Siamo in economia di guerra? Questa è la domanda che da tempo serpeggia in Europa viste le dichiarazione, abbastanza esplicite, da parte di autorevoli esponenti politici come Charles Michel, fino allo scorso novembre presidente del Consiglio europeo.
“Dobbiamo essere pronti alla difesa e passare a un regime di economia di guerra” ha scritto Michel alcuni mesi fa, sottolineando poi che se l'Ue non è in grado di fornire una risposta adeguata e non sostiene l'Ucraina nel fermare la Russia, sarà il nostro turno.
In sostanza l'Europa deve spendere di più per le armi per prepararsi a un'eventuale guerra con la Russia, con il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, che vorrebbe portare la spesa militare dei membri Nato al 5%, una soglia assai impegnativa con l'Italia che al momento nonostante i continui rialzi non riesce ad arrivare al 2%.
Per Giancarlo Marcotti, analista finanziario e protagonista di una puntata speciale andata in onda sul canale YouTube di Money.it, l'ipotesi di ricorrere a un'economia di guerra non avrebbe senso.
Rispondendo a una specifica domanda posta da uno spettatore, Marcotti ha spiegato che l'economia di guerra non è una soluzione, visto che in passato si ricorreva a questo modello perché si combatteva per andare a conquistare un territorio.
“L'economia di guerra avrebbe senso se noi volessimo invadere la Russia e andare a prenderci tutte le materie prime che la Russia ha grande abbondanza - ha spiegato Marcotti -. Ma se noi non siamo così pazzi da invadere la Russia, a cosa ci serve l'economia di guerra? A nulla, a buttare via i soldi”.
In conclusione per l'esperto “l'economia di guerra non serve a nulla, serve a buttare via soldi che invece di spenderli in maniera differente vengono spesi in armi, purtroppo è così”.
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“Dobbiamo essere pronti alla difesa e passare a un regime di economia di guerra” ha scritto Michel alcuni mesi fa, sottolineando poi che se l'Ue non è in grado di fornire una risposta adeguata e non sostiene l'Ucraina nel fermare la Russia, sarà il nostro turno.
In sostanza l'Europa deve spendere di più per le armi per prepararsi a un'eventuale guerra con la Russia, con il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, che vorrebbe portare la spesa militare dei membri Nato al 5%, una soglia assai impegnativa con l'Italia che al momento nonostante i continui rialzi non riesce ad arrivare al 2%.
Per Giancarlo Marcotti, analista finanziario e protagonista di una puntata speciale andata in onda sul canale YouTube di Money.it, l'ipotesi di ricorrere a un'economia di guerra non avrebbe senso.
Rispondendo a una specifica domanda posta da uno spettatore, Marcotti ha spiegato che l'economia di guerra non è una soluzione, visto che in passato si ricorreva a questo modello perché si combatteva per andare a conquistare un territorio.
“L'economia di guerra avrebbe senso se noi volessimo invadere la Russia e andare a prenderci tutte le materie prime che la Russia ha grande abbondanza - ha spiegato Marcotti -. Ma se noi non siamo così pazzi da invadere la Russia, a cosa ci serve l'economia di guerra? A nulla, a buttare via i soldi”.
In conclusione per l'esperto “l'economia di guerra non serve a nulla, serve a buttare via soldi che invece di spenderli in maniera differente vengono spesi in armi, purtroppo è così”.
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NovitàTrascrizione
00:00La crisi di maggiori stati europei può avere come soluzione un'economia di guerra? Quella
00:08che stanno cercando di farci digerire i nostri politicanti?
