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Burnout, che cos'è e perché sta diventando così diffuso?
Ospite in collegamento: Luigi Collivasone, Psicologo Psicoterapeuta

Attorno alla drammatica vicenda delle violenze e torture nel CEM gestito dalla Croce Rossa a Roma, si stanno susseguendo riflessioni e commenti. Il PM l'ha definita una galleria degli orrori, qualcuno ha parlato di disumanizzazione, qualcun'altro ha avanzato l'ipotesi del cosiddetto caregiver burnout. Ma di cosa si tratta e perché sta diventando così diffuso?

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Trascrizione
00:00Bentornati a Non Solo Roma, continuiamo a trattare il tema con cui abbiamo aperto questa puntata in questo giovedì, le violenze e i maltrattamenti che sono stati scoperti in un centro di educazione umotaria gestito dalla Croce Rossa a Roma.
00:18Lo ripetiamo brevemente a far partire la denuncia, sono stati proprio i vertici della Croce Rossa italiana dopo un caso abbastanza evidente, uno dei pazienti maltrattati aveva un evidente ecchimosi sul volto.
00:32Indagini che sono partite ad aprile dello scorso anno si sono protratte fino a novembre, quindi sono durate ben sei mesi. Il PM, lo abbiamo detto, ha definito questo caso una vera e propria galleria degli orrori e chiaramente sono nati tanti commenti anche in merito a questa terribile vicenda.
00:52Qualcuno ha parlato di disumanizzazione, qualcun'altro ha avanzato l'ipotesi che centri il cosiddetto burn out. Di cosa si tratta? In sostanza è un termine anglosassone che potremmo tradurre come surriscaldamento, esaurimento.
01:05Il troppo stress al lavoro ci porta ad un profondo logorio psico-fisico che ci dà anche degli effetti evidentemente devastanti e qualche volta inaspettati.
01:16Vorremmo cercare di capire se in questo caso specifico, quello del CEM di Roma, centri il cosiddetto care giver burn out, cioè quello che scaturisce, quello che nasce proprio quando ci si prende cura di una persona fragile che non è capace per le sue evidenti problematiche psicofisiche ad essere indipendente.
01:35Lo chiediamo allo psicologo e psicoterapeuta Luigi Collivasone che è il nostro secondo ospite. Buongiorno a lei.
01:46Non riusciamo a sentirla Luigi, probabilmente ha il microfono spento. Riproviamo. Riesce a sentirci Luigi? C'è forse qualche piccolo problemino con l'audio in attesa di ripristinare la problematica che stiamo avendo.
02:05Ripercorriamo brevemente questo caso per chi mi dicono dalla regione che forse siamo riusciti. Perfetto, buongiorno a lei Luigi.
02:14Buongiorno, eccomi qua. Grazie per l'invito, buongiorno a tutti.
02:18Grazie a lei, è un piacere appunto averla qui in trasmissione nonostante dobbiamo trattare un tema abbastanza delicato che ha scosso parecchio l'opinione pubblica. Io vado diretta con la mia primissima domanda.
02:32Secondo lei in questa vicenda drammatica c'entra effettivamente il burn out?
02:38A mio avviso poco. Il burn out come lei accennava inizialmente è l'esaurimento delle energie psichiche emotive di una persona che è messa a contatto con la sofferenza di un malato ad esempio e quindi nel tempo in maniera cronica viene a perdere tutte le proprie risorse.
02:59Il burn out è tipico degli infermieri ad esempio oppure degli infermieri domiciliari ma può essere anche del coniuge quando è a contatto costantemente con una malattia cronica ad esempio del partner e deve accudirlo per un lungo periodo.
03:17Sostanzialmente cosa avviene? Abbiamo una proiezione delle nostre risorse su un contenuto esterno, su una persona esterna e nel tempo queste vanno ad esaurirsi. A un certo punto si scopre che il sacco è vuoto quindi sostanzialmente non ci sono più risorse per se stesso e neanche per l'altro.
03:37Mi capita in questo periodo ad esempio di avere persone con burn out che lavorano nei carceri quindi in situazioni difficili dove sono con poche tutele, a contatto sempre con sofferenza, con grandi situazioni di difficoltà e quindi col tempo vanno completamente burn out, non sono più in grado di gestire il loro lavoro.
