• l’altro ieri
Si sono accese ieri sera alle 19, domenica 9 febbraio. Resteranno accese tutto il giorno, fino a stasera. Il Senato della Repubblica aderisce alle iniziative previste per il Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale. Per 24 ore, la facciata di Palazzo Madama a Roma sarà illuminata con il Tricolore come vedete nel video qui sopra. Anche altri palazzi pubblici (statali, regionali, municipali) faranno lo stesso.
Su Rai 1 questa sera, in prima serata (in contemporanea streaming su RaiPlay), va in onda La bambina con la valigia. È il film tv che ricostruisce una delle tante storie vere legate a quegli avvenimenti. Il Giorno del ricordo è stato istituito con la legge del 30 marzo 2004 (legge numero 92) per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Il riferimento è agli avvenimenti che seguirono l'8 settembre 1943, nelle zone all'epoca italiane dell'Istria e della Dalmazia. Il ricordo delle vittime (non coloro uccisi mentre partecipavano volontariamente a formazioni non a servizio dell'Italia). Fino al 10 febbraio 1947, giorno della firma dei trattati di pace di Parigi: la scelta della data viene da qui quando i territori ex italiani furono riconosciuti alla Jugoslavia. Non esiste un numero preciso delle vittime delle foibe e dell'esodo dalla Dalmazia. Il Ministero della Cultura scrive ufficialmente: "ll termine "foiba" è una corruzione dialettale del latino "fovea", che significa "fossa" e indica delle cavità carsiche con ingresso a strapiombo. Il loro nome è uscito dai dizionari di geologia per divenire tristemente famoso quando nel 1943-1945 sono state usate dai partigiani jugoslavi per seppellirvi gli italiani giuliano-dalmati e anche gli sloveni oppositori dei comunisti jugoslavi. Spesso i condannati venivano gettati vivi e legati in gruppo all'interno delle cavità. Gli italiani, come gruppo etnico e non secondo responsabilità individuali, vennero ritenuti colpevoli della politica di italianizzazione condotta dal fascismo e dei crimini contro la popolazione civile compiuti durante la Seconda guerra mondiale. Non esiste una cifra ufficiale delle vittime: lo storico Raoul Pupo indica in circa 5000 il numero degli italiani morti, ma secondo altri studiosi il loro numero è circa il doppio. Un episodio di pulizia etnica a lungo negato per pregiudiziali ideologiche. La persecuzione degli italiani, però, durò almeno fino alla metà degli anni Cinquanta e diede luogo anche a un vasto esodo che interessò centinaia di migliaia di persone. L’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati, quello dunque di un intero popolo. Una vicenda colpevolmente troppo a lungo avvolta nel silenzio”.

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