Il neo-presidente Donald Trump, fresco di vittoria contro Kamala Harris nelle elezioni negli Stati Uniti, ha già fatto una mossa destinata a far discutere: la nomina di Kristi Noem a capo della Homeland Security, ruolo paragonabile al nostro ministro degli Interni. Il ritorno del magnate alla Casa Bianca è segnato da un’agenda di sicurezza dura e intransigente, e Noem, governatrice del South Dakota, rappresenta una scelta di ferro per implementare questa visione. La sua storia controversa e la sua dedizione alla causa trumpiana l’hanno resa una figura divisiva ma idealmente adatta a portare avanti la "tolleranza zero" promossa dal presidente eletto.
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Kristi Noem, una scelta controversa
La scelta di Noem, madre di tre figli e governatrice in carica dal 2018, ha fatto scalpore fin da subito. Non solo per il ruolo cruciale che andrà a ricoprire, ma anche per la sua biografia fuori dagli schemi, che include un episodio in particolare: Noem ha raccontato nel suo libro No Going Back di aver abbattuto il proprio cane da caccia, Cricket, una femmina di 14 mesi, definendola «impossibile da addestrare». «Odiavo quel cane» ha spiegato, «si era dimostrata pericolosa e meno che inutile come cane da caccia». Tanto è bastato per spararle.
Un episodio che ha creato grandi polemiche e che, con tutta probabilità, le è costata la vicepresidenza. Kristi Noem era tra le candidate a fare da secondo a Trump, che però alla fine ha virato sul più rassicurante – benché non privo dai spigolosità – J.D. Vance.
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Antiabortista e negazionista del climate change
Noem ha costruito la sua carriera politica come fiera sostenitrice delle politiche conservatrici, distinguendosi in particolare durante la pandemia da Covid per la sua opposizione all’obbligo di mascherina e per aver vietato TikTok sui dispositivi governativi nel 2022. Ma le sue posizioni estreme non si fermano qui: ha rifiutato di accogliere i profughi afghani in South Dakota ed è una convinta antiabortista, tanto da aver governo per sei anni uno degli Stati con le leggi più restrittive sull'interruzione di gravidanza. Per non farsi mancare nulla, Kristi Noem è anche una negazionista del cambiamento climatico, tanto che le comunità indigene del South Dakota l'hanno bandita dalle loro riserve.
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Kristi Noem, tolleranza zero sull'immigrazione
E poi c'è la questione dell'immigrazione, sulla quale ha adottato una linea dura, proponendo misure stringenti per il controllo delle frontiere. Con questo nuovo incarico, Noem sarà responsabile di agenzie fondamentali come l’US Customs and Border Protection e l’Immigration and Customs Enforcement, strumenti chiave per attuare il piano di Trump sull’immigrazione illegale. Il presidente eletto ha deciso di affidare a Noem un ruolo strategico, a dimostrazione della sua ferrea volontà di ripristinare la sicurezza del Paese a ogni costo. “Tolleranza zero” è la parola chiave che contraddistinguerà questa nuova fase della politica americana. Kristi Noem, che ha dimostrato un’estrema fedeltà al presidente, si impegnerà a implementare misure radicali su immigrazione e sicurezza.
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L’approvazione del Senato: ostacolo o formalità?
Il passo finale per ufficializzare la nomina di Noem sarà il vaglio del Senato. Nonostante le critiche e le polemiche sulla sua figura, il sostegno di cui gode tra i senatori repubblicani lascia supporre che la conferma sarà una formalità. Con il controllo del Senato in mano ai conservatori, l’approvazione è vista come quasi scontata, a meno che non emergano ostacoli imprevisti o forti opposizioni dell’ultimo minuto. La sua fermezza e le scelte "estreme" sono, per i suoi sostenitori, una prova di determinazione. Al contrario, i detrattori la considerano una figura troppo intransigente e inadatta a un ruolo così delicato.
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Kristi Noem, una scelta controversa
La scelta di Noem, madre di tre figli e governatrice in carica dal 2018, ha fatto scalpore fin da subito. Non solo per il ruolo cruciale che andrà a ricoprire, ma anche per la sua biografia fuori dagli schemi, che include un episodio in particolare: Noem ha raccontato nel suo libro No Going Back di aver abbattuto il proprio cane da caccia, Cricket, una femmina di 14 mesi, definendola «impossibile da addestrare». «Odiavo quel cane» ha spiegato, «si era dimostrata pericolosa e meno che inutile come cane da caccia». Tanto è bastato per spararle.
Un episodio che ha creato grandi polemiche e che, con tutta probabilità, le è costata la vicepresidenza. Kristi Noem era tra le candidate a fare da secondo a Trump, che però alla fine ha virato sul più rassicurante – benché non privo dai spigolosità – J.D. Vance.
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Noem ha costruito la sua carriera politica come fiera sostenitrice delle politiche conservatrici, distinguendosi in particolare durante la pandemia da Covid per la sua opposizione all’obbligo di mascherina e per aver vietato TikTok sui dispositivi governativi nel 2022. Ma le sue posizioni estreme non si fermano qui: ha rifiutato di accogliere i profughi afghani in South Dakota ed è una convinta antiabortista, tanto da aver governo per sei anni uno degli Stati con le leggi più restrittive sull'interruzione di gravidanza. Per non farsi mancare nulla, Kristi Noem è anche una negazionista del cambiamento climatico, tanto che le comunità indigene del South Dakota l'hanno bandita dalle loro riserve.
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