All'inizio degli anni sessanta alla Triumph avevano in mente di produrre un nuovo modello in grado di arginare il crescente successo delle Austin-Healey Sprite e della MG Midget. Non ci furono dubbi sulla motorizzazione e il telaio (rigorosamente separato dalla carrozzeria), entrambi derivati da quelli della piccola Herald, ma la linea stava creando parecchi grattacapi. Il centro stile della Casa Inglese non riusciva a definire un'autovettura stilisticamente accettabile. Dopo il successo della Herald disegnata quasi per caso e in un batter d'occhio da Giovanni Michelotti, alla Triumph decisero di rivolgersi ancora allo stilista torinese per definire la nuova spider. Dopo varie versioni nel 1974, per compensare la potenza persa con l'introduzione della Mk IV, la cilindrata venne incrementata da 1296 a 1493 cm³, e la potenza tornò a 70cv sulla versione per l'Europa, mentre scese ulteriormente a soli 55cv nella variante USA (dove, per rispettare la severa normativa antinquinamento, venne adottata l'alimentazione a carburatore singolo) e venne ridotto il rapporto di compressione. Le uniche altre modifiche riguardarono la verniciatura in nero opaco della cornice della coda e dei profili sui parafanghi posteriori e l'adozione, di serie, di poggiatesta. Nel 1976 subì una leggera modifica esterna, con la scritta spitfire 1500 stampata direttamente sui due cofani in sostituzione delle piccole targhette, nuove colorazioni alla carrozzeria erano disponibili e il motore beneficiò, nella versione europea, di un leggero incremento di potenza di due cv portandosi a 72 cv. La produzione terminò nel 1980.
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