• anno scorso
Con il successo dell'Autobianchi A112 il gruppo Fiat aveva assestato un duro colpo alla supremazia della Innocenti Mini nel ricco segmento di mercato delle piccole automobili di lusso destinate ai giovani ed all'utenza femminile. In particolare quest'ultima aveva apprezzato il nuovo modello Autobianchi per la facilità di guida, l'eleganza delle finiture e la versatilità d'uso, anche determinata dal portellone posteriore.
Dopo aver verificato l'impossibilità di proporre un nuovo modello in tempi brevi, la Innocenti corse immediatamente ai ripari presentando il modello "Mini Cooper MK3", che si rivolgeva ad una clientela prettamente maschile, disposta a sopportare un rilevante aumento di spesa pur di sfoggiare una prestigiosa immagine sportiva. La "cura Abarth" per lo sviluppo del già brillante propulsore di 903 cm³ fu piuttosto pesante, comportando l'aumento di cilindrata a 982 cm³ mediante l'allungamento della corsa, l'inserimento di un nuovo albero motore in acciaio nitrurato, l'innalzamento del rapporto di compressione a 10:1 mediante l'adozione di pistoni stampati con segmenti cromati, la riprogettazione dell'albero a camme e delle sedi delle valvole, la modifica all'impianto di scarico e l'adozione di un carburatore doppio corpo. Anche l'impianto frenante subì modifiche sostanziali con la maggiorazione delle pinze sui dischi anteriori e l'adozione del servofreno. La potenza del motore, che già nella fase prototipale aveva superato abbondantemente i 60 CV, venne limitata a 58 CV per raggiungere i previsti livelli di elasticità e robustezza.
Invariata rimase la scocca, ma con interni ben diversi, curati in maniera artigianale e dotati di strumentazione completa, sedili anatomici con appoggiatesta e volante a tre razze con corona in pelle.
Le modifiche migliorarono notevolmente le prestazioni, rispetto alla normale "A112", con risultati prevedibili ed altri quasi inspiegabili. A fronte del corposo incremento delle doti di velocità ed accelerazione, si dovette registrare un lieve aumento degli spazi di frenata, a dispetto dell'impianto potenziato, oltre ad una sorprendente diminuzione (-15%) del consumo di carburante che fece quasi gridare al miracolo. Per i primissimi esemplari costruiti è da segnalare lo sporadico surriscaldamento del lubrificante motore, nonostante l'accorgimento della coppa olio in alluminio, presto risolto con l'adozione, nel gennaio 1972, di un piccolo radiatore per l'olio.
Nata senza rilevanti difetti di gioventù, la "A112 Abarth" ottenne un immediato successo di vendite, destinato a perdurare per quasi tre lustri: un caso molto raro tra le auto sportive derivate dalla grande serie.
Inizialmente venne offerta nell'unica colorazione rosso/nero e, a partire dal 1972, vennero aggiunte anche le verniciature monocromatiche visone e salmone, mantenendo invariate le sellerie nere in finta pelle. Della prima serie furono prodotti 4.641 esemplari.
Il processo di "civilizzazione", iniziato con la 4ª serie, si fece ancora più netto

Category

🚗
Motori