarsi una famiglia, un gruppo di volgari, da questi volgari inizieranno a
13:24svilupparsi con il tempo delle testimonianze di letteratura vere e proprie. Vi saluto e vi
13:30ringrazio, ci vediamo alla prossima puntata!