Citroen Ami 8 - 1969

  • 9 mesi fa
La Ami 8 è un'autovettura di fascia medio-bassa prodotta dalla Citroën tra il 1969 ed il 1979. È stata un'evoluzione della Ami 6 di cui prese il posto nel listino della casa francese. Il debutto della nuova vettura, denominata Ami 8 per stabilire un filo conduttore che la legasse alla precedente Ami 6, fu organizzato su più livelli: si cominciò nel febbraio del 1969 con il solleticare la curiosità del pubblico affiggendo in tutta la Francia manifesti con giochi di parole che introducevano alla vettura, ma senza svelarla. L'11 marzo dello stesso anno vi furono due eventi: da un lato la presentazione ufficiale della Ami 8 al Salone di Ginevra e dall'altro la riunione tenuta dai vertici Citroën a Lione, in cui la vettura fu presentata ai concessionari presenti sul territorio francese. Nei giorni tra il 12 ed il 15 marzo, i manifesti del mese precedente vennero sostituiti da altri in cui la vettura definitiva fu finalmente svelata. A partire dal 17 marzo, cominciarono le campagne pubblicitarie radiofoniche ed anche le prime comparse negli spazi pubblicitari di alcuni quotidiani. Contemporaneamente i primi esemplari apparvero nei concessionari francesi, in maniera tale da poter essere toccati con mano da quella potenziale clientela che non aveva avuto modo di vedere la vettura a Ginevra, oppure di coloro che volevano provarla su strada. All'inizio del mese di aprile, la campagna di lancio della nuova Citroën poté considerarsi conclusa. Vi fu il tempo di diffondere altri annunci pubblicitari su altre riviste francesi di quel periodo, alcune delle quali ebbero modo di essere tirate in oltre un milione di copie. Strutturalmente, la Ami 8 riprende le soluzioni già viste nella Ami 6, e quindi si ritrova il telaio a pianale su cui veniva imbullonata la carrozzeria. Anche il comparto sospensioni riprese le geometrie tipiche delle ultime Ami 6, vale a dire con ruote indipendenti, molle elicoidali, molloni orizzontali di compensazione, ammortizzatori anteriori idraulici telescopici, ammortizzatori posteriori ad inerzia e barra antirollio all'avantreno. Rimasero quindi immutate le eccezionali doti di tenuta della strada che già avevano convinto oltre un milione di clienti della Ami 6.
Invariato anche l'impianto frenante a quattro tamburi, di cui quelli anteriori erano entrobordo, all'uscita del differenziale, mentre quelli posteriori erano fissati sui mozzi ruota. Lo sterzo era anch'esso mutuato dalla Ami 6, ma era più demoltiplicato ed il piantone dello sterzo aveva un'inclinazione diversa.
Identico anche il motore, lo stesso bicilindrico boxer raffreddato ad aria con testate in lega di alluminio, distribuzione a valvole in testa, cilindrata di 602 cm³ e potenza massima di 35 CV SAE (o 32 CV DIN).
Il cambio previsto era manuale a 4 marce, con frizione monodisco a secco, anche in questo caso lo stesso della Ami 6[1]. In alternativa era però possibile optare per un cambio a frizione centrifuga.