03:59La sensazione invece dell'accadimento di cui stiamo parlando è che in realtà si ha una scarsa conoscenza di se stessi e quindi in talle occasioni questa porta a far emergere dei contenuti che non sono invece noti alla coscienza della persona.
04:17Ad esempio nella terapia Jungiana si fa accenno ad un termine che Jung chiamava ombra. Ombra sono tutti quei contenuti brutti della persona che la persona non vuole vedere che confine in una parte dell'inconscio, ma confinare in una parte dell'inconscio non significa che questi non esistano ed emergono in talunne situazioni.
04:41In tal senso è interessante notare come ci siano degli studi ad esempio che fanno riferimento a nazisti oppure anche a militari che hanno commesso delle torture ed erano persone considerate psichicamente sane, del tutto sane, che in determinate circostanze hanno fatto emergere la loro parte più brutta, quindi il male, quindi tutta una componente sadica.
05:05Luigi posso chiederle se questa componente sadica è in minimissima parte presente in buona parte degli italiani o comunque dell'umano?
05:17È presente in tutti noi, solo che ovviamente non abbiamo piacere a riconoscere questa parte e quindi tendiamo a negarla attraverso difese psichiche che vengono proprio definite di niego, di negazione.
05:33Questo fa sì che magari nelle condizioni normali o se dovessimo svolgere un ruolo o un'attività nella quale non emergono mai determinate circostanze noi non ci accorgiamo neanche di avere tutti questi aspetti, però in realtà esistono, ci sono.
05:47E quando ci troviamo di fronte, come è successo nella situazione, a persone che non possono ribellarsi e noi abbiamo un potere, che cosa succede? Che questa parte può emergere, ma questa parte è estremamente subdola, nel senso che perché la persona la mette in atto?
06:07E la risposta brutta, ma assolutamente verità a mio avviso, è che il sadismo che non è riconosciuto viene esplicitato e esplicitarlo genera una gratificazione alla persona.
06:29Quindi il tema sarebbe quello di andare a conoscere la nostra parte negativa, la nostra parte d'ombra per poterla gestire e governare, altrimenti c'è il rischio che questa governi noi in determinati momenti, in determinate situazioni della nostra vita.
06:45Posso chiederle però come sia possibile, da un punto di vista prettamente psicologico, che una persona che abbia questi atteggiamenti di piacere nel fare del male a qualcun altro, lo sto molto sintetizzando perché capisco che è molto più ampio di così, decida di fare un lavoro di questo tipo?
07:04Sì, è difficile. Lavorare su se stessi e riconoscere questa parte è molto difficile. L'aggettivo che si coniuga al lavoro terapeutico, comunque alla conoscenza di se stessi, è sempre eroico, perché per una persona andare ad osservare la propria parte peggiore è una sorta di eroismo.
07:28Tuttavia, ad esempio, pensiamo che la mitologia è l'espressione di tutti gli elementi inconsci dell'essere umano, che nelle popolazioni antiche venivano comunque tirate fuori, simbolizzate attraverso il mito.
07:46Ma se noi andiamo ad analizzare il mito, troviamo veramente il peggio dell'immaginabile. Abbiamo genitori che mangiano i bambini, abbiamo uccisioni, abbiamo il peggio dell'efferatezza.
07:59La mitologia permetteva un lavoro terapeutico, quindi attraverso il mito noi conoscevamo, o conosciamo se vogliamo studiare, parti che ci appartengono, che sono nostre.
08:11E quindi riusciamo a riconoscere anche tutta questa dinamica, questi elementi. Uno dei più famosi mitologi si chiama Joseph Campbell. Il titolo del suo libro più famoso è Il mito dell'eroe, appunto perché l'eroe è colui che va a osservare tutti questi elementi propri.
08:31C'era un lavoro di far uscire fuori con la mitologia, corretto?
08:35E invece, paradossalmente, le persone che sono più soggette a compiere questi atti sono le persone che non hanno assoluta conoscenza di se stessi o persone che sono molto tranquille, che non hanno assolutamente la consapevolezza di avere una parte aggressiva, di avere una parte sadica e così via.
