• l’altro ieri
Trascrizione
00:00Quando Chiove nasce, tanti tanti anni fa, cioè nel 2016, ma nasce in realtà per uno
00:15sbaglio tra virgolette, nel senso che io facevo un'accademia e dovevo realizzare questo corto
00:21di diploma e inizia col fatto che io scrivo questa storia che in realtà è uno dei capitoli
00:27del film, precisamente quello dei fratelli. Capisco, scrivendo la sceneggiatura, che io
00:32in realtà non volevo raccontare realmente qualcosa, un disagio, un litigio, un qualcosa
00:38che poteva rappresentare una sorta di conflitto, ma bensì volevo raccontare un po' la sfumatura
00:43che poi avviene in determinati momenti della vita, cioè io credo che le cose si aprono nella
00:50vita ma difficilmente si chiudono. Ho iniziato a girare questo capitolo qui che avevo 22-23 anni e
00:57quindi decido dopo un paio d'anni di continuare a indagare questo discorso, girando un altro
01:05cortometraggio, però lì mi arriva l'idea, dico, ok, io ho fatto un corto da 35 minuti, io forse
01:12ci voglio fare un film, ma il film deve essere a capitoli e deve essere una sorta di analisi
01:16della malinconia. Ora, la malinconia l'hanno raccontato tutti gli artisti e la racconteranno,
01:22quindi diciamo che mi andavo a scontrare con tanta incoscienza con un tema più che abusato e in
01:29realtà io non ci pensavo tanto che era così abusato, semplicemente volevo raccontare l'origine
01:34tra virgolette, tra virgolette, dell'origine della malinconia, di come si veniva generale
01:39quando uno è ragazzo, come viene accettata quando uno diventa un po' più grande e come viene poi
01:44superata alla fine, tra virgolette, in un momento in cui tu del mondo non te ne frega più niente
01:52sostanzialmente, se non diverti la vita, punto, fine.
01:55Io sono veramente tanto cresciuto col film, io ho capito tanto facendo il film, del mio tipo di cinema,
02:16cioè del cinema che volevo fare. Quello che si viene originare principalmente era l'origine del
02:21titolo, cioè dei titoli, dei capitoli. I capitoli sono Ambriana, Appocondria e Aleria e il primo che
02:29viene originato appunto è Appocondria e Appocondria in realtà rappresenta proprio il senso di tutto
02:37il film, Appocondria che è una sorta di malinconia dell'animo e questa sorta di saudaci che in
02:43portoghese si dice saudaci, in italiano non esiste un termine, o meglio il termine, il corrispettivo
02:48di saudaci è malinconia. Però è un po' troppo riduttivo, nel senso che Appocondria è una sorta di quasi
02:55malinconia felice, una sorta di... non è nostalgia, non è una cosa che io guardo al passato e mi
03:02dispiace, in realtà io lo accetto che sia finita e un po' è quella caducità della bellezza, ok?
03:09Il fatto di aver vissuto una cosa bella e nel frattempo che l'ho vissuta so anche che finirà,
03:16il fatto che fra poco tutto finisce e io sto vedendo un tramonto finirà e mi godo già la fine
03:23paradossalmente.
03:45Pino Daniele, quando io me ne vado dalla Campania, io sono di Marcenese, in provincia di Caserta,
03:51quindi non sono proprio di Napoli anzi, tu inceppi per forza in Pino Daniele perché Pino Daniele è
03:56una sorta che quando te ne vai arriva Pino Daniele che ti fa ricordare un po' tutto, ok?
04:02Quindi Appocondria era un momento dove ero particolarmente, in quel caso nostalgico, di casa
04:09e inizia ad invadere le mie giornate. Io all'inizio non avevo il titolo del film, ma avevo il titolo
04:14dei capitoli dopo aver preso e derubato, tra virgolette, tre titoli delle canzoni di Pino Daniele.
04:20La canzone che ti fa più piangere, almeno a mio parere, di Pino Daniele è sempre stata Quando
04:24giovo e con questa sorta di, insomma, in qualche modo cerca di prendere tutta la sua musica e
04:35raccontare un momento di cambiamento, quindi quando giovo mi sembrava il titolo perfetto per
04:39essere inerente con i titoli dei capitoli e in qualche modo per rappresentare proprio,
04:43insomma, tutto il dialogo e il discorso sulla malinconia che stavo facendo dall'inizio.
