• 8 anni fa
Un milione di profughi sono arrivati in Germania nel 2015.

Dopo aver cercato di gestire il flusso migratorio con una politica di chiusura, Angela Merkel decide di aprire le frontiere.
Una decisione che la incorona donna dell’anno, secondo il Times, ma che oggi le presenta il conto politico.

Le prime crepe di una politica, che Merkel non ha concordato neppure a livello europeo, si mostrano nel gennaio scorso quando Horst Seehofer, capo della CSU, gemella bavarese della CDU, (il partito di Merkel) chiede il controllo alle frontiere e di limitare a 200 mila l’anno gli ingressi dei profughi.

A frenare lo slancio di generosità dei tedeschi, che inizialmente accolgono con grande umanità i profughi, i fatti di Colonia il 31 dicembre dell’anno scorso.

E poi i 4 attentati in una sola settimana nel luglio scorso, di cui tre compiuti da richiedenti asilo. Due rivendicati da Daesh. La strage di Monaco è compiuta da un giovane squilibrato.

Ma tutto rientra nello stesso calderone e tutto serve a raffreddare gli animi dei tedeschi che cominciano a avere dubbi sulle scelte della cancelliera.

Lei, Angela Merkel, non cambia linea ma solo retorica.
Abbandona infatti il suo credo sulla cultura dell’accoglienza ma chiede a esempio ai cittadini turchi più lealtà nei confronti della Germania.

Le parole di Merkel sono superate dai fatti, il 24 luglio un uomo si fa esplodere, nel centro di Ansbach, all’ingresso di un festival musicale cui partecipano oltre 2500 persone. Poteva essere una strage.

I dubbi aumentano come la violenza xenofoba.
E gli elettori tedeschi voltano le spalle ai partiti tradizionali a favore dei partiti estremisti come Alternativa per la Germania che ha fatto un ottimo risultato nelle ultime regionali.

Più che mai isolata in Europa, i suoi omologhi rifiutano infatti di seguirla, Angela Merkel deve gestire soprattutto i malumori all’interno del suo partito, in vista delle politiche del 2017.

Ma non è disposta a fare un passo indietro.

“Il terrorismo non è un problema nuovo, arrivato in concomitanza con i profughi. Dal momento che non tutti i rifugiati hanno buone intenzioni, noi intensificheremo controlli e sicurezza. Tutti si aspettano quanto umanamente possibile per tutelare la sicurezza”.

Un anno dopo la crisi migratoria in Germania è diventata crisi dell’integrazione rivelandosi ancora più difficile da gestire.

E su questa Merkel si gioca il suo futuro politico.

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