08:55Tant'è che una cosa divertente che ho constatato è che quando succedono omicidi o situazioni come quelle descritte e si va a intervistare il vicino di casa, spesso per il vicino di casa è colui che ha commesso il delitto, è sempre la persona più tranquilla, una persona sempre più affetta, che aveva degli atteggiamenti e dei comportamenti ideali.
09:19E quindi è proprio perché probabilmente la persona ha metto in atto tutta una serie di compensazioni proprio per non entrare in contatto con la parte più profonda e meno nobile.
09:31Si riscontra sempre la classica frase sorrideva sempre, no?
09:37Esatto, bravissima persona, è una persona con la quale si andava. E poi magari un determinato raptus uccide il vicino di casa perché la grondaia cadeva nel suo terrazzo, quindi per una banalità.
09:51Però il raptus non è altro che la parte di ombra che si impossessa dell'individuo, che è del tutto inconsapevole di avere questa componente e quindi è soggetto a tutte le conseguenze nefaste.
10:06E soprattutto c'è la parte invece, per quello che riguarda la situazione degli abusi, c'è la componente di potere, quindi il potere è sicuramente un elemento che ci collega all'ego e quindi è una sorta di canale che ci porta inconsapevolmente nella nostra parte d'ombra.
10:28E attraverso gli elementi egoici noi non ci accorgiamo ma in realtà viviamo, viviamo tutta questa parte, ne siamo posseduti e ne siamo però totalmente inconsapevoli perché siamo estremamente distratti.
10:41E poi abbiamo una gratificazione perché abbiamo comunque questo potere che è come se nutrisse costantemente il nostro ego e quindi viene a creare un equilibrio che perdura.
10:51Ecco, posso dire che è davvero a tratti un po' agghiacciante quello che lei ci sta raccontando, però è ovvio che bisogna diffondere queste informazioni che secondo me sono utilissime.
11:04Mi rimane soltanto un minuto a disposizione Luigi e le chiedo in ultimissima battuta, c'è una spiegazione per cui c'è questa diffusione un po' incontrollata di violenza ultimamente?
11:14Sì, sicuramente. Io credo che il contesto nel quale viviamo ci porta ad allinearci a tutta una distorsione per la quale la violenza è anche bella.
11:37Quindi non abbiamo neanche la consapevolezza di far emergere la nostra parte nera e quindi c'è una sorta di costante alimentazione a far sì che noi si rimanga in stati di coscienza bassi e in questa parte di violenza.
11:54Lo si vede abbastanza dei social dove determinati comportamenti comunque ricevono tanti feedback positivi.
12:02Andrebbe fatto tutto un lavoro educativo relativamente invece a tirare fuori non la parte d'ombra ma la parte più bella di ognuno di noi.
12:09Nel precedente intervento si parlava della gentilezza, coltivare la presenza, coltivare la gentilezza, coltivare l'empatia, riconoscere che cosa può farmare all'altro.
12:21Sicuramente è un processo che farebbe emergere individualmente e poi collettivamente il meglio di noi stessi.
12:28In questo momento le condizioni non ci sono e alle spalle abbiamo un'emozione costantemente di paura.
12:36L'emozione di paura che ci deriva da tutto quello che stiamo vivendo ci porta inconsapevolmente invece a chiuderci sulla linea nostra peggiore.
12:46Grazie dottore, è stato davvero molto interessante sentire tanti spunti di riflessione.
12:53Soprattutto la ringrazio, ringrazio anche la nostra precedente ospite per aver concluso con un messaggio positivo, praticare la gentilezza, praticare le cose belle che abbiamo.
13:02Grazie davvero, è stato un piacere.
13:04Grazie a lei, arrivederci e buona giornata a tutti.
13:07Bene, ci fermiamo per un brevissimo momento di pausa.
13:09Alleggeriamo decisamente il tiro tra pochissimi istanti con la cultura, la storia e qualche consiglio utile insieme alla direttrice di Pink Magazine Italia.
13:19A tra poco.

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