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Roma, 28 gennaio 2025
Il racconto di Liliana Segre al la cerimonia in occasione del Giorno della Memoria al Quirinale.

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Trascrizione
00:00da italiani che erano veramente disperati di arrestarci, ma che non potevano farlo.
00:12E così cominciò il ruggiro delle prigioni italiane, parese, conno, salvatore.
00:21Erano in gardezza senza sapere il destino, senza immaginare la deportazione,
00:27senza sapere niente. Poi un giorno chiamati uno per uno a San Vittore,
00:34nome e cognome, e uscì, o fu uno degli altri gruppi di differenziati
00:42che le portate alla stazione centrale di Milano. Io, nata a Milano, partita a Milano,
00:47con i treni per le piccole vacanze, non conoscevo il sotterraneo della stazione,
00:54non ho neanche ben immaginato che esistessero. E lì, dove oggi c'è il memoriale della Cioà,
01:01a me fortemente venuto, dove oggi troneggia quella parola indifferenza enorme,
01:10che sono partuta perché l'architetto scrivesse,
01:16poi con grande indifferenza della città, dove io ero nata e cresciuta,
01:22chiamavo e amo, traversavo sui cammino scoperto, era 30 dicendai e 44,
01:36e lì, con calci e tumi, una violenza enorme di tedeschi e fascisti fu caricata,
01:45senza neanche capire che cosa ci stesse succedendo, sui treni,
01:51che poi, quei treni bestiali che oggi sono ancora lì, quelli del tempo,
01:58non certo quelli della deportazione.

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