00:11Ma no, assolutamente è qui la questione, cioè anche qua adesso è uscito questo modo di dire
00:20l'economia di guerra non è una soluzione, non abbiamo una volta, ma naturalmente l'economia
00:37di guerra perché si andava a occupare un certo territorio. Nella seconda guerra mondiale chi ha
00:52beneficiato più di tutti? Gli Stati Uniti, ma perché? Perché la guerra non era sul suo
01:01territorio, gli Stati Uniti non hanno avuto nemmeno un immobile distrutto, mentre l'Europa
01:12era a pezzi, era stata distrutta. Quindi l'economia di guerra per cosa? Cioè che cosa
01:25produciamo armi e per cosa? Certo, se vogliamo invadere la Russia e produciamo armi per quello,
01:34se riuscissimo a conquistare tutta la Russia conquisteremo tutte le materie prime, le fonti
01:45energetiche, ma la Russia non la sconfiggi e questa è la questione. Quindi l'economia di guerra non
01:53serve a nulla, serve a buttare via soldi che, anziché spenderli in maniera, magari vengono
01:58spesi in armi. Purtroppo è così. Ripeto, l'economia di guerra avrebbe senso se noi
02:07volessimo invadere la Russia e andare a prenderci tutte le materie prime e così via, delle quali
02:15la Russia appunto ha grande abbondanza. Ma se noi non siamo così pazzi, diciamo, da invadere la Russia,
02:24a cosa ci serve l'economia di guerra? A nulla, a buttare via i soldi. Quindi, assolutamente contrario
02:36all'economia di guerra. Gianni ti chiedeva, crede che sia realisticamente possibile per l'Italia
02:44una spesa militare che paghi al 3 per cento del PIB, cioè circa 50 miliardi all'anno? Ma non solo,
02:51addirittura si parlava del 5 e poi addirittura del 7 per cento. Capite che sono cose che fanno
03:01ridere? Non ha senso. Sono soldi buttati, letteralmente, quando ne avremo bisogno in
03:15tantissimi campi. Ovviamente, al solito si fa l'esempio della salute, quindi degli ospedali
03:24e della sanità in genere, ma anche e soprattutto io metterei la scuola e l'istruzione, perché la
03:34cosa principale che un uomo possa fare è istruirsi. Quindi andare a spendere in armi che poi cosa fai?
03:46O le lasci arrugginire? Nella migliore delle ipotesi, perché se poi invece le vai ad utilizzare
03:53è peggio ancora. L'apertura per la verità l'ho sempre vista nella Russia, nel senso che era
04:02chiaro. Poi chiaramente non è che oggi ci mettiamo un tavolo e stasera chiudiamo il tavolo con un
04:12accordo perché è già tutto a posto. E' chiaro che le trattative dureranno mesi, quindi non mi
04:21ludo da quel punto di vista lì, ma io ho sempre visto la Russia in quella maniera, propensa a
04:32chiudere questa vicenda, ma a chiuderla nella maniera nella quale è ovvio che debba essere
04:39chiusa con la Crimea e una parte, quella che abbiamo fino a qualche anno fa chiamato Ucraina,
04:51una parte che invece ritorna nella federazione russa. E' quello che hanno sempre detto i russi
05:04anche proprio per evitare un genocidio che era in atto. Zelensky stava, tra l'altro Zelensky,
05:13tanto per quadrare la persona ebreo e russofono, cioè penso che la sua prima lingua sia il russo
05:26più dell'ucraino e forse è stato anche eletto per questo perché si riteneva la persona più adatta
05:33a trovare una soluzione per quanto riguarda il Donbass eccetera. Poi è cambiato tutto,
05:43è arrivato Boris Johnson, chi lo ha inquadrato perfettamente è Marco Travaglio, devo dire che
05:55da quel punto di vista lì Travaglio è stato precisissimo su Boris Johnson, d'altro non ne
06:02basta vedere come è pettinato Boris Johnson per capire il personaggio, che poi dopo ha scombursolato
06:14il tutto. Chiaramente non è che questo sia così, in questa maniera assolviamo Zelensky,
06:28ha delle colpe gigantesche, però ecco io penso che lui all'inizio credesse davvero che si potesse
06:38subito immediatamente raggiungere un accordo per mantenere gli stessi confini dell'Ucraina però
06:55dando a quelle zone una più che ampia autonomia, ma che poi tra l'altro più o meno insomma sono
07:04cose che esistono in tantissimi paesi, cioè anche noi trattiamo l'Alto Adige in maniera diversa
07:12rispetto a tutte le altre regioni perché obiettivamente c'è una questione anche se non
07:20soprattutto di lingua eccetera. Quindi bastava che fosse dato al Donbass quello che era normale
07:31che avesse, invece lì hanno voluto andare in guerra e chiaramente quando sei in guerra poi
07:41alla fine si porta dentro anche la Russia, non si ha poi la possibilità di vincerla la guerra con
07:49la Russia.