04:47Lei canta nel sole con il suo bianco cappellino dolce agli occhi sui di cielo, sempre messo il
05:00suo visino. Il film ha avuto una prima strana, nel senso che comunque è successo che Dani Moretti,
05:10tramite una lettera che io gli ho inviato, lo ha visto e ha deciso di sua spontanea di
05:16metterlo in Babybel. Non capivo nemmeno il perché, non era mai uscito da nessuna parte,
05:20non ha avuto una vita distributiva in sala e non l'avrà. Nel senso, il mio obiettivo era che
05:27potesse avere in qualche modo una distribuzione festivaliera, andare nel sistema e cercare di
05:32dire ok, io esisto e esisto in questo modo, io questo so fare e ora datemi fiducia, mi presenti
05:39in questo mondo e vi dico quello che so fare. E poi in futuro ovviamente il mio obiettivo è far
05:46sì che questo film lo vedano più persone, però la dinamica distributiva è molto complessa e
05:53quindi per una cosa e per un'altra non può avere una vita distributiva in sala purtroppo. Però
06:00in futuro probabilmente potrà giovare di una distribuzione. Non è il momento adatto per vari
06:08motivi e forse è anche giusto che sia così. Sono molto felice delle critiche, della stampa,
06:28dico insomma delle parole che hanno speso sul film. Io sto portando avanti il mio percorso
06:36con un film di questa scrittura, ho una casa di produzione alle spalle, insomma mi auguro
06:43che al più presto possa realizzarlo ecco, possa concretizzarsi questa cosa.
06:49Progettamento delle emozioni attraverso veramente piccole cose, ecco che per me poi è questo
07:04l'obiettivo principale, quindi sicuramente Mosca cieca che arriva dopo Quando chiova e dopo
07:10Sharaballa, che è appunto il corto precedente di Mosca cieca che è andata a Clermont-Ferrano.
07:14Decido di affrontarle in maniera diversa, quasi appunto cercando di sfidare me stesso ancora di
07:20più nel minimale. Il mio nuovo film continua un po' il discorso di Quando chiova in maniera
07:24totalmente diversa. Noi viviamo in questa epoca moderna in cui a parte tutto quello che succede a
07:31livello geopolitico viviamo in una costante pressione da parte della società e di base il
07:39film cerca di raccontare una sorta di racconto multilineare, ma con un unico protagonista in
07:47realtà stavolta, ma il racconto continua a essere multilineare, una sorta di quasi che cos'è il
07:56fallimento, dove c'è veramente quella linea in cui diciamo quella persona non ha raggiunto i suoi
08:05obiettivi e quindi è una tra virgolette ha sbagliato, è una persona sconfitta dove sono i vinti con
08:11chi sono i vincitori e quindi in qualche modo viviamo in questo torpore provinciale di indifferenza
08:19e in qualche modo di una sorta di accontentarsi delle cose e che si scontra automaticamente con
08:28una sorta di ambizione che uno ha, ma che cos'è l'ambizione, dov'è che finisce, chi è la persona
08:35fallita e chi è quella che è devastata dalla vita. In qualche modo ora non spiego nulla del film,
08:42queste sono le tematiche poi uno affronta e che io affronto nel successivo film, sempre con una
08:48sorta anche un po' di rabbia, verso il sistema sì, verso l'uomo sì, verso una società costantemente
08:58giudicante, non solo le piccole cose ma anche le grandi cose, si è costantemente sotto giudizio
09:05e quindi le persone sono costantemente sull'orlo del fallimento.
09:18A una stanzetta dell'ultimo piano, quando d'inverno al mio cuor si stringeva...
09:32Manga di Gito Taniguchi, che è l'uomo che cammina, sono delle vignette, sono 120 vignette di
09:38quest'uomo che si sveglia la mattina e cammina e succedono cose, ma succede che lui incontra un cane
09:45e se lo prende, succede che a un certo punto si siede al parco e guarda le foglie che volano e
09:52incontra una signora che era ritornata dopo tanto tempo, succede che va a comprare del pane e trova
10:01una conchiglia, insomma questo è il racconto e non è noioso, ecco queste piccole cose che poi in realtà
10:07appartengono alla provincia ma in realtà appartengono anche tanto alla città, però sono cose che poi
10:15sono piccole, sono piccolezze, sono banali e a me la banalità mi piace tanto e quindi credo che il
10:24fallimento e la banalità, l'ambizione che uno deve sempre avere si scontra spesso con la banalità,
10:30con questo dualismo e molte volte noi la giudichiamo la banalità senza... insomma chiamandola tale,
10:36chiamandola banalità, forse certe volte semplicemente, scusami il gioco di parole,
10:40è semplicità più che banalità, però molte volte non la confondiamo la semplicità con la banalità,
10:46forse chiamare banalità provocatoriamente e insistere nel dire ok mi piace la banalità,
10:53cerchiamo di rinvertire la rotta e di ritornare di nuovo sulla semplicità, poi la semplicità è una
10:59cosa difficilissima da raggiungere che l'obiettivo immagino e credo di tutti gli autori artisti e
11:05artiste. Come pioveva, come pioveva... grazie.

Consigliato