Cosa fu l’esondazione del Ravone su via Saffi il 3 maggio del 2023 lo racconta un video. Il filmato reso noto a sedici mesi di distanza dai fatti da Luca Vianelli, il proprietario del negozio che fu travolto dalla furia delle acque, è la testimonianza drammatica di quello che avvenne intorno all’una di notte. Prima il clangore metallico poi altri colpi, infine il boato. Il pavimento comincia a sollevarsi e con furia l’acqua penetra nel negozio. Nel giro di pochi secondi mobili, arredi e suppellettili vengono sbalzati in ogni direzione e l’acqua si riversa all’esterno su via Saffi: «Fortuna vuole – racconta lo stesso Vianelli – che circa tre ore prima chi lavorava all’interno del negozio se ne fosse andato. Altrimenti chissà che cosa sarebbe successo». A oltre un anno di distanza da quanto avvenne quella notte è il momento di fare un passo avanti nella vicenda e ad annunciarlo è ancora il proprietario del negozio: «Tra qualche giorno inizieremo i lavori di ripristino dei locali distrutti dalla fuoriuscita del Ravone – spiega voltando le spalle al buco che ancora lascia intravedere l’alveo, oggi secco, del torrente – speriamo nel giro di tre mesi di completarli e di ricominciare tutto daccapo». Se la ristrutturazione del negozio segna un nuovo inizio, la vicenda giudiziaria è ancora tutta da dipanare. Nonostante un parere del Ctu chiarisse come Comune di Bologna e Regione Emilia-Romagna fossero i responsabili dell’accaduto a causa dei mancati interventi sul corso del torrente, ad oggi nessun risarcimento è arrivato a Vianelli. Che insieme al condominio di via Saffi interessato e a un altro privato, ha deciso di rivolgersi al Tribunale civile di Bologna per avere giustizia. Il prossimo 3 ottobre è in programma la prima udienza: «La speranza è che davvero si riesca ad arrivare alla verità», è il commento dello stesso Vianelli.
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