http://www.pupia.tv - In “prima assoluta” ha debuttato al Napoli Teatro Festival Italia “La Molière”, spettacolo scritto e diretto da Giuseppe Sollazzo, di scena al Teatro Nuovo di Napoli giovedì 15 giugno.
Nel ruolo del titolo c’è Marieva Jaime-Cortez, giovane e talentuosa attrice francese, chiamata ad interpretare il complesso ruolo di Armande Béjart, la moglie di Molière. Tra verità storiche, leggende e pettegolezzi, la figura di Armande Béjart propone molteplici elementi di fascino, curiosità e mistero, su cui si interroga l’autore e regista Giuseppe Sollazzo.
Le cronache del tempo dicono che Armande nacque, con buona probabilità nel giugno del 1642, in seno alla famiglia dei Béjart, celebri attori del Seicento. Da quanto si legge nella trascrizione dell'atto matrimoniale siglato con Molière, sarebbe figlia di Joseph Béjart (1585-1641) e di Marie Hervé. Tuttavia, circa la reale identità dei suoi genitori, cominciarono presto a circolare voci contrastanti, talvolta maldicenti. Molti insinuarono che la sua vera madre fosse Madeleine Béjart, la figlia più grande di Joseph e Marie e quindi ufficialmente sorella maggiore di Armande.
Il fatto che avesse 24 anni di differenza, anch’essa attrice e che in passato fosse stata legata sentimentalmente, seppur per breve tempo, allo stesso Molière, conferì un certo credito a queste illazioni. Di sicuro c’è il fatto che la giovane Armande fu certamente “colpevole” agli occhi di una certa parte, meschina, della società francese dell’epoca per essersi sposata, âgée de vingt ans ou environ, con una vera e propria celebrità, e di aver dato vita, giovanissima, ad alcuni dei personaggi femminili più popolari della storia del teatro francese. L’invidia spesso si accompagna alla maldicenza e per La Molière (così era chiamata) non dovette essere facile districarsi tra gli intrighi di Palazzo Reale e tra i pettegolezzi dei teatranti suoi detrattori.
Dopo la morte di Molière, Armande Béjart fu il bersaglio di un oscuro denigratore che in un anonimo pamphlet, La fameuse comédienne, la descrive come una donna avida e priva di scrupoli. Giuseppe Sollazzo pone qui al centro della sua ricerca drammaturgica la definizione di quella sottile linea di confine che resta perfettamente bilanciata tra leggenda e cronaca, interrogandosi sui misteri dell’amore e della creazione e realizzando un’opera, affatto biografica, con cui propone la complessità di una figura emblematica e misteriosa, senza ridurre il suo personaggio negli schemi della traditrice o della donna fedele.
Armande Bèjart di sicuro è stata un’attrice. Le due cose certe della sua vita sono il matrimonio con Molière e la creazione della Comédie-Française. È da questi due elementi che parte Sollazzo per realizzare il suo lavoro teatrale: “Mi piace fare entrare più cose possibili in uno spettacolo, spiega l’autore e regista. La drammaturgia non deve produrre armonia, ma la complessità del reale. Ne La Molière ci sono due trame e almeno quattro diverse Armande Bèjart. Ogni spettatore deve avere la possibilità di leggere la storia che desidera. Nel nostro spettacolo, Armande Bèjart dice a Molière: grazie a te ho capito che bisogna vivere senza aspettare risposte”.
Lo spettacolo in lingua francese (con sopratitoli in italiano) si avvale dell’impianto scenico di Lili Kendaka; i costumi sono di Annalisa Giacci; il disegno luci di Guido Levi; i movimenti coreografici sono curati da Gabriella Stazio; il materiale di scena è di Peroni; la realizzazione dei costumi di Lorenzo Zambrano; gli oggetti scenici sono realizzati da Francesco Davide, Renato Delehaye e Massimo Nota. (17.06.17)
Nel ruolo del titolo c’è Marieva Jaime-Cortez, giovane e talentuosa attrice francese, chiamata ad interpretare il complesso ruolo di Armande Béjart, la moglie di Molière. Tra verità storiche, leggende e pettegolezzi, la figura di Armande Béjart propone molteplici elementi di fascino, curiosità e mistero, su cui si interroga l’autore e regista Giuseppe Sollazzo.
Le cronache del tempo dicono che Armande nacque, con buona probabilità nel giugno del 1642, in seno alla famiglia dei Béjart, celebri attori del Seicento. Da quanto si legge nella trascrizione dell'atto matrimoniale siglato con Molière, sarebbe figlia di Joseph Béjart (1585-1641) e di Marie Hervé. Tuttavia, circa la reale identità dei suoi genitori, cominciarono presto a circolare voci contrastanti, talvolta maldicenti. Molti insinuarono che la sua vera madre fosse Madeleine Béjart, la figlia più grande di Joseph e Marie e quindi ufficialmente sorella maggiore di Armande.
Il fatto che avesse 24 anni di differenza, anch’essa attrice e che in passato fosse stata legata sentimentalmente, seppur per breve tempo, allo stesso Molière, conferì un certo credito a queste illazioni. Di sicuro c’è il fatto che la giovane Armande fu certamente “colpevole” agli occhi di una certa parte, meschina, della società francese dell’epoca per essersi sposata, âgée de vingt ans ou environ, con una vera e propria celebrità, e di aver dato vita, giovanissima, ad alcuni dei personaggi femminili più popolari della storia del teatro francese. L’invidia spesso si accompagna alla maldicenza e per La Molière (così era chiamata) non dovette essere facile districarsi tra gli intrighi di Palazzo Reale e tra i pettegolezzi dei teatranti suoi detrattori.
Dopo la morte di Molière, Armande Béjart fu il bersaglio di un oscuro denigratore che in un anonimo pamphlet, La fameuse comédienne, la descrive come una donna avida e priva di scrupoli. Giuseppe Sollazzo pone qui al centro della sua ricerca drammaturgica la definizione di quella sottile linea di confine che resta perfettamente bilanciata tra leggenda e cronaca, interrogandosi sui misteri dell’amore e della creazione e realizzando un’opera, affatto biografica, con cui propone la complessità di una figura emblematica e misteriosa, senza ridurre il suo personaggio negli schemi della traditrice o della donna fedele.
Armande Bèjart di sicuro è stata un’attrice. Le due cose certe della sua vita sono il matrimonio con Molière e la creazione della Comédie-Française. È da questi due elementi che parte Sollazzo per realizzare il suo lavoro teatrale: “Mi piace fare entrare più cose possibili in uno spettacolo, spiega l’autore e regista. La drammaturgia non deve produrre armonia, ma la complessità del reale. Ne La Molière ci sono due trame e almeno quattro diverse Armande Bèjart. Ogni spettatore deve avere la possibilità di leggere la storia che desidera. Nel nostro spettacolo, Armande Bèjart dice a Molière: grazie a te ho capito che bisogna vivere senza aspettare risposte”.
Lo spettacolo in lingua francese (con sopratitoli in italiano) si avvale dell’impianto scenico di Lili Kendaka; i costumi sono di Annalisa Giacci; il disegno luci di Guido Levi; i movimenti coreografici sono curati da Gabriella Stazio; il materiale di scena è di Peroni; la realizzazione dei costumi di Lorenzo Zambrano; gli oggetti scenici sono realizzati da Francesco Davide, Renato Delehaye e Massimo Nota. (17.06.